Ortodonzia Tecnica Organo Ufficiale Ortec Associazione Tecnici Ortodontisti Italiani www.ortec.it E-mail - iDENTItalia group
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OrganoUf fi cial eOr t ec Associ azioneT ecni ciOrt odont ist iIt ali ani www. ort ec . it E-mailortec@ortec. it ISSN 2282- 2763 Peri odicoQuadr i mes t ral e AnnoXXI-Numer o2/2013 Or todonzi aTecni ca
mmar io So OR todonzia TEC nica EDITORIALE “Passione v/s burocrazia”...........................................................................................................pag 3 ARTICOLI Costruzione dell’attivatore elastico di Bimler tipo A......................................................................pag 5 Apnea del sonno e russamento: la terapia con il dispositivo orale “sweet dream”....................pag 15 ORTEC INFORMA “Tutti a Roma”........................................................................................................................................pag 12 Corso base Roma..................................................................................................................................pag 20 Convegno Rimini.................................................................................................................................pag 22 Atti Convegno Rimini..........................................................................................................................pag 29 S.d.t.......................................................................................................................................................... pag 39 Congresso Siob..................................................................................................................................... .pag 40 Save The Date 2013/2014................................................................................................................. pag 42 2
Editoriale OR todonzia TEC nica roc raz ia" e v / s bu n "Passio Patrizio Evangelista Stiamo vivendo un momento eccezionale nella storia del nostro paese e senza ombra di dubbio dell'intero pianeta. Probabilmente il sistema di sviluppo economico delle società avanzate si era spinto troppo oltre la solida equazione che regola produzione, vendita e dovuti ricavi. In questo surplus, si è inserita prepotentemente la finanza con la conseguenza di "dopare" le logiche dinamiche di un armonico sviluppo socio economico. Gli effetti si tramutano in un crollo della liquidita generale causa eccesivo indebitamento e della domanda rispetto ai beni e/o servizi prodotti, in una sola parola, crisi! L'Italia, nella fattispecie, paga un prezzo maggiore essendo stata per troppi decenni amministrata da una classe politica che voglio evitare di commentare. Le aziende odontotecniche ed in particolar modo quelle ad indirizzo ortodontico che orgogliosamente rappresento , sono a mio modo di vedere uno dei tanti “piccoli miracoli” Italiani. Noi siamo quelli capaci di lavorare intensamente, investire in formazione e sviluppo tecnologico, ed in qualche modo riusciamo a mantenere in una dignitosa linea di galleggiamento i nostri fatturati, ed in qualche caso anche a farli crescere. Siamo capaci di distribuire lavoro diretto e indiretto, non ultimo stiamo recependo con sempre maggiore sollecitudine gli stimoli provenienti dalle nuove opportunità che il mercato presenta(vedi per es. i contratti di rete, r.t.c., consorzi tra aziende diverse, ecc). Questo editoriale vuole essere un forte richiamo con l’auspicio che arrivi a chi di dovere per chiedere con forza strumenti e diritti fondamentali per la sopravvivenza e lo sviluppo futuro delle nostre imprese che ricordo, rappresentano il 95% del P.I.L. Italiano. In primis il riconoscimento delle nostre professionalità con un inquadramento che riconosca la nostra figura come elemento fondamentale della filiera dentale. Abbattimento della pressione fiscale e contributiva, per rendere il costo del lavoro meno pressante e permetta una maggiore competitività aziendale oltre ad una redistribuzione con maggiore equità reddituale per i nostri collaboratori. Snellimento delle procedure burocratiche per la messa in commercio e la produzione dei nostri dispositivi ad uso individuale, e la gestione delle nostre aziende. Misura questa che deve offrire un reale respiro economico per le nostre imprese, che risulterebbe per altro a costo zero per le casse dello stato. Non vado oltre e mi scuso fin d'ora con quanti penseranno che il contenuto di questo editoriale sia socio-politico e non culturale, ma bene o male sono la voce di centosettanta aziende odontotecniche che si occupano di ortodonzia e credo che queste abbiano diritto a risposte che la politica deve a chi produce reddito, ricchezza e mantiene elevata l’eccellenza tecnica da oltre quarant’anni per permettere al clinico una precisa qualità delle terapie ortodontiche. Con (meno burocrazia), la nostra passione ed entusiasmo ce la faremo! 3
Costruzione dell’attivatore elastico di Bimler tipo A OR todonzia TEC nica Il tipo A serve a correggere le mal occlusioni di classe ll div. 1. Il tipo B serve a correggere le mal occlusioni di classe ll div.2 Vincenzo Giardina Odontotecnico Il tipo C serve a correggere le mal occlusioni di classe lll. COSTRUZIONE BIMLER TIPO A L’attivatore di Bimler nasce in Germania nel 1944 come apparecchio di nuova concezione rispetto alle tecniche usate SEZIONI DI STRUMENTI PER A O F ( SCUDO, in precedenza quando la correzione ortodontica veniva CRAVATTA, ARCHI DORSALI, MOLLA DI COFFIN, fissata direttamente sui denti. Lavora in modo funzionale ACCESSORI FRONTALI) questi i preformati che Bimler fruttando i movimenti della mandibola trasformandoli in mette a disposizione Fig.2 forza ortodontica questa la differenza rispetto ad altri attivatori nati precedentemente che bloccavano in modo rigido la mandibola quali il monoblocco di Robin, l’attivatore di Andresen e le placche di schwarz che successivamente furono influenzate anch’esse dalla nuova concezione del Bimler che aveva come finalità al suo progetto quella di mettere a punto le varie tecniche funzionali usate in precedenza e creare una sintesi al fine di utilizzarne le Fig.2 proprietà e fruttarle al massimo. Nel correttore Bimler i fili (arco vestibolare, molle, molla retroincisale, la molla di coffin , archi dorsali e cravatta) A Differenza di altri attivatori funzionali per la costruzione vengono uniti da acrilico.(fig.1) Questa la novità lasciare dell’ apparecchio di Bimler non necessita un morso di ampia libertà di movimento alla lingua. Una novità costruzione in quanto le varie modifiche vengono effettuate interessante era la costruzione dell’arco con la sua forma a tramite un articolatore appropriato che porta il suddetto “U” che consente un attivazione verticale ed orizzontale nome le sue caratteristiche permettono alcuni movimenti senza modificare la forma anche l’occhiello raddoppiato essenziali tramite le viti laterali quali l’avanzamento infatti serve alla stabilità dello stesso durante i movimenti mandibolare ed il rialzo occlusale. fig.3 della lateralità mandibolare. Fig.3 Fig.1 Esistono tre tipi di attivatori Bimler e sono tipo A,B, C. con Si procede quindi con l’analisi dei modelli per un attenta relative varianti. valutazione del caso mettendo in articolatore fig.4 5
