SERVIZIO CIVILE ALL'ESTERO - CASCHI BIANCHI: VENEZUELA 2018 - Focsiv

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SERVIZIO CIVILE ALL’ESTERO
                             CASCHI BIANCHI: VENEZUELA 2018

                                SCHEDA SINTETICA – VENEZUELA (CISV)
         Volontari richiesti: 4 (2 nella sede di Merida 6187; 2 nella sede di Merida 116380)
                        PAESE DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: VENEZUELA

Area di intervento: Cooperazione allo sviluppo ai sensi legge 125/2014

                                                 INTRODUZIONE
FOCSIV è la più grande Federazione italiana di ONG che da oltre 40 anni lavora nei sud del mondo
realizzando progetti di cooperazione internazionale. Punto fermo di tutti gli interventi è stato ed è quello di
contribuire, attraverso il lavoro di partenariato e la promozione dell’autosviluppo al superamento di quelle
condizioni di ingiustizia che potenzialmente sarebbero potute essere, sono o sono state fonte di conflitti e di
maggiori ingiustizie, costruendo percorsi di pace. Per dare continuità al lavoro di prevenzione dei conflitti
(intesi nel senso sopra descritto), volendo offrire la possibilità ai giovani italiani di sperimentarsi come
operatori privilegiati della solidarietà internazionale, FOCSIV in collaborazione con l’Associazione Papa
Giovanni XXIII, la Caritas Italiana e il GAVCI ha ripresentato nel febbraio del 2007, all’UNSC il progetto
madre “Caschi Bianchi” che intende collocare la progettualità relativa al servizio civile all’estero come
intervento di costruzione di processi pace nelle aree di crisi e di conflitto (armato, sociale, economico,
religioso, culturale, etnico..) con mezzi e metodi non armati e nonviolenti attraverso l’implementazione di
progetti di sviluppo tenendo presente che i conflitti trovano terreno fertile dove la povertà è di casa, i diritti
umani non sono tutelati, i processi decisionali non sono democratici e partecipati ed alcune comunità sono
emarginate. Il presente progetto di servizio civile vuole essere un ulteriore testimonianza dell’impegno della
Federazione nella costruzione della pace nel mondo e vuol far sperimentare concretamente ai giovani in
servizio civile che la migliore terapia per la costruzione di una società pacificata è lottare contro la povertà, la
fame, l’esclusione sociale, il degrado ambientale; che le conflittualità possono essere dipanate attraverso
percorsi di negoziazione, mediazione, di riconoscimento della positività dell’altro.

FOCSIV realizza il presente Progetto attraverso l’ente CISV
CISV Onlus-Comunità Impegno Servizio Volontariato- è un’associazione di cooperazione internazionale
laica e senza scopo di lucro che nasce a Torino nel 1961 quando alcuni/e volontari/e hanno creato una
comunità di sostegno ai migranti provenienti dal sud del Paese in condizioni di estrema povertà ed
emarginazione. Con gli anni la comunità CISV è cresciuta e la situazione politico-sociale della fine degli anni
’70 ha portato la ong ha riflettere sui nuovi problemi relazionati con lo sviluppo. Così dal 1973 CISV ha
iniziato il suo impegno nel sud del mondo, inviando un gruppo di volontari/e in Burundi, Africa.Negli anni ’90
CISV ha iniziato ad operare anche in America latina, ed attualmente è attiva in 8 paesi in Africa e 5 in
America Latina, dove accompagna e favorisce processi popolari di emancipazione, liberazione dalle diverse
forse di oppressione con una particolare attenzione verso le identità storico culturali delle popolazioni locali e
la tutela e promozione dei diritti umani, specifici dei popoli originari e delle donne.
La ONG CISV è presente in Venezuela dall’anno 2001;sono molteplicie consistenti le esperienze giovanili di
volontariato e di scambi con il programma del Servizio Civile Nazionale Volontario e il Servizio Volontario
Europeo, presso associazioni locali di sostegno all’infanzia e prevenzione di situazioni di rischio nei quartieri
disagiati della città di Merida, sulle Ande venezuelane. Dal 2008 è presente, inoltre, un cooperante
espatriato, che da tempo si occupa di progetti di cooperazione allo sviluppo e che viene affiancato dai
giovani in Servizio Civile provenienti dall’Italia.I principali progetti sviluppati dalla CISV in Venezuela sono
finanziati dall'Unione Europea e da altri enti finanziatori privati italiani e si concentrano in particolare sulla
promozione della partecipazione, la cittadinanza attiva e la difesa dei diritti umani, soprattutto quelli legati
all’infanzia (tutela dei bambini e degli adolescenti). Altri di questi progetti sono stati realizzati con il contributo
dei giovani in servizio civile internazionale, attraverso le specifiche conoscenze che ogni volontario poteva
apportare, e le situazioni di emergenza che si venivano a presentare di volta in volta, contribuendo in
maniera forte alla risoluzione di specifiche problematiche. I principali progetti realizzati e in corso dalla CISV
in Venezuela sono:
 Programma di rafforzamento della società civile Andina. È realizzato in collaborazione con la ONG
      locale UNIANDES, negli Stati di Merida, Tachira e Trujillo con il finanziamento dell’Unione Europea,
      promuovendo la partecipazione della società civile andina attraverso il dialogo, lo scambio e la creazione
      di reti sociali per una società più equa e democratica. Tra i principali risultati raggiunti si evidenzia il
      rafforzamento delle capacità istituzionali delle tre ONG venezuelane partner nel progetto (UNIANDES,
      UniversidadValle del Momboy, Centro de AnimaciónJuvenil) sui temi dell’organizzazione, la gestione
      tecnica e finanziaria, l’articolazione cittadina e l’incidenza pubblica. È parte del progetto il disegno e
l’esecuzione di un “Diploma Andino sui Diritti Umani” realizzato secondo i principi di Educazione
    Popolare, rivolto a 460 persone (leader comunitari, autorità locali e organizzazioni di base) realizzato nei
    tre differenti Stati. Il Diploma, articolato in quattro moduli più un tirocinio, che ha formato i partecipanti
    come educatori in Diritti Umani nella propria organizzazione o comunità, promuovendo azioni di
    riduzione della Povertà e che concorrano al raggiungimento degli Obiettivi del Millennio. Infine, è stata
    creata e avviata una rete regionale di organizzazioni e leaders della società civile che promuovono
    azioni congiunte su temi quali la povertà, l'educazione, il genere, la salute, l'HIV-AIDS e l'ambiente, e
    qualsivoglia forma di promozione, rispetto e sviluppo dei diritti umani.
 “Bibliomula: portando la lettura alle comunità della montagna dello stato di Merida”. Realizzato in
    collaborazione con la Cooperativa di Turismo Responsabile Caribana, il progetto è nato con l’obiettivo di
    dare appoggio e migliorare il sistema educativo di tre comunità rurali di alta montagna facenti parte del
    parco nazionale “Sierra Nevada”, ovvero rafforzare la relazione comunità locale-scuola come binomio
    promotore di sviluppo. Il progetto si propone in modo innovativo all’interno del contesto tradizionale delle
    comunità rurali e presenta una strategia di sviluppo endogeno della cultura locale. L’attività è
    consistitanel raggiungere le scuole rurali tramite una mula, elemento caratteristico della cultura
    campesina della zona;con essa si trasportano libri,utili alla promozione e allo stimolo alla lettura, di cui le
    scuole sono normalmente sprovviste; l’attività è poi accompagnata e diretta da un promotore di lettura
    che, attraverso racconti animati, dinamiche di gruppo e attività di disegno, cerca di seminare nei bambini
    e negli insegnanti l’amore per la lettura e per i libri.
 Servizio Volontario Europeo (SVE). Il progetto realizzato in collaborazione con le ONG locali Cátedra
    de la Paz y de losDerechosHumanos e Fundación Don Bosco promuove la “cittadinanza attiva globale”,
    intesa come la coscienza da parte dei giovani dei problemi e delle opportunità derivanti dalla
    globalizzazione e l’impegno diretto in attività di solidarietà internazionale e di lotta contro la povertà. In
    particolare, il progetto contribuisce all’ottenimento dell’ottavo Obiettivo di Sviluppo del Millennio per
    “sviluppare un partenariato mondiale per lo sviluppo”, attraverso lo scambio di volontari tra associazioni
    della rete Globa-l-inks che si impegnano in progetti di lotta contro la della povertà, valorizzando
    l’esperienza con lo strumento dello scambio interculturale ed infine ponendo come obiettivo ultimo il
    ritorno nei luoghi di origine dei volantari, che arricchiti, possono portare nella loro comunità tutta una
    serie di strumenti ed idee nuove per migliorare talune situazioni.
 Progetto “L’energia solare come mezzo di sviluppo sostenibile e di prevenzione dalle malattie
    legate al consumo dell’acqua”. Promosso in collaborazione con la Cooperativa di Turismo
    Responsabile Caribana, prevede corsi per insegnare ad autocostruire pannelli solari in grado di
    riscaldare l’acqua per l’uso domestico. Realizzato nel Comune di Rangel, situato nelle Ande
    Venezuelane, il progetto vuole diminuire le malattie trasmesse attraverso l’acqua presenti in bambini e
    adulti, sviluppando una coscienza comune sulla problematica e fornendo gli strumenti utili, altrimenti non
    reperibili.
 “Centro de atención Jardín de la Esperanza”. Il programma è nato per dare risposta alle situazioni di
    insicurezza ed esclusione sociale nelle quali si trovano le bambine che vivono nel quartiere popolare di
    Los Curos, nella città di Merida, una delle zone dove sono presenti il maggior numero di fattori di rischio
    per i bambini e gli adolescenti. Il progetto offre uno spazio diurno di vari servizi per 14 bambine, con
    momenti formativi, attenzione medica, alimentare e della gestione del tempo libero e di supporto alle
    attivitá scolastiche. La ONG appoggia la struttura con i volontari che si impegnano nel contribuire al
    seguimento e costruire momenti utili alla crescita delle bambine, accompagnare il personale nelle attività
    quotidiane e relazionarsi con chi frequenta il centro.
 Progetto: “Programma venezuelano di formazione in Diritti Umani, nella regione di frontiera con la
    Colombia”. Si tratta di un progetto finanziato dalla CEI (Conferenza Episcopale Italiana) finalizzato a
    diminuire gli indici di violazione dei diritti umani per mezzo della formazione e rafforzamento di ONG e
    attivisti, promotori, difensori dei diritti umani, rappresentanti ecclesiastici e attori sociali. Il progetto
    prevede la creazione di una Piattaforma Tecnologica Educativa attraverso la quale si svilupperà il corso
    di Diplomato in “Educazione sui Diritti Umani”. Inoltre il progetto promuoverà la coordinazione,
    comunicazione e articolazione degli sforzi degli attivisti e dei difensori dei Diritti Umani, con enfasi nella
    visibilità e promozione.
Nel corso degli anni, CISV ha accolto 35 volontari in servizio civile in Venezuela.

