NOTA DELL'EDITORE - Familiari Anonimi
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Dal Messaggero della Serenità – Marzo/Luglio 2020 680 NOTA DELL’EDITORE La vita così come la conosciamo è cambiata. Non importa in quale angolo di mondo siamo, viviamo alle prese con l’improvviso shock della pandemia – e con le relative circostanze che ci sfidano sul modo in cui abbiamo imparato a passare le nostre vite come esseri umani. Un aspetto rilevante di questo cambiamento è l’isolamento, stare da soli con noi stessi o avere minore accesso al nostro sistema di supporto, come prima. Possiamo usare questo tempo che dobbiamo passare con noi stessi per guardarci dentro? Invece di essere impauriti da riflessioni su noi stessi, può essere un buon periodo di ricerca e di inventario morale e personale, come ci incoraggia a fare il Quarto Passo. Forse il modo in cui abbiamo reagito alla pandemia ed all’isolamento può rivelarci qualche cosa su noi stessi. La vita è anche cambiata nel modo in cui sperimentiamo la comunità. Quei semplici modi di vivere che prima non avevano bisogno di essere ponderati – perfino il parlare con un vicino, incontrare amici, uscire per una passeggiata, fare una festa con la famiglia - ora possono creare una vera paura di infezione, se fatti senza precauzioni. Dobbiamo mantenerci a distanza da coloro che amiamo: ma pur se non possiamo incontrarci di persona per le riunioni settimanali di F A, abbiamo potuto connetterci on-line con i gruppi F A, così come con altri membri in altre parti del mondo. Collettivamente, poiché il mondo è un posto dove è necessario accettare la realtà, il programma ci ha insegnato a chiedere al Potere Superiore il coraggio di cambiare quelle cose che possiamo cambiare. In questi tempi ricordiamoci che per molti membri FA affrontare la tossicodipendenza di una persona cara può portare preoccupazioni circa la propria sicurezza rispetto alla pandemia. I momenti in cui ci sentiamo isolati possono essere quelli in cui necessitiamo di avvicinarci emotivamente gli uni agli altri. Per superare questi strani nuovi pericoli, abbiamo bisogno di appoggiarci più che mai sulle spalle di qualcuno. Siamo molto grati di aver trovato il sostegno della fratellanza in questi tempi incerti. Dobbiamo anche ricordare ai lettori che le proposte di nuova letteratura si sono ovviamente ridotte in questi ultimi anni e vi incoraggiamo a condividere le vostre storie attraverso questo giornalino. Fraternamente, Elizabeth
Dal Messaggero della Serenità – Marzo/Luglio 2020 681 PERDERE UN FIGLIO DURANTE UNA PANDEMIA Sebbene non sia possibile superare la perdita di un figlio, il membro FA Leigh Y. trova la forza dal programma “un giorno alla volta”. Il 21 Febbraio 2020 la nostra famiglia perse la sua preziosa figlia a causa di una overdose di eroina. Aveva 25 anni e non era la sua prima overdose, ma fu la sua ultima. Mentre il dolore iniziale fu devastante e sperimentammo questo dramma che nessun genitore al mondo dovrebbe subire, non eravamo tuttavia totalmente impreparati all’avere a che fare con la perdita. Una volta che la nebbia della mia realtà cominciò a dissiparsi, fui sorpresa di quello che cominciò a mettersi a fuoco. Per prima cosa stavamo iniziando l’isolamento per la pandemia covid19. Non eravamo in grado di stare con la famiglia e gli amici. Si dice che in un periodo di dolore e lutto, bisogna stare attenti a non isolarsi troppo e tuttavia … eccoci qui, avendo di fronte mesi da vivere proprio così. Accettai il pensiero che tutto il male non viene per nuocere. Una opportunità per riflettere, stare tranquilla con i miei pensieri e forse elaborare la nostra tragedia. Parlavamo ovviamente con amici e familiari su Zoom ed eravamo in grado di partecipare, attraverso Zoom, alle riunioni settimanali di