MARCELLINA (RM) N. 2 | Anno XLVII - Rivista ufficiale di informazione del Gruppo Archeologico Romano
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Rivista ufficiale di informazione e di programmazione del Gruppo Archeologico Romano. Distribuzione gratuita. N. 2 | Anno XLVII MARCELLINA (RM) Rivista ufficiale di informazione del Gruppo Archeologico Romano APRILE - GIUGNO 2020
Il Gruppo Archeologico Romano è una organizzazione di volontariato che nasce nel 1963 con lo scopo di contribuire attraverso la partecipazione diretta dei cittadini alla tutela, salvaguardia, valorizzazione del patrimonio culturale italiano. Negli anni, con tenacia e coerenza, il GAR ha testimoniato il suo impegno attraverso numerosi eventi culturali (apertura al pubblico di monumenti, tra cui ricordiamo: Roma delle tenebre, Largo Argentina, Foro di Cesare, Villa Adriana e il complesso del Circo di Massenzio - convenzione con il Comune di Roma), progetti per il recupero e “ Il cemento ideale di una comunità è formato dalla valorizzazione di aree archeologiche (Via degli Inferi a Cerveteri, Archeodromo coscienza della propria dei Monti della Tolfa, Via Amerina nell’Agro cultura e alla capacità che abbiamo di conservarla e “ Falisco), allestimento di Musei Civici di accrescerla. (Offida, Tolfa, Allumiere, Ischia di Castro, Colleferro, Arlena). Il GAR, impegnato nella In questo numero ricerca e nello studio in collaborazione con gli enti preposti, rivolge numerose iniziative Editoriale (G. Gazzetti) 3 alla sensibilizzazione e promozione culturale Marcellina (RM) e il suo territorio, una nuova sfida per 4 attraverso: il Gruppo Archeologico Romano (M. Vanni) • una didattica culturale: con corsi, conferenze, seminari, viaggi di studio, Chiesetta del Divino Amore a Villa Ada e i suoi santi 15 visite guidate, escursioni, archeotrekking; martiri: Daria e Crisanto (G. Carrozza) • una sezione junior: con campi estivi Il mercato bianco, i magazzini sotterranei dei musei archeologico-didattici; (G. Poloni) 17 • un’attività di ricerca: con ricognizioni Luna romana, riflessioni di storia astronomica ed topografiche, campi di scavo, campi di archeologia aeronautica nell’Urbe (G. Gigliotti) 19 documentazione, laboratori tecnici (restauro, fotografia, disegno, rilievo); PROGRAMMA 23 • un’attività editoriale: con oltre 50 titoli Archeotour / Viaggi didattici 24 divulgativi e scientifici. Il GAR fa parte, con un centinaio di altre CAMPI ESTIVI DI RICERCA 2020 25 sedi territoriali nei maggiori centri italiani, CAMPO JUNIOR 2020 29 dei Gruppi Archeologici d’Italia, editori delle riviste Archeologia e Nuova Pubblicazioni 32 Archeologia, promotori e fondatori del Tesseramento 33 Forum Europeo delle Associazioni per i Beni Culturali e di KOINÈ che raggruppa le Le Sezioni 34 associazioni culturali dei paesi del Avvertenze 35 Mediterraneo. I Gruppi Archeologici d’Italia sono iscritti all’Albo del Volontariato Civile, all’Albo della Protezione Civile ed hanno edazione Angelo Mantineo svolto operazioni di recupero in occasione, Alda Pinton tra le altre, dell’alluvione di Firenze (1966), umach Tiziana Piersanti Giorgio Poloni dei terremoti di Tuscania (1971), Friuli Manuel Vanni (1976), Irpinia (1980) e Umbria (1998).
Editoriale | Pag. 3 Roma, declino Capitale Gianfranco Gazzetti O rmai del titolo di Capitale, alla nostra città, resta solo il ricordo. Capitale della sporcizia, capitale del degrado, degna sede di una classe politica che ricorda sempre più il basso impero, con mo- numenti chiusi o abbandonati, celebrati dalla stampa “di regime” come eccezionali e molto visitati. L’affidamento ai tanto lodati privati, di cui il ministro Franceschini si fa portavoce, si è tradotto in una diminuzione della fruizione pubblica e nella non conservazione del patrimonio cosiddetto minore. Se si toglie l’area centrale (Colosseo, Palatino, Foro Romano, Domus Aurea), dove un di- rigente illuminato sta facendo miracoli tra mille opposizioni e insidie dei colleghi e dei “soliti noti”, il patrimonio della città è abbandonato o preda di camarille di vario genere, lasciato al degrado sperando nell’oblio. Un rimedio sia pure ormai tardivo ci sarebbe, ma non si trova chi ci ascol- ti. Avevamo proposto al rimpianto ministro Bonisoli di affidare la gestione dei siti minori alle tante associazioni culturali di cui la città è ricca e che, nella maggior parte dei casi, sono preparate e piene di volenterosi ed entu- siasti cittadini; il ministro è stato tempestivamente rimosso (forse ai soliti noti e alle corporazioni a loro legate non conveniva?). Ripetiamo la richiesta prima che non abbia più senso per scomparsa dell’oggetto del contendere; il problema è a chi rivolgersi visto che le istitu- zioni, specie quelle che si occupano di beni culturali, sono diventate inav- vicinabili, chiuse ad ogni istanza venga dal basso, prigioniere di slogan e di interessi o comunque totalmente inadeguate. Continuiamo a valorizzare (senza fini occulti come altri) le aree della Via Appia, di Forte Antenne e Villa Ada, della Villa Romana di Casalotti e della Basilica costantiniana di Sant’Agnese, facendo il nostro dovere di cittadini appassionati, come ormai consuetudine da 57 anni. Chissà che, prima che sia troppo tardi, non si trovino orecchie sensibili. Buon lavoro a tutti i nostri soci.