Il tocco leggero delle curve laterali sulla mucosa stimola la sua separazione facilitando l’espansione esiste un tratto chiamato TRASVERSALE che passa tra il canino ed il primo premolare ovviamente nei casi dove questi sono presenti. Il trasversale deve misurare 11mm e mai minore a 10mm e non deve toccare nessun dente. L’arco vestibolare finisce con delle ritenzioni che devono essere sempre superiori agli accessori frontali. Fig.8 Fig.4 Lo strumentario adatto alla lavorazione dei fili viene effettuata tramite le pinze ortodontiche di vari autori e in particolare di Bimler fig.5 Fig.8 Si procede dunque con la costruzione delle molle frontali che vengono costruite con un filo in acciaio 0,8 con due Fig.5 gomiti, A e B, costruiti in piani diversi, la curva C che misura approssimativamente 2-3 mm è posizionata tra due fili in metallo che la formano. Si procede quindi con la costruzione dell’arco vestibolare che deve essere in filo di acciaio 0,9 . Con l’aiuto della Il gomito A può essere aperto o chiuso e si ottiene torretta si crea una forma ad arco con il filo sul piano modificando la posizione della porzione anteriore dell’ansa. orizzontale Fig.6 Il gomito B può essere aperto o chiuso a seconda della convenienza è fondamentale quando necessita stimolare gli incisivi superiori in direzione vestibolare ed ottenere spazio sui canini. Le curve non devono mai sovrapporsi o toccarsi in quanto interferirebbero l’una con l’altra e diminuirebbero l’azione dell’accessorio o griglia andando a danneggiare la papilla incisiva. Se queste molle sono vicine o a contatto con i denti la loro distanza corretta tra le curve deve essere determinata dal profilo del colletto dei centrali superiori lasciando libera la papilla incisiva. Particolare attenzione poi Fig.6 va posta alla ritenzione di queste molle che deve essere accentuata a causa dell’elevata possibilità di attivazione. Prima di arrivare distalmente al secondo premolare viene La cera deve essere distribuita omogenea durante il fissaggio eseguita una curva detta curva laterale che segue il piano riempendo le anse tra le curve si ricorda di confrontare poi occlusale i due fili devono distanziarsi l’uno dal’altro di con il montaggio inferiore al fine di evitare interferenze con 3mm fig.7 le parti inferiori ed i denti inferiori. fig.9 Fig.7 Fig.9 6
Si procede con la costruzione della molla di coffin che prende Una particolare attenzione va posta poi al Splint poiché è da il nome dall’inventore realizzata con filo in acciaio 0,9 ed è questo che si determina l’inclinazione degli incisivi. fondamentale poiché unisce i due lati superiori dell’apparecchio. La Coffin è costituita da una grande ansa Si procede con la posizione dello scudo che è in acciaio non A, che non deve toccare il palato e da due anse piccole B e B, deve essere in acrilico e deve avere sempre dimensione che non devono essere unite dall’acrilico. uguale o maggiore allo spazio occupato dagli incisivi inferiori. Se lo scudo risultasse piccolo si apre la piega che La sua funzione è quella di accompagnare le espansioni del forma la fessura per la cravatta per estenderlo fino ad una palato e permette più elasticità all’apparecchio conviene posizione più distale.deve essere posizionato sempre infatti ricordare che se si usasse una vite questo risulterebbe orizzontalmente e tranne per alcuni casi il più in basso più rigido e la mucosa palatale avrebbe un contatto minore possibile. Fig.12 con la lingua. Il limite delle sue dimensioni è stabilito dall’anatomia del singolo individuo, in base alle dimensioni dei premolari o dei molari decidui ed alla morfologia del palato. Si colloca in posizione più o meno profonda ed anteriore. fig.10 Fig. 12 Andiamo quindi ad analizzare la costruzione sella cravatta questa viene costruita con filo in acciaio 0,7 in alcuni casi eccezionali 0,6. Fig.10 La posizione e da distale a distale dei colletti degli incisivi laterali inferiori dove si andrà a formare la prima curva A e Durante l’attivazione nessuno dei bracci deve essere A , poi B e B ed in fine la curva C e C che saranno ad angolo maggiore all’altro, poiché altererebbe il cambio di postura retto tranne nei casi di affollamento, più aperte ad angolo terapeutico ed interferirebbe negativamente nel ottuso. Interferenze nel cambio di posture :Le curve A e A funzionamento dell’apparecchio. devono toccare sempre distalmente agli incisivi laterali e mai i canini. Le ritenzioni misurano circa 1cm mentre il fissaggio avviene Le curve B e B non devono sovrapporsi perché perderebbe collocando una lamina di cera in modo da fissare la coffin la sua azione e né stare troppo separate perché la lingua si senza toccare il palato ovviamente la cera sarà più o meno interporrebbe pregiudicando il processo di rieducazione o spessa a seconda della morfologia del palato. se semplicemente troppo vicine in certi casi potrebbe pizzicare la lingua. Le anse B e B rendono possibile l’angolo necessario per Le curve C e C non devono appoggiarsi neanche entrare nell’acrilico e non devono essere minori di 2mm, in lievemente sui denti contigui e antagonisti. Fig.13 quanto potrebbero prodursi delle fratture. fig. 11 Fig.11 Fig.13 7
Costruzione arco dorsale e mandibolare Gli archi dorsali Vengono costruiti in filo 0,9. Il filo scende dalla placca superiore e tramite la curva posteriore in prossimità della zona distale dell’ultimo dente fino ai colletti fino alla regione mesiale del canino dietro la cravatta dove viene eseguita una curva detta curva minore piega formando un’altra curva detta curva maggiore Fig16 che passa sul piano sagittale salendo sul piano occlusale si passando sul piano orizzontale a quello della curva precedente e seguendo il piano orizzontale si piega il filo in forma di ellissi in direzione dello scudo precedentemente fissato. Precauzione dell’arco dorsale: L'altezza della curva dorsale varia in ogni caso . Quando e molto alta, in generale l’arco dorsale , i denti e la mucosa palatale formano il triangolo morto che può creare Fig. 17 grossi problemi alla lingua. Nei casi dove si intravede l’eruzione del 7° la curva Fissati tutti i componenti per la realizzazione del Bimler posteriore conviene posizionarla più mesiale in quando siamo pronti per l’acrilizzazione e procediamo quindi con la durante l’eruzione dei denti si può creare gonfiore dei tessuti zeppatura l’ideale è l’applicazione di polvere e liquido o interferenze con il dente che uscirà. direttamente sul pezzo per quanto riguarda lo scudo e poi successivamente sulle atre parti. Durante la zeppatura nel Le ritenzioni dei pezzi dell’apparecchio sono curve sinuose modello superiore la parte posteriore si lascia privo di realizzate con pinze per l’acciaio, prima di terminare la acrilico dalla parte degli archi dorsali. Fig.18 fig.19 fissazione degli archi dorsali nelle alette, un tratto dopo le curve posteriori si ricopre con acrilico lo scudo. fig.14 Fig 18 Fig.14 Porre particolare attenzione esaminando le posizioni e le relazioni tra archi dorsali, cravatta e scudo rispetto ai modelli in cambio postura terapeutico prima e dopo della cera che verrà distribuita in modo omogeneo. fig.15 fig.16 fig. 17 Fig. 19 Si procede poi alla rifinitura delle due parti ponendo attenzione allo spessore della resina e facendo cura a non toccare i fili. Fig.20 Pag. 21 Fig15 8