Familiari Anonimi. Appena dopo la morte di nostra figlia, il primo sentimento che si affacciò al cuore fu la gratitudine. Gratitudine per tutti gli strumenti che ho acquisito fin dall’inizio del nostro viaggio di recupero dopo che capimmo per la prima volta che nostra figlia stava usando droghe. Gli strumenti dell’accettazione, dell’impotenza, del distacco con amore, del porre limiti, ed ottenere aiuto personale nei diversi gruppi ai quali abbiamo partecipato. Tutti questi insegnamenti mi hanno condotto in un luogo di vera serenità, sapendo che mia figlia aveva la sua strada da fare ed io la mia. Mi resi conto che se per gli ultimi sette anni non avessi lavorato sul mio recupero, la morte di mia figlia mi avrebbe chiusa in un luogo molto buio ed insano. Senza dire che non ho mai sentito un tale dolore nel perderla, o pianto tante lacrime, ma so che questo momento passerà, anche se non si potrà mai superare la perdita di un figlio. E’ stato confortante appartenere al nostro gruppo in Familiari Anonimi insieme a tali persone in aiuto che ci hanno circondato di amore. Ho riflettuto molte volte sul mio percorso di recupero e di come all’inizio (7 anni fa) dovetti capire la mia nuova normalità. Ora ho di nuovo di fronte la necessità di comprenderla dopo la morte di nostra figlia. Non mi sono mai domandata se ci riuscirò. La cassetta dei mie attrezzi è composta da ciò che ho imparato e mi sosterrà nell’andare avanti. Questa pandemia mi ha offerto il tempo di riflettere e di concludere che avrò sempre bisogno di essere presente nel mio gruppo di supporto. Sebbene il viaggio di nostra figlia sia giunto al
termine, il mio viaggio di recupero va avanti sulla base di “UN GIORNO ALLA VOLTA”. Dal Messaggero della Serenità – Marzo/Luglio 2020 682 MI DOMANDO DOVE SAREI SE NON TI AVESSI MAI INCONTRATA Il rimpianto è emozione che a volte ci afferra tutti. Il membro FA Sydney K. Si pronuncia, con tenerezza che spezza il cuore, sulla possibilità che questo non debba mai avvenire. Mi domando dove sarei se non ti avessi mai incontrata. Questo pensiero mi corre per la mente ogni giorno e ogni ora che passa. Mi domando dove sarei stato e che cosa avrei fatto. Avrei corrisposto al sogno di mio figlio che voleva diventare un astronauta e librarsi sopra il cielo, protendendosi verso le stelle? Sarei stato seduto in casa con i miei tre figli insegnando loro, al meglio delle mie capacità, come fare matematica? Avrei fatto sport nella scuola superiore e sarei stato inserito nell’elenco dei meritevoli soltanto per mettere un sorriso sul viso di mia madre? Sarei stato normale? La verità è … non la voglio sapere, non ora, e mai. La verità è … che ti ho incontrata. Ti ho incontrata quando ero giovane e quando mi sentivo solo. Il mondo sembrava incolore e mi consideravo abbandonato. Ti incontrai nel mio stesso vicinato, un posto che tutti dicevano sicuro, vigilato, perfino affidabile. Ti incontrai quando avevo bisogno di una mano in aiuto, amichevole. Mi occorreva una qualche persona, ed invece incontrai te. L’otto volante su cui siamo stati mi ha portato in posti tremendi, sollevandomi oltre le nuvole ed affondandomi sotto terra; eravamo in questo viaggio insieme. Non dimenticherò come arrivasti; mi trovasti proprio mentre mi serviva una guida quando sembrava che nessun altro fosse disponibile. … ma nel buio, nel mio crepuscolo, quando la testa comincia a pesare ed i pensieri balzano come onde precipitantesi sulla spiaggia, giaccio sveglio e mi domando … dove sarei se non ti avessi mai incontrata. Avrei causato alla mia famiglia una tale pena ed angoscia? Avrei tradito i miei amici soltanto per un momento con te? Avrei osservato la mia vita, i miei amici e la mia famiglia, tutto sfuggire via … soltanto per i momenti di “sanità” che mi hai dato? La