Pag. 4 | Articoli Marcellina (RM) e il suo territorio, una nuova sfida per il G. A. Romano Manuel Vanni I l giorno 29 gennaio 2020, Alessandro Lundini, in qualità di sindaco del Comu- ne di Marcellina, e Gianfranco Gazzetti, in qualità di presidente del Gruppo Arche- ologico Romano, hanno apposto le loro firme in calce al Protocollo d'Intesa con il quale viene concessa al Gruppo Archeo- logico Romano la gestione dell'Antiqua- rium Comunale in monte Dominici e delle aree di interesse storico-archeologico Stretta di mano tra Alessandro Lundini, sindaco di delle Grotte dei Vici e della villa roma- Marcellina, e Gianfranco Gazzetti, presidente del na della Peschiera di Colle Malatiscolo. Gruppo Archeologico Romano. Presenti alla firma anche Alessandra Da- nieli, assessore alla Cultura del Comune quale si sono conservati un muraglione di di Marcellina, Manuel Vanni, archeologo sostruzione (33 m) con 4 contrafforti (di- membro del CTS-Antiquarium e Dino Gu- stanziati tra loro di 9,84 m), un criptopor- binelli, responsabile della sezione di Mar- tico doppio a tre bracci con volte a botte cellina del Gruppo Archeologico Romano. ribassate, alcuni scampoli di pavimenti in Dopo la firma e le foto di rito, sono stati cocciopesto a inserti marmorei e a mosai- visitati i locali dell'Antiquarium in fase di co (osservabili presso privati) e vario ma- rinnovo allestimento. teriale architettonico sparso nei giardini o riutilizzato nel muro di cinta del complesso Santa Maria delle Grazie "in monte religioso. Dominici" Alla fine del XII/inizio XIII secolo risa- La più antica informazione sul toponimo le il campanile in stile romanico formato del luogo in cui è sorto l'edificio ecclesia- da ordini sovrapposti, separati da cornici lis sembra provenire dalla Carthula Sancti marcapiano costituite da filari orizzontali Januarii del 956, pubblicata nel Regesto di laterizi posti a dentelli e mensolette ag- della Chiesa di Tivoli dal Bruzza (1880), in gettanti in travertino. Per alleggerirne la cui è citato un "monte qui ponitur domini- struttura vennero usate, a partire dal bas- ci" (Regesto, p. 30, 16) posto ai limiti di un so, bifore con archetti sorretti da un largo fundus carinianus. pilastro centrale e trifore i cui archetti sono La chiesa fu eretta intorno al secolo XI invece sorretti da colonnine in marmo li- (preceduta forse da una più antica cappel- scio con capitelli tronco piramidali a base la) su un’area in precedenza occupata da rettangolare rovesciata a stampella. Le una villa romana del tardo periodo repub- imposte degli archetti sono sottolineate blicano (Villa di Via della Libertà) della da semplici modanature in cotto. L’ultimo
Articoli | Pag. 5 Marcellina, Santa Maria delle Grazie. L'interno mononave. Sullo sfondo l'arco trionfale e, dietro, l'ingresso attuale. ampio ingresso. Il presbiterio è così posto dove in principio vi era l’ingresso. La facciata dell’edificio si presenta oggi a capanna semplice, mentre il tetto è sta- Marcellina, Santa Maria delle Grazie. Elementi ar- to ribassato diversi centimetri in restauri chitettonici della villa romana riutilizzati negli am- bienti del monastero in una foto d'epoca. moderni eseguiti dalla Soprintendenza ai Monumenti del Lazio (1950-1978) a cau- ordine con terminazione a cuspide è di fa- sa di prolungate infiltrazioni d’acqua che brica posteriore essendo quello medievale stavano compromettendo la conservazio- andato perduto, forse per quegli stessi pro- ne delle pitture. blemi di statica che hanno reso necessaria L’interno conserva alcune monofore roma- la tamponatura delle finestre degli ordini niche con arco a tutto sesto dell’impianto inferiori. originario recanti negli sguanci tracce del- Di poco successiva è la costruzione dell’e- la primitiva decorazione pittorica, opera dificio in opera quadrata che andrà a chiu- dere trasversalmente il primitivo ingresso, da allora spostato lungo la navata. Qui la porta che oggi conduce alla sacrestia, ad- dossata alla chiesa in un momento succes- sivo, presenta ancora dei bei stipiti lapidei di epoca medievale ornati con rilievi vege- tali. Tra il XVI e il XVII secolo, un importan- te rimaneggiamento vedrà il ribaltamen- to di 180° dell’orientamento dell’intera struttura, l’abside viene dunque demolita e il transetto, in origine leggermente emer- Marcellina, Santa Maria delle Grazie. Una delle gente, ridotto d’ampiezza creando qui, con monofore dell'impianto originario con tracce negli una sorta di endonartece, un nuovo e più sguanci di pittura di fine XI secolo.
Pag. 6 | Articoli Marcellina, Santa Maria delle Grazie. Scena di Giu- Marcellina, Santa Maria delle Grazie. Scena della seppe riconosciuto dai fratelli. Cacciata degli Angeli ribelli. di maestranze romane, a motivi fitomorfi L’arco trionfale, che separava il transet- su fondo blu con gemme rotonde su fondo to con il presbiterio dalla navata unica rosso (stile del tardo XI secolo). prima del cambio di orientamento dell’e- Al secondo quarto del XIII secolo si fa ri- dificio, presenta sulla facciata ovest rivolta salire il ciclo pittorico realizzato ad affresco alla navata un’immagine clipeata del Cristo caratterizzato da un marcato bizantinismo Pantocràtore fiancheggiato da due schiere e riscoperto nel XIX secolo. Si tratta di uno di angeli adoranti e sui montanti le auliche dei più originali esempi di pittura medieva- figure di due profeti (se ne conserva solo le laziale. Sono ancora visibili, seppur gra- una) da identificare in Geremia e Isaia. vemente lacunose, alcune scene tratte dai L'arco inferiormente è ornato da elementi racconti biblici. In un'epoca di diffusa anal- cuoriformi che ne seguono la curvatura, fabetizzazione, la conoscenza delle sacre probabili rappresentazioni schematizzate scritture era demandata alle arti visive, in di foglie di edera. La facciata est, rivolta ciò la pittura ebbe ovviamente un ruolo di verso la vecchia zona presbiterale, mostra primaria importanza. La parete destra del- una interessante, ma lacunosa, Cacciata la navata (quella sinistra originaria) ospita degli Angeli ribelli, mentre avanzi di scene dunque scene veterotestamentarie rac- tratte dal ciclo petrino (Disputa tra San colte su tre registri sovrapposti e separate Pietro e Simon Mago, Caduta di Simon orizzontalmente da colonne scanalate di- Mago) impreziosiscono uno dei fianchi del pinte alternate ad altre lisce (si conservano vecchio transetto. parzialmente: Cacciata dal Paradiso, Of- «L'armonia delle proporzioni e il fascino ferta e uccisione di Abele, Lotta di Giacob- dei colori fanno del complesso degli affre- be con l'Angelo, Giuseppe riconosciuto dai schi di Marcellina uno dei più importanti fratelli). La parete di sinistra mostra inve- che si siano conservati in Italia» (G. Mat- ce scene neotestamentarie (si conserva- thiae, 1952). no parzialmente: Annunciazione, Natività, Due nicchie poco profonde, a sezione ret- Annuncio ai pastori, Viaggio dei Magi, tangolare, si fronteggiano al centro delle Adorazione dei Magi, Disputa di Gesù fra pareti dell’unica navata, furono aperte a i dottori, Pesca miracolosa, Guarigione del inizio XVII secolo e ospitano coevi dipinti. cieco nato) con il medesimo ordine e stile In quella di sinistra è raffigurata una Nati- divisorio dell'altra. vità, in quella di destra Giovanni Evange-
Articoli | Pag. 7 Marcellina, Santa Maria delle Grazie. Scena Marcellina, Santa Maria delle Grazie. L'icona della dell'Annunciazione. Vergine col Bambino. lista e la Vergine ai piedi del Crocifisso, qui del volto. Il Bambino, seduto in grembo si conserva anche, all’interno di una teca, alla Vergine, è raffigurato con la destra po- il ceppo di noce che secondo la tradizione sta in segno di benedizione, mentre con la fiorì con delle ginestre quando ad una tale sinistra tiene un vangelo. Una marcata so- Giovanna, giovane di San Polo, vi apparve lennità è resa dalla rigida staticità frontale sopra la Vergine presso la Fonte Paolone dei soggetti. Attribuita da alcuni studiosi (10 giugno 1515). all'arte bizantina e da altri a quella romani- Di notevole interesse, nonché particolar- ca, fu nei secoli pesantemente e malamen- mente venerata dalla cittadinanza, è la ta- te rimaneggiata. Recentemente è stata sot- vola dipinta (98 x 57 cm) della Madonna toposta ad un accurato restauro e l'analisi col Bambino. La Madonna, effigiata come al C-14 di un campione del supporto su cui Regina, rimanda direttamente all'icono- venne eseguita l'opera ne ha restituito una grafia della TheotÓkos di Santa Maria in datazione al X secolo (930 circa). Trastevere in Roma. La Vergine tiene con Una bolla di Anastasio IV del 1153-54 la mano destra una croce gemmata, indos- rivolta a un Pietro abate di S. Maria in sa tunica e dalmatica rossa decorata con Monte Dominici, ne confermava la piena un ricco gallone gemmato, sul capo reca indipendenza e immunità fiscale (...mona- una corona, anch'essa gemmata, con lun- sterium ab omnibus condictionibus et ser- ghi pendenti decorati che le ricadono ai lati vitiis... liberum permaneat et immune...)
