Ortodonzia Tecnica Organo Ufficiale Ortec Associazione Tecnici Ortodontisti Italiani www.ortec.it E-mail - iDENTItalia group

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ISSN 2282- 2763
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AnnoXXI-Numer   o2/2013

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                                                                                                                                             TEC nica

EDITORIALE
“Passione v/s burocrazia”...........................................................................................................pag 3

ARTICOLI
Costruzione dell’attivatore elastico di Bimler tipo A......................................................................pag 5

Apnea del sonno e russamento: la terapia con il dispositivo orale “sweet dream”....................pag 15

ORTEC INFORMA
“Tutti a Roma”........................................................................................................................................pag 12

Corso base Roma..................................................................................................................................pag 20

Convegno Rimini.................................................................................................................................pag 22

Atti Convegno Rimini..........................................................................................................................pag 29

S.d.t.......................................................................................................................................................... pag 39

Congresso Siob..................................................................................................................................... .pag 40

Save The Date 2013/2014................................................................................................................. pag 42

                                                                                  2
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Editoriale                                                                               OR todonzia
                                                                                         TEC nica

                                                  roc raz ia"
                                        e v / s bu
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                                "Passio

                  Patrizio Evangelista
Stiamo vivendo un momento eccezionale nella storia del nostro paese e senza ombra di dubbio
dell'intero pianeta. Probabilmente il sistema di sviluppo economico delle società avanzate si era
spinto troppo oltre la solida equazione che regola produzione, vendita e dovuti ricavi. In questo
surplus, si è inserita prepotentemente la finanza con la conseguenza di "dopare" le logiche dinamiche
di un armonico sviluppo socio economico. Gli effetti si tramutano in un crollo della liquidita generale
causa eccesivo indebitamento e della domanda rispetto ai beni e/o servizi prodotti, in una sola parola,
crisi!
L'Italia, nella fattispecie, paga un prezzo maggiore essendo stata per troppi decenni amministrata da
una classe politica che voglio evitare di commentare.
Le aziende odontotecniche ed in particolar modo quelle ad indirizzo ortodontico che
orgogliosamente rappresento , sono a mio modo di vedere uno dei tanti “piccoli miracoli” Italiani.
Noi siamo quelli capaci di lavorare intensamente, investire in formazione e sviluppo tecnologico, ed
in qualche modo riusciamo a mantenere in una dignitosa linea di galleggiamento i nostri fatturati,
ed in qualche caso anche a farli crescere. Siamo capaci di distribuire lavoro diretto e indiretto, non
ultimo stiamo recependo con sempre maggiore sollecitudine gli stimoli provenienti dalle nuove
opportunità che il mercato presenta(vedi per es. i contratti di rete, r.t.c., consorzi tra aziende diverse,
ecc).
Questo editoriale vuole essere un forte richiamo con l’auspicio che arrivi a chi di dovere per chiedere
con forza strumenti e diritti fondamentali per la sopravvivenza e lo sviluppo futuro delle nostre
imprese che ricordo, rappresentano il 95% del P.I.L. Italiano.
In primis il riconoscimento delle nostre professionalità con un inquadramento che riconosca la nostra
figura come elemento fondamentale della filiera dentale.
Abbattimento della pressione fiscale e contributiva, per rendere il costo del lavoro meno pressante e
permetta una maggiore competitività aziendale oltre ad una redistribuzione con maggiore equità
reddituale per i nostri collaboratori. Snellimento delle procedure burocratiche per la messa in
commercio e la produzione dei nostri dispositivi ad uso individuale, e la gestione delle nostre aziende.
Misura questa che deve offrire un reale respiro economico per le nostre imprese, che risulterebbe
per altro a costo zero per le casse dello stato. Non vado oltre e mi scuso fin d'ora con quanti
penseranno che il contenuto di questo editoriale sia socio-politico e non culturale, ma bene o male
sono la voce di centosettanta aziende odontotecniche che si occupano di ortodonzia e credo che
queste abbiano diritto a risposte che la politica deve a chi produce reddito, ricchezza e mantiene
elevata l’eccellenza tecnica da oltre quarant’anni per permettere al clinico una precisa qualità delle
terapie ortodontiche.
Con (meno burocrazia), la nostra passione ed entusiasmo ce la faremo!

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Costruzione dell’attivatore elastico
 di Bimler tipo A                                                                                           OR todonzia
                                                                                                            TEC nica
                                                                     Il tipo A serve a correggere le mal occlusioni di classe
                                                                     ll div. 1.

                                                                     Il tipo B serve a correggere le mal occlusioni di classe
                                                                     ll div.2
                       Vincenzo Giardina
                      Odontotecnico                                  Il tipo C serve a correggere le mal occlusioni di classe lll.

                                                                     COSTRUZIONE BIMLER TIPO A
L’attivatore di Bimler nasce in Germania nel 1944 come
apparecchio di nuova concezione rispetto alle tecniche usate         SEZIONI DI STRUMENTI PER A O F ( SCUDO,
in precedenza quando la correzione ortodontica veniva                CRAVATTA, ARCHI DORSALI, MOLLA DI COFFIN,
fissata direttamente sui denti. Lavora in modo funzionale            ACCESSORI FRONTALI) questi i preformati che Bimler
fruttando i movimenti della mandibola trasformandoli in              mette a disposizione Fig.2
forza ortodontica questa la differenza rispetto ad altri
attivatori nati precedentemente che bloccavano in modo
rigido la mandibola quali il monoblocco di Robin, l’attivatore
di Andresen e le placche di schwarz che successivamente
furono influenzate anch’esse dalla nuova concezione del
Bimler che aveva come finalità al suo progetto quella di
mettere a punto le varie tecniche funzionali usate in
precedenza e creare una sintesi al fine di utilizzarne le
                                                                     Fig.2
proprietà e fruttarle al massimo.

Nel correttore Bimler i fili (arco vestibolare, molle, molla
retroincisale, la molla di coffin , archi dorsali e cravatta)          A Differenza di altri attivatori funzionali per la costruzione
vengono uniti da acrilico.(fig.1) Questa la novità lasciare          dell’ apparecchio di Bimler non necessita un morso di
ampia libertà di movimento alla lingua. Una novità                   costruzione in quanto le varie modifiche vengono effettuate
interessante era la costruzione dell’arco con la sua forma a         tramite un articolatore appropriato che porta il suddetto
“U” che consente un attivazione verticale ed orizzontale             nome le sue caratteristiche permettono alcuni movimenti
senza modificare la forma anche l’occhiello raddoppiato              essenziali tramite le viti laterali quali l’avanzamento
infatti serve alla stabilità dello stesso durante i movimenti        mandibolare ed il rialzo occlusale. fig.3
della lateralità mandibolare.