DESCRIZIONE DEL CONTESTO SOCIO POLITICO ED ECONOMICO DEL PAESE O DELL’AREA
GEOGRAFICA DOVE SI REALIZZA IL PROGETTO:
Già colonia spagnola, il Venezuela conseguì di fatto l’indipendenza nel 1821, dopo una decennale guerra di
liberazione guidata da Simón Bolívar. Il Paese è stato a lungo governato da regimi autoritari. Nel 1958 si è
aperta una fase di democratizzazione, interrotta però da colpi di stato e regimi militari. Tra il 1999 e il 2013 la
carica di Presidente è stata assunta da Hugo Chávez, un militare che ha avviato riforme di netta
impostazione populista volte alla riduzione della povertà e dell’esclusione sociale e con l’intenzione di
conferire al Venezuela un ruolo di leader nella determinazione della politica estera latino-americana; questi
cambiamenti hanno incontrato l’ostilità degli imprenditori, della destra e degli USA, che hanno organizzato
un tentativo di colpo di stato nel 2002 e un referendum per costringerlo alle dimissioni nel 2004. Chávez è
morto di cancro nel Marzo del 2013 e il suo posto è stato preso da Nicolas Maduro, uno dei suoi sostenitori.
Sotto il governo Maduro sono emersi i gravi problemi economici, derivanti dalle politiche economiche di
Chávez, che hanno portato a razionamenti e scarsità anche di generi di prima necessità. La situazione
economica, unita ad accuse di corruzione e cattiva gestione del governo del paese, ha portato a proteste
popolari a partire dalla seconda metà del 2013. Considerando però la complessiva situazione economica e
sociale del Paese, si calcola che il 32.1% degli abitanti vivano al di sotto della soglia di povertà.
Quest’ultima colpisce soprattutto le popolazioni indigene e le comunità rurali. Il Venezuela ha inoltre il più
basso indice di Gini dell’America Latina: questo dato si attesta infatti allo 0,39. Nonostante ciò, il Paese si
trova oggi ad affrontare importanti sfide: la sua economia è altamente vulnerabile alle fluttuazioni dei prezzi
internazionali del petrolio, dato che proprio il petrolio rappresenta il 96% delle esportazioni e genera quasi la
metà delle entrate fiscali. In più l’inflazione, a causa di un’errata politica monetaria, è arrivata al 121.7%
(Dati Banca Mondiale 2015). Il Paese gode di un elevato indice di Sviluppo Umano (0,764 e si colloca al 71°
posto della classifica) e di un tasso di alfabetizzazione giovanile del 95,5%, grazie ai numerosi sforzi messi
in campo negli ultimi anni. Se, infatti, in passato, il tasso di analfabetismo era pari al 10%, con un livello di
abbandono scolastico molto alto (di fatto, il 13% dei bambini tra i 4 e 15 anni non frequentava la scuola). Per
ovviare a tale problematica, il Governo ha introdotto importanti riforme. Nel 2011 il Venezuela ha destinato il
10% delle risorse nazionali all’istruzione, permettendo l’accesso gratuito dei venezuelani al sistema pubblico
e raggiungendo un indice di alfabetizzazione pari alla quasi totalità della popolazione. I dati forniti
dall’UNESCO sull’educazione e la lotta all’analfabetismo riconoscono pienamente la campagna di
alfabetizzazione portata avanti dal governo, con risultati sorprendenti. La relazione dell’Unesco sottolinea un
notevole incremento sia dei bambini iscritti a scuola che dell’indice di sviluppo EDI che tende a misurare i
progressi relativamente all’accesso, all’uguaglianza e alla qualità dell’insegnamento in base all’istruzione
primaria universale, all’alfabetizzazione degli adulti e al tasso di abbandono scolastico. L’indice EDI è
aumentato in pochi anni del 5,1%, permettendo al Venezuela di classificarsi 59esima su 128 paesi.
Nonostante l’uscita dalla Corte Interamericana per i Diritti Umani, il Venezuela sta facendo molti passi in
avanti nel campo dei diritti, soprattutto in relazione al raggiungimento dei Millennium Goals. Rimangono
sostanzialmente due aree critiche: la prima riguarda i popoli indigeni e afro discendenti, visto che
permangono evidenti disparità a livello economico e sociale, sebbene la Costituzione del 1999 riconosca
formalmente i diritti fondamentali dei popoli indigeni, divisi in 25 etnie differenti (ne viene anche riconosciuta
la rappresentanza attraverso il Consiglio Nazionale degli indigeni); la seconda riguarda l’alto tasso di crimini
che rimangono impuniti ed il problema della mancanza di indipendenza del sistema giudiziario. In
particolare, dall’inizio del 2014, a causa della crisi politica di cui sopra, sono stati registrati episodi di uso
eccessivo della forza da parte delle forze di sicurezza, violenza da parte dei gruppi armati filogovernativi e
manifestanti antigovernativi. Alcuni detenuti hanno raccontato di esser stati maltrattati e torturati. Guardando
le cifre ottenute ufficiosamente dalla Polizia Giudiziaria, nei primi 60 giorni del 2014 ci sono stati 2841
omicidi in tutto il Paese. Queste cifre rappresentano una media di 48 omicidi al giorno. Da questi dati si
apprende che è stata superata la cifra del 2013 di 2576 omicidi. Il Venezuela è da tempo in crisi economica
e ciclicamente si verificano carenze di alcuni prodotti di prima necessità. A fine dicembre, la Banca centrale
del Venezuela ha detto che il PIL del paese nel terzo trimestre dell’anno è nuovamente sceso – del 5.7%– e
ha confermato così che l’economia del paese è in recessione. Particolare attenzione meritano infine i diritti
dell’infanzia e dell’adolescenza: il tasso medio di riduzione della mortalità infantile tra il 1990 e il 2012 è del
3,3%, la denutrizione infantile è diminuita del 58% tra il 1990 e il 2009, sono stati attivati 164 tribunali
nazionali di protezione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Questi sono soltanto alcuni esempi dei
progressi che il Venezuela sta portando avanti in questo campo, anche se purtroppo non mancano i lati
negativi. La violenza urbana e domestica che continua a colpire bambini e adolescenti (tasso di omicidi di
bambini e adolescenti è aumentato del 13,2% tra il 2006 e il 2008). Vi è un aumento dell'incidenza dell'HIV
nei giovani tra i 15 ei 25 causata dall’aumento vertiginoso dei prezzi dei contraccettivi. Il numero di
gravidanze tra le adolescenti è il secondo più alto del continente: 83 gravidanze ogni mille (negli USA, per
capirci, sono 31 ogni mille e in Germania 4 ogni mille). In Venezuela, inoltre, l’aborto è illegale, per cui la
difficoltà di trovare contraccettivi porta ad un aumento del numero di decessi tra le donne e a un aumento del
ricorso alle cliniche clandestine (fonte: IlPost). Infine, migliaia di bambini e adolescenti non hanno il
certificato di nascita, anche se la copertura della registrazione delle nascite è sensibilmente aumentata (Dati
Unicef 2010).

