MOVIMENTO 5 STELLE: DURO SCONTRO TRA GRILLO E CONTE - Informazione Facile
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MOVIMENTO 5 STELLE: DURO SCONTRO TRA GRILLO E CONTE Da alcuni mesi Giuseppe Conte è annunciato come il futuro nuovo capo del Movimento 5 Stelle (M5S). Il M5S alle ultime elezioni politiche aveva avuto una grande vittoria con circa il 32 per cento dei voti. Da allora in ogni elezione (europee e amministrative) aveva sempre perso consenso Il percorso di Conte. per arrivare a questo traguardo, però, ha viso molti ostacoli. Il primo ostacolo è stato lo scontro con Davide Casaleggio per la piattaforma Rousseau. Per saperne di più leggi qui. Negli ultimi giorni erano arrivati problemi tra Beppe Grillo, fondatore del Movimento, e Conte. Conte aveva proposto un nuovo statuto che avrebbe reso il movimento più simile a un partito tradizionale. Inoltre, avrebbe ridotto il ruolo di Beppe Grillo. Grillo, infatti è il “garante” del M5S e questo ruolo poco chiaro gli dà ampi poteri sul Movimento. Lunedì 28 giugno Conte ha detto, in una conferenza stampa, che Grillo deve rinunciare al suo ruolo di padre-padrone. Martedì 29 giugno Grillo ha risposto molto duramente. Grillo ha detto che il vero problema non è il consenso, ma le idee politiche che creano il consenso. Grillo ha aggiunto che Conte non è in grado di risolvere questo problema. Afferma Grillo che Conte non può risolvere i problemi ” perché non ha né visione politica, né capacità manageriali. Non ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione“. Grillo ha anche detto che lo statuto proposto da Conte è fermo al 1600.
Grillo, infine, ha annunciato una consultazione tra gli iscritti per eleggere un “Comitato Direttivo”- Il Comitato direttivo deciderà “un piano di azione da qui al 2023”. La consultazione avverrà attraverso la piattaforma Rousseau, causa di tante liti. GOVERNO TROVA UNA SOLUZIONE DI COMPROMESSO SUL BLOCCO DEI LICENZIAMENTI IL FATTO. Lunedì 28 giugno il governo ha discusso del blocco dei licenziamenti, che finirà 1º luglio. Alla fine della riunione diversi esponenti della maggioranza hanno detto che è stato deciso di confermare la fine del blocco dei licenziamenti dalla data già decisa, ma con una serie di eccezioni per i settori più in crisi. La “cassa integrazione COVID” è stata uno dei principali strumenti adottati dal governo per attenuare le conseguenze economiche della pandemia. Grazie a questo provvedimento migliaia di persone hanno continuato ad avere un posto di lavoro e una retribuzione nonostante la situazione di crisi. Finora il datore di lavoro che usava questa speciale cassa integrazione era obbligato a non licenziare i
propri dipendenti. Dal 1º luglio molte aziende potranno di nuovo licenziare. Ieri il governo ha deciso trovare una soluzione intermedia tra non si può licenziare/si può licenziare. IL COMPROMESSO: IL DIVIETO SELETTIVO DI LINCENZIARE. 1. Il divieto di licenziare ci sarà fino alla fine di ottobre per i settori: del tessile, del calzaturiero, della moda. Le aziende di questi settori dal 1º luglio potranno usufruire ancora di 17 settimane di “cassa integrazione COVID” gratuita. 2. Il governo, inoltre, ha deciso chele aziende in crisi degli altri settori, che hanno esaurito tutti gli ammortizzatori sociali a disposizione, potranno usare 13 settimane di cassa integrazione straordinaria, a patto di non licenziare. Nelle forze di governo: PD (Partito Democratico) Leu (Liberi e Uguali) e il M5S (Movimento 5 Stelle) volevano la proroga del blocco dei licenziamenti. Lega, Italia Viva e Forza Italia erano contrari alla proroga. Questa scelta è, quindi, una posizione intermedia e di
compromesso. I PROSSIMI PASSI. Oggi pomeriggio, 29 giugno, il capo del governo, Mario Draghi, si incontrerà con i sindacati per discutere su questa soluzione di compromesso. Si vedrà la posizione dei sindacati sul compromesso sul blocco dei licenziamenti Domani, 30 giugno, le decisioni prese si trasformeranno in un decreto legge. ALTRE DECISIONI. Ieri il governo ha deciso inoltre di porre fine col 30 giugno al cash back il provvedimento che premiava l’uso dei pagamenti con strumenti diversi dal denaro (bancomat e altro) nei negozi. L’invio delle cartelle esattoriali è rimandato fino al 31 agosto. DA OGGI NIENTE MASCHERINE ALL’APERTO. ITALIA IN BIANCO MASCHERINE. Da oggi, lunedì 28 giugno, non sarà più obbligatorio indossare la mascherina all’aperto nelle regioni in zona bianca (ovvero tutte, sempre a partire da oggi).
L’obbligo di indossare le mascherine rimarrà in vigore solo in Campania, che ha deciso di mantenere la regola precedente sia al chiuso che all’aperto. Sarà necessario indossare la mascherina quando è impossibile mantenere il distanziamento fisico. Al ristorante e al bar si può non indossare la mascherina mentre si è seduto al tavolo. La mascherina, invece, rimane e obbligatoria nei negozi e negli altri ambienti al chiuso. Rimane obbligatorio, inoltre, avere sempre la mascherina con sé. ITALIA IN BIANCO. Da oggi, lunedì 28 giugno tutte le regioni italiane saranno in zona bianca. Il governo ha deciso in base all’andamento dell’epidemia delle ultime settimane. Per essere in zona bianca è necessario infatti che le regioni abbiano un’incidenza di nuovi casi sotto la soglia di 50 contagi settimanali ogni 100mila abitanti per tre settimane consecutive. Nell’ultima settimana l’Italia ha avuto 11 contagi per 100 mila abitanti. IL DECRETO DI LEGGE ZAN E IL VATICANO
IL FATTO. Il 17 giugno, il Vaticano ha espresso posizioni contrarie al ddl Zan (disegno di legge Zan). Il ddl Zan è il disegno di legge contro discriminazioni e violenze per orientamento sessuale, genere, identità di genere e disabilità. In questo articolo parleremo in breve: Che cos’è il ddl Zan Le posizioni del Vaticano Le reazioni politiche Che cos’è il Concordato CHE COS’È IL DDL ZAN. Il ddl Zan è il disegno di legge contro discriminazioni e violenze per orientamento sessuale, genere, identità di genere e disabilità. Il ddl Zan, inoltre, prevede l’istituzione di una Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia e la transfobia. Il ddl Zan prende il nome dal deputato del PD Alessandro Zan La Camera ha approvato il DDL il 4 novembre 2020. Il ddl è ora in discussione al Senato. Avevamo parlato del ddl Zan qui Puoi trovare il testo completo del disegno di legge quI. LE POSIZIONI DEL VATICANO. Lo scorso 17 giugno, monsignor Paul Richard Gallagher ha consegnato un comunicato all’ambasciata italiana in Vaticano. Monsignor Paul Richard Gallagher è il segretario del Vaticano per i Rapporti con gli altri Stati. Con il comunicato, il Vaticano ha espresso posizioni
contrarie al ddl Zan. Il Vaticano sostiene che il ddl Zan va contro il Concordato (vedi paragrafo successivo). Il Vaticano, infatti, teme che le posizioni in pubblico esplicitamente omofobe di alcuni sacerdoti o membri della Chiesa potranno essere reati. Per il Vaticano, alcune parti del ddl Zan metterebbero in discussione la “libertà di pensiero” dei cattolici. Per quanto riguarda l’istituzione della Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia e la transfobia, il Vaticano teme che le scuole private cattoliche sarebbero così obbligate ad organizzare attività contrarie alla dottrina cattolica. LE REAZIONI POLITICHE. In seguito alle posizioni del Vaticano, il dibattito politico si è acceso. Mario Draghi , Presidente del Consiglio, ha detto infatti in un discorso al Senato: “Lo Stato italiano è laico, il Parlamento è libero”. Alessandro Zan e altri sostenitori (centro-sinistra) del ddl hanno ripetuto che il disegno di legge non vieta di esprimere opinioni, ma punisce l’incitamento all’odio. I partiti di destra rimangono contrari al disegno di legge. Il Cardinale Segretario del Vaticano, Pietro Parolin, è intervenuto.Secondo Parolin, la Chiesa non ha chiesto di bloccare il disegno di legge. Il comunicato, infatti, voleva solamente presentare le preoccupazioni della Chiesa sul ddl. CHE COS’È IL CONCORDATO. Il Concordato è l’accordo diplomatico che regola i rapporti tra l’Italia e la Chiesa cattolica.
