AGROALIMENTARE E BENESSERE NATURALE NASCE L'ALLEANZA INTERNAZIONALE DELLE FIERE B2B - Agricolae

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AGROALIMENTARE E BENESSERE NATURALE NASCE L'ALLEANZA INTERNAZIONALE DELLE FIERE B2B - Agricolae
AGROALIMENTARE     BIO     E
BENESSERE   NATURALE   NASCE
L’ALLEANZA   INTERNAZIONALE
DELLE FIERE B2B
                                                                 N
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c Trade Fairs Alliance, una nuova alleanza a livello
internazionale che unisce le fiere b2b del biologico italiane
ed estere. In prima fila nel promuovere il progetto, B/Open,
la manifestazione organizzata da Veronafiere (1-3 aprile
2020), insieme a Bio-Beurs (Zwolle-Olanda, 22-23 gennaio
2020), Organic&Natural Products Expo (Johannesburg-Sudafrica,
8-10 maggio 2020) e Natexpo (Lyon-Francia, 21-22 settembre
2020).

The Organic Trade Fairs Alliance è una piattaforma globale e
un forum di scambio di conoscenze, che mira a fornire sostegno
al settore dell’agricoltura biologica, dell’industria
alimentare biologica e dei cosmetici naturali. Con un
obiettivo ben definito: diffondere e supportare un modello di
nutrizione e di personal care focalizzato su tutto ciò che è
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sano e salutare, sull’attenzione all’ambiente, al clima
globale e al rispetto dei lavoratori.

«Veronafiere, attraverso B/Open, ha intercettato uno spazio di
mercato rivolto al segmento b2b del mondo biologico, che
risultava ancora scoperto e andava presidiato», è il commento
del direttore commerciale di Veronafiere Flavio Innocenzi.
«Questa alleanza internazionale, che ha mosso i suoi primi
passi nel 2019 e si consoliderà nel 2020, vuole supportare il
settore del biologico attraverso azioni sinergiche di
promozione, in chiave professionale e mettendo a sistema le
competenze e le conoscenze trasversali, acquisite dai vari
partner internazionali».

B/Open, in programma a Verona dall’1 al 3 aprile 2020, è la
prima fiera in Italia esclusivamente b2b, rivolta agli
operatori del food certificato biologico e del natural self-
care. Dalle materie prime al prodotto finito al packaging, la
nuova manifestazione di Veronafiere presenta tutta la filiera,
frutto di un’accurata selezione delle aziende espositrici
studiata sulle esigenze dei compratori professionali. Tra le
tante conferme, nell’organic food, Cereal Docks, Agricola
Grains, Altalanga oltre al gruppo Specchiasol (con i marchi
Larico e San Demetrio) e Chiara Cantoni, partner di Ringana,
per la cosmesi naturale e il settore fitoterapico.

Patrocinata da Aiab (Associazione Italiana Agricoltura
Biologica) e da Regione Veneto e supportata da Ass.O.Cert.Bio
(Associazione Organismi di Certificazione del Biologico
italiani), Bioagricert (Organismo di controllo e
certificazione biologica), Ccpb (Consorzio Controllo Prodotti
Biologici ), la rassegna si svolgerà nei padiglioni 1 e 2 di
Veronafiere.     Più   specificatamente,      nel    segmento
dell’alimentazione biologica saranno rappresentati anche i
prodotti nutraceutici, dietetici, integratori, pet food,
servizi, packaging ecologici; ingredientistica per prodotti
bio, ma anche prodotti per il benessere; bellezza e cura della
persona comprenderanno cosmesi, trattamenti naturali, piante
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officinali e derivati, prodotti per la salute e la cura della
persona, servizi. B/Open sposa inoltre un format interattivo,
con numerosi momenti di networking e formazione,
esclusivamente dedicati a produttori, trasformatori e
operatori professionali.

I NUMERI DEL SETTORE. Secondo gli ultimi dati disponibili
diffusi dal Fibl (istituto di ricerca tedesco dell’agricoltura
biologica) e relativi al 2017, la filiera «organic» mondiale
ha raggiunto un fatturato di 92 miliardi di euro, con 70
milioni di ettari coltivati da 2,9 milioni di produttori. In
Italia il comparto bio dà lavoro a 76mila aziende, sviluppa un
fatturato di 3,6 miliardi di euro e rappresenta circa il 4%
della spesa alimentare globale degli italiani.

