Ufficio Emirati Arabi Uniti - A cura di Cesare Maraglio
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1. COLLOCAZIONE GEOGRAFICA E DATI GENERALI • Superficie: 83.600 kmq • Popolazione: 8,264 milioni di cui 11,5% locali (circa 950.000 unità); 50% asiatici; 38,5% arabi-europei • Densità: 99 ab/kmq • Lingua: Arabo • Religione: Musulmani Sunniti (80%), Cristiani (3,8%), Musulmani Sciiti (16%), Altre religioni (0,2%) • Capitale: Abu Dhabi • Confini: Arabia Saudita a ovest e a sud, Oman a est • Membro di: CCG, Lega Araba, ONU, WTO e OPEC • Unità Monetaria: Dirham (AED) • Sede di governo: Abu Dhabi • Presidente: Sceicco Khalifa bin Zayed al-Nahyan (sceicco di Abu Dhabi) • Primo ministro: Sceicco Mohammed Bin Rashid Al Maktoum (sceicco di Dubai) • Forma istituzionale: Federazione di sette Emirati • Forma di governo: monarchia elettiva assoluta federale
2. I SETTE EMIRATI La Federazione degli Emirati Arabi Uniti è composta da sette Emirati: Abu Dhabi, Dubai, Sharjah, Ajman, Ras al Khaimah, Fujairah, Umm al Quwain. La Federazione è stata istituita il 2 dicembre 1971 (dopo aver ottenuto l’indipendenza dalla Gran Bretagna) ed ha raggiunto la composizione attuale nel 1972. Ciascuno dei sette Emirati, oltre a formare coi propri rappresentanti il governo federale (le cui elezioni sono avvenute alla fine del 2011) possiede il proprio governo locale.
3. ANDAMENTO CONGIUNTURALE EAU rappresentano una fra le maggiori e dinamiche realtà della regione. E’ il quinto produttore al mondo di petrolio e gas naturale e occupa il terzo posto per riserve di petrolio (9,4% del totale mondiale). Economia stabile, con incoraggianti segnali di ripresa dopo la flessione degli anni 2008/2009: i principali indicatori economici sono positivi grazie anche alla politica di diversificazione di ciascun emirato che ha intrapreso percorsi alternativi in svariati settori. Prospettiva economica futura resa incoraggiante, inoltre, da: consistente sviluppo di infrastrutture, costruzioni e turismo; rafforzamento di investimenti esteri grazie a riforme del quadro giuridico-economico; stabile impostazione della disciplina normativa in materia di imprese; costo contenuto della manodopera, condizioni fiscali e normative vantaggiose.
3.1 I PRINCIPALI EMIRATI A CONFRONTO Punti di Forza Punti di debolezza Abu Dhabi • maggiore Emirato produttore di petrolio • Emirato più lento nel perseguire gli • I proventi petroliferi continuano ad obiettivi di diversificazione essere il fulcro delle entrate governative economica • è in testa al processo di coinvolgimento • Emirato più resistente all’apertura del settore privato nello sviluppo delle agli investimenti esteri infrastrutture e dei servizi chiave, specie acqua ed energia Dubai • centro per il commercio e servizi nell’area • Ha dimostrato poco entusiasmo del Golfo per la privatizzazione delle • posizione di preminenza nell’Asia imprese meridionale nel suo complesso • ha concentrato i suoi sforzi sulla diversificazione dell'economia in settori industriali non petroliferi (ex. servizi) • obiettivo di diventare uno snodo commerciale regionale ed internazionale
4. INDICATORI MACRO 20101 20112 20123 PIL US $ milioni 248.925 357.728 422.089 PIL pro capite PPP US $ 56.5032 56.320 56.047 Crescita PIL +1,4% +3,3% +3,5% Inflazione (su base annua) + 0,8% +0,9% +2,4% Esportazioni US $ milioni 212.262 252.555 288.116 Importazioni US $ milioni -161.413 -185.625 -219.038 Income balance US $ milioni 1,565 1,702 1,115 Trade balance US $ milioni 50.849 66.930 69.078 Cambio US $/AED (fisso): 3,67 Nel democracy index occupano il 148° posto su 167 (in ribasso di una posizione rispetto al precedente), principalmente in ragione di un incremento degli episodi di corruzione ed appropriazione di fondi pubblici 1 dati dell’EIU (Economist Intelligence Unit) 2,4,5 stime EIU 3 previsioni EIU Fonte: IMF (International Monetary Fund)
