AGROALIMENTARE E BENESSERE NATURALE NASCE L'ALLEANZA INTERNAZIONALE DELLE FIERE B2B - Agricolae
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AGROALIMENTARE BIO E BENESSERE NATURALE NASCE L’ALLEANZA INTERNAZIONALE DELLE FIERE B2B N a s c e T h e O r g a n i c Trade Fairs Alliance, una nuova alleanza a livello internazionale che unisce le fiere b2b del biologico italiane ed estere. In prima fila nel promuovere il progetto, B/Open, la manifestazione organizzata da Veronafiere (1-3 aprile 2020), insieme a Bio-Beurs (Zwolle-Olanda, 22-23 gennaio 2020), Organic&Natural Products Expo (Johannesburg-Sudafrica, 8-10 maggio 2020) e Natexpo (Lyon-Francia, 21-22 settembre 2020). The Organic Trade Fairs Alliance è una piattaforma globale e un forum di scambio di conoscenze, che mira a fornire sostegno al settore dell’agricoltura biologica, dell’industria alimentare biologica e dei cosmetici naturali. Con un obiettivo ben definito: diffondere e supportare un modello di nutrizione e di personal care focalizzato su tutto ciò che è
sano e salutare, sull’attenzione all’ambiente, al clima globale e al rispetto dei lavoratori. «Veronafiere, attraverso B/Open, ha intercettato uno spazio di mercato rivolto al segmento b2b del mondo biologico, che risultava ancora scoperto e andava presidiato», è il commento del direttore commerciale di Veronafiere Flavio Innocenzi. «Questa alleanza internazionale, che ha mosso i suoi primi passi nel 2019 e si consoliderà nel 2020, vuole supportare il settore del biologico attraverso azioni sinergiche di promozione, in chiave professionale e mettendo a sistema le competenze e le conoscenze trasversali, acquisite dai vari partner internazionali». B/Open, in programma a Verona dall’1 al 3 aprile 2020, è la prima fiera in Italia esclusivamente b2b, rivolta agli operatori del food certificato biologico e del natural self- care. Dalle materie prime al prodotto finito al packaging, la nuova manifestazione di Veronafiere presenta tutta la filiera, frutto di un’accurata selezione delle aziende espositrici studiata sulle esigenze dei compratori professionali. Tra le tante conferme, nell’organic food, Cereal Docks, Agricola Grains, Altalanga oltre al gruppo Specchiasol (con i marchi Larico e San Demetrio) e Chiara Cantoni, partner di Ringana, per la cosmesi naturale e il settore fitoterapico. Patrocinata da Aiab (Associazione Italiana Agricoltura Biologica) e da Regione Veneto e supportata da Ass.O.Cert.Bio (Associazione Organismi di Certificazione del Biologico italiani), Bioagricert (Organismo di controllo e certificazione biologica), Ccpb (Consorzio Controllo Prodotti Biologici ), la rassegna si svolgerà nei padiglioni 1 e 2 di Veronafiere. Più specificatamente, nel segmento dell’alimentazione biologica saranno rappresentati anche i prodotti nutraceutici, dietetici, integratori, pet food, servizi, packaging ecologici; ingredientistica per prodotti bio, ma anche prodotti per il benessere; bellezza e cura della persona comprenderanno cosmesi, trattamenti naturali, piante
officinali e derivati, prodotti per la salute e la cura della persona, servizi. B/Open sposa inoltre un format interattivo, con numerosi momenti di networking e formazione, esclusivamente dedicati a produttori, trasformatori e operatori professionali. I NUMERI DEL SETTORE. Secondo gli ultimi dati disponibili diffusi dal Fibl (istituto di ricerca tedesco dell’agricoltura biologica) e relativi al 2017, la filiera «organic» mondiale ha raggiunto un fatturato di 92 miliardi di euro, con 70 milioni di ettari coltivati da 2,9 milioni di produttori. In Italia il comparto bio dà lavoro a 76mila aziende, sviluppa un fatturato di 3,6 miliardi di euro e rappresenta circa il 4% della spesa alimentare globale degli italiani. Accanto al settore dell’agro-alimentare, anche il mercato della cosmesi biologica sta vivendo un periodo di crescita economica. Secondo gli ultimi dati di Cosmetica Italia, il fatturato green nel 2017 delle aziende intervistate tocca 1 miliardo di euro, pari al 9,5% del fatturato cosmetico italiano (10,9 miliardi di euro). OPERAZIONE NEBRODI – MIPAAF, BELLANOVA: “OPERAZIONE DI GRANDE RILEVANZA. COSI DIFENDIAMO L’AGROALIMENTARE SANO DA COSCHE E IMPOSIZIONI” “Un’operazione di grande rilevanza per cui va il mio grazie e il mio plauso alla Procura Distrettuale Antimafia di Messina,