Fig. 25 Fig. 20 Fatto ciò i due elementi devono essere assemblati , prima vendono fissati con della cera fig.26 Fig.27 Fig.21 E si effettua una prima lucidatura tramite gommini e Fig.26 successivamente con l’ausilio della pulitrice fig.22 fig.23 fig.24 Fig.25 Fig.27 Fig.22 Si creano degli alloggi per le ritenzioni degli archi dorsali. Fig. 28 Fig.23 Fig.28 E il tutto viene bloccato con della resina Fig.24 9
Bibliografia Bimler, H. P. (1960). A facial pattern formula. Transactions of the European Orthodontic Society , 224-232. Bimler, H. P. (1966). The Bimler appliance: Construction and Adjustment. Creat Falls - Montana: V.A.Nord. Fig. 29 Rifinito ulteriormente e lucidato fig. 30 fig. 31 Fig. 30 Fig. 31 Bimler finito fig.32 Fig.33 Fig. 32 Fig. 33 10
Tutt i a Ro ma! XLV Congresso Nazionale Tecnici Ortodontisti Italiani R om a 8 /9 N ov em bre 2 013 ome C avalieri Hotel R Titolo: “L’evoluzione del laboratorio ortodontico: mettiamo in rete professionalità e imprenditorialità Relatori: Odt. Daniele Benatti, Prof. Paolo Di Marco Daniele Benatti Paolo Di Marco Titolo: " Tecnico di posturometria:una nuova figura in odontoiatria e non solo." Relatore: Enzo Ciocci Enzo Ciocci Titolo: “La terapia intercettiva secondo riprogrammazione motoria” Relatore: Stefano Corti Stefano Corti Titolo: “Web e la tecnica ortodontica: nuove possibilità per la comunicazione scientifica” Relatore: Fabio Fantozzi Fabio Fantozzi 12
Titolo: “Approccio ortodontico alla Sindrome delle Apnee Ostruttive nel Sonno (OSAS) in età pediatrica con un dispositivo innovativo” Relatori: Angela Galeotti, Ambra Michelotti, Paola Festa, Giuseppe di Biase, Stefano Fiorelli Paola Festa Stefano Fiorelli Ambra Michelotti Giuseppe Di Biase Titolo: “Protocollo 3D nella programazzione tecnico clinica delle osteotomie” Relatori: Tiziano Gallo, Dott.ssa Federica Sartorato Federica Sartorato Tiziano Gallo Titolo: “Il Biotemplate: indicazioni, applicazione e sua costruzione” Relatori: Odt. Daniele Incardona e Dott. Sergio Sambataro Daniele Incardona Titolo: “Ruolo della terapia funzionale nella microsomia emifacciale” Relatori: Prof. Alberto Di Blasio, Odt. Marco Melegari Marco Melegari Alberto Di Blasio Titolo: “Antropometria, Ortognatodonzia, Ortodontotecnica: presentazione degli strumenti antropometrici e loro utilizzo” Relatore: Nerio Pantaleoni Nerio Pantaleoni 13
Titolo: “Vantaggi e svantaggi nelle contenzioni fisse e rimovibili. Esperienza ventennale nei dispositivi su impianto palatale” Relatore: Guido Pedroli Guido Pedroli Titolo: “Un metodo originale per la RIPROGRAMMAZIONE MOTORIA dei pazienti disfunzionali: dal by-te Reali alla successiva finalizzazione. Relatore: Mauro Reali Mauro Reali Titolo: “Importanza degli splint in chirurgia ortognatica. Tecnica di costruzione” Relatore: Giovanni Taglialatela Giovanni Taglialatela Per iscrizioni rivolgersi alla segreteria OR-TEC inviando un fax al numero 075 50.55.033 o una mail ad ortec@ortec.it. La segreteria é attiva tutti i giorni lavorativi dalle 15,00 alle 18,00 allo 075 50.55.073. 14
Apnea del sonno e russamento: la terapia con il dispositivo orale OR todonzia TEC nica “sweet dream” Dr. Sergio Terranova Medico- Chirurgo specialista in Ortognatodonzia Roma La sindrome delle apnee notturne , nota come OSAS fattori di rischio che, soprattutto se sommati all’eccesso di (dall’inglese Obstructive Sleep Apnea Syndrome), è una peso, possono rendere difficoltoso il transito dell’aria nel patologia emergente che secondo recenti stime colpisce il faringe, con la caratteristica vibrazione sonora del 4% della popolazione maschile ed il 2% di quella femminile, russamento. Altre frequenti cause di disturbi respiratori soprattutto dopo la menopausa. Dal punto di vista possono essere le malocclusioni dentali, che spesso epidemiologico il russamento risulta essere molto diffuso, colpiscono i bambini in età scolare. riguardando il 60% della popolazione maschile tra i 41 ed i 65 anni ed il 40 % della popolazione femminile. Oltre a disturbare la qualità del sonno, con conseguente sonnolenza diurna, difficoltà nella concentrazione, Si tratta di una malattia complessa, sostenuta da molti fattori irascibilità e mal di testa al risveglio, le apnee notturne di rischio, che si manifesta tipicamente con una serie di possono essere causa di temibili patologie cardiovascolari disturbi respiratori durante il sonno che vanno dal forte come ipertensione arteriosa, infarto o aritmie. russamento (roncopatia) al rallentamento del ritmo respiratorio (ipopnea), fino ad arrivare alla vera e propria Cosa fare in caso di sospetto di disturbi respiratori del sonno, apnea e cioè all’arresto totale dell’attività respiratoria che vengono spesso riferiti dal partner notturno o dai protratto per almeno 10 secondi, con temibili conseguenze familiari? Come prima cosa, ci si deve rivolgere al proprio sull’ossigenazione corporea, fortunatamente interrotto da medico di base, che probabilmente, dopo una valutazione un brusco risveglio, con sensazione di fame d’aria o dei sintomi e dei fattori di rischio, invierà il paziente ad un soffocamento, che ripristina la normale attività respiratoria, centro per l’esecuzione di un esame diagnostico ma che altera la qualità del riposo notturno. Quali sono i fondamentale: la polisonnografia (FIG.1). meccanismi ed i fattori di rischio che possono portare all’OSAS? Primo tra tutti l’eccesso di peso: quasi il 70% dei pazienti è in sovrappeso se non francamente obeso e l’accumulo di grasso su collo, torace e addome esercitano un effetto costrittivo sulle vie aeree che possono portare ad una vera e propria ostruzione durante il sonno profondo, durante il quale vi è già, normalmente, una fisiologica depressione del respiro. Altro fattore predisponente è una cattiva Fig.1 : Polisonnografia respirazione nasale: l’ipertrofia dei turbinati (che si presenta spesso nei pazienti allergici), la deviazione del setto nasale, tonsille o adenoidi grosse possono costituire anch’esse un ostacolo al passaggio dell’aria in posizione supina, durante Si tratta di una registrazione del sonno, non invasiva, di facile il sonno. Anche l’ugola lunga o il palato molle lasso sono esecuzione, che prevede il montaggio di una serie di sensori 15