5. INTERSCAMBIO ITALIA -EAU L’interscambio complessivo tra i due Paesi (in milioni €): • 2009: 3.404 * Statistical Bulletin, UAE Central Bank • 2010: 3.235 L’export italiano (in milioni €): • 2009: 3.756 • 2010: 3.685 • 2011: 4.735 • Gli EAU si confermano il principale mercato di sbocco delle esportazioni italiane in Medio Oriente e Nord Africa, nonostante si registri una diminuzione. • Secondo gli ultimi dati disponibili riguardo al 2010* i principali Paesi fornitori degli EAU risultano essere stati: India (17,1%), Cina (13,6%), USA (8,5%), Germania (6,1%), Giappone (5,9%) e Regno Unito (3,6%) . • Italia figura al settimo posto in assoluto (3,1%) e al terzo posto tra i Paesi dell’Unione Europea dopo la Germania (6.1%) e prima del Benelux (2,3%) e della Francia (2,6%). • Volume complessivo dei contratti siglati nell'ultimo anno dalle aziende italiane nel paese si attesta intorno ai 7,5 miliardi di Euro.
Tabella ISTAT Import Export Saldi con l´Italia In migliaia di Euro 2009 2010 2011 Esportazioni 3.756.037 3.684.982 4.735.531 Importazioni 352.573 450.557 861.551 Saldo 3.403.464 3.234.424 3.873.980
5.1 INTERSCAMBIO ITALIA – EAU: EXPORT, PRINCIPALI MERCI/SETTORI valori in migliaia di € 2008 2009 2010 2011 281 - macchine di impiego generale 512.185 400.558 291.919 740.746 321 - gioielleria, bigiotteria e articoli connessi; pietre preziose lavorate 792.779 542.323 721.271 666.766 192 - prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio 356.304 252.081 271.005 499.288 282 - altre macchine di impiego generale 295.756 249.29 201.997 263.714 289- altre macchine per impieghi speciali 529.883 281.908 174.589 218.733 242 - tubi, condotti, profilati, cavi e relativi accessori in acciaio 167.846 87.582 137.639 207.282 141 - articoli di abbigliamento escluse pellicce 164.292 130.292 113.755 132.151 271 - motori, generatori e trasformatori elettrici 137.552 94.504 94.166 124.853 310 - mobili 195.491 128.425 112.064 122.403 204 - saponi e detergenti, prodotti per le pulizie e la lucidatura, profumi e cosmetici 64.162 50.218 68.209 86.225
5.2 INTERSCAMBIO ITALIA – EAU: IMPORT, PRINCIPALI MERCI/SETTORI valori in migliaia di € 2008 2009 2010 2011 192 - prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio 75.181 36.336 69.889 313.347 244 - metalli di base preziosi e altri metalli non ferrosi; combustibili nucleari 92.258 57.022 99.607 215.490 104 - oli e grassi vegetali e animali 31.218 40.068 103.422 96.563 222 - articoli in materie plastiche 20.753 20.426 53.698 54.794 061 – petrolio greggio 25.891 259 - altri prodotti in metallo 28.196 22.033 18.405 21.957 201 - prodotti chimici di base, fertilizzanti e composti azotati, materie plastiche e gomma 101.674 90.149 30.072 13.872 381 - rifiuti 10.761 3.129 8.756 13.412 108 - altri prodotti alimentari 2.316 4.365 2.433 12.793 289 - altre macchine per impieghi speciali 3.269 4.331 2.997 12.364
6. CONSEGUENZE DELLA CRISI FINANZIARIA GLOBALE L’Emirato di Abu Dhabi è stato solo relativamente frenato nei suoi piani di sviluppo dal contesto economico internazionale. L’Emirato di Dubai, la cui economia è legata solo in misura minore alle rendite petrolifere ed è prevalentemente incentrata sul settore dei servizi, ha subito un rallentamento della propria crescita. La bolla speculativa in campo edilizio, esplosa già alla fine del 2008, è la causa principale dell’indebitamento dell’Emirato di Dubai. Per quanto riguarda Dubai, la situazione di difficoltà delle finanze pubbliche, riconducibile all’elevato indebitamento della holding pubblica Dubai World, sembrerebbe per il momento sotto controllo grazie al doppio intervento di copertura messo in atto dal governo federale nel dicembre 2009 e dal governo di Dubai nel marzo 2010.