Pag. 8 | Articoli nei confronti delle signorie limitrofe dei castra Marcellini, Palombara e Monticelli (Montecelio) e la diretta protezione della basilica vaticana. Il 13 giugno 1213 Inno- cenzo III ne sancisce la pertinenza ai mo- naci benedettini di S. Paolo fuori le Mura, così ad exemplar Onorio III il 15 maggio 1218 e Gregorio IX il 26 febbraio 1236. Dissidi venutisi a creare tra i signori del Marcellina, Antiquarium Comunale. Prima sala, Castrum Marcellini e i monaci di San fibula ad arco semplice con coppia di nodi del Paolo reclamanti il controllo sul castrum Bronzo finale. stesso porteranno all'incendio di quest'ul- timo intorno al 1220. Non mancano coloro d'altura del Monte Morra individuato sul che vogliono vedere nella realizzazione del finire degli anni settanta del secolo scor- combattimento finale dell’arcangelo Mi- so e datato tra il Bronzo Finale e la Prima chele contro Satana e gli angeli ribelli un età del Ferro. Proveniente da altro conte- riferimento a questo violento accadimen- sto, è una fibula del tipo ad arco semplice to. Con Clemente IV, nel luglio del 1267, il con coppia di nodi e gomito sopra la staf- monastero rientrerà nella giurisdizione del fa che trova riscontri puntuali nella facies vescovo di Tivoli. Nel 1391 verrà concesso protovillanoviana di Tolfa-Allumiere (XI da Bonifacio IX agli Orsini, da questi sarà sec.a.C.). venduto ai Cesi (1558) per passare infine La seconda sala ospita materiali che van- ai Borghese (1678). no dall'epoca romana al Medioevo. Sono Il complesso religioso andrà nel tempo esposti un campionario di frammenti cera- perdendo la sua primitiva importanza as- mici relativi a lucerne, produzioni in verni- sumendo un aspetto modesto. La pestilen- ce nera, sigillate (italica, tardo-italica, galli- za del 1656 agevolerà questa decadenza, ca, africana), ceramiche comuni, antefisse, tuttavia la chiesa rimarrà un elemento di anfore, bolli laterizi e doliari. Interessante aggregazione per le genti del luogo. il frammento di una transenna (pluteus) Nel 1804 diventa Parrocchia delle 73 fami- con decorazione a intreccio vimineo e nodi glie che allora abitavano il territorio della Marcellina. L'Antiquarium Comunale Collocato all’interno di ambienti attigui al complesso di S. Maria in Monte Dominici, venne inaugurato nel 2017. Presenta un’e- sposizione in fase di allestimento di mate- riali provenienti dal territorio di Marcellina che ne testimoniano la frequentazione fin dal Paleolitico. Ad oggi l’Antiquarium si divide in 4 sale. La prima sala ospita materiali protostori- Marcellina, Antiquarium Comunale. Veduta della ci di cui la maggior parte proviene dal sito seconda sala.
Articoli | Pag. 9 na dalle dimensioni importanti databile tra la fine del II e l'inizio del I sec. a.C. Prese il nome di Grotte dei Vici sia per il suo aspetto sotterraneo che per la prossimità a piccoli insediamenti abitativi (vici). Interamente costruita in opus coementi- cium, presenta le pareti in opus incertum di pietra calcarea locale rivestite con uno spesso strato di intonaco idraulico fino all'imposta, qui infatti doveva giungere il livello massimo dell'acqua. Marcellina, Antiquarium Comunale. Materiali lapi- Almeno 2/3 della cisterna è oggi riempita dei esposti nella quarta sala. di terra e detriti che ne rende difficile un calcolo attendibile della capacità. del IX secolo proveniente dal sito del Ca- La struttura, parzialmente ipogea, si esten- strum Marcellini e alcuni frammenti di de in senso longitudinale su file di pilastri forme vascolari in maiolica arcaica (XIII secolo). Qui sono esposti anche pate dei materiali provenienti dallo scavo SNAM, effettuato dalla Soprintendenza in località Pozzo Grande nel 2106, pertinenti ad un complesso di carattere artigianale-produt- tivo comprensivo di terma risalente al pe- riodo tardo-repubblicano con diverse fasi che si protraggono fino al II-III sec. d.C., e una fistula plumbea proveniente dalla villa romana situata in loc. Peschiera. Nella terza sala trovano mostra diversi frammenti di macine, torchi oleari e vinari, mole granarie a testimonianza delle princi- pali attività svolte nei secoli dall'uomo nel territorio. L’ultima sala è inserita nel locale più am- pio della struttura, vi sono esposti elementi lapidei risalenti a diverse epoche, in parti- colare frammenti di statue e sarcofagi rin- venuti casualmente o riutilizzati nelle varie macère presenti nel territorio. ...ad recipiendam aquam. Le Grotte dei Vici Completamente inserita nel tessuto urba- Marcellina, Via Principe di Piemonte. Pianta del- no di Marcellina (Via Principe di Piemon- la cisterna romana delle Grotte dei Vici (fonte te), si tratta di una cisterna di epoca roma- MiBACT).
Pag. 10 | Articoli Marcellina, cisterna delle Grotte dei Vici. Particola- re di uno degli ambienti. za di un sistema di adduzione che captava acque da sorgenti, tuttavia nulla di tutto ciò è stato ad oggi identificato. La mancan- za di ricerche mirate dei sistemi di addu- zione e scarico delle acque ne rende ignota Marcellina, cisterna delle Grotte dei Vici. In alto: la modalità di regolazione del livello. pozzo e pavimentazione in opus spicatum della Le pareti mostrano graffiti incisi nell'into- terrazza. In basso: pozzo ed estradosso della volta naco risalenti a varie epoche; il loro studio a botte di una delle navate (fonte MiBACT). sarebbe di grande ausilio alla conoscenza che suddividono l’ambiente in sei navate delle fasi di riutilizzo della struttura nel coperte da volte a botte comunicanti tra tempo, quando, come ancora oggi è visi- loro per mezzo di 12 aperture con arco a bile, alcuni passaggi tra le gallerie vennero tutto sesto. Tre murature più possenti con murati per ricavarne piccoli ambienti in- pilastri a croce dividono l'intero ambiente terni (è noto un riutilizzo a fungaia). in quattro macrosettori. Le pareti interne Il recupero della cisterna, mirato ad una presentano contrafforti lungo tutti e quat- sua fruizione in sicurezza e conservazio- tro i lati, seppure sul lato settentrionale ne, costituirebbe sicuramente un tassello meno pronunciati. importante nella conoscenza delle perma- Da una botola che si apriva sulla terraz- nenze dell’ingegneria idraulica romana. za esterna si scendeva, tramite una scala Si ipotizza che la cisterna servisse la villa sorretta da archi, all’interno della cisterna romana posta 200 m a valle sita sotto il per effettuare gli interventi periodici di ma- complesso di S. Maria in Monte Dominici. nutenzione e pulizia (purgatio). Tale ter- Si riporta di seguito un confronto con alcu- razza, forse articolata su diversi livelli, era ne delle maggiori cisterne romane dell'Ita- pavimentata in opus spicatum di cui resta- lia centrale: no scarse tracce presso uno dei 24 pozzi Grotte dei Vici (Marcellina, RM) (putei) di areazione (diametro 80 cm) che 40 x 25 m potevano servire, oltre che per regolare la 6 navate pressione interna negli sbalzi del livello di h. almeno 5,00 m riempimento, anche per il rifornimento almeno 5000 mc con acqua piovana. Non esclusa la presen- Fine II/inizio I sec. a.C.