Il Concordato ha origine dai Patti Lateranensi del 1929 tra regime fascista di Mussolini e il Cardinale Gasparri, segretario del Vaticano. Prima della firma dei Patti Lateranensi, infatti, non esisteva nessun accordo tra Chiesa e Italia. Prima di allora, il papa non riconosceva l’Italia come Stato legittimo. Con la nascita della Repubblica italiana, la Costituzione ha riconosciuto i Patti. Nel 1984, però, il governo di Craxi si accordò con la Chiesa per delle modifiche dei Patti Lateranensi. Il nuovo accordo, cioè il Concordato, aveva un testo più breve. Le modifiche più importanti del Concordato: La religione cattolica non è più “religione di stato” dell’Italia. Il matrimonio non è più un sacramento indissolubile, ma ha solo effetti civili per lo Stato italiano. Con il Concordato, però, la Chiesa ha comunque ottenuto: Agevolazioni fiscali; «libertà di organizzazione, di pubblico esercizio di culto, di esercizio del magistero e del ministero episcopale». Per saperne di più leggi questo articolo de Il Post. CAMIONISTA TRAVOLGE SINDACALISTA IN SCIOPERO E LO
UCCIDE LO SCIOPERO E IL PRESIDIO. Il 18 giugno alcuni sindacati di base, su spinta di SICOBAS avevano proclamato uno sciopero nazionale della logistica. Adil Belakhdim era un operaio e sindacalista italiano di origini marocchine. Il sindacato di cui faceva parte era SiCobas, un sindacato di base. Adil era coordinatore del sindacato SiCobas a Novara. Lavorava presso un’azienda che trasporta merci per la catena di supermercati LIDL. Adil si trovava di fronte al centro di distribuzione della LIDL di Biandrate insieme ad altri lavoratori. Il gruppo di lavoratori era sul luogo per un presidio per i diritti sul lavoro. Al presidio erano presenti anche 2 agenti della polizia. Il presidio si stava svolgendo in tranquillità, come dimostra questo video pubblicato da uno dei colleghi di Adil. L’agenzia giornalistica Ansa ha pubblicato un video che dimostra che la situazione era tranquilla. clicca sul link per vedere il video: https://www.ansa.it/sito/videogallery/italia/2021 /06/18/novara-un-video-dei-colleghi-mostra-la- tranquillita-del-presidio-prima- dellincidente_c857df71-922a-421b-aedc-459e68dad71c.html LA MORTE DI ABDIL. Un giovane camionista, Alessio Spaziano, ha preso contromano la corsia di entrata del centro di distribuzione.
I manifestanti si trovavano proprio di fronte al camion. Il camion ha investito e trascinato per alcuni metri Adil. I soccorsi sono arrivati velocemente. Adil ha perso la vita a seguito dell’incidente. Il camionista è poi fuggito, nonostante l’alt degli agenti della polizia presenti sul posto. Alessio ha dichiarato di essersi spazientito per l’attesa legata alla presenza dei manifestanti. Arrivato al casello di Novara Est, Alessio ha chiamati i carabinieri e si è costituito. LE ACCUSE, L’INTERROGATORIO E LA CONDANNA. Alessio Spaziano è un camionista di 25 anni. Lavora per un’azienda che si occupa di cibi surgelati. Alessio è stato arrestato per la morte di . Le accuse per Alessio sono: Omicidio stradale; Resistenza (per non aver rispettato l’alt della polizia); Omissione di soccorso. Il 21 giugno 2021 i magistrati hanno interrogato Alessio per fare luce sull’avvenimento. L’interrogatorio ha avuto luogo nel carcere di Novara. L’interrogatorio è durato 3 ore. Alessio ha affermato di essere dispiaciuto e di non avere avuto l’intenzione di investire nessuno. Il giudice ha disposto gli arresti domiciliari per Alessio Spaziano. LA COMMEMORAZIONE DI ADIL. Il 19 giugno molte persone hanno ricordato Adil. In questa data si è tenuta, infatti, una manifestazione
a Roma per ricordare Adil e denunciare l’accaduto. Molti sindacati, organizzazioni studentesche, partiti e collettivi politici hanno partecipato alla manifestazione. Il sindacato SiCobas ha aperto una cassa di solidarietà per Adil. La famiglia di Adil riceverà i soldi raccolti tramite la cassa di solidarietà. Adil aveva 37 anni era sposato con Lucia, una donna di origini pugliesi. Si erano conosciuti all’università e dopo la laurea si erano sposati. La coppia ha 2 figli di 4 e 6 anni. Vivevano una vita tranquilla in un paese in provincia di Milano. Ricordiamo che il 14 settembre 2016 un altro lavoratore della logistica era morto travolto da un camion mentre partecipava a un picchetto durante uno sciopero. Lo sciopero avveniva a Piacenza davanti a uno dei centri logistici della multinazionale Gls Si chiamava Abd Elsalam Ahmed Eldanf era egiziano e aveva 53 anni, 5 figli. L’operaio iscritto all’Usb (Unione Sindacale di Base) da tempo. LOGISTICA SPIEGATA IN BREVE CHE COSA È LA LOGISTICA. Ecco che cosa è la logistica spiegata in breve. La logistica – per semplificare molto – è il settore di lavoro che si occupa del trasporto e
dell’immagazzinamento delle merci. Nei paesi industrializzati la logistica rappresenta tra il 10 e il 15 per cento del costo di un prodotto. Una ricerca di Randstad Research calcola che le persone che lavorano nella logistica, in Italia, erano circa 2 milioni e mezzo. Il 51 per cento di questi lavoratori sono “operai”. (Randstad è una multinazionale olandese è tra le più importanti agenzie per il lavoro al mondo e si occupa di ricerca, selezione e formazione di lavoratori). LA LOGISTICA DOPO IL COVID. Durante la pandemia è aumentata l’abitudine di fare acquisti via internet. Gli acquisti su internet devono essere consegnati in fretta e a costi molto bassi per attirare i clienti. Il mondo della logistica, per ottenere questi risultati si sta modificando e sta diventando più tecnologico. Questo significa profonde modificazioni per il mercato del lavoro. Gli esperti prevedono che ci saranno licenziamenti nei lavori più manuali (come facchini e imballatori) e assunzioni di tecnici. Anche il trasporto di merci vedrà fenomeni simili: ad esempio si prevede la consegna di merci con droni, che non hanno bisogno di conducenti. LA LOGISTICA E IL MERCATO DEL LAVORO. La vendita di merci, inoltre, è caratterizzata da alti e bassi stagionali. Nella logistica i datori di lavoro, quindi, vogliono avere una mano d’opera molto flessibile. Per ottenere questo risultato usano gli appalti, cioè