7. FARE AFFARI NEGLI EAU: PERCHE’? Elevata propensione ad un regime di libero scambio: in linea generale è liberamente consentito vendere direttamente agli utilizzatori finali tramite un rivenditore; è possibile costituire joint ventures; è possibile vendere i propri prodotti in franchising, autorizzando una società locale. Per attirare ulteriori investimenti esteri, il Governo sta apportando modifiche e riforme al quadro giuridico del paese, tra cui: Rinnovamento della disciplina immobiliare (Abu Dhabi e Dubai): dal 2007 sono stati ampliati i diritti alla proprietà degli stranieri che prima potevano godere del solo diritto di superficie con durata 99 anni; Liberalizzazione delle telecomunicazioni; Innovazione in materia di impresa: dal 2006 si sta lavorando per modificare la partecipazione di un soggetto emiratino al 51% per l’apertura di nuove attività.
Presenza di free zones (zone di libero scambio a statuto speciale), nelle quali gli investitori possono godere di alcuni vantaggi tra cui: insediamento di società con il 100% di capitale straniero; rimpatrio totale del capitale e degli utili; nessuna imposta sui redditi societari; nessuna tassazione per le persone giuridiche per almeno 15 anni; assistenza per reclutare la manodopera. Esistono attualmente diverse zone franche: alcune consentono lo svolgimento di qualsiasi attività economica o commerciale, altre invece sono specifiche perché permettono lo svolgimento solo di determinate attività economiche Ottime relazioni bilaterali tra Italia ed EAU. A giugno una grossa delegazione emiratina, guidata dal Min. Federale dell’Economia, Sultan Bin Saeed Al Mansouri, e comprendente numerosi imprenditori arabi, ha visitato le Marche e Roma e in quell’occasione il Ministro Al Mansouri ha ribadito che “l'Italia offre eccellenti opportunità di investimento in tutti i settori, dal turismo, all'energia, alle energie rinnovabili”.
8. RISCHIO PAESE SACE colloca gli EAU nella categoria OCSE 3 su 71. Non ci sono restrizioni per le Condizioni di Assicurabilità, con apertura a tutti i tipi di operazione. Il rischio è classificato come M1 (ovvero di grado medio-basso). Rischio politico: la situazione politica è stabile, grazie anche al totale controllo detenuto dalle famiglie regnanti e al benessere economico diffuso nella popolazione. Rischio economico: recessione globale e crisi finanziaria hanno avuto un impatto significativo sull’economia. Tuttavia, gli EAU hanno sviluppato un ambiente economico stabile e creato opportunità di investimento tanto da colocarli al 16esimo posto nella classifica dei paesi piu’ competitivi pubblicata dall' International Institute for Management Development (IMD). Rischio finanziario ed operativo: settore bancario e sistema finanziario restano vulnerabili, essendo quest’ultimo molto esposto al settore delle costruzioni e del real estate (circa il 25% dei mutui). Ciò nonostante, gli investimenti esteri sono incoraggiati attraverso numerosi incentivi, soprattutto nelle free trade zones. Inoltre, il governo continua ad investire in massicci progetti di sviluppo. 1 dove 0 rappresenta il rischio minore e 7 il rischio massimo.