(cannule nasali, elettrodi per elettrocardiogramma, fasce elastici ausiliari di II classe. elastiche da applicare intorno a torace e addome) che valutano, durante il riposo notturno la presenza, il numero e la gravità di eventuali disturbi respiratori durante il sonno. La polisonnografia consente di formulare una diagnosi definitiva di OSAS e di stadiarne la gravità, per poter poi decidere se e come correggere il disturbo. E’ quindi un esame molto importante, che può essere effettuato anche a casa del paziente, nel suo letto, riproducendo così l’ambiente naturale del sonno, a differenza di quanto accade se l’esame l’assistenza infermieristica garantisce una buona qualità Fig. 3: Dispositivo orale “sweet dream” viene condotto in ospedale anche se, in quest’ultimo caso, tecnica della registrazione. Nei casi piu’ gravi ai pazienti con apnea notturna viene applicato, durante il sonno, un ventilatore meccanico -la CPAP- (FIG.2) che, attraverso una maschera di gomma applicata sul naso o su naso-bocca ed un tubo leggero e flessibile, spinge a pressione l’aria normalmente respirata dal paziente, consentendo così di vincere le resistenze al passaggio dell’aria e impedendo l’ostruzione delle vie aeree, Fig. 4: Particolare del dispositivo orale che è alla base dell’apnea. Lo spostamento leggermente in avanti della mandibola causa un riposizionamento della lingua ed uno stiramento dei tessuti molli e dei muscoli delle prime vie aeree, impedendone così l’ostruzione o la vibrazione durante il sonno. Per la maggior parte dei pazienti l’apparecchio orale rappresenta una soluzione gradita per il trattamento dell’apnea del sonno di grado da lieve a moderato, soluzione Fig.2: C pap peraltro considerata dalle linee guida terapeutiche internazionali anche per i casi di Osas severe non collaboranti con la Cpap. La CPAP, solitamente ben tollerata dopo una scrupolosa fase di adattamento individuale, viene prescritta al paziente dal Per costruire il dispositivo, oltre a delle impronte, è medico specialista e fornita dalle strutture del Servizio necessario prendere una registrazione del morso di Sanitario Nazionale a costo zero, nei casi di apnea grave e a costruzione considerando un 50-70% della protrusiva rischio. Il trattamento dura diversi mesi, in attesa della massima. A tal fine noi utilizziamo il George Gauge per la risoluzione del problema di base: perdita di peso con diete registrazione (fig.5) in modo da trasferire in laboratorio la o interventi di chirurgia addominale, correzione di difetti forchetta con i dati della posizione mandibolare. nasali o faringei con interventi di chirurgia otorinolaringoiatrica, risoluzione dei problemi dentali o maxillo-facciali. A questo proposito, negli ultimi anni si fa sempre più spesso ricorso ad apparecchiature dentali per la correzione delle apnee notturne, molto più gradite e confortevoli per i pazienti, rispetto alla ventilazione meccanica con la CPAP. Il dispositivo intraorale “Sweet Dream” è costituito da due placche termostampate, una superiore ed una inferiore, che si articolano tra loro con dei piani inclinati occlusali tipo Fig.5 George Gauge twin block per l’avanzamento della mandibola (FIG.3 e 4) e sulle quali possono essere applicati anche dei bottoni per 16
E’ risultato opportuno su alcuni pazienti avanzare gradualmente la protrusiva mediante l’inserimento di una vite nel blocco superiore (fig.6), anche se alcune volte è necessario attendere qualche giorno per riscontrare i benefici di questi apparecchi sul russamento, fino a quando i tessuti molli non si adattano e distendono nella nuova disposizione mandibolare. caso B: Pz. con Osas severa ed indice di apnea di 60,7, non collaborante alla Cpap. Al controllo polisonnografico l’indice era di 45. Fig.6- Particolare del dispositivo orale per l’attiva- zione I vantaggi di questo dispositivo sono essenzialmente la semplicità di utilizzo in quanto costituito da due placche indipendenti che vengono indossate singolarmente senza caso C: Pz. con osas lieve, AHI di 7.1 ed indice di alcun connettore, la maggiore libertà di movimenti ed il russamento (SI) di 15,2. Al primo controllo polisonnografico gli indici si sono ridotti AHI 4.2 e SI 0.4 ridotto ingombro laterale ed anteriore. L’ingombro laterale assente è essenziale per questi pazienti che in genere sono abituati per terapia posizionale ad un decubito laterale durante il sonno e che altrimenti potrebbero subire lesioni a stampo sulle mucose interne. Il protocollo da noi utilizzato è quello di effettuare un controllo con una polisonnografia domiciliare dopo un mese e dopo 3 mesi dal montaggio dell’apparecchio orale. I risultati attualmente a nostra disposizione ci consentono di affermare un buon successo della terapia con questi dispositivi anche per quei casi gravi cherifiutano la Cpap e che comunque vedono ridotto o dimezzato il loro indice di apnea/ipopnea (AHI). (caso A, B e C) caso A: Pz. con Osas severa ed indice di Apnea (AHI) di 43,4 non collaborante alla Cpap. Dopo 3 mesi con dispositivo alla PSG di controllo l’indice di apnea è di 11,9. 17
OR todonzia TEC nica e por t ’ ‘R as s at o’ c de l p nt i Or t e ‘Gli e ve
Percorso formativo OR-TEC: OR todonzia le apparecchiature funzionali TEC nica Roma 1/2 Marzo 2013 Siamo giunti al quarto appuntamento del Percorso Formativo in Tecnica di Laboratorio, progetto partito nel 2011 nell’ambito di due corsi riguardanti le apparecchiature mobili svoltisi a Bologna e a Salerno mentre nel 2012 la seconda edizione si è tenuta a Roma ed ha avuto come argomento centrale le apparecchiature fisse. Cosi come accaduto nelle precedenti occasioni, l’attuale corso ha avuto un riscontro favorevole con 25 partecipanti a conferma che, la formazione dei giovani è sempre il principale obiettivo di questo progetto Or-Tec . Altro aspetto interessante emerso dall’analisi delle presenze è la voglia dei colleghi che potremmo definire “navigati” di confrontarsi con esperienze altrui nell’ambito di un costruttivo spirito associativo riassumibile in “FORMAZIONE e CONFRONTO CULTURALE”. Il progetto varato nel 2011 è stato modulato per avvicinare l’Or-Tec al mondo della scuola a tal proposito i primi 3 incontri si sono tenuti rispettivamente presso l’Istituto TRANI di Salerno e l’istituto E. De Amicis di Roma,i n questo modo si è data la possibilità agli studenti di avere un approccio con il mondo dell’ORTODONZIA e conoscere le dinamiche del associazionismo relativo alla nostra professione. Quest’anno a Roma siamo stati ospiti, ancora