Storia delle relazioni italo-giapponesi, 3 e 4 parte - Scienze della Mediazione linguistica e ...

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Storia delle relazioni
italo-giapponesi, 3°e 4°parte
Le relazioni tra le due guerre
Alcune considerazioni sul “fascismo” giapponese

Per storiografia marxista o di derivazione marxista: 天皇制ファシズム
(fascismo del sistema imperiale)

Per Maruyama Masao, studioso liberale: fascismo dall’alto, imposto dalle classi
dirigenti, Maruyama usa anche il termine ultranazionalismo

Per altri, autoritarismo, militarismo, ....

Anche per il Tribunale di Tokyo (International Military Tribunal for the Far East)
i criminali di guerra furono dei “militaristi” e “ultranazionalisti”
Tesi di Andrew Gordon in A modern history of Japan, pp. 200-201

It is not that important wether one labels the Japanese political order
of the 1930s «fascist» or «militarist». It is more important to note that
the dynamics and outcomes of the political and cultural life in Japan
shared much with the experience of the fascist states of Europe.

European fascists models inspired the men who came to rule Japan in
the 1930s. .. Shared … the quest for military hegemony, a closed
economic empire, and an anti-democratic, hierarchic domestic politics,
culture and economy.
(But) there were important differences.
- A fascist party never came to power in J.
- No figure emerged with a charisma comparable to that of Hitler or
  Mussolini

- E i giapponesi stessi si rifiutavano di definirsi tali
Il contesto giapponese:

Anni Venti, Taishō demokurashii 大正デモクラシー

Anni Trenta: crisi economica dal 1927 e Giappone in guerra (dal 1931)
⇨limitazione dei diritti civili e politici, rafforzamento dei sistemi di
controllo sociale, repressione dei partiti e movimenti di sinistra,
politiche autarchiche e di pianificazione economica, imperialismo e
aggressione militare, rafforzamento del potere dei militari ...
(process of “fascistization” = ファッショ化, Hofmann, p. 63)

Ma né dittatore né partito unico al potere (vale anche per la Taisei
Yokusankai del 1940, Associazione di sostegno al sistema imperiale),
specificità giapponesi (culto e ruolo dell’Imperatore; kokutai =国体)
Rapporti del Giappone con l’Italia fascista
• Movimento fascista in Giappone?

Alcuni movimenti e partiti politici emularono il fascismo ma ebbero scarso
seguito

Gli intellettuali e i politici giapponesi “discussed fascism for its nationalism,
its leader, its economy of autarchy and corporatism; and later, for its drive
toward empire and a new world order” (Hofmann, p. 2)

Ma “Italian Fascism – and fascism - represented a starting point, an
inspiration rather than a blueprint. They may praise fascism’s
uncompromising faith in the nation and its goal to overcome a range of
modern woes, such as class conflict, moral degeneration, and the policies of
autarky. But many doubted the need for a leader like Mussolini” (p.3)
La popolarità di Mussolini
 • Il ruolo di Shimoi (da Hofmann)

 Negli anni Venti, Shimoi spesso in Giappone per far conoscere l‘Italia, il fascismo
 italiano e Mussolini ai giapponesi

 “From 1924 to 1927 he traveled between Italy and Japan four times, each time with
 great media fanfare ....”

 Nel 1926 per diffondere un messaggio di B.M. ai giovani giapponesi.
 8 pubblicazioni (ファッショ運動、ムッソリニの獅子吼, ...)
 Fonda il 皇国青年党 ma ha vita breve
 Contatti con intellettuali, militari, diplomatici italiani ...
 1928: la vicenda della colonna romana di Aizu Wakamatsu dedicata da B.M. alle
 “tigri bianche” (白虎隊)
 Il picco di popolarità di B.M. alla fine degli anni Venti coincide con il
 ridimensionamento del ruolo di Shimoi
Alla fine degli anni Venti Mussolini diventa una celebrità, un caso mediatico.