PRESENTAZIONE PAESE EMIRATI ARABI UNITI I settori di principale interesse
9. INFRASTRUTTURE E TRASPORTI I principali progetti di sviluppo del Paese riguardano i seguenti ambiti: Aeroporti: imponenti investimenti per l’espansione delle strutture aeroportuali fra cui: l’ingrandimento dell’aeroporto di Abu Dhabi; Il nuovo aeroporto di Jebel Ali, Dubai World Central; Il nuovo concourse 3 e 4 dell’aeroporto di Dubai e l’ampliamento del terminal 2 che aumenterà di 675.000mq la superficie già esistente. Piani di sviluppo dei trasporti urbani a Dubai: tra i progetti gestiti dall’Autorità dei Trasporti di Dubai, Roads & Transport Authority, si segnalano : la costruzione del metrò leggero driverless: dopo linea rossa e verde, inaugurate nel 2009 e 2011 rispettivamente, per il 2020 è previsto uno sviluppo della rete pari a 320 km; la costruzione della linea di tram; la realizzazione di un sistema di trasporto marittimo urbano;
la riorganizzazione dell’assetto urbano di Dubai entro il 2015 (Dubai Urban Development Framework); la riorganizzazione dell’assetto urbano di Abu Dhabi entro il 2030 (The Abu Dhabi Economic Vision 2030): si tratta di un progetto immenso, che consta di diversi master plans ispirati al concetto di Estidama (sostenibilità in arabo) ovvero ad un’architettura di tipo sostenibile ma che esprima al tempo stesso anche le tradizioni regionali; la costruzione di una rete metropolitana nella città di Abu Dhabi, che colleghi le diverse aree della città; Progetto di rete ferroviaria nazionale, in collaborazione con gli altri paesi GCC; Il primo sistema di trasporto pubblico verde al mondo: inaugurato nell’oasi naturale di Sir Bani Yas, che si trova a 250 km a sud di Abu Dhabi, prevede un sistema di autobus elettrici caratterizzati da bassi livelli di rumore, vibrazioni e manutenzione e da “zero emissioni” di carbonio.
10. REAL ESTATE Il settore del Real Estate ha subito una forte battuta d’arresto: • il 10% dei progetti attualmente in esecuzione nel paese, il cui valore stimato è approssimativamente di ben 249,7 miliardi di dollari USA, è stato sospeso; • dal 2009 sono stati completati 129 progetti e solo 237 su 450 potranno essere completati a tempo debito; • 217 progetti immobiliari sono stati cancellati a partire da maggio 2011; • flessione del 19,8% registrata nel 2009. La bolla speculativa in campo edilizio, esplosa già alla fine del 2008, è la causa principale dell’indebitamento dell’Emirato di Dubai. I lavori di Palm Deira e Palm Jebel Ali sono stati sospesi così come il progetto The World che è rimasto solo nella fase iniziale e non si sa se verranno mai completati.
Tuttavia... I cantieri vanno avanti, soprattutto ad Abu Dhabi, con il distretto culturale di Saadiyat Island e i musei del Louvre e del Guggenheim, con Yas Island e il parco di divertimento tematico Ferrari, inaugurato nell’autunno 2010 e con molti altri progetti che seguono la realizzazione dell’area del circuito di Formula 1. Anche a Dubai c’è stata una ripresa del mercato, soprattutto per l’edilizia a scopo turistico. Attualmente nell’Emirato si contano 577 alberghi per 75.171 tra camere e mini appartamenti in residence. Entro le fine dell’anno se ne dovrebbero contare circa 4.000 in più solo in alberghi di lusso, secondo i dati del dipartimento del turismo di Dubai (DTCM), ma in cantiere ci sono almeno altre 19.000 camere, il 32,8% dell'attuale disponibilità.