una volta dello storico istituto Superiore Edmondo de Amicis e i temi trattati sono stati: Le Apparecchiature Funzionali Monoblocco di Andresen Bionator di Balters Twin Block di ClarK Docente del corso il Socio Massimo Cicatiello affiancato dai due tutor, i soci, Roberto Giammarini e Vincenzo Liotta, ospite di eccezione la Prof.ssa Paola Cozza che ha tenuto una LECTIO MAGISTRALE molto apprezzata dai partecipanti. Il corso era suddiviso in una parte teorica tenutasi il venerdi mattina, alla quale hanno potuto partecipare anche gli studenti del V anno dell’Istituto,nel corso della sessione mattutina il relatore ha sviscerato tutti gli aspetti riguardanti i tre dispositivi,fornendo i concetti fondamentali per una corretta costruzione degli stessi. Dopo l a pausa pranzo si è passati alla parte pratica, accessibile in forma gratuita anche ad alcuni studenti. In una simpatica atmosfera “scolastica”ogni partecipante ha potuto realizzare uno o più dispositivi,sotto la supervisione del docente e i tutor. Con l’occasione va ringraziata la ditta DENTAURUM che da sempre ci è vicino in questo progetto, con la fornitura dei materiali. 20
Il sabato ci ha visti impegnati nell’ascolto della relazione della prof.ssa Cozza riguardante la Terapia Funzionale seguita da un dibattito circa i dettagli relativi alla costruzione tecnica dell’apparecchio realizzato il giorno precedente. Visto il successo del corso e l’invito a continuare per questa strada da parte dei partecipanti e di coloro che ci hanno ospitato, continueremo in questa direzione cercando di farei del nostro meglio con tanto entusiasmo e volontà. ALLA PROSSIMA!!!!!!! Massimo Cicatiello 21
XX Congresso OR-TEC OR todonzia Rimini 13/15 giugno 2013 TEC nica Bene!!!! Ancora una volta,cosi come accade da cinque anni in Romagna è andato in scena il convegno Or-Tec che ha regalato ai partecipanti tre giorni di cultura e relax. Calato il sipario siamo qui a raccontarvi quanto è accaduto per poter rivivere le immagini di un evento che probabilmente rimarrà a lungo nei nostri ricordi. Tutto questo è stato possibile grazie alla stesura di un programma che prevedeva la presenza di relatori di livello internazionale che hanno permesso di fare il punto sullo STATO dell’Arte della ORTODONZIA FUNZIONALE. Risulta evidente che scrivere la recensione di una manifestazione che ti ha visto impegnato per l’organizzazione non è facile, essendo di parte c’è il rischio di esprimere soltanto giudizi positivi ma nel caso specifico devo dire anche, con un pizzico di orgoglio, che risulta difficile contenere entusiasmo e soddisfazione. Rimini 2013, primo convegno della presidenza di Patrizio Evangelista è stato pensato e organizzato perché fosse un grande evento, da qui l’idea di coinvolgere esponenti internazionali di quattro scuole ortodontiche ispiratrici di filosofie che hanno lo stesso principio base; l’utilizzo di apparecchiature funzionali. Già dalla stesura del programma si è capito che sarebbe stato un evento di prim’ordine quindi nulla è stato lasciato al caso. Abbiamo lasciato inalterato il format organizzativo che prevede le quattro sessioni distribuite nelle tre giornate e la sede che ci ospita, Rimini, molto gradita dai colleghi poiché permette di poter trascorrere serenamente questi giorni. La soddisfazione più grande ci è stata data da una sala gremita di circa 230 partecipanti e 250 iscritti. Questa massiccia affluenza, unitamente al riscontro positivo dei colleghi, ha confermato, di parte o non, che si è riusciti ancora una volta a 22
soddisfare in pieno le aspettative generali. Or –Tec che da oltre 40 anni si occupa di cultura e formazione dei Tecnici specializzati in Ortodonzia di laboratorio, ha saputo intercettare la voglia di conoscere, approfondire e rivalutare le tante ed interessanti filosofie funzionali, soprattutto in un contesto come quello attuale, dove il mercato e la commercializzazione dei prodotti preformati da parte delle aziende tende a ridurre i margini di azione del laboratorio. Tutti noi dovremmo essere capaci, soprattutto nelle nostre realtà, di divulgare questi concetti tenendo ben presente che tale percorso formativo non può avvenire senza coinvolgere i clinici con i quali collaboriamo ogni giorno; a questi ultimi infatti spetta il compito di finalizzare l’approccio “FUNZ IONALE” sul paziente. Il XX Convegno ha avuto inizio giovedì 13 alle ore 14,00 con Patrizio Evangelista che ha voluto, con un breve ed emozionato saluto ai presenti, esporre il programma del suo bienno di presidenza e nello specifico della manifestazione che stava per iniziare, dando poi la parola ai presidenti di seduta per dare il via ai lavori. Ai colleghi Enzo Ciocci e Vincenzo Giardina, nella veste di presidenti di seduta, il compito di aprire la sessione con la presentazione del primo relatore: la Dott.ssa Barbara Bimler Rhodes, figlia dell’ illustre Prof.Hans Peter Bimler, attualmente Direttore dell’Internetional Stomatopedic institute e Direttore generale dei Laboratori Bimler che contano circa 60 anni di storia. Per tutto il pomeriggio la dott.ssa ci ha regalato una brillante ed interessante esposizione coadiuvata da due interpreti, dimostrando inoltre una spiccata simpatia ed una propensione a confrontarsi con platee internazionali in quanto si è cimentata,in modo assai scherzoso, in espressioni in italiano. Ha illustrato tutti i concetti della filosofia che porta il nome del padre, partendo dai primi studi fatti nel 1949, che portarono alla progettazione un dispositivo per la correzione delle classi II° che si può definire “particolare” in quanto molto diverso da quelli già esistenti,seguendo il concetto di confezionare un apparecchio composto da un arco linguale e un arco labiale raccordati in scudi di resina. La nuova frontiera ortodontica prospettata in quegli anni dal Prof. Bimler prevedeva il riequilibrio della muscolatura oro-facciale con una conseguente influenza sulla crescita e lo sviluppo dei mascellari. E’ stato interessante per tutti i presenti in sala poter conoscere e approfondire oltre ai concetti, anche grazie il dettaglio di tutti i vari tipi di apparecchi così come li aveva pensati e realizzati l’autore. La relazione è stata caratterizzata dalla visione di immagini di valore storico che appartengono alla bibliografia del Prof.Bimler riportandoci indietro negli anni. Alle ore 18,30 si e conclusa la prima sessione dei lavori e ci si è goduti un rilassante pomeriggio con un bagno al tramonto o una passeggiata per le strade di Rimini, fino a concludersi con una piacevole cena sulla spiaggia. 23