ai Ros, al Comando Tutela Agroalimentare dei Carabinieri. La gravità di quanto emerso è enorme. Altrettanto evidente il danno derivante dal sottrarre importanti risorse europee alla buona agricoltura e alle imprese di qualità, che nella Sicilia orientale sono la maggior parte, per dirigerle verso le cosche mafiose e le imprese colluse con la connivenza di pezzi della pubblica amministrazione. Doppiamente colpevoli considerato l’utilizzo della figura dei giovani imprenditori, funzionale alla distrazione delle risorse. Un crimine nel crimine, un furto di futuro alle nuove generazioni, alla Sicilia, al suo agroalimentare di eccellenza che ho avuto modo di visitare personalmente di nuovo anche nelle ultime settimane. La fisionomia modernissima e dinamica, a detta degli inquirenti, dei gruppi criminali sgominati, molto lontana dallo stereotipo della mafia dei pascoli, conferma l’importanza del lavoro di indagine che colpisce clan mafiosi dediti allo sfruttamento delle risorse pubbliche in agricoltura, facendo emergere addirittura questo come attività prioritaria, con una ferita per le imprese sane. Operazione significativa anche per il numero di donne e uomini dell’Arma dei Carabinieri tra cui il nostro reparto specializzato. Ancora una volta emerge la qualità del nostro sistema di prevenzione e repressione a tutela di quell’economia e quell’agroalimentare che scelgono, senza tentennamenti, la via della legalità, del rispetto della legge, della concorrenza virtuosa e sana, della qualità territoriale come elemento fondamentale per la competitività e lo sviluppo”.
INTERROGAZIONE, SERRACCHIANI PD CAMERA, SU INIZIATIVE A CONTRASTO CAPORALATO A t t o C a m e r a Interrogazione a risposta in commissione 5-03364 presentato da SERRACCHIANI Debora testo di Lunedì 13 gennaio 2020, seduta n. 287 SERRACCHIANI, VISCOMI, CARLA CANTONE, SOVERINI e MURA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che: grazie alla conclusione dell’operazione Euno – lo schiavo siciliano che nel 136 a. C. guidò la prima guerra servile contro il possidente terriero Damofilo – è stato inferto un
grosso colpo allo sfruttamento della manodopera straniera nelle campagne della Piana di Gioia Tauro; l’inchiesta, iniziata più di un anno fa, ha portato all’arresto per 13 caporali africani e di 7 imprenditori calabresi, oltre al sequestro di tre aziende agricole; l’importanza di tale inchiesta, oltre al numero delle persone incriminate, è rappresentata dal fatto che per la prima volta si è potuto contare sulla denuncia di due lavoratori immigrati che hanno avuto il coraggio e la fiducia nelle istituzioni inquirenti, segnalando le drammatiche condizioni di lavoro a cui erano costretti: turni di lavoro di 10-12 ore, sette giorni su sette, festivi compresi, a qualunque condizione climatica o meteorologica, per un euro a cassetta di frutta raccolta, corrispondenti a 2-3 euro l’ora senza alcun dispositivo di protezione e sicurezza; per di più, i lavoratori erano costretti a versare ai caporali parte della propria retribuzione per il trasporto obbligatorio su furgoni fatiscenti e inidonei al trasporto di persone, oltre ad altre non meglio specificate contribuzioni; a dieci anni dalla rivolta di Rosarno e a quasi 10 mesi dallo sgombero e dalla distruzione del ghetto di San Ferdinando, la baraccopoli dove per anni hanno trovato riparo i braccianti che lavorano nella Piana di Gioia Tauro, evento ampiamente pubblicizzato dall’allora Ministro dell’interno, la condizione dei lavoratori impiegati nelle attività agricole risulta ancora molto lontano dai minimi livelli di legalità; lo smantellamento della baraccopoli San Ferdinando, al di là del clamore mediatico che lo accompagnò, non è stato accompagnato da concrete misure per l’individuazione di soluzioni alloggiative dignitose. Da allora, i raccoglitori «invisibili» sopravvivono, oltre che nella tendopoli all’epoca realizzata, in casolari diroccati, in edifici fatiscenti senza elettricità, acqua o servizi igienici, in roulotte abbandonate