                                                                     Fig.3
Fig.1

Esistono tre tipi di attivatori Bimler e sono tipo A,B, C. con Si procede quindi con l’analisi dei modelli per un attenta
relative varianti.                                             valutazione del caso mettendo in articolatore fig.4

                                                                 5
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Il tocco leggero delle curve laterali sulla mucosa stimola la
                                                                  sua separazione facilitando l’espansione esiste un tratto
                                                                  chiamato TRASVERSALE che passa tra il canino ed il
                                                                  primo premolare ovviamente nei casi dove questi sono
                                                                  presenti. Il trasversale deve misurare 11mm e mai minore a
                                                                  10mm e non deve toccare nessun dente. L’arco vestibolare
                                                                  finisce con delle ritenzioni che devono essere sempre
                                                                  superiori agli accessori frontali. Fig.8

Fig.4

Lo strumentario adatto alla lavorazione dei fili viene
effettuata tramite le pinze ortodontiche di vari autori e in
particolare di Bimler fig.5

                                                                  Fig.8

                                                                  Si procede dunque con la costruzione delle molle frontali
                                                                  che vengono costruite con un filo in acciaio 0,8 con due
Fig.5                                                             gomiti, A e B, costruiti in piani diversi, la curva C che misura
                                                                  approssimativamente 2-3 mm è posizionata tra due fili in
                                                                  metallo che la formano.
Si procede quindi con la costruzione dell’arco vestibolare
che deve essere in filo di acciaio 0,9 . Con l’aiuto della
                                                                  Il gomito A può essere aperto o chiuso e si ottiene
torretta si crea una forma ad arco con il filo sul piano
                                                                  modificando la posizione della porzione anteriore dell’ansa.
orizzontale Fig.6
                                                                  Il gomito B può essere aperto o chiuso a seconda della
                                                                  convenienza è fondamentale quando necessita stimolare gli
                                                                  incisivi superiori in direzione vestibolare ed ottenere spazio
                                                                  sui canini. Le curve non devono mai sovrapporsi o toccarsi
                                                                  in quanto interferirebbero l’una con l’altra e diminuirebbero
                                                                  l’azione dell’accessorio o griglia andando a danneggiare la
                                                                  papilla incisiva. Se queste molle sono vicine o a contatto con
                                                                  i denti la loro distanza corretta tra le curve deve essere
                                                                  determinata dal profilo del colletto dei centrali superiori
                                                                  lasciando libera la papilla incisiva. Particolare attenzione poi
Fig.6
                                                                  va posta alla ritenzione di queste molle che deve essere
                                                                  accentuata a causa dell’elevata possibilità di attivazione.
Prima di arrivare distalmente al secondo premolare viene
                                                                  La cera deve essere distribuita omogenea durante il fissaggio
eseguita una curva detta curva laterale che segue il piano
                                                                  riempendo le anse tra le curve si ricorda di confrontare poi
occlusale i due fili devono distanziarsi l’uno dal’altro di
                                                                  con il montaggio inferiore al fine di evitare interferenze con
3mm fig.7
                                                                  le parti inferiori ed i denti inferiori. fig.9

Fig.7                                                             Fig.9

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Si procede con la costruzione della molla di coffin che prende         Una particolare attenzione va posta poi al Splint poiché è da
il nome dall’inventore realizzata con filo in acciaio 0,9 ed è       questo che si determina l’inclinazione degli incisivi.
fondamentale poiché unisce i due lati superiori
dell’apparecchio. La Coffin è costituita da una grande ansa       Si procede con la posizione dello scudo che è in acciaio non
A, che non deve toccare il palato e da due anse piccole B e B,  deve essere in acrilico e deve avere sempre dimensione
che non devono essere unite dall’acrilico.                      uguale o maggiore allo spazio occupato dagli incisivi
                                                                inferiori. Se lo scudo risultasse piccolo si apre la piega che
La sua funzione è quella di accompagnare le espansioni del forma la fessura per la cravatta per estenderlo fino ad una
palato e permette più elasticità all’apparecchio conviene posizione più distale.deve essere posizionato sempre
infatti ricordare che se si usasse una vite questo risulterebbe orizzontalmente e tranne per alcuni casi il più in basso
più rigido e la mucosa palatale avrebbe un contatto minore possibile. Fig.12
con la lingua. Il limite delle sue dimensioni è stabilito
dall’anatomia del singolo individuo, in base alle dimensioni
dei premolari o dei molari decidui ed alla morfologia del
palato. Si colloca in posizione più o meno profonda ed
anteriore. fig.10

                                                                     Fig. 12

                                                                     Andiamo quindi ad analizzare la costruzione sella cravatta
                                                                     questa viene costruita con filo in acciaio 0,7 in alcuni casi
                                                                     eccezionali 0,6.

Fig.10                                                       La posizione e da distale a distale dei colletti degli incisivi
                                                             laterali inferiori dove si andrà a formare la prima curva A e
Durante l’attivazione nessuno dei bracci deve essere A , poi B e B ed in fine la curva C e C che saranno ad angolo
maggiore all’altro, poiché altererebbe il cambio di postura retto tranne nei casi di affollamento, più aperte ad angolo
terapeutico ed interferirebbe negativamente nel ottuso. Interferenze nel cambio di posture :Le curve A e A
funzionamento dell’apparecchio.                              devono toccare sempre distalmente agli incisivi laterali e
                                                             mai i canini.
Le ritenzioni misurano circa 1cm mentre il fissaggio avviene Le curve B e B non devono sovrapporsi perché perderebbe
collocando una lamina di cera in modo da fissare la coffin la sua azione e né stare troppo separate perché la lingua si
senza toccare il palato ovviamente la cera sarà più o meno interporrebbe pregiudicando il processo di rieducazione o
spessa a seconda della morfologia del palato.                se semplicemente troppo vicine in certi casi potrebbe
                                                             pizzicare la lingua.
Le anse B e B rendono possibile l’angolo necessario per Le curve C e C non devono appoggiarsi neanche
entrare nell’acrilico e non devono essere minori di 2mm, in lievemente sui denti contigui e antagonisti. Fig.13
quanto potrebbero prodursi delle fratture. fig. 11

Fig.11                                                               Fig.13

                                                                 7
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Costruzione arco dorsale e mandibolare

Gli archi dorsali Vengono costruiti in filo 0,9.
Il filo scende dalla placca superiore e tramite la curva
posteriore in prossimità della zona distale dell’ultimo dente
fino ai colletti fino alla regione mesiale del canino dietro la
cravatta dove viene eseguita una curva detta curva minore

piega formando un’altra curva detta curva maggiore Fig16
che passa sul piano sagittale salendo sul piano occlusale si

passando sul piano orizzontale a quello della curva
precedente e seguendo il piano orizzontale si piega il filo in
forma di ellissi in direzione dello scudo precedentemente
fissato.

Precauzione dell’arco dorsale:

L'altezza della curva dorsale varia in ogni caso .
Quando e molto alta, in generale l’arco dorsale , i denti e la
mucosa palatale formano il triangolo morto che può creare               Fig. 17
grossi problemi alla lingua.
Nei casi dove si intravede l’eruzione del 7° la curva                   Fissati tutti i componenti per la realizzazione del Bimler
posteriore conviene posizionarla più mesiale in quando                  siamo pronti per l’acrilizzazione e procediamo quindi con la
durante l’eruzione dei denti si può creare gonfiore dei tessuti         zeppatura l’ideale è l’applicazione di polvere e liquido
o interferenze con il dente che uscirà.                                 direttamente sul pezzo per quanto riguarda lo scudo e poi
                                                                        successivamente sulle atre parti. Durante la zeppatura nel
Le ritenzioni dei pezzi dell’apparecchio sono curve sinuose             modello superiore la parte posteriore si lascia privo di
realizzate con pinze per l’acciaio, prima di terminare la               acrilico dalla parte degli archi dorsali. Fig.18 fig.19
fissazione degli archi dorsali nelle alette, un tratto dopo le
curve posteriori si ricopre con acrilico lo scudo. fig.14

                                                                        Fig 18

Fig.14

Porre particolare attenzione esaminando le posizioni e le
relazioni tra archi dorsali, cravatta e scudo rispetto ai modelli
in cambio postura terapeutico prima e dopo della cera che
verrà distribuita in modo omogeneo. fig.15 fig.16 fig. 17

                                                                        Fig. 19

                                                                        Si procede poi alla rifinitura delle due parti ponendo
                                                                        attenzione allo spessore della resina e facendo cura a non
                                                                        toccare i fili. Fig.20 Pag. 21

Fig15

                                                                    8
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Fig. 25
Fig. 20

                                                             Fatto ciò i due elementi devono essere assemblati , prima
                                                             vendono fissati con della cera fig.26 Fig.27

Fig.21

E si effettua una prima lucidatura tramite gommini e
                                                            Fig.26
successivamente con l’ausilio della pulitrice fig.22 fig.23
fig.24 Fig.25

                                                             Fig.27
Fig.22

                                                             Si creano degli alloggi per le ritenzioni degli archi dorsali.
                                                             Fig. 28

Fig.23

                                                             Fig.28

                                                             E il tutto viene bloccato con della resina

Fig.24

                                                         9
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Bibliografia

                                                     Bimler, H. P. (1960). A facial pattern formula. Transactions of the
                                                     European Orthodontic Society , 224-232.
                                                     Bimler, H. P. (1966). The Bimler appliance: Construction and
                                                     Adjustment. Creat Falls - Montana: V.A.Nord.

