Le 7 competenze chiave del Consulente IT
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Le 7 competenze chiave del Consulente IT di Pierluigi Demaria Pierluigi Demaria ha partecipato a decine di progetti nazionali e internazionali supportando oltre 200 consulenti e manager nella implementazione ,supporto e formazione di soluzioni software per la gestione d’impresa. E’ specializzato nel supporto, implementazione e ottimizzazione di piattaforme Sap e altre soluzioni software per la gestione d’ impresa. . In questo documento gratuito trovi descritti le 7 competenze chiave maggiormente richieste in questo particolare momento storico per avere successo nell’industria IT, utili sia nel caso tu sia un neolaureato in cerca di lavoro qualificato, sia nel caso tu sia un professionista che vuole aggiornarsi e valorizzare la propria professionalita’ a fronte dei mutamenti di mercato attuali. Al fine di fare fronte alle competenze richieste dal mutamento dei mercato, il responsabile IT di una grossa azienda, ha ingaggiato un professionista, Roberto Clerico, in qualita’ di scopritore di talenti. Il dott. Corradini, per l’appunto il CIO di una societa’ nel settore energy e utility italiana, sta cercando infatti quattro nuovi elementi per potenziare il suo team. La lista delle posizioni aperte comprende un programmatore ABAP, un analista funzionale in ambito Finance, un System Engineer, un consulente CRM. Corradini dubita che qualsiasi studente che esca da un istituto superiore o universita’ riesca a ricoprire facilmente uno qualunque di quei ruoli. Neolaureati e diplomati non conoscono le esigenze di un dipartimento IT o di una funzione acquisti, egli dice.
" è una dichiarazione difficile da fare, ma alle scuole superiori e all’ universita’ non c’e’ tempo sufficiente per apprendere tutte le esperienze di cui le persone hanno bisogno per avere successo nel mondo del lavoro ". Ci aspettiamo sempre di più e le università forniscono di più, ma noi stiamo richiedendo ancora più ", dice Corradini. Che cosa "altro" vogliono Corradini e altri leader IT ? Considerano sia le "esperienze soft", in particolare esperienze di comunicazione, esperienze di assistenza clienti e una comprensione di come comportarsi professionalmente, sia le attitudini a operare con la tecnologia, e riscontrano anche un gap per quel che riguarda le esperienze commerciali e tecniche specifiche. Computerworld ha intervistato numerosi direttori IT per scoprire quali competenze piacerebbe loro che i loro professionals neoassunti avessero acquisito durante il periodo di formazione scolastica. Vediamo quali sono. 1.Comprensione di Base delle Funzioni Commerciali Sicuramente, un neolaureato o un consulente medio IT può essere in grado programmare piu' che bene, ma difficilmente, soprattutto all’inizio della sua carriera comprende le logiche legate ai pagamenti, alla logistica o alle operazioni o ai piani di marketing Questo perche’ la maggior parte degli studenti in informatica seguono principalmente corsi accademici e anche pratici soltanto all’interno del loro percorso di studio universitario senza fare l’esperienza necessaria e, anche avendo la possibilita’ di seguire stage in azienda, la prima occupazione di molti neolaureati che trovano lavoro sul mercato IT è quella di cominciare ad occuparsi di applicazioni che integrano funzioni di dipartimenti diversi. Quindi i programmi di formazione IT sono meglio dei corsi di business ma vi e’ tuttavia un gap a livello di conoscenze. Raramente gli student IT vengono coinvolti in iniziative formative su competenze soft quali comunicazione e leadership mentre invece queste sono competenze molto utili nelle realta’ lavorative dove ci si deve confrontare con clienti che hanno spesso backgrounds diversi dai loro. Di conseguenza i leader e manager IT devono sviluppare strategie per assicurarsi che i loro collaboratori abbiano il minimo di sensibilita’verso il business. Corradini per esempio cerca i nuovi laureati che abbiano gia’avuto qualche esperienza lavorativa e una qualche comprensione delle dinamiche di business. Alcune societa di consulenza hanno I loro corsi interni specialmente in ambito Finance al fine di indirizzare le problematiche che riscontrano presso I client con cui operano.
