ALL YOU NEED IS CASH - WB Advisors

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GIUGNO 2019

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Outlook Analytics 07-08 2019

WB PERSPECTIVES 2018
L’Outlook di strategia sui
mercati è realizzato da
WB Analytics

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WB ADVISORS
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20100 MILANO

CHIEF INVESTMENT ADVISOR
Wlademir Biasia

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MOUNT HOTEL,BRETON WOODS, NEW HAMPSHIRE 1 JULY 1944
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Sono sempre le banche centrali il braccio armato della geopolitica che governa il mondo.                                 Wlademir Biasia

Il Mount Hotel assomiglia incredibilmente al Timberline Lodge a Mount Hood, nell’Oregon, luogo in cui Stanley Kubrick ha
sceneggiato il libro di Stephen King Shining. In realtà il Mount Hotel ha ospitato uno degli eventi più significativi della storia
economica contemporanea: Bretton Woods.

Nel New Hampshire si riunirono nel luglio del 1944, dopo pochi giorni dal D-Day, i rappresentanti di 44 paesi in un simposio
organizzato da Hans Morgenthau, potente segretario al Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, per scrivere un Nuovo Ordine
Monetario Globale. Gli accordi che furono raggiunti in quella storica conferenza hanno fatto sì che il suo nome evochi gli anni di
stabilità e progresso seguiti alla guerra. Gli esiti della conferenza costituirono l'anello strutturale di un ambizioso progetto
geopolitico, messo a punto dal ministero del Tesoro degli Stati Uniti e teso a ridimensionare drasticamente il Regno Unito,
considerato allora come un rivale economico e politico. Al centro della vicenda si situano le due figure antitetiche di John Maynard
Keynes, il grande economista inglese, e di Harry Dexter White, il perseverante economista statunitense, membro del Dipartimento
del Tesoro americano. White fu l‘artefice della centralità del dollaro nel sistema monetario mondiale. Il durissimo scontro fra
Keynes e White fu al centro della conferenza. Si trattava di decidere se riservare un ruolo centrale alla sterlina o trasferirlo al
dollaro in un sistema rigido basato sul rapporto tra questo e l’oro e tassi di cambio fissi per ogni altra moneta, come venne
appunto sancito dagli accordi di Bretton Woods.
La convertibilità del dollaro in oro aveva l’obbiettivo di stabilizzare il sistema finanziario, disincentivare le speculazioni, impedire
crisi simili a quella del ’29. In pratica possedere un dollaro significava possedere oro. Il sistema impediva agli Stati Uniti e a ogni
paese di creare moneta a proprio gradimento, per farlo dovevano possedere oro in proporzione alla nuova moneta emessa.

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E’ la ragione per cui il 15 agosto 1971 a Camp David, il Presidente Richard Nixon annuncia la fine della convertibilità del dollaro
in oro. E’ la fine di Bretton Woods e della insostenibile stabilità del regime monetario che aveva consentito la grande crescita del
secondo dopoguerra.

La necessità degli Stati Uniti di finanziare il debito e creare nuova moneta refrazionando il sistema, condusse alla conclusione della
centralità aurea e la nascita di un sistema fluttuante da cui deriverà lo sviluppo della nuova finanza.

Nel mondo ci sono stati altri tentativi di ordinare la fluttuazione delle monete con vari programmi. Le esperienze più note ed a noi
vicine, sono quella del Serpente Monetario e dello SME. La prima si conclude con l’uscita tra il 1973 e il 1974 della Gran
Bretagna, dell’Irlanda, dell’Italia e della Francia, si circoscrisse ad una “zona del marco” (Germania, Benelux e Danimarca). Le
ripetute crisi valutarie e la moltiplicazione esponenziale dei prezzi del petrolio da meno di 4 usd/bar nel 1971 a 40 usd nel 1980
produssero andamenti divergenti delle principali variabili economiche all’interno dei paesi europei.

Nel 1978 la risoluzione del 5 dicembre del Consiglio europeo rifondò lo SME a cui aderirono tutti i paesi allora membri della CEE,
compreso il Regno Unito, che però rimase in posizione marginale, senza cioè partecipare ai meccanismi di funzionamento del
nuovo accordo monetario. Elemento centrale del sistema fu la moneta di conto denominata European Currency Unit, ECU.
L’Ecu fu utilizzato dalle banche centrali nei seguenti modi: a) come moneta di conto per il meccanismo di cambio; b) come base
per l’indicatore di divergenza dei cambi; c) come denominatore per le operazioni relative ai meccanismi di intervento e di credito;
d) come mezzo di regolamento tra le autorità monetarie della CEE.

Le banche centrali conferirono il 20% delle loro riserve in oro e in dollari sotto la forma tecnica di swaps a tre mesi, rinnovabili e
alla pari con lo scudo, seguendo precisi criteri di valutazione sia al fixing di Londra per l’oro, sia al corso di mercato per il dollaro.

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Nel 1992, a seguito del Trattato di Maastricht e dell’allora volontà della Germania di mantenere una politica monetaria restrittiva
in ossequio ai timori per l’inflazione, il mercato tornò ad esercitare nuove pressioni sul sistema che entrò definitivamente nel caos
speculativo a settembre dello stesso anno, determinando la svalutazione della lira e della sterlina.

L’euro nasce dalla crisi del Sistema Monetario Europeo e dalla cessione della sovranità monetaria dei paesi aderenti verso un
nuovo ordine monetario. E’ stato messo sin dall’inizio a dura prova con la flessione del cambio contro dollaro da 1,17 (quotazione
di esordio 02/01/1999 sino ai minimi segnati il 26 ottobre del 2000 a 0,8229 eur usd.

In seguito rivalutò sino a raddoppiare valore contro la divisa americana (22/04/2008 1,6022 massimo storico). Gli eventi
finanziari ed economici che hanno sconvolto il mondo nell’ultimo ventennio ha contribuito a sostenere la volatilità dei tassi di
cambio sempre più manovrati da guerre commerciali per la crescita economica e la supremazia geopolitica.
Il RumblingWorld, il megaciclo di transizione, è stato caratterizzato da almeno tre grandi crisi finanziarie ed altre minori: Dot.com -
Twin Towers 2000-2, Subprime 2008, Debiti Sovrani 2011-12. Queste crisi hanno causato ampi movimenti in tutti i segmenti del
mercato: equity, bond, commodity, tassi e valute.

Come sappiamo le banche centrali hanno fatto fronte unico verso queste crisi,
sincronizzando azioni di politica monetaria molto aggressive: dopo la prima del 2000,
contrastata con robusti tagli dei tassi voluti da Greenspan, i regulators hanno programmato
una lunga teoria di stimoli ancora attiva. La Fed ha immesso liquidità acquistando bonds,
incrementando il proprio bilancio per un volume pari al 18% del GDP Usa, la BCE ha
contestualmente aumentato il bilancio per effetto delle equivalenti manovre nella misura del
40% del GDP dell’Eurozona. Dopo un decennio di interventi la crisi non appare ancora
domata. A settembre sono attese nuove importanti misure. La storia continua.

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Nonostante gli straordinari interventi monetari a sostegno dell’economia globale, operati con una rotazione sincronizzata, la
crescita e l’inflazione rimangono al di sotto degli obbiettivi attesi. Si teme un ritorno alla deflazione. In Europa i sostegni monetari
non sono stati associati a stimoli fiscali. Lo stock globale del debito è aumentato sensibilmente, mentre la crescita dagli inizi del
2018 ha perso progressivamente momentum in Germania ed a seguire nell’Eurozona. Oggi l’economia core risulta prossima alla
recessione.
Nell’estrema sintesi queste sono le ragioni per cui i
mercati attendono un nuovo round di interventi.
Essi rischiano, tuttavia, di essere efficaci soltanto sul fronte
della repressione del debito. Hanno, ovvero, la forza di
reprimere ancora i tassi ed alleviare i conti pubblici nei
costi di servizio per il debito.

Per questa ragione si richiede un cambiamento di rotta
nelle politiche fiscali, cioè passare da un regime restrittivo
ad uno molto più accomodante, a partire dalla Germania
stessa.
I mercati obbligazionari peseranno pertanto
maggiormente le linee di policy implementate dalla
banche centrali e quelli azionari metteranno a confronto
le prime con gli auspicabili interventi fiscali: si guarderà ai
bond come ulteriore ambito di opportunità e ai mercati
equity come vera sfida per superare i nuovi venti di crisi.