e altre soluzioni di emergenza; condizioni drammatiche che non riguardano solo tale realtà territoriale, ma che, purtroppo, spesso caratterizzano molte altre aree a forte vocazione agricola in tutto il Paese; l’articolo 9, della legge n. 199 del 2016, ha previsto l’adozione di un apposito piano di interventi finalizzati alla realizzazione di misure per la sistemazione logistica e il supporto dei lavoratori che svolgono attività lavorativa stagionale di raccolta dei prodotti agricoli. Un piano che si sarebbe dovuto da realizzare d’intesa con la Conferenza unificata Stato-regioni-città; appare necessario uno sforzo straordinario di tutte le amministrazioni statali e locali per il contrasto dello sfruttamento della manodopera agricola, prevalentemente straniera, impiegata nelle attività stagionali debellandone la diffusione in troppe aree del Paese e, a tal fine, il ruolo dei sistemi ispettivi deve essere potenziato e indirizzato, prevenendo e sanzionando i comportamenti illeciti –: quali iniziative di competenza intendano assumere per dare piena attuazione alle disposizioni della citata legge n. 199 del 2016, in particolare alla previsione dell’adozione del piano per la realizzazione di misure per la sistemazione logistica e il supporto dei lavoratori che svolgono attività lavorativa stagionale di raccolta dei prodotti agricoli; quali iniziative e specifici indirizzi si intendano adottare al fine di potenziare il sistema dei controlli ispettivi, in collaborazione con le diverse amministrazioni interessate, per assicurare il pieno rispetto della disciplina del lavoro nel settore della produzione agricola, con particolare riferimento a quelle aree dove il fenomeno dello sfruttamento della manodopera e la presenza del caporalato sono più radicati. (5-03364)
INTERROGAZIONE, DE VITO IV CAMERA, SU DANNI DA MALTEMPO NEL METAPONTINO A t t o C a m e r a Interrogazione a risposta scritta 4-04451 presentato da DE FILIPPO Vito testo di Lunedì 13 gennaio 2020, seduta n. 287 DE FILIPPO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:
nella giornata di domenica 12 maggio 2019 si è abbattuta nel territorio del metapontino una violentissima grandinata che ha provocato notevoli danni in particolare al comparto agricolo; suddetto comparto per il territorio in questione rappresenta una delle principali attività con colture molto pregiate come fragole e drupacee che purtroppo da tempo sono afflitte da gravi problemi di mercato nonostante l’eccellente riconosciuta qualità; le istituzioni territoriali e le organizzazioni di categoria hanno già prontamente sollevato la questione nei confronti della giunta regionale di Basilicata insediatasi con rilevante ritardo dopo le elezioni del 24 marzo 2019; vanno affrontate tempestivamente alcune criticità che altrimenti rischiano di determinare il collasso di moltissime aziende; occorre concedere una moratoria dei pagamenti, anche in riferimento agli obblighi previdenziali e sociali, un anticipo dei pagamenti spettanti ai produttori agricoli da parte dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, nonché altre misure a sostegno del comparto interessato dal richiamato evento calamitoso; si sa che ciò potrà avvenire solo a seguito anche dell’espletamento dalle iniziative assunte dalla regione Basilicata –: se il Governo intenda assumere iniziative per il riconoscimento dello stato di calamità naturale ai sensi dell’articolo 6 del decreto legislativo n. 102 del 2004; quali iniziative intenda assumere tempestivamente per la deliberazione dello stato di emergenza per il territorio interessato nonché, di concerto con la regione Basilicata, per varare misure di ristoro nei confronti degli agricoltori colpiti dall’evento calamitoso che ha riguardato l’area del