                            DESCRIZIONE DEL PROGETTO PER SEDE

MERIDA (CISV 6187 e 116380)
                                                                                                             2
Lo Stato Merida, situato sulla cordigliera andina al confine con la Colombia, ha una superficie di 11.300 km
e una popolazione giovane di 828.592 abitanti (aggiornata al 2011, cresciuta rispetto al 2001 del 15,8%) con
                                                              2
un’età media di 27 anni e una densità di abitante per km di 73,3. I bambini rappresentano il 25% della
popolazione totale (con 104.214 bambine e 110.750 bambinitra i 0-14 anni). Merida è una città situata su un
altopiano nella valle del fiume Chama al centro della cordigliera andina venezuelana. È capitale
dell’omonimo Stato venezuelano e del Municipio Libertador. La città si trova ad un’altitudine di 1.650m s.l.m.
tra la Sierra Nevada e la Sierra La Culata. Secondo l’InstitutoNacional de Estadistica (INE), nel 2011 il
Municipio Libertador è il più popolato con 217.537 persone, il 2,6% della popolazione totale del Venezuela.
Gli indicatori piu aggiornati per lo Stato di Merida evidenziano un grave aumento del tasso di povertá: se nel
2015 il 23,1% della popolazione viveva in condizioni dipovertà e il 49,9% di povertà estrema, nel2016 si
registra rispettivamente il 30.26% della popolazione che vive in povertà e il 51.51% in povertà
estrema(ENCOVI 2016). Questa situazione è rinconducibile alla grave crisi economica e all’inflazione
galoppante (inflazione nel 2015 pari al 315%, nel 2016 pari al al 600% e stimata dalla Banca Mondiale per il
2017 pari al 1.500%) che ha obbligato la popolazione a bruschi cambiamenti sulle abitudini
alimentari.Secondo la ONG Provea, dal 2014 la scarsità e la carenza di prodotti alimentari hanno inciso in
gran misura nel deterioramento della qualità della vita della popolazione, soprattutto per quelli che vivono in
condizione di povertà. Un’indaginesvolta ad inizio 2015dall'agenzia Consultores 21 hariscontrato che il 45%
dei cittadinidello stato di Meridamangia solo due volte, se non una, al giorno e che il 55% ha rinunciato ad
almeno un alimento base come latte, riso, zucchero o simili perché non lo trova o perché è troppo
caro.Secondo i dati raccolti dalla Fondazione Bengoa, grazie a un’indagine di percezione, il reddito del 87%
delle famiglie non è sufficiente per comprare il cibo per la dieta quotidiana. Indagine che viene confermata
dal divario esistente tra il salario integrale e la sua reale capacità d’acquisto per famiglie.Secondo il Centro
de Documentación y Análisis Social de la Federación de Maestros (Cendas- FVM), per la prima volta il
salario minimo è sufficiente per acquistare solo il 7,9% del paniere alimentare basico, in base alla
retribuzione stabilita fino a febbraio 2016. I cittadini di Meridadestinano il 69% dei loro salari per comprare
alimenti e, dei 58 alimenti ritenuti essenziali, 24 sono difficili da trovare. A seguito di questa situazione,nello
stato diMeridaci sono 34% i nuovi poveri che prima appartenevano alla classe media.A questa già difficile
situazione di povertà, si aggiungano l’inflazione, la mancanza di medicine,la scarsità di alimenti (in termini di
varietà e qualità), la debolezza crescente dei servizi per la salute e l’educazione.
Questa situazione ha generato inoltre un aumento della conflittualità sociale che si traduce in un alto tasso di
violenza e insicurezza: secondo l’osservatorio Venezolano di violenza (2016), il tasso di omicidi per100.000
abitanti é circa del 91%, tra le piu alte del pianeta. Nella cittá di Merida l’Osservatorio Venezuelano sulla
Violenzaconferma che le morti violente da gennaio a maggio 2017 sono state 96. Secondo ONG Provea, nel
2015 c’è stato un aumento del 109% di casi di violazione del diritto alla vita nella zona di intervento e si è
registrato un aumento del 33.754% delle effrazioni rispetto all’anno precedente, e il 99,8% di queste è
avvenuto durante l’esecuzione di incursioni nei quartieri poveri.L’alto tasso di impunitá da partedelle auotiritá
pubbliche competenti, pari a circa il 85%, ha generato il deterioramento sociale e la fiducia nelle autoritá,
portando la popolazione a ricorrere al linciaggio di fronte a situazioni di violenza. Nel caso di Merida, la
media mensile nel 2017 é di circa 5 o 6 linciaggi al mese.
ElRincón(dove è situata la sede CISV 6187) è un quartiere di Merida. I bambini e i giovani beneficiari del
progetto provengono da quartieri limitrofi molto poveri, che hanno il nome di Chama, Caucaguita, Pueblo
Nuevo e BarrioNuevo,con una popolazione di circa 70.000 abitanti, caratterizzati da insicurezza e
disoccupazione. L’attività economicasviluppata è principalmente di tipo informale basata sumicroattività
come la vendita di cibo e bevande per strada, l’affitto di telefoni cellulari o la vendita di vestiti dovuta, oltre
alla situazione economica del Paese, anche al basso livello di istruzione dei suoi abitanti;infatti, la maggior
parte degli adulti sono analfabeti e privi di una formazione professionale. La popolazione residente è
prevalentemente giovane con alti livelli di diserzione scolastica, consumo di droghe e alcol e gravidanze
precoci.
Los Curos (dove è situata la sede CISV 116380) è un quartiere popolare nel quale vivono circa 32.000
persone in situazione di sovraffollamento (in media vivono circa tre nuclei familiari per ogni casa, dotata di
solo due o tre stanze), di insicurezza, conproblemi di approvvigionamento di acqua e luce (molto spesso
mancano per giorni interi o giornalmente 3/4 ore continue), inquinamento del suolo, dell’aria e delle falde
acquifere.La popolazione residente è caratterizzata da alti livelli di disoccupazione, diserzione scolastica,
gravidanze precoci, consumo di droghe e abuso di alcol. Le famiglie sono principalmente monoparentali con
casi diffusi di ragazze madri che hanno piú figli da relazioni diverse e che, abbandonate dai vari compagni,
devonopredersi cura da sole della loro prole. Le attività economiche principali sono di tipo informale, come la
vendita di cibo e bevande per strada, l’affitto di telefoni cellulari o la vendita di vestiti e scarpe, a causa del
basso livello di istruzione della popolazione (molti adulti sono analfabeti) e della mancanza di una
preparazione professionale.