Accanto al settore dell’agro-alimentare, anche il mercato
della cosmesi biologica sta vivendo un periodo di crescita
economica. Secondo gli ultimi dati di Cosmetica Italia, il
fatturato green nel 2017 delle aziende intervistate tocca 1
miliardo di euro, pari al 9,5% del fatturato cosmetico
italiano (10,9 miliardi di euro).

OPERAZIONE NEBRODI – MIPAAF,
BELLANOVA: “OPERAZIONE DI
GRANDE    RILEVANZA.     COSI
DIFENDIAMO L’AGROALIMENTARE
SANO DA COSCHE E IMPOSIZIONI”
“Un’operazione di grande rilevanza per cui va il mio grazie e
il mio plauso alla Procura Distrettuale Antimafia di Messina,
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ai Ros, al Comando Tutela Agroalimentare dei Carabinieri. La
gravità di quanto emerso è enorme. Altrettanto evidente il
danno derivante dal sottrarre importanti risorse europee alla
buona agricoltura e alle imprese di qualità, che nella Sicilia
orientale sono la maggior parte, per dirigerle verso le cosche
mafiose e le imprese colluse con la connivenza di pezzi della
pubblica amministrazione. Doppiamente colpevoli considerato
l’utilizzo della figura dei giovani imprenditori, funzionale
alla distrazione delle risorse. Un crimine nel crimine, un
furto di futuro alle nuove generazioni, alla Sicilia, al suo
agroalimentare di eccellenza che ho avuto modo di visitare
personalmente di nuovo anche nelle ultime settimane.

La   fisionomia   modernissima   e   dinamica,   a   detta   degli
inquirenti, dei gruppi criminali sgominati, molto lontana
dallo stereotipo della mafia dei pascoli, conferma
l’importanza del lavoro di indagine che colpisce clan mafiosi
dediti allo sfruttamento delle risorse pubbliche in
agricoltura, facendo emergere addirittura questo come attività
prioritaria, con una ferita per le imprese sane.

Operazione significativa anche per il numero di donne e uomini
dell’Arma dei Carabinieri tra cui il nostro reparto
specializzato.

Ancora una volta emerge la qualità del nostro sistema di
prevenzione e repressione a tutela di quell’economia e
quell’agroalimentare che scelgono, senza tentennamenti, la via
della legalità, del rispetto della legge, della concorrenza
virtuosa e sana, della qualità territoriale come elemento
fondamentale per la competitività e lo sviluppo”.
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INTERROGAZIONE, SERRACCHIANI
PD CAMERA, SU INIZIATIVE A
CONTRASTO CAPORALATO
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Interrogazione a risposta in commissione 5-03364

presentato da

SERRACCHIANI Debora

testo di

Lunedì 13 gennaio 2020, seduta n. 287

SERRACCHIANI, VISCOMI, CARLA CANTONE, SOVERINI e MURA. — Al
Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro
delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro
dell’interno. — Per sapere – premesso che:

grazie alla conclusione dell’operazione Euno – lo schiavo
siciliano che nel 136 a. C. guidò la prima guerra servile
contro il possidente terriero Damofilo – è stato inferto un
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grosso colpo allo sfruttamento della manodopera straniera
nelle campagne della Piana di Gioia Tauro;

l’inchiesta, iniziata più di un anno fa, ha portato
all’arresto per 13 caporali africani e di 7 imprenditori
calabresi, oltre al sequestro di tre aziende agricole;

l’importanza di tale inchiesta, oltre al numero delle persone
incriminate, è rappresentata dal fatto che per la prima volta
si è potuto contare sulla denuncia di due lavoratori immigrati
che hanno avuto il coraggio e la fiducia nelle istituzioni
inquirenti, segnalando le drammatiche condizioni di lavoro a
cui erano costretti: turni di lavoro di 10-12 ore, sette
giorni su sette, festivi compresi, a qualunque condizione
climatica o meteorologica, per un euro a cassetta di frutta
raccolta, corrispondenti a 2-3 euro l’ora        senza   alcun
dispositivo di protezione e sicurezza;

per di più, i lavoratori erano costretti a versare ai caporali
parte della propria retribuzione per il trasporto obbligatorio
su furgoni fatiscenti e inidonei al trasporto di persone,
oltre ad altre non meglio specificate contribuzioni;

a dieci anni dalla rivolta di Rosarno e a quasi 10 mesi dallo
sgombero e dalla distruzione del ghetto di San Ferdinando, la
baraccopoli dove per anni hanno trovato riparo i braccianti
che lavorano nella Piana di Gioia Tauro, evento ampiamente
pubblicizzato dall’allora Ministro dell’interno, la condizione
dei lavoratori impiegati nelle attività agricole risulta
ancora molto lontano dai minimi livelli di legalità;