appaltano il trasporto e il facchinaggio delle merci ad aziende specializzate. Queste aziende, spesso, sub-appaltano il lavoro ad altre aziende. Spesso le aziende che si occupano di logistica sono finte cooperative di lavoratori. I lavoratori di queste ditte hanno contratti di lavoro a tempo determinato; spesso la paga sindacale e gli orari di lavoro non sono rispettati. I ritmi di lavoro, inoltre, sono frenetici. I lavoratori di questo settore, inoltre, sono spesso migranti e quindi più indifesi. Insomma il mercato del lavoro nel settore delle logistica è in gran parte precario e ha moltissime zone grigie. In queste zone grigie lo sfruttamento e il ricatto del lavoratore diventano molto facili. LA LOGISTICA E I SINDACATI. I sindacati storici in in Italia sono CGIL, CISL, UIL e, con alcune differenze CISAL. Questi sindacati hanno un colore politico (sono più vicini a partiti di sinistra o a partiti di centro o di destra). Inoltre, sono confederati, cioè rappresentano i diversi settori della forza lavoro (metalmeccanici, insegnanti, altri). I sindacati autonomi, invece, rappresentano una singola categoria di lavoratori (ad esempio i lavoratori della logistica). Diversi studi hanno dimostrato che i lavoratori della logistica in un primo momento si iscrivono a un sindacato confederato (CGIL, CILS, UIL). In seguito, però, scelgono un sindacato autonomo, perché
non sentono i lori diritti e interessi difesi dai sindacati storici. Se clicchi su questo link vedrai un’intervista a un ex dipendente Amazon addetto alla consegna dei pacchi. https://youtu.be/UbILAnpt2fA. MANOMESSO IL MACCHINARIO CHE HA UCCISO LUANA D’ORAZIO? Luana D’Orazio è l’operaia tessile morta il 3 maggio scorso per un incidente sul lavoro. Luana aveva 22 anni e lavorava in un’azienda tessile di Oste di Montemurlo, in provincia di Prato (Toscana). Il macchinario ha letteralmente risucchiato e stritolato il corpo di Luana. Per la morte di Luana sono indagati: Luana Coppini (titolare dell’azienda), il marito Daniele Faggi, Mario Cusimano (il tecnico della manutenzione). L’ipotesi di reato sono omicidio colposo e rimozione od omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro. Il tribunale, infatti, ha immediatamente incaricato i periti per capire se i dispositivi di sicurezza, previsti dalla legge, fossero in funzione. In questi giorni molti giornali hanno dato la notizia che il macchinario ha avuto 2 manomissioni: al quadro elettrico alla parte meccanica. In questo modo il macchinario poteva funzionare anche
senza la saracinesca di sicurezza abbassata. Senza queste cautele l’operaia poteva lavorare più in fretta e produrre di più, però rischiava di morire come è accaduto. La risposta definitiva sulle manomissioni arriverà dalla Karl Mayer, l’azienda tedesca che produce il macchinario. Quest’azienda sta, infatti, recuperando la “scatola nera” che registra il funzionamento del macchinario La consegna delle perizie al tribunale è attesa entro l’11 luglio. Il macchinario che ha ucciso Luana L’INDIA HA CHIUSO LA VICENDA DEI FUCILIERI ITALIANI CON UN
RISARCIMENTO ALLE FAMIGLIE IL FATTO. Martedì 15 giugno la Corte suprema indiana ha chiuso ogni procedimento legale nei confronti di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. Girone e Latorre errando accusati di aver ucciso, nel 2012, 2 pescatori indiani. La Corte permanente di arbitrato dell’Aia è un’organizzazione che risolve arbitrati internazionali. L’arbitrato è un metodo alternativo di risoluzione delle liti, senza ricorso a processo. L’arbitrato consiste nell’affidamento ad arbitri, l’incarico di risolvere lite. La decisione dell’arbitro è vincolante e deve essere eseguita. Nel luglio 2020 la Corte permanente di arbitrato dell’Aia aveva deciso l‘obbligo del risarcimento alle famiglie dei 2 pescatori indiani uccisi. Lo Stato italiano ha versato 1 milione e 100 mila euro alle famiglie indiane. I governi indiano e italiano hanno concordato la cifra. Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha comunicato la fine della vicenda. CHE COSA ERA ACCADUTO NEL 2012. I fatti di cui sono accusati sono avvenuti il 15 febbraio 2012. Latorre e Girone si erano sulla petroliera Enrica Lexie, battente bandiera italiana, al largo delle coste del Kerala, nel sudovest dell’India.
La Cartina dell’India. Cerchiato in giallo il Kerala Girone e Latorre erano soldati della marina militare italiana. Una legge italiana prevedeva, però, proteggessero la nave mercantile. A circa 20 miglia marittime dalla costa, la Enrica Lexie incrociò la rotta del peschereccio indiano St. Antony. I due militari italiani verso il peschereccio uccidendo due pescatori indiani di 44 e 20 anni. Secondo la versione degli italiani, spararono per una manovra sospetta del peschereccio, scambiato per una nave pirata. I marinai, inoltre, dissero di aver prima sparato alcuni colpi di avvertimento. Secondo gli indiani, invece, la manovra del
loro peschereccio era pacifica, per segnalare la propria presenza alla petroliera italiana. Dissero, inoltre, che non furono sparati colpi di avvertimento. I pescatori non erano armati. Latorre e Girone furono arrestati e trattenuti in India per diversi anni. La Corte arbitrale dell’Aia permise loro infine di attendere l’esito dell’udienza in Italia, per motivi umanitari. SAMANTHA CRISTOFORETTI AL COMANDO DI UNA STAZIONE SPAZIALE INTERNAZIONALE Samantha Cristoforetti è un’astronauta italiana. L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha annunciato che Samantha Cristoforetti guiderà la missione spaziale Expedition 68. Questa missione porterà Samantha e 2 altri astronauti sulla Stazione spaziale internazionale dove Samantha sarà al comando. È la prima donna europea al comando di una Stazione spaziale internazionale. LA MISSIONE EXPEDITION 68. La missione Expedition 68 è in programma per il 2022. La missione porterà 3 astronauti sulla Stazione spaziale internazionale (ISS).