Fig. 29

Rifinito ulteriormente e lucidato fig. 30 fig. 31

Fig. 30

Fig. 31

Bimler finito fig.32 Fig.33

Fig. 32

Fig. 33

                                                    10
Tutt
                                                         i                   a Ro
                                                                                 ma!
                                           XLV Congresso Nazionale
                                           Tecnici Ortodontisti Italiani
                                          R om a 8 /9 N ov em bre 2 013
                                                                                 ome C       avalieri
                                                                         Hotel R

Titolo: “L’evoluzione del laboratorio ortodontico: mettiamo in rete professionalità e imprenditorialità
Relatori: Odt. Daniele Benatti, Prof. Paolo Di Marco

                                       Daniele Benatti                             Paolo Di Marco

Titolo: " Tecnico di posturometria:una nuova figura in odontoiatria e non solo."
Relatore: Enzo Ciocci

                                                                         Enzo Ciocci

Titolo: “La terapia intercettiva secondo riprogrammazione motoria”
Relatore: Stefano Corti

                          Stefano Corti

Titolo: “Web e la tecnica ortodontica: nuove possibilità per la comunicazione scientifica”
Relatore: Fabio Fantozzi

                                                                            Fabio Fantozzi

                                                        12
Titolo: “Approccio ortodontico alla Sindrome delle Apnee Ostruttive nel Sonno (OSAS) in età pediatrica con un
dispositivo innovativo”
Relatori: Angela Galeotti, Ambra Michelotti, Paola Festa, Giuseppe di Biase, Stefano Fiorelli

                                            Paola Festa
                                                                                            Stefano Fiorelli

                   Ambra Michelotti                                     Giuseppe Di Biase

Titolo: “Protocollo 3D nella programazzione tecnico clinica delle osteotomie”
Relatori: Tiziano Gallo, Dott.ssa Federica Sartorato

                                        Federica Sartorato                                  Tiziano Gallo

Titolo: “Il Biotemplate: indicazioni, applicazione e sua costruzione”
Relatori: Odt. Daniele Incardona e Dott. Sergio Sambataro

                                                                                             Daniele Incardona

Titolo: “Ruolo della terapia funzionale nella microsomia emifacciale”
Relatori: Prof. Alberto Di Blasio, Odt. Marco Melegari

                                                                                                    Marco Melegari
                                                Alberto Di Blasio

Titolo: “Antropometria, Ortognatodonzia, Ortodontotecnica: presentazione degli strumenti antropometrici e loro
utilizzo”
Relatore: Nerio Pantaleoni

                                                 Nerio Pantaleoni

                                                           13
Titolo: “Vantaggi e svantaggi nelle contenzioni fisse e rimovibili. Esperienza ventennale nei dispositivi su impianto
palatale”
Relatore: Guido Pedroli

                                                                                        Guido Pedroli

Titolo: “Un metodo originale per la RIPROGRAMMAZIONE MOTORIA dei pazienti disfunzionali: dal by-te Reali
alla successiva finalizzazione.
Relatore: Mauro Reali

                                                          Mauro Reali

Titolo: “Importanza degli splint in chirurgia ortognatica. Tecnica di costruzione”
Relatore: Giovanni Taglialatela

                                                                   Giovanni Taglialatela

  Per iscrizioni rivolgersi alla segreteria OR-TEC inviando un fax al numero 075 50.55.033 o una mail ad ortec@ortec.it.
  La segreteria é attiva tutti i giorni lavorativi dalle 15,00 alle 18,00 allo 075 50.55.073.

                                                              14
Apnea del sonno e russamento:
la terapia con il dispositivo orale                                                                     OR todonzia
                                                                                                        TEC nica
“sweet dream”

                      Dr. Sergio Terranova
                      Medico- Chirurgo
                      specialista in Ortognatodonzia
                      Roma

La sindrome delle apnee notturne , nota come OSAS                  fattori di rischio che, soprattutto se sommati all’eccesso di
(dall’inglese Obstructive Sleep Apnea Syndrome), è una             peso, possono rendere difficoltoso il transito dell’aria nel
patologia emergente che secondo recenti stime colpisce il          faringe, con la caratteristica vibrazione sonora del
4% della popolazione maschile ed il 2% di quella femminile,        russamento. Altre frequenti cause di disturbi respiratori
soprattutto dopo la menopausa. Dal punto di vista                  possono essere le malocclusioni dentali, che spesso
epidemiologico il russamento risulta essere molto diffuso,          colpiscono i bambini in età scolare.
riguardando il 60% della popolazione maschile tra i 41 ed i
65 anni ed il 40 % della popolazione femminile.                    Oltre a disturbare la qualità del sonno, con conseguente
                                                                   sonnolenza diurna, difficoltà nella concentrazione,
Si tratta di una malattia complessa, sostenuta da molti fattori    irascibilità e mal di testa al risveglio, le apnee notturne
di rischio, che si manifesta tipicamente con una serie di          possono essere causa di temibili patologie cardiovascolari
disturbi respiratori durante il sonno che vanno dal forte          come ipertensione arteriosa, infarto o aritmie.
russamento (roncopatia) al rallentamento del ritmo
respiratorio (ipopnea), fino ad arrivare alla vera e propria       Cosa fare in caso di sospetto di disturbi respiratori del sonno,
apnea e cioè all’arresto totale dell’attività respiratoria         che vengono spesso riferiti dal partner notturno o dai
protratto per almeno 10 secondi, con temibili conseguenze          familiari? Come prima cosa, ci si deve rivolgere al proprio
sull’ossigenazione corporea, fortunatamente interrotto da          medico di base, che probabilmente, dopo una valutazione
un brusco risveglio, con sensazione di fame d’aria o               dei sintomi e dei fattori di rischio, invierà il paziente ad un
soffocamento, che ripristina la normale attività respiratoria,      centro per l’esecuzione di un esame diagnostico
ma che altera la qualità del riposo notturno. Quali sono i         fondamentale: la polisonnografia (FIG.1).
meccanismi ed i fattori di rischio che possono portare
all’OSAS? Primo tra tutti l’eccesso di peso: quasi il 70% dei
pazienti è in sovrappeso se non francamente obeso e
l’accumulo di grasso su collo, torace e addome esercitano un
effetto costrittivo sulle vie aeree che possono portare ad una
vera e propria ostruzione durante il sonno profondo, durante
il quale vi è già, normalmente, una fisiologica depressione
del respiro. Altro fattore predisponente è una cattiva

                                                                   Fig.1 : Polisonnografia
respirazione nasale: l’ipertrofia dei turbinati (che si presenta
spesso nei pazienti allergici), la deviazione del setto nasale,
tonsille o adenoidi grosse possono costituire anch’esse un
ostacolo al passaggio dell’aria in posizione supina, durante       Si tratta di una registrazione del sonno, non invasiva, di facile
il sonno. Anche l’ugola lunga o il palato molle lasso sono         esecuzione, che prevede il montaggio di una serie di sensori

                                                               15
(cannule nasali, elettrodi per elettrocardiogramma, fasce elastici ausiliari di II classe.
elastiche da applicare intorno a torace e addome) che
valutano, durante il riposo notturno la presenza, il numero
e la gravità di eventuali disturbi respiratori durante il sonno.
La polisonnografia consente di formulare una diagnosi
definitiva di OSAS e di stadiarne la gravità, per poter poi
decidere se e come correggere il disturbo. E’ quindi un
esame molto importante, che può essere effettuato anche a
casa del paziente, nel suo letto, riproducendo così l’ambiente
naturale del sonno, a differenza di quanto accade se l’esame

l’assistenza infermieristica garantisce una buona qualità Fig. 3: Dispositivo orale “sweet dream”
viene condotto in ospedale anche se, in quest’ultimo caso,

tecnica della registrazione.