lo smantellamento della baraccopoli San Ferdinando, al di là
del clamore mediatico che lo accompagnò, non è stato
accompagnato da concrete misure per l’individuazione di
soluzioni alloggiative dignitose. Da allora, i raccoglitori
«invisibili» sopravvivono, oltre che nella tendopoli all’epoca
realizzata, in casolari diroccati, in edifici fatiscenti senza
elettricità, acqua o servizi igienici, in roulotte abbandonate
e altre soluzioni di emergenza;

condizioni drammatiche che non riguardano solo tale realtà
territoriale, ma che, purtroppo, spesso caratterizzano molte
altre aree a forte vocazione agricola in tutto il Paese;

l’articolo 9, della legge n. 199 del 2016, ha previsto
l’adozione di un apposito piano di interventi finalizzati alla
realizzazione di misure per la sistemazione logistica e il
supporto dei lavoratori che svolgono attività lavorativa
stagionale di raccolta dei prodotti agricoli. Un piano che si
sarebbe dovuto da realizzare d’intesa con la Conferenza
unificata Stato-regioni-città;

appare necessario uno sforzo straordinario di tutte le
amministrazioni statali e locali per il contrasto dello
sfruttamento della manodopera agricola, prevalentemente
straniera, impiegata nelle attività stagionali debellandone la
diffusione in troppe aree del Paese e, a tal fine, il ruolo
dei sistemi ispettivi deve essere potenziato e indirizzato,
prevenendo e sanzionando i comportamenti illeciti –:

quali iniziative di competenza intendano assumere per dare
piena attuazione alle disposizioni della citata legge n. 199
del 2016, in particolare alla previsione dell’adozione del
piano per la realizzazione di misure per la sistemazione
logistica e il supporto dei lavoratori che svolgono attività
lavorativa stagionale di raccolta dei prodotti agricoli;

quali iniziative e specifici indirizzi si intendano adottare
al fine di potenziare il sistema dei controlli ispettivi, in
collaborazione con le diverse amministrazioni interessate, per
assicurare il pieno rispetto della disciplina del lavoro nel
settore della produzione agricola, con particolare riferimento
a quelle aree dove il fenomeno dello sfruttamento della
manodopera e la presenza del caporalato sono più radicati.

(5-03364)
INTERROGAZIONE, DE VITO IV
CAMERA, SU DANNI DA MALTEMPO
NEL METAPONTINO
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Interrogazione a risposta scritta 4-04451

presentato da

DE FILIPPO Vito

testo di

Lunedì 13 gennaio 2020, seduta n. 287

DE FILIPPO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al
Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. —
Per sapere – premesso che:
nella giornata di domenica 12 maggio 2019 si è abbattuta nel
territorio del metapontino una violentissima grandinata che ha
provocato notevoli danni in particolare al comparto agricolo;

suddetto comparto per il territorio in questione rappresenta
una delle principali attività con colture molto pregiate come
fragole e drupacee che purtroppo da tempo sono afflitte da
gravi problemi di mercato nonostante l’eccellente riconosciuta
qualità;

le istituzioni territoriali e le organizzazioni di categoria
hanno già prontamente sollevato la questione nei confronti
della giunta regionale di Basilicata insediatasi con rilevante
ritardo dopo le elezioni del 24 marzo 2019;

vanno   affrontate   tempestivamente   alcune   criticità   che
altrimenti rischiano di determinare il collasso di moltissime
aziende;

occorre concedere una moratoria dei pagamenti, anche in
riferimento agli obblighi previdenziali e sociali, un anticipo
dei pagamenti spettanti ai produttori agricoli da parte
dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, nonché altre
misure a sostegno del comparto interessato dal richiamato
evento calamitoso;

si sa che ciò potrà avvenire solo a seguito anche
dell’espletamento dalle iniziative assunte dalla regione
Basilicata –:

se il Governo intenda assumere iniziative per il
riconoscimento dello stato di calamità naturale ai sensi
dell’articolo 6 del decreto legislativo n. 102 del 2004;

quali iniziative intenda assumere tempestivamente per la
deliberazione dello stato di emergenza per il territorio
interessato nonché, di concerto con la regione Basilicata, per
varare misure di ristoro nei confronti degli agricoltori
colpiti dall’evento calamitoso che ha riguardato l’area del
metapontino, scongiurando il collasso di         un   comparto
strategico per l’economia della regione.