Prenderanno parte alla missione: Samantha Cristoforetti e 2 astronauti americani (Kjell Lindgren e Bob Hines). Cristoforetti sarà al comando della missione. Gli astronauti viaggeranno a bordo della navetta spaziale Dragon dell’azienda Space X. Space X è un’azienda areospaziale degli Stati Uniti. Elon Musk è il proprietario dell’azienda Space X. L’obiettivo della missione è dunque quello di raggiungere la Stazione spaziale internazionale (ISS). COS’È LA STAZIONE SPAZIALE INTERNAZIONALE? Una stazione spaziale è una costruzione fatta dall’uomo per far vivere esseri umani nello spazio. Una stazione spaziale può ospitare esseri viventi in orbita per periodi di settimane, mesi o anche anni. La Stazione spaziale internazionale è “in orbita”, cioè compie giri intorno alla terra dal 1988. Per essere precisi compie 15,5 giri al giorno! La sua velocità è, infatti, di 27 600 km. all’ora. La Stazione spaziale internazionale è così grande che può essere vista dalla Terra a occhio nudo. La costruzione e l’ampliamento della Stazione spaziale internazionale è sempre proseguito dal 1998 ad oggi. Infatti, da allora, durante le missioni, molti astronauti hanno installato nuovi moduli e apportato modifiche alla Stazione spaziale internazionale. Ma la Stazione spaziale internazionale a che cosa serve? La Stazione spaziale internazionale è principalmente un laboratorio di ricerca scientifica. A bordo della Stazione spaziale internazionale si sperimenta una condizione di assenza di peso. L’assenza di peso permette di svolgere molti esperimenti impossibili sulla Terra. Come riporta un articolo del ‘La Stampa’ sono più di
2700 gli esperimenti effettuati a bordo della Stazione spaziale internazionale! LA NOMINA DI SAMANTHA CRISTOFORETTI Il 28 maggio 2021 l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha annunciato che Samantha Cristoforetti guiderà la missione spaziale Expedition 68. L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) è un’agenzia spaziale internazionale che coordina i progetti spaziali dei Paesi Europei. Oltre all’Agenzia Spaziale Europea le seguenti organizzazioni internazionali hanno partecipato alla scelta della comandante: L” agenzia degli Stati Uniti che si occupa di programma aerospaziale e ricerca aerospaziale; L” agenzia spaziale della Russia; L’ agenzia spaziale del Giappone;
L’ agenzia spaziale del Canada. Samantha Cristoforetti è la prima donna europea a comando di una stazione spaziale. Inoltre è solo la terza donna al mondo al comando di una stazione spaziale. LA VITA A BORDO DELLA STAZIONE SPAZIALE INTERNAZIONALE La vita a bordo della Stazione spaziale internazionale è molto particolare. A causa dell’assenza di gravità, infatti, gli oggetti tendono a volare. Vediamo che posto del piatto Cristoforetti usa delle tortillas. Perché il cibo non voli via spalma una crema di piselli sulla tortilla… e il gioco è fatto! Inoltre, gli spazi sono molto ridotti. Gli astronauti quindi dormono in alloggi molto piccoli. Nell’alloggio si trovano, infatti, un sacco a pelo e 2 computer. In questo video Samantha mostra gli alloggi: CHI È SAMANTHA CRISTOFORETTI Samantha Cristoforetti è un’astronauta, aviatrice e ingegnere italiana. È nata a Milano nel 1977. È cresciuta, però, a Malè, in provincia di Trento. Nel 1966 consegue la maturità scientifica a Trento. Durante il liceo trascorre un anno negli Stati Uniti per uno scambio culturale.
Nel 2001 consegue la laurea magistrale in ingegneria meccanica all’Università di Monaco di Baviera. È specializzata, inoltre, in propulsione aerospaziale e strutture leggere. Nel 2001 entra in Aeronautica militare. Nel 2005 si laurea in scienze aeronautiche presso l’Università Federico II di Napoli. Nel 2005 e 2006 si specializza anche negli Stati Uniti d’America con il programma Euro-NATO Joint Jet Pilot Training in Texas. Nel 2009 l’Agenzia spaziale europea seleziona Cristoforetti come astronauta . Samantha Cristoforetti è la prima donna italiana e la terza donna europea a diventare astronauta. LA PRIMA MISSIONE DI SAMANTHA Nel 2014 l’Agenzia spaziale europea seleziona Samantha Cristoforetti per una missione. La missione è denominata Futura. Futura è iniziata il 23 novembre 2014 ed è terminata l’11 giugno 2015. La missione era diretta alla Stazione spaziale internazionale. Gli astronauti, tra cui Cristoforetti, hanno dunque trascorso più di un anno all’interno della Stazione spaziale internazionale. Il film Gravity del 2013 racconta della missione Expedition 42 in versione romanzata. VITA PRIVATA E ALTRE ATTIVITÀ Samantha Cristoforetti ha avuto due figli con il compagno Lionel Ferra. Cristoforetti si occupa anche di divulgazione scientifica.
Nel 2016 l’editore Feltrinelli ha pubblicato un libro per bambini dal titolo ‘Nello spazio con Samantha’. Questo libro Samantha racconta ai bambini la sua esperienza nello spazio. Nel 2018, invece, Cristoforetti ha pubblicato la sua autobiografia ‘Diario di un’apprendista astronauta’. Samantha è molto gelosa della sua vita privata: qui possiamo vedere una sua rara immagine durante la gravidanza. C
Possiamo solo augurare un grande ‘in bocca al lupo’ all’astronauta Samantha Cristoforetti per la sua avventura da comandante della missione Expedition 68! SAMAN ABBAS LA RAGAZZA PAKISTANA SPARITA Saman Abbas è una ragazza pakistana di 18 che risiede con la famiglia a Novellara, in provincia di Reggio Emilia. Il padre lavora da anni in un’azienda agricola. Secondo persone che conoscevano la famiglia Saman non usciva quasi mai di casa e non poteva frequentare la scuola. Saman attraverso i social si era fidanzata con un ragazzo suo connazionale. La famiglia, però, voleva che Saman sposasse un cugino che abita in Pakistan. Già 2 anni fa la ragazza voleva denunciare il padre per questo abuso, ma non lo aveva fatto. Lo scorso dicembre, invece, aveva denunciato i genitori alla polizia. Da allora una struttura gestita dai servizi sociali nel bolognese aveva ospitato Saman. L’11 aprile Saman aveva deciso di lasciare la comunità per tornare a casa dei genitori. Forse voleva riavere i suoi documenti.
