LA RISCOPERTA DELLA SALA DELLE ASSE - 504 giugno | luglio agosto 2019 - Italia Nostra
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504 giugno | luglio agosto 2019 Associazione Nazionale per la tutela del Patrimonio Storico, Artistico e Naturale della Nazione LA RISCOPERTA DELLA SALA DELLE ASSE ANCHE GRAZIE A ITALIA NOSTRA NUOVA LUCE SUL CAPOLAVORO DI LEONARDO AL CASTELLO SFORZESCO
2 sommario EDITORIALE Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Roma il 6 marzo 1957, n°5683 Sped. A.p., art. 2 c. 20/b 45% legge 3 La controversa questione dei prestiti delle opere d’arte 662/96 Filiale di Roma DIRETTORE Luca Carra MARIARITA SIGNORINI REALIZZAZIONE GRAFICA – STAMPA IL CASO 4 Liberiamo Venezia dalle crociere LIDIA FERSUOCH SEDE Viale Liegi, 33 – 00198 Roma – tel. 068537271 fax 0685350596 L’APPELLO P.I. 02121101006 – C.F. 80078410588 e-mail: italianostra@italianostra.org 6 Firma la nostra petizione contro i fanghi in agricoltura e-mail redazione: comunicazione@italianostra.org sito internet: www.italianostra.org 7 Contro la disgregazione del Paese fermiamo ADESIONE A ITALIA NOSTRA 2019 quota comprensiva delle spese di spedizione rivista l’autonomia differenziata GUIDO DONATONE, FRANCESCO IANNELLO SOCIO ORDINARIO: quota annuale euro 35,00 – quota triennale euro 90,00 LA SCOPERTA SOCIO FAMILIARE: quota annuale euro 20,00 – quota triennale euro 50,00 8 Nuova luce sulla Sala delle Asse LUCA CARRA SOCIO GIOVANE (inferiore 18 anni): quota annuale euro 10,00 – quota triennale euro 25,00 SOCIO ORDINARIO STUDENTE (fino a 26 anni): 12 L’altra pergola, omaggio a Leonardo FILIPPO PIZZONI quota annuale euro 15,00 – quota triennale euro 40,00 SOCIO SOSTENITORE: DOSSIER quota annuale euro 100,00 – quota triennale euro 270,00 SOCIO VITALIZIO: euro 2.000,00 (una tantum) 14 Riorganizzazione del MiBAC: le nostre osservazioni SOCIO BENEMERITO: quota annuale euro 1.000,00 EBE GIACOMETTI, CESARE CROVA, PIETRO GRAZIANI, MICHELE CAMPISI, RITA PARIS, ENTE SOSTENITORE: quota annuale euro 250,00 DANIELE MANACORDA, CARLO PAVOLINI, FERRUCCIO FERRUZZI, GIANNI BULIAN, SOCIO ESTERO: quota annuale euro 35,00 AGOSTINO BURECA, PAOLO SALONIA CLASSE SCOLASTICA: quota annuale euro 25,00 Versamenti su c.c.p soci n°48008007 oppure bonifico bancario IBAN MANIFESTAZIONI IT16D0200805283000400039817 intestato a Italia Nostra – Roma 20 Un successo la prima Settimana del Patrimonio culturale Per informazioni su abbonamenti alla rivista FLAVIA CORSANO per i non soci: Servizio abbonati – viale Liegi, 33 00198 Roma – Tel. 0685372723 Finito di stampare: luglio 2019 LA PREMIAZIONE ITALIA NOSTRA ONLUS ASSOCIAZIONE NAZIONALE PER LA 22 Assegnati i premi dei concorsi nazionali per le scuole TUTELA DEL PATRIMONIO STORICO, ARTISTICO E NATURALE DELLA NAZIONE PATRIZIA DI MAMBRO (riconosciuta con D.P.R. 22 VIII-1958, n. 1111) PRESIDENTI ONORARI Desideria Pasolini dall’Onda, Nicola Caracciolo IL PROGETTO PRESIDENTE Mariarita Signorini 24 Le vie dei Medici PATRIZIA VEZZOSI VICE PRESIDENTI Alberto Ferruzzi – Ebe Giacometti Teresa Liguori CONSIGLIO DIRETTIVO Federico Anghelè – Sonia Barison 25 Una rete di luoghi medicei minori CECILIA PACINI Edoardo Bartolotta – Giovanni Bassi – Antonella Caroli Rodolfo Corrias – Cesare Crova – Giovanni Damiani Luigi De Falco – Marco Di Fonzo – Alberto Ferruzzi 26 VAL.o.R., un progetto per i territori Luigi Fressoia – Marina Foschi – Ebe Giacometti Giacinto Giglio – Liliana Gissara – Maria Rosaria Iacono ADRIANO PAOLELLA, MAYA BATTISTI Vitantonio Iacoviello – Maria Cristina Lattanzi Teresa Liguori – Maria Paola Morittu – Filippo Pizzoni Maria Gioia Sforza – Mariarita Signorini LA CAMPAGNA GIUNTA Giovanni Bassi – Cesare Crova 27 Tuteliamo le nostre stazioni ferroviarie Marco Di Fonzo – Alberto Ferruzzi – Ebe Giacometti Maria Rosaria Iacono – Teresa Liguori – Maria Paola Morittu MARIARITA SIGNORINI, LILIANA GISSARA, MASSIMO BOTTINI, MASSIMO FERRARI Mariarita Signorini COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI Virginia Ambruosi Nicola Scalzini – Francesco Cantillo LA LISTA ROSSA COLLEGIO DEI PROBIVIRI Luigi De Lisio 29 La Chiesa di Vitavello SEZIONE DI ASCOLI PICENO Giancarlo Pelagatti – Maria Adele Teti AMMINISTRAZIONE E RESPONSABILE UFFICI Mauro Di Bartolomeo UNA GRANDE EREDITÀ SOCI E ABBONATI Emanuela Breggia 30 Giorgio Nebbia, profeta della società neotecnica SEGRETERIA DI PRESIDENZA Andrea De Angelis Roberta Giannini 31 Elda Cerchiari, con lei l’arte parlava a tutti SEGRETERIA GENERALE Luciano Marco Blasi – Dafne Cola Jessica Continenza LUISA TOESCHI Il pensiero ufficiale dell’Associazione sui diversi argomenti è espresso nell’editoriale. Tutti gli altri articoli rappresentano l’opinione dei rispettivi autori. Normativa sulla Privacy: IN COPERTINA ai sensi del D.L. 196 del 30/06/03 i dati sono raccolti ai soli fini associativi e gestiti con modalità cartacea ed elettronica da Italia Nostra. In qualunque momento Lei Rendering dell’angolo di sud-est della Sala delle Asse con la sovrapposizione potrà aggiornare i suoi dati o cancellarli scrivendo ai nostri uffici di Viale Liegi, 33 – 00198 Roma del disegno della Pergola di gelsi ‒ realizzata su progetto di Filippo Pizzoni nel Cortile delle Armi del Castello Sforzesco ‒ per la proiezione multimediale “Sotto Stampato su carta ecologica senza uso di sbiancanti chimici l’ombra del Moro. La Sala delle Asse” a cura di Culturanuova - Massimo Chimenti, realizzato per la mostra “Leonardo mai visto”, in programma al Castello Sforzesco ISBN 978-88-492-3396-4 di Milano fino al 12 gennaio 2020. Disegno di Max Casalini.