(4-04451)

CIA: TUTELA AGROALIMENTARE SI
FA CON CONTROLLI, NORMATIVE E
LAVORO FORZE DELL’ORDINE
Da una moral suasion alle istituzioni per fare più prevenzione
a un maggior controllo del territorio, dall’impegno costante
sulla legalità a informazioni dettagliate sulle etichette,
contando sempre sul contributo dei reparti specializzati
dell’Arma dei Carabinieri. Sono tanti gli spunti arrivati
dalla due giorni di convegno “Salute e Agroalimentare: dalla
Sicurezza più Qualità”, organizzato a Roma alla Caserma Salvo
D’Acquisto dal Comando generale dei Carabinieri. Un
appuntamento in cui Cia-Agricoltori Italiani è stata parte
attiva, con il presidente nazionale Dino Scanavino tra i
relatori della tavola rotonda dedicata alla filiera e un desk
istituzionale sul tema della contraffazione alimentare.

“La prima grande verità è che la merce che troviamo sugli
scaffali dei supermercati è sana -ha sottolineato Scanavino-
proprio per effetto dei controlli e delle normative italiane,
che sono tra le più attente e stringenti, e anche grazie al
lavoro meticoloso di tutte le forze dell’ordine”. Quanto alla
qualità del Made in Italy, “viene presidiata innanzitutto con
i sistemi Dop e Igp”, in cui il nostro Paese è leader in
Europa con 300 prodotti certificati, su cui il livello di
tracciabilità e di sicurezza alimentare non ha pari, e poi
“bisogna continuare a lavorare su strumenti tecnologici nuovi
come la blockchain”.

Dal convegno organizzato dall’Arma dei Carabinieri, è venuta
fuori la necessità di costruire un progetto di tutela
dell’agroalimentare italiano che coinvolga con regolarità
associazioni di categoria ed esperti, prima di tutto per
bloccare la contraffazione, che altera l’equilibrio del
mercato con un impatto sull’economia pari a circa l’1-2% del
Pil in termini di mancate vendite.

Cia-Agricoltori Italiani lo ha evidenziato plasticamente al
suo desk espositivo con i prodotti agroalimentari tricolori
più “copiati”, dove in testa alla classifica ci sono i
formaggi, a partire dal Parmigiano Reggiano che resta
l’eccellenza nazionale più taroccata al mondo. Il giro
d’affari della contraffazione, in questo ambito, arriva a 2
miliardi di euro. Non solo: nell’ultimo decennio, anche l’olio
extravergine d’oliva “falso” o “irregolare” è cresciuto quasi
del 90%. Al settore dell’olio italiano, truffe e
sofisticazioni causano danni per 1,5 miliardi di euro l’anno.
Il mercato del “contraffatto” nel settore vino e spiriti,
invece, procura al Made in Italy agroalimentare un danno di
2,7 miliardi di euro, pari a quasi il 7% del totale vendite.
Nella lista, poi, anche i salumi nostrani più prestigiosi, dal
Prosciutto di Parma al San Daniele, ma anche la mortadella
Bologna, l’Aceto Balsamico di Modena, e addirittura il miele
nazionale, con la scoperta di livelli di adulterazione che
possono giungere fino anche al 40%.

NUTRISCORE, AVEVA DETTO ‘SI’
ANCHE LA SPAGNA. MA ORA
CARCEDO E’ ANDATA VIA E LA
PALLA PASSA A SALVADOR ILLA
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tava pensando all’uso del Nutriscore francese. Il Paese – dal
punto di vista delle produzioni alimentari – più simile
all’Italia, nel 2018 aveva pensato di prestare il fianco al
“modello francese” adottando il Nutriscore. Una scelta
dell’ormai ex ministro della Salute – ex da ieri – Maria Luisa
Carcedo. Ora la palla passerà al suo successore di stampo
progressista, Salvador Illa.