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Su tali angolazioni, in primavera abbiamo pubblicato uno studio sulle prospettive dei rendimenti relativi ai bond governativi per
mettere a fuoco il differenziale tra il 10 anni USA rispetto all’analogo 10 anni Germania. Gli strumenti, oltre a rappresentare per il
mercato obbligazionario globale un benchmark, sono alla base del rapporto di attrazione dei flussi in direzione delle rispettive
monete.

L’obbiettivo inoltre era quello di comprendere attraverso l’analisi della curva le informazioni sulle aspettative del ciclo economico in
un momento in cui la crescita Usa era, secondo l’opinione generale, percepita ancora forte ed in aggiunta la banca centrale
discuteva su ulteriori rialzi dei tassi. In Germania invece il censimento dei dati macro economici mettevano già da diversi mesi in
evidenza un rallentamento significativo della crescita.

L’analisi ci portò a considerare un’ulteriore caduta in negativo dei rendimenti tedeschi sino al -1% ed una regressione di quelli usa
verso lo 0,5%. In quelle settimane postare un Outlook in apparenza così estremo poteva sembrare avventato; oggi confermarlo
con i rendimenti a -0,7% (Bund 10 y) appare scontato.

Su queste basi appare ineluttabile l’attesa per un nuovo, imponente, programma di allentamento monetario: all you need is cash.

I tempi, ancora inediti rispetto alla storia contemporanea, vedono il sovrapporsi di queste misure con alcune deviazioni significative
che si sono dilatate negli anni: gli squilibri commerciali, le distorsioni valutarie, le valorizzazioni dei mercati.
Il primo tema nasce come provocazione e si trasforma in guerra permanente. Il secondo è la derivata prima di sistemi economici
basati prevalentemente sull’export. L’ultimo è la funzione diretta delle politiche monetarie giocate sul piano delle crisi ricorrenti.
Verosimilmente le politiche accomodanti, laddove praticate con più ampia disponibilità di mezzi, formano il denominatore comune
delle distorsioni di cui sopra. Eppure interrompere la loro programmazione, il circolo vizioso da cui diventa sempre più complicato
uscire anche provando ad affidarsi alle terapie più disparate, potrebbe tradurre la distorsione in distruzione.

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Un inedito contributo per trovare un correttivo alla spirale di coercizione, la propone Mark Carney, Governatore della Bank of
England al recente Symposium dei banchieri centrali di Jackson Hole. Egli sostiene che sia giunto il momento di sostituire il dollaro
come valuta di riserva con una nuova criptocurrency.

Si ritorna ad una nuova Bretton Woods? La costituente di un nuovo ordine monetario globale?

Cina, India e Russia sollevano la questione già da diversi anni. Sarebbero d’accordo. In passato però, ogni qualvolta qualcuno ha
azzardato mettere in discussione la centralità del dollaro ha subito ritorsioni, anche guerre. Ma i tempi sono inediti. Tutto è inedito,
il Presidente degli Stati Uniti è un inedito.

Con il 15% del PIL mondiale gli USA polarizzano un terzo delle valute, il 50% del fatturato mondiale è denominato in dollari; i 2/3
del debito dei Paesi emergenti e delle riserve mondiali è dollar_based. Il 70% del PIL mondiale è espresso da monete che, in
qualche modo, sono agganciate al dollaro o lo usano come riferimento.

Il punto è che per il dollaro sta diventando praticamente impossibile abbassarne il valore anche se per Trump è fondamentale farlo
(per le ragioni sopra indicate) e, in assenza, ha dato forma una lunga guerra sui dazi.

Inoltre, l’espansione della moneta e del credito sono andate troppo oltre da quando Nixon ha deciso di rescindere la convertibilità
del dollaro in oro. Carney ci sta dicendo che i tempi sono maturi per ricomporre un nuovo legame valutario, un nuovo standard
monetario basato su una cripto currency o stablecoin.

Il problema è che in passato soluzioni di questa natura hanno sempre implicato grandi stravolgimenti con significativi effetti
collaterali.

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Se il governatore della Banca Centrale d’Inghilterra si è permesso di aprire il dibattitto con una simile provocazione a Jackson
Hole, in casa della Federal Reserve, significa che le condizioni risultano idonee per avviare un confronto che si dipanerà nel tempo.

Nell’immediato continueremo a scrivere della forza del dollaro, del ribasso dei rendimenti e a chiederci quanto le valorizzazioni di
borsa siano gonfiate o meno dalla liquidità.

L’economia reale soffrirà per osmosi degli squilibri generati da questi agenti e dai risvolti politici che essi innescano per il servizio di
un consenso che purtroppo appare sempre più ispirato alla performance di breve termine.

        GLOBAL RESERVE US DOLLAR

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INDICATORI PMI MARKIT
Di seguito riportiamo l’andamento delle macro aree su cui vengono rilevati gli indici PMI
I settori per cui viene calcolato l’indice sono: manifatturiero, terziario, edilizio, vendite al
dettaglio.

Ogni singola indagine si basa su questionari compilati dai direttori degli acquisti di almeno
400 aziende scelte in modo da rendere il campione rappresentativo della realtà indagata.
I questionari vengono compilati nella seconda parte del mese di riferimento.
I risultati dell’indagine vengono divulgati entro la fine dello stesso mese.

Agli intervistati viene chiesto di confrontare le condizioni di un certo numero di dimensioni
dell’attività aziendale rispetto al mese precedente, stabilendo se queste sono migliorate,
peggiorate o sono rimaste invariate.
Per quanto riguarda il settore manifatturiero le dimensioni monitorate sono :

1) Produzione
2) Nuovi ordini
3) Nuovi ordini per l’estero
4) Commesse inevase
5) Prezzi di vendita
6) Prezzi di acquisto
7) Tempi di consegna dei fornitori
8) Giacenze dei prodotti finiti
9) Quantità degli acquisti
10) Giacenza degli acquisti
11) Livelli occupazionali

Per ogni variabile viene calcolato un indice il cui valore va da 0 a 100. La soglia che separa
i contesti di crescita da quelli di flessione dell’attività è 50 punti.
Valori superiori a 50 indicano crescita, inferiori a 50 stagnazione/decrescita.

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Gli ultimi dati PMI segnalano che l'economia globale ha perso nuovamente slancio nella crescita ad agosto, scivolando vicino ai minimi di tre anni registrati nel secondo
trimestre. La debolezza ha rispecchiato una profonda recessione nel commercio globale che ha mostrato segni di diffusione nel settore dei servizi finora resiliente. La
crescita più lenta dei posti di lavoro nel frattempo minaccia di abbassare la crescita in molti paesi nei prossimi mesi, a sua volta collegata a un ulteriore calo
dell'ottimismo globale a livello di affari per l'anno a venire. Anche le pressioni sui prezzi globali hanno continuato a diminuire, raggiungendo il precedente minimo
segnato nel 2016.

Il Regno Unito ha registrato un’espansione più debole, la crescita ha subito un forte rallentamento negli Stati Uniti ed è rimasta modesta nella zona euro, con il settore
manifatturiero tedesco che ha agito come un fattore chiave. Nel frattempo la crescita si è rafforzata in Giappone e Cina, quest'ultima che ha aiutato la crescita dei
mercati emergenti a raggiungere il massimo di quattro mesi.

La crescita globale riferita agli indicatori PMI, si attesta nel mese di agosto vicino al minimo degli ultimi tre anni a 51.3. L’indice PMI globale tende ad anticipare in
termini di correlazione l’andamento dei rendimenti sul 10 anni Usa.

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▪   PMI MANIFATTURIERO GERMANIA   ▪   PMI MANIFATTURIERO ITALIA

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▪   PMI MANIFATTURIERO & SERVIZI USA

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Dagli inizi del 2018 richiamiamo l’attenzione sul deterioramento
           della crescita in Eurozona a causa dell’indebolimento del
           manifatturiero tedesco. Data l'importanza degli scambi commerciali
           con i produttori tedeschi, non sorprende che la crescita, e
           successivamente il sentiment, siano stati duramente colpiti anche
           nelle altre aree.