metapontino, scongiurando il collasso di un comparto strategico per l’economia della regione. (4-04451) CIA: TUTELA AGROALIMENTARE SI FA CON CONTROLLI, NORMATIVE E LAVORO FORZE DELL’ORDINE Da una moral suasion alle istituzioni per fare più prevenzione a un maggior controllo del territorio, dall’impegno costante sulla legalità a informazioni dettagliate sulle etichette, contando sempre sul contributo dei reparti specializzati dell’Arma dei Carabinieri. Sono tanti gli spunti arrivati dalla due giorni di convegno “Salute e Agroalimentare: dalla Sicurezza più Qualità”, organizzato a Roma alla Caserma Salvo D’Acquisto dal Comando generale dei Carabinieri. Un appuntamento in cui Cia-Agricoltori Italiani è stata parte attiva, con il presidente nazionale Dino Scanavino tra i relatori della tavola rotonda dedicata alla filiera e un desk istituzionale sul tema della contraffazione alimentare. “La prima grande verità è che la merce che troviamo sugli scaffali dei supermercati è sana -ha sottolineato Scanavino- proprio per effetto dei controlli e delle normative italiane, che sono tra le più attente e stringenti, e anche grazie al lavoro meticoloso di tutte le forze dell’ordine”. Quanto alla qualità del Made in Italy, “viene presidiata innanzitutto con i sistemi Dop e Igp”, in cui il nostro Paese è leader in Europa con 300 prodotti certificati, su cui il livello di tracciabilità e di sicurezza alimentare non ha pari, e poi “bisogna continuare a lavorare su strumenti tecnologici nuovi
come la blockchain”. Dal convegno organizzato dall’Arma dei Carabinieri, è venuta fuori la necessità di costruire un progetto di tutela dell’agroalimentare italiano che coinvolga con regolarità associazioni di categoria ed esperti, prima di tutto per bloccare la contraffazione, che altera l’equilibrio del mercato con un impatto sull’economia pari a circa l’1-2% del Pil in termini di mancate vendite. Cia-Agricoltori Italiani lo ha evidenziato plasticamente al suo desk espositivo con i prodotti agroalimentari tricolori più “copiati”, dove in testa alla classifica ci sono i formaggi, a partire dal Parmigiano Reggiano che resta l’eccellenza nazionale più taroccata al mondo. Il giro d’affari della contraffazione, in questo ambito, arriva a 2 miliardi di euro. Non solo: nell’ultimo decennio, anche l’olio extravergine d’oliva “falso” o “irregolare” è cresciuto quasi del 90%. Al settore dell’olio italiano, truffe e sofisticazioni causano danni per 1,5 miliardi di euro l’anno. Il mercato del “contraffatto” nel settore vino e spiriti, invece, procura al Made in Italy agroalimentare un danno di 2,7 miliardi di euro, pari a quasi il 7% del totale vendite. Nella lista, poi, anche i salumi nostrani più prestigiosi, dal Prosciutto di Parma al San Daniele, ma anche la mortadella Bologna, l’Aceto Balsamico di Modena, e addirittura il miele nazionale, con la scoperta di livelli di adulterazione che possono giungere fino anche al 40%. NUTRISCORE, AVEVA DETTO ‘SI’
ANCHE LA SPAGNA. MA ORA CARCEDO E’ ANDATA VIA E LA PALLA PASSA A SALVADOR ILLA A n c h e l a S p a g n a s tava pensando all’uso del Nutriscore francese. Il Paese – dal punto di vista delle produzioni alimentari – più simile all’Italia, nel 2018 aveva pensato di prestare il fianco al “modello francese” adottando il Nutriscore. Una scelta dell’ormai ex ministro della Salute – ex da ieri – Maria Luisa Carcedo. Ora la palla passerà al suo successore di stampo progressista, Salvador Illa. L’agenzia del governo spagnolo per gli affari dei consumatori, la sicurezza alimentare e la nutrizione aveva annunciato infatti il 12 novembre del 2018 una serie di misure volte ad affrontare l’obesità, compreso l’uso di Nutriscore.
