Operatore Naturalistico e Culturale - Elaborato finale anno 2018 - Corso del Club Alpino Italiano condotto dai Comitati Scientifici di - Comitato ...
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Corso del Club Alpino Italiano condotto dai Comitati Scientifici di Abruzzo e Campania per conseguire il titolo di: Operatore Naturalistico e Culturale Elaborato finale anno 2018
NOTE SCOPO DELLA PUBBLICAZIONE IL CAI Il presente documento fa parte delle tesi e dei saggi che sono stati presentati Il Club alpino italiano dai soci del Club Alpino Italiano che hanno svolto il corso per conseguire il (C.A.I.), fondato in Torino titolo di Operatore Naturalistico e Culturale. nell’anno 1863 per iniziativa I soci sono volontari e la loro attività di Operatore Naturalistico e Culturale di Quintino Sella, libera così come la distribuzione di questo materiale è senza fine di lucro, per associazione nazionale, ha scopi didattici e scientifici. per iscopo l’alpinismo in ogni sua manifestazione, la DICHIARAZIONE DI ESCLUSIONE DI conoscenza e lo studio delle RESPONSABILITÀ montagne, specialmente di quelle italiane, e la difesa del Il materiale è stato pubblicato sul sito del Comitato Scientifico Centrale con loro ambiente naturale. il permesso degli autori, ai quali resta la proprietà intellettuale, i diritti e le responsabilità riguardanti i testi e le immagini contenute. Se nonostante la nostra buona fede e i nostri controlli di qualità, chiunque ritenesse che il materiale, in toto o in parte, contenuto nel presente documento contravvenga alla proprietà intellettuale di chicchessia, può prendere contatto con l’amministratore del sito e/o il Presidente del Comitato Scientifico Centrale per chiederne la rimozione. www.cai.it – COMITATO SCIENTIFICO CENTRALE I COMITATI GLI OPERATORI NATURALISTICI E CULTURALI SCIENTIFICI sono gli organi tecnici del sono soci titolati dal Club Alpino Italiano con il compito di Club Alpino Italiano promuovere la ricerca scientifica e naturalistica, la didattica presposti alla ricerca e alla presso le scuole e il CAI, la divulgazione degli aspetti scientifici, divulgazione scientifica naturalistici, antropici e culturali della montagna. all’interno del sodalizio.
CHIROTTERI D'ITALIA piccolo compendio per il riconoscimento rapido delle specie più comuni tavole , schede tecniche e disegni a cura di Claudio Ciraci
Prefazione Questa breve guida intesa come sezione di un opera più ricca e che raccolga una serie di strumenti descrittivi da utilizzarsi sul campo, nasce sotto una serie di influenze tra cui in primis l'intenzione di adottare una "veste grafica" ben precisa. Il breve compendio sui chirotteri italiani, intende raggruppare non solo le specie più comuni in Italia soprattuto nella zona appenninica, ma si pone di farlo attraverso un linguaggio grafico volontariamente retrò che strizza l'occhio alle prime illustrazioni naturalistiche come quelle di Georges Roux o Edouard Riou o le illustrazioni in forma di appunti di viaggio che potrebbero comparire su un taccuino tenuto in tasca mentre si va per boschi o montagne. Semplici pagine illustrate a china (o con una più moderna penna bic) che, scevre dalla presunzione di adottare le precise metodologie di classificazione, si basino invece su elementi identificativi delle varie specie più diretti e immediati , non solo per riconoscere i nostri affascinanti pipistrelli, ma per poterli divulgare al meglio al neofita o al profano che vorremmo guidare nell 'ambiente montano e non solo. Obbiettivi l'obbiettivo del lavoro, da considerarsi in fase "sperimentale" sia come approccio sia come linguaggio tecnico, è quello di fornire uno strumento semplificato per il riconoscimento di una fauna ancora poco compresa e in un certo senso invisibile al largo pubblico. la normale classificazione attraverso misurazioni delle parti corporee e caratteri morfologici dei chirotteri, è un qualcosa che resta ad appannaggio dell'esperto, dello studioso e dell'addetto ai lavori escludendo spesso il semplice camminatore, esploratore ,speleologo o trekker ,il quale si imbatte in un chirottero molto di rado anche per questioni legate alla tutela di questo animale spesso minacciato dall'estinzione. Nell'ottica di un manuale del Club Alpino Italiano che possa fornire elementi identificativi e di approccio sulla fauna e sulla flora degli ambienti montani, il compendio qui presentato vuole dunque