Articoli | Pag. 11 Cisternoni (Albano, RM) dipinto delle pareti a pannelli gialli e ban- 46,50 x 30,50 m (media) de verticali color prugna, decorazione che h. 6,50 m circa ne proverebbe l'uso come ambulacro per 5 navate deambulationes al fresco e non come de- 10000 mc circa posito-cantina. Il criptoportico prendeva Fine II/inizio III sec. d.C. luce da feritoie poste sopra l'imposta, delle Cisterne della Foce (Amelia, TR) quali restano alcune tracce. La volta a botte 57,50 x 19,60 m doveva sorreggere un portico con colonne h. 5,70 m circa in muratura considerata la presenza di al- 10 navate cuni plinti e di una canaletta in travertino 6400 mc circa che corre parallela al muro esterno eviden- Fine II/inizio I sec. a.C. temente funzionale alla raccolta delle ac- Cisternone romano (Formia, LT) cunicolo di drenaggio 64,90 x 25 m h. 7,50 m 4 navate muro ad angolo in 7000 mc circa opus incertum I sec. a.C. Piscina mirabilis (Bacoli, NA) 70 x 25,5 m h. 15 m canaletta 5 navate 14300 mc circa feritoia Fine I sec. a.C./inizio I sec. d.C. Area a La villa romana di Colle Malatiscolo platea giardino Appena fuori dal nucleo cittadino, in locali- tà Peschiera, lungo le pendici del Colle Ma- cryptoporticus latiscolo, si trova un'ampia platea sorretta nei lati sud ed ovest da due terrazzamenti ortogonali (40 m e 7,50 m) in opera poligo- nale di pietra calcarea locale appartenenti ad un'antica villa. Da confronti con altre substructiones "piene" dalla simile tecnica cisterna costruttiva, si può datare la fase originaria della villa alla metà del II sec.a.C. Nel 2012 un cryptoporticus è stato par- zialmente indagato da parte della Soprin- tendenza. Venne addossato al lato meri- piscina dionale del terrazzamento verso la fine del II sec. a.C. È composto da una galleria vol- tata larga 2 m e alta in origine 2,25 m che Marcellina, Colle Malatiscolo. Pianta dei resti della presenta ancora ben conservato l'intonaco villa (fonte MiBACT).
Pag. 12 | Articoli poraneamente al criptoportico, periodo nel quale altre ville del territorio verranno dotate di strutture simili. La villa così nac- que come organismo produttivo, ma con la nuova fase edilizia assunse anche un carat- tere residenziale (Z. Mari, 2012). I rinvenimenti ceramici recuperati attesta- no una frequentazione del sito fino almeno al IV sec. d.C. Un toponimo dall'origine incerta Marcellina, Colle Malatiscolo. Decorazione pitto- Tutto ruota intorno alla questio chi o cosa rica a ortostati del criptoportico (fonte MiBACT). possa aver dato il nome al Castrum Mar- cellini (X-XI secolo). Oggi la derivazione que piovane provenienti dal tetto. da una proprietà dei Claudii Marcelli è ri- Verso l'estremità occidentale della platea tenuta improbabile, mentre si ritiene più sono presenti i resti di una piccola cisterna accettabile quella dalla nobile famiglia de’ rettangolare in opus incertum con coper- Marcellinis che furono signori del castrum. tura a botte. Dal lato opposto furono visti Fonti medievali ci informano dell'esistenza i resti di un pavimento a mosaico a piccole all'epoca di un marcellinum, da intendere tessere bianche con inserti di pietre calca- non tanto come un centro abitato, piut- ree policrome. tosto come un territorio eventualmente Sotto al terrazzamento occidentale è col- abitato. La fonte più antica che cita questo locata la piscina rettangolare realizzata in toponimo è forse quella contenuta in un opus coementicium con scaglie di pietre regesto italiano eseguito nel XVI secolo calcaree (da cui il toponimo "Peschiera" che riporta "... et descende giù dritto per della località) la cui funzione resta incerta mezzo di Marcellino e arriva silice et re- (itticoltura? Rifornimento d'acqua per il torna..." il cui originale è stato datato dal fondo agricolo?). La piscina venne aggiun- Coste al X secolo, quindi forse precedente ta al principio del I sec. a.C., forse contem- alla fondazione del castrum come affer- ma lo stesso studioso: «Abbiamo qui la più vecchia attestazione del Marcellinum, fondo... che preesisteva all'incastellamen- to del sito» (J. Coste, 1987). Se così fosse avremmo allora marcellini come genitivo di marcellinum, ovvero castrum marcelli- ni = castrum di Marcellino (territorio). In seguito, fenomeno comune, si è passati ad individuare l'abitato con il solo marcellini, confondendolo con un nominativo ma- schile plurale. Una lettera datata 8 dicem- bre 1548 riporta: "Il Card.le Orsini, ordine Marcellina, Colle Malatiscolo. Criptoportico lungo per la restituzione d'una tenuta a Marcel- il terrazzamento sud (fonte MiBACT). lini a Giovanni Antonio Sanseverini, atte-
Articoli | Pag. 13 forma Marcellina (Marcillina) è attestata almeno dall'epoca degli Orsini. Il territorio di Marcellina è stato frequen- tato senza evidenti soluzioni di continuità dall'antichità a oggi ed evidentemente il toponimo del luogo nel tempo è andato ad identificarsi con l'abitato che si andava svi- luppando entro i sui confini (soprattutto verso la fine del XVII secolo). Se marcellinum è precedente all'incastel- lamento, ed escludendo una sua relazione Indicazione del toponimo marcillina nella carta ca- con l'antica famiglia romana dei Marcelli, tastale S. Polo [e Tivoli]. Pianta dei confini, (Col- lection "Orsini Family Papers", UCLA), 1600 ca. da cosa deriva allora il nome? Questo ci è ignoto. Difficile fare ipotesi in mancanza di sa la concordia stipolata". In un passo del- dati concreti, difficile anche la possibilità di la nota bolla di Anastasio IV (1153-54) si un agiotoponimo come nel probabile caso legge "...filiorum gregorii de marcellinis..." del castrum marcellinum di Cannes. ("...dei figli di Gregorio di Marcellini...") Nel dialetto locale il paese è chiamato mar- dove viene usato il de con un ablativo plu- cillinu, forma derivata dal latino altome- rale (marcellinis), non un cognome, ma dievale attraverso il fenomeno della caduta un indicatore di provenienza così come, della consonante finale e della mutazione nello stesso passo, "...filiorum oddonis de in i della e tonica (anaforesi), da cui ap- palommaria et dominorum de monticellis punto marcellĭnum -> marcillinu. et eredum suorum...", ovvero "... dei figli Concludendo... di Oddone di Palombara e dei Signori di Marcellina giace alle falde del Monte Mor- Monticelli e dei loro eredi...". Nel tempo, ra circondata da terre dalla lunga tradizio- "de' Marcellinis" potrebbe essere passato ne storica e culturale: dal Paleolitico agli ad identificare la famiglia formandone il insediamenti eneolitici (Cultura di Rinal- cognome, così come con Palombara per un done) e dell’età del Bronzo, dalle ville ru- ramo dei Savelli. Se marcellinum è prece- stiche e di otium di epoca romana ai castra dente al castrum, de' Marcellinis potrebbe e casolares medievali. Questi sono solo essere un cognome toponomastico. alcuni degli elementi che hanno segnato In due documenti del XIII secolo, una bolla questo territorio nei millenni, un territorio di Onorio III e un atto notarile del tempo straordinario, come la sua gente, gelosa di Gregorio IX, troviamo "...rivus qui ve- conservatrice temprata dalla terra che con nit marcellino..." e "...idem marcellinum et fatica ha lavorato e amato per generazioni. monte favalem..." a prova che, a castrum E allora all'amico Dino e a tutta la sezione già fondato, continua l'uso del neutro sin- vanno il nostro plauso per i traguardi rag- golare marcellinum da riferirsi ad un terri- giunti nella difesa e valorizzazione di que- torio (abitato) e non ad un abitato de facto. sto notevole patrimonio culturale e tutto il La transizione da marcellinum a marcel- nostro supporto per il lavoro che li aspetta lina è un caso noto di trasformazione dal in futuro e che sapranno affrontare, come neutro al femminile singolare la cui spie- già dimostrato, con entusiasmo e compe- gazione non compete a questo articolo. La tenza.
