Mese della Pace - AC Padova
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In questo numero 3 saluto iniziale Saluto dell'équipe ACR 17 approfondimento Vi presentiamo... Caritas! 4 strada facendo Mese della Pace 20 strada facendo FESTA DELLA PACE 7 strada facendo Prima tappa (studio) 25 happy hour Segui la notizia 10 approfondimento passando per libri e film! 5 W - Quando 28 acr flash 12 strada facendo Feste del Ciao Seconda tappa (animazione) 15 strada facendo Terza tappa (servizio)
s aluto iniziale t Saluto dell'équipe ACR Care educatrici e cari educatori, s iam o giunti a n che q u e st’anno a l me s e d e lla P a c e ! Q uesto è il p e rio d o ch e da semp re c i s p in g e a s o ff e rma rc i s u ll’imp o rt a n z a d e l l a p a ce e che c i invita ad a vere uno s g u a rd o e u n ’a t t e n z io n e p a rt ic o la re a lle p e rso n e m eno for tunate . Q uest’anno vo g lia mo a p p rofo n d ire il t e ma d e lla p o v e rt à , ma c o s ’è la P o v e rt à ? Spesso col l eghia mo q u e sto co n cett o e s c lu s iv a me n t e a lla p o v e rt à ma t e ria le , m a s e c i fer m i am o a pensa re alla pove rtà , q u e s t a in d ic a a n c h e l’a s s e n z a , la ma n c a n z a d i q u alcosa che ci fa stare bene. Q uante sono allora le ma n canze e i b is o g n i c h e n o n s i p o s s o n o s o d d is f a re f i s i - c am ente? Pensiamo al bisogno d ’a ff e t t o , d i a t t e n z io n i o q u e llo d i re la z io n i e d i c ontatto um ano, manca n ze che in q u e s t i u lt imi me s i p ro b a b ilme n t e t u t t i a b b i a m o s per i m entato. I nsiem e ai no stri ragazzi capiremo p e rò , c h e a n c h e s e la p o v e rt à n o n f is ic a , m a s pir itual e no n si p u ò colmare con b e n i ma t e ria li, il S ig n o re c o n la s u a p a ro la n o n c i lasci a soli e ci inse g n a ch e so n o i p ic c o li g e s t i d ’a mo re c h e c o mp ia mo g l i u n i v er so gl i al tri a d arricch irci e a crea re c o mu n it à . Al l ’ i nter no d e l me se della P ace , an d re mo a v iv e re la F E S TA DE L L A PA CE , in c u i i r agazzi avra n n o il ruolo d i gio rnalis t i in v ia t i s p e c ia li e d o v ra n n o c o n d u rre un ’ i n - c hiesta di Pace con l’o b iettivo d i re a liz z a re il b e n e c o mu n e ! Buon pr oseg u ime n to d i cammin o a t u t t i e B u o n me s e d e lla P a c e ! L’e q u ip e A CR Ch ia ra , S t e f a n o , Ma ria , Nic o lò , S a mu e le e d o n Vit o saluto iniziale | 3
s trada facendo t Mese della Pace (gennaio - febbraio) Obiettivo del periodo Il ragazzo si impegna a farsi coinvolgere in prima persona dalle realtà che lo circondano, mettendo al centro della propria attenzione il tema della povertà, sia materiale sia spirituale. Idea di fondo Nel Mese della Pace il ragazzo scopre che la povertà se è arricchito di esperienze personali e testimonian- è un concetto molto più ampio di ciò che sembra: po- ze concrete. vero non è solo colui che non possiede beni materiali Dopo aver capito come porre rimedio alla propria e non gode del pane quotidiano! La povertà infatti povertà spirituale, il ragazzo si concentra sulla pover- può essere vista anche come semplice mancanza: tà materiale che lo circonda, diventando un testimo- mancanza di affetto, di attenzioni, di dialogo, di re- ne che si mette all’opera attivamente, fino alla Festa lazioni… povero è anche colui che, pur possedendo della Pace, in cui ricopre il ruolo di inviato speciale: tutto, non conosce i veri valori della vita. Tutti, in colui che si reca personalmente sul campo, e tocca misura più o meno grande, siamo poveri. Dopo aver con mano la vita vera! Consapevole del suo impor- preso consapevolezza di ciò che gli manca, il ragazzo tante incarico, si assume la responsabilità di avvia- quindi è chiamato a trovare un’ “imbottitura” per ri- re un’inchiesta di pace con l’obiettivo di cercare un empire quei vuoti, un po’ come fa il bravo giornalista rimedio alle situazioni di povertà in cui è coinvolto, che mette del suo in tutto ciò che scrive: un articolo realizzando così il bene comune, in famiglia, nella di giornale se è uno sterile reportage di fatti non ha scuola, nello sport, nella sua comunità. molto valore; diventa invece molto più consistente Tappa in comune con IC Per questo terzo periodo dell’anno associativo la tap- ai suoi discepoli e alle persone che incontrava pa studio aiuterà a creare attività per l’integrazione è l’obiettivo chiave, con focus particolare su tra ACR e ICFR. Andando ad analizzare ogni periodo quegli incontri fatti da Gesù con persone in dif- di crescita: ficoltà (il lebbroso…); • per la prima evangelizzazione si faccia riferimento –– la seconda tappa “Scoprire un Dio che come all’attività Siamo parte di una famiglia più grande, un padre e una madre ama tutti i suoi figli sen- dove al suo interno possono incontrare situazioni za fare differenze” aiuterà i ragazzi a osservare di povertà; le situazioni di povertà e ad agire di conse- • per il primo discepolato nella sezione da dopo Na- guenza; tale fino all’inizio della Quaresima: –– la terza tappa anche Imparare a fermarsi e ad –– nella prima tappa Conoscere la piena umanità esaminare i propri atteggiamenti e comporta- di Gesù e il modo con cui chiamava e parlava menti per costruire la propria coscienza aiu- 4 | strada facendo
t terà i ragazzi a cogliere le situazioni di povertà; confronti di alcune situazioni di povertà della par- • infine per i ragazzi che stanno affrontando il per- rocchia come esercizio di fraternità in preparazio- corso dell’ultima Quaresima si faccia riferimento ne ai sacramenti. al contenuto Vivere dei gesti di solidarietà nei Feature article on...POVERTÀ! Questo tema è ormai visto e rivisto, e ci sembra lon- ticolo di giornale senza punteggiatura, non saprem- tano dalla nostra vita di tutti i giorni. In realtà, però, mo come interpretarlo e nemmeno da dove iniziare. può essere riletto in molti modi. Quali potrebbero essere le nostre virgole, i nostri Tutti, anche se non ce ne accorgiamo, usiamo l’e- punti esclamativi e interrogativi? La risposta è solo spressione ‘Mi manca...’: un bambino può dire ‘mi una parola, anzi ‘La Parola’: solo questa può ridarci manca la mamma’, un atleta può dire ‘mi manca il forza e portare luce in tutti quegli spazi bui che sono fiato’, un artista ‘mi manca l’ispirazione’. Qualunque dentro di noi e ci circondano: siamo poveri non solo nostro bisogno non soddisfatto è una forma di pover- se abbiamo portafogli da riempire o corpi da vestire, tà. E allora ci chiediamo: se si trattasse di un bisogno ma abbiamo fame anche di amore, bisogno che solo che non possiamo arricchire fisicamente con beni ‘La Parola di Dio’ può soddisfare. Per questo, per po- materiali, come ad esempio il