essere una guida semplificata sulle specie di chirotteri più comuni. L'idea nasce sotto due spinte distinte: la prima è quella di fornire dati sull' aspetto, sulle abitudini e sull'habitat facendolo però attraverso delle "tips" e delle chiavi di lettura facilitate. Questo difatti può fornire un primo approccio identificativo a chi, in futuro, vorrà approfondire la materia, ma allo stesso tempo essere d'aiuto alle guide o agli ONC che vorranno usarle per completare il pool di informazione da poter fornire agli escursionisti. La seconda spinta nasce dall'idea e dalla voglia di poter produrre un manualetto in forma tascabile come se fosse interamente disegnato su un Moleskine da un naturalista o da un ' escursionista che abbia voglia di appuntare le proprie esperienze. Questo aspetto non è solo dettato da esperienze personali che mi hanno dimostrato la grande valenza dell'appunto preso sul posto appena dopo
l'osservazione, ma anche il potere del dono della sintesi che dona a questo tipo di libretto un aspetto estetico gradevole e romantico di vita (esplorativa ) vissuta e di studio sul campo.
Biologia e metodiche identificative Come ormai tutti sanno i pipistrelli sono uno di quei capolavori della natura, anche se spesso non considerati dei campioni di bellezza e spesso temuti, in cui adattamento e selezione naturale hanno prodotto un risultato sbalorditivo facendo di essi gli unici mammiferi volanti capaci di volare attivamente. Il loro nome scientifico deriva appunto dal greco chèir, cheiros (mano)e ptèron(ala) che sta a significare "mano alata". La caratteristica principale di questa classe di animali sta proprio in questo: un adattamento evolutivo che glia ha permesso di "volare con le mani". La struttura ossea di un'ala di pipistrello è infatti omologa alla struttura delle ossa degli arti superiori di molti mammiferi compreso l'uomo: braccio avambraccio e mano, la cosiddetta struttura a tre pezzi. Nei pipistrelli la struttura delle ossa della mano è profondamente modificata e fatta eccezione per il corto pollice,le ossa delle altre dita appaiono enormemente allungate e sono unite da una membrana cutanea detta patagio. Questa membrana è costituita dall'estensione della cute del dorso e mette in continuità il lato del corpo con il braccio, avambraccio, mano e l'arto posteriore all'altezza dell'articolazione del piede. Oltre l'arto posteriore, in quasi tutte le specie, il patagio si prolunga fino a inglobare le ultime vertebre della coda la quale può apparire totalmente inclusa nella membrana che prende il nome di uropatagio. Colore del patagio, trasparenza, distanze tra le dita o inclusione o meno della coda nell'uropatagio
sono soltanto alcuni dei caratteri biometrici e morfologico/ funzionali utili alla classificazione dei chirotteri. In alcuni di questi le ali possono raggiungere dimensioni considerevoli con una apertura alare anche vicina al metro come nella Rossetta egiziana e nelle volpi volanti specie endemiche di Africa e Asia appartenenti a un gruppo sistematico ritenuto valido fino a pochi anni fa detto dei MEGACHIROTTERI ben distinto dai nostrani MICROCHIROTTERI di dimensioni molto contenute con masse corporee che non superano i 20grammi. Oggi sappiamo grazie a studi genetici che la suddivisione in questi due ordini è pressoché fittizia,ma sono tuttora utilizzati a fini descrittivi e di semplificazione. In confronto ai megachirotteri che compongono solo un sesto delle specie viventi, la maggior parte dei pipistrelli del mondo, così come di quelli europei, sono microchirotteri che sono anche i soli ad aver adottato l'ecolocazione, ovvero la capacità di analizzare l'eco di ritorno degli ultrasuoni da loro stessi emessi, per orientarsi nel mondo che li circonda,nonché per cacciare. i microchirotteri possono essere a loro volta suddivisi in due gruppi distinti: i vespertilionidi ei rinolofidi. La prima grande differenza sta appunto nella struttura del muso, prima cosa riconoscibile si osservano da vicino. i Vespertilionidi (letteralmente "del vespro" ovvero del tramonto) hanno un muso prominente che gli fa assomigliare a dei piccoli cani, mentre i Rinolofidi hanno quello che si definisce un naso a forma di "foglia". Se poi analizziamo in particolare i Vespertilionidi questi possono essere riconoscibili e identificabili in grandi linee sia dalla coda che può essere inclusa o meno nell'uropatagio e dalle orecchie.