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©
Abbiamo riportato una legenda tecnica inserendo alcune informazioni che riteniamo possano migliorare la comprensione dell’Outlook
elaborato dal nostro servizio di Analytics.

1      DESCRIZIONE STRUMENTO, TENDENZA DI BREVE, TENDENZA DI MEDIO LUNGO TERMINE
       La quotazione (…) si riferisce al l’ultimo valore di chiusura disponibile alla data di realizzazione del report
       I 4 riquadri indicano il livello di probabilità in quartili dell’Outlook.
2
       1 - riquadro basso livello di confidenza della stima
       4 - alto livello di confidenza della stima

       La sezione riporta i movimenti direzionali attesi nell’ambito di un trend ribassista
       RIBASSO       Le frecce indicano la direzione attesa: rialzo/ribasso
                     Il tratto giallo indica condizione neutra laterale.
                     Nell’ambito di una tendenza direzionale è possibile che si manifestino brevi fasi laterali o in controtendenza Correzione

3      CORREZIONE In una tendenza dominante al ribasso/rialzo può innescarsi una fase correttiva contraria al movimento. Pertanto è possibile riscontrare una correzione del

       BEAR MARKET (temporaneo rialzo inserito in un contesto dominante [tendenza] al ribasso)

       NEUTRAL         Fase dominante Neutra. Tipica situazione di consolidamento del trend , accumulazione (fase propedeutica al rialzo) o distribuzione (fase propedeutica all’avvio di un ribasso)

       SUPPorti - : sono livelli che costituiscono barriere tecniche di verifica di una tendenza. Nei supporti aumentala probabilità che si manifesti la domanda. La loro violazione implica una conferma del
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       trend se avviene lungo la direzione dominante (ribasso); inversione qualora si violi un livello contrario al trend dominante

       RESISistenze - : nelle resistenze aumenta la probabilità che si manifestino ordini in vendita. La                 loro violazione implica una conferma del trend se avviene lungo la direzione dominante
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       (rialzo) ; inversione qualora si violi un livello contrario al trend dominante

6      I target rappresentano valori di stima verso cui il mercato sta dirigendo.
7      TARGET VERIFICATI: In questo campo vengono segnalati i target segnalati nei precedenti report e verificati dal mercato

8      Knoch _In rappresenta il calore/livello sopra cui la strategia è considerata attiva in caso di strategia rialzista (sotto se strategia ribassista) – Quando si attiva il valore assume colorazione verde

       Knoch_Out: valore che innesca l’exit strategy; quando si attiva il valore assume colorazione rossa, equivale allo stop loss della strategia
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Y
                                   Il mercati stanno scontando con un elevato grado di credito l’imminente avvio di un nuovo programma di QE sincronizzato
                                   su scala globale. Sincronizzato significa che le banche centrali si sono sintonizzate all’orologio del ciclo economico per
                                   rispondere con una turnazione regolata alle potenziali pressioni di un ulteriore rallentamento della crescita economica.

                                   La Bce il 12 settembre riavvierà il proprio programma di stimoli con un pacchetto di misure impressionante: oltre 2250
                                   miliardi di euro. Circolano rumors secondo i quali gli attivi che beneficeranno di tali misure comprenderanno oltre ai bond
                                   governativi anche corporate nonché equity.

                                   La PBoC da inizio anno sta già operando pur in discontinuità interventi stimolativi. L Bank of Japan non ha mai smesso di
                                   stimolare i mercati.
Ora si attendono segnali più concreti da parte della Federal Reserve, apparsa confusa e frustrata nell’ultimo periodo dalle pressioni della Casa Bianca. Il
taglio di 25 punti base dei Fed Funds non basta secondo quest’ultima, è suficiente a regolare il ciclo secondo l’opinione di Jerome Powell.

In generale i rischi che la politica monetaria sta cercando di affrontare sono principalmente il risultato di fallimenti delle politiche in altre aree. E’
improbabile che un maggiore allentamento delle banche centrali possa compensarli. Tali rischi includono tensioni commerciali tra gli Stati Uniti e un certo
numero di altri paesi, le limitazioni del modello di crescita guidato dalle esportazioni tedesche e l'incapacità del paese di attuare stimoli fiscali, rischi politici
e politiche fiscali insostenibili in Italia e rischi di un no-deal Brexit. Se nel 2008 abbiamo sottolineato il moral hazard dei banchieri come causa della crisi, alla
prossima depressione si addebiterà ai policy maker il biasimo di confidare nell’azione compensativa delle banche centrali l’inerzia politica ed un elevato
grado di conflittualità. Si rischia di dover sprecare le ultime munizioni a disposizione delle banche centrali causando una disossidazione della credibilità
delle banche stesse e soprattutto la loro efficacia nel raggiungere il loro obiettivo di inflazione in futuro.

Ultimo, ma certamente non meno importante, vediamo prove crescenti che l'allentamento della politica monetaria in questo ambiente supporta i prezzi
delle attività più che l'economia reale . Ciò aumenta i rischi di bolle dei prezzi delle attività , con l'eventuale aggiustamento che porta a un'economia in cui
non si supporta sufficientemente il credito agli operatori che non sono in grado di accedere ai mercati finanziari: tipicamente le PMI.

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Y
                                   I risvolti operativi offrono comunque opportunità per i portafogli: i rendimenti sul tratto lungo della curva sono destinati a
                                   scendere ancora.

                                   Rileviamo condizioni statistiche di eccesso di ribasso che potrebbero, nonostante l’evidenza empirica, produrre altre
                                   spinte riflessive. Nelle singole schede tecniche abbiamo quindi messo in evidenza lo status tecnico (oversold-ipervenduto)
                                   inserendo anche indicazioni correttive, pur delimitate in contesti caratterizzati da una fase di ciclo ribassista. La nota
                                   correttiva potrebbe sostanziarsi in una breve fase di consolidamento, senza sfociare in un vero e proprio movimento
                                   reattivo. Pertanto, vista l’eccezionalità del momentum, riconfermiamo l’outlook stimato già in primavera aggiornando
                                   ulteriormente al ribasso i target attesi. Ci stiamo addentrando in un ambiente no-charting price. Dobbiamo inventarci il
                                   futuro, utilizzando il set informativo disponibile per stimare proiezioni inedite.
I nostri studi coprono principalmente il tratto lungo delle curve benchmark per i mercati obbligazionari. Sul 10 anni US Treasury abbiamo pubblicato nei
mesi precedenti uno studio impostato sull’attesa di un ribasso dei rendimenti sino allo 0,5%. Confermiamo la stima aggiungendo che il ribasso dovrebbe
influenzare in futuro l’operato della Fed con adeguamenti della propria linea di policy monetaria. Il 30 anni collauda in questi giorni i minimi storici. L’attuale
livello del 2% risulta, in prospettiva, la proiezione del minimo del 2008. E’ il segno più tangibile che dopo 10 anni di accomodamenti e stimoli siamo ritornati
al punto di partenza. La violazione della soglia apre nuovi orizzonti in termini di aspettative su misure inedite di politica monetaria.

Il 10 anni Germania, benchmark per il reddito fisso in Europa, sta avvicinando il nostro target -1%. Potrebbe scendere ulteriormente negli abissi. Alcuni
nostri studi, elaborati con modelli quantitativi, riportano stime con isteresi di prezzo che reputano possibile regressioni più ampie di quanto oggi il giudizio
comune possa misurare. Ci siamo limitati ad aggiornare il target di lungo termine da -1 a -1,5% .
Le condizioni accomodanti favoriscono anche il 10 anni Italia. Dopo aver testato in questi giorni, a crisi di governo ancora a aperta, quota 1,10%, i
rendimenti sul BTP tenderanno a scendere ulteriormente verso lo 0% (target successivo 0,5).

In subordine ai mercati core, quelli emergenti capitalizzano l’effetto congiunturale mettendo a frutto a loro volta un apprezzamento dei corsi obbligazionari
che, riteniamo, né la crisi argentina (possibile default) tantomeno quella turca metteranno a serio rischio. Lo sbandamento marcato nelle settimane centrali
di agosto dell’indici JPM EMBI + è rimasto circoscritto sopra il livello di alert segnalato nel report di luglio-agosto. I valori dell’indice dopo un collaudo in
itinere del livello dovrebbero riattivare la tendenza dominante attesa.