L’agenzia del governo spagnolo per gli affari dei consumatori,
la sicurezza alimentare e la nutrizione aveva annunciato
infatti il 12 novembre del 2018 una serie di misure volte ad
affrontare l’obesità, compreso l’uso di Nutriscore.
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salute, del consumo e dell’assistenza sociale che aveva
rimpiazzato Carmen Monton e che ha lasciato il posto ieri al
nuove ministro Salvador Illa, aveva detto che”queste
informazioni permetteranno ai cittadini di confrontarsi
facilmente con altri prodotti simili e di prendere una
decisione informata e motivata per seguire una dieta più
sana”. Non solo, sempre Carcedo aveva precisato che il governo
aveva esaminato le altre etichette della parte anteriore della
confezione ma aveva poi rifiutato di usarle perché “non sono
state implementate dalle amministrazioni, non soddisfano gli
obiettivi di promozione della scelta più sana e possono anche
confondere il consumatore”. E “non sono sostenuti da
associazioni scientifiche e professionisti”, aveva poi
aggiunto nel corso degli XI NAOS awards (Nutrizione, Attività
fisica e prevenzione dell’obesità) che si sono svolti presso
la sede del ministero della salute, del consumo e del
benessere sociale..

Non aveva perso tempo – a fronte della mano tesa spagnola ai
francesi – Serge Hercberg, professore di nutrizione
all’Università di Parigi 13′ facoltà di medicina, che faceva
parte del team di ricercatori che ha sviluppato Nutriscore,
che aveva scritto su twitter, definendo la decisione del
governo spagnolo “un passo avanti per l’Europa”.

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ine annunciato la volontà di sviluppare un protocollo o una
guida nazionale che “garantisca l’equilibrio e la qualità
nutrizionale” degli alimenti “in linea con le raccomandazioni
dell’Unione Europea e dell’Organizzazione Mondiale della
Sanità OMS”.

Ora bisogna vedere come la penserà il ministro della Salute
del governo Sanchez nato dalla formazione del governo di
coalizione progressista.

ALIMENTARE, DE CASTRO: ANCHE
CENTINAIO   FA   ERRORE   DI
SALVINI. UE UNICA POSSIBILITÀ
PER FRENARE NUTRISCORE
“Ache Centinaio fa l’errore di Salvini e se la prende con l’UE
che invece è l’unica possibilità che abbiamo per frenare
questa pericolosa deriva del Nutriscore francese! Ripeto il
modello Nutriscore proposto dalla Francia e accettato da
Belgio, Germania e anche dalla Spagna, è un sistema volontario
applicato a livello nazionale! Non c’e sul tavolo del
parlamento e del Consiglio nessuna proposta a livello UE, che
invece noi proponiamo e speriamo che la Commissione faccia
ispirandosi al sistema a Batteria da noi proposto e che molto
più efficace e scientificamente più corretto perché considera
la percentuale di grasso, zucchero e sale della porzione
acquistata sul fabbisogno giornaliero! Spero che ora sia
chiaro a tutti e possiamo lavorare tutti nella stessa
direzione per difendere il nostro Made in Italy
agroalimentare”. Così Paolo De Castro in merito alla polemica
nata sull’etichettatura a bollini

ALIMENTARE, CENTINAIO: UE
UMILIA SETTORE CON BOLLINI,
PD COMPLICE
“Che De Castro e il Pd rispondano in maniera scomposta alle
nostre critiche significa solo una cosa: abbiamo fatto centro,
sono complici dell’Europa. La smetta, questa sinistra nemica
del comparto di prendere in giro i nostri agricoltori, le
nostre industrie, le nostre eccellenze: non è certo la Lega a
piegarsi a follie che arrivano da Bruxelles come il
“nutriscore” che, *anzi, da ministro insieme alla Spagna avevo
bocciato e rimandato al mittente; non è la Lega ma il Pd che
nei fatti non prende posizione a tutela del made in Italy,
come accaduto la scorsa settimana in Comune a Genova, quando
hanno votato contro un nostro odg contrario a qualunque
schedatura dei prodotti*; non è la Lega che umilia con
semaforini e i colori, neanche fossimo all’asilo, chi lavora
sodo e in silenzio. Trovino il modo migliore per intercettare
richieste ed aspettative di un settore che rappresenta un
patrimonio per il nostro Paese: altrimenti possono
rinchiudersi nelle stanze dei burocrati a mettere bollini e a
dare patenti: non mancheranno davvero a nessuno”.

Così il senatore della Lega Gian Marco Centinaio, già ministro
delle Politiche Agricole.

XYLELLA, CONFAGRICOLTURA: LA
CONFERENZA STATO – REGIONI
DIA IL VIA LIBERA AL PIANO DI
RIGENERAZIONE
“Ci attendiamo che nella Conferenza Stato – Regioni convocata
per domani si dia il via libera al decreto attuativo del Piano
di rigenerazione dell’olivicoltura pugliese devastata dalla
Xylella”. Lo dichiara il presidente di Confagricoltura
Massimiliano Giansanti auspicando che l’incontro possa essere
determinante nell’affrontare il problema della fitopatia che
ha colpito oltre 6,5 milioni di olivi.