LA SVOLTA DELLE INDAGINI. Il 5 maggio i carabinieri che volevano capire la situazione della ragazza, hanno trovato in casa solo Danish, uno zio della ragazza e il fratello minore di 16 anni. Proprio in quei giorni, infatti, i genitori erano tornati di fretta in Pakistan. Lo zio e il fratello hanno dato notizie discordanti sui movimenti di Saman. Questo fatto ha fatto insospettire i carabinieri. Il 10 maggio la polizia di Imperia ha controllato lo zio, 2 cugini e il fratello minorenne della ragazza. Il ragazzo, in quanto minorenne, è stato affidato a una comunità. LE DICHIARAZIONI DEL FRATELLO MINORE DI SAMAN. Qui il ragazzo, finalmente al sicuro ha raccontato di essere certo che lo zio ha ucciso Saman. Il ragazzo ha anche detto di aver chiesto allo zio dove aveva sepolto la ragazza. Lo zio, però, aveva risposto di non poterglielo dire. Il ragazzo, inoltre, dice che lo zio lo ha minacciato di ucciderlo se avesse parlato. Infine il ragazzo ha detto che in famiglia tutti avevano paura di zio Danish perché è un uomo molto violento. Il fidanzato di Saman ha detto che la ragazza gli telefonava di nascosto con il cellulare della madre. Il ragazzo ha detto anche che la ragazza aveva molta paura di essere uccisa. Ci sono, inoltre, 2 video di sorveglianza. Il primo del 29 aprile, mostra lo zio Danish con 2 altri uomini che vanno verso i campi con una pala e altri attrezzi.
il secondo video, del 30 aprile, mostra Saman che si avvia verso i campi con padre e madre. Poco dopo il padre e la madre rientrano senza la figlia. Il 30 maggio la polizia francese ha fermato un cugino della ragazza (una delle persone che appare nel video del 29 maggio). Il ragazzo era stato fermato perché non aveva i documenti in ordine. In seguitola polizia ha arrestato il ragazzo arrestato perché contro di lui era stato spiccato un mandato di cattura internazionale. L’Italia ha chiesto che il ragazzo sia estradato in Italia. I verbali dei carabinieri riportano anche un messaggio dello zio che avrebbe detto a una persona a lui vicina via chat: «Abbiamo fatto un lavoro fatto bene». Tutto lascia immaginare che la sparizione di Saman sia un femminicidio. DUE MONDI OPPOSTI. Queste 2 foto spiegano molto bene il contrasto tra Saman e i suoi genitori. La prima foto, qui sotto, mostra Saman come la vedono e la vogliono genitori.
Questa foto mostra come si vedeva e come voleva essere Saman. Queste foto, cosi distanti e opposte, spiegano come la
visione della femminilità e, più in generale del mondo siano inconciliabili. IL PAKISTAN. Nel 1947 la Gran Bretagna decise di porre fine al suo dominio in India. L’India, infatti, era una colonia inglese. I politici musulmani che vivevano in India chiesero uno Stato separato per i cittadini musulmani che vivevano in India. Il 14 agosto 1947 nasce il Pakistan unendo le regioni orientali e nord-occicentali dell’India dove la popolazione era in maggioranza musulmana. Questa spartizione dell’India causò violenti scontri sia in India sia nel Pakistan. Gli scontri causarono 1 milione di morti. Inoltre 7 milioni di musulmani si trasferirono dall’India al Pakistan mentre 5 milioni di persone di religione indù e sikh emigrarono dal Pakistan all’India.
Il Pakistan e l’India ECCO QUI LA VERSIONE DELLA NOTIZIA SCRITTA IN CAA (COMUNICAZIONE AUMENTATIVA ALTERNATIVA) MORTI SUL LAVORO IN BREVE UN’ANALISI Questa settimana ci sono stati altre persone morte sul lavoro. Ieri, lunedì 31 maggio 2021, sono morti 2 operai: Vasile Necoara, di 54 anni, è caduto in un condotto a Brescia.
Un cassone di ferro ha, invece, schiacciato un operaio nel Canavese (Torino). I giornali parlano spesso di «emergenza morti sul lavoro» e di «strage continua». I sindacati chiedono più sicurezza. I politici, inoltre, sono intervenuti per assicurare nuove misure di sicurezza. In questo articolo parleremo in breve di: Sicurezza sul lavoro: alcuni dati Il 2020: un anno particolare Cause di morti sul lavoro SICUREZZA SUL LAVORO: ALCUNI DATI. I dati dell’ISTAT e dell’INAIL dicono che negli ultimi anni infortuni e morti sul lavoro sono calati. L’ISTAT (Istituto nazionale di statistica) è un ente pubblico di ricerca italiano. L’INAIL è l’Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro. Da inizio 2021, però, le persone morte sul lavoro sono più di 300. La sicurezza sul lavoro segue i cambiamenti della società. La sicurezza sul lavoro coinvolge: l’evoluzione del mondo del lavoro, lo sviluppo tecnologico, le leggi, l’istruzione e la formazione. Si devono, quindi, considerare i cambiamenti della sicurezza sul lavoro nei decenni, non in pochi anni. Gli infortuni Secondo i rapporti dell’ISTAT, le denunce di infortuni sul lavoro nel 2019 sono state più di 561 mila. L’82 per cento degli infortuni è avvenuto sui luoghi di
lavoro. Il 18 per cento, invece, è avvenuto nel percorso di andata o ritorno da lavoro (“in itinere”). Le denunce si sono dimezzate rispetto ai primi anni 2000. Rispetto al 2015, c’è stato però un lieve incremento. In quell’anno è stata introdotta la norma delle “comunicazioni obbligatorie di infortunio”. Questa norma obbliga il datore di lavoro a comunicare all’INAIL tutti gli infortuni che comportano un’assenza di almeno un giorno. L’introduzione di questa norma forse ha causato l’aumento del conteggio degli infortuni. L’incremento delle denunce rispetto al 2015 si può spiegare anche con la crescita degli incidenti “in itinere. I dati dell’INAIL e dell’ISTAT non contano gli infortuni non denunciati dei lavoratori pagati in nero. Le morti Le morti sul lavoro sono calate negli anni. I numeri rimangono, però, alti. Nel 2019 le denunce di morti sul lavoro sono state 1.179. Ci sono, quindi, stati più di 3 morti sul lavoro al giorno. Le morti sono calate del 9,4% rispetto al 2015. I morti sul lavoro del 2019 sono stati 85 in meno rispetto al 2018. I dati vengono influenzati infatti da tante variabili, come per esempio gli incidenti che coinvolgono più lavoratori. Nel 2018, per esempio, il crollo del ponte Morandi ha causato la morte di 15 lavoratori. I numeri rimangono, però, alti. Eurostat è l’ufficio statistico dell’Unione europea.