bisogno di affetto o di terci saziare e non essere più poveri, siamo chiamati attenzioni, vi sarebbe il rischio di rimanere sempre in un primo momento a farla nostra, e poi a testimo- poveri?! Sarebbe proprio come dover leggere un ar- niarla, da educatori, ai nostri ragazzi. Tackle settings Di seguito è proposta una tabella in cui sono elencate to di incontri ACR e deve condensare le attività in le tappe del periodo di Quaresima; questo vuole es- meno incontri); sere uno strumento in più per: • dare una panoramica dei materiali presenti su • dare una visione d’insieme degli obiettivi delle www.acpadova.it nella sezione “sussidi”; tappe; • suggerire i materiali e le attività più laboriosi, che • indicare le fasi fondamentali di ciascuna tappa è opportuno preparare per tempo. (soprattutto per chi dispone di un numero limita- TAPPA OBIETTIVO FASI FONDAMEN- MATERIALE COSE DA PREPARA- TALI ON LINE RE PER TEMPO STUDIO Il ragazzo, guardando alla Per i 6/8 e 9/1: Per i 6/8 e i 9/11: .Per i 6/8 e i 9/11: Oh poveri noi! sua quotidianità, scopre • Prima parte; –– Puzzle; –– Puzzle; che la povertà non è una • Seconda parte. –– Tessere del me- –– Tessere del me- realtà così lontana. Può Per i 12/13: mory. mory. scoprire, infatti, di essere • Prima parte; Per i 12/13: Per i 12/13: lui stesso povero. • Seconda parte. –– Tabellone del –– Soldi per il mo- monopoli; nopoli; –– Wishlist; –– Tabellone del –– Soldi per il mo- monopoli; nopoli; –– Wishlist. –– Video per la riflessione. strada facendo | 5
t ANIMAZIONE Il ragazzo, presa coscien- Per 6/8 e 9/11 Per i 12/13 Per i 6/8 e i 9/11: Quando sono povero... za delle sue carenze e • Prima parte; –– Bigliettini man- –– Stand delle atti- ma ci sei tu mancanze, si mette alla • Seconda parte. canze vità della prima ricerca di ciò che può ri- Per i 12/13 parte; empire quei vuoti. • Prima parte; –– Tessere indovina • Seconda parte. chi. Per i 12/13 –– Bigliettini man- canze SERVIZIO Il ragazzo si impegna Per tutti: Per tutti: Per tutti: La carità si vive ora concretamente per • Seconda parte –– Abiti/oggetti/ –– Contattare un mettere a fuoco anche alimentari/; testimone che la povertà materiale che –– Foglietti e pen- curi la seconda lo circonda, facendosi te- ne. parte. stimone e protagonista attivo. FESTA DELLA PACE Il ragazzo ora è pronto • Terzo stand; –– approfondimen- –– Contattare gli Inchiesta di PACE per assumere il ruolo di • Laboratorio; to art. 21 ospiti della festa inviato speciale: inizia • Preghiera. Per i 12/13: un’inchiesta di pace con –– carte da gioco l’obiettivo di realizzare il bene comune. 6 | strada facendo
s trada facendo t Prima tappa (studio) OH POVERI NOI! Scopo Il ragazzo, guardando alla sua quotidianità, scopre che la povertà non è una realtà così lontana. Può scoprire, infatti, di essere lui stesso povero. Luogo Materiale –– Dadi Stanza dell’incontro ACR o salone Per i 6/8 e 9/11 –– Pedine –– Puzzle –– Wishlist Tempi –– Tessere del memory –– Soldi per il monopoli Prima parte: 40 minuti –– Videoproiettore –– Videoproiettore Seconda parte: 30 minuti Per i 12/13 Preghiera: 10 minuti –– Tabellone del monopoli Attività Pr ima par t e Per i 6/8 e 9/11 gira due tessere: se combaciano le prende in mano In questa prima parte dell’incontro sono proposti e le riporta alla squadra; se non combaciano le ri- due semplici giochi che servono a presentare l’obiet- gira e ritorna indietro dando il cambio ai suoi com- tivo della tappa, cioè far aprire gli occhi al ragazzo pagni di squadra. Vince la squadra che forma più sulle diverse forme di povertà, partendo dalla più coppie corrette. classica povertà materiale, per condurlo a prendere consapevolezza sul fatto che ogni mancanza è in re- Per i 12/13 altà una forma di povertà. Per comprendere l’obiettivo di questa tappa, ovvero Il primo gioco è un puzzle: i ragazzi vengono divisi che ognuno di noi è povero di qualcosa, non solo sot- in piccoli gruppi di 3 o 4 componenti e viene chiesto to l’aspetto materiale, ma anche a livello di emozioni loro di fare un puzzle (presente nei materiali online). e di dimensione spirituale, viene proposto ai ragazzi Il puzzle però ha una particolarità: manca un pezzo di cimentarsi con il gioco del monopoli, ovviamente che non gli permette di essere completo. Il pezzo rivisitato in chiave ACR. I ragazzi vengono divisi in pic- mancante non esiste, quindi non viene consegnato coli gruppi da 4 e viene loro chiesto di compilare una ai ragazzi. wishlist (presente nei materiali online), ovvero una li- Il secondo gioco, finalizzato anch’esso alla scoperta sta di alcune cose che i ragazzi avrebbero il desiderio delle varie forme di povertà, è un memory (presen- di comprare. Compilata la lista, ad ogni ragazzo viene te nei materiali online) così composto: in un tes- consegnata una somma di denaro (materiali online) sera è scritta la tipologia di mancanza (es: fame), e una pedina con cui potranno giocare sul tabellone. mentre nell’altra c’è l’immagine che rappresenta a Gli educatori ora possono posizionare tra i ragazzi il livello figurativo la mancanza indicata. La scritta e tabellone del monopoli (presente nei materiali onli- l’immagine abbinate formano la coppia. Gli educa- ne) stampato in A3 o in A4. Lanciando a turno il dado, tori preparano su un tavolo le tessere del memory si decida chi inizia a giocare in base al punteggio che sparpagliate e capovolte. I ragazzi vengono divisi in esce dopo ogni primo tiro dei ragazzi: chi ha il pun- gruppi di 3 o 4, che si scontreranno tra loro. Al via teggio maggiore muove per primo e gli altri a scalare. dell’educatore, un ragazzo per squadra si avvicina Le regole del monopoli sono quelle classiche: i ragaz- al tavolo sul quale sono presenti le tessere del me- zi muovono le pedine in base ai numeri comparsi sul mory, posizionandosi su un lato del tavolo. A turno, dado e, una volta arrivati nella casella, possono sce- seguendo le regole del memory, il primo ragazzo gliere se comprare o meno ciò che viene proposto. Le strada facendo | 7