Nei casi piu’ gravi ai pazienti con apnea notturna viene
applicato, durante il sonno, un ventilatore meccanico -la
CPAP- (FIG.2) che, attraverso una maschera di gomma
applicata sul naso o su naso-bocca ed un tubo leggero e
flessibile, spinge a pressione l’aria normalmente respirata dal
paziente, consentendo così di vincere le resistenze al
passaggio dell’aria e impedendo l’ostruzione delle vie aeree,
                                                                  Fig. 4: Particolare del dispositivo orale
che è alla base dell’apnea.

                                                                  Lo spostamento leggermente in avanti della mandibola causa
                                                                  un riposizionamento della lingua ed uno stiramento dei
                                                                  tessuti molli e dei muscoli delle prime vie aeree,
                                                                  impedendone così l’ostruzione o la vibrazione durante il
                                                                  sonno. Per la maggior parte dei pazienti l’apparecchio orale
                                                                  rappresenta una soluzione gradita per il trattamento
                                                                  dell’apnea del sonno di grado da lieve a moderato, soluzione
Fig.2: C pap                                                      peraltro considerata dalle linee guida terapeutiche
                                                                  internazionali anche per i casi di Osas severe non collaboranti
                                                                  con la Cpap.
La CPAP, solitamente ben tollerata dopo una scrupolosa fase
di adattamento individuale, viene prescritta al paziente dal      Per costruire il dispositivo, oltre a delle impronte, è
medico specialista e fornita dalle strutture del Servizio         necessario prendere una registrazione del morso di
Sanitario Nazionale a costo zero, nei casi di apnea grave e a     costruzione considerando un 50-70% della protrusiva
rischio. Il trattamento dura diversi mesi, in attesa della        massima. A tal fine noi utilizziamo il George Gauge per la
risoluzione del problema di base: perdita di peso con diete       registrazione (fig.5) in modo da trasferire in laboratorio la
o interventi di chirurgia addominale, correzione di difetti       forchetta con i dati della posizione mandibolare.
nasali o faringei con interventi di chirurgia
otorinolaringoiatrica, risoluzione dei problemi dentali o
maxillo-facciali.

A questo proposito, negli ultimi anni si fa sempre più spesso
ricorso ad apparecchiature dentali per la correzione delle
apnee notturne, molto più gradite e confortevoli per i
pazienti, rispetto alla ventilazione meccanica con la CPAP.
Il dispositivo intraorale “Sweet Dream” è costituito da due
placche termostampate, una superiore ed una inferiore, che
si articolano tra loro con dei piani inclinati occlusali tipo Fig.5 George Gauge
twin block per l’avanzamento della mandibola (FIG.3 e 4)
e sulle quali possono essere applicati anche dei bottoni per

                                                              16
E’ risultato opportuno su alcuni pazienti avanzare
gradualmente la protrusiva mediante l’inserimento di una
vite nel blocco superiore (fig.6), anche se alcune volte è
necessario attendere qualche giorno per riscontrare i
benefici di questi apparecchi sul russamento, fino a quando
i tessuti molli non si adattano e distendono nella nuova
disposizione mandibolare.

                                                                caso B: Pz. con Osas severa ed indice di apnea di
                                                                60,7, non collaborante alla Cpap.
                                                                Al controllo polisonnografico l’indice era di 45.

 Fig.6- Particolare del dispositivo orale per l’attiva-
zione

I vantaggi di questo dispositivo sono essenzialmente la
semplicità di utilizzo in quanto costituito da due placche
indipendenti che vengono indossate singolarmente senza          caso C: Pz. con osas lieve, AHI di 7.1 ed indice di
alcun connettore, la maggiore libertà di movimenti ed il        russamento (SI) di 15,2. Al primo controllo
                                                                polisonnografico gli indici si sono ridotti AHI 4.2 e SI
                                                                0.4
ridotto ingombro laterale ed anteriore.

L’ingombro laterale assente è essenziale per questi pazienti
che in genere sono abituati per terapia posizionale ad un
decubito laterale durante il sonno e che altrimenti
potrebbero subire lesioni a stampo sulle mucose interne.

Il protocollo da noi utilizzato è quello di effettuare un
controllo con una polisonnografia domiciliare dopo un mese
e dopo 3 mesi dal montaggio dell’apparecchio orale. I
risultati attualmente a nostra disposizione ci consentono di
affermare un buon successo della terapia con questi
dispositivi anche per quei casi gravi cherifiutano la Cpap e
che comunque vedono ridotto o dimezzato il loro indice di
apnea/ipopnea (AHI). (caso A, B e C)

caso A: Pz. con Osas severa ed indice di Apnea
(AHI) di 43,4 non collaborante alla Cpap.
Dopo 3 mesi con dispositivo alla PSG di controllo
l’indice di apnea è di 11,9.

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OR todonzia
                                 TEC nica

           e por t ’
         ‘R                   as s at o’
                      c de l p
          nt i Or t e
‘Gli e ve
Percorso formativo OR-TEC:
                                                                                                       OR todonzia
le apparecchiature funzionali                                                                          TEC nica
Roma 1/2 Marzo 2013

                                                   Siamo giunti al quarto appuntamento del Percorso Formativo in Tecnica
                                                   di Laboratorio, progetto partito nel 2011 nell’ambito di due corsi
                                                   riguardanti le apparecchiature mobili svoltisi a Bologna e a Salerno
                                                   mentre nel 2012 la seconda edizione si è tenuta a Roma ed ha avuto come
                                                   argomento centrale le apparecchiature fisse. Cosi come accaduto nelle
                                                   precedenti occasioni, l’attuale corso ha avuto un riscontro favorevole con
                                                   25 partecipanti a conferma che, la formazione dei giovani è sempre il
                                                   principale obiettivo di questo progetto Or-Tec .

Altro aspetto interessante emerso dall’analisi delle presenze è la voglia dei colleghi che potremmo definire “navigati” di
confrontarsi con esperienze altrui nell’ambito di un costruttivo spirito associativo riassumibile in “FORMAZIONE e
CONFRONTO CULTURALE”.

Il progetto varato nel 2011 è stato modulato per avvicinare l’Or-Tec al mondo della scuola a tal proposito i primi 3 incontri
si sono tenuti rispettivamente presso l’Istituto TRANI di Salerno e l’istituto E. De Amicis di Roma,i n questo modo si è
data la possibilità agli studenti di avere un approccio con il mondo dell’ORTODONZIA e conoscere le dinamiche del
associazionismo relativo alla nostra professione.