I dati più aggiornati di Eurostat sugli incidenti mortali sul lavoro sono relativi all’anno 2016. Eurostat calcola il numero di incidenti sul lavoro ogni 100 mila lavoratori. L’Italia si colloca al decimo posto: ha, infatti una media 2,6 morti ogni 100 mila lavoratori, mentre la media europea è di 2,2 ogni 100 mila lavoratori. IL 2020: UN ANNO PARTICOLARE Non si possono confrontare i dati del 2020 con gli anni precedenti a causa della pandemia Covid-19. Molti lavoratori infatti (soprattutto operatori sanitari) sono morti a causa della COVID-19. Molte aziende, inoltre, sono rimaste chiuse. Molte persone hanno lavorato da casa e quindi hanno ridotto gli spostamenti. Questo fatto ha ridotto il numero di incidenti durante il tragitto per andare o tornare dal lavoro. La pandemia, inoltre, ha condizionato anche i primi mesi del 2021. CAUSE DI MORTI SUL LAVORO La maggior parte delle imprese italiane sono piccole. In queste piccole imprese è difficile investire sulla sicurezza. Spesso, inoltre, i lavoratori utilizzano macchinari vecchi con scarsa manutenzione. I controlli sulla sicurezza nelle aziende, inoltre, sono diminuiti. LAVORO NERO E INCIDENTI SUL
LAVORO. Vi mostriamo due immagini. 1. Tabella del tasso di irregolarità nelle irregolarità nei rapporti di lavoro regione per regione. Questa tabella è tratta da Il Fatto Quotidiano e chemostra il tasso di irregolarità per il 2017, ultimo anno disponibile, varia regione a regione. In 5 regioni su 6 del Nord Italia il lavoro irregolare ha un valore pari o inferiori al 10%. Nel Sud i valori pari o superiori al 15% per tutte le regioni con una punta intorno al 20% per Calabria e Sicilia. 2. Distribuzione media degli infortuni sul lavoro in Italia rispetto al numero di occupati. Questa immagine è tratta da You Trend e analizza il numero degli infortuni sul lavoro negli ultimi 5 anni (2015/2019).
I colori chiari indicano pochi infortuni sul lavoro, i colori scuri indicano molti infortuni sul lavoro. Sia la tabella sia la cartina utilizzano dati ufficiali. La tabella utilizza dati Inail; la cartina dati Istat. I dati non sono perfettamente omogenei (la tabella si riferisce solo all’anno 2017, mentre la cartina analizza i dati di 5 anni). Le due immagini, però, evidenziano che dove c’è più lavoro irregolare (lavoro nero) ci sono meno infortuni sul lavoro.
Questo dato, è ovvio, in realtà significa che dove c’è lavoro nero è impossibile quantificare in modo aderente alla realtà il numero dei lavoratori infortunati o morti. L’istat chiama i lavoratori irregolari “unità di lavoro non osservabili”. Sia la tabella sia la cartina utilizzano dati ufficiali. La tabella utilizza dati Inail; la cartina dati Istat. I dati non sono perfettamente omogenei (la tabella si riferisce solo all’anno 2017, mentre la cartina analizza i dati di 5 anni). Le due immagini, però, evidenziano che dove c’è più lavoro irregolare (lavoro nero) ci sono meno infortuni sul lavoro. Questo dato, è ovvio, in realtà significa che dove c’è lavoro nero è impossibile quantificare in modo aderente alla realtà il numero dei lavoratori infortunati o morti. L’istat chiama i lavoratori irregolari “unità di lavoro non osservabili”. Da un lato possiamo pensare che il numero di infortuni gravi non denunciati è però probabilmente basso. È difficile, infatti, che incidenti gravi o mortali sfuggano ai controlli. Dobbiamo, però, anche ricordare che il maggior numero di lavoratori irregolari è nell’agricoltura e nel Sud. Qui lavoravano molte persone immigrate, quasi fantasmi per la nostra società. CONDANNE PER L’EX ILVA In breve: il processo Ambiente svenduto è il processo
sull’inquinamento dell’ambiente causato dallo stabilimento ex ILVA di Taranto. 44 persone e 3 società erano sotto processo. Lunedì 31 maggio il tribunale di Taranto ha emesso le sentenze. Queste sentenze sono di primo grado, cioè non definitive. Il tribunale ha condannato Fabio e Nicola Riva (ex proprietari e amministratori dell’azienda) 22 e 20 anni di carcere. I Riva erano accusati di concorso in associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale, avvelenamento di sostanze alimentari e omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro. Era imputato anche Nichi Vendola (l’ex presidente della Regione Puglia). Vendola era accusato di concussione aggravata in concorso, per aver esercitato pressioni il direttore generale di ARPA Puglia per ottenere una modifica delle analisi sulle emissioni dell’acciaieria. ARPA è l’agenzia regionale per la prevenzione e la protezione dell’ambiente. Vendola è stato condannato a 3 anni e mezzo di carcere. Molti dirigenti dell’ex ILVA e amministratori locali hanno avuto condanne che vanno dai 3 ai 21 anni. Il tribunale ha disposto anche la confisca degli impianti dell’area a caldo dell’ex ILVA di Taranto. Gli impianti, però, resteranno operativi fino al giudizio della Corte di Cassazione.
SCARCERATI I 3 ARRESTATI PER LA STRAGE DELLA FUNIVIA GLI ARRESTATI. Sono fuori dal carcere le 3 persone arrestate per l’incidente della funivia del Mottarone. Sabato 29 maggio il Giudice per le indagini preliminari (GIP) non ha convalidato l’arresto delle 3 persone indagate per la strage della Funivia. Le 3 persone arrestate per l’incidente della funivia del Mottarone sono quindi fuori dal carcere. Luigi Nerini, amministratore della società che gestisce la funivia del Mottarone, ed Enrico Perocchio, direttore del servizio della funivia, sono liberii. Gabriele Tadini, caposervizio della funivi, è agli arresti domiciliari. L’INCIDENTE. Nell’incidente sono morte 14 persone. La causa dell’incidente è la rottura di uno dei cavi che sorreggono la cabina e la presenza di “forchettoni”. I forchettoni sono strumenti che impediscono l’entrata in azione dei freni d’emergenza. I forchettoni si usano solo durante la manutenzione e quando la funivia trasporta passeggeri non devono esserci. Solo Tadini, ha ammesso di aver lasciato i forchettoni. Tadini ha anche detto che Nerini e Perocchio sapevano che la funivia funzionava senza freni di emergenza. Nerini e Perocchio negano questo fatto.
PERCHÉ SONO STATI SCARCERATI. Secondo il GIP non c’è pericolo di fuga per nessuno dei 3, quindi l’arresto è ingiustificato. Inoltre, sempre secondo il GIP, non ci sono prove della responsabilità di Nerini e Perocchio. Solo le parole di Tadini, infatti, li accusano. I magistrati hanno detto che le 3 persone restano indagate e che le indagini continuano per capire come è avvenuto l’incidente. ARRESTATE 3 PERSONE PER L’INCIDENTE DELLA FUNIVIA Per l’incidente alla funivia Stresa-Mottarone la Procura di Verbania ha fatto arrestare 3 persone. Gli arrestati sono: l’ amministratore della società Ferrovie del Mottarone che gestisce la funivia (Luigi Nerini); il direttore del servizi (Gabriele Tadini); il caposervizio. (Enrico Perocchio). Sono accusati di omicidio colposo e di rimozione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro. L’ACCUSA. In breve ecco perché sono state arrestate 3 persone per l’incidente della funivia Queste 3 persone, infatti, sono accusate di aver bloccato volontariamente l’attivazione dei freni d’emergenza attraverso un “forchettone”.