E’ meno affascinanete di molti concetti insegnati in ambito accademico ma e’ importante che un nuovo collaboratore comprenda le funzioni di business di base. 2. Esperienza di System Integration nell'Impresa Non si puo' negare che istituti superiori o universita’, qualunque sia la specializzazione, possano fornire molta esperienza anche in Italia sulle tecnologie dell’informazione ma con quell’esperienza non significa che gli studenti siano competenti riguardo i processi tramite i quali l’ IT supporta il business. Buona parte degli studenti di informatica o economia spende buona parte del loro tempo a capire come costruire applicazioni e sistemi o ad acquisire le basi dell’economia anche se spesso le aziende non hanno necessariamente bisogno di quel tipo di expertise. In Italia quando entri nel mondo delle aziende e’ molto piu’ facile avere a che fare con l’integrazione dei sistemi piuttosto che con la loro creazione. I Neolaureati che riescono a creare da zero le loro applicazioni possono essere impressionanti, ma molte aziende ritengono di ottenere maggior valore da coloro che riescono a integrare applicazioni o pacchetti commerciali che svolgono una certa funzione e debbano essere integrati nel loro sistema informativo. Di fronte a questo gap di competenze molti dipartimenti IT scelgono di formare i nuovi assunti loro stessi. Le grosse aziende tendono a ingaggiare consulenti per aiutarli nel processo mentre piccole e medie aziende cercano il modo per formarli direttamente. 3. Conoscenza delle Tecnologie emergenti Business Intelligence (BI), Cloud , Mobile e Applicazioni per la gestione integrata dell’impresa sono alcune delle tecnologie emergenti che hanno maggiore priorita’ per gli IT managers in questi tempi ma i cui contenuti non sono ancora inseriti nei curricula scolastici. Scuola e Universita’ offrono molti corsi e con la tecnologia che cambia cosi rapidamente vi e’ un periodo di latenza prima che divengano oggetto di corsi di formazione. Alcune aziende offrono quindi formazione ai neoassunti a patto che abbiano gia’ un background lavorativo che consenta loro di acquisire i nuovi trends con maggiore facilita’ e quindi possano avere maggiori garanzie su un ritorno sull’investimento.
4. I Fondamentali della Tecnologia Poiche l’IT diventa sempre piu avanzata una delle lacune di molti neolaureati e’ la capacita’ di svolgere compiti essenziali, e in molti casi mancano addirittura di formazione sui principi fondamentali di base. Cosi si ritrovano spesso a disagio laddove si debbano confrontare con colleghi solo di qualche anno piu’ esperti dal punto di vista lavorativo facendo fatica a colmare un gap che hanno maturato per gli anni dedicati allo studio. 5. Dimestichezza con Sistemi Proprietari (Legacy) In tempi di cambiamento come quelli attuali molti progetti necessitano di risorse che abbiano familiarita’ con i sistemi proprietari, come nel caso delle banche che hanno il parco applicativi principalmente su ambienti Customer Information Control System (CICS) , ma le universita non insegnano nulla a riguardo. Vi e’ una reale preoccupazione che alcune delle competenze mainframe che le aziende hanno acquisito vengano perse perdendo risorse avviate alla pensione poiche’ sono competenze che non vengono insegnate nei percorsi tradizionali scolastici. Di conseguenza un laureato che conosca le tecnologie recenti e sistemi legacy sara’ doppiamente commerciabile specie in grandi organizzazioni e fornitori di servizi. 6. La Prospettiva del Mondo Reale Molti neolaureati tendono a ragionare in maniera accademica, concentrandosi sulla migliore tecnologia senza tenere conto dei vincoli di bilancio o delle necessita’ reali della azienda stessa. Vi sono persone che, ad esempio, sanno come progettare su carta il database più efficiente o suggerire la migliore soluzione per lo stoccaggio, ma non considerano l’esperienza dell’utente su cui avra’ impatto la tecnologia. In pratica non sanno come coniugare l’ IT con le necessita’ di business dell’azienda. Oppure potrebbero non rendersi conto del costo di fare qualcosa, del tempo necessario, delle competenze richieste. La maggior parte dei neoassunti deve acquisire queste competenze sul posto di lavoro, ma le scuole dovrebbero impostare le basi per questo. Occorre quindi spesso portare i nuovi assunti con i piedi per terra spiegando loro le ragioni per le quali i loro progetti non avranno via libera, anche se la tecnologia potrebbe essere corretta.