mia vita sarebbe piena di caos e conflitti? Guarderei lo specchio con animosità e risentimento di fronte all’immagine riflessa che mi fissa? La verità è che se non ti avessi mai incontrata, sarei veramente felice. Se non ti avessi mai incontrata, avrei la famiglia al mio fianco e gli amici in tempi di bisogno. Se non ti avessi mai incontrata non avrei mai perduto il mio mondo dall’oggi al domani. Mi auguro, quando ci incontreremo di nuovo, di poter dire tutto ciò, ma onestamente … non potrò. Perché tu sei la mia sola famiglia, la mia sola amica. Tu mi tieni insieme quando mi rompo e mi distruggo. Mi afferri quando cado. A causa tua, sono caduto per l’ultima volta, con
nessuno che potesse afferrarmi. Quando una patina si sparge sui miei occhi tristi e senza vitalità comincio a domandarmi … quando spegnerai la mia luce? A causa tua, giaccio qui freddo, solo. Nessuno viene, e nessuno verrà. Sebbene stia svanendo sempre di più, la mia mente finalmente diventa più lucida, pura. Non sto più annegando nella tua ombra. Mi domando dove sarei se non ti avessi mai incontrata, ma poiché è successo, non lo saprò mai. Poiché ti ho incontrata, ho lasciato questo mondo solo, e solo con te è tutto ciò che sono sempre stato. Dal Messaggero della Serenità – Marzo/Luglio 2020 683 LAVORARE SUI PASSI DURANTE UNA PANDEMIA “Sono impotente di fronte alla pandemia, ma so di non essere impotente rispetto alle mie azioni” scrive Dan T-R da Madrid Mi chiamo Dan e sono un membro molto grato dei Gruppi di Familiari Anonimi. Attualmente dove vivo non vi sono gruppi FA in lingua inglese. Ho colto l’occasione da questa situazione per “viaggiare” attraverso il mondo e frequentare molti gruppi diversi con riunioni multiple. Ho potuto frequentare una riunione FA a Falkirk in Scozia, che mi ha certamente aiutato ad ampliare i miei orizzonti. Ho ascoltato storie di altre persone con esperienze diverse di quarantena, isolamento e pandemia. Poiché vi sono riunioni regolari on line è stato gradevole connettersi con la fratellanza con questo mezzo. Sono veramente grato a tale miracolosa tecnologia che lo rende possibile. Mi spaventa il solo immaginare come mi sarei sentito nell’affrontare questa crisi senza il programma. Grazie ad esso, sto facendo del mio meglio per vivere un giorno alla volta. Il cartellino Solo per Oggi mi ricorda gentilmente che per dodici ore posso fare qualcosa che mi sgomenterebbe se fosse per tutta la vita. Questa è una magnifica lezione che mi aiuta a tenermi attento a me stesso, ogni minuto; ora per ora mi ricorda che non devo immaginarmi o preoccuparmi di quando tutto questo finirà. Una parte di me si rallegra che la vita sia più semplice; sono rinchiuso nella mia casa, salvo quando devo uscire per cibo e medicine. Non sento la pressione che proverei nell’essere all’aperto facendo più cose, per essere più produttivo. Mi godo il relax dentro casa, specialmente nelle mattinate dei weekends. Grazie a questa esperienza di isolamento, sto imparando a sentirmi più a mio agio restando in compagnia di me stesso, che è veramente una benedizione. Quando tutto questo è iniziato ero nel mezzo del lavoro sull’ottavo passo con il mio meraviglioso sponsor. Ora sono sul passo nove, e nonostante il confinamento, sono stato in grado di fare ammende dirette. E’ un procedimento di totale sanità e umiltà. Specialmente quando pulisco il mio lato della strada, assumo la responsabilità