Pag. 14 | Articoli Lavori in corso per il catalogo ed il nuovo allestimento dell'Antiquarium Comunale. Alcune delle attività svolte dalla sezione con Dino Gubinelli a favore delle scuole presso l'Antiquarium Comunale. Non mancano i momenti conviviali... Il GAR sulla vetta del Monte Morra!
Articoli | Pag. 15 Chiesetta del Divino Amore a Villa Ada e i suoi santi martiri: Daria e Crisanto. Giulia Carrozza L ungo il muro di cinta di Villa Ada, nei pressi dell’entrata princi- pale1, c’è una chiesetta dedicata al Divino Amore2 che purtroppo è chiusa e sembra in stato di abbandono. La costruzione, restaurata secondo il gusto neoclassico durante il XIX secolo dall’ar- chitetto Fabio Puri De Marchis, risale a tempi più antichi, infatti, già ce ne era trac- cia nel XVIII secolo nella pianta dell’allora proprietà Capocaccia3. La chiesetta era una delle tante che sorge- vano lungo la via Salaria e che facevano parte di un circuito di cappelle dedicate alla pratica della Via Crucis; a testimonianza di ciò sono murate nella facciata della stessa chiesetta due lapidi, una in latino e l’altra in italiano, in cui sono annotate le indulgenze concesse da Pio VII a chi prendesse parte a questa pia devozione. Dal punto di vista architettonico la facciata sul lato sinistro della via Salaria uscendo presenta due piccole finestre archivoltate da Roma, a distanza di 500 passi dalle mentre l’interno, ad unica navata d’im- catacombe di San Saturnino o di Tra- pianto seicentesco, è impreziosito da un sone c’erano i resti di una chiesa dedicata pavimento in tarsia marmorea del XVII se- ai santi martiri Daria e Crisanto lapidati colo. La volta a botte ottocentesca (crollata nell’anno 2576 durante la persecuzione di in parte) nasconde un soffitto a capriate. Valeriano. Il luogo della loro deposizione Nell’abside una balaustra in marmo e un non è stato mai individuato però sempre altare in stucco e marmi policromi. Fino al Bosio ci racconta di aver riscontrato sotto 2002 vi era conservato anche un crocifisso la chiesetta i resti di due costruzioni preesi- del XVII secolo in cartapesta policroma di stenti probabilmente dedicate ai due santi. buona fattura4. Ma chi erano questi santi? La curiosità mi Nel 2002 Federico Mandillo5, rifacendo- ha spinto a fare qualche ricerca in merito si a quanto scritto da Antonio Bosio in e con mio stupore mi sono resa conto che “Roma sotterranea” del 1632 ha identifi- la storia delle loro reliquie è leggendaria e cato il sito come il luogo di culto dei martiri piuttosto complicata. Daria e Crisanto, infatti, secondo il Bosio Gli “Itinerari” del VII secolo li vogliono se-
Pag. 16 | Articoli polti in una chiesetta del cimitero di Traso- con una pietra al collo mentre i figli e i set- ne sulla via Salaria nuova dove per la loro tanta soldati vennero decapitati e sepolti festa ricevevano il pellegrinaggio di molti sulla via Salaria. Anche Ilaria morì qualche fedeli. Sembra che papa Pelagio nel 590 giorno dopo mentre pregava sulla tomba consegnò alcune loro reliquie ad un dia- dei propri figli. Anche Crisanto e Daria cono della Gallia. Comunque ci furono di- vennero condotti sulla Salaria dove venne- verse traslazioni dei loro resti: la prima fu ro sepolti vivi. quella voluta da papa Paolo I (757-767) Ed ora una curiosità scientifica: nel 2011 che avrebbe fatto portare i santi resti da Via un’equipe di studiosi con a capo il paleopa- Salaria alla chiesa di S. Silvestro a Roma; tologo dell’Università di Genova, il profes- poi fu papa Pasquale I (817-824) che li sor Ezio Fulcheri, ha esaminato i resti dei volle trasferire nella chiesa di S. Prassede corpi dei due santi evidenziando la possi- sempre a Roma ed infine, da papa Ste- bile compatibilità dei reperti con il raccon- fano V che li trasferì al Laterano da dove to agiografico. Lo studio ha rilevato che si nell’884 partirono per la Germania finen- tratta di un maschio tra i 17 e 18 anni e di do nel monastero di Munstereiffel per poi, una femmina tra i 20 e i 25, il radiocarbo- nel 947, tornare in Italia a Reggio Emilia nio li data tra l’80 e il 340 d.C. Si presup- grazie al vescovo Adelardo. Quest’ulti- pone appartenessero a classi agiate perché mo le avrebbe ricevute da Berengario II nelle loro ossa è stata ritrovata un’elevata che a sua volta le avrebbe avute da papa concentrazione di piombo10. Sui resti non Giovanni X. Un bel giro non c’è che dire. si sono evidenziati segni di violenza o ma- Comunque sia i loro resti attualmente sono lattia per cui la causa di morte potrebbe es- nella città emiliana di cui sono i santi pa- sere compatibile con il soffocamento. troni7. Note: Relativamente alla loro agiografia si han- no poche notizie certe: Crisanto, figlio di 1. L’entrata principale, chiusa da un can- un tal Polemio, si recò a Roma dalla natia cello dell’epoca Savoia, è attualmente Alessandria d’Egitto per studiare filosofia. chiusa, mentre lo spazio antistante su Conobbe, quindi, il presbitero Carpoforo e via salaria è impropriamente utilizzato si convertì al Cristianesimo facendosi bat- come area di parcheggio automezzi. tezzare. Il padre cercò di riavvicinarlo al 2. Detta anche Cappella Mengarini dagli paganesimo servendosi di alcune donne, ultimi proprietari prima dei Savoia. tra cui la bella e sapiente vestale Daria, ma 3. Una