t caselle contengono i beni presenti nelle wishlist dei mente i ragazzi dovranno interrogarsi in merito e fare ragazzi, e sta a loro scegliere quali comprare in base una scelta. Un educatore per gruppo farà da banca e al loro sentire personale. Infatti, gli educatori abbia- si assicurerà di riscuotere i soldi che i ragazzi devono no l’attenzione di consegnare a ciascuna squadra pagare per i beni. Il gioco termina quando i ragazzi una modesta somma di denaro, spronando i ragazzi finiscono tutti i loro soldi o si esaurisce il tempo a ad usarla con giudizio, per acquistare quei beni che disposizione per la prima parte. sono davvero importanti per loro. Così necessaria- S econda pa r t e Per i 6/8 e 9/11 l’elemosina. Si può dire, dunque, che è povero di In questa seconda parte i ragazzi si riuniscono in compassione e di gentilezza. gruppo e l’educatore guida il momento di riflessione. Nei due giochi proposti nella prima parte, i ragazzi Per i 12/13 hanno avuto modo di sperimentare la sensazione di In questa seconda parte ai ragazzi viene chiesto di mancanza: facendo il puzzle si sono accorti che un ragionare su ciò che hanno comprato e il valore che pezzo mancava e questo non ha permesso loro di questo ha per loro. L’educatore può seguire queste completarlo. Nel secondo gioco, invece, hanno preso domande per guidare il momento di riflessione e coscienza delle diverse forme di mancanza, che cor- analisi: rispondono a diverse forme di povertà, quella mate- • Cosa ho comprato? Sono cose senza le quali pos- riale, la più comune che tutti conosciamo, ma anche so vivere? quella affettiva e quella spirituale. I ragazzi hanno • Perchè ho scelto proprio questi beni e non degli potuto aprire gli occhi e accorgersi che non esiste altri? un solo tipo di povertà, ma che anche a loro stessi • I soldi che avevo mi sono bastati? talvolta può mancare qualcosa. L’educatore può gui- • Ho dovuto rinunciare ad alcune cose? Per quale dare i ragazzi nella riflessione ponendo loro alcune motivo non sono riuscito a comprare tutto quello domande: che volevo? • Siete riusciti a finire il puzzle? Perché non siete • Potevo comprare solo oggetti o anche cose diver- riusciti a completarlo? se? Perchè si trovano lì secondo voi? • Sono povero solo quando mi manca un gioco, o Durante il gioco i ragazzi hanno provato l’esperienza sono povero anche se mi manca qualcos’altro? di avere pochi mezzi a loro disposizione per com- • Secondo voi, che cosa ci può mancare? Ci manca, prare ciò che volevano e ciò che serviva loro. Pote- ad esempio, il coraggio? Ci manca un abbraccio, vano scegliere tra l’essere poveri di cose materiali, ad esempio, della nonna? di emozioni o di spiritualità, proprio perché non esi- Dopo questa prima parte di riflessione, si vede un ste un solo tipo di povertà. Ognuno di noi è povero video tratto dal cartone animato di Robin Hood (ht- o mancante di qualcosa. Terminata questa prima tps://youtu.be/-MJyhERmvdw fino al min. 1:40), parte, si vedono alcuni brevi video che mostrano in cui si narra del compleanno del piccolo Saetta. queste varie forme di di povertà. Una povertà mate- Tutta la sua famiglia, numerosa e povera a causa riale e di beni di prima necessità si trova nella con- delle tante tasse che la gente di Nottingham è co- dizione di difficoltà e di abbandono che i migranti stretta a pagare, ha risparmiato tanto per potergli devono affrontare quando lasciano la loro casa ed regalare un soldo tutto suo. Quando apre il regalo, ogni cosa che appartiene loro (https://www.you- però, lo sceriffo di Nottingham gli prende il soldino tube.com/watch?v=qkX-EaNo-2o&feature=youtu. e dice che serve al povero re Giovanni. In realtà il be). Una povertà di emozioni è quella che vediamo re Giovanni non è povero economicamente, perché invece nel film “Inside Out”: se eliminassimo i senti- ha tanti soldi, però è povero spiritualmente perché menti che animano i nostri ricordi e le nostre azioni, non ha cuore e non pensa al bene della sua gente, rimarremmo aridi. Le nostre “isole della personali- pensa solo a se stesso e a diventare sempre più ric- tà”, come le chiamano nel film, si sgretolerebbero e co. Anche lo sceriffo, a sua volta, è povero di emo- cadrebbero, lasciando solo vuoto ed apatia (https:// zioni, perché non prova alcun rimorso nel prendere www.youtube.com/watch?v=lWd8hHXOks0&featu- i soldi anche al povero vecchio che stava chiedendo re=youtu.be). Invece, la mancanza e la povertà di 8 | strada facendo
t fede è posseduta da Ebenezer Scrooge ne “Il canto zione lo porta infatti ad essere vuoto e solo anche di Natale”: egli è molto ricco di denaro ma è com- nelle giornate delle festività (video dal min.1:50 ht- pletamente sprovveduto di fede: questa sua condi- tps://youtu.be/_eb6wsm4LNA). Pr eghier a Per concludere l’incontro ci si raccoglie per il momen- solo. 19 Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, to della preghiera. Viene proposto in questa tappa il non commettere adulterio, non rubare, non dire brano del Vangelo di Marco (10,16-30) in cui vedia- falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la mo un uomo chiedere a Gesù come può egli entrare madre». nel Regno dei Cieli. Gesù gli dice che per entrarvi egli 20 Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le dovrà abbandonare tutti i suoi averi e darli ai poveri, ho osservate fin dalla mia giovinezza». 21 Allora Gesù, perché solo spogliandosi e diventando egli stesso po- fissatolo, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: vero potrà entrare nella grazia di Dio. L’uomo, sentito va’, vendi quello che hai e dàllo ai poveri e avrai un tale insegnamento, se ne va triste perché possedeva tesoro in cielo; poi vieni e seguimi». 22 Ma egli, rattri- molti beni e non se ne vuole separare. Gesù, quindi, statosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché dice ai discepoli che, anche se noi lasciamo i beni in aveva molti beni. questa terra per seguirlo e per seguire gli insegna- 23 Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi menti del Vangelo, non saremo mai poveri perché discepoli: «Quanto difficilmente coloro che hanno verremo ricompensati e riceveremo cento volte di ricchezze entreranno nel regno di Dio!». 24 I discepo- più di quello che abbiamo perduto nel Regno dei Cie- li rimasero stupefatti a queste sue parole; ma Gesù li. Gesù ci invita a spogliarci del superfluo e di ciò che riprese: «Figlioli, com’è difficile entrare nel regno di ci impedisce di poter vivere pienamente gli insegna- Dio! 25 È più facile che un cammello passi per la cru- menti del Vangelo, di diventare “poveri” su questa na di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». 26 terra, per poter diventare ricchi nel momento in cui Essi, ancora più sbigottiti, dicevano tra loro: «E chi metteremo veramente in pratica gli insegnamenti del mai si può salvare?». 27 Ma Gesù, guardandoli, disse: Vangelo e ascolteremo la parola del Signore. «Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio». Marco 10,16-30 28 Pietro allora gli disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato 16 E prendendoli fra le braccia e ponendo le mani so- tutto e ti abbiamo seguito». 29 Gesù gli rispose: «In pra di loro li benediceva. verità vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa 17 Mentre usciva per mettersi in viaggio, un tale gli o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a causa mia e a causa del vangelo, 30 che non riceva già lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorel- fare per avere la vita eterna?». 18 Gesù gli disse: «Per- le e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e ché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio nel futuro la vita eterna. strada facendo | 9