editoriale | 3 La controversa questione dei prestiti delle opere d’arte M esi fa da Presidente di Italia No- di una determinata e organica sezione di MARIARITA SIGNORINI stra ho convintamente sottoscrit- un museo, pinacoteca, galleria”; beni per Presidente nazionale to l’appello al Ministro Bonisoli i quali la legge non lascia campo a dubbi di Italia Nostra perché evitasse il trasferimento a Capodi- riguardo all’obbligo di vietarne l’uscita dal monte delle “Sette opere di Misericordia” di Ca- territorio italiano1: Arte romana, Venere de’ ravaggio dalla Cappella del Pio Monte della Medici; Arte romana, Vaso Medici; Arte roma- Misericordia, sua sede naturale e luogo per na, Doriforo (torso in basalto verde); Cima- cui è stato concepito. Mi rendo conto che bue, Maestà; Duccio, Maestà; Giotto, Mae- la questione dei prestiti sia assai delicata. stà; Simone Martini, Annunciazione; Gentile Personalmente preferisco che a spostarsi da Fabriano, Adorazione dei magi; Masaccio, siano le persone, tuttavia questo è un prin- Sant’Anna Metterza; Paolo Uccello, Battaglia cipio, consapevole e prudente, ma la real- di San Romano; Domenico Veneziano, Pala di tà offre anche l’occasione per giustificare Santa Lucia de’ Magnoli; Piero della Francesca, il contrario: ci sono stati spostamenti di Dittico dei Duchi di Montefeltro; Parmigianino, opere d’arte senza i quali tante mostre di Madonna del collo lungo; Caravaggio, Medusa; qualità, e soprattutto il raffronto di testi e Botticelli, Nascita di Venere; Botticelli, Pri- sui testi, non avrebbero avuto la possibilità mavera; Leonardo e Verrocchio, Battesimo di di aver luogo. Il dibattito tra chi è favore- Cristo; Leonardo, Annunciazione; Leonardo, vole e chi contro non avrà mai fine, non si Adorazione dei magi; Michelangelo, Tondo Do- tratta di banalizzare, ma le ragioni di volta ni; Raffaello, Leone X coi cardinali; Raffaello, in volta in campo possono legittimamente Madonna del cardellino; Tiziano, Venere d’Urbino. far scegliere soluzioni diverse. Una lista stringatissima, certo, che potreb- Ho avuto per più di 20 anni l’onore di poter be apparire incompleta, ma era un primo lavorare agli Uffizi, e di quella bella sta- passo indispensabile che gli Uffizi indicas- gione della Galleria ricordo con piacere di- sero quali opere corrispondevano ai requi- rettori eccellenti come Annamaria Petrioli siti di quella legge e fossero emblematiche Tofani e Antonio Natali. All’epoca, era il dell’espressione figurativa occidentale d’o- 2007, dopo che l’Annunciazione di Leonar- gni tempo. Opere che non potevano essere do, per volere dell’allora Ministro Rutelli, esposte ai rischi inevitabili e di varia entità partì per una mostra a Tokyo, venne stilata che ogni trasferta comporta e ritenute per dallo stesso Natali una lista di opere che questo inamovibili. Quella lista rappre- non potevano viaggiare all’estero e, tutte sentava cioè un punto fermo nella politica le volte che un’opera veniva domandata della conservazione, eppure il ministero in prestito, la Galleria era tenuta a espri- per i beni culturali non l’ha mai vidimata mere il proprio parere, che si fondava su – come invece succede a altre importanti molteplici elementi di valutazione, quali raccolte straniere – lasciando quindi tutto lo stato di conservazione, le grandi dimen- a discrezione del successivo Direttore. sioni, l’unicità dell’opera nell’ambito della Che dire, mentre fuori d’Italia la conces- 1 La lista, collezione, la rarità dell’artista, i rischi di sione dei prestiti è molto oculata, ai nostri comunicata al trasporto, il danno alla coerenza dell’asset- musei spesso arrivano invece richieste che Ministero per i Beni e le attività to museografico, il tenore scientifico della non andrebbero neppure prese in conside- culturali, era mostra per cui il prestito era stato chiesto. razione, politicamente e scientificamente stata stilata senza Anche uno solo di questi elementi era suf- inammissibili, come la recente richiesta tener conto né delle dimensioni ficiente per un parere negativo. (negata fortunatamente) dell’uomo vitruvia- delle opere, né La lista conteneva marmi e dipinti degli Uf- no di Leonardo per una mostra a Parigi. Si del loro stato di conservazione, né fizi che, a giudizio del direttore Natali, ri- auspica che una nuova sensibilità del Mi- d’altro che esulasse spondessero ai requisiti del comma 2 lettera nistero, a guida di Alberto Bonisoli, metta dalla prescrizione b) dell’articolo 66 del Decreto legislativo 22 finalmente dei punti fermi, magari stilan- giuridica (vedi Bollettino degli Uffizi gennaio del 2004 (numero 42), attinente ai do un elenco di opere sul modello di quanto 2006-2007, Centro Di, “beni che costituiscono il fondo principale fatto anni fa agli Uffizi. T Firenze 2008).