delle mie azioni, ma non faccio alcun tentativo di spiegarle o giustificarle e semplicemente ascolto le altre persone. Queste ai miei occhi sono vere ammende. Quando ho scoperto che eravamo in isolamento sono passato attraverso gli stadi di consapevolezza, accettazione ed azione. Fu un processo che iniziò con forte emozione, ma poi capii ed accettai la situazione. Ora faccio del mio meglio per lavorare seriamente, mangiare in modo sano, fare esercizio, tenermi in ordine, vestire bene, tenere in buono stato il mio appartamento, avere un po’ di svago e mantenere una routine giornaliera.. Questo mi aiuta a mantenermi in equilibrio. Stare in contatto con la famiglia, con gli amici e frequentare le riunioni in modo regolare è vitale per il mio benessere. Ogni mattina mi alzo, medito, prego, leggo l’opuscolo Solo per Oggi e la pagina del giorno sul libro rosso Oggi una via migliore. Andare a letto dopo aver ripensato ad una storia di recupero mi aiuta a riposare bene, con grandi parole di saggezza tratte dal programma. Sono grato per la consapevole certezza che tutto questo passerà e che ho molto lavoro da fare a casa, a riguardo dei passi, per tenermi concentrato su me stesso. Il primo passo mi ricorda che sono impotente rispetto alla pandemia, ma so invece di non essere impotente rispetto alle mie azioni, ai miei comportamenti ed ai miei atteggiamenti, grazie all’aiuto del Potere Superiore. Vostro in grato recupero: Dan T-R (Madrid) Si ricordano alcuni slogans di F A: Quanto è importante? Rendilo facile Mantieni una mente aperta Pensa Miglioramento non Perfezione Continua a ritornare Se non fosse per Grazia di Dio Un giorno alla volta Ascolta e impara Insieme possiamo Fallo semplice Prima le cose più importanti
Dal Messaggero della Serenità – Marzo/Luglio 2020 684 IL TRIBUTO, di Judy K Sono stata membro di F A per oltre 5 anni ed ho trovato molto conforto e aiuto da tutti, amici amorevoli. Grazie per tutto quello che fate! E grazie per l’aiuto datomi per trovare la forza di aiutare a mia volta i nuovi venuti. Recentemente ho perduto un’amica fraterna da più di 5 anni a causa della sua tossicodipendenza da oppio. Aveva 30 anni e due bambini piccoli e la nostra famiglia è molto addolorata. Per un certo periodo questa donna fu per me come figlia e come sorella per la mia giovane figlia. Siamo col cuore spezzato perché la famiglia non può trovare il modo per superare questa terribile vicenda. Ed a causa della chiusura dovuta al COVID-19 la maggior parte di noi è stata costretta a non partecipare al funerale, e quei pochi che hanno potuto andare erano così penalizzati dalle protezioni anti virus da non poter manifestare un abbraccio di conforto alla famiglia. Per la mia necessità di trovare modo di esprimere il mio dolore ho scritto questa poesia che ho consegnato alla famiglia in lutto. Ora la condivido con voi e con tutti i nostri membri e lettori di F A nella speranza che, se anche voi foste stati colpiti da questo genere di dolore , possiate trovare un po’ di conforto da essa nei giorni a venire. Questo il testo. IL TRIBUTO I progetti di Dio per te non erano i nostri, più grandi di come la mente possa afferrare La tua morte terrena comporta vita celeste, ad essa mi afferro e stringo Liberato dal dolore, il tuo mal di testa se ne va, la lotta finalmente libera da tutta l’angoscia, la vergogna, distesa per riposare, la tua anima può ora procedere Unita a coloro che andarono prima, esultanti in una canzone consacrata in celebrazione della vita, con nuovi viaggi davanti, vibrante, risonante forte Sei trasformato, ora angelo, adorno di vesti di bianca, abbagliante bellezza, profonda pace, le tue ali angeliche prendono il volo Ora Ti troviamo in altro stato, più sottile di prima Sei nella brezza, librato su venti di lago che soffiano verso la riva Il tuo sorriso è nei raggi del sole, il tuo amore è presente dappertutto,