11. TURISMO Con la diversificazione economica intrapresa negli ultimi anni, il turismo è diventato uno dei principali fattori a contribuire al PIL del paese: • nel 2010 ha rappresentato il 16,6% pari a 42,56 mld $; • + 8,1% annuo previsto nel periodo 2011-2020. Nonostante le conseguenze della recessione economica globale abbiano inizialmente fatto registrare un calo delle presenze negli alberghi, negli ultimi due anni si è verificato un deciso aumento delle presenze. Dubai, in particolare, si piazza come destinazione turistica numero uno nella regione del Medio Oriente e del Nord Africa (Mena) per spesa turistica pro capite e rimane salda tra le prime 10 mete più gettonate al mondo, meglio piazzata di Roma o di New York, rispettivamente al 12/mo e al 13/mo posto, secondo i dati del Master Card Index. Dubai è anche la città con più alberghi in costruzione al mondo (97), seguita da Abu Dhabi (66). Precedono città come Berlino (49), New York (43) e Las Vegas (17). I lavoratori del settore sono 429 mila e rappresentano il 13,8% della forza lavoro totale del paese. E’ previsto un aumento dell’occupazione del 5,7% annuo fino al 2020. * dati ADTA, Abu Dhabi Tourism Authority
Due fattori chiave giocano in favore degli EAU in questo momento: • da una parte l'irrequietezza politica dell'intera regione che sta spostando significative masse di turisti da destinazioni tradizionali come l'Egitto o il Libano • dall'altra la crescita economica di Russia e Cina, che assicurano flussi turistici con una capacità di spesa mediamente alta La crescita economica e sociale dei due Emirati più importanti, oltre ad incrementare sempre più la propensione delle famiglie emiratine a viaggiare, porta con sé l’apertura di nuovi collegamenti aerei verso sempre più destinazioni. • Emirates vola su 3 aeroporti italiani: Milano, Roma e Venezia e dal dicembre 2011 il nuovo Airbus 380 collega Dubai con Roma. Grazie all’accordo con Alitalia, dallo scorso anno si possono prenotare voli codesharing su Pisa. • La compagnia aerea Etihad Airways ha annunciato l’aumento della frequenza dei voli settimanali per Milano e ha firmato con Alitalia un accordo di codesharing che consentirà a Roma Fiumicino di collegarsi a molteplici destinazioni del network mondiale della compagnia emiratina.
11.1 TURISMO VERSO L’ITALIA I risultati ottenuti dall’Italia sono in netto miglioramento, ma non sono all’altezza delle elevate potenzialità della clientela locale e dell’ottimo livello dei rapporti bilaterali, in particolare nel settore economico-commerciale. • Se vi è stato un aumento di passeggeri emiratini verso il nostro paese, si tratta comunque e principalmente di un turismo di affari. • Le principali destinazioni nel nostro paese continuano ad essere quelle più industrializzate ed economicamente sviluppate, dove risiede il business oltre allo shopping di lusso, meta prediletta dai locali. • Il turismo culturale e paesaggistico/naturalistico presentano un potenziale ancora inespresso.
12. ALIMENTARE Gli Emirati Arabi dipendono dalle importazioni per circa il 90% del consumo interno di prodotti alimentari, sono autosufficienti solo per alcuni prodotti, quali datteri e pesce. Coltivare localmente a scopo alimentare costa in media fino a 3-4 volte in più rispetto all’importazione degli stessi prodotti: • in questo modo il paese rimane sensibilmente esposto alla fluttuazione globale dei prezzi negli stati esportatori; • proprio per questo il governo ha fatto investimenti nel settore fin dal 1994 ed ora si contano in tutti gli Emirati fino a 150 impianti di trasformazione alimentare. Nonostante una leggera flessione nelle importazioni 2009, i prezzi hanno continuato a salire negli ultimi tre anni ed in questo settore, a differenza di altri, l’inflazione continua a crescere. Sotto la spinta della speculazione, il costo di prodotti come il riso e lo zucchero si è triplicato negli ultimi 5 anni, a dispetto di un calo interno della domanda alimentare, legato agli effetti della crisi generale dei mercati.