a pprofondimento t 5 W - Quando L’informazione ai tempi della pandemia La situazione socio-sanitaria che stiamo vi- dal nuovo coronavirus, te ne accorgi sem- vendo dai primi mesi dell’anno ha mutato la pre” o ancora “il coronavirus rende sterili, nostra quotidianità, cambiato le nostre abitu- soprattutto gli uomini”. dini e ha fatto insorgere in noi sentimenti tra E se da un lato, i social – la frontiera del- i più disparati e talvolta contrastanti. Questi la nuova informazione – il più delle volte ultimi, il più delle volte, vedono la loro ge- creavano inutili allarmismi oppure offrivano nesi nei mezzi di comunicazione. Mai come gratuitamente la panacea che avrebbe com- quest’anno dopo molto tempo, la gente di- battuto questo terribile nemico, pian piano sorientata ha cercato risposte nel mondo parte di popolazione ha iniziato a prendere dell’informazione. La storia però ce l’ave- consapevolezza di questo fenomeno, grazie va già insegnato, quando durante la Prima anche ai mezzi di comunicazione che nel guerra mondiale il Corriere della Sera arrivò tempo hanno acquisito un’aurea di autore- a sfiorare il milione di copie: un numero altis- volezza. Tra questi la televisione. simo per quei tempi. In questo bizzarro periodo infatti, ha Quella che stiamo vivendo però è la prima subìto una brusca frenata il proces- pandemia ai tempi dei social, dove il rischio so che pre-epidemia vedeva il pub- della bufala è dietro l’angolo. Il Ministero blico dei media tradizionali riversar- della Salute in collaborazione con l’Istituto si sulle nuove piattaforme, cercando Superiore di Sanità, per l’appunto, in questo così una “bussola” nell’informazione tv. periodo, ha creato una pagina web dedicata “Sicuramente c’era una fame di notizie da a sfatare alcune delle fake news che sono tutta Italia. La gente voleva sapere minuto circolate maggiormente. Eccone alcune: per minuto, senza aspettare le edizioni ca- “fare gargarismi con la candeggina, assu- noniche quello che succedeva, il numero mere acido acetico o steroidi, utilizzare oli dei contagi” osserva l’ex-direttore di Rai essenziali e acqua salata protegge dall’in- News 24, Antonio Di Bella. “Il Servizio Pub- fezione da nuovo coronavirus”, “tagliarsi la blico che dà informazione giorno per gior- barba evita il contagio”, “se vieni contagiato no, minuto per minuto” continua spiegando 10 | approfondimento
t l’idea dell’azienda sappia racconta- che era quella re un’emergen- di “far affacciare za così inusuale la testata – Rai per i nostri giorni: News 24 – in al- “Noi nella fase di cune fasce della emergenza ab- giornata in tutte le biamo fatto un la- reti” così da for- voro sistematico nire un’informa- sui dati” continua zione costante e Invernizzi, “ci sia- trasversale, sot- mo accorti che nei tolineando come report ufficiali si il segmento ora- sottostimava il nu- rio “principe degli mero dei decessi ascolti” si fosse effettivi. Abbiamo identificato nell’edizione delle 18.00 quan- avviato un’indagine comune per comune, do la gente impaziente attendeva il bol- ricavando prima dell’ISTAT dati dei de- lettino quotidiano della Protezione Civile. cessi con i quali siamo riusciti a dare una Prosegue il direttore confermando l’onere dimensione davvero tragica in quei giorni e l’onore di essere stati il punto fermo del- per quello che riguarda la provincia di Ber- la Nazione al quale si guardava fiduciosa- gamo”. mente, come non accadeva ormai da anni. Qualunque sia il mezzo comunicativo Nota positiva nel mondo dell’informazione con il quale abbiamo deciso di rimane- che durante questa crisi ha visto aumen- re aggiornati in questo periodo, una cosa tare la reputation in tutti i Servizi Pubblici è certa: l’informazione riguardante l’epi- d’Europa. In particolare nel nostro, dal mo- demia non è di certo mancata. E quan- mento che si è trovato a raccontare l’epi- do l’informazione è troppa, quando è demia per primo in occidente e al quale i difficile distinguere tra news e news si propri colleghi hanno guardato come fonte comprende di meno e ci si stanca di più. di ispirazione. A sottolineare la pericolosità di troppo cla- Scrutando invece il lavoro di giornalista da more su un determinato argomento che un altro osservatorio, non usa mezzi ter- può portare ad un danneggiamento, già nel mini Isaia Invernizzi de L’Eco di Bergamo, 2003, prima ancora della nascita dei social che si è occupato di informazione in una network, era stato un ricercatore statunitense. delle zone più calde del Paese per quanto La parola “Covid” molto probabilmente è concerne l’epidemia. “Uno dei problemi più quella di cui non abbiamo potuto fare a meno rilevanti di questa emergenza è stato il fatto – di sentire o pronunciare quotidianamente di non aver avuto informazioni coerenti da – da circa un anno a questa parte. Molti si raccontare” sottolineando come numeri, ci- sono improvvisati virologi ed epidemiolo- fre e statistiche, differenti le une dalle altre, gi, non curanti della prudenza comunicati- diverse da regione a regione, abbiano ca- va che caratterizza da sempre la scienza, ratterizzato l’informazione dell’ultimo perio- creando confusione con opinioni diverse. do, per poi avere un’unificazione generale Un rimedio a tutto ciò però si è fatto stra- grazie all’intervento della Protezione Civile. da grazie al corso ad alta formazione per i Questa schizofrenia è stata causata dalla professionisti dell’informazione. Si è tenuto modalità di distribuire ed elaborare questi non molto tempo fa grazie ad una proposta dati: spesso, infatti, ognuno li raccoglieva congiunta di FNSI (Federazione Nazionale secondo parametri differenti, causando Stampa Italiana), Università di Padova e discrepanze evidenti giorno dopo giorno. Ordine dei Giornalisti Veneti, che ha cerca- Importante in un periodo come questo è to di mettere alla luce i rischi derivanti da fornire un’informazione non allarmistica questo contesto sociale straordinario e di ma neanche troppo accondiscendente, che trovarne le relative vie d’uscita. approfondimento | 11