Nel territorio di Merida, nei quartieri di El Rincon (sede 6187) e Los Curos (sede 116380) CISV interviene nel
settore Educazione e Tutela dell’Infanzia.
Il sistema educativo del territorio di Merida è articolato in scuole pubbliche e private che basano i loro
programmi sulle disposizioni del Ministero del Potere Popolare per l’Educazione. In particolare, nei quartieri
di nostro interesse per il progetto, esistono n° 5 scuole bolivariane (che sono soggette a determinati criteri e
sono pienamente finanziate dal Ministero), n° 2 scuole pubbliche non bolivariane e n° 2 scuole private,
finanziate principalmente da organizzazioni cattoliche. Nello Stato di Merida, in coerenza con i dati nazionali
riportati nell’ultimo censimento del 2011, la media dell'età della popolazione è di 27 anni e i giovani in età
scolare rappresentano circa il 50% della popolazione. Secondo la Fundación“ChokaLasManos” la diserzione
scolastica nello stato diMerida è rappresentata da un valore significativo: su 100 alunni che iniziano la scuola
primaria, solo 37 finiscono il sesto grado e il 97% di questi ultimi si iscrive al primo anno del ciclo basico
(settimo anno). Si evince che il 76% dei bambini iscritti a scuola abbandonano durante i primi sei anni della
scuola primaria. Dei 34 bambini che iniziano il successivo ciclo basico (3 anni), solo il 17% lo porta a termine
e di questi, solo il 10% arriva ad ottenere il titolo di educazione media. Le cose non sono migliorate nel
biennio 2016-2017, anzi, la crisi economica e l’aumento del tasso di povertà estrema hanno determinato un
aumento del ritardo scolastico.La grave situazione sopra descritta a livello nazionale, si rispecchia anche
nella realtà scolastica di Merida dove, come denunciato daMáximoBriceño,presidente del Sindicato de
Trabajadores de la Educación (Sinditem), l’anno scolastico 2015-2016 non terminerà con lo stesso numero
di matricole iniziali e in alcune realtà si arriverà a meno del 10% rispetto al numero di partenza. L’aumento
del fenomeno della diserzione scolastica ha sicuramente origine in diverse cause, dovute principalmente alla
crisi economica e sociale che sta vivendo il Paese, in cui i bambini in età scolare sono i più vulnerabili,
soprattutto quelli che appartengono alle fasce più povere: in ambito rurale infatti molti bambini non
frequentano le scuole durante i periodi di raccolta o semina, mentre nella città i bambini e gli adolescenti che
abbandonano la scuola entrano a far parte di bande che si dedicano alla microcriminalità e al narcotraffico. A
queste due cause si aggiunge la decisiva diminuzione della qualità di vita negli ultimi anni: la malnutrizione
incide negativamente sulla capacità di apprendimento dei bambini(secondo la ONG Bengoa, 4 bambini su
10 sono malnutriti); il contatto con i pesticidi e agrochimici, che gli stessi bambini utilizzano durante il lavoro
nei campi, aumenta il numero di deficienze intellettive nei bambini delle zone rurali; l’impossibilità economica
da parte delle famiglie di comprare tutti i materiali richiesti dalla scuola, comprese le divise scolastiche; la
partecipazione, da parte dei bambini per aiutare le loro famiglie, alle lunghe code fuori dai supermercati (che
sempre più spesso iniziano la sera prima o all’alba) per poter comprare gli alimenti base venduti a prezzi
regolati e accessibili. I bambini passano la maggior parte della loro giornata per strada: ciò nonostante non è
corretto definirli bambini “di strada” ma “in strada” in quanto la quasi totalità ha un rappresentante di
riferimento, sia esso un genitore o un parente stretto che si prende cura di loro, anche se non è in grado di
assisterli totalmente nella loro crescita. Sono quindi bambini vulnerabili, esposti al rischio di entrare, fin da
piccoli, in bande di strada dedite al narcotraffico o al microcrimine e alle lotte tra bande per il controllo del
territorio. Per le giovani venezuelane si aggiunge il fenomeno, sempre più in crescita, delle gravidanze
precoci, seguito dalla mortalità materna: la causa di queste morti si trova nella povertà e nella malnutrizione,
nelle difficoltà che le giovani madri incontrano nell’accedere ai centri di salute, alle medicine e alle vitamine;
a queste cause si aggiungono i casi in cui le adolescenti incinta si rivolgono a centri di salute clandestini per
sottomettersi ad aborti con procedimenti inadeguati che possono causare infezioni.
CISV e la Fundación Don Bosco operano principalmente nei quartieri di Los Curos e di ElRincón e con
giovani provenienti da Chama, Caucaguita, Pueblo Nuevo, BarrioNuevo e, grazie alla loro conoscenza del
territorio e della gente, avvicinano i bambini e i giovani (di età compresa tra i 6 e i 17 anni) per offrire loro
un’opportunità di crescita, riscatto sociale e sviluppo e, allo stesso tempo, di aiutare indirettamente le loro
famiglie e le persone che li circondano.Merida, come altre città venezuelane, vive il problema
dell’abbandono scolastico: come menzionato, solo il 37% finisce il sesto grado e il 97% di questi ultimi si
iscrive al primo anno del ciclo basico (settimo anno); il 76% dei bambini iscritti a scuola abbandonano
durante i primi sei anni della scuola primaria. Si stima che nei quartieri popolari di Merida (Chama,
Caucaguita, Pueblo Nuevo, BarrioNuevo) vivano 5.000 bambini. Di questi, circa il 70% sono difficili e violenti,
e spesso esclusi dalle strutture scolastiche. Le cause sono legate a molteplici elementi: la povertà delle
famiglie di origine, la densità di presenza di persone nelle singole case (nuclei famigliari allargati in un unico
spazio), esperienze di abbandono, maltrattamento, violenza, aggressione ed umiliazione da parte delle
famiglie. Spesso i bambini crescono senza figure di riferimento perché sono stati abbandonati da uno dei
due o da entrambi i genitori rimanendo sotto le cure di parenti, o perché le persone che si prendono cura di
loro sono parzialmente assenti e, molte volte, sono loro stesse vittime di violenza, abusi o soffrono di
problemi di droga. Il problema esiste anche per quanto riguarda gli adolescenti (15-20 anni): si rileva che il
45% circa degli adolescenti che vivono nei quartieri popolari sopra citatisono esclusi o rifiutati dacentri di
formazione formali a causa dei loro ritardi accademici e del loro comportamento aggressivo.
Per questo si rivela fondamentale organizzare luoghi di accoglienza per bambini e adolescenti in cui dare
loro lo spazio e le giuste cure per una crescita meno disagiata, e fornire proposte di formazione per il
reinserimento di casi difficili, per dare loro un’occasione di professionalizzazione. Per questo esistono realtà,
come la Fundacion Don Bosco, che ospita bambini che vivono forti disagi in una Casa Famiglia, fornendo
loro supporto per tutto ciò che riguarda la loro crescita psico-sociale. Offre ai bambini assistiti una corretta e
bilanciata alimentazione che spesso manca, accompagnamento scolastico, attività extrascolastiche, cura e
igiene personale, etc. La Fundacion Don Bosco ha inoltre un Centro di Formazione giovani rivolto ad
adolescenti, che propone una dinamica di integrazione ed avvicinamento graduale, per poi proporre attività
culturali, associative e sportive nel tentativo di offrire un nuovo modello di socializzazione e successivamente
corsi professionali. Il 90% degli utenti del Centro di Formazione è nella condizione di esclusione sopra
descritta, non potendo così accedere a strutture formative; molti di questi ragazzi e ragazze soffrono di
problemi di dipendenza da alcol o da sostanze stupefacenti. Tra questi, il 50% ha avuto a che fare con la
polizia e un 20% ha denunce a suo carico (principalmente dovute a violenza, furti, spaccio di droga) ed è
schedato presso il Tribunale dei Minori. Per le ragazze si aggiunge in molti casi la condizione di ragazza
madre, lasciata sola dal compagno e senza nessun sostegno o mezzo per poter crescere il figlio. Come si
accennava in precedenza, le condizioni dei bambini di Merida, e del quartiere Los Curos in particolare in cui
si stima la presenza di circa 7.500 bambini, soffrono di malnutrizione scarse condizioni igienico sanitarie e
mancanza di cure mediche a causa della condizione di povertà e isolamento delle famiglie di appartenenza.
Si stima che il 40% dei bambini del quartiere Los Curos vivano in famiglie povere in cui si fa abuso di
sostanze e droghe, e in cui sono presenti fenomeni di violenza intrafamigliare. Le famiglie spessosono di tipo
monoparentale, con al centro quasi sempre la madre che ha dovuto assumersi da sola la responsabilità e la
cura dei bambini. I rappresentanti responsabili del bambino sono, in generale, persone di basso reddito, che
hanno vissuto episodi dimaltrattamento e abbandono, con livelli scolastici molto bassi, aggravati da problemi
di salute e di promiscuità; molto spesso infatti le famiglie sono composte da più figli, nati da differenti
relazioni. La maggior parte delle famiglie vive in case dotate di scarse condizioni igieniche, con poche stanze
sovraffollate,da cui la mancanza di privacy: molto spesso i bambini si trovano ad assistere a scene non
adatte alla loro età (consumo di droga, alcol o scene di sesso). Questo clima familiare non idoneo alla
crescita di un bambino rischia di metterne in pericolo l’integrità fisica e morale; inoltre, la maggior parte dei
bambini frequenta in modo irregolare le attività scolastiche (circa il 50% di loro abbandona la scuola sin dai
primi anni). Per questo esistono centri che cercano di dare risposte a bisogni di base fornendo un adeguato
sviluppo psicofisico ed emotivo a bambine e bambini, come “El Jardin de la Esperanza” con cui CISV lavora,
che offre un’attenzione integrale (salute, educazione, ricreazione, cultura, psicologico, emotivo e spirituale) a
minori tra i 6 e i 14 anni del quartiere Los Curos.Il Centro è dotato di figure di riferimento come psicologi,
assistenti sociali, etc. che lavorano con le famiglie dei bambini per aiutarle ad assumere con responsabilità e
consapevolezza il ruolo genitoriale e accompagnare i bambini in una crescita sana e completa.