Le orecchie sono infatti ben specializzate tra i vari generi e su di esse, tramite precisi parametri descrittivi e di proporzioni tra padiglione , pinna, trago e antitrago , è possibile operare un riconoscimento che spesso non lascia spazio a dubbi. Ad esempio, nel caso di orecchie unite alla base sapremo di poter essere in presenza di un Orecchione o di un Barbastello , mentre orecchie corte e non distese, prominenti in avanti indicano una delle caratteristiche inequivocabili di un Molosso. il Trago in particolare può essere a) arrotondato come nel miniottero, nel serotino e ne genere Pipistrellus b) fungiforme come nelle nottole c) allungato e lanceolato come nel genere Myotis e Plecotus
I microchirotteri si nutrono principalmente di artropodi e molluschi, ma alcune specie non disdegnano di piccoli vertebrati come rane o pesci. in relazione alle loro specializzazioni trofiche possono avere una grande importanza ecologica. se parliamo di specie frugivore o nettarivore, queste saranno connesse all'impollinazione e alla dispersione dei semi, se ci riferiamo ai nostrani insettivori, questi operano da importante fattore controllo sulla crescita demografica di insetti come zanzare o altri ditteri. Un pipistrello attivo durante una battuta di caccia che avviene sempre dal tramonto in poi, può assumere fino oltre a un terzo del suo peso corporeo. il loro stile di vita è gregario e con piccole variazioni da specie a specie, tutte formano colonie più o meno numerose in luoghi in cui tanto durante il giorno, quanto nel periodo di quiescenza,le temperature si mantengono in un range quasi costante (come le grotte) per disperdere meno calore corporeo e meno energie per la termoregolazione. Nei mesi più freddi infatti i pipistrelli sono in grado di entrare in un periodo di letargo. spesso i siti di ibernazione, di accoppiamento e le nursery possono coincidere. La loro strategia riproduttiva mira al parto di un solo esemplare (raramente due)il cui esiguo numero è però compensato da una longevità intorno ai 20/30 anni ma anche di più. il primo parto non avviene mai prima del terzo anno di vita e non tutti gli anni le femmine partoriscono. In Italia si conoscono circa 33 specie. Nelle tavole identificative che seguono ci si è concentrati su circa 1/3 dando risalto alle specie appenniniche e a quelle più facili da riconoscere. La determinazione richiede conoscenze specialistiche e presenta non poche difficoltà. Anche chi non è un chirotterologo può tuttavia riuscire a districarsi nella determinazione di alcune specie o riconoscere l'appartenenza di un esemplare a un certo gruppo di specie tra loro simili. SCHEDE
bibliografia -Pipistrelli: istruzioni per la conservazione di un terzo dei mammiferi italiani-Elena Patriarca,Paolo Debernardi-Centro Regionale Chirotteri - Parco Naturale Laghi di Avigliana -i chirotteri della riserva naturale regionale montagne della Duchessa-Danilo Russo ,Luca Cistrone Luciana Carotenuto -Illustrated identification key to the bats of Europe By Christian Dietz -Chiroptera Italica-gruppo italiano ricerca chirotteri -Bat distribution wievera cura del Museum and Institute of Zoology of the Polish Academy of -Iconografia dei Mammiferi d’Italia, edita dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e dall’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica “A. Ghigi” - Lista rossa delle Specie Minacciate IUCN. Proposta di Lista Rossa Italiana delle Specie Minacciate -sez. chirotteri -Systema Naturae 2000 - Classificazione Ordine Chiroptera. -Chiave Identificativa Illustrata dei Pipistrelli Europei a cura di Otto von Helve
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