Sui corporate bond suggeriamo di seguire, per la parte HY, il correlato andamento del mercato azionario per gestire condizioni di aumento di volatilità
eventuale.

        9/9/2019                                                                                                                                              21
9/9/2019   22
G4 10-2 YR YIELD CURVE                                                              G4 7-10 YR REAL YIELD

I rendimenti nominali bassi, nonché l’inversione della curva, sono il segnale più significativo del rallentamento economico. Secondo la nostra lettura,
l'inversione di agosto 2019 riguarda la transizione verso una crescita di tendenza ulteriormente riflessiva. Il grafico sui rendimenti reali mette in evidenza lo
scostamento dei valori rispetto alla loro media di lungo termine per Rendimenti Reali, Nominali ed Inflazione.
Il driver che ha guidato la flessione dei rendimenti è diretto principalmente dalle aspettative di decrescita rispetto alla diminuzione degli standard
d’inflazione.

   9/9/2019                                                                                                                                             23
US 3 MTH - 10 Y YIELD CURVE
  La curva dei rendimenti USA rimane negativa. Di seguito si mette in evidenza il rapporto tra la curva USA 3 mth - 10 y verso Standard &
  Poor 500 dal 2000. Secondo un’analisi statistica, quando inverte il rapporto 3 mesi 10 anni, per un periodo superiore al trimestre, i rischi di
  una recessione approssimano il 100% di probabilità.

   ▪    STANDARD & POOR 500 vs. US 3 MTH – 10 Y TREASURY YIELD                            RECESSIONE

9/9/2019                                                                                                                                            24
INTEREST RATES USA

Temevano una reazione al test dei nostri obbiettivi, invece i rendimenti
hanno continuato a tenere la loro tendenza riflessiva.
Contestualmente alla verifica dei target stimati è cresciuta l’attesa del
mercato per un possibile revisione al ribasso dei Fed Funds. La Fed ha
attenuato tale impostazione ritenendo al momento sufficiente un unico
taglio di 25 punti base.

Nel mondo si sta consolidando l’attesa per un atteggiamento molto
accomodante da parte di tutte le banche centrali. Abbiamo quindi rivisto
le nostre valutazioni sui rendimenti USA partendo comunque da un
giudizio che, per il brevissimo, vede i rendimenti in eccesso di ribasso,
meritevoli quindi di una reazione. L’eventuale correzione non dovrebbe
                                                                                                                                      ▪   US 30 Y YIELD
tuttavia riportare i valori in un’area di inversione del trend.
Restiamo quindi strutturalmente confidenti in una prosecuzione del
ribasso dei rendimenti al di là di un possibile swing correttivo. Abbiamo
pertanto aggiornato i target per la seconda parte del 2019 mantenendo
per le strategie in corso di medio periodo un giudizio ancora riflessivo.

USA 30 Y YIELD     2,06       BEAR MARKET      NEUTRAL       BULL MARKET       SUPP    RESIS    TARGET    TARGET       STRATEGIA
TREND                     RIBASSO CORREZIONE   NEUTRO    CORREZIONE   RIALZO                             VERIFICATI   K_IN    K_OUT
SHORT TERM                OVERSOLD                                              2,00     2,40                          2,70    2,45
LONG TERM                 OVERSOLD                                              2,00     2,60    1,50       2,10

USA 10 Y YIELD     1,54       BEAR MARKET      NEUTRAL       BULL MARKET       SUPP    RESIS    TARGET    TARGET       STRATEGIA
TREND                     RIBASSO CORREZIONE   NEUTRO    CORREZIONE   RIALZO                             VERIFICATI   K_IN    K_OUT
SHORT TERM                                                                      1,35     1,65                 1,60     2,35    2,00
LONG TERM                 OVERSOLD                                              1,35     2,00    0,50

                                                                                                                                      ▪   US 10 Y YIELD

                 9/9/2019                                                                                                                                 25
INTEREST RATES EUROZONA

La BCE ha fornito un outlook sul medio periodo piuttosto impegnativo. La
nomina di Christine Lagarde non dovrebbe modificare le linee tracciate da
Mario Draghi. Il deterioramento delle condizioni macro lasciano quindi
aperte opzioni di policy molto accomodanti. Qualora il Board dovesse
deliberare, alla ripresa dei lavori in settembre, nuove misure
accomodanti, i rendimenti sul 10 anni benchmark Germania potrebbero
scendere ulteriormente. A breve il test di -0,45 potrebbe dare spazio ad
una reazione ma nel medio lungo periodo non escludiamo l’ipotesi che il
10 anni possa flettere in direzione del -1%. Tale obbiettivo va preso al
momento come riferimento tendenziale, mentre eventuali segnali da
considerare come trigger d’inversione si collocano sopra lo 0%.
                                                                                                                                        ▪   DE 10 Y YIELD
Di conseguenza, i comparti obbligazionari ad elevata duration, al di là di
possibili correzioni di breve, dovrebbero rimanere ancora attraenti con
obbiettivi a tutt’oggi da considerarsi inediti.

DE 10 Y YIELD     -0,64       BEAR MARKET      NEUTRAL       BULL MARKET       SUPP     RESIS    TARGET    TARGET       STRATEGIA
TREND                     RIBASSO CORREZIONE   NEUTRO    CORREZIONE   RIALZO                              VERIFICATI   K_IN    K_OUT
SHORT TERM                                                                      -0,70    -0,15    -1,00       -0,45     0,40    -0,10
LONG TERM                 OVERSOLD                                              -0,85     0,25    -1,50

JPM EMU BOND      410         BEAR MARKET      NEUTRAL       BULL MARKET       SUPP     RESIS    TARGET    TARGET       STRATEGIA
TREND                     RIBASSO CORREZIONE   NEUTRO    CORREZIONE   RIALZO                              VERIFICATI   K_IN    K_OUT
SHORT TERM                                                                       405      420     420           406     366      391
LONG TERM                                                                        395      420     455

                                                                                                                                        ▪   JM EMU BOND

                9/9/2019                                                                                                                                    26
INTEREST RATES ITALIA

Il passaggio dello spread sotto 200 punti base non ha visto alcuna
reazione apprezzabile. I valori sono scesi verticalmente verso 150 punti
trascinato dal ribasso del 10 anni.
Le notizie sull’avvicendamento della BCE prima, della formazione di un
governo gradito alla Commissione Europea dopo, hanno accelerato il
processo di convergenza tra i rendimenti italiani con quelli tedeschi.

Alla luce delle novità emerse (Simposio Sintra/Lagarde) riteniamo che i
rendimenti possano scendere a questo punto oltre la soglia stimata
all’1,5% lo scorso autunno, quando quotavano oltre il 3% e lo spread
sfiorava 320 bp.
                                                                                                                                         ▪   IT 10 Y YIELD
Le eventuali correzione che potrebbero sempre interporsi alla discesa dei
valori andranno colte come occasione per incrementare posizioni lunghe
di BTP: le attuali condizioni di ipervenduto giustificherebbero tale attesa.

IT 10 Y YIELD         0,88      BEAR MARKET       NEUTRAL       BULL MARKET       SUPP    RESIS    TARGET    TARGET       STRATEGIA
TREND                        RIBASSO CORREZIONE   NEUTRO    CORREZIONE   RIALZO                             VERIFICATI   K_IN    K_OUT
SHORT TERM                                                                         0,50     1,10    1,10         2,40     2,40    1,80
LONG TERM                                                                          0,50     2,00    0,5          1,80

SPREAD IT DE 10 Y     151       BEAR MARKET       NEUTRAL       BULL MARKET       SUPP    RESIS    TARGET    TARGET       STRATEGIA
TREND                        RIBASSO CORREZIONE   NEUTRO    CORREZIONE   RIALZO                             VERIFICATI   K_IN    K_OUT
SHORT TERM                                                                          130     235     135           230     235      235
LONG TERM                                                                           130     235     100           200

                                                                                                                                         ▪   SPREAD IT-DE 10 Y YIELD

                    9/9/2019                                                                                                                                           27
INTEREST RATES JPM BOND INDEX

Come scritto in apertura la nuova fase di stimoli monetari globale sta
spingendo al rialzo i corsi obbligazionari ben oltre l’immaginabile.