Per la giornata di venerdì é stata ancora protagonista la scuola ortodontica tedesca, la sessione mattutina presieduta Massimo Cicatiello e Il Dott. Sergio Paduano ha avuto ospite-relatore il Dott. Cristian Sander attualmente assistente nel Dipartimento di Ortodonzia dell’Università di Monaco di Baviera. Nel corso della lezione il dott. Sander ha parlato di Ortodonzia Funzionale secondo i vari protocolli terapeutici indicati per la tipologia di malocclusione, laddove vengono utilizzati gli apparecchi ideati dal padre: Prof G. Sander quali: Lo Spring-Activator che in Italia viene definito anche “Gondolino”- dispositivo che si compone di due placche raccordate da due molle ad elici,molto efficace per gli open-bite. Il Bite-jumping – dispositivo a Doppia Placca che attraverso il meccanismo funzionale dei piani inclinati realizzati grazie ad una vite ideata dal Prof G.Sander risulta molto efficace ma per le II° classi con gravi retrusioni mandibolari. Questo dispositivo attualmente è ampiamente utilizzato in Italia per questo tipo di mal occlusioni,a tal proposito l’Università di Napoli FedericoII° ha portato avanti una interessante ricerca,riassunti in un libro molto apprezzato dalla stesso Dott. Sander La Doppia Placca da utilizzare per i piccoli pazienti con problemi relativi ad una malocclusione di III° classe,anche questa da realizzare grazie ad una vite progettata dall’autore. Il Dott.Sander grazie alla sua brillante esposizione, ha saputo catalizzare l’interesse della platea su questi tre dispositivi riuscendo a trasmettere nozioni fondamentali per comprendere al meglio indirizzo terapeutico e costruzione.Le tante domande fatte al relatore a fine mattinata hanno confermato l’interesse rispetto a questo tipo di apparecchiature. Nei break e durante la pausa pranzo i colleghi hanno avuto la possibilità di intrattenersi e visitare una area espositiva che, come ogni anno, viene predisposta per accogliere le aziende che ormai da anni contribuiscono alla buona riuscita del Convegno or-Tec. Cogliamo quindi l’occasione per ringraziare: ORTHO+, Foresta-Dental, Dentaurum-Italia, Target, Lancer, Elettrolaser, dQube, Look@work, Novaxa ed infine Odontopack. La sessione pomeridiana del venerdì, presieduta dai colleghi Manuela Tromba e Claudio Graziani, è dedicata a quello che probabilmente potrebbe essere definito l’apparecchio funzionale per eccellenza: il Regolatore di Funzione secondo Rolf Frankel . Ospite e relatore di questo argomento è il Dott. Chris Koebel, docente in ortodonzia presso il centro Medico Universitario di Heidelberg ed inoltre amministratore delegato del Centro Studi Fraenkel nonché laboratorio autorizzato per la costruzione del regolatore di Funzione. 24
Anche in questa occasione, così come accaduto giovedì pomeriggio con la dott.ssa Bimler, ci siamo di fronte alla storia della ortodonzia,ancora una volta abbiamo fatto un salto nel passato ripercorrendo 45 anni di studi del Prof.Rolf Frankel che comincio ad occuparsi delle forze sfavorevoli che inibiscono il normale sviluppo dei mascellari.Al fine di allunnare questi fattori negativi,grazie alla sua genialità ideò il Regolatore di Funzione apparecchio che ancora oggi risulta efficace. Il Dott.Koebel nella sua esposizione ha sviscerato nel dettaglio tutto il protocollo terapeutico secondo Frankel, la brillante dissertazione, ha ripercorso 50 anni di esperienze iniziate con l’intuizione dell’ideatore,e continuate dai suoi discenti con le modifiche apportate. Sono stati illustrati tutti i vari tipi di Regolatore di Funzione con relative indicazioni cliniche,soffermandosi anche su tutti i passaggi di costruzione,e su aspetti che non possono essere trascurati relative alla precisione delle impronte e morso di costruzione. L’interesse dei partecipanti è stato notevole,infatti la lezione si è protratta oltre l’orario previsto,soltanto i tempi dettati dall’organizzazione che prevedevano un piacevole aperitivo a bordo piscina ha costretto i presidenti di seduta a congedare il relatore. Siamo convinti in Or-Tec che le buone abitudini vadano salvaguardate,e quindi come ormai avviene da quando è cominciata l’esperienza congressuale in Romagna,il venerdì pomeriggio tutti insieme per l’appuntamento Happy-Hour by OR-TEC dove rilassandosi tra un drink e una piadina,si potevano visionare i poster preparati da i soci, esposti a bordo piscina. La serata di venerdì si e conclusa nuovamente con una cena sulla spiaggia, dove rinfrescati da una piacevole brezza marina abbiamo gustato un menù di mare,accompagnato da vini scelti con cura dal collega Daniele Benatti esperto enologo. Nonostante le ore piccole delle notti riminesi,il sabato mattina la sala alle ore09,00 era già bella che piena,per la tanto attesa’ultima sessione dei lavori,quella relativa alla Riabilitazione Neuro occlusale R.N.O del Dott. Pedro Planas. Ai presidenti di seduta Il Dott.Davide di Gregorio e il collega Angelo Confaloni il piacere di aprire i lavori e presentare i due relatori:Dott.Carlos de Salvador Planas e la Dott.ssa Catalina Canalda,entrambi sono stati stretti collaboratori del Prof.Pedro Planas attualmente lavorano presso la clinica 25
Dentoclinic centro di formazione per la R.N.O. Per volontà della Dott.ssa Canalda senza il supporto del’interprete vista l’affinità tra italiano e spagnolo due relatori alternandosi nella mattinata hanno approfondito i principi fondamentali della R.N.O che sono state le basi sulle quale il Prof. Pedro Planas partendo dalla sua formazione di paradontologo ha sviluppato tutta la sua filosofia di Riabilitazione Neuro Occlusale. Per Planas la bocca è un organo che se atrofizzato va stimolato al fine di ottenerne una risposta in termini di sviluppo, i due relatori hanno quindi focalizzato l’attenzione su quelle che sono le leggi dello sviluppo secondo Planas, quella della minima Dimensione Verticale, l’Angolo Funzionale Masticatorio, inoltre si sono soffermati sui principi che determinano la progettazione e costruzione dei vari dispositivi. Anche questa sessione ha suscitato l’interesse dei presenti è nonostante una fisiologica stanchezza e la voglia di tornare a casa si è andato oltre l’orario previsto di fine lavori,soltanto dopo le ore 14,00 con una sala ancora si è arrivati al termine della lezione. Stanco ma felice il nostro Presidente Patrizio Evangelista ricordando ai presenti i prossimi appuntamenti Or-Tec ha ringraziato e salutato i presenti, concludendo di fatto il XX Convegno Or-Tec. Or –Tec che da oltre 40 anni si occupa di cultura e formazione dei Tecnici specializzati in Ortodonzia di laboratorio, ancora una volta ha saputo comprendere la voglia di conoscere, approfondire e in questo caso rivalutare interessanti filosofie funzionali, che possono portare lavoro alle nostre aziende. Questo aspetto non va sottovalutato, soprattutto in un contesto come quello attuale, dove il mercato e la commercializzazione di prodotti preformati da parte delle aziende tende a ridurre i margini di azione del laboratorio. Spetta ora ad ognuno di noi nelle nostre realtà,il compito di divulgare questi concetti tenendo ben presente però che tale percorso formativo non può avvenire senza il coinvolgimento dei clinici con i quali collaboriamo ogni giorno, a loro spetta infattiil compito di finalizzare l’approccio “FUNZIONALE” sul paziente. Ho scritto inizialmente che non era facile scrivere un’articolo su questo evento poiché essendo di parte il rischio di utilizzare toni e aggettivi trionfalistici era elevato,ma credetemi vi ho raccontato semplicemente quanto accaduto a Rimini: Un evento straordinario targato OR-TEC ... Massimo Cicatiello 26