su sentieri di campagna e pendii innevati, in diffusa preghiera al lume di candela in boccioli fragranti e friabili foglie rosse che scricchiolano e rinnovano al vita in goccioline raccolte su fresche verdi felci che vengono bagnate di rugiada alla luce della luna Ti sentiamo nell’abbraccio caldo di un amico devoto Gli occhi dei tuoi figli riflettono il tuo amore e le passioni che trascendono i tuoi baci nelle gocce di pioggia, le onde oceaniche che rompono le ferruginose foglie che mormorano amore, nuova Vita cui parteciperai I tuoi occhi osservano la terra in basso, non più guardano in alto Dona conforto e forza nel nostro lutto e perdita, un arcobaleno rivela il tuo amore Dio, aiutaci per la nostra impotenza ,nel nostro dolore e lutto che abbondano Caro Potere Superiore, portaci la pace nelle braccia che ci circondano Dal Messaggero della Serenità – Marzo/Luglio 2020 685 LUTTO, GUARIGIONE & SPERANZA STORIE SINCERE DI SPERANZA E CONFORTO DA GENITORI CHE HANNO PERSO FIGLI A CAUSA DELLA TOSSICODIPENDENZA Morte. Soggetto pauroso. Nei nostri incontri condividiamo spesso i nostri tentativi di non influire sul recupero del nostro amato. Raramente ammettiamo che noi tutti abbiamo paura che la cara persona possa morire a causa della malattia di abuso di sostanze. Lo sappiamo, ma non ci soffermiamo su. Non ne discutiamo. Speriamo, al contrario, nella guarigione e nel recupero per loro e per noi. Questo è un atteggiamento positivo da tenere, ma a volte i nostri cari pagano un prezzo definitivo per la loro dipendenza, ed essi ci lasciano. Il nuovo libro di FA è dedicato proprio a questo argomento; affrontare e sopravvivere alla perdita di un figlio a causa della tossicodipendenza. Esso è stato scritto da genitori che così hanno coraggiosamente condiviso le loro vicende per aiutare gli altri. Gli autori, piuttosto che restare per sempre devastati dalla loro perdita, raccontano di come possa cominciare la guarigione, mentre essi si incamminano verso la pace e la serenità. Risulta chiaro dalle loro storie quanto la fratellanza F A sia parte importante del loro recupero, proprio come è per tutti noi, qualunque siano le circostanze attuali. Questo è molto noto ad ognuno che sia stato aiutato da F A.
Lutto, Guarigione & Speranza contiene storie di vita sofferta che sono reali; tutti noi possiamo immedesimarci con le battaglie di chi le ha scritte. Ma inoltre, ogni scrittore descrive qualcosa di inaspettato e incoraggiante: un sentimento di gratitudine e speranza nel futuro! Si, queste storie così ispirate ci mostrano la forza dello spirito umano e l’amorevole guida del nostro Potere Superiore. Questo libro è non solo per coloro che hanno sperimentato la morte di un figlio dipendente, è utile a tutti noi. Con confortanti citazioni e bilanci personali, molti principi F A spiegati inseriti di cui uno: il potere salvifico di accettare l’inaccettabile e un altro: che possiamo e dobbiamo scegliere di proseguire per giungere al recupero. Possa questo libro illuminare con la luce dell’accettazione, della verità e della compassione per tutti Potete ordinare LUTTO, GUARIGIONE E SPERANZA (Bereavement, Healing & Hope) #1035 dal WSO (Ufficio dei Servizi Mondiali) al costo di $ 3.75 Dal Messaggero della Serenità – Marzo/Luglio 2020 686 UN TOSSICODIPENDENTE IN RECUPEREO TORNA A CASA La persona a voi cara completa la riabilitazione ed è pronta a tornare a casa. E’ una cosa magnifica che il passo più grande e impegnativo sia stato compiuto dal dipendente da alcol o droghe, ma questo difficile viaggio non è finito. Ora qual è il prossimo passo da fare per un padre o una madre? Come vi comporterete da ora in avanti: come vivere con vostro figlio o figlia che è in procinto di arrivare? E’ una domanda che vi siete posti? Se è così’ questo opuscolo può essere per voi un importante strumento. Esso racconta la storia di vari genitori e di come essi affrontarono gli alti e bassi e le sfide connesse al recupero di un tossicodipendente. Comprende le loro vibranti e pensose anticipazioni del ritorno del loro figlio e di come