Soggetto di saggi, racconti, biografie, rappresentazioni teatrali e di kabuki. Perfino
la compagnia tutta femminile di Takarazuka
(Mussolini come Napoleone, Cesare e altri personaggi storici)

Ammirazione per la sua determinazione, per la sua oratoria, per aver salvato l’Italia,
per il suo patriottismo

Figura idealizzata, presentata spesso come modello per i giovani giapponesi

Ma anche critiche da parte liberale e da parte di conservatori poco inclini ad
ammirare le gesta di un piccolo borghese

In questo clima, si tenne a Roma, nel 1930, la prima grande mostra sull’arte
giapponese (日本画)promossa dallo zaibatsu Ōkura
Negli anni Trenta, la crisi economica e le tensioni sociali indebolirono i partiti politici e
favorirono l’ascesa dei militari;
Problemi più contingenti assorbono l’attenzione dei giapponesi

Crisi e espansionismo in Asia:
nel 1931 conquista della Manciuria (le province nordorientali della Cina); nel 1932
costituzione del Manchukuo e nel 1933 abbandono della Società delle Nazioni

Italia in questa fase privilegia i rapporti con la Cina

1935: l’attacco italiano all’Etiopia e la reazione giapponese;
dalle iniziali critiche (simpatia nei cfr. della resistenza etiope) alla condivisione degli
obiettivi (si inizia a parlare di nuovo ordine mondiale)

1936: svolta filo giapponese del governo italiano

1937: offensiva militare contro la Cina

Verso convergenza strategica I-G
Le fasi del ravvicinamento politico e diplomatico (cfr. Valdo Ferretti,Il
Giappone e la politica estera italiana, 1995)

Nel 1931 l’Italia manteneva posizione equilibrata tra Cina e Giappone;
dal 1933 progetto di assistenza tecnico-militare alla Cina;

Nuova linea più filo-giapponese proposta da Giacinto Auriti,
Ambasciatore a Tokyo dal 1933 (pp. 9, 10 e 13)

La questione etiopica cambiò la prospettiva
(risultati opposti a fine ‘800)

“Nacque allora, negli italiani e nei giapponesi, la coscienza che ciascuno
dei due portava con la sua politica acqua al mulino dell’altro”
Adesione dell’Italia al Patto Anti-Comintern del 1937, visita delegazione
PNF nel 1938 e firma del Patto Tripartito nel 1940

7 dicembre 1941 attacco giapponese a Pearl Harbour
11 dicembre 1941, l’Italia dichiarò guerra agli Stati Uniti

Luglio 1942(!) : mostra su Leonardo a Ueno, Tokyo.
Un paradossale, velleitario progetto

8 settembre 1943: firma dell’armistizio con gli Alleati⇨ in carcere quasi
tutti gli italiani in Giappone (Maraini)

In Italia, nel giugno 1944, i partigiani uccisero l’Addetto Militare
giapponese

Luglio 1945: l’Italia dichiarò guerra al Giappone
Una notazione importante: la diplomazia giapponese in Vaticano e i
negoziati (falliti) di pace

26 febbraio 1942: accreditamento di Harada Ken come “delegato
speciale” presso Santa Sede e avvio relazioni diplomatiche tra
Giappone e Vaticano (canale per esplorare possibili intese)

I negoziati condotti tramite Harada Ken (Ramaioli, Per Dio e
l’Imperatore, 2016, p. 176 e sgg.)
• 15 agosto 1945. Resa incondizionata, discorso dell’Imperatore
• 2 settembre 1945: inizio occupazione americana (sino al 28 aprile
  1952)

Amministrazione indiretta e riforme tramite Governo e istituzioni
giapponesi
Ruolo centrale di Yoshida Shigeru, il De Gasperi giapponese

Economia di sussistenza (perso ¼ della ricchezza del Paese, l’80 % della
flotta; iperinflazione e mercato nero, piani economici) > cfr. Maraini,
introduzione nuova edizione 2000

• 1950: Guerra di Corea, inizio della ripresa economica
La costituzione del 46 (mai emendata, sinora)
Prima della nuova Costituzione, l’Imperatore il 1° gennaio 1946
dichiarò di non essere discendente di una linea divina.