Il “forchettone” è un attrezzo usato durante le operazioni di manutenzione per bloccare l’attivazione del freno di emergenza. Questo attrezzo va tolto quando la funivia è in servizio, ma in questo caso sarebbe stato lasciato. I Vigili del Fuoco, arrivati subito dopo l’incidente, hanno girato queste immagini. L’immagine testimonia la presenza del “forchettone” che impedisce ai freni di emergenza di funzionare in caso di necessità. Disegno tratto da News Auto A causare l’incidente è stata la rottura della fune che traina la cabina, ma ogni cabina ha 2 funi. In seguito alla rottura, la cabina è scivolata all’indietro. All’altezza dell’ultimo pilone si è staccata dalla fune ed è caduta da un’altezza di circa 20 metri. Poi ha continuato a scivolare sul terreno per alcune
decine di metri. Se i freni di emergenza avessero funzionato la cabina sarebbe rimasta agganciata alla fune che non si era rotta. Il forchettone, invece, ha impedito alle ganasce dei freni di funzionare. La funivia era stata riaperta il 24 aprile (dopo la chiusura causata dall’epidemia). I controlli avevano riscontrato alcuni problemi ai freni di emergenza di una cabina. Per evitare che la cabina si bloccasse durante il suo percorso a causa dei freni che funzionavano male, i responsabili hanno deciso di bloccare i freni con il forchettone. Erano sicuri che il cavo non si sarebbe rotto e che i freni non sarebbero serviti. Secondo la Procura, quindi, lasciare il forchettone è stata «una scelta consapevole dettata da ragioni economiche. L’impianto avrebbe dovuto restare fermo». Per questi motivi sono state arrestate 3 persone per l’incidente alla funivia. Resta, però, da capire perché uno dei cavi si è spezzato. INCIDENTE SULLA FUNIVIA STRESA-MOTTARONE
IL FATTO. Oggi 23 maggio c’è stato un’incidente sulla funivia che da Stresa, sul lago Maggiore, porta al Monte Mottarone. La fune dell’impianto ha ceduto quasi a fine percorso in uno dei punti più alti. La cabina è precipitata. Le persone morte sono 13. Il quotidiano La Stampa afferma che nella cabina “dovrebbero esserci 11 persone”. Il Soccorso Alpino Piemontese sta intervenendo insieme a 2 eliambulanze 118 e le squadre a terra. Una cabina della funivia Stresa-Mottarone LA FUNIVIA STRESA-MOTTARONE. LA Funivia parte dalla frazione Carciano di Stresa, in riva al lago di fronte all’Isola Bella e raggiunge la cima del Mottarone (quota 1491 metri).
Il percorso dura circa 20 minuti. ll Mottarone, situato tra il Lago Maggiore ed il Lago d’Orta, è considerato uno dei balconi naturali più belli d’Italia. Dal Mottarone, infatti, si possono ammirare ben 7 laghi (lago Maggiore, lago di Mergozzo, lago di Varese, lago d’Orta, lago di Comabbio, lago di Monate e lago di Biandronno), la pianura padana e il Monte Rosa. La vista dal Mottarone Dal Mottarone, inoltre, parte un percorso di Montagne Russe (Alpyland) lungo mille 200 metri.
Alpyland: le montagne russe sul Mottarone Per il momento non si hanno notizie più precise dell’incidente della funivia Stresa-Mottarone. IL 13 MAGGIO L’ITALIA HA ESAURITO LE RISORSE TERRESTRI A SUA DISPOSIZIONE: È IL SUO “OVERSHOOT DAY” Nell’articolo cerchiamo di spiegare in modo semplice Cos’è l’Overshoot day; Overshoot day in Italia;
Come si calcola l’Overshoot day. L’OVERSHOOT DAY. La Terra produce ogni anno risorse che è in grado, in quell’anno, di rinnovare. Per mantenere, quindi, la situazione equilibrata gli uomini devono consumare solo quanto la natura è in grado di rigenerare. Da molto tempo, però, gli uomini consumano più risorse di quante la Terra è in grado di rigenerare. Il giorno in cui finiscono le risorse disponibili per quell’anno si chiama in inglese Overshoot day (giorno del sorpasso). Di qui in avanti chiameremo l’Overshoot day: “il giorno della fine delle risorse”. Le risorse che consumiamo sono: Suolo; Piante, boschi, foreste; Energia; Acqua; Animali. Il Global Footprint Network è un’organizzazione internazionale che propone un modo di vivere che riduca lo spreco di risorse. Questa organizzazione calcola il giorno della fine delle risorse. I suoi esperti calcolano Il giorno della fine delle risorse mondiali:
Una scena di Zombie, film di Romero. Gli Zombie vanno al supermercato. IL GIORNO ITALIANO DELLA FINE DELLE RISORSE. Il 13 maggio 2021 è per l’Italia Il giorno della fine delle risorse. In Italia i 2 precedenti giorni della fine delle risorse sono stati: il 14 maggio 2020; il 15 maggio 2019. Negli ultimi 3 anni il giorno della fine delle risorse italiano si è avvicinato all’inizio dell’anno. Il giorno della fine delle risorse anticipa quando il consumo delle risorse aumenta. L’Italia è tra i primi Paesi del mondo a raggiungere il giorno della fine delle risorse. Secondo i calcoli l’Italia, con i suoi consumi e il suo inquinamento, avrebbe bisogno di 2,7 pianeta Terra per arrivare alla fine dell’anno.
Ulivi malati in Puglia COME SI CALCOLA IL GIORNO DELLA FINE DELLE RISORSE. Il giorno della finee delle risorse si calcola confrontando 2 misure: L’impronta ecologica degli abitanti; Biocapacità globale. Che cosa sono queste due misure? IMPRONTA ECOLOGICA. L’impronta ecologica misura l’effetto dell’uomo sull’ecosistema terrestre. L’impronta ecologica misura il consumo umano di risorse naturali rispetto alla capacità della terra di rigenerare le risorse. L’unità di misura dell’impronta ecologica è l’ettaro
globale. Per calcolare l’impronta globale si misurano i consumi della popolazione. Tutti i consumi hanno un effetto sulla superficie terrestre. La produzione di beni deriva dal consumo di: Terreni agricoli; Territorio per energia; Pascoli; Foreste; Superficie edificata; Acque. Questo calcolo permette di capire di quanti pianeta Terra servono agli uomini per mantenere i consumi di oggi. BIOCAPACITÀ GLOBALE. La biocapacità globale è la misura di sostenibilità globale. La biocapacità è la possibilità della Terra di produrre i beni necessari agli uomini per vivere. Queste risorse servono per: Mangiare; Produrre energia; Assorbire tutto ciò che inquina. Anche l’unità di misura della biocapacità è l’ettaro globale. Quindi, quando confrontiamo i consumi dell’uomo con la capacità della Terra di produrre beni da consumare troviamo il giorno dell’anno in cui l’equilibrio tra le 2 grandezze si spezza. Da quel giorno gli uomini cominciano a produrre debito di risorse. La biocapacità è difficilmente modificabile.
L’uomo, quindi, se vuole tornare in una situazione di equilibrio con la Terra che lo ospita, deve modificare il suo stile di vita per ridurre i suoi consumi di risorse. È ovvio, infine, che i Paesi sviluppati consumano molte più risorse dei Paesi poveri. Come ci si lava nei Paesi ricchi
Come ci si lava nei Paesi Poveri FEDEZ, IL DDL ZAN, IL PRIMO MAGGIO, LA CENSURA DELLA RAI IL DISEGNO DI LEGGE ZAN: IL PERCORSO IN PARLAMENTO. Per capire i legami tra Fedez, il disegno di legge (DDL) Zan e la Festa del 1° Maggio spieghiamo innanzi tutto che cosa è il ddl Zan. Per il disegno di legge Zan vi invitiamo a leggere questo articolo: I DEPUTATI APPROVANO IL DISEGNO DI LEGGE ZAN. Chi è Fedez, forse, non è necessario spiegarlo, poiché è un personaggio dello spettacolo molto famoso. Ecco una sua foto.