il programma F A li abbia aiutati a superare le sfide connesse al ritorno a casa del figlio dipendente. Questa situazione si addice a voi? Affrontate lo stesso scenario? Potete usare per vostro aiuto una qualche guida e saggezza dal programma F A ? Se è così UN TOSSICODIPENDENTE IN RECUPEREO TORNA A CASA (A Recovering Addict Comes Home # 1013) può essere un punto di partenza molto utile per assistervi per indirizzare verso modi migliori questa critica situazione. Copie di questo opuscolo possono essere ordinate dal sito web al prezzo di 0,40 cad. L’aiuto potrebbe essere a vostre mani velocemente, così vi invitiamo a
considerarne l’acquisto di una guida utile in questo prossimo passo, critico per i genitori. Cogliete l’opportunità per essere aiutati! ° ° ° ° ° Per comodità Dei lettori si trascrive di seguito l’opuscolo segnato in letteratura con il numero di catalogo # 1013. Approvato dall’Ufficio Servizi Mondiali USA Abbiamo atteso due anni la telefonata . Eppure, quando questa venne alle prime ore di un pomeriggio, giunse inaspettata. Proveniva da nostro figlio ventitreenne, un dipendente da droga ed alcol in recupero. Quando la conversazione finì, sua madre ed io eravamo contenti ma storditi. Per i diversi anni trascorsi egli era entrato ed uscito da centri di trattamento; negli ultimi due anni non lo avevamo veduto, avevamo comunicato soltanto per posta. Lo avevamo osservato procedere attraverso periodi di entrata e uscita dalla sobrietà, ricadute, rinnovato uso di droghe e poi di nuovo nello stesso ciclo di vicende. Ed avevamo percorso questo amaro sentiero con lui in ogni passo, sebbene attualmente, con l’aiuto del nostro programma, avevamo superato la connivenza ed altre azioni negative. Fu con l’aiuto del programma dei Dodici Passi che sopravvivemmo, senza esserne distrutti. Potemmo anche ammettere con noi stessi che il suo uso di droga cominciò probabilmente nella scuola superiore. Non ci tormentammo più a lungo sul perché negammo l’evidenza per tanto tempo. Ciò fu ieri. Oggi con la forza, la fede e la speranza che abbiamo tratto dal nostro programma potremo dirgli in parole che possa capire ciò che intendiamo – che lo amavamo, anche dopo le sue ricadute. Tutto ciò che importava adesso era che stava tornando a casa, come noi promettemmo che poteva fare dopo che il suo sponsor ci avesse informato che era stato pulito e sobrio per un anno e che stava lavorando al suo programma dei Dodici Passi. Poi parlammo freneticamente per ore del futuro e di come avrebbe potuto essere. Cercammo di immaginarcelo così come lo avevamo conosciuto in giorni più lieti, prima che la follia dovuta all’uso di droga e alcol si fos se trasformata nella malattia di tutta la famiglia. Inevitabilmente, quel tentativo di catturare il passato portò con sé pure vecchi sensi di colpa, di fallimento e la rabbia profonda e la disperazione che un tempo pensavamo che non avremmo mai superato. Questo ci fermò in breve bruscamente! Era ora di smettere di sprecare tempo ed invece di tornare a leggere i nostri Passi e ricordarci del nostro recupero. I preparativi per il suo rientro erano pieni di eccitazione, francamente misti all’ansia di non sapere come affrontare la situazione. In un modo o nell’altro dovemmo ammettere che nei due anni in cui era stato assente eravamo giunti a godere la quiete nelle nostre vite ed anche la libertà. Per il tempo in cui sapevamo che egli era accudito, siamo stati alleviati. Alla fine potevamo ammettere quella verità senza alcuna colpa, a causa di ciò che avevamo imparato. Questo ci disse anche qualcos’altro; eravamo cambiati. Come era cambiato lui? La notte precedente il suo arrivo fu insonne, piena di eccitazione, di aspettative e della necessità di rassicurarci l’un l’altro che tutto si sarebbe messo al meglio.