Quest’anno a Roma siamo stati ospiti, ancora una volta dello storico istituto Superiore Edmondo de Amicis e i temi trattati
sono stati:

 Le Apparecchiature Funzionali

 Monoblocco di Andresen

 Bionator di Balters

 Twin Block di ClarK

Docente del corso il Socio Massimo Cicatiello affiancato dai due tutor, i soci, Roberto Giammarini e Vincenzo Liotta, ospite
di eccezione la Prof.ssa Paola Cozza che ha tenuto una LECTIO MAGISTRALE molto apprezzata dai partecipanti.

Il corso era suddiviso in una parte teorica tenutasi il venerdi mattina, alla quale hanno potuto partecipare anche gli studenti
                                         del V anno dell’Istituto,nel corso della sessione mattutina il relatore ha sviscerato
                                         tutti gli aspetti riguardanti i tre dispositivi,fornendo i concetti fondamentali per una
                                         corretta costruzione degli stessi.

                                         Dopo l a pausa pranzo si è passati alla parte pratica, accessibile in forma gratuita
                                         anche ad alcuni studenti. In una simpatica atmosfera “scolastica”ogni partecipante
                                         ha potuto realizzare uno o più dispositivi,sotto la supervisione del docente e i tutor.
                                         Con l’occasione va ringraziata la ditta DENTAURUM che da sempre ci è vicino in
                                         questo progetto, con la fornitura dei materiali.

                                                              20
Il sabato ci ha visti impegnati nell’ascolto della relazione della prof.ssa Cozza riguardante la Terapia Funzionale seguita da
un dibattito circa i dettagli relativi alla costruzione tecnica dell’apparecchio realizzato il giorno precedente.

Visto il successo del corso e l’invito a continuare per questa strada da parte dei partecipanti e di coloro che ci hanno ospitato,
continueremo in questa direzione cercando di farei del nostro meglio con tanto entusiasmo e volontà.

ALLA PROSSIMA!!!!!!!

                                                                                                           Massimo Cicatiello

                                                               21
XX Congresso OR-TEC                                                                                 OR todonzia
Rimini 13/15 giugno 2013                                                                            TEC nica

Bene!!!! Ancora una volta,cosi come accade da cinque anni in Romagna è andato in scena il convegno Or-Tec che ha
regalato ai partecipanti tre giorni di cultura e relax.

Calato il sipario siamo qui a raccontarvi quanto è accaduto per poter rivivere le immagini di un evento che probabilmente
rimarrà a lungo nei nostri ricordi. Tutto questo è stato possibile grazie alla stesura di un programma che prevedeva la
presenza di relatori di livello internazionale che hanno permesso di fare il punto sullo STATO dell’Arte della
ORTODONZIA FUNZIONALE.

Risulta evidente che scrivere la recensione di una manifestazione che ti ha visto impegnato per l’organizzazione non è facile,
essendo di parte c’è il rischio di
esprimere soltanto giudizi positivi ma
nel caso specifico devo dire anche, con
un pizzico di orgoglio, che risulta
difficile contenere entusiasmo e
soddisfazione.

Rimini 2013, primo convegno della
presidenza di Patrizio Evangelista è stato
pensato e organizzato perché fosse un
grande evento, da qui l’idea di
coinvolgere esponenti internazionali di
quattro scuole ortodontiche ispiratrici
di filosofie che hanno lo stesso principio
base; l’utilizzo di apparecchiature
funzionali.

Già dalla stesura del programma si è capito che sarebbe stato un evento di prim’ordine quindi nulla è stato lasciato al caso.
Abbiamo lasciato inalterato il format organizzativo che prevede le quattro sessioni distribuite nelle tre giornate e la sede
che ci ospita, Rimini, molto gradita dai colleghi poiché permette di poter trascorrere serenamente questi giorni.

La soddisfazione più grande ci è stata data da una sala gremita di circa 230 partecipanti e 250 iscritti. Questa massiccia
affluenza, unitamente al riscontro positivo dei colleghi, ha confermato, di parte o non, che si è riusciti ancora una volta a

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soddisfare in pieno le aspettative generali.

                                                               Or –Tec che da oltre 40 anni si occupa di cultura e formazione
                                                               dei Tecnici specializzati in Ortodonzia di laboratorio, ha saputo
                                                               intercettare la voglia di conoscere, approfondire e rivalutare le
                                                               tante ed interessanti filosofie funzionali, soprattutto in un
                                                               contesto come quello attuale, dove il mercato e la
                                                               commercializzazione dei prodotti preformati da parte delle
                                                               aziende tende a ridurre i margini di azione del laboratorio.

                                                               Tutti noi dovremmo essere capaci, soprattutto nelle nostre
                                                               realtà, di divulgare questi concetti tenendo ben presente che
                                                               tale percorso formativo non può avvenire senza coinvolgere i
                                                               clinici con i quali collaboriamo ogni giorno; a questi ultimi
                                                               infatti spetta il compito di finalizzare l’approccio “FUNZ
                                                               IONALE” sul paziente.

                                                               Il XX Convegno ha avuto inizio giovedì 13 alle ore 14,00 con
                                                               Patrizio Evangelista che ha voluto, con un breve ed emozionato
saluto ai presenti, esporre il programma del suo bienno di presidenza e nello specifico della manifestazione che stava per
iniziare, dando poi la parola ai presidenti di seduta per dare il via ai lavori.

Ai colleghi Enzo Ciocci e Vincenzo Giardina, nella veste di presidenti di seduta, il compito di aprire la sessione con la
presentazione del primo relatore: la Dott.ssa Barbara Bimler Rhodes, figlia dell’ illustre Prof.Hans Peter Bimler, attualmente
Direttore dell’Internetional Stomatopedic institute e Direttore generale dei Laboratori Bimler che contano circa 60 anni
di storia.

Per tutto il pomeriggio la dott.ssa ci ha regalato una brillante ed interessante esposizione coadiuvata da due interpreti,
dimostrando inoltre una spiccata simpatia ed una propensione a confrontarsi con platee internazionali in quanto si è
cimentata,in modo assai scherzoso, in espressioni in italiano. Ha illustrato tutti i concetti della filosofia che porta il nome
del padre, partendo dai primi studi fatti nel 1949, che portarono alla progettazione un dispositivo per la correzione delle
classi II° che si può definire “particolare” in quanto molto diverso da quelli già esistenti,seguendo il concetto di confezionare
un apparecchio composto da un arco linguale e un arco labiale raccordati in scudi di resina.

La nuova frontiera ortodontica
prospettata in quegli anni dal Prof.
Bimler prevedeva il riequilibrio della
muscolatura oro-facciale con una
conseguente influenza sulla crescita e lo
sviluppo dei mascellari. E’ stato
interessante per tutti i presenti in sala
poter conoscere e approfondire oltre ai
concetti, anche grazie il dettaglio di tutti
i vari tipi di apparecchi così come li aveva
pensati e realizzati l’autore.

La relazione è stata caratterizzata dalla
visione di immagini di valore storico che
appartengono alla bibliografia del
Prof.Bimler riportandoci indietro negli anni.

Alle ore 18,30 si e conclusa la prima sessione dei lavori e ci si è goduti un rilassante pomeriggio con un bagno al tramonto
o una passeggiata per le strade di Rimini, fino a concludersi con una piacevole cena sulla spiaggia.

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Per la giornata di venerdì é stata ancora protagonista la
                                                                   scuola ortodontica tedesca, la sessione mattutina presieduta
                                                                   Massimo Cicatiello e Il Dott. Sergio Paduano ha avuto
                                                                   ospite-relatore il Dott. Cristian Sander attualmente
                                                                   assistente nel Dipartimento di Ortodonzia dell’Università
                                                                   di Monaco di Baviera.