s trada facendo t Seconda tappa (animazione) Quando sono povero...ma ci sei Tu Scopo Il ragazzo, presa coscienza delle sue carenze e mancanze, si mette alla ricerca di ciò che può riempire quei vuoti. Luogo Materiale –– Videoproiettore Stanza dell’incontro ACR o salone Per i 6/8 e 9/11 –– Cassa –– Bende per occhi Tempi –– Alimenti profumati Per i 12/13 Prima parte: 30 minuti –– Piatti, bicchieri, pentole, mesto- –– Penne Seconda parte: 40 minuti li, cestini, bacchette –– Bigliettini bianchi Preghiera: 10 minuti –– Chiavi, peluches, oggettistica –– Bigliettini mancanze particolare –– Videoproiettore –– Tessere “Indovina chi” –– Cassa Attività Pr ima par t e Per i 6/8 e 9/11 Stand 3: in questo stand gli educatori preparino per In questa prima parte dell’incontro ai ragazzi viene tempo bicchieri, pentole, cestini, barattoli e delle proposto un gioco a stand dove dovranno sentire la bacchette (tipo da batteria, ma anche dei mestoli o mancanza di un senso, che dovrà quindi essere com- dei cucchiai possono andare bene). pensata con tutti gli altri. L’obiettivo è far riflettere i I ragazzi sono posizionati di spalle in fondo alla stan- ragazzi su come questa mancanza spesso renda dif- za, al lato opposto rispetto agli educatori. Gli educa- ficile il normale svolgersi della propria vita. I ragazzi tori creano una combinazione di suoni (per esempio vengono divisi in 2 o 3 squadre, in modo tale che i 1 tocco sul bicchiere, 2 tocchi sulla pentola, 1 tocco gruppi non siano numerosi. sul barattolo, 2 tocchi su un cestino) ed i ragazzi, a turno, cercano di indovinare la sequenza esatta di Stand 1: gli educatori si procurano degli alimenti o cosa è stato suonato. Vince chi riesce ad indovinare degli oggetti che abbiano una profumazione molto la sequenza in modo esatto. forte, tale da poter essere sentita anche con la ma- scherina (es. rosmarino, caffè, finocchio, mandarino, Quando i ragazzi hanno completato tutti e tre gli etc.). I ragazzi vengono bendati e provano ad indo- stand, gli educatori guidano i ragazzi in una breve ri- vinare, senza vedere, a cosa la profumazione corri- flessione: sponda. Vince chi riesce ad indovinare un numero • È stato difficile indovinare gli oggetti, gli odori, i maggiore di profumazioni. suoni, etc? • Come mi sentivo finchè affrontavo queste prove? Stand 2: in questo stand gli educatori, in una stanza, • Come mi sono sentito quando mi è stata ridata la creano un percorso rettilineo, lungo il quale sistema- vista? Che sensazioni ho provato? no degli oggetti (sedie, tavoli, peluche, penne, pen- narelli, chiavi, cestini, palloni,…). I ragazzi vengono fatti entrare uno alla volta a luce spenta, e realizzano Per i 12/13 il percorso toccando i vari oggetti, cercando di indo- Nella prima parte dell’incontro, ai ragazzi viene pro- vinare quali siano. Vince chi riesce ad indovinare un posto un gioco per aiutarli a capire quali possono es- numero maggiore di oggetti. sere le mancanze dei loro coetanei e quali possono essere le loro personali. Sarebbe importante, per la 12 | strada facendo
t buona riuscita del gioco, che il gruppo fosse compo- avviando così una seconda manche con le stesse re- sto da un numero pari di ragazzi. gole della precedente. Ad ognuno di loro viene consegnato un bigliettino, Nel caso in cui i ragazzi siano molto veloci o di nu- preparato precedentemente: su alcuni c’è scritta una mero esiguo, si possono prevedere più manches, cosa di cui sono poveri (es: mi sento solo), mentre in semplicemente mescolando nuovamente i biglietti e altri c’è scritto ciò che può colmare questo vuoto (es: riconsegnandoli ai ragazzi. ti offro la mia compagnia). Degli esempi si possono Una volta conclusa questa attività, si guidano i ragazzi trovare nei materiali online. in una riflessione, cercando di provocarli con alcune Al via dell’educatore, i ragazzi si muovono all’interno domande che toccano la loro quotidianità e la loro della stanza cercando di trovare la loro coppia. Quan- personalità. Si può iniziare questo momento chie- do vogliono parlare con un altro ragazzo per sapere dendo loro se hanno il piacere di condividere quanto cosa contiene il suo bigliettino e formare la coppia, hanno scritto nei bigliettini della fase precedente. In comunicheranno il contenuto del proprio biglietto questo modo nessuno si sente forzato a raccontare come se giocassero a Taboo: dovranno infatti descri- agli altri le proprie povertà. Agli educatori il compi- vere all’altro cosa c’è scritto senza usare i termini ivi to di stimolarli trasmettendo loro il valore che può utilizzati. L’altro ragazzo ha il compito quindi di cerca- avere il condividere con gli altri il proprio pensiero: re di comprendere quale sia il contenuto del biglietto esprimere la propria idea ed opinione può essere e decidere se possa essere o meno compatibile con utile per la crescita di tutti. Da questa condivisione quello nelle sue mani. Una volta che si è formata la si può avviare una riflessione partendo proprio dalla coppia, i ragazzi si siedono a terra. loro vita per arrivare a Dio. Per guidare questo mo- Dopo questa prima manche, ne viene prevista un’al- mento vi suggeriamo alcune domande: tra con una differenza rispetto alla precedente: i bi- • Durante le tue giornate ti capita di sentirti pove- gliettini utilizzati non sono quelli preparati dagli edu- ro o mancante di qualcosa? Si tratta sempre della catori, ma vengono scritti direttamente dai ragazzi. Si stessa cosa o di aspetti diversi? consegnano ai ragazzi due piccoli fogli di carta in cui • In che momenti ti succede? ognuno di loro può scrivere una cosa in cui si sento- • Ti rivolgi a delle persone a te vicine (amici, fami- no poveri e ciò che, secondo loro, può riempire quel glia, persone adulte) per cercare di trovare un vuoto. È importante spingere i ragazzi a non con- modo per colmare questa mancanza? O la lasci lì centrarsi sulle mancanze materiali, ma su ciò che è dentro di te senza approfondire? davvero importante nella loro vita, quei concetti più • E con Dio? Ti capita mai di sentirti povero di un astratti senza i quali anche la nostra vita perderebbe rapporto con Lui? Di sentire la sua mancanza nella tutto il suo sapore. Dopo averli scritti, li consegnano tua vita? agli educatori, dividendoli in due contenitori in base • Se sì, cosa fai per cercare di superare questa dif- alla categoria (povertà e ciò che la colma), che a loro ficoltà? volta li mescolano e poi li distribuiscono ai ragazzi, S econda pa r t e Per i 6/8 e i 9/11 le tessere con la cosa mancante e all’altra parte le In questa seconda parte si propone ai ragazzi un “In- tessere con ciò che serve per colmare la mancanza. dovina chi” un po’ speciale: non ci sono le classiche I ragazzi procedono poi seguendo le regole del clas- tessere con i personaggi da indovinare. Queste tes- sico gioco “Indovina chi”: devono porre ai loro com- sere sono di due tipi: in una è scritta una cosa man- pagni delle domande la cui risposta può essere SI o cante (ad esempio tessera con scritto: sono da solo), NO. L’obiettivo per ogni ragazzo è riuscire a creare nell’altra è scritto ciò che serve per colmare quella una coppia formata da una mancanza e ciò che può mancanza (ad esempio tessera con scritto: gruppo di riempire quel vuoto. amici). Al termine dell’attività si faccia riflettere i ragazzi sul- Ci sia l’attenzione da parte degli educatori di creare, le diverse mancanze che sono state loro presentate. precedentemente, il numero esatto di tessere per il Gli educatori possono aiutare i ragazzi nella riflessio- proprio gruppo di ragazzi. ne ponendo qualche domanda: Quindi, ad una parte di ragazzi vengono consegnate • A me è mai mancato qualcosa che è stato men- strada facendo | 13