A seguito di sua ferma insistenza , non gli andammo incontro all’aeroporto. Era tacito ma noto il perché, a tutti e tre noi. Aveva necessità di q uel tempo e di quella distanza per sé e per sue ragioni. Quando infine arrivò e si incamminò su per il sentiero di casa verso di noi, ringraziammo silenziosamente il nostro Potere Superiore, così come ci eravamo promessi che avremmo fatto. Egli era pulito, pronto e di bell’aspetto. Era proprio come ogni altro giovanotto di 23 anni. Soltanto il modo determinato col quale camminava verso di noi rivelava una maturità al di sopra della sua età. Nessuno di noi cercò di nascondere le proprie emozioni. Durante i successivi giorni e settimane non accadde nulla che guastò il suo ritorno. Ogni giorno diventavamo tutti più rilassati e aperti l’uno con l’altro. Vedemmo famiglie, parlammo, egli incontrò brevemente i suoi amici. Mentre tutto andava bene, nessuno di noi era inconsapevole che molto era cambiato. Stranamente fu nostro figlio che, dopo che avemmo fatto una casuale osservazione, ci aiutò ad ammettere ed a capire. Ci rammentò che era una persona diversa quando lasciò casa. Ora era in un altro luogo ed in un altro tempo, doveva lavorare duramente per mantenere ciò che aveva imparato – ad ogni costo! Frequentava le sue riunioni regolarmente. Ma insistette per andare e venire per conto suo, nonostante la distanza. Aveva declinato, e non troppo delicatam ente, la nostra offerta di condurlo in automobile e riprenderlo. Ci dette solo un po’ fastidio momentaneamente quando comprendemmo che ci stava dicendo che era in grado di fare personalmente le sue faccende. Non era questo che speravamo? Il nostro pr ogramma ci aveva insegnato di non mandare messaggi che potevano significare che ritenevamo che egli non potesse risolvere da sé le sue cose. Decidemmo che era ora che ci volgessimo indietro per leggere di nuovo i nostri primi Passi per consolidare ciò che avevamo appreso in merito al non proteggere, non controllare e non anticipare le cose. Imparammo a tenerci indietro nel modo più gentile possibile ed aspettammo invece quei giusti momenti per fargli sapere, attraverso il nostro agire, la nostra fiducia in lui ed il nostro amore. Dobbiamo rispettarlo come un individuo che ha il diritto di organizzare la propria vita. Programmammo insieme il primo grande pranzo familiare ed egli ci aiutò nei preparativi. Dopo che fu messa tavola, notò l’assenza di bicchieri da vino anche nei posti assegnati ai membri della famiglia che amavano berlo a pasto. Egli silenziosamente andò a prendere i bicchieri e li mise nei posti acconci. Poi alzò lo sguardo e vide l’espressione delle nostre facce e le lacrime negli occhi di sua madre. Andò da lei e la abbracciò gentilmente per un momento. Poi ricordò a noi due che egli si preparava a vivere necessariamente in questo mondo. Era l’unico mondo possibile ed aveva scelto di viverci. E doveva trovare in sé stesso la forza, con l’aiuto del suo Potere Superiore, per affrontare quel mondo. Se noi tutti non lavoravamo i nostri programmi, non avrebbe funzionato per nessuno di noi. Fummo d’accordo. I giorni che divennero settimane , poi mesi, presentarono alcuni problemi più complicati. Se aveva bisogno del nostro aiuto, ce lo chiedeva, ma prontamente respingeva qualsiasi aiuto non richiesto. Spesso era difficile per noi sapere come comportarci. In modo incontrovertibile sentivamo che i nostri ruoli erano cambiati. Dove era in gioco il suo territorio, là egli esercitava una ferma autorità. Egli non ci escludeva, ci dava semplicemente l’avvertimento e ci faceva conoscere i confini.