Sia chiaro: siamo nell’abisso di una fase deflattiva preoccupante. Per tale
ragione i movimenti oggi opportunistici sui bond vanno maneggiati con
cura. Ci sono ormai oltre 13 triliardi in valore di bond che quotano
rendimenti negativi. Nel momento in cui dovesse ritornare l’inflazione e le
banche centrali invertire la loro linea accomodante, il mercato
diventerebbe venditore di tutto incontrando, nel suo nuovo percorso, una
porta d’uscita paragonabile all’effetto imbuto.

Oggi, in ogni caso, siamo impegnati a gestire un deflation dilemma.
                                                                                                                                          ▪   JPM GLOBAL BOND

Abbiamo quindi aggiornato la nostra view sui Global Bond e sugli
Emerging Bond postando nuovi obbiettivi rialzisti.

JPM GLOBAL BOND     594,93      BEAR MARKET       NEUTRAL         BULL MARKET        SUPP    RESIS   TARGET    TARGET       STRATEGIA
TREND                        RIBASSO CORREZIONE   NEUTRO      CORREZIONE    RIALZO                            VERIFICATI   K_IN   K_OUT
SHORT TERM                                                  CONSOIDAMENTO              585     615      615         585     536     565
LONG TERM                                                                              575     615

JPM EMBI +           872        BEAR MARKET       NEUTRAL         BULL MARKET        SUPP    RESIS   TARGET    TARGET       STRATEGIA
TREND                        RIBASSO CORREZIONE   NEUTRO      CORREZIONE    RIALZO                            VERIFICATI   K_IN   K_OUT
SHORT TERM                                                                             855     876    903           821     785     855
LONG TERM                                                                              855     915    913           850

                                                                                                                                          ▪   JPM EMBI +

                  9/9/2019                                                                                                                                      28
INTEREST RATES CORPORATE BOND

La carta governativa in Eurozona, soprattutto quella di elevata qualità,
potrebbe risultare meno abbondante di quanto le manovre di
accomodamento monetario possano assorbire nel caso in cui si proceda
con un nuovo QE.

Quella Corporate IG e quella Junk potrebbero rappresentare un
alternativa allo scopo. Di conseguenza pensiamo che, nonostante la
qualità sottostante non sia sempre apprezzabile, il mercato tenderà ad
incrementarne le detenzioni.
Per tale ragione abbiamo aggiornato i nostri target price segnalando nel
caso dei Corporate IG la presenza di una possibile area di resistenza agli
attuali valori.
                                                                                                                                             ▪   I BOXX CORPORATE BOND EUR

IBOXX EUR CORP         230,88      BEAR MARKET       NEUTRAL       BULL MARKET       SUPP     RESIS    TARGET    TARGET       STRATEGIA
TREND                           RIBASSO CORREZIONE   NEUTRO    CORREZIONE   RIALZO                              VERIFICATI   K_IN   K_OUT
SHORT TERM                                                                           228,50     228       228                 224   228,50
LONG TERM                                                                            222,00     230       230

IBOXX EUR LIQ HI Y     201,01      BEAR MARKET       NEUTRAL       BULL MARKET       SUPP     RESIS    TARGET    TARGET       STRATEGIA
TREND                           RIBASSO CORREZIONE   NEUTRO    CORREZIONE   RIALZO                              VERIFICATI   K_IN   K_OUT
SHORT TERM                                                                           198,00   200,00    200        200,00     196     193
LONG TERM                                                                            194,00   205,00    205

                                                                                                                                             ▪   IBOXX LIQ HI YIELD

                     9/9/2019                                                                                                                                                29
2019

9/9/2019    31
9/9/2019   32
FX
                                                           Il mondo sta per entrare nella fase All You Need Is a Cash, Global QE 2.0. .

                                                           Le voci relative alle stime del prossimo pacchetto di misure di allentamento monetario riportano dettagli
                                                           la cui ampiezza appare dimensionalmente straordinaria: secondo Morgan Stanley il Consiglio della BCE
                                                           potrebbe deliberare un piano di stimoli sino a 3 triliardi di euro che andrebbero a sommarsi al
                                                           precedente piano QE 15-18. In aggiunta si procederebbe con riduzioni del tasso ufficiale sino a -0,40%.

                                                           La portata di questo programma sarebbe tale da modificare ulteriormente gli equilibri di mercato. Da
                                                           quando la BCE ha lanciato il primo QE l’euro è scesa da 1,40 contro dollaro sino a testare quota 1,03 tra il
                                                           20 dicembre 2016 ed il 3 gennaio 2017.

Come scriviamo da tempo il mercato dei cambi, oltre a costituire l’apparato circolatorio degli scambi commerciali e finanziari globale, da luogo ad una rete di
interconnessioni nervose attraverso la quale si stabiliscono gli equilibri geopolitici nel mondo. In questi contrappesi il dollaro rappresenta il 62% delle riserve
globali detenute dalle banche centrali. L’80% degli scambi commerciali è denominato in dollari, mentre il GDP degli Stati Uniti rappresenta ormai poco meno del
25% della ricchezza prodotta nel mondo. L’euro copre in questi segmenti proporzioni di secondo livello. Le stime della Bank for International Settlements
riportano negoziazioni giornaliere sul dollaro pari a 2200 miliardi (usd) contro gli 800 milioni (usd) riferibili all’euro.

E’ verosimile attendersi, come risposta alle nuove risoluzioni adottate dalla BCE, un impatto significativo. In realtà i mercati stanno già scontando in parte tali
provvedimenti. Sono settimane che il Governatore, attraverso i vari speech, sta informando i mercati di tale facoltà operativa sul cui merito si è aperto un dibattito
a favore e contro. E’ chiaro che, qualora la BCE decidesse di mettere in azione un’operazione così imponente, l’euro sarebbe destinato a perdere ulteriore valore. Il
condizionale, oltre a riferirsi all’opzione on_off , si scontra con la riluttanza della Casa Bianca di subire un indesiderato rafforzamento del dollaro. Secondo
l’Amministrazione, Il dollaro forte arreca danno all’export USA, compromettendo una delle leve della crescita del proprio Pil. Tuttavia, proprio perché l’80% degli
scambi commerciali globali risulta denominato in dollari, l’impatto di una moneta più debole avrebbe effetti in parte sterilizzati da questa condizione.

L’euro debole rappresenta invece una leva significativa per la bilancia commerciale dell’Eurozona. In una fase in cui la cui congiuntura rimane fortemente
governata da processi deflattivi, gli effetti derivanti da un maggior costo per le importazioni risulterebbe parzialmente sterilizzato dalla debolezza dei prezzi delle
commodity.

        9/9/2019                                                                                                                                            33
In questi giorni stiamo analizzando l’impatto che gli eventuali provvedimenti della BCE potranno avere sul mercato dei cambi per pianificare misure adeguate di
controllo della volatilità dei tassi di cambio sui piani di Risk Management relativi al budget commerciale per il prossimo anno.
Il lavoro rifletterà l’attesa per un rapporto di cambio eur usd ancora debole ed inserito in un quadro tendenziale che dal 2018, ovvero dopo la fase intermedia
correttiva del 2017, continua a proiettare i valori al ribasso. Nella sostanza, sulla base dei nostri studi, il ciclo riflessivo avviato nel 2008, il cui punto di baricentro
quota tuttora in area 1,20, rimane attivo e destinato a fissare nuovi minimi. Nell’Outlook 2019, pubblicato a gennaio avevamo fissato un target per il Dollar Index
a quota 104 con un obbiettivo intermedio a quota 100. Tali valori (99.35 max 3/09/19) rimangono confermati nella nostra Target List per le prossime settimane .

E’ possibile che, nel breve, mani forti americane possano cercare di ostacolare apprezzamenti oltre quota 100 che rappresenta non solo un bias significativo sotto
il profilo mediatico, ma anche il transito della mediana regressiva su cui risultano allineati tutti i picchi relativi alle quotazioni del paniere delle ultime 52
settimane nonché il baricentro del canale rialzista che governa le contrattazioni dal 2011/2012 periodo in cui Mario Draghi ha iniziato a progettare il Whatever It
Takes.