t zionato? di Dio nella nostra vita, nella nostra quotidianità o • C’è qualcuno che si è accorto di questa mia man- su come fare per non essere poveri della relazione canza? con Dio. • Ho mai io visto qualcuno a cui mancava qualcosa? É normale per tutti (adulti, ragazzi, giovani) in alcu- L’ho aiutato? ni momenti avvertire la sua mancanza perchè non lo vediamo, non lo sentiamo, non è qui fisicamente Per i 12/13 vicino a noi. In questa seconda parte si propone ai ragazzi la vi- A volte può capitare di non sentirlo e proprio per sione di un breve video che potete trovare a questo questo facciamo ancora più fatica a credere in Lui e in link: https://www.youtube.com/watch?v=fOGVQr- ciò che compie: è accaduto anche ai discepoli stessi F6Ytw&t=120s. Si tratta di un video di Don Alberto che vivevano con Gesù. Ravagnani, un sacerdote molto giovane della Diocesi Perciò, non è tanto la vicinanza fisica che ci può aiu- di Milano. Nel video proposto pone una domanda: tare a sentire di più una persona, a farci sentire meno “Come sentire Dio?”. Potremmo dire che sia una do- poveri di quel rapporto con il Signore. Possiamo sen- manda chiave, a cui dare una risposta non è affatto tirlo lontano da noi fisicamente, ma ciò che è impor- semplice. Dopo aver visto il video, si provocano i ra- tante è accorgersene, non fare finta di nulla, cercan- gazzi su quanto detto nel filmato, e, sulla base del- do di coltivare questa relazione così da avvertirlo le risposte della riflessione della fase precedente, si tutti i giorni nella nostra vita attraverso la preghiera, possono porre ai ragazzi delle domande per capire la Parola di Dio, i gruppi parrocchiali che frequentia- quale sia il loro parere su come sentire la presenza mo, l’Eucaristia, ecc. Pr eghier a Al termine dell’incontro si portano i ragazzi in un cli- che sia goccia di rugiada per il mondo ma di preghiera e silenzio e si propone il canto “San che sia voce di speranza, che sia un buon mattino Francesco”: https://youtu.be/-jZ_gx22pp0 per il giorno d’ogni uomo e con gli ultimi del mondo sia il mio passo lieto O Signore fa’ di me uno strumento, fa’ di me uno nella povertà, nella povertà. strumento della tua pace, dov’è odio che io porti l’amore, dov’è offesa che io O Signore fa’ di me il tuo canto, fa’ di me il tuo canto porti il perdono, di pace dov’è dubbio che io porti la fede, dov’è discordia che a chi è triste che io porti la gioia, a chi è nel buio che io porti l’unione, io porti la luce. dov’è errore che io porti verità, a chi dispera che io È donando che si ama la vita, è servendo che si vive porti la speranza. (2v.) con gioia, perdonando che si trova il perdono, è morendo che O Maestro dammi tu un cuore grande si vive in eterno. (2v.) 14 | strada facendo
s trada facendo t Terza tappa (servizio) La carità si vive Scopo Il ragazzo si impegna ora concretamente per mettere a fuoco anche la povertà materiale che lo circonda, fa- cendosi testimone e protagonista attivo. Luogo Tempi Materiale Stanza dell’incontro ACR o salone. Prima parte: 20 minuti Per tutti Seconda parte: 50 minuti –– Abiti/oggetti/alimentari Preghiera: 10 minuti –– Foglietti e penne Attività Pr ima par t e Per i 6/8 componenti di una fila sia adeguata. La prima parte inizia con il gioco del “Centro Caritas”. Al termine venga conteggiata la merce corretta e si L’educatore fa sapere ai ragazzi che sono stati chia- decreti la squadra vincitrice. mati per un’emergenza a svolgere il ruolo di squadra speciale all’interno del Centro. Il loro compito? Smi- Per i 9/11 e i 12/13 stare l’accozzaglia di merce presente nel mezzo della La proposta è la medesima riportata nel paragra- stanza – arrivata grazie alla generosità di molti bene- fo precedente. L’unica attenzione potrebbe essere fattori – e riporla nei vani di raccolta più indicati che quella di chiamare con nomi propri di persona i punti si trovano tutt’intorno rispetto al centro. di raccolta. Nomi di persone che vengono presen- L’educatore quindi sistemi al centro della stanza l’og- tate, attraverso un breve identikit dagli educatori, gettistica, il vestiario e gli alimentari necessari allo prima di dare il via al gioco. Ai ragazzi viene chiesto svolgimento del gioco. A forma di cerchio, vengano di porre particolare attenzione alle descrizioni, che predisposti tanti cartelli in cui sono riportati i desti- saranno utili per vincere la sfida proposta. Quindi la natari degli oggetti, che potrebbero essere: DONNA, DONNA potrebbe essere GIULIA, l’UOMO invece PIE- UOMO, BAMBINA, BAMBINO, ANZIANA, ANZIANO, TRO e così via. La difficoltà quindi starebbe nel ricor- ecc. Fuori dal campo di gioco vengano costituite due dare correttamente il target di età alla quale il nome o più squadre in fila, che al via dell’educatore faran- proprio di persona si riferisce. Un’ulteriore variante no partire un componente per volta, il quale dovrà è quella di definire i punti raccolta con possibili ruoli recarsi al punto centrale, prendere con sé un solo che delineando una persona e i suoi bisogni: lo stu- oggetto e riporlo nella categoria secondo lui più indi- dente, che necessita di materiale per lo studio; il pa- cata. Una volta completato il proprio turno, il ragazzo dre di famiglia, a cui saranno consegnati un quantita- si rimetta in fila. Il secondo, a questo punto, potrà tivo di materiale che possa rispondere alle esigenze partire: non prima, anche per scoraggiare occasioni di tutta la famiglia; un anziano solo, che oltre ai beni di assembramento. A tal proposito, la distanza tra i materiali, ricerca anche relazioni,... S econda pa r t e Per i 9/11 e 12/13 della merce – che perviene ai Centri di ascolto vica- La prima parte è servita ai ragazzi per entrare a con- riale, ai Gruppi Caritas parrocchiali o ad altre Associa- tatto con il tema dei poveri e provare a sentirsi per zioni locali– è solo una tra le molte attività che svol- qualche attimo a servizio di questi. Lo smistamento gono. E la Caritas è un esempio di come ci si possa strada facendo | 15