Per la realizzazione del presente progetto CISV collaborerà con i seguenti partner:
Fundación Don Bosco
La Fundación Don Bosco è una fondazione che si occupa di proteggere bambini e giovani che si trovano in
una situazione di pericolo e vulnerabilità; a tal fine realizza attività educative, di solidarietà e prevenzione per
promuovere un graduale reinserimento dei bambini e degli adolescenti nella propria famiglia e nella società.
Nello specifico gestisce una Casa Famiglia per bambini che vivono situazioni di rischio a livello familiare
(povertà, droga, violenza…) e un Centro di Formazione per adolescenti emarginati esclusi o rifiutati da altri
centri di formazione formali a causa dei loro ritardi accademici e del loro comportamento aggressivo. La
relazione dellaFundaciónDon Bosco con CISV è iniziata nell’anno 2003 con varie attività e progetti
sviluppati, in maniera congiunta, in favore dell’infanzia nella regione andina. Ad esempio, nel 2011 si è
concluso un progetto finanziato dall’Unione Europea rivolto ai bambini accolti nel centro e alle loro famiglie
che ha permesso la creazione della rete di Difesa dei Diritti dei bambini dello Stato Merida.
Nel 2010 la Fundación Don Bosco in collaborazione con CISV ha intrapreso nuove attività in questo ambito
promuovendo l’apertura di una casa di accoglienza diurna per bambini e bambine. Tra i programmi
realizzati, si segnala:
 Programma Casa Famiglia:ospita in maniera residenziale, dal lunedì al venerdì, 28 bambini per dare
     una risposta ai loro bisogni fisici, biologici e sociali, allontanandoli dagli ambienti negativi che vivono
     nelle loro famiglie e nella strada e per riscattarli dalle situazioni di abbandono ed esclusione sociale in
     cui si trovano. La struttura si occupa a 360° dei loro bisogni, lavorando al contempo con i nuclei di
     origine, avendo come obiettivo ultimo il reinserimento sociale dell’intero gruppo, e la creazione di buoni
     cittadini di domani.
 Centro di formazione giovani: offre una proposta educativa alternativa a 55 ragazzi esclusi sia dal
     sistema scolastico che dal mondo lavorativo. I corsi, riconosciuti dal Ministero dell’Istruzione, formano i
     giovani ad acquisire competenze ed a ottenere una formazione professionale al fine di poter entrare nel
     mondo del lavoro e ottenere una possibilità di riscatto e inserimento sociale. Ogni anno circa 75 ragazze
     e ragazzi ottengono l’attestato di frequenza. Nell’ultimo anno tra i corsi di formazione si elencano: corsi
     di cucina, corsi di computer, corsi di lavorazione dell’argilla e di creazione di sculture, corsi di
     parrucchiera, corsi di cameriere, corsi di gestione di orti, corsi di segreteria.
 Programma Adulti/Famiglia: propone un programma di inserimento lavorativo per le persone adulte
     che vivono nel quartiere ElRincòn, in cui è ubicata ed opera laFundación Don Bosco, e per i famigliari
     dei bambini che frequentano il centro. Il programma ha l’obiettivo di formare circa 40 persone l’anno per
     dar loro la possibilità di trovare un lavoro e contribuire a mantenere le proprie famiglie e figli.
 ElJardín de la Esperanza: associazione della società civile senza scopo di lucro che lavora per un
     supporto integrato ai giovani, in particolare quelli a rischio, negli ambiti della salute, dello studio, della
     cultura, dell’affettività, etc. Si rivolge nello specifico a bambine che vivono nel quartiere popolare di Los
     Curos, una delle zone dove sono presenti il maggior numero di fattori di rischio per i bambini e gli
     adolescenti. Il progetto offre uno spazio diurno di vari servizi per 14 bambine, con momenti formativi,
     attenzione medica, alimentare e della gestione del tempo libero e di supporto alle attivitá scolastiche. La
ONG appoggia la struttura con i volontari che si impegnano nel contribuire a seguire le bambine e a
    costruire momenti utili alla loro, appoggiando il personale nelle attività quotidiane e relazionandosi con
    chi frequenta il centro.