delle tante proprietà che andarono quest’ultima venne convertita dal giovane. a costituire il nucleo prima di Villa Pal- I due ragazzi poi simularono il matrimo- lavicini e poi di Villa Savoia. nio8 per poter predicare liberamente e con- 4. Ovviamente queste descrizioni dell’in- vertire altre persone. Una volta scoperti, il terno sono state prese dalle fonti perché prefetto Celerino li fece arrestare, ma essi, la chiesa risulta chiusa al pubblico. in prigionia, riuscirono a convertire i set- 5. Per 35 anni vaticanista dell’ANSA, cul- tanta soldati della guarnigione con il loro tore di archeologia e arte sacra. Morto a comandante, il tribuno Claudio, e la sua Roma a 70 anni il 9 marzo 2003. famiglia (la moglie Ilaria e i figli Giasone e Mauro). L’imperatore Numeriano9 con- 6. Vedi nota n. 9. dannò il tribuno ad essere gettato in mare 7. Anche altre città rivendicano il possesso
Articoli | Pag. 17 di loro reliquie come Napoli, Oria (Br), Numeriano. Salisburgo e Vienna. 10. Le classi agiate disponevano di acqua 8. Secondo altre fonti i due vivevano in ca- corrente nelle case condotta per mezzo sta unione matrimoniale. di tubature in piombo. 9. Ci sono delle discrepanze di date in Fonti: quanto precedentemente l’anno della www.Roma2pass.it lapidazione citato dal Bosio era il 257 www.santiebeati sotto l’imperatore Valeriano mentre qui www.stradeviniesapori.re.it si parla del 283-284 sotto l’imperatore www.it.wikipedia.org Il mercato bianco. I magazzini sotterranei dei musei Giorgio Poloni L a grande maggioranza degli og- getti in carico ai musei non è visi- bile al pubblico e giace accatastata, e dimenticata, in magazzini e cantine. A quanto ammonta questo patrimonio arti- stico-archeologico improduttivo, abban- donato? Nessuno credo sia in grado di va- lutarlo. Ma oggetti e opere conservati nei musei pubblici sono considerati proprietà inalienabile dello stato? Vanno cioè protet- ti e non si possono vendere? All’impegno legale della tutela non corrispondono però sempre i mezzi per realizzarla. Assurdo, poi, pensare che vengano rifiutati donazio- ni e lasciti di unicità e rilevanza storica per lo spazio limitato che si ha a disposizione nei magazzini! Su ARCHEOLOGIA vol. 1 – N° 11 – Ago- sto 1963, un articolo, curato suppongo Museo Archeologico Nazionale di Firenze. da Ludovico Magrini, riportò il testo di una proposta di legge del febbraio 1962 riferimento agli oggetti d’arte che, per ca- dell’On. Odo Spadazzi: renza di spazio o per palese analogia con Art. 1 – ...il Ministero dell’Interno proce- gli oggetti esposti, siano relegati nei ma- derà ad un censimento generale del pa- gazzini e pertanto inutilizzati. trimonio delle Gallerie appartenenti allo Art. 2 – Il Ministero della Pubblica Istru- stato o agli Enti locali , con particolare zione, di concerto con i Ministeri finanziari
Pag. 18 | Articoli e con il Ministero degli Affari esteri, ha fa- coltà di indire vendite a pubblica gara… di oggetti artistici e archeologici di proprietà dello Stato… che eccedano dalle possibili- tà di esposizione o utilizzazione culturale. Il 50 % dei proventi netti sarà utilizzato nell’ambito del Ministero della pubblica Istruzione. Il rimanente sarà iscritto nelle entrate generali dello stato”, e aperte an- L'archeologo egiziano Zahi Hawass. che a Governi e agli acquirenti stranieri. Ci furono obiezioni alla proposta Spadazzi: - un domani il patrimonio potrebbe essere riesumato dalle cantine ed esposto al pub- N el Rumach n. 2/2019 ave- vamo dato la notizia di una probabile mostra delle opere sta- blico; - non andrebbero alienati i doni, per ragio- tuarie della collezione Torlonia, fi- ni di ordine morale e di rispetto della vo- nora accatastate negli scantinati lontà del donante; del Palazzo Torlonia in via della - l’enorme costo della mano d’opera spe- Lungara. cializzata necessaria. Ma la proposta non perde il suo valore, Il prof. Salvatore Settis si era di- dalla necessità del censimento generale mostrato fiducioso dell’apertura alla ripartizione dei proventi, ed ebbe an- della mostra nel corso del 2019. che l’appoggio del prof. Romolo Staccioli, La previsione sarebbe stata qua- convinto assertore della necessità di aprire si rispettata: Palazzo Caffarelli, il “mercato bianco” per stroncare l’atti- dal 25 marzo 2020 al 10 gennaio vità clandestina di scavo, il mercato nero e 2021. Poi le opere “avrebbero gi- fornire nuovi mezzi alla ricerca scientifica. rato per il mondo”. Ma rimase lettera morta. Altri Paesi soffrono, o godono, di questo Purtroppo tutto è stato rinviato. problema. Anni fa, in un servizio della RAI, Pensavamo di proporre un in- la giornalista Lorenza Foschini intervistò contro in sede con la dott.ssa Zahi Hawass, all'epoca ministro delle An- Giuseppina Ghini, che ci avreb- tichità dell’Egitto e forse il più autorevole, sicuramente il più mediatico, egittologo al be presentato la mostra e parlato mondo. Durante l’intervista Zahi Hawass della storia della dinastia Torlo- le confidò che nei magazzini sotterranei del nia, per poi programmare la visi- Museo si trovavano ancora alcune vecchie ta a Palazzo Caffarelli. valige, di quelle legate con cinghie di cuoio, Speriamo di poterlo fare il prossi- contenenti sicuramente inestimabili tesori mo autunno. ritrovati durante gli scavi del passato.