7. Capacità di lavorare in Team Puo’ sembrare controintuitivo ma la generazione di Facebook, Twitter e altre community online si rivela non essere particolarmente abile a costruire lo stesso spirito di collaborazione sul posto di lavoro. Per quanto sia facile pensare che questa generazione sia tutto social media, lavorare insieme continua ad essere una sfida importante specie per coloro che hanno speso molto tempo sui libri su progetti da soli Molti quindi non sanno come lavorare insieme in modo efficace o impostare e gestire le aspettative e tantomeno pianificare le attivita’. E’ vero che alcune università cercano di colmare questa lacuna assegnando lavori di laboratorio a squadre, piuttosto che a singoli studenti, ma gli studenti spesso vedono nella squadra solo un opportunita’ per supèrare un progetto che avrebbero dovuto fare per conto proprio D’altro canto solo una manciata di aziende hanno robusti programmi di formazione di leadership e di team-building per i propri collaoratori,ma le stesse aziende riconoscono che riescono a ottenere il meglio da questo tipo di formazione con soggetti che lavorano con piu’ facilita con gli altri. E come posso fare se... le aziende chiedono esperienza ma non mi offrono la possibilita’ di farmela? Non e’ solo questione di esperienza; un errore piuttosto diffuso e grave nell’inviare un curriculum contenente le proprie esperienze studi e’ quello di non allegare una lettera di accompagnamento. Cosi’ rinunciamo a inviare una presentazione completa di noi stessi alle aziende.ll selezionatore si troverà davanti solo il nostro curriculum vitae, ma che dice poco sulle nostre motivazioni e sui nostri attuali obiettivi professionali. Pertanto, ogni volta che abbiamo l’esigenza di inviare un curriculum vitae per la ricerca di un posto di lavoro, dobbiamo allegare ad esso una lettera capace di presentarci in maniera efficace al responsabile del personale. La lettera di accompagnamento – detta anche lettera di presentazione o di motivazione – è un documento fondamentale per completare un c.v.efficace..
Purtroppo, non tutte le persone che cercano un nuovo lavoro sanno che le lettere di accompagnamento possono fare la differenza tra un curriculum cestinato e uno che invece ottiene un colloquio di lavoro. C’è in effetti una percezione non corretta dell’importanza di questo documento. E anche chi ha capito che la lettera motivazionale è una parte fondamentale della redazione di un curriculum vitae fa talvolta errori nello scriverla. Errori che poi si rivelano fatali, perché conducono alla bocciatura della candidatura. Tutto ciò è un vero peccato. Soprattutto perché, come detto, la lettera di accompagnamento è un documento che potrebbe in realtà dare una marcia in più a un candidato. E spesso, in una selezione, sono i dettagli a decidere un’assunzione. Perciò, perché non sfruttare ogni possibilità di fare una buona impressione su un responsabile delle risorse umane? Perché rinunciare a distinguerci dalla massa degli altri candidati? Non sarebbe invece splendido se il direttore del personale di una società dicesse: “Ehi, questa sì che è una lettera di motivazione! Fammi leggere con calma chi è il candidato alla posizione che l’ha scritta”?
E quindi come puoi acquisire maggior valore sul mercato anche in tempi di crisi,accelerare le tue prospettive di carriera e rendere piu’ redditizia la tua professione? Le competenze che abbiamo visto oggi ti permetteranno di comprendere meglio le dinamiche con cui si sta muovendo il mercato del lavoro I concetti che hai appreso oggi ti aiuteranno a indirizzarti nella ricerca di lavoro e a dare valore alla tua professione con maggiore sicurezza. Ma hai ancora bisogno di applicarli in maniera efficace. il metodo F.A.S.T.è la strategia innovativa che ti permette in sole 6 settimane di acquisire velocemente competenze che eleveranno la tua professionalita’ sia che tu sia alla prima esperienza alla ricerca di lavoro qualificato sia che tu abbia bisogno di valorizzare quelle attuali per accelerare le tue prospettive di carriera e guadagnare di piu’. Se sei interessato ad acquisire competenze richieste dal mercato del lavoro in maniera concreta senza buttare tempo e denaro puoi accedere direttamente alla pagina cliccando qui E scoprirai come raggiungere il risultato: Con il minor sforzo e il massimo risultato Usando moduli step-by-step già pronti Con un sistema passo passo comprovato In maniera autonoma Quindi accedi direttamente cliccando qui
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