Merida (sede 6187)
Destinatari diretti:
      28 bambini e adolescenti di età compresa tra i 6 e i 14 anni, ospiti presso la Casa famiglia della
         Fundación Don Bosco;
      55 giovani esclusi dal sistema educativo formale del Centro di Formazione giovani della Fundación
         Don Bosco;
      40 giovani adulti iscritti al Programma Adulti/Famiglia della Fundación Don Bosco
      il personale impiegato nella Fundación Don Bosco (30 persone).
In totale sono 153 beneficiari diretti.

Beneficiari:
    le famiglie di origine dei bambini, adolescenti e giovani (325 persone) e circa 55 famiglie degli adulti
       del programma Adulti/Famiglia (440 persone), per un totale complessivo di 765 beneficiari.

Merida (sede 116380)

Destinatari diretti:
    25 bambine di età compresa tra gli 8 e i 13 anni che frequentano il Centro diurno Jardin de la
       Esperanza;
    32 bambini della Casa Famiglia della Fundacion Don Bosco
    100 adolescenti del Centro di Formazione adolescenti

Beneficiari:
    le famiglie delle bambine coinvolte e le rispettive famiglie del quartiere, per un totale di 12 famiglie e
       circa 96 persone.

OBIETTIVI DEL PROGETTO
MERIDA (CISV - 6187)
    Diminuire del1% (circa 57 bambini) il numero di bambini esclusi dalle strutture scolastiche attraverso
      l’inserimento nelle attività della Fundacion Don Bosco attraverso un programma educativo e
      psicologico personalizzato che li supporti nell’apprendimento, nel loro percorso scolastico e che gli
      permetta di reinserirsi nella società, con l’aiuto di personale specializzato.
    Diminuire l’abbandono scolastico per 100 adolescenti (il 1,2%del totale)attraverso una proposta
      pedagogica graduale e inclusiva basata su un approccio multidisciplinare (attenzione al
      comportamene socio emozionale) e a un programma didattico adeguato al loro livello accademico,
      con l’aiuto di personale specializzato.
    Attraverso il loro inserimento in un programma di orientamento sociale e dei corsi di formazione
      lavorale 100 adolescenti dei quartieri popolari (Chama, Caucaguita, Pueblo Nuevo,
      BarrioNuevo)migliorano la loro qualità della vita, con l’aiuto di personale specializzato.

MERIDA (CISV 116380)
   Fornire a 25 bambineun programmadi attenzione dal punto di vista alimentare, di igiene quotidiana e
      di cura integrale in tema di salute presso il Centro El Jardin de la Esperanza
   Offrire a 25 bambine un programma psicopedagogico personalizzato al fine di supportarle nel
      percorso scolastico e migliorare le loro capacità di socializzazione con i coetanei
   Offrire alle famiglie di 25 bambine un programma di accompagnamento, con l’aiuto dello psicologo e
      dell’assistente sociale, che le aiuti a prendere coscienza del loro ruolo genitoriale e delle
      responsabilità che hanno nei confronti dei loro bambiniper diminuire il tasso di violenza intrafamiliare

COMPLESSO DELLE ATTIVITA’ PREVISTE PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI

MERIDA (CISV 6187)
Azione 1. Elaborazione ed esecuzione di un programma di appoggio psicologico, pedagogico e didattico,
adeguato alla situazione di partenza e al reale livello accademico dei 32 bambini della Casa Famiglia della
Fundacion Don Bosco
    1. Organizzare attività di appoggio scolastico attraverso sessioni di lettura, scrittura e ragionamento
       logico
2. Organizzare attività di sostegno nella realizzazione dei compiti assegnati dalla scuola di
       appartenza dei bambini
    3. Appoggiare le attivitá di ascolto e consulenza psicologiche per i bambini della Casa famiglia
    4. Creare e mantenere relazioni costanti con i docenti delle differenti scuole formali frequentate dai
       bambini
    5. Elaborare progetti individualizzati basati su un approccio multidisciplinare (attenzione al
       comportamente socio emozionale) per i bambini che frequentano il Centro ed elaborare ed
       eseguire una valutazione semestrale
    6. Organizzare attività extra curricolari all’interno del Centro, come corsi di informatica e di sviluppo di
       attività manuali
    7. Organizzare ed eseguire, durante l’anno, attivitá ricreative e formative come campeggi, momenti
       comunitari, passeggiate, visite a musei, biblioteche e parchi
    8. Organizzare ed eseguire durante l’anno attività ricreative e formative volte allo sviluppo e al
       rafforzamento di valori quali: la lealtà, il lavoro di squadra, l’accettazione di limiti propri e degli altri, la
       gestione delle emozioni e la fraternità.
    9. Organizzare un Centro Estivo annuale, durante le vacanze estive scolastiche

Azione 2 Elaborazione ed esecuzione di un programma di appoggio psicologico, pedagogico e didattico,
adeguato alla situazione di partenza e al reale livello accademico dei 100 adolescenti del Centro di
Formazione adolescenti
    1. Elaborare un programma di appoggio scolastico attraverso attivitá di lettura, scrittura e
       ragionamento logico e appoggiare il personale nella gestione della condotta dei ragazzi
    2. Pianificare un programma di approccio multidisciplinare (attenzione al comportamento socio
       emozionale) di ascolto e consulenze psicologiche per i ragazzi del Centro di Formazione
    3. Mantenere i rapporti con i docenti delle differenti scuole di appartenenza degli adolescenti e
       sostenerli nell’appoggio psicopedagogico
    4. Elaborare i progetti individuali dei ragazzi che frequentano il Centro ed elaborare una valutazione
       semestrale.
    5. Organizzare attività extra curricolari all’interno del Centro, come corsi di informatica, ceramica,
       falegnameria e giardinaggio e sviluppo di attività manuali
    6. Organizzare durante l’anno attivitá come campeggi, momenti comunitari, passeggiate, visite a
       musei, biblioteche, parchi, etc.
    7. Organizzare ed eseguire durante l’anno attività ricreative e formative volte allo sviluppo e al
       rafforzamento di valori quali: la lealtà, il lavoro di squadra, l’accettazione di limiti propri e degli altri,
       la gestione delle emozioni e la fraternità.
    8. Organizzare un Centro Estivo annuale, durante le vacanze estive scolastiche