                                                                   Nel corso della lezione il dott. Sander ha parlato di
                                                                   Ortodonzia Funzionale secondo i vari protocolli terapeutici
                                                                   indicati per la tipologia di malocclusione, laddove vengono
                                                                   utilizzati gli apparecchi ideati dal padre: Prof G. Sander
                                                                   quali:

Lo Spring-Activator che in Italia viene definito anche “Gondolino”- dispositivo che si compone di due placche raccordate
da due molle ad elici,molto efficace per gli open-bite.

Il Bite-jumping – dispositivo a Doppia Placca che
attraverso il meccanismo funzionale dei piani inclinati
realizzati grazie ad una vite ideata dal Prof G.Sander
risulta molto efficace ma per le II° classi con gravi
retrusioni mandibolari. Questo dispositivo attualmente
è ampiamente utilizzato in Italia per questo tipo di mal
occlusioni,a tal proposito l’Università di Napoli
FedericoII° ha portato avanti una interessante
ricerca,riassunti in un libro molto apprezzato dalla stesso
Dott. Sander

La Doppia Placca da utilizzare per i piccoli pazienti con
problemi relativi ad una malocclusione di III°
classe,anche questa da realizzare grazie ad una vite
progettata dall’autore.

Il Dott.Sander grazie alla sua brillante esposizione, ha saputo catalizzare l’interesse della platea su questi tre dispositivi
riuscendo a trasmettere nozioni fondamentali per comprendere al meglio indirizzo terapeutico e costruzione.Le tante
domande fatte al relatore a fine mattinata hanno confermato l’interesse rispetto a questo tipo di apparecchiature.

Nei break e durante la pausa pranzo i colleghi hanno avuto la possibilità di intrattenersi e visitare una area espositiva che,
come ogni anno, viene predisposta per accogliere le aziende che ormai da anni contribuiscono alla buona riuscita del
Convegno or-Tec.

                                                                Cogliamo quindi l’occasione per ringraziare: ORTHO+,
                                                                Foresta-Dental, Dentaurum-Italia, Target, Lancer,
                                                                Elettrolaser, dQube, Look@work, Novaxa ed infine
                                                                Odontopack.

                                                             La sessione pomeridiana del venerdì, presieduta dai colleghi
                                                             Manuela Tromba e Claudio Graziani, è dedicata a quello che
                                                             probabilmente potrebbe essere definito l’apparecchio
                                                             funzionale per eccellenza: il Regolatore di Funzione secondo
                                                             Rolf Frankel . Ospite e relatore di questo argomento è il Dott.
                                                             Chris Koebel, docente in ortodonzia presso il centro Medico
Universitario di Heidelberg ed inoltre amministratore delegato del Centro Studi Fraenkel nonché laboratorio autorizzato
per la costruzione del regolatore di Funzione.

                                                              24
Anche in questa occasione, così come
accaduto giovedì pomeriggio con la dott.ssa
Bimler, ci siamo di fronte alla storia della
ortodonzia,ancora una volta abbiamo fatto un
salto nel passato ripercorrendo 45 anni di
studi del Prof.Rolf Frankel che comincio ad
occuparsi delle forze sfavorevoli che
inibiscono il normale         sviluppo dei
mascellari.Al fine di allunnare questi fattori
negativi,grazie alla sua genialità ideò il
Regolatore di Funzione apparecchio che
ancora oggi risulta efficace.

Il Dott.Koebel nella sua esposizione ha
sviscerato nel dettaglio tutto il protocollo terapeutico secondo Frankel, la brillante dissertazione, ha ripercorso 50 anni di
esperienze iniziate con l’intuizione dell’ideatore,e continuate dai suoi discenti con le modifiche apportate. Sono stati illustrati
tutti i vari tipi di Regolatore di Funzione con relative indicazioni cliniche,soffermandosi anche su tutti i passaggi di
costruzione,e su aspetti che non possono essere trascurati relative alla precisione delle impronte e morso di costruzione.

L’interesse dei partecipanti è stato notevole,infatti la lezione si è protratta oltre l’orario previsto,soltanto i tempi dettati
dall’organizzazione che prevedevano un piacevole aperitivo a bordo piscina ha costretto i presidenti di seduta a congedare
il relatore.

                                                                                                      Siamo convinti in Or-Tec
                                                                                                      che le buone abitudini
                                                                                                      vadano salvaguardate,e
                                                                                                      quindi come ormai avviene
                                                                                                      da quando è cominciata
                                                                                                      l’esperienza congressuale
                                                                                                      in Romagna,il venerdì
                                                                                                      pomeriggio tutti insieme
                                                                                                      per       l’appuntamento
                                                                                                      Happy-Hour by OR-TEC
                                                                                                      dove rilassandosi tra un
                                                                                                      drink e una piadina,si
                                                                                                      potevano visionare i poster
preparati da i soci, esposti a bordo piscina.

La serata di venerdì si e conclusa nuovamente con una cena sulla spiaggia, dove rinfrescati da una piacevole brezza marina
abbiamo gustato un menù di mare,accompagnato da vini scelti con cura dal collega Daniele Benatti esperto enologo.

Nonostante le ore piccole delle notti
riminesi,il sabato mattina la sala alle ore09,00
era già bella che piena,per la tanto
attesa’ultima sessione dei lavori,quella relativa
alla Riabilitazione Neuro occlusale R.N.O del
Dott. Pedro Planas. Ai presidenti di seduta Il
Dott.Davide di Gregorio e il collega Angelo
Confaloni il piacere di aprire i lavori e
presentare i due relatori:Dott.Carlos de
Salvador Planas e la Dott.ssa Catalina
Canalda,entrambi sono stati stretti
collaboratori del Prof.Pedro Planas
attualmente lavorano presso la clinica

                                                                25
Dentoclinic centro di formazione per la
                                                                                    R.N.O.

                                                                                    Per volontà della Dott.ssa Canalda senza
                                                                                    il supporto del’interprete vista l’affinità
                                                                                    tra italiano e spagnolo due relatori
                                                                                    alternandosi nella mattinata hanno
                                                                                    approfondito i principi fondamentali
                                                                                    della R.N.O che sono state le basi sulle
                                                                                    quale il Prof. Pedro Planas partendo dalla
                                                                                    sua formazione di paradontologo ha
                                                                                    sviluppato tutta la sua filosofia di
                                                                                    Riabilitazione Neuro Occlusale.

                                                                                 Per Planas la bocca è un organo che se
                                                                                 atrofizzato va stimolato al fine di
                                                                                 ottenerne una risposta in termini di
sviluppo, i due relatori hanno quindi focalizzato l’attenzione su quelle che sono le leggi dello sviluppo secondo Planas,
quella della minima Dimensione Verticale, l’Angolo Funzionale Masticatorio, inoltre si sono soffermati sui principi che
determinano la progettazione e costruzione dei vari dispositivi.

Anche questa sessione ha suscitato l’interesse dei presenti è nonostante una fisiologica stanchezza e la voglia di tornare a
casa si è andato oltre l’orario previsto di fine lavori,soltanto dopo le ore 14,00 con una sala ancora si è arrivati al termine
della lezione.

Stanco ma felice il nostro Presidente Patrizio Evangelista ricordando ai presenti i prossimi appuntamenti Or-Tec ha
ringraziato e salutato i presenti, concludendo di fatto il XX Convegno Or-Tec.

Or –Tec che da oltre 40 anni si occupa di cultura e formazione dei Tecnici specializzati in Ortodonzia di laboratorio, ancora
una volta ha saputo comprendere la voglia di conoscere, approfondire e in questo caso rivalutare interessanti filosofie
funzionali, che possono portare lavoro alle nostre aziende.

