Maria Omodeo - Unicollege 22 novembre 2019 - Unicollege SSML
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Chi mi ha dato il nome che porto? Perché? Anche fra chi è nato nello stesso posto, nello stesso ambiente, ci sono aspetti molto diversi, come nel caso dell’attribuzione del nome (a qualcuno lo ha scelto la madre, a qualcuno il padre, a qualcuno il fratello o la sorella maggiore o l’infermiera che l’ha aiutato a nascere …)
Interculturalità per me vuole dire… Plurilinguismo per me vuol dire… Quali sono i fraintendimenti possibili quando pensiamo che un termine per tutti noi significhi la stessa cosa ed invece rimanda ad un’idea che in ognuno di noi si è sviluppata in modo diverso?
Impariamo a sospendere il giudizio Come mediatori / mediatrici possiamo fungere da facilitatori all’interno di scuole, centri formativi, ludoteche, servizi educativi in genere per alunni/e, insegnanti, educatori/ educatrici
Ha avuto delle esperienze che lo / la hanno formato, sia in ambito linguistico, sia negli altri ambiti di esperienze, anche se è analfabeta. Il / la MLC deve valorizzare questo patrimonio: FACCIAMO ALCUNI ESEMPI DI SITUAZIONI CHE POTREBBERO PRESENTARSI: • Il/la primo/prima della classe nel suo Paese che non vede valorizzato (e neppure rilevato) ciò che già sa e che sa fare o utilizzare … eppure gli / le era stato detto che era utile • Il/la bambino / bambina che non ha avuto l’opportunità di andare a scuola prima di arrivare nella classe in cui è (frasi del tipo: “non sa nemmeno leggere” possono essere devastanti) • Il/la bambino / bambina che ha vissuto in modo traumatico il distacco dalle persone con cui ha vissuto fino ad ora • Il/la bambino / bambina che teme di dimenticare la L1 imparando la L2 (o viceversa)
Più piccoli: Più grandi: Meno approccio orale frequente scolarizzati: (elaboriamo bisogno di approccio orale, griglie di formalizzare gli ma anche “abc” osservazione) apprendimenti Più Più estroversi: In piena fase scolarizzati: rischio di del silenzio: trattativa fossilizzazione (rispettiamo sugli di errori le strategie obbiettivi individuali)
SAREBBE BELLO FARE UN LAVORO DI GRUPPO Scuola del quartiere “Egiziano” di Scutari - Albania
Un esempio storico : Nella rappresentazione di un universo armonioso, Poliphilo deve scegliere nel suo sogno tra Venere (Mater Amoris), Gloria Mundi o Gloria Dei. Poliphilo sceglie Mater Omodeo - Napoli 6 giugno 2014 Amoris
A AFFETTO IDENTITA’ MAMMA FONTE CASA FAMIGLIA PRIMA COMUNICAZIONE
B CASA SICUREZZA identità nazionale lingua standard comunicazione per interesse e per l’ambito / contesto LINGUA UFFICIALE E DI SCOLARIZZAZIONE LINGUA CHE IDENTIFICA LA PERSONA - PERSONALIZZATA
C Lingua nativa / naturale Lingua standard / Nazionale – dialetti Si impara in età infantile – in modo naturale Origine della famiglia – lingua che si parla in casa Contesto socio – culturale Contesto emotivo – psicologico Famiglia Casa
Secondo mattoncino della nostra riflessione: Un approccio interculturale nel luogo / Paese dove opero posso applicarlo a … Fare attenzione e far porre attenzione ad aspetti connotati dal punto di vista culturale: abbiamo visto le ambiguità di riferimenti iconografici (ad es. in fumetti, immagini di libri di testo per bambini ….), o la differenza dei gesti. Ma anche i riferimenti simbolici possono essere differenti.
Oggi, nel bene o nel male, la globalizzazione ha abbattuto molti dei possibili fraintendimenti collegabili a locali visioni del mondo
Elementi simbolici diversi a seconda di dove e con chi siamo cresciuti, rimango no e vanno tenuti in consider Omodeo - Napoli 6 giugno 2014 azione
Il drago all’italiana: un’altra rappresentazione simbolica capovolta Quanto incidono nelle nostre quotidianità Raffaello Sanzio lavorative (1483-1520)
Per una persona arabofona la sequenza di immagini va da destra a sinistra, analogamente a quanto accade nella lettura e scrittura. Anche quando il bambino sa leggere un libro italiano, può accadere che legga le immagini da destra a sinistra. L’insegnante italiano che vede un bambino mettere immagini in sequenza ‘capovolta’ potrebbe pensare che ha ‘problemi di logica’
In sintesi, il/la MLC deve sempre osservare la massima neutralità interpretativa, ricordando i molti episodi in cui si è detto/a «non ci siamo capiti», anche quando il contesto non era plurilingue. Facilitare la costruzione di un contesto dialogico vuol anche dire ricordarsi sempre del rischio di non costruire una reale condivisione.
• Paola Giorgis, Diversi da sé, simili agli altri – L2, immaginazione e letteratura come pratiche di pedagogia interculturale, ed. CISU, Roma 2013 • Francesca Gobbo (a cura di), Processi educativi nelle società multiculturali, ed. CISU, Roma 2012 • F. Gobbo, Il cooperative learning nelle società multiculturali: una prospettiva critica, Unicopli, Milano 2010 • Dick Allwright, Kathleen M. Bailey, Focus on the Language Classroom, Cambridge University Press, Cambridge – New York,1991 • M. Abdallah-Pertceille, Communication interculturelle, apprentissage du divers et de l’alterité, intervento al “Congrès international Année Europeenne du dialogue interculturel: communiquer avec le langues-cultures”, Université Aristote, Tessaloniki GR, in http://www.frl.auth.gr/sites/congres/interventions.htm (2208) • P.E. Balboni, Le sfide di Babele: insegnare le lingue nelle società complesse, UTET Libreria, Torino 2002 • M. Omodeo, La scuola multiculturale, Carocci, Roma 2002 • http://www.edu.gov.on.ca/eng/literacynumeracy/inspire/research/cummins.pdf
GRAZIE MILLE
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