Azione 3 Elaborazione ed esecuzionedi un programma di sensibilizzazione sulle tematiche di abuso di
droghe e alcool e elaborazione di un programma di orientamento sociale e corsi di formazione al lavoro
    1. Elaborare e condurre un diagnostico del profilo sociale, culturale e famigliare degli adolescenti
    2. Individuare, insieme allo psicologo, i casi su cui interventire ed elaborare un piano di azione.
    3. Elaborare ed eseguire, insieme allo psicologo,un piano di intervento e di lavoro di gruppi per
       affrontare i casi selezionati
    4. Appoggiare il lavoro dell’assistente sociale nelle visite familiari ed appoggio strategico e psicologico
    5. Organizzare interventi di sensibilizzazione e di informazione sulle conseguenze dell’uso di alcool e
       di sostanza stupefacenti
    6. Organizzare occasionalmente attivitá come campeggi, convivenze, passeggiate, visite a musei,
       biblioteche, parchi, etc.

MERIDA (CISV 116380)
Azione 1.Realizzare un programma alimentareannuale per garantire una dieta sana e bilanciata, offerta alle
25 bambine con l’appoggio tecnico di una nutrizionista
    1. Elaborare i menù giornalieri, in particolare per curare l’alimentazione dei bambini che hanno
       problemi di salute (Diabete, denutrizione, obesitá, parassiti), in accordo con un medico nutrizionista.
    2. Organizzare i pasti quotidiani in base ad una sana alimentazione ed elaborare diete alternative in
       base ai prodotti che si riescono a reperire nei mercati.
    3. Stabilire e applicare criteri di igiene e sicurezza nell’ambiente della cucina e nel centro in generale,
       in base alle normative della LOPCYMAT(Legge organica di prevenzione e sicurezza nell’ambiente
       lavorativo)
    4. Organizzare momenti formativi per tutto il personale del Jardín de la Esperanza nell’area di
       nutrizione, attraverso conferenze e laboratori in base alle normative di IAANEM (Istituto Autonomo di
       Alimentazione e Nutrizione dello Stato Merida).
    5. Promuovere e motivare al consumo di frutta e verdura per una sana alimentazione
6. Organizzare trimestralmente attività per i genitori sulle abitudini di un mangiare sano, attraverso
       incontri informativi e formativi con la nutrizionista.
    7. Realizzare un orto urbano nella sede per promuovere il consumo di verdure e coscientizzare sui loro
       processi di produzione.

Azione 2. Elaborare e promuovere un programma di appoggio psicopedagogico, pastorale e ricreativo per
il rafforzamento accademico, l’autonomia individuale, il miglioramento della convivenza sociale e la
organizzazione del tempo libero, per le25 bambine seguite dal progetto.
     1. Programmare e tenere riunioni del gruppo di lavoro multidisciplinare, secondo le necessità.
     2. Elaborare i progetti individualizzati per i partecipanti del Centro e metterli in pratica.
     3. Valutare semestralmente i progetti individualizzati.
     4. Progettare e realizzare le attività extracurriculari del Centro (ricreative, sportive, celebrazioni speciali,
         etc...).
     5. Promuovere disciplina e abitudini di igiene personale per le 16 bambine attraverso un piano
         giornaliero di pulizia (lavaggio delle divise, docce, pulizia, taglio delle unghie, lavaggio dei denti,
         controllo dei pidocchi, orientamento igienico nello sviluppo, etc.).
     6. Garantire appoggio scolastico attraverso attività di lettura, scrittura e ragionamento logico, realizzate
         dal personale del progetto.
     7. Programmare e registrare le visite ai centri educativi dove studiano i partecipanti al progetto per
         verificare il monitoraggio dei casi.
     8. Realizzare consulte psicologiche per i partecipanti adulti e personale del Centro.
     9. Organizzare momenti formativi di aggiornamento tecnico e professionale per il personale del Centro
     10. Organizzare occasionalmente attività come campeggi, convivenze, passeggiate, visite a musei,
         biblioteche, parchi, etc.
     11. Organizzare un Centro Estivo annuale.

Azione 3. Realizzare un programma di attenzione integrale nella salute realizzato da medici specialisti per
le 25 bambine seguite dal progetto.
    1. Mantenere e aggiornare i contatti con realtà pubbliche e private in tema di salute (Centro
        Diagnostico Integrale, medici, cliniche, ambulatori e Croce Rossa).
    2. Verificare costantemente la situazione medica dei bambini selezionati attraverso consulte generali
        fatte dal personale medico volontario e istituzioni pubbliche e private.
    3. Pianificare consulte per il controllo periodico con psichiatri, pediatri, odontologi e altri specialisti,
        secondo le necessità dei bambini seguendo un cronogramma.
    4. Acquisire prodotti medici secondo necessità, attualizzare e mantenere la cassetta di pronto
        soccorso.
    5. Progettare e tenere periodicamente laboratori di educazione, di sessualitá e igiene.
    6. Accompagnare genitori con strategie per il miglioramento della salute.
    7. Progettare e tenere attività per i bambini e adulti sull’alimentazione bilanciata (piatto salutare in
        maniera dinamica e con esperienza vivenziale).
    8. Coinvolgere le famiglie nelle cure mediche dei bambini

Azione 4.Pianificare e promuovere un programma di attenzione che coscientizzi la famiglia e appoggi lo
sviluppo biopsicosocioculturale delle bambine coinvolte nel progetto.
     1. Elaborare il programma famiglia.
     2. Progettare, organizzare e tenere incontri periodici con i genitori dei bambini.
     3. Progettare, organizzare e svolgere attività ricreative, convivenze per celebrare i principali giorni
        festivi, coinvolgendo le famiglie.
     4. Organizzare incontri con le famiglie per rilevare necessità e/o problemi

Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto:
MERIDA (CISV 6187)
I volontari/e in servizio civile n°1 - 2 saranno di supporto nelle seguenti attività:
      Partecipazione alle attività di formazione, animazione e sostegno per i 32 bambini della Casa
         famiglia
      Partecipazione alle attività di sostegno scolastico e didattico per i 100 adolescenti del Centro di
         formazione giovani
      Collaborazione nella realizzazione dei corsi di, informatica, ceramica, falegnameria e giardinaggio
         per i 100 adolescenti del Centro di formazione
      Supporto all'organizzazione e realizzazione di 4 laboratori ludico-culturali per i 100 adolescenti del
         Centro di formazione
      Appoggio al lavoro psicologico sui temi delle dipendenze di droghe e alcool.
      Appoggio al lavoro dell’assistente sociale nelle visite familiari e appoggio strategico e psicologico
   Affiancamento agli operatori della Casa Famiglia nelle dinamica quotidiana
       Appoggio alle attività della mensa interna e i servizi generali di pulizia ed igiene personale
       Appoggio nella creazione e nello svolgimento di attività formative e ricreative nelle tematiche scelte
        in collaborazione con il personale della struttura.
       Appoggio nella realizzazione di attività esterne, quali visite, passeggiate e attività ludico-ricreative in
        generale.
       Collaborazione nella progettazione e nella gestione del centro estivo.