Non abdicò e rimase sul trono fino al 1989, 64mo anno dell’era
Shōwa (昭和)e primo dell’era Heisei (平成)

Costituzione, redatta sotto «dettatura» americana, fu approvata il 3
novembre 1946 e in vigore dal 3 maggio 1947.
L’imperatore «simbolo dello Stato e dell’unità del popolo». Nessun
potere esecutivo. Ratifica le decisioni del Parlamento (Dieta=国会)e
del Governo.
Articolo 9: la clausola pacifista
Con la guerra di Corea - in verità già dal 1948 - il Giappone diventò il
bastione americano («portaerei inaffondabile» sarà definito molti anni
dopo) nel Pacifico occidentale, di cui l’ arcipelago controlla l’accesso.

Diventò prioritario anche lo sviluppo economico del Giappone col quale
gli USA firmeranno il Trattato di Pace e il Trattato di Sicurezza nel 1951,
quest’ultimo rinnovato nel 1960 e da allora in vigore.

(Per inciso, il Giappone non ha ancora firmato il trattato di pace con
URSS/Russia - problema delle Kurili/Territori del Nord).
La rapida crescita diventò rapidissima negli anni Sessanta, passando dal governo di
Kishi Nobusuke, focalizzato sui temi politici e sul progetto (non realizzato) di
revisione costituzionale, al governo di Ikeda Hayato, concentrato sulla crescita
economica (obiettivo: raddoppio del reddito in dieci anni ma raggiunto in sette).

1960 + 13,6%;
 ‘61 + 11,9%;
 ‘64 + 11,6%;
 ‘68 + 12,8%;
 ‘69 + 12,5%

! 1964 Olimpiadi di Tokyo, inaugurazione di: Shinkansen, Tokyo Tower, autostrade
urbane, ...

1970: Esposizione Internazionale di Osaka, regione del Kansai

1965: nuovo edificio dell’Ambasciata d’Italia a Tokyo
• Le relazioni con l’Italia

Già dopo il 1948 traiettorie parallele (alleati nel campo occidentale, governi
PLD e DC, rapida crescita economica)
Tuttavia, le strade sarebbero presto diventate divergenti
Salvo le forti proteste contro il rinnovo del Trattato di Sicurezza nel 1960 e i
movimenti studenteschi del 1969, sostanziale stabilità politica e sociale in
Giappone
vs. crescenti tensioni sociali e politiche in Italia.
Condivisione obiettivi e risultati vs. conflitto sociale.

Momenti salienti
1951: ristabilimento relazioni diplomatiche
(Soggiorno e articoli su CdS di Indro Montanelli a Tokyo,
 Cfr. «L’impero bonsai»)
1953: visita del Principe Ereditario Akihito, attuale Imperatore
1954: Visita del Primo Ministro Yoshida Shigeru
1962: Visita del Primo Ministro Ikeda Hayato
1973: Andreotti, 1°Presidente del Consiglio a Tokyo
…
1979: G7 a Tokyo; 1980 a Venezia ...

1982: Presidente Pertini in Giappone
1993: Imperatore e Imperatrice in Italia

Poi Scalfaro (1998) e Napolitano (2009) in Giappone

Rapporti buoni, tra Paesi amici e allineati.
In questa fase le divergenze riguardano il crescente disavanzo commerciale
italiano/europeo.
• Rapporti culturali
1954: Accordo Culturale (sostituì quello del 1939)

Cinematografia nuovo ponte tra i due Paesi
Tra i giapponesi i registi Kurosawa Akira, Mizoguchi Kenji, Ozu Yasujirō

Rashomon di Kurosawa Akira, Leone d’Oro a Venezia nel 1951
Mizoguchi più volte Leone d’Argento

Successo del neorealismo italiano in Giappone («Riso amaro», «Ladri di biciclette»)

Dicembre 1962: apertura Istituto Giapponese di Cultura a Roma
(Istituto Italiano di Cultura a Tokyo attivo dal 1959, ricostruito dopo i
bombardamenti)

Attivate cattedre di italianistica in Giappone e di nipponistica in Italia
• Rapporti economici (fino alla fine anni Settanta)

Le imprese giapponesi ai primi posti al mondo in molti settori:
Industria leggera e poi cantieristica, siderurgia, chimica, automobilistico, elettronica di
consumo, ….