Un esempio venne un giorno quando parlò casualmente e in modo informale dei suoi piani per il futuro. Ci precipitammo alla rinfusa in tale breccia con suggerimenti in ordine al completare la sua istruzione, alle persone che conoscevamo che potevano aiutarlo a trovare un impiego, ai posti dove poteva andare a cercare. La collera non si manifestò finché non esaurimmo i suggerimenti; allora vedemmo la sua ira ed il suo volto avvampare. Ci disse seccamente che conosceva le sue immediate priorità. La prima era restare pulito e sobrio e null’altro veniva prima di questo. E neppure questo era sempre facile. Aveva imparato a proprie spese il costo di creare della pressione su sé stesso – ponendosi obiettivi che non era pronto a raggiungere. Sarebbe stato proprio troppo difficile se non poteva condividere i suoi pensieri, senza che noi lo soffocassimo con una dozzina di consigli. Quella conversazione e quell’episodio ci fornirono una nuova prospettiva sul nostro recupero e sul nostro programma. Tornammo a ritroso e decidemmo di fare nuovamente i nostri inventari personali. Questa volta ci accorgemmo di essere in grado di affrontare problemi che prima non osavamo fronteggiare. Leggemmo i nostri vecchi inventari : l’evidenza era là ben visibile. L’ottanta per cento di ciò che vedemmo era negativo. I nostri nuovi inventari raggiunsero la cima della scala sul lato positivo e riflettevano la nostra migliorata autostima. Fu un esercizio che ci aiutò per l’ultima prova che avevamo davanti a noi. Venne quindi il tempo in cui notammo che nostro figlio era irritabile, collerico e visibilmente depresso. Cercammo di non far apparire che avevamo notato il cambiamento, e come risultato ci buttammo pazzamente in piccole discussi oni invece di affrontare apertamente la situazione. Ciò provocò la sua collera. Esplose con furia, dicendo senza riflettere anche i suoi più profondi sentimenti. Perché non riuscivamo a capire che ciò a cui stavamo assistendo erano i sintomi classici di un tossicodipendente/alcolista in recupero che stava lottando duramente per evitare di uscire e ubriacarsi? Gradualmente cominciò a sbollire. Ci disse che apprezzava tutto ciò che avevamo fatto. Ci amava e sapeva che noi lo amavamo e che volevamo soltanto aiutarlo. Ma dovevamo accettare il fatto che non eravamo sempre noi le persone adatte a fornire tale aiuto. A volte egli aveva bisogno di persone che conoscevano quei sintomi e che li avevano anche subiti. Era andato troppo lontano ed era ansioso di percorrere la restante strada per provare che poteva farcela da solo. Se riusciva a fare questo sapeva che tutto sarebbe andato bene. Potevamo cercare di capire? Sì, noi potevamo e capimmo . Non fummo mai più così orgogliosi di lui come in quel momento – e glielo dicemmo. La vita era sua. Noi avremmo accettato con gratitudine, come un suo dono, qualunque parte di essa egli volesse condividere con noi. Egli sapeva che lo amavamo; noi sapevamo che ci amava. E questo ci rese liberi. Ed infine PREGHIERA DELLA GRATITUDINE Terminiamo come iniziammo con speranza per il coraggio di un giorno alla volta. Possiamo accettare ugualmente sia la serenità, che ci è concessa, sia le manchevolezze, che persistono. Le nostre vite, il nostro amore, la nostra felicità sta a noi poterle riconoscere. Possano
i nostri cari trovare pace nelle loro scelte mentre noi cerchiamo di dare loro incondizionato incoraggiamento, fiducia ed accettazione. Siamo granelli di sabbia in una vasta spiaggia. Cominciamo da soli come minuscoli, imperfetti granelli di polvere. Insieme formiamo una spiaggia sicura e serena sulla quale riposare. Siamo grati per un Potere Superiore che insieme ci ha condotti dove possiamo aiutare noi stessi ed ognuno. Vinnie C – Baldwinsville NY
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