MERIDA (CISV 116380)
Il volontario/a in servizio civile n°1 sarà di supporto nelle seguenti attività:
      Supporto alla progettazione del programma familiare
      Supporto all'organizzazione e partecipazione ai corsi di formazione per il personale sui temi
         dell’ideazione e della programmazione di nuovi interventi e dell’auto sostentamento.
      Supporto alla programmazione e progettazione di nuovi interventi nell’ambito dell’infanzia e dei diritti
         umani
      Supporto alla realizzazione di incontri con 8 persone appartenenti a Jardin de la Esperanza e ad
         altre organizzazioni a lei associate per l’elaborazione di strategie di intervento nei confronti dei
         minori e dei loro genitori.
      Collaborazione alla realizzazione di incontri di sensibilizzazione e di formazione per i diversi attori
         del progetto
      Collaborazione nelle dinamica interna del Centro, in particolare i momenti dei pasti e delle attività
         ludico ricreative
      Appoggio nelle attività dell’orto urbano
      Supporto alle attività di igiene personale delle bambine e le visite mediche specialistiche

Il volontario/a in servizio civile n°2 sarà di supporto nelle seguenti attività:
      Affiancamento nel supporto scolastico di bambine/i del centro
      Collaborazione nella elaborazione, organizzazione e realizzazione di attività di animazione socio-
         comunitaria, con i bambini
      Supporto nella realizzazione di attività sportive e ricreative con bambini
      Collaborazione alla realizzazione di attività e laboratori di manualità e animazione nelle scuole
      Supporto alla realizzazione di incontri di sensibilizzazione e di formazione sul ruolo dei genitori
      Supporto alle attivitàdi escursioni e passeggiate a fine pedagogico e ricreativo
      Collaborazione alle attivitàdel centro estivo
      Supporto alle attività quotidiane del Centro, in particolare i momenti dei pasti e delle attivitàludico
         ricreative

REQUISITI RICHIESTI AI CANDIDATI PER LA PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA
Si ritiene di suddividere i requisiti che preferibilmente i candidati devono possedere tra generici, che tutti
devono possedere, e specifici, inerenti gli aspetti tecnici connessi alle singole sedi e alle singole attività che i
Volontari andranno ad implementare.

Generici:
    Esperienza nel mondo del volontariato;
    Conoscenza della Federazione o di uno degli Organismi ad essa associati e delle attività da questi
        promossi;
    Competenze informatiche di base e di Internet;

Specifici:
30.1MERIDA (CISV 6187)
volontario/a n°1/2:
     Preferibile conoscenza della lingua spagnola
     Preferibile esperienza nell'ambito dell’animazione socio culturale e/o nell'ambito di attività sportive e
        ricreative
     Preferibile esperienza nell'ambito dell'assistenza sociale/psicologia o materie affini

30.2 MERIDA (CISV 116380)
volontario/a n°1:
     Preferibile formazione universitaria in ambito educativo e formativo
     Preferibile conoscenza della lingua spagnola
volontario/a n°2:
     Preferibile formazione universitaria in ambito sociologico
     Preferibile conoscenza della lingua spagnola
ULTERIORI INFORMAZIONI ORGANIZZATIVE
NUMERO ORE DI SERVIZIO SETTIMANALI DEI VOLONTARI: 35

GIORNI DI SERVIZIO A SETTIMANA DEI VOLONTARI: 5

MESI DI PERMANENZA ALL’ESTERO: I volontari in servizio civile permarranno all’estero mediamente 10
mesi

EVENTUALI PARTICOLARI OBBLIGHI DEI VOLONTARI DURANTE IL PERIODO DI SERVIZIO:
Ai volontari in servizio, su tutte le sedi, si richiede:
  elevato spirito di adattabilità;
  flessibilità oraria;
  eventuale svolgimento del servizio anche durante alcuni fine settimana;
  attenersi alle disposizioni impartite dai responsabili dei propri organismi e dei partner locali di
      riferimento, osservando attentamente le indicazioni soprattutto in materia di prevenzione dei rischi
      sociali, ambientali e di tutela della salute;
  comunicare al proprio responsabile in loco qualsiasi tipo di spostamento al di la di quelli già
      programmati e previsti dal progetto;
  partecipazione a situazioni di vita comunitaria;
  I volontari sono tenuti ad abitare nelle strutture indicate dall’Ente;
  rispettare i termini degli accordi con le controparti locali;
  partecipare a incontri/eventi di sensibilizzazione e di testimonianza ai temi della solidarietà
      internazionale al termine della permanenza all’estero;
  scrivere almeno tre (3) articoli sull’esperienza di servizio e/o sull’analisi delle problematiche settoriali
      locali, da pubblicare sul sito “Antenne di Pace”, portale della Rete Caschi Bianchi;
  partecipare ad un modulo di formazione comunitaria e residenziale prima della partenza per l’estero.
  partecipare alla valutazione finale progettuale
  Si richiede di utilizzare i giorni di permesso all’interno delle ferie collettive previste dal partner locale.
  Si richiede di attenersi alle disposizioni impartite dai responsabili dei propri organismi e dei partner
      locali di riferimento in materia di sicurezza.

PARTICOLARI CONDIZIONI DI DISAGIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL
PROGETTO
Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari impiegati all’estero nelle sedi del presente progetto sono
soggetti alle seguenti condizioni di disagio:
     il disagio di ritrovarsi immersi in una realtà diversa da quella conosciuta e non avere le giuste
        coordinate per comprenderla, per capire come relazionarsi e comportarsi sia nei confronti delle
        controparti locali che delle istituzioni locali;
     il disagio di dover utilizzare quotidianamente particolari accorgimenti sanitari resi necessari dal
        vivere in territori in cui sono presenti patologie endemiche (malaria, aids e/o tubercolosi, ..)
     il disagio di ritrovarsi in territori in cui le condizioni climatiche possono, in certe situazioni, ostacolare
        o/e ritardare le attività previste dal progetto
     il disagio di vivere in territori dove le comunicazioni telefoniche ed il collegamento internet non è
        sempre continuo ed assicurato

PARTICOLARI CONDIZIONI DI RISCHIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL
PROGETTO

Rischi politici e di ordine pubblico
MICROCRIMINALITÀ: La situazione generale permane estremamente precaria, con episodi di criminalità
largamente diffusi che si verificano con sempre maggiore frequenza. Si registrano numerosi casi di rapine a
mano armata a danno di visitatori stranieri, talvolta con esiti tragici, oppure sequestri a scopo di estorsione
(che hanno coinvolto anche cittadini italiani residenti). Si segnalano frequenti tentativi d’estorsione ai danni di
turisti stranieri, anche da parte di persone che vestono le uniformi delle forze di sicurezza o di altri organismi
pubblici. Episodi del genere sono stati segnalati anche negli aeroporti, soprattutto a quello di Maiquetía, il
principale del Paese.
MANIFESTAZIONI DI PROTESTA/SOMMOSSE: Frequenti sono le manifestazioni di protesta, con
accresciuta intensità negli ultimi mesi, degenerate in scontri e gravi disordini, con tanto di vittime. Si invitano i
connazionali presenti nel Paese a mantenere un atteggiamento ispirato alla massima prudenza, ad evitare
ogni possibile assembramento o manifestazione e a mantenersi sempre aggiornati sull’evoluzione della
situazione
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