Il 28 marzo la Commissione Giustizia del Senato ha deciso la discussione del disegno di legge Zan. Partiti e molte personalità hanno accusato la Lega di cercare di ritardare il percorso per arrivare all’approvazione del disegno di legge Zan. Fedez, tra gli altri, è stato molto attivo nella difesa del ddl Zan e molto polemico con la Lega. FEDEZ E 1° MAGGIO E LA RAI. Fedez ha partecipato al concerto che si tiene ogni anno il 1° Maggio. Rai3 trasmette il concerto in diretta. Fedez, oltre a cantare, ha tenuto questo discorso: La Rai ha negato che ci sia censura nei confronti di Fedez. Fedez ha allora pubblicato una sintesi (registrata) della telefonata avvenuta tra lui e alcuni dirigenti RAI.
La telefonata integrale dura 11 minuti. L’obiezione principale della RAI sembra essere che le persone citate da Fedez non possono controbattere alle affermazioni del cantante. LA FRANCIA HA ARRESTATO 7 CONDANNATI ITALIANI I VOLTI DEI 7 TERRORISTI ITALIANI ARRESTATI IN FRANCIA CHE COSA È IL PNRR: PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA IL FATTO. Ecco che cosa è il PNRR: Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Lunedì 26 aprile il presidente del Consiglio Mario Draghi ha presentato alla Camera dei deputati il documento spiega come il governo vuole spendere i finanziamenti che arriveranno dall’Unione Europea tramite il Recovery Fund. Questo documento si chiama Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). La resilienza è la capacità della persona di adattarsi
in maniera positiva ad una condizione negativa e traumatica, come ad esempio gli effetti della pandemia. Il governo dovrà presentare Il PNRR entro il 30 aprile all’Unione Europea. Probabilmente il Consiglio dei ministri si riunirà per procedere all’approvazione definitiva e trasmettere il testo alla Commissione. Complessivamente l’Italia avrà a disposizione finanziamenti per 221,1 miliardi di euro, di cui 191,5 miliardi dai fondi dell’Unione Europea (fra sussidi a fondo perduto e prestiti a basso tasso d’interesse) e 30,6 miliardi di risorse interne, da impiegare entro il 2026. CHE COSA HA DETTO DRAGHI. Draghi ha spiegato che cosa è il PNRR e quali sono i punti principali del PNRR. Draghi ha detto che il primo obiettivo del piano è riparare i danni della pandemia, che ha danneggiato soprattutto le fasce più deboli della popolazione. L’obiettivo ultimo è, però, rilanciare l’economia italiana sul lungo periodo con una serie di importanti investimenti e riforme. Draghi ha sottolineato in particolare 3 punti del piano. 1. il raggiungimento della parità di genere, 2. gli aiuti ai giovani, 3. la crescita del sud Italia. Draghi ha sottolineato poi come dalla riuscita del Piano dipenda “il destino del paese” e ha specificato che il PNRR non è “solo una questione di reddito, lavoro, benessere, ma anche di valori civili”. Draghi ha anche detto: “Sono certo che riusciremo ad attuare questo piano, sono certo che l’onestà, l’intelligenza e il gusto del futuro prevarranno sulla
corruzione, la stupidità e gli interessi costituiti”. Il discorso completo di Mario Draghi segui questo link https://youtu.be/Am5sKeSryVYo guardalo qui sotto. LE RIAPERTURE E I COLORI DAL 26 APRILE Le riaperture e i colori da oggi 26 aprile. La Sardegna resta l’unica regione in zona rossa. Valle D’Aosta, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia sono arancioni. Tutte le altre regioni diventano zone gialle.
CHE COSA SI PUÒ FARE IN BASE AI COLORI. 1. Nelle regioni in zona gialla possono riaprire bar e ristoranti, sia a pranzo che a cena, ma solo per il servizio all’aperto. Possono inoltre riaprire musei, cinema, teatri e sale da concerto, a capienza ridotta, e possono ricominciare le attività sportive all’aperto. 2. Sempre da oggi ci si può spostare liberamente tra regioni in zona gialla. 3. Le visite ad amici o parenti in una abitazione privata nelle zone gialle e arancioni dal 26 aprile e fino al 15 giugno, possono farle 4 persone invece di 2. 4. Tra regioni in zona rossa o arancione, oltre agli
spostamenti normalmente consentiti per motivi di lavoro, salute o necessità, ci si può spostare con il “certificato verde”. Per il momento questo “certificato” consiste nella certificazione: 1. del completamento del ciclo di vaccinazione nei 6 mesi precedenti rilasciata dalla struttura sanitaria, 2. d e l l a g u a r i g i o n e d a l c o r o n a v i r u s n e i s e i mesi precedenti, 3. del risultato negativo di un test molecolare o antigenico, in questo caso valida 48 ore dall’esecuzione. IL FIGLIO DI GRILLO INDAGATO PER STUPRO DI GRUPPO Lunedì 19 aprile, Beppe Grillo ha pubblicato un video per difendere il figlio Ciro. Beppe Grillo è un comico e capo politico del Movimento 5 Stelle. Ciro Grillo ed altri 3 ragazzi sono indagati per violenza sessuale di gruppo nei confronti di una ragazza. La violenza sarebbe avvenuta nell’estate 2019 nella casa di Grillo a Porto Cervo in Sardegna. La procura di Tempio Pausania (Sassari) ha avviato le indagini. In questo articolo parleremo del fatto e del video di Grillo.
Cercheremo di spiegare che cosa si intende per cultura dello stupro e perché se ne parla in questi giorni. IL FATTO. La violenza sarebbe avvenuta nella notte tra il 15 e il 16 luglio del 2019. La violenza sarebbe avvenuta nella villa in Sardegna di Grillo. Secondo gli investigatori, Ciro Grillo e i suoi 3 amici avevano trascorso la serata al Billionaire, una famosa discoteca sarda. Quasi all’alba, i ragazzi sarebbero tornati a casa con 2 ragazze. I ragazzi avrebbero stuprato una delle due ragazze, mentre l’amica stava dormendo. I ragazzi confermano i rapporti sessuali. Secondo i ragazzi, la ragazza sarebbe stata d’accordo. Secondo gli atti della procura, invece, la lucidità della ragazza era compromessa e la ragazza sarebbe stata costretta al rapporto. Le indagini sono durate poco meno di 2 anni. I cellulari della vittima e dei ragazzi sono stati analizzati. È stato trovato anche un video che mostrerebbe la violenza. Dopo la violenza, la ragazza avrebbe proseguito le vacanze in Sardegna. La ragazza sarebbe poi tornata a casa a Milano e avrebbe parlato della violenza alla madre. La ragazza avrebbe fatto una visita medica. La ragazza sarebbe poi andata dai carabinieri per la denuncia. IL VIDEO DI GRILLO. –
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