t mettere al servizio degli ultimi, che molto spesso ci “segnante” per questi ultimi. abitano attorno e magari non lo sappiamo. Il racconto, chiaramente, avvenga nel rispetto della Per questa seconda parte, l’educatore è tenuto a privacy nei confronti delle persone a cui si presta ser- mettersi in contatto con uno o più volontari Caritas, vizio. o di una realtà locale analoga che svolge attività rivol- Nel corso del racconto, il ragazzo prende le vesti del te a soggetti deboli, che abitano il proprio territorio giornalista e si impegna ad annotare ciò che viene e chiedere loro di poter donarsi ai ragazzi con una narrato nel proprio taccuino del reporter (un fogliet- testimonianza. to di carta). Sarebbe interessante poter avere in presenza il testi- Al termine della testimonianza, i ragazzi – con l’aiuto mone ma, nel caso, anche un video registrato od una dell’educatore – redigano un piccolo report, in base a videochiamata potranno andar bene. quanto raccolto durante l’ascolto. Nella testimonianza potrebbe essere sufficiente un NB: Questo report verrà consegnato agli educatori racconto generico del mondo della Caritas, in modo che poi lo porteranno alla Festa della Pace, in quanto da introdurre i ragazzi a questa realtà magari a loro servirà per un’attività proposta in quella occasione. non proprio confidenziale, ma riteniamo che anche la narrazione di dati – come ad esempio il numero Per i 6/8 di famiglie alle quali si rivolgono, il numero di borse Per la fascia dei più piccoli, si mantenga tutto quanto della spesa consegnate, il numero di capi di abbiglia- scritto in precedenza, ad esclusione dell’ultima par- mento che pervengono al Centro, ecc. – e di episodi te. Siano prevalentemente gli educatori, insieme ai concreti di aiuto accaduti e di cui il testimone è stato ragazzi, a redigere un piccolo report su quanto ascol- partecipe, potrebbero attirare maggiormente l’atten- tato. Venga poi portato il tutto alla Festa della Pace. zione dei ragazzi e divenire così una testimonianza Pr eghier a In quest’anno pastorale particolare, anche il Vesco- mento), da consegnare alla S. Messa la domenica: vo Claudio ha voluto consegnare alle parrocchie un l’ACR si rende così partecipe attiva e propositiva degli tema che fa della Carità il filo rosso da percorrere as- orizzonti pastorali diocesani. sieme: “La carità nel tempo della fragilità”. In partico- lare, ciascuno di noi è chiamato ad essere “portatore Versione ONLINE di una carità – che è quella del Vangelo – particolar- Nel caso in cui gli incontri in presenza non siano at- mente e profondamente al servizio dell’uomo” (v. ht- tuabili, la seconda parte di questa tappa può essere tps://bit.ly/3o94mV4). svolta anche online. Si invitino i ragazzi a collegarsi Il gesto da compiere, quindi, è quello di organizzare, in videochiamata da casa, come anche il testimone assieme alla Caritas o una realtà analoga, una raccol- Caritas e si svolga l’incontro. ta (generi alimentari, oggettistica o capi di abbiglia- 16 | strada facendo
a pprofondimento t Vi presentiamo... Caritas! Di fronte al termine Caritas nelle nostre men- ti il più delle volte ricorrono alcune immagini comuni: file di persone che ritirano una borsa della spesa; persone che dormono per strada; chi chiede l’elemosina fuori dalle nostre chie- se… e via dicendo… Ma la Caritas è questo? Come mai immagini così si associano alla Caritas? Da sempre esistono persone in difficoltà e da sempre ci sono enti, realtà, organizzazioni lai- che o ecclesiali che, sensibili a uno o all’altro tipo di problema, si attivano per dare risposta e sollievo a quel bisogno…e allora perché Pa- olo VI nel 1971 ha voluto istituire la Caritas? perché un altro ‘ente’ che fa le ‘stesse cose’ di sulle difficoltà più prossime. Sarebbe quasi più molti altri?! corretto parlare di comunità animate dalla ca- Perché nella visione di Paolo VI la Caritas non rità, più che dalla Caritas, questo è il desiderio è un ‘ente’, ma è la comunità cristiana stes- che ha mosso la nascita di questo ufficio pasto- sa, siamo tutti noi, la Chiesa stessa, e la sua rale, di questo volto di Chiesa. attenzione non è rivolta solo ‘ai poveri’, ma a Se da una parte dunque si attivano servizi tutta la comunità perché abbia cura delle sue per offrire un aiuto diretto, concreto, imme- povertà e dei suoi poveri. Proviamo a spiegarci diato ai poveri, dall’altra occorre farlo in modo meglio. pedagogico e pastorale: ovvero attivando la Paolo VI aveva a cuore la comunità cristiana e partecipazione della comunità a fare esperien- desiderava diventasse luogo accogliente, sen- za di carità attraverso l’incontro, la condivisio- sibile e attento, desiderava che ogni cristiano ne, il coinvolgimento reciproco tra chi esprime fosse sensibile al bisogno di chi aveva vicino. una necessità e la comunità. Nel pensiero del pontefice la Caritas ha una fun- Ci sono varie espressioni di Caritas, citando zione pedagogica, cioè educativa. Educare pri- solo quelli a noi più vicini troviamo: ma di tutto la comunità cristiana ad aver cura e • Caritas italiana, il livello nazionale che attenzione a quelli che sono i primi destinatari sostiene e aiuta l’operato delle Caritas dio- delle attività Caritas: i poveri, gli emarginati, cesane con formazioni, incontri, progetti (e gli stranieri, i senza dimora, le vittime di tratta, che il prossimo anno festeggia già 50 anni le persone separate, e non solo… dalla sua nascita!!); Dunque la Caritas, in ogni sua azione, ha • Caritas diocesana che a sua volta sostie- due destinatari: i poveri e la comunità, ne, promuove, incentiva la nascita e l’a- con la mission di creare relazione e incontro nimazione della carità e delle espressioni tra loro. Gli operatori Caritas sono da conside- Caritas in tutti i suoi territori, anche i più rarsi degli educatori/animatori alla Carità e lo piccoli (che organizzativamente parlando scopo della Caritas è coinvolgere la comunità rientra nell’ Area Promozione Caritas, dove per sensibilizzarla e aiutarla ad aprire gli occhi ci sono operatori e volontari dedicati a que- approfondimento | 17