    ▪   WB ANALYTICS:WORLD FX [FONTE BIS]                                                                         ▪   WB ANALYTICS: FOREIGN EXCHANGE RESERVE

         9/9/2019                                                                                                                                                 34
9/9/2019   35
▪   DOLLAR INDEX

DOLLAR IX            98,01       BEAR MARKET        NEUTRAL       BULL MARKET         SUPP         RESIS     TARGET     TARGET        WARNING
TREND                        RIBASSO   CORREZIONE   NEUTRO    CORREZIONE   RIALZO                                      VERIFICATI   K_IN    K_OUT
SHORT TERM                                                                              97,35        99,70    100,00      97,00     88,00    96,50
LONG TERM                                                                               97,00        99,70    104,00

                                                                    a.     US 10 Y YIELD
                                                                    b.     SPREAD US –DE 10 Y YIELD VS. EUR USD
9/9/2019                                                                                                                                        36
▪   WB ANALYTICS: INTERMARKET ANALYSIS DOLLAR INDEX VS GOLD USD/OZ                  ▪   WB ANALYTICS: BITCOIN

Il nuovo round di stimoli sta portando benefici in termini di flussi all’oro anche se la correlazione negativa tra oro e dollaro negli ultimi mesi è sfumata.

La corsa verso i beni rifugio, ovvero verso attivi che costituiscono riserva di valore, dopo aver premiato in una prima fase le cripto monete, potrebbe proseguire
privilegiando sempre l’oro a discapito del Bitcoin. Il nostro modello stima una potenziale perdita di momentum con una correzione di prezzo per quest’ultimo che
maturerebbe con il breakout di area 9400.

         9/9/2019                                                                                                                                               37
FOREX MARKET EUR USD

L’euro dollaro verifica il nostro target 1,10 fissando un minimo a 1,0930. Ci
attendiamo una reazione immediata verso quota 1,1080-1,1130 come
preludio per una fase di consolidamento dei valori pur mantenendo il
segno tendenziale riflessivo sotto 1,1250-1,1280.

Dal punto di vista strategico la tendenza dominante, come già scritto,
rimane riflessiva includendo, con un apprezzabile grado di probabilità,
una potenziale pressione nel breve/medio termine delle negoziazioni
verso area 1,06/1,05.

Abbiamo pertanto aggiornato il primo livello di allerta al rischio sopra
1,1130 per le posizioni di brevissimo termine, oltre 1,1460 quelle di
                                                                                                                                           ▪   EUR USD LONG TERM
medio lungo termine.

EUR USD TACTICAL 1,1027      BEAR MARKET    NEUTRAL BULL MARKET            SUPP       RESIS       TARGET     TARGET WARNING
TREND                     RIBASSO CORREZIONE NEUTRO CORREZIONE    RIALZO                                    VERIFICATI   K_IN     K_OUT
SHORT TERM                                                                   1,0950      1,1250    1,1030     1,1030     1,1300   1,1130
LONG TERM                                                                    1,0950      1,1330    1,0600

EUR USD          1,1027      BEAR MARKET    NEUTRAL     BULL MARKET        SUPP       RESIS       TARGET     TARGET         WARNING
TREND                     RIBASSO CORREZIONE NEUTRO CORREZIONE    RIALZO                                    VERIFICATI   K_IN     K_OUT
SHORT TERM                                                                   1,0950      1,1460    1,1030     1,1030     1,1400   1,1460
LONG TERM                                                                    1,0500      1,2000    1,0600

                                                                                                                                           ▪   EUR USD SHORT TERM

               9/9/2019                                                                                                                                             38
FOREX MARKET EUR GBP

  L’accelerazione dell’euro sulla sterlina, durante il mese di agosto, oltre la
  soglia 0,9060 ha permesso alle contrattazioni di andare a rivedere l’area
  tecnica 0,94. Il quadro, benché ancora fortemente influenzato dall’effetto
  politico all’interno del Parlamento inglese, appare in progressivo
  dissolvimento. I corsi sono infatti ritornati a testare l’area 0,9060 -0,90
  dove la precedente resistenza funge ora da supporto al movimento.

  Un ritorno, possibile secondo le nostre stime, all’interno del precedente
  range 0,90-0,88, fornirebbe al mercato un segnale diverso da quello
  mediatico, ovvero un recupero della sterlina.

  Al momento il rialzo di agosto potrebbe distinguersi per la conclusione del
                                                                                                                                       ▪   EUR GBP LONG TERM
  ciclo espansivo dell’euro e rappresentare un reversal almeno di
  breve/medio periodo qualora i corsi violassero al ribasso quota 0,90.
  Diverse invece appaiono le implicazioni nel caso di un breakout di area
  0,88 in quanto la rottura produrrebbe un concreto segnale di inversione di
  tendenza per l’euro.

EUR GBP      0,8969       BEAR MARKET      NEUTRAL    BULL MARKET       SUPP       RESIS       TARGET    TARGET         WARNING
TREND                 RIBASSO CORREZIONE   NEUTRO CORREZIONE   RIALZO                                   VERIFICATI   K_IN     K_OUT
SHORT TERM                                                                0,9000      0,9150                         0,8690   0,8990
LONG TERM                                                                 0,8800      0,9400

                                                                                                                                       ▪   EUR GBP SHORT TERM

             9/9/2019                                                                                                                                           39
FOREX MARKET EUR JPY

Il segnale prodotto dallo yen nei confronti del dollaro, e in secondo luogo
nei confronti dell’euro, sottolinea il livello di avversione al rischio che i
mercati hanno prezzato rispetto alla volatilità che ha colpito diversi
segmenti nel mese di agosto.

Il breakout di area 108 usd jpy ha allertato gli investitori attivando
significativi warning sul mercato azionario. Rimane ancora a difendere la
tenuta degli equilibri quota 104,90: essa costituisce, secondo la nostra
analisi, l’ultimo livello in grado di garantire una sostanziale tenuta degli
attuali asseti sull’azionario. Per tale ragione non abbiamo fissato target
direzionali in quanto riteniamo che siano già scattate le difese a
protezione dei presidi più critici, ivi compreso quota 104 di usd jpy.
                                                                                                                                         ▪   EUR JPY LONG TERM

Anche nel rapporto eur jpy abbiamo avuto un breakout significativo:
quota 120 non ha retto alle pressioni esercitate dalle vendite di euro
aprendo di fatto una via che, in termini teorici, potrebbe spingere i valori
verso area 112. Qui si innescano due effetti che sintetizzano nella forza
dello yen (avversione al rischio) ed in quella del dollaro (riserva di valore
vs QE) la debolezza della divisa europea.

EUR JPY       117,91       BEAR MARKET      NEUTRAL    BULL MARKET       SUPP       RESIS       TARGET     TARGET         WARNING
TREND                  RIBASSO CORREZIONE NEUTRO CORREZIONE     RIALZO                                    VERIFICATI   K_IN     K_OUT
SHORT TERM                                                                 115,00      121,50    112,50     121,00     121,00   121,00
LONG TERM                                                                  115,00      126,00

USD JPY       106,93       BEAR MARKET      NEUTRAL    BULL MARKET        SUPP        RESIS     TARGET TARGET WARNING
TREND                  RIBASSO CORREZIONE   NEUTRO CORREZIONE   RIALZO                                    VERIFICATI   K_IN     K_OUT
SHORT TERM                                                                 104,90      106,80               107,30     107,00   108,00
LONG TERM                                                                  101,00      108,00

                                                                                                                                         ▪   USD JPY LONG TERM

             9/9/2019                                                                                                                                            40
FOREX MARKET EUR CNY

Nel report di luglio avevamo evidenziato il rischio di un escalation
compensativa del cambio usd cny come proxy di un sequel del confronto
politico/commerciale sino americano. La violazione di area 7 (noi
consideriamo come valore tecnico 6,95) ha avuto effetti simultanei e
differenziati: volatilità sui mercati azionari, ribasso dei rendimenti sui
bond governativi, avversione al rischio.
Gli investitori leggono, nel segnale tecnico, l’escalation di un
contraddittorio che rischia di deteriorare ulteriormente la congiuntura
globale. Si tratta della riedizione della Diplomazia del Ping Pong, soltanto
che nel 1972 l'evento costituì un momento di distensione, nelle relazioni
tra Cina e Stati Uniti d'America, che aprì la via, per la sua visita in Cina, al
presidente statunitense Richard Nixon mentre oggi rappresenta una lunga
                                                                                                                                 ▪   EUR CNY LONG TERM
catena di prove di forza per la verifica della supremazia geopolitica.