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OR todonzia TEC nica o Or t e c o nv e g n tt i de l C " A m in i" Ri edetti n t ina B en e D ott .ssa Val n Roma della is ta i A cura profe s s ion Libero
Apparecchio di Bimler tecnica e clinica OR todonzia TEC nica Giovedì 13/06/13 Dott.ssa Anna Barbara Bimler Rhodes Quello che caratterizza l’apparecchio di Bimler è il fatto di non avere un sistema di ancoraggio. Come possiamo muovere i denti senza un sistema di ancoraggio? Le forze che utilizza questo dispositivo sono forze reciproche e contrapposte, in particolare: Forze distali – forze mesiali Forze anteriori – forze posterirori Forze sinistre – forze destre L’apparecchio nella sua totalità non è altro che un’ellisse ripiegata su se stessa, in cui l’unico ancoraggio è rappresentato dagli archi dorsali che sono anche il punto debole dell’apparecchio, cioè quello dove più frequentemente può fratturarsi. Il dispositivo funziona sia con la placca palatale che con la molla di Coffin. L’importante è che sia libero di muoversi nella bocca, in quanto è la forza muscolare del paziente stesso la forza terapeutica su cui si basa questo trattamento. Per questo non è possibile causare danni iatrogeni, come problemi parodontali o riassorbimenti radicolari con questo tipo di terapia, perché è lo stesso sistema nervoso e muscolare del paziente a controllarne gli effetti. Essendo il suo funzionamento basato sul feedback corporeo non esiste nesun tipo di rischio associato. Sicuramente viene utilizzato molto nelle terapia intercettive, quando possiamo ancora agire sullo sviluppo della malocclusione e non sulla malocclusione consolidata. Il momento migliore per cominciare la terapia è quando i primi molari sono arrivati in occlusione, quindi intorno ai 7 anni. Ovviamente, poiché è molto importante la collaborazione del paziente, è importante spiegare al soggetto che il suo ruolo nel trattamento è fondamentale ed essere quindi molto attenti anche alla motivazione. Possiamo utilizzare questo tipo di approccio tranquillamente anche nei pazienti adulti, non è una terapia utilizzabile solo in età infantile. E’ necessario che il Bimler venga indossato nelle ore notturne perchè anche in questa fase il soggetto incosciamente muoverà la mandibola ed attiverà in questo modo l’apparecchio. Quindi ottenere la collaborazione da parte del paziente è ovviamente più semplice rispetto a dispositivi funzionali che richiedono anche un certo numero di ore diurne. Per quanto riguarda il meccanismo d’azione, dobbiamo considerare che gli elementi dentali presentano una ricca innervazione, e che qualsiasi cosa noi introduciamo tra i denti porta queste terminazione nervose ad inviare segnali al sistema nervoso centrale. Questo a sua volta invierà imput alla muscolatura che eserciterà ovviamente una forza sui denti. E’ come una palestra della bocca e della mandibola. Proprio il fatto che l’apparecchio è soffice ed elastico permette al paziente di muovere continuamente la mandibola con dei movimenti simil-masticatori. Il dispositivo non deve attaccarsi o aderire da nessuna parte in bocca ma deve essere libero di potersi muovere. 29
Al contrario dell’ortodonzia fissa in cui siamo noi a decidere in quale direzione muovere i denti, con questo tipo di terapia è la muscolatura stessa del paziente a decidere in che direzione muovere i denti che alla fine del trattamento troveranno una posizione dettata da un equilibrio funzionale e muscolare, quindi sicuramente molto più stabile nel tempo rispetto ad altre metodiche. Il consiglio della relatrice è di realizzare un Bimler su noi stessi perché non c’è metodo migliore che sentire nella propria bocca direttamente la sensazione di elasticità di movimento, etc. Il Bimler può essere realizzato anche senza un morso di costruzione in cera perché si adatta facilmente con pochi semplici tocchi al livello delle anse ad “U”, ma se preferiamo soprattutto nei casi in cui vogliamo avanzare la mandibola possiamo prendere il morso in avanzamento. La mandibola non và mai avanzata più di 4 mm. Se abbiamo una II classe severa, andremo avanti con diversi step ma ognuno deve stimolare un avanzamento non più di 4 mm. La gestione di questo tipo di dispositivo è veramente molto semplice in quanto agendo sulle anse ad “u” del filo possiamo fare velocemente tutti gli adattamenti di cui abbiamo bisogno. Servono solo 2 pinze, una piatta ed una curva, e considerare sempre tutti gli spostamenti che vogliamo fare nelle 3 dimensioni dello spazio. Per classificare i vari tipi di Bimler prendiamo in considerazione gli incisivi e non i rapporti molari: Tipo 1: Incisivi protrusi Tipo 2: incisivi retrusi Tipo 3: Cross-bite incisivo Ad esempio con il tipo 1 che si utilizza molto di frequente possiamo risolvere la protrusione degli incisivi ed avanzare la mandibola. Quindi il funzionamento avviene attraverso due forze reciproche contrapposte, una forza che spinge indietro al livello superiore, ed una che spinge in avanti al livello inferiore. Parliamo ora della realizzazione dlell’apparecchio. La parte superiore è formata da 3 componenti fondamentali: 1 molla di Coffin 1 paio di molle frontali linguali agli incisivi superiori L’arco labiale 30
OR todonzia TEC nica La parte inferiore è anch’essa formata da 3 componenti fondamentali: 1 paio di archi dorsali 1 loop frontale linguale agli incisivi inferiori 1 splint/scudo labiale La parte superiore o inferiore dell’apparecchio vengono costruite separatamente, quindi o prendiamo un morso di costruzione in modo che lo stesso tecnico saprà poi posizionarle in un corretto rapporto tra loro, o possiamo facilmente noi, agendo sulle anse ad “U” con le solite 2 pinze modificare il rapporto componente superiore e componente inferiore. Un dispositivo di Bimler ideale deve essere: Elasticico Ortopedico Bimaxillare Dinamico Controllato dal paziente La parte più complessa da realizzare, quindi quella da cui cominceremo è la zona circostante gli incisivi inferiori, quindi la loop collegata allo splint labiale. Questo perché non deve essere né troppo vicina ai denti in modo da poterne impedire l’eruzione, né troppo lontana in modo da poter causare problemi al livello labiale. Modellata questa zona il resto risulta molto più semplice. Tutte le componenti dell’apparecchio, come le molle, gli archi, le loop etc., esistono anche preformate di varie misure, oppure si possono modellare manualmente. 31