Il mercato degli alimentari negli Emirati è controllato in gran parte da aziende d’importazione e distribuzione con sede a Dubai. • Si stima, infatti, che circa l’80% delle importazioni di alimentari entri nel Paese attraverso il porto di Dubai. • Il 30% delle importazioni totali è poi riesportato ad altri mercati, soprattutto Russia, India e Pakistan. Per quanto riguarda i prodotti agro-industriali: • le importazioni di prodotti meno costosi provengono da India, Pakistan, Libano, Siria, Giordania, Egitto e Sud Africa; • i prodotti della fascia più alta del mercato provengono da Olanda, Australia, Nuova Zelanda, Estremo Oriente e USA.
12.1 ALIMENTARE: DAZI IN ENTRATA Sui generi alimentari, così come per ogni altro bene importato negli Emirati e negli altri paesi GCC, viene applicata un’aliquota fissa del 5%. Vi fa eccezione solo il vino, sottoposto a un dazio del 50% (fatto salvo un eventuale altro 30% di tassa municipale di cui la bottiglia può essere gravata nella vendita al dettaglio). • I canali di distribuzione per il vino sono decisamente concentrati e sono solo 5 le società autorizzate ad importarlo. • Nel rispetto della religione islamica, infatti, il vino è sottoposto ad alcuni vincoli per cui l’acquisto può aver luogo solo presso punti vendita autorizzati, dotati di una licenza specifica. • Il consumo può aver luogo in ristoranti ed alberghi, mentre in talune aree del paese (come ad esempio l’Emirato di Sharjah) ne è completamente vietato l’acquisto, il trasporto e il consumo.
12.2 ALIMENTARE: SETTORE RISTORAZIONE Negli Emirati, il settore della Ristorazione (HORECA) è relativamente più ampio di quello al Dettaglio, data l’importanza del business legato al turismo e ai viaggi d’affari. • Non esistendo stime precise delle percentuali relative, approssimativamente si può dire che il Dettaglio rappresenta circa il 40% del mercato totale, mentre la Ristorazione il 60%. In generale, i prezzi sono diventati un fattore fondamentale nella scelta di distribuire un prodotto importato e, in questo senso, i produttori locali che offrono prodotti esenti da dazi e costi di trasporto si trovano in una posizione privilegiata.
13. MOBILE - ARREDO Gli Emirati Arabi sono diventati il maggiore centro commerciale della regione del Golfo grazie alla loro posizione strategica. • Dall’anno 2005, il mercato interno è cresciuto con importazioni che sono aumentate del 130% in 4 anni. • Le importazioni dalla Cina sono aumentate più che le importazioni totali, passando dal 31% al 35% del totale. • Le importazioni italiane sono cresciute di pari passo a quelle totali, continuando a rappresentarne circa il 13%. Nonostante la crescita, quello degli Emirati rimane un mercato relativamente piccolo. Le esportazioni italiane di questi prodotti negli Emirati nel 2010 corrispondono al 21% delle esportazioni italiane degli stessi prodotti in Gran Bretagna.
Il mercato immobiliare degli Emirati, tanto per quanto riguarda il settore residenziale che commerciale, alberghiero e degli uffici, è sempre stato presentato e venduto come un mercato di lusso ma: • queste aspettative di qualità sono spesso smentite dalla realtà, poiché di fatto solo un numero limitato di progetti utilizza materiali e rifiniture degni di essere definiti “di lusso”. • Nella mentalità araba, lussuoso è tutto ciò che sia firmato, dorato, sfarzoso, apparentemente caro, ma non necessariamente di alta qualità e non necessariamente costoso.