Nel rapporto eur cny abbiamo visto diversi capovolgimenti di fronte
all’interno del range 8,10-7,70. Ciò che inizia a preoccupare è la costante
formazione di minimi crescenti che crea pressioni sull’area resistenziale.
La violazione potrebbe produrre un ulteriore accelerazione al rialzo
dell’euro di cui comunicheremo l’obbiettivo in caso di conferma, anche se
il canale appare già tracciato.
EUR CNY       7,86       BEAR MARKET      NEUTRAL    BULL MARKET       SUPP    RESIS    TARGET TARGET           WARNING
TREND                RIBASSO CORREZIONE   NEUTRO CORREZIONE   RIALZO                             VERIFICATI   K_IN    K_OUT
SHORT TERM                                                              7,70     8,10                7,65      7,50       7,65
LONG TERM                                                               7,55     8,10

USD CNY       7,12       BEAR MARKET      NEUTRAL    BULL MARKET       SUPP    RESIS    TARGET    TARGET        WARNING
TREND                RIBASSO CORREZIONE   NEUTRO CORREZIONE   RIALZO                             VERIFICATI   K_IN    K_OUT
SHORT TERM                                                              6,95     7,15                          6,85       6,80
LONG TERM                                                               6,95     7,40     7,40

                                                                                                                                 ▪   USD CNY LONG TERM

             9/9/2019                                                                                                                                    41
FOREX MARKET EUR CHF

Dal momento in cui la BCE ha annunciato l’ipotesi di riprodurre il QE
l’euro è tornato a perdere con maggior enfasi terreno sul franco. Il cambio
ha violato quota 1,13 accelerando al ribasso, segno della presenza sotto
tale soglia di significativi ordini di vendita di euro ed acquisti di franco.

Il primo movimento sta giungendo la destinazione tecnica in area 1,07.
Da tale livello assisteremo ad una reazione ma la configurazione del trend
unita alle valutazionei sviluppate dagli algoritmi proprietari tende a
posizionare il trend in una sequenza ribassista orientata a testare area
1,02.

Il franco svizzero, al pari dello yen, conferma il suo naturale ruolo di
                                                                                                                                    ▪   EUR CHF LONG TERM
moneta rifugio ancorché più di altre divise risulta regolato da tassi di
interesse negativi. Nei confronti del dollaro infatti ha guadagnato terreno
pur marginalmente evitando di subire la violazione di area 1,03 usd chf.

EUR CHF       1,0896       BEAR MARKET      NEUTRAL    BULL MARKET        SUPP    RESIS    TARGET TARGET             STRATEGIA
TREND                  RIBASSO CORREZIONE NEUTRO CORREZIONE     RIALZO                               VERIFICATI   K_IN     K_OUT
SHORT TERM                                                               1,0700   1,0950    1,0650                1,1120   1,1150
LONG TERM                                                                1,0700   1,1150    1,0200    1,1050

USD CHF       0,9881       BEAR MARKET      NEUTRAL    BULL MARKET        SUPP    RESIS    TARGET TARGET             STRATEGIA
TREND                  RIBASSO CORREZIONE   NEUTRO CORREZIONE   RIALZO                               VERIFICATI   K_IN     K_OUT
SHORT TERM                                                               0,9710   1,0025   1,0350     1,0050      0,9600   0,9710
LONG TERM                                                                0,9150   1,0350   1,1000

                                                                                                                                    ▪   USD CHF LONG TERM

             9/9/2019                                                                                                                                       42
FOREX MARKET EUR CHF

Le monete scandinave a margine della polarizzazione sull’euro, hanno
subito un nuovo aggiustamento verso la parte alta del range (eur nok –
eur sek) come paventato a luglio. Tuttavia pur subendo l’euro hanno
rispettato i limiti tecnici del range entro cui stanno oscillando da mesi.

Di conseguenza la corona norvegese ha verifica minimi sull’euro a 10,10
attivando ricoperture. Il quadro tecnico esprimerebbe ancora un
potenziale movimento di esaustione del rialzo dell’euro favorendo in tale
ipotesi un ritorno dei corsi, che ne rappresenterà quindi la conferma,
verso area 9,60. La tenuta di 10,10 in questo passaggio risulterà di
estrema importanza.
                                                                                                                                       ▪   EUR NOK LONG TERM
Si sta annunciando lo stesso set up per la corona svedese. La tenuta di
10,90 dovrebbe spingere i valori verso area 10,50 eur sek dove transita il
livello sotto il quale sono posizionati ulteriori ordine di vendita. Anche in
questo caso risulterà fondamentale la tenuta di area 10,90/11 in
proiezione.

EUR NOK       9,8961       BEAR MARKET      NEUTRAL    BULL MARKET       SUPP     RESIS     TARGET TARGET            WARNING
TREND                  RIBASSO CORREZIONE   NEUTRO CORREZIONE   RIALZO                                VERIFICATI   K_IN     K_OUT
SHORT TERM                                                                9,60     10,10      9,65                 10,10     10,15
LONG TERM                                                                 9,60     10,10

EUR SEK      10,6350       BEAR MARKET      NEUTRAL    BULL MARKET       SUPP     RESIS     TARGET TARGET             WARNING
TREND                  RIBASSO CORREZIONE NEUTRO CORREZIONE     RIALZO                                VERIFICATI   K_IN     K_OUT
SHORT TERM                                                                10,50     10,90     10,40       10,37     10,90      11,00
LONG TERM                                                                 10,00     10,90     10,10

                                                                                                                                       ▪   EUR SEK LONG TERM

             9/9/2019                                                                                                                                          43
9/9/2019   44
COMMODITY
RESEARCH

9/9/2019    45
GLOBAL PMI METAL USERS                          Gli ultimi dati
disponibili relativi ai sondaggi di fiducia sui produttori e
utilizzatori di rame, acciaio e alluminio, riportano valori in
declino sotto quota 50. La simmetria del comportamento dei
valori rilevati espone i settori di base a livello globale a
segnali di forte rallentamento della crescita. In particolare
l’andamento tendenziale dei prezzi del rame, come descritto
nella scheda tecnica dedicata, conferma lo sviluppo di un
ciclo riflessivo il cui bottom appare ancora lontano rispetto ai
target stimati dal nostro modello. La correlazione dei metalli
con l’andamento dell’indice Global PMI Manufacturing lascia
intravvedere ancora la prosecuzione di una fase di
allentamento della crescita.

        9/9/2019                                                   46
▪ COMMODITY RESEARCH BUREAU INDEX LONG TERM

   CRB INDEX        172,35      BEAR MARKET      NEUTRAL   BULL MARKET       SUPP     RESIS    TARGET   TARGET          WARNING
   TREND                     RIBASSO CORREZIONE NEUTRO CORREZIONE   RIALZO                              VERIFICATI   K_IN     K_OUT
   SHORT TERM                                                                168,00   174,00    156                  189,00   180,00
   LONG TERM                                                                 168,00   180,00

9/9/2019                                                                                                                               47
COMMODITY RESEARCH

La debolezza dell’indice CRB (Commodity Research Bureau) collauda la
proiezione tecnica dei minimi che si sono formati a partire dal la
primavera del 2016. La violazione del livello apre la strada per un ulteriore
fase regressiva dei valori proiettandoli in direzione del target 156, alzando
il rischio di dover aggiornare quest’ultimo a livelli ulteriormente negativi
rapportabili ai minimi che si sono formati nel 1972 prima dello shock
petrolifero del 73.

Contrasta con la visione negativa del trend generale delle commodity
l’andamento delle quotazioni dei noli marittimi classe Balti Dry. L’indice,
infatti, ha recentemente superato, con evidenti collaudi positivi, l’area
riflessiva che ha influenzato la tendenza delle quotazioni maturata dopo
                                                                                ▪   CRB INDEX
l’iniziale tentativo di inversione rialzista dal crollo del 2008.

La divergenza tra i due indicatori potrebbe innescare, qualora il rialzo del
Baltic dry index dovesse consolidare, una relazione positiva con le materie
prime. E’ prematuro assentire ad un effetto di traino tuttavia l’evidenza
del set up complessivo merita attenzione.

Tali premesse non modificano, al momento, la nostra visione sul
comparto delle materie prime. Confermiamo quindi il nostro giudizio
negativo fintantoché le quotazioni del CRB rimangono sotto area 180.