t sto) e allo stesso tempo si mette in gioco particolare attenzione alla marginalità grave, con servizi- segno diocesani, quali centro ovvero a quelle persone che non hanno legami di ascolto per la marginalità, ambulatorio, stabili in un territorio; vicariale CdAVˣ (centro case di accoglienza, interventi umanitari di ascolto vicariale delle povertà e delle risor- ecc..(Area Promozione Umana, anche qui se) con attenzione alle persone nel vicariato resa possibile da operatori, volontari pro- e, infine, parrocchiale in ascolto delle persone fessionisti e non). della comunità locale. • Caritas territoriali (parrocchiali, di Ma cos’è un Centro di ascolto (CdA) e come unità pastorale o vicariale), che spes- funziona? so corrispondono ad un gruppo di perso- Il centro di ascolto Caritas concretamente è ne, invitate dal parroco o resesi disponibili il luogo, che grazie alla disponibilità di vo- per una loro già acquisita sensibilità, che lontari che sempre si formano e preparano attivano opere, iniziative, testimonianze a questo, ha la funzione di incontrare, ac- e servizi-segno nel loro stesso territorio cogliere, ascoltare e fare il possibile per una per aiutare chi è in difficoltà con l’impe- persona che vive una situazione di fragilità gno a coinvolgere e portare queste ne- sociale, economica e culturale rispettando, cessità all’attenzione di tutta la comuni- senza pregiudizi e prevaricazioni, le storie di tà, onde evitare vita incontrate. Il di essere i ‘de- Centro di Ascolto legati della ca- diviene quindi uno rità’ e far tutto strumento pasto- da soli, ma con rale attraverso il l’obiettivo di es- quale si svolge una sere testimoni duplice funzione: che coinvolgono 1. Operativa altre persone perché fornisce la e attivano pro- risposta ai bisogni cessi di integra- attraverso gli in- zione tra chi è terventi (esempio più ai margini di pagando una bol- una comunità e letta o una medi- chi ne è già par- cina, orientando la te. persona ai servizi Prima si accenna- del territorio, ac- va ai servizi-segno, perché questo nome? cogliendo lo sfogo di chi si sente solo, nel Semplice, voi stessi intuirete che servizio è tempo magari anche attivando progetti per- un’attività offerta a beneficio di altri, in questo sonalizzati…); caso a persone con delle difficoltà specifiche; 2. Progettuale: perché a partire da quanto e ‘segno’ perché queste opere non mirano a ascoltato, i volontari attraverso il confron- risolvere tutti i problemi, non ce la potrebbero to tra loro e con i servizi provano a vedere fare, ma desiderano essere un segno visibile, oltre il problema quali sono le risorse che desiderano dare voce al fatto che quel proble- si possono attivare, con e nella persona ma esiste, nella speranza che sempre più per- /nucleo familiare, in rete con il territorio sone, istituzioni o realtà ne prendano consape- inteso sia come servizi sociali che come volezza, s’interroghino e facciano la loro parte comunità. come possibile. Ma per incontrare e conoscere questi proble- Pertanto possiamo dire che Caritas e i suoi mi/difficoltà da dove si inizia? servizi-segno hanno la mission dell’animazione Il primo servizio che la Caritas offre, il più an- alla carità, dove «L’animazione è quel processo tico e fondamentale, è l’ascolto, da qui la na- che, infondendo vita, produce cambiamento». scita dei Centri di ascolto Caritas, presen- “CAMBIAMENTO”, per definizione è lo status ti nella nostra diocesi a livello diocesano, con che consente a ciascuno di leggere se stesso in 18 | approfondimento
t altra maniera e il cambiamento prodotto da un di quanto accade. es. rivolgere la parola a processo di animazione riguarda tanto il sog- quella persona che vedo sempre, ma non getto quanto il destinatario esterno. saluto mai; la prossima volta che mi parlano provare a non interrompere e aspettare la Come sperimentare quello che Caritas è? fine del discorso… Come attivare un cambiamento di sguar- do verso se e gli altri? E come conoscere/toccare con mano • Svolgere con i ragazzi giochi di ascolto re- quello che Caritas fa? Alcuni spunti per ciproco per vedere insieme l’importanza allargare lo sguardo verso la comunità e di conoscere una persona non con i propri le fragilità possono essere: occhi, ma provando a guardarla con i suoi • Contattate il referente della Caritas par- occhi; rocchiale più vicina a voi per conoscere chi • Svolgere alcuni giochi sulla consapevolez- sono, che cosa fanno, chiedere se hanno bi- za degli stereotipi e pregiudizi, per vedere sogno di qualcosa, se c’è qualche iniziativa come ci abitano e ci orientano, senza che o servizio concreto e chiedere una testimo- lo vogliamo, anche nelle più piccole scel- nianza di quanto vivono nel servizio; te relazionali e a partire da questa con- • Se non è presente la Caritas parrocchiale: sapevolezza generare attenzioni verso chi scrivere al Consiglio Pastorale Parrocchiale hanno vicino e incontrano abitualmente, una lettera dove, spiegando il percorso che come primo passo di un processo di cam- state facendo, domandare e chiedere che biamento. cosa si può fare per attivarla nella propria • svolgere giochi di squadra con spirito di col- parrocchia visto che ci sono tante persone laborazione, perché solo se ognuno fa il suo sole e fragili a cui poter essere vicino come pezzetto possiamo costruire qualcosa che parrocchia; sia capace di far fronte alla complessità!!! • Incontrare i ministri straordinari della co- L’importante di queste attività è di farle diven- munione e dare la disponibilità in due/tre tare esperienze dedicando sempre un congruo ragazzi di andare una volta insieme al mini- tempo alla condivisione. stro in casa dell’anziano (incontro da prepa- Tre attenzioni utili nel preparare questa rilet- rare con la cura di un prima e di un dopo… tura: naturalmente covid permettendo!); • - Fermarsi al termine dell’attività e rileggere • Chiedere al parroco se c’è qualche anzia- insieme le dinamiche accadute, le emozioni no solo e creare un “gemellaggio telefonico” provate, le cose agite, questo per aiutare tra un anziano e una famiglia e una volta al l’ascolto interiore dei ragazzi. Ad es. an- mese prendersi l’impegno di una telefonata che in un semplice gioco di ruolo capita di per chiedere: ciao come stai? non coinvolgere un compagno di squadra... • Iniziativa La scatola della carità (ogni bam- chiedersi come mai? Non l’ho davvero vi- bino prende una scatola di scarpe e mette sto? Come si sente lui? Di cosa mi sono o dentro degli oggetti da donare alla Caritas non mi sono reso conto? parrocchiale) ES: https://www.facebook. • - Riportare quanto vissuto nel gioco/attività com/scatoledinatalepadova; a quelle situazioni quotidiane in cui con fra- • Sostenere, come gruppo di Azione Catto- telli, nello sport, a scuola capita quasi au- lica, l’iniziativa il sostegno sociale parroc- tomaticamente di fare altrettanto. Lo stile chiale. Pensare come gruppo qualche ini- anche in questo sia non del giudizio, ‘giusto ziativa per contribuire economicamente a o sbagliato’, ma del divenire: dove mi capita questa iniziativa della parrocchia. Chiedere di vivere le stesse cose? cosa mi fa cresce- che un referente di questa iniziativa venga re? Cosa è opportunità? Cosa posso fare io a presentarla ai ragazzi e genitori; di diverso per attivare un cambiamento utile • Come gruppo di Azione cattolica parroc- a me e agli altri? chiale (dove sono presenti adulti, giovani, • - Stimolare un piccolo impegno, anche bambini e famiglie) proporre e sostenere l’i- semplice, scelto da loro o suggerito, purché niziativa del Buona vicinato. Occasione per concreto, definito, fattibile e stare in ascolto aderire al progetto PROXI. approfondimento | 19
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