Mar ia Lui sa Car ced o, min ist ro spa gno lo del la salute, del consumo e dell’assistenza sociale che aveva rimpiazzato Carmen Monton e che ha lasciato il posto ieri al nuove ministro Salvador Illa, aveva detto che”queste informazioni permetteranno ai cittadini di confrontarsi facilmente con altri prodotti simili e di prendere una decisione informata e motivata per seguire una dieta più sana”. Non solo, sempre Carcedo aveva precisato che il governo aveva esaminato le altre etichette della parte anteriore della confezione ma aveva poi rifiutato di usarle perché “non sono state implementate dalle amministrazioni, non soddisfano gli obiettivi di promozione della scelta più sana e possono anche confondere il consumatore”. E “non sono sostenuti da associazioni scientifiche e professionisti”, aveva poi aggiunto nel corso degli XI NAOS awards (Nutrizione, Attività fisica e prevenzione dell’obesità) che si sono svolti presso la sede del ministero della salute, del consumo e del benessere sociale.. Non aveva perso tempo – a fronte della mano tesa spagnola ai francesi – Serge Hercberg, professore di nutrizione all’Università di Parigi 13′ facoltà di medicina, che faceva parte del team di ricercatori che ha sviluppato Nutriscore,
che aveva scritto su twitter, definendo la decisione del governo spagnolo “un passo avanti per l’Europa”. C a r c e d o a v e v a i n f ine annunciato la volontà di sviluppare un protocollo o una guida nazionale che “garantisca l’equilibrio e la qualità nutrizionale” degli alimenti “in linea con le raccomandazioni dell’Unione Europea e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità OMS”. Ora bisogna vedere come la penserà il ministro della Salute del governo Sanchez nato dalla formazione del governo di coalizione progressista. ALIMENTARE, DE CASTRO: ANCHE CENTINAIO FA ERRORE DI
SALVINI. UE UNICA POSSIBILITÀ PER FRENARE NUTRISCORE “Ache Centinaio fa l’errore di Salvini e se la prende con l’UE che invece è l’unica possibilità che abbiamo per frenare questa pericolosa deriva del Nutriscore francese! Ripeto il modello Nutriscore proposto dalla Francia e accettato da Belgio, Germania e anche dalla Spagna, è un sistema volontario applicato a livello nazionale! Non c’e sul tavolo del parlamento e del Consiglio nessuna proposta a livello UE, che invece noi proponiamo e speriamo che la Commissione faccia ispirandosi al sistema a Batteria da noi proposto e che molto più efficace e scientificamente più corretto perché considera la percentuale di grasso, zucchero e sale della porzione acquistata sul fabbisogno giornaliero! Spero che ora sia chiaro a tutti e possiamo lavorare tutti nella stessa direzione per difendere il nostro Made in Italy agroalimentare”. Così Paolo De Castro in merito alla polemica nata sull’etichettatura a bollini ALIMENTARE, CENTINAIO: UE UMILIA SETTORE CON BOLLINI, PD COMPLICE “Che De Castro e il Pd rispondano in maniera scomposta alle nostre critiche significa solo una cosa: abbiamo fatto centro, sono complici dell’Europa. La smetta, questa sinistra nemica del comparto di prendere in giro i nostri agricoltori, le nostre industrie, le nostre eccellenze: non è certo la Lega a
piegarsi a follie che arrivano da Bruxelles come il “nutriscore” che, *anzi, da ministro insieme alla Spagna avevo bocciato e rimandato al mittente; non è la Lega ma il Pd che nei fatti non prende posizione a tutela del made in Italy, come accaduto la scorsa settimana in Comune a Genova, quando hanno votato contro un nostro odg contrario a qualunque schedatura dei prodotti*; non è la Lega che umilia con semaforini e i colori, neanche fossimo all’asilo, chi lavora sodo e in silenzio. Trovino il modo migliore per intercettare richieste ed aspettative di un settore che rappresenta un patrimonio per il nostro Paese: altrimenti possono rinchiudersi nelle stanze dei burocrati a mettere bollini e a dare patenti: non mancheranno davvero a nessuno”. Così il senatore della Lega Gian Marco Centinaio, già ministro delle Politiche Agricole. XYLELLA, CONFAGRICOLTURA: LA CONFERENZA STATO – REGIONI DIA IL VIA LIBERA AL PIANO DI RIGENERAZIONE “Ci attendiamo che nella Conferenza Stato – Regioni convocata per domani si dia il via libera al decreto attuativo del Piano di rigenerazione dell’olivicoltura pugliese devastata dalla Xylella”. Lo dichiara il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti auspicando che l’incontro possa essere determinante nell’affrontare il problema della fitopatia che ha colpito oltre 6,5 milioni di olivi. Confagricoltura esprime apprezzamento per il lavoro svolto dal