                                                                                ▪   BALTIC DRY INDEX - NOLI MARITTIMI MERCI DRY

        9/9/2019                                                                                                                  48
COMMODITY RESEARCH PETROLIO

Assistiamo, ad intermittenza, a temporanee riprese dei prezzi del greggio
attivate da azioni speculative impostate su notizie riconducibili a ricorrenti
tensioni presenti nell’area di influenza iraniana. I fondamentali sulla
domanda rimangono tuttavia deboli e dominanti sui picchi di tensione
geopolitica.

L’attuale movimento rimane governato dalla sfera di influenza tecnica di
due proiezioni riflessive: la prima, ispirata al medio termine , quota un
livello di frontiera in area 67; la seconda, con influenza più tattica, quota il
proprio limite in area 62,50 usd/bar.

La tenuta di entrambi i livelli regressivi alimenta spinte in direzione della
                                                                                                                            ▪   BRENT OIL SHORT TERM
base da cui hanno preso vita i grandi rialzi del 2017 e di inizio 2019. Ciò
significa che in assenza di una costruzione convinta e guidata dai
fondamentali, il mercato rischia di spingere nuovamente le negoziazioni
verso area 52,75 usd con elevate probabilità di breakout.

Di conseguenza il nostro giudizio per il comparto oil rimane di segno
negativo.

BRENT OIL      60,61      BEAR MARKET    NEUTRAL    BULL MARKET      SUPP    RESIS   TARGET TARGET           WARNING
TREND                  RIBASSO CORREZIONE NEUTRO CORREZIONE RIALZO                            VERIFICATI   K_IN    K_OUT
SHORT TERM                                                           56,50   62,50    54,50      72,00     72,00    67,00
LONG TERM                                                            52,75   67,00    40,00      77,00

                                                                                                                            ▪   BRENT OIL

             9/9/2019\\                                                                                                                                49
C O M M O D I T Y R E S E A R C H METALLI NON FERROSI

In linea con le attese la violazione di area 5790 ha innescato significativi
ordini di copertura su posizioni lunghe di rame nonché vendite
speculative orientate a spingere i prezzi verso l’area che reputiamo possa
magnetizzare nel breve medio i valori scambiati 5150/5000.

Di conseguenza si abbassa il livello che delimita la tendenza riflessiva a
quota 5810/50.

Nel rapporto di inizio luglio segnalavamo area 1450 come punto di verifica
sulle temute prese di beneficio che stavano nuovamente portando
volatilità negativa al comparto. La tenuta del livello ha favorito il ritorno di
buy orders riattivando l’azione rialzista. Pensiamo, sulla base di
                                                                                                                              ▪   COPPER LME FUTURE
valutazioni quantitative, che i valori dell’indice possano tentare di
riavvicinare nuovamente i massimi precedenti. Riteniamo altresì che il
movimento sia governato da trade tattici e non strutturali. Pertanto,
qualora il mercato ritornasse a testare area 1650, si aprirebbe una nuova
fase di prese di beneficio.

La tenuta del movimento positivo dei semiconduttori e costituent
dovrebbe ispirare positivamente i mercati azionari nel breve termine.
COPPER             5.777      BEAR MARKET    NEUTRAL    BULL MARKET      SUPP    RESIS   TARGET TARGET           WARNING
TREND                      RIBASSO CORREZIONE NEUTRO CORREZIONE RIALZO                            VERIFICATI   K_IN   K_OUT
SHORT TERM                                                                5440    5850                         6000    5900
LONG TERM                                                                 4930    6100     5150

SOX SEMIC PHLX     1.568      BEAR MARKET    NEUTRAL    BULL MARKET      SUPP    RESIS   TARGET   TARGET WARNING
TREND                      RIBASSO CORREZIONE NEUTRO CORREZIONE RIALZO                            VERIFICATI   K_IN   K_OUT
SHORT TERM                                                                1440    1650     1650                1320    1440
LONG TERM                                                                 1435    1650

                                                                                                                              ▪   SOX SEMICONDUCTOR PHLX INDEX

                 9/9/2019\\                                                                                                                                      50
C O M M O D I T Y R E S E A R C H METALLI NON FERROSI

L’alluminio, dopo aver tracciato la correzione durante il mese di luglio, ha
perso come atteso slancio, ritornando a testare i precedenti minimi
segnati a giugno. La tenuta dell’area sta spingendo i traders di settore a
ricostruire la domanda con l’obbiettivo di forzare 1835/50. Qualora
dovesse fallire anche questo tentativo i valori tornerebbero nuovamente
sui minimi aumentando notevolmente le probabilità di subire un breakout
dell’area con nuove conseguenza ribassiste.
Parziali divergenze tra movimento dei prezzi e forza relativa di momentum
potrebbero trasferire alla reazione attesa maggior convinzione. Tuttavia,
per qualificare la prova in un tentativo più costruttivo, il mercato chiederà
la provata rottura di 1850.
                                                                                                                               ▪   ALLUMINUM LME FUTURE
Il Nickel, in modo sorprendente, ha violato tutte le resistenze di controllo
rispetto alla precedente fase riflessiva invertendo drasticamente tendenza
dopo il breakup di 12600 successivamente di 14600. Nell’immediato si
apriranno prese di beneficio con potenziale flessioni sino a 15750/600.
Al di là delle motivazioni speculative il mercato potrebbe cogliere
eventuali correzioni come opportunità per andare lunghi nel tentativo di
aggredire area 24500/25000. Stop rigorosi sono presenti sotto 15600 &
14400/350
ALLUMINUIM LME     1.765      BEAR MARKET    NEUTRAL    BULL MARKET      SUPP    RESIS   TARGET TARGET WARNING
TREND                      RIBASSO CORREZIONE NEUTRO CORREZIONE RIALZO                            VERIFICATI   K_IN    K_OUT
SHORT TERM                                                                1740    1810     1630      1890       2200    1950
LONG TERM                                                                 1630    1930

NICKEL LME        17.743      BEAR MARKET    NEUTRAL    BULL MARKET      SUPP    RESIS   TARGET TARGET WARNING
TREND                      RIBASSO CORREZIONE NEUTRO CORREZIONE RIALZO                            VERIFICATI   K_IN    K_OUT
SHORT TERM                                                               15650   18900              10700      12600   14350
LONG TERM                                                                14350   25000    25000

                                                                                                                               ▪   NICKEL LME FUTURE

                 9/9/2019                                                                                                                                 51
9/9/2019   52
C O M M O D I T Y R E S E A R C H BULLION

In questa fase di attesa, per nuovi robusti stimoli monetari per contrastare
numerose incertezze che si profilano all’orizzonte, gli investitori tendono a
ruotare gli attivi da posizioni Risk_On verso beni rifugio ritenuti più
adeguati allo scenario.
L’oro costituisce l’area in cui si ritiene che vi sia una maggior tutela sulla
riserva del valore. L’accelerazione dei prezzi non ha conosciuto pausa
dopo l’annuncio della BCE di essere intenzionata a riaprire il QE.
L’ipercomprato che abbiamo segnalato già in precedenza di fatto ha
sortito più un consolidamento del rialzo che una vera e propria
correzione. Questa, tuttavia, rimane tra le possibili opzioni. L’eventuale
ritracciamento teorico dei prezzi potrebbe anche riportare le negoziazioni
verso area 1420/1370 senza modificare la struttura del trend che rimane
                                                                                                                         ▪   GOLD USD/OZ LONG TERM
espansiva. Semmai una correzione rappresenta come già scritto
un’opportunità per incrementare le posizioni.

Confermiamo quindi il target da tempo stimato anticipando che, nel caso
in cui le misure stimolative dovessero essere connotate da un piano
temporale prolungato, potremmo aggiornare le nostre stime prezzando
un valore obbiettivo più elevato.

GOLD           1.507      BEAR MARKET    NEUTRAL    BULL MARKET      SUPP    RESIS   TARGET TARGET          WARNING
TREND                  RIBASSO CORREZIONE NEUTRO CORREZIONE RIALZO                           VERIFICATI   K_IN   K_OUT
SHORT TERM                                                            1500    1570    1650                1370    1350
LONG TERM                                                             1370    1650

                                                                                                                         ▪   GOLD BUGS (EQUITY INDEX)

             9/9/2019                                                                                                                                   53
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