Ortodonzia funzionale: OR todonzia l'approccio di Sander nel TEC nica trattamento per la correzione di classe I, II, III Venerdì 14/06/13 Christian Sander Le apparecchiature funzionali sviluppate dal Proff. Sander sono state create in seguito a numerosi studi, realizzati da lui stesso, riguardanti il sonno e gli atteggiamenti assunti durante queso. Il Professore era infatti un fisico oltre che medico, per cui ha fatto diverse registrazioni sui pazienti durante le ore notturne, e si è presto reso conto che in percentuale variabile la maggior parte dei pazienti passano gran parte di queste ore a bocca aperta e solo per un periodo di tempo molto breve portano a contatto le arcate. Questo a portato a sviluppare le zanche caratteristiche dell’apparecchio di Sander più utilizzato cioè il Bite Jumping o Sander di tipo 2. Questi elementi molto importanti permetteno una trasmissione delle forze applicate, dalla mandibola al mascellare superiore. Infatti il soggetto mentre indossa l’apparecchio tende con la mandibola a tornare indietro rispetto alla posizione in avanti dettata dalle zanche, questa azione dell’arcata inferiore che preme contro le zanche fa si che la forza si trasferisca al mascellare superiore, su cui viene applicata una spinta in direzione posteriore. Questo effetto sia ha ancora più accentuato quando il paziente porta a contatto le arcate, che è il momento in cui c’è la massima stimolazione di allungamento in avanti della mandibola. Parlando un po’ della costruzione dell’apparecchio è molto importante capire che agendo sulla inclinazione delle zanche rispetto al piano occlusale si può gestire la direzione di crescita del mascellare, più in antero o in postero rotazione. Quindi partendo da un caso di II classe scheletrica con distocclusione possiamo trovarci di fronte a 3 diverse situazioni: 1) Crescita orizzontale del mascellare superiore, associata a deep-bite. Incliniamo le zanche di 55° rispetto al piano occlusale. In qusto modo la forza sul mascellare superiore andrà ad essre applicata anteriormente al centro di resistenza, per cui sarà stimolata una crescita del mascellare in antero rotazione che porterà ad aprire il morso. 2) Crescita neutra del mascellare superiore. Inclineremo in questo caso le zanche di 60° rispetto al piano occlusale. In questo modo la forza verrà applicata al livello del centro di resistenza, per cui la cerscita del mascellare verrà semplicemente frenata e non si avranno rotazioni. 32
3) Crescita verticale del mascellare superiore, associata a open-bite. Inclineremo le zanche di 65° rispetto al piano occlusale in modo da stimolare una postero rotazione nella crescita del mascellare che porterà quindi a favorire la chiusura del morso. Parallelamente è molto importante nella realizzazione del dispositivo lucidare accuratamente il piano inclinato che si trova sulla placca inferiore, in modo da favorire uno scivolamento delle piste il più agevole possibile. Ovviamente per realizzare questo tipo di apparecchio abbiamo bisogno di un morso di costruzione. E’molto importante che questo venga preso con un avanzamento non superiore ai 5 mm, questo perché quando il paziente chiude completamente la bocca il piano inclinato spinge la mandibola ulteriormente in avanti, fino ad arrivare ad un avanzamento di quasi 7 mm. Per questo il morso deve registrare un avanzamento della mandibola mai superiore a 5 mm, e deve essere spesso circa 3 mm. Un’altra cosa molto importante nella realizzazione del Sander 2 è osservare la posizione degli incisivi. Infatti questo tipo di dispositivo come tutti i dispositivi funzionali porta nel corso dei mesi di trattamento ad una retrusione degli incisivi superiori, perciò dobbiamo di conseguenza adottare degli accorgimenti nella realizzazione dell’apparecchio. Anche in questo caso ci troviamo di fronte a 3 situazioni cliniche: 1) Incisivi protrusi ( molto frequenti nelle II classi scheletriche ). 1-NA > 26°. In questo caso è favorevole alla terapia l’effetto di retrusione degli incisivi superiori, per cui non aggiungiamo nessun elemento al livello della placca superiore.. 2) Incisivi normoposizionati . 1-NA tra 18° e 26°. In questo caso aggiungeremo alla componente superiore delle molle di torque ed un piano occlusale anteriore per evitare la retrusione degli incisivi superiori. 3) Incisivi retrusi. 1-NA
Regolatore di Funzione di Frankel, costruzione in OR todonzia TEC nica laboratorio e management clinico Venerdì 14/06/13 Dott. Chris Koebel, Dott.ssa Christine Fränkel E’ d’obbligo prima di tutto sottolineare l’importanza storica dei dispositivi di Fränkel, poiché i concetti introdotti da questo tipo di terapia non esistevano in nessuna tecnica preesistente. Quando il Prof. Fränkel cominciò ad elaborare i concetti relativi al regolatore funzionale non esisteva niente del genere. La grande idea che lui ebbe fù quella di capire che nell’organismo ci sono già tutte le forze necessarie affinchè si possa avere un corretto sviluppo facciale, e che le dismorfosi sono proprio causate da un disequilibrio di queste forze. Il professore teneva molto al fatto che tutti i medici ed i tecnici conoscessero a fondo i principi fondamentali su cui si basa il regolatore funzionale. Per parlare di questi dispositivi non si può prescindere dall’affrontare i concetti base della crescita facciale. Le ossa si accrescono solo in minima parte autonomamente, cioè per delle determinanti genetiche. La crescita più importante avviene sotto gli stimoli derivanti dalla matrice funzionale, quindi dal sistema muscolare che racchiude l’intero osso. Nel caso dei mascellari quindi non possiamo pensare di modificare forma e dimensione di queste ossa, o di stimolarne la crescita senza considerare e agire sulla muscolatura facciale, periorale e linguale. Già Angle nel 1907 parla di questi concetti. Le ossa mascellari, come le altre, si spostano attraverso il rimodellamento, che è fortemente influenzato da fattori locali esterni. Tra l’altro il principio di crescita legato alle dinamiche muscolari circostanti è un concetto presente da sempre in ortopedia. Di conseguenza la mancata crescita delle arcate è dovuta ad un mancato rimodellamento, ed il rimodellamento è a sua volta gestito dalla componente muscolare. Il meccanismo d’azione del regolatore funzionale di Fränkel si basa proprio su questi concetti, realizzando un vero e proprio training di tutti i muscoli oro facciali. E’ una palestra all’interno della bocca. Nel corso degli anni sono state apportate delle modifiche a questi dispositivi, fino ad arrivare ad oggi ad avere 3 tipi di dispositivi: FR1, FR2 ed FR3. Sia l’FR1 che l’FR2 sono costituiti da: 2 Schermi buccali 2 Lip Bmper inferiori 1 Scudo linguale 34
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