Questo aspetto non va sottovalutato, soprattutto in un contesto come quello attuale, dove il mercato e la
commercializzazione di prodotti preformati da parte delle aziende tende a ridurre i margini di azione del laboratorio.

Spetta ora ad ognuno di noi nelle nostre realtà,il compito di divulgare questi concetti tenendo ben presente però che tale
percorso formativo non può avvenire senza il coinvolgimento dei clinici con i quali collaboriamo ogni giorno, a loro spetta
infattiil compito di finalizzare l’approccio “FUNZIONALE” sul paziente.

                                                                                         Ho scritto inizialmente che non era
                                                                                         facile scrivere un’articolo su questo
                                                                                         evento poiché essendo di parte il
                                                                                         rischio di utilizzare toni e aggettivi
                                                                                         trionfalistici    era      elevato,ma
                                                                                         credetemi vi ho raccontato
                                                                                         semplicemente quanto accaduto a
                                                                                         Rimini: Un evento straordinario
                                                                                         targato OR-TEC ...

                                                                                                          Massimo Cicatiello

                                                              26
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OR todonzia
                                                     TEC nica

                        o Or t e c
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                                          n t ina B en
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                 della                is ta i
          A cura       profe   s s ion
               Libero
Apparecchio di Bimler
tecnica e clinica                                                                  OR todonzia
                                                                                   TEC nica

Giovedì 13/06/13    Dott.ssa Anna Barbara Bimler Rhodes

Quello che caratterizza l’apparecchio di Bimler è il fatto di non avere un sistema di ancoraggio. Come
possiamo muovere i denti senza un sistema di
ancoraggio? Le forze che utilizza questo
dispositivo sono forze reciproche e contrapposte,
in particolare:

 Forze distali – forze mesiali

 Forze anteriori – forze posterirori

 Forze sinistre – forze destre

L’apparecchio nella sua totalità non è altro che
un’ellisse ripiegata su se stessa, in cui l’unico
ancoraggio è rappresentato dagli archi dorsali che
sono anche il punto debole dell’apparecchio, cioè
quello dove più frequentemente può fratturarsi. Il
dispositivo funziona sia con la placca palatale che
con la molla di Coffin. L’importante è che sia libero
di muoversi nella bocca, in quanto è la forza
muscolare del paziente stesso la forza terapeutica
su cui si basa questo trattamento. Per questo non è possibile causare danni iatrogeni, come problemi
parodontali o riassorbimenti radicolari con questo tipo di terapia, perché è lo stesso sistema nervoso e
muscolare del paziente a controllarne gli effetti.

Essendo il suo funzionamento basato sul feedback corporeo non esiste nesun tipo di rischio associato.
Sicuramente viene utilizzato molto nelle terapia intercettive, quando possiamo ancora agire sullo
sviluppo della malocclusione e non sulla malocclusione consolidata. Il momento migliore per cominciare
la terapia è quando i primi molari sono arrivati in occlusione, quindi intorno ai 7 anni. Ovviamente,
poiché è molto importante la collaborazione del paziente, è importante spiegare al soggetto che il suo
ruolo nel trattamento è fondamentale ed essere quindi molto attenti anche alla motivazione.

Possiamo utilizzare questo tipo di approccio tranquillamente anche nei pazienti adulti, non è una terapia
utilizzabile solo in età infantile. E’ necessario che il Bimler venga indossato nelle ore notturne perchè
anche in questa fase il soggetto incosciamente muoverà la mandibola ed attiverà in questo modo
l’apparecchio. Quindi ottenere la collaborazione da parte del paziente è ovviamente più semplice rispetto
a dispositivi funzionali che richiedono anche un certo numero di ore diurne. Per quanto riguarda il
meccanismo d’azione, dobbiamo considerare che gli elementi dentali presentano una ricca
innervazione, e che qualsiasi cosa noi introduciamo tra i denti porta queste terminazione nervose ad
inviare segnali al sistema nervoso centrale. Questo a sua volta invierà imput alla muscolatura che
eserciterà ovviamente una forza sui denti. E’ come una palestra della bocca e della mandibola. Proprio
il fatto che l’apparecchio è soffice ed elastico permette al paziente di muovere continuamente la
mandibola con dei movimenti simil-masticatori. Il dispositivo non deve attaccarsi o aderire da nessuna
parte in bocca ma deve essere libero di potersi muovere.

                                                   29
Al contrario dell’ortodonzia fissa in cui siamo noi a decidere in quale direzione muovere i denti, con
questo tipo di terapia è la muscolatura stessa del paziente a decidere in che direzione muovere i denti
che alla fine del trattamento troveranno una posizione dettata da un equilibrio funzionale e muscolare,
quindi sicuramente molto più stabile nel tempo rispetto ad altre metodiche. Il consiglio della relatrice è
di realizzare un Bimler su noi stessi perché non c’è metodo migliore che sentire nella propria bocca
direttamente la sensazione di elasticità di movimento, etc.

Il Bimler può essere realizzato anche senza un morso di costruzione in cera perché si adatta facilmente
con pochi semplici tocchi al livello delle anse ad “U”, ma se preferiamo soprattutto nei casi in cui
                                                                            vogliamo avanzare la
                                                                            mandibola         possiamo
                                                                            prendere il morso in
                                                                            avanzamento.            La
                                                                            mandibola non và mai
                                                                            avanzata più di 4 mm. Se
                                                                            abbiamo una II classe
                                                                            severa, andremo avanti
                                                                            con diversi step ma ognuno
                                                                            deve      stimolare     un
                                                                            avanzamento non più di 4
                                                                            mm.

                                                                              La gestione di questo tipo
                                                                              di dispositivo è veramente
                                                                              molto semplice in quanto
                                                                              agendo sulle anse ad “u”
                                                                              del filo possiamo fare
                                                                              velocemente       tutti  gli
                                                                              adattamenti di cui abbiamo
                                                                              bisogno. Servono solo 2
pinze, una piatta ed una curva, e considerare sempre tutti gli spostamenti che vogliamo fare nelle 3
dimensioni dello spazio. Per classificare i vari tipi di Bimler prendiamo in considerazione gli incisivi e
non i rapporti molari:

 Tipo 1: Incisivi protrusi

 Tipo 2: incisivi retrusi

 Tipo 3: Cross-bite incisivo

Ad esempio con il tipo 1 che si utilizza molto di frequente possiamo risolvere la protrusione degli incisivi
ed avanzare la mandibola. Quindi il funzionamento avviene attraverso due forze reciproche
contrapposte, una forza che spinge indietro al livello superiore, ed una che spinge in avanti al livello
inferiore.

Parliamo ora della realizzazione dlell’apparecchio. La parte superiore è formata da 3 componenti
fondamentali:

  1 molla di Coffin

  1 paio di molle frontali linguali agli incisivi superiori

  L’arco labiale

                                                        30
OR todonzia
                                                                                     TEC nica
La parte inferiore è anch’essa formata da 3 componenti fondamentali:

 1 paio di archi dorsali

 1 loop frontale linguale agli incisivi inferiori

 1 splint/scudo labiale

La parte superiore o inferiore dell’apparecchio vengono costruite separatamente, quindi o prendiamo
un morso di costruzione in modo che lo stesso tecnico saprà poi posizionarle in un corretto rapporto
tra loro, o possiamo facilmente noi, agendo sulle anse ad “U” con le solite 2 pinze modificare il rapporto
componente superiore e componente inferiore.