ministro Bellanova che ha consentito di definire un provvedimento necessario a far ripartire il comparto dopo l’emergenza che ha compromesso in maniera determinante il potenziale produttivo. La bozza di decreto prevede una spesa complessiva di 300 milioni in due anni (2020 e 2021) suddivisa in indennizzi per olivicoltori e frantoi, incentivi per i reimpianti e la riconversione produttiva, la ricerca e tutte le attività utili al monitoraggio e al contenimento del patogeno. “Gli agricoltori pugliesi attendono con urgenza lo sblocco del decreto – aggiunge Giansanti – Nei diversi incontri, l’ultimo la scorsa settimana, abbiamo fornito le nostre indicazioni per l’ottimale allocazione delle risorse. Ora ci attendiamo che le istituzioni facciano la loro parte varando l’atteso provvedimento”. Confagricoltura ricorda che la Xylella ha colpito 650 km quadrati nel Salento, un patrimonio enorme che si dovrebbe quanto prima ‘rigenerare’ con misure e risorse adeguate, nonché procedure semplificate e tempestive. DISSESTO IDROGEOLOGICO, FORONI: DECRETO MINISTERIALE PENALIZZA IL NORD “Non possiamo che classificare come assolutamente deludente l’azione governativa. Infatti complessivamente il governo ha finanziato meno del 10% delle opere ammesse su tutto il territorio nazionale, usando un criterio totalmente inaccettabile e che finisce semplicemente con il premiare i
Comuni e le Regioni meno virtuose, il cui unico merito sembra quello di avere i conti in rosso. In Lombardia poi la percentuale dei finanziamenti concessi ai Comuni arriva sì e no al 2% del totale, il che è semplicemente paradossale, per non dire grottesco”. Lo dichiara l’assessore regionale al Territorio e Protezione civile, Pietro Foroni, in merito al decreto del ministero dell’Interno pubblicato nei giorni scorsi e destinato a opere pubbliche di messa in sicurezza di edifici pubblici e del territorio. In Lombardia finanziate da governo solo 18 opere su 850 ammissibili Su 3.071 interventi contro il dissesto idrogeologico richiesti da comuni del Nord e dichiarati ammissibili questo governo ha destinato fondi per solo 75 opere, e di queste solo 18 alla Lombardia su oltre 850 ammissibili, mentre le Regioni del Centro Italia hanno ricevuto fondi per 119 opere a fronte di 1.176 ammesse, e il Sud 390 a fronte di 2.266. Da Regione fondi per lavori pronto intervento in oltre 1.000 Comuni sotto 5.000 abitanti “Alcuni mesi fa – ha proseguito Foroni – abbiamo deciso la totale copertura delle spese sostenute per i lavori di pronto intervento a seguito di calamità naturali per gli oltre mille Comuni lombardi con meno di 5mila abitanti e successivamente abbiamo destinato 48 milioni di euro per 70 opere di difesa del suolo in tutta la Lombardia, più altri 7,7 milioni ottenuti grazie ad economie di bilancio. La Lombardia stanzia ogni anno decine di milioni di euro per far fronte alle criticità di un territorio sempre più fragile e soggetto negli ultimi tempi ad una serie di eventi meteo calamitosi senza precedenti. Fino ad oggi abbiamo fatto da soli, ma la situazione è diventata economicamente insostenibile anche per la Regione più virtuosa ed efficiente del nostro Paese”.
Nubifragi, alluvioni e trombe d’aria in Lombardia ma esecutivo tace “Da quando si è insediato questo governo – ha osservato l’assessore – continuiamo invano ad aspettarci un segnale di vicinanza e di solidarietà alle popolazioni della Lombardia e di tutto il Nord, colpite ripetutamente da nubifragi, alluvioni, frane e trombe d’aria, ma tutto tace”. “Insomma se questo è il trattamento riservato dall’attuale maggioranza al governo del Paese alla più virtuosa delle sue Regioni – ha concluso Foroni -, allora c’è un problema politico molto serio”.
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