13.1 MOBILE: OPPORTUNITA’ SETTORE ITALIANO Nonostante la crisi e la concorrenza asiatica, il mercato dell’interior design, fit- out e arredamento degli EAU presenta ancora molte opportunità per aziende italiane che vogliano offrire i propri servizi. La qualità, però, non rappresenta sempre la variabile di maggior peso nelle decisioni d’acquisto e di assegnazione di lavori di interni. • Per questa ragione la concorrenza locale, che lavora con un livello di qualità decisamente inferiore alla media italiana, ha comunque un vantaggio notevole in termini di prezzo, sia per la presenza sul mercato, sia per il basso costo della manodopera utilizzata. • In questo senso, imprese italiane che offrono servizi chiavi in mano possono ottenere progetti interessanti solo se sono in grado di operare sul mercato direttamente o attraverso un partner locale.
14. MEDICALE Il mercato biomedicale emiratino è un mercato ricco e promettente: • La domanda interna è molto alta e solitamente non è soddisfatta internamente, bensì tramite l’uso di materiali e attrezzature di importazione. • Secondo alcuni rapporti internazionali recentemente pubblicati, il solo mercato mediorientale vale oggi circa 74 miliardi di dollari, con un tasso di crescita annua vicino al 16%. • La spesa sanitaria dei paesi GCC è destinata a raggiungere i 60 miliardi di dollari entro il 2025 e le vendite di prodotti farmaceutici, 1.3 trilioni di dollari entro il 2020.
La questione salute è particolarmente sentita dal governo emiratino: • lo stesso Ministero della Salute si è reso direttamente protagonista di alcune iniziative e campagne di sensibilizzazione mirate a diffondere maggiore consapevolezza presso la popolazione locale e ad incoraggiare l’attività fisica e un’alimentazione più sana a fronte di una certa sedentarietà e di abitudini alimentari letteralmente stravolte nel giro di pochi anni con l’apertura del paese all’esterno. • L'Autorità Sanitaria di Dubai (Dubai Health Authority) sta trattando con le organizzazioni del settore privato per sviluppare un'iniziativa comune per promuovere il turismo medicale nell‘Emirato, che si aspetta di vedere un aumento del numero di pazienti provenienti soprattutto da paesi del GCC, Medio Oriente e della regione del Nord Africa (MENA) e del Sud Asia.
15. ENERGIE RINNOVABILI Abu Dhabi ricopre un ruolo importante nello sviluppo del futuro energetico della regione. Ospita, infatti, la sede di IRENA, l’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili (da gennaio 2011 con sede permanente). In gennaio, per il quinto anno consecutivo, si è tenuta l’Abu Dhabi Future Energy Week, la settimana sull’energia per il futuro, una serie unica di eventi incentrati sul progresso dell’energia rinnovabile e sullo sviluppo di soluzioni pratiche per mitigare il cambiamento climatico. Il World Future Energy Summit (WFES), questo il nome dell’evento, è un’iniziativa di MASDAR, la compagnia pubblica diretta emanazione del governo di Abu Dhabi: The MASDAR INITIATIVE prevede entro il 2016 la realizzazione della prima città al mondo ad emissioni zero di CO2.
Altri “progetti verdi” sono: rete di autobus di Sir Bani Yas; le scuole eco-sostenibili; la raccolta sotterranea dei rifiuti; divieto ai sacchetti di plastica dal 2013; la costruzione di una rete per la cattura ed il deposito di emissioni di carbonio per quattro gruppi di strutture industriali: Emirates Steel, Emirates Aluminium, un impianto per produzione di idrogeno e centrali elettriche che producono il 70% delle emissioni totali. Vi è certo un trend di nuovi investimenti nei sistemi di riscaldamento solare e di risparmio di energia in generale, ma si è ancora nella fase iniziale dello sviluppo del settore, che sarà completamente maturo solo tra qualche anno. Per via del basso costo dell’energia, infatti, i consumatori non sono ancora sufficientemente sensibilizzati alla necessità di risparmiare energia.
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