Articoli | Pag. 19 Luna romana, riflessioni di storia astronomica ed archeologia aeronautica nell’Urbe Gabriele Gigliotti G iorno 20 luglio 1969: i primi uo- Alegi. Probabilmente come accade già per mini giungono sulla luna, alle ore la storia navale, l’archeologia subacquea e 20:17:40 z, è la missione Apollo 11 soprattutto nell’archeologia industriale, che della NASA , nel cui nome vi è un chiaro ri- vede un approccio multidisciplinare fra sto- ferimento alla classicità. Alle 02:56: 15 z del rici, geografi, geologi, archeologi, architetti 21 luglio il Comandante Neil Armstrong ed ingegneri anche nei secoli a venire ci si (1930-2012) è il primo uomo a mettere accosterà con tal metodo allo studio della piede sul suolo lunare lasciando un im- presenza umana nello spazio. Chissà… Lo pronta immortalata in una celebre foto che stile pionieristico ed interdisciplinare tra- fece il giro del mondo. Alberto Angela, nello smessoci proprio da Ludovico Magrini ci speciale dedicato al 50°anniversario dell’e- suggerisce di essere sensibili a nuove pro- vento, ha definito tale orma come il primo spettive di ricerca. “reperto” attestante il passaggio dell’uomo Una curiosità che spesso gli odierni citta- sulla Luna. dini romani ignorano: l’equipaggio dell’A- Il primato umano nello spazio era stato in- pollo11 era costituito dal Comandante Armstrong, già pilota dell’aviazione nava- vece stabilito nel 1961 dal cosmonauta rus- le, e dagli astronauti Buzz Aldrin (1930) so Jurij A. Gagarin (1934-1968) con la e Michael Collins (1930), quest’ultimo missione Vostok1. Il primo satellite artifi- nato a Roma, da genitori americani essen- ciale intorno alla terra fu sempre sovietico: do il padre in servizio presso l’ambasciata lo Sputnik1 nel 1957. Oltre il fascino in- statunitense, vide i natali in Via Tevere n.16 trinseco dell’esplorazione, a livello storico, dove venne posta dal Comune di Roma, in era anche in atto una competizione geopoli- presenza dello stesso astronauta, una lapide tica tra Stati Uniti e Russia per il controllo commemorativa. della quarta dimensione geografica dopo Cos’era la Luna per gli antichi romani? il trinomio terra,mare,cielo: lo spazio. Esi- “Luna” era il nome dato alla divinità che ste l'“archeologia industriale” e sovente si personificava appunto il corpo celeste, con- parla in ambito aviatorio di “archeologia siderata il corrispettivo femminile di “Sole” aeronautica”, in merito a reperti attestanti personificazione dell’astro solare. La stessa la conquista del cielo da parte dell’uomo, di Giunone era una divinità legata al ciclo lu- cui un esempio classico sono ,ancor prima nare, eredità questa derivata da epoche re- del volo aerostatico pionieristico nella se- mote inerenti i popoli italici primitivi, aveva conda metà del 1700, le lanterne cinesi per anche altre attribuzioni tra le quali Sospita segnalazioni militari già in uso nel periodo ("la propiziatrice"), pregevole a tal riguardo dei triregni (220-280 d.C.). Gli archeologi l’ antefissa giunonica antemnate. Moglie di del futuro si troveranno a trattare una nuo- Giove è rappresentata nel suggestivo affre- va branca: l'archeologia astronautica. sco di Annibale Carracci (1560-1609) Già nel campo delle scienze storiche esiste il "Giove e Giunone" presso la Galleria Far- termine “storia aeronautica” tra i cui espo- nese di Roma, una sonda della NASA, gra- nenti in Italia vi è lo storico prof. Gregory vitante non a caso nell’orbita del pianeta
Pag. 20 | Articoli porte mandandola a sbattere sul retro del tempio di Cerere. Nell’84 a.C. un fulmine lo colpì in concomitanza della morte del con- sole Lucio Cornelio Cinna. La notte del 18 luglio del 64 d.C. venne distrutto dalle fiam- me dell’incendio propagatosi dalla zona del Circo Massimo. La festa della divinità cade- va il 31 marzo. Tra i cultori romani di scien- ze astronomiche vi è sicuramente Plinio il Vecchio (23-79 d.C.) che nella sua celebre “Naturalis Historia” affronta la tematica, ol- tretutto in qualità di comandante della flot- ta di stanza a Miseno (Classis Misenensis) doveva necessariamente conoscere la let- tura del cielo, indispensabile per l’arte della navigazione. Lucio Anneo Seneca (4-65 d.C.) può essere considerato ,per l’epoca, un vero sapiente in materia astronomica. Nella sua opera “Naturales Questiones” ben argo- menta la materia approfondendo in special Giove, porta il nome Juno. Nella mitologia modo le comete. Seneca afferma riguardo greca si vuol la via lattea generata dalle goc- alla luna: “oggi ancora quanti popoli cono- ce del latte fuoriuscito dal seno di Era che scono ancora solo l’aspetto del cielo e non nel corrispettivo romano è Giunone. Nell’arte romana “Luna” è rappresentata con sembianze antropomorfe femminili come Luna crescente su di una biga trainata da due buoi oppure come Siderum regina bicornis, ossia la "Regina degli astri avente due corni", costituiti dalle cuspidi della luna crescente posta sul capo, come ben visibile nella statua della dea Luna o Selene (il cor- rispettivo greco), presso i Musei Capitoli- ni, la dea indossa sopra il chitone (tunica) un himation (mantello) che si gonfia leggia- dro sospinto dall’aria come nell’iconografia tipica delle figure in volo. Sul colle Aventino sorgeva il tempio dedicato alle dea Luna, to- pograficamente la sua collocazione doveva essere sull’estremità settentrionale del colle, sopra la Porta Trigemina chiamata anche Minucia. Probabilmente era un tempio esa- stilo. Fu costruito secondo Tacito sotto il re Servio Tullio ma una sua esatta menzione si ha nel 182 a.C. quando un turbine d’aria di inaudita veemenza scardinò una delle sue Roma, Musei Capitolini. Dea Luna o Selene.
Articoli | Pag. 21 lendario giuliano venne sostituito da quello gregoriano (1582). Introdotto dal pontefice Gregorio XIII su proposta del medico ed astronomo cala- brese Luigi Lilio (Giglio) con la collabo- razione del gesuita e matematico tedesco Christophorus Clavius. Sulla tomba del pontefice, nella basilica di S. Pietro, un bas- sorilievo rappresenta l’approvazione del nuovo calendario. Ancora oggi il calendario è in vigore nella quasi totalità degli stati del Osservatorio astronomico di Monte Mario. mondo. Un altro forte legame intercorre tra l’Urbe sanno perché la luna si eclissi e si copra e la luna, questa volta nella figura del gesu- d’ombra!". Preconizza la venuta di un era ita Angelo Secchi (1818-1878) geodeta, in cui l’uomo sarebbe stato sicuramente più meteorologo ed astronomo insigne, genio consapevole del Cosmo: “Verrà un giorno poliedrico riconosciuto all’epoca anche a in cui ora ciò che è mistero per noi sarà ri- livello internazionale, il quale non mancò schiarato dal tempo e gli studi accurati di molti secoli porteranno alla luce”. d’interessarsi anche di archeologia e pale- Lo stesso Gaio Giulio Cesare subì il fa- ontologia fornendo contributi in tal senso scino delle stelle, formatosi sulle opere del con scritti inerenti l’attività vulcanica dei celebre geografo ed astronomo Ipparco Monti Lepini, l’area di Campomarzio e la di Nicea (II sec. a.C.) il quale curò il più chiesa di S. Pietro in Vincoli. Inventò il “me- accurato catalogo stellare dell’antichità, ed teorografo” strumento unico ed innovativo entrato in contatto per mezzo della cam- per l’epoca nel campo dei rilevamenti me- pagna d’Egitto