Confagricoltura esprime apprezzamento per il lavoro svolto dal
ministro Bellanova che ha consentito di definire un
provvedimento necessario a far ripartire il comparto dopo
l’emergenza che ha compromesso in maniera determinante il
potenziale produttivo.

La bozza di decreto prevede una spesa complessiva di 300
milioni in due anni (2020 e 2021) suddivisa in indennizzi per
olivicoltori e frantoi, incentivi per i reimpianti e la
riconversione produttiva, la ricerca e tutte le attività utili
al monitoraggio e al contenimento del patogeno.

“Gli agricoltori pugliesi attendono con urgenza lo sblocco del
decreto – aggiunge Giansanti – Nei diversi incontri, l’ultimo
la scorsa settimana, abbiamo fornito le nostre indicazioni per
l’ottimale allocazione delle risorse. Ora ci attendiamo che le
istituzioni facciano     la   loro   parte   varando   l’atteso
provvedimento”.

Confagricoltura ricorda che la Xylella ha colpito 650 km
quadrati nel Salento, un patrimonio enorme che si dovrebbe
quanto prima ‘rigenerare’ con misure e risorse adeguate,
nonché procedure semplificate e tempestive.

DISSESTO      IDROGEOLOGICO,
FORONI: DECRETO MINISTERIALE
PENALIZZA IL NORD
“Non possiamo che classificare come assolutamente deludente
l’azione governativa. Infatti complessivamente il governo ha
finanziato meno del 10% delle opere ammesse su tutto il
territorio nazionale, usando un criterio totalmente
inaccettabile e che finisce semplicemente con il premiare i
Comuni e le Regioni meno virtuose, il cui unico merito sembra
quello di avere i conti in rosso. In Lombardia poi la
percentuale dei finanziamenti concessi ai Comuni arriva sì e
no al 2% del totale, il che è semplicemente paradossale, per
non dire grottesco”.

Lo dichiara l’assessore regionale al Territorio e Protezione
civile, Pietro Foroni, in merito al decreto del ministero
dell’Interno pubblicato nei giorni scorsi e destinato a opere
pubbliche di messa in sicurezza di edifici pubblici e del
territorio.

In Lombardia finanziate da governo solo 18 opere su 850
ammissibili

Su 3.071 interventi contro il dissesto idrogeologico richiesti
da comuni del Nord e dichiarati ammissibili questo governo ha
destinato fondi per solo 75 opere, e di queste solo 18 alla
Lombardia su oltre 850 ammissibili, mentre le Regioni del
Centro Italia hanno ricevuto fondi per 119 opere a fronte di
1.176 ammesse, e il Sud 390 a fronte di 2.266.

Da Regione fondi per lavori pronto intervento in oltre 1.000
Comuni sotto 5.000 abitanti

“Alcuni mesi fa – ha proseguito Foroni – abbiamo deciso la
totale copertura delle spese sostenute per i lavori di pronto
intervento a seguito di calamità naturali per gli oltre mille
Comuni lombardi con meno di 5mila abitanti e successivamente
abbiamo destinato 48 milioni di euro per 70 opere di difesa
del suolo in tutta la Lombardia, più altri 7,7 milioni
ottenuti grazie ad economie di bilancio. La Lombardia stanzia
ogni anno decine di milioni di euro per far fronte alle
criticità di un territorio sempre più fragile e soggetto negli
ultimi tempi ad una serie di eventi meteo calamitosi senza
precedenti. Fino ad oggi abbiamo fatto da soli, ma la
situazione è diventata economicamente insostenibile anche per
la Regione più virtuosa ed efficiente del nostro Paese”.
Nubifragi, alluvioni e trombe d’aria in Lombardia ma esecutivo
tace

“Da quando si è insediato questo governo – ha osservato
l’assessore – continuiamo invano ad aspettarci un segnale di
vicinanza e di solidarietà alle popolazioni della Lombardia e
di tutto il Nord, colpite ripetutamente da nubifragi,
alluvioni, frane e trombe d’aria, ma tutto tace”. “Insomma se
questo è il trattamento riservato dall’attuale maggioranza al
governo del Paese alla più virtuosa delle sue Regioni – ha
concluso Foroni -, allora c’è un problema politico molto
serio”.
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