Un dispositivo di Bimler ideale deve essere:

 Elasticico

 Ortopedico

 Bimaxillare

 Dinamico

 Controllato dal paziente

La parte più complessa da realizzare, quindi quella da cui cominceremo è la zona circostante gli incisivi
inferiori, quindi la loop collegata allo splint labiale. Questo perché non deve essere né troppo vicina ai
denti in modo da poterne impedire l’eruzione, né troppo lontana in modo da poter causare problemi al
livello labiale. Modellata questa zona il resto risulta molto più semplice. Tutte le componenti
dell’apparecchio, come le molle, gli archi, le loop etc., esistono anche preformate di varie misure, oppure
si possono modellare manualmente.

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Ortodonzia funzionale:
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l'approccio di Sander nel                                                                                  TEC nica
trattamento per la correzione
di classe I, II, III

Venerdì 14/06/13 Christian Sander

Le apparecchiature funzionali sviluppate dal Proff. Sander sono
state create in seguito a numerosi studi, realizzati da lui stesso,
riguardanti il sonno e gli atteggiamenti assunti durante queso.
Il Professore era infatti un fisico oltre che medico, per cui ha
fatto diverse registrazioni sui pazienti durante le ore notturne,
e si è presto reso conto che in percentuale variabile la maggior
parte dei pazienti passano gran parte di queste ore a bocca
aperta e solo per un periodo di tempo molto breve portano a
contatto le arcate. Questo a portato a sviluppare le zanche
caratteristiche dell’apparecchio di Sander più utilizzato cioè il
Bite Jumping o Sander di tipo 2. Questi elementi molto
importanti permetteno una trasmissione delle forze applicate,
dalla mandibola al mascellare superiore. Infatti il soggetto
mentre indossa l’apparecchio tende con la mandibola a tornare
indietro rispetto alla posizione in avanti dettata dalle zanche,
questa azione dell’arcata inferiore che preme contro le zanche
fa si che la forza si trasferisca al mascellare superiore, su cui viene applicata una spinta in direzione posteriore. Questo effetto
sia ha ancora più accentuato quando il paziente porta a contatto le arcate, che è il momento in cui c’è la massima stimolazione
di allungamento in avanti della mandibola.

Parlando un po’ della costruzione dell’apparecchio è molto importante capire che agendo sulla inclinazione delle zanche
rispetto al piano occlusale si può gestire la direzione di crescita del mascellare, più in antero o in postero rotazione. Quindi
                                                                  partendo da un caso di II classe scheletrica con
                                                                  distocclusione possiamo trovarci di fronte a 3 diverse
                                                                  situazioni:

                                                                  1) Crescita orizzontale del mascellare superiore, associata a
                                                                  deep-bite. Incliniamo le zanche di 55° rispetto al piano
                                                                  occlusale. In qusto modo la forza sul mascellare superiore
                                                                  andrà ad essre applicata anteriormente al centro di resistenza,
                                                                  per cui sarà stimolata una crescita del mascellare in antero
                                                                  rotazione che porterà ad aprire il morso.

                                                                  2) Crescita neutra del mascellare superiore. Inclineremo in
                                                                  questo caso le zanche di 60° rispetto al piano occlusale. In
                                                                  questo modo la forza verrà applicata al livello del centro di
                                                                  resistenza, per cui la cerscita del mascellare verrà
                                                                  semplicemente frenata e non si avranno rotazioni.

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3) Crescita verticale del mascellare superiore, associata a open-bite. Inclineremo le zanche di 65° rispetto al piano occlusale
in modo da stimolare una postero rotazione nella crescita del mascellare che porterà quindi a favorire la chiusura del morso.

Parallelamente è molto importante nella realizzazione del dispositivo lucidare accuratamente il piano inclinato che si trova
sulla placca inferiore, in modo da favorire uno scivolamento delle piste il più agevole possibile. Ovviamente per realizzare
questo tipo di apparecchio abbiamo bisogno di un morso di costruzione. E’molto importante che questo venga preso con
un avanzamento non superiore ai 5 mm, questo perché quando il paziente chiude completamente la bocca il piano inclinato
spinge la mandibola ulteriormente in avanti, fino ad arrivare ad un avanzamento di quasi 7 mm. Per questo il morso deve
registrare un avanzamento della mandibola mai superiore a 5 mm, e deve essere spesso circa 3 mm.

Un’altra cosa molto importante nella realizzazione del Sander 2 è osservare la posizione degli incisivi. Infatti questo tipo di
dispositivo come tutti i dispositivi funzionali porta nel corso dei mesi di trattamento ad una retrusione degli incisivi
superiori, perciò dobbiamo di conseguenza adottare degli accorgimenti nella realizzazione dell’apparecchio. Anche in
questo caso ci troviamo di fronte a 3 situazioni cliniche:
1) Incisivi protrusi ( molto frequenti nelle II classi scheletriche ). 1-NA > 26°. In questo caso è favorevole alla terapia
l’effetto di retrusione degli incisivi superiori, per cui non aggiungiamo nessun elemento al livello della placca superiore..
2) Incisivi normoposizionati . 1-NA tra 18° e 26°. In questo caso aggiungeremo alla componente superiore delle molle di
torque ed un piano occlusale anteriore per evitare la retrusione degli incisivi superiori.
3) Incisivi retrusi. 1-NA
Regolatore di Funzione di
Frankel, costruzione in                                                                  OR todonzia
                                                                                         TEC nica
laboratorio e management
clinico
Venerdì 14/06/13      Dott. Chris Koebel, Dott.ssa Christine Fränkel

E’ d’obbligo prima di tutto sottolineare l’importanza storica dei dispositivi di Fränkel, poiché i concetti
introdotti da questo tipo di terapia non esistevano in nessuna tecnica preesistente. Quando il Prof.
Fränkel cominciò ad elaborare i concetti relativi al regolatore funzionale non esisteva niente del genere.
La grande idea che lui ebbe fù quella di capire che nell’organismo ci sono già tutte le forze necessarie
affinchè si possa avere un corretto sviluppo facciale, e che le dismorfosi sono proprio causate da un
disequilibrio di queste forze. Il professore teneva molto al fatto che tutti i medici ed i tecnici conoscessero
a fondo i principi fondamentali su cui si basa il regolatore funzionale.

Per parlare di questi dispositivi non si può prescindere dall’affrontare i concetti base della crescita
facciale. Le ossa si accrescono solo in minima parte
autonomamente, cioè per delle determinanti
genetiche. La crescita più importante avviene sotto
gli stimoli derivanti dalla matrice funzionale, quindi
dal sistema muscolare che racchiude l’intero osso.
Nel caso dei mascellari quindi non possiamo pensare
di modificare forma e dimensione di queste ossa, o
di stimolarne la crescita senza considerare e agire
sulla muscolatura facciale, periorale e linguale. Già
Angle nel 1907 parla di questi concetti. Le ossa
mascellari, come le altre, si spostano attraverso il
rimodellamento, che è fortemente influenzato da
fattori locali esterni. Tra l’altro il principio di crescita
legato alle dinamiche muscolari circostanti è un
concetto presente da sempre in ortopedia. Di
conseguenza la mancata crescita delle arcate è
dovuta ad un mancato rimodellamento, ed il
rimodellamento è a sua volta gestito dalla componente muscolare.

Il meccanismo d’azione del regolatore funzionale di Fränkel si basa proprio su questi concetti,
realizzando un vero e proprio training di tutti i muscoli oro facciali. E’ una palestra all’interno della bocca.
Nel corso degli anni sono state apportate delle modifiche a questi dispositivi, fino ad arrivare ad oggi
ad avere 3 tipi di dispositivi: FR1, FR2 ed FR3.

Sia l’FR1 che l’FR2 sono costituiti da:

  2 Schermi buccali

  2 Lip Bmper inferiori

  1 Scudo linguale

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