con le avanzate conoscenze teo che gli valse la medaglia d’oro all’esposi- astronomiche egizie, Cesare scrisse pro- zione universale di Parigi nel 1867. babilmente un trattato il “De Astris”, nello Nel campo geodetico a lui si deve nel 1870 stesso “De Bello Gallico” vi sono tracce di la definizione del meridiano di Roma spo- osservazioni astronomiche cesaree, l’opera stando la base geodetica per rilevamenti stessa di riforma del calendario (46 a.C.) dalla Via Appia (asse viario da cui veniva- che da lui prende il nome “giuliano” denota no effettuati importanti rilevamenti trigo- una pragmatica sensibilità verso le scienze nometrici) a Monte Mario ove tutt’ora è essendosi in ciò rivolto al grande astrono- ubicata la torretta del meridiano. Secchi mo Sosigene di Alessandria cui chiese fu direttore dell’Osservatorio astrono- aiuto per la suddetta riforma. Diverse e mico del Collegio Romano, l’istituto contrastanti comunque le tesi concernenti d’istruzione gesuitica, portandolo a livelli le effettive capacità astronomiche cesaree, il avanzatissimi. Aprì la strada alla moderna grande storico T. Mommsen (1817-1903) astrofisica con la sua fondamentale opera ad esempio tende ad una visione più ne- di classificazione delle stelle secondo il tipo gazionistica, quel che è certo è il fatto che spettrale ossia in base ai colori di cui è com- Cesare non fu indifferente all’applicazione posta la luce che emettono. Studiò anche pratica dell’osservazione stellare. Ambrogio il sole occupandosi sia degli effetti di que- Teodosio Macrobio (IV-V sec.d.C.) auto- sto sull’atmosfera terrestre che nel campo re dei “Saturnalia” fu anch’egli astronomo, meteorologico, distinguendosi nello studio sostenitore della teoria geocentrica. Il ca- delle protuberanze solari. Il 6 marzo 1853
Pag. 22 | Articoli scoprì la cometa C/1853 E1 Secchi. Nel 1865 nel corso dei studi sulla luce inventò il "Disco di Secchi", ancora oggi utilizzato nella limnologia (branca dell’idrologia che studia le acque continentali non correnti come stagni, laghi, paludi) strumento ide- ato per la misurazione della trasparenza dell’acqua. Realizzò nel 1858 una delle pri- me mappature di Marte denominando Syr- tis Major una lunga depressione simile ad un canale. Fu tra i pionieri della fotografia astronomica realizzando il primo atlante fo- tografico lunare (1857) apprezzato in tutto il mondo. Ad Angelo Secchi nel 1988 è stato intitolato l’asteroide 4705, diversi elementi della geografia lunare ed un cratere su Mar- te portano il suo nome. Sul Pincio un suo busto collocato sulla colonnina tracciante il meridiano. Mappa lnare (Unione Astrofili Italiani). La città di Roma ha continuato a mantenere laboratori di ingegneria spaziale della Sa- un legame stretto con l’astronomia, il volo e pienza, ancora oggi esistenti, il prof. Luigi l’aerospazio. Broglio, generale del Genio aereonautico e Nel 1894 il volo in aerostato su Roma del padre dell’astronautica italiana. Capitano del genio del Regio Esercito Mau- L’attuale Osservatorio astronomico di rizio Mario Moris. Presso il Campo di volo Roma si trova a Monte Porzio Catone e nel- di Centocelle venne addestrato da Wilbur la sua sezione distaccata di Monte Mario, Wright, fratello di Orville, gli inventori dell’aeroplano, il Tenente di vascello della presso la quattrocentesca Villa Mellini (già Regia Marina Mario Calderara (1879- osservatorio astronomico), ospita il Museo 1944) che fu il primo italiano a conseguire Astronomico Copernicano e la presiden- il brevetto di volo nel 1910. za dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. Sempre sul campo di Centocelle venne con- Nella capitale ha sede l’Agenzia Spaziale segnata nel 1923 la bandiera alla neonata Italiana. L’astrofisico romano Umberto Regia Aeronautica. Siamo agli albori dello Guidoni fu il primo astronauta europeo a sviluppo dell’aviazione, che apporterà gra- bordo della stazione spaziale internazionale zie all’aerofotografia notevoli sviluppi alle (2001). scienze ivi compresa l’archeologia. Un italiano, il Col.A.M. Luca Parmitano, Nel 1928 venne realizzato l’Aeroporto del ha guidato la stazione spaziale da luglio Littorio (oggi Urbe) ove si sviluppò l’avia- 2109 a gennaio 2020 mentre il prossimo zione civile. Ben visibile dal crinale setten- astronauta italiano sarà il romano Ten. trionale di Antemnae, ubicato i prossimità Col.A.M. Walter Villadei. del Tevere in quanto dotato di un approdo Lo stesso motto araldico dell’Aeronautica per idrovolanti, calati/saliti per mezzo di Militare recita Virtute Siderum Tenus ("Con una gru i cui resti furono reidentificati, co- valore verso le stelle"). Roma parla al cielo perti dalla vegetazione, da Alfredo Stinellis ed alle stelle e le stelle e la geografia astro- oltre un decennio fa. Nel 1957 vi trasferì i nomica parlano latino.
Programma | Pag. 23 Attività mese MAGGIO 2020 Proseguono le visioni di conferenze, corsi, visite virtuali e racconti di viaggi tra- mite collegamenti online. Le relazioni sono curate da Viviana Carbonara, Gianfranco Gazzetti, Giuseppina Ghini, Martina Grillone, Angela Lucchini e spaziano dalla storia alla mitologia, da mostre a musei, dall’arte antica a quella moderna, dalla vita di un tempo a quella di adesso e, naturalmente, illustrano siti archeologici legati al GAR. Il programma, con le istruzioni, date, orari e costi viene trasmesso tramite new- letters e pubblicato nel sito internet del GAR (www.gruppoarcheologico.it), perio- dicamente aggiornato e che vi consigliamo di consultare. Le manifestazioni si svolgono all'aperto seguendo tutti gli accorgimenti igienico sanitari secondo le disposizioni governative Attività mese GIUGNO 2020 Domenica 7 Archeotrekking Punta Gianola Responsabile: Gianfranco Gazzetti Ore 7.30 - P.zza Bologna, auto proprie, costo info segreteria Domenica 14 Escursione a Sorrento e Minori Responsaile: Gianfranco Gazzetti Ore 7.30 - P.zza Bologna, auto proprie, costo info segreteria Sabato 27 Visita serale Enea ed Evandro Responsabile: Gianfranco Gazzetti Ore 20.00 - Bocca della verità, costo € 6.00 Domenica 28 "Operazione Appia", visite guidate lungo l'Appia Antica Guide: volontari GAR Orario partenza gruppi: 10 -11 - 14.30
Pag. 24 | Archeotour / Viaggi didattici Per chi non si accontenta degli itinerari percorsi dal turismo culturale tradizionale Dal 1978 ancora in viaggio... Gruppo Archeologico Romano | Archeotour 2020 QUANDO DOVE costo Settembre 2020 LYCIA E PAMPHYILIA (serie giovani) info segreteria Ottobre 2020 DACIA (ROMANIA) info segreteria Info segreteria: (+39) 06 63 85 256 - info@gruppoarcheologico.it COMUNICATO CAMPI ESTIVI 2020 La situazione si risolverà e riprenderemo tutti a vivere, riprenderemo tutte le attività con rinnovato vigore. Al momento continuano ad essere in programma il Campo junior, i Campi di ricerca previsti per la prossima estate. La direzione del Gruppo ha deciso, per venire incontro a tutti i nostri utenti in questo momento di crisi, di non far pagare la quota di prenotazione in scadenza a fine mese. Per confermare il posto, o chie- derne la disponibilità, sarà sufficiente contattare l’associazione tramite l'e- mail info@gruppoarcheologico.it e compilare il modello che vi sarà inviato. Restiamo a disposizione per ulteriori chiarimenti (+39 339.197.22.30).
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