Ma il mercato rimane chiuso ai prodotti e agli investimenti stranieri.
Crescenti Critiche USA ed europee.
Limitazioni italiane alle importazioni giapponesi. Ciò nonostante forte disavanzo per l’Italia

La presenza italiana: Olivetti, BCI, alcuni simboli del «Made in Italy»

Il Giappone supera anche le crisi petrolifere degli anni Settanta

Il successo del modello giapponese di sistema economico e sociale.
1979: «Japan as Number One», di Ezra Vogel
• Anni Ottanta e Novanta:

Crescita degli investimenti diretti all’estero giapponesi

La presenza in Italia: limitata e circoscritta
Grandi società di trading (総合商社)Mitsui, Mitsubishi, Sumitomo, Itochu,
Marubeni

Società commerciali, ma...
... pochi impianti produttivi (ARNA - Alfa Romeo Nissan Automobili S.p.A. - , Fiat-
Hitachi Excavators, Piaggio-Daihatsu, Honda, Olivetti-Canon, Takeda, YKK Italia,
Alcantara, ...)

Investimenti giapponesi si concentrano in UK, Francia, Germania, Olanda, Belgio e
poi in Europa orientale (Polonia, Repubblica Ceca, ...)
• Dagli anni Ottanta

Italia e prodotti del Made in Italy si affermano nel mercato giapponese

Fenomeno di costume e mediatico sostenuto dalle grandi reti
televisive, pubbliche e private

Inizialmente su spinta degli intermediari giapponesi poi
autonomamente

Moda, agroalimentare, enogastronomia, vetture sportive e di alta
gamma, nicchie della metalmeccanica, chimica, ...
• XXI° secolo

Crescente intesa sul versante politico e diplomatico (salvo riforma ONU
e qualche differenza nelle relazioni con RPC, mercato prioritario per
l’Italia)

Rapporti bilaterali positivi sul fronte economico
Crescita commercio e equilibrio della bilancia commerciale (ultimi anni
avanzo italiano)
Investimenti reciproci ma ancora limitati e tramite acquisizioni
(Hitachi acquisisce Ansaldo STS e Ansaldo Breda)

Rapporti culturali molto intensi (cfr. manifestazioni per il 150°)
Rafforzamento scambi anche in ambito scientifico
Per il Giappone centrale e fondamentale rimane l’alleanza con gli Stati
Uniti

Tuttavia, neoprotezionismo americano potrebbe facilitare relazione con
Europa (e RPC)

Importanza ⇧ EPA (Economic Partnership Agreement)con UE
Entrato in vigore nel 2019
Prevede reciproca riduzione dazi doganali e rimozione limitazioni alle
esportazioni vs. Giappone
• EPA UE-G e riduzioni tariffarie

Giappone:
formaggio        da ca. 30 % a 0 in 15 anni
vino             da 15 % o 125 yen a 0 dopo ratifica
pasta            da 10 yen a Kg a 0 in 10 anni
pelletteria       da max 30 % a 0 in 10/15 anni

EU:
automobili      da 10 % a 0 in 7 anni
componentistica da 3-4,5 % a 0 dopo ratifica
salsa di soia       da 7,7 % a 0 dopo ratifica
sake           da 7,7 euro per lt. a 0 dopo ratifica
• Problemi comuni:

Riforma mercato del lavoro

Invecchiamento della popolazione

Debito pubblico
Prospettive future

Un Giappone meno speciale che continua a disporre di notevoli risorse
finanziarie, capacità tecnologiche, risorse umane

La tradizione e i valori confuciani ancora presenti nel
sistema scolastico gerarchico e (brutalmente) meritocratico

e, nonostante la crescente disparità di redditi e patrimoni, forte
coesione sociale e senso civico

Importante partner per l’Italia
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