4 il caso Liberiamo Venezia dalle crociere I LIDIA FERSUOCH l 24 giugno la Presidente nazionale e la che sta dando i suoi frutti. In campo San Presidente di Italia Nostra Sezione di Venezia hanno tenuto una Bortolomeo, cuore della città, nella vetrina Venezia conferenza stampa nella sede della della farmacia esiste da oltre un decennio stampa estera, a Roma, per presentare il un display, il “contaveneziani”, che im- Dossier preparato dalla Sezione per con- placabilmente snocciola il rosario di una futare il Report consegnato all’Unesco dal veglia funebre. Il sindaco attuale in cam- Sindaco di Venezia. Il sito Venice and its Lago- pagna elettorale aveva promesso 30 mila Ipotesi dei percorsi on infatti è sotto osservazione a seguito del- nuovi cittadini; al momento del suo inse- delle navi (2019). la nostra richiesta, formulata nel 2011, di diamento nel giugno del 2015 i veneziani Mappa a cura della Sezione di Italia Nostra Venezia inserirlo nella Danger list dei siti Unesco in erano 56.072, quattro anni dopo ne restano e Dafne Cola pericolo. La conferenza stampa si è tenuta 52.625. I residenti effettivi sarebbero tutta- Percorso attuale delle navi crocieristiche Canale Vittorio Emanuele III Percorso di cui il Comitatone del 7.11.2017 ha chiesto un approfondimento Percorso interno alla Laguna nell’ipotesi Chioggia Ipotesi di cui il ministro Toninelli ha chiesto un approfondimento 1. Bocca di Lido 2. Avamporto galleggiante alla vigilia della Sessione annuale dell’Or- via 2.000 unità in meno dei dati ufficiali, 3. Venis Cruise 2.0 ganismo, svoltasi a Baku, che ha deciso, secondo le stime per l’anno 2017 dell’asso- 4. San Nicolò di Lido 5. Lido senza alcuna discussione, di concedere un ciazione ResetVenezia. Stiamo dunque per 6. Bocca di Malamocco altro anno di proroga. Il nostro Dossier, scendere sotto le 50 mila unità. Troppo po- 7. Santa Maria del Mare per chi volesse conoscere la drammatica chi per avere un qualche peso. 8. Pellestrina situazione di Venezia e della sua Laguna, Ogni giorno appaiono all’orizzonte nuovi 9. Bocca di Chioggia 10. Chioggia è reperibile nella pagina web nazionale*. progetti di grande impatto, beatamente 11. Val di Rio Quel che preme ora, e alla vigilia di una ignorati dall’Unesco, in città e in Lagu- 12. Canale Malamocco- tanto temuta decisione del ministro To- na. Il Demanio è uno degli artefici mag- Marghera o dei Petroli ninelli sulle grandi navi, è illustrare la giori della trasformazione di Venezia in 13. Canal Fisolo 14. San Leonardo posizione della Sezione sulla “questione un enorme albergo senza più cittadini: in 15. Marghera Canale Nord Venezia”, che deve essere affrontata nella questi giorni, col plauso delle autorità, ha 16. Pili sua interezza per poter veramente supera- presentato un progetto di riconversione 17. Canale Vittorio re, ridimensionandolo, il problema delle dell’ex Ospedale al Mare, al Lido, in due Emanuele III 18. Stazione Marittima grandi navi. resort di lusso da 500 stanze. E il consiglio 19. Fusina L’incremento del traffico croceristico senza comunale ha recentemente approvato la alcuna pianificazione che ne valutasse co- costruzione ex novo al Tronchetto di un sti e benefici non è che l’aspetto più appari- albergo da altrettante stanze. È uno stilli- scente dell’attacco alla città e alla Laguna, cidio continuo, e ogni giorno due case di- * Vedi al link https:// considerati beni a disposizione di ogni pro- ventano alloggi turistici. Le navi fra poco www.italianostra. org/europa-nostra- getto di sfrenato sviluppo. Il declino del- approderanno in un unico, grande parco chiede-allunesco- la residenzialità, di soggetti attivi come i di divertimenti. di-rivedere-la- cittadini che possano contrastare la siste- Ma finché siamo vivi, vale la pena di non propria-posizione- sulle-grandi-navi-a- matica spogliazione di Venezia, sembra arrendersi ancora. Ancora ci preme, nell’a- venezia/ rientrare in un progetto di lungo periodo gonia e nella tristezza generale, la Laguna:
il caso | 5 la sua funzionalità, la sua bellezza, il suo co-balneare che verrebbe schiacciata dalla respiro, per citare i grandi idraulici della presenza di un porto altamente inquinan- Serenissima. E, ripetiamo, la Laguna non te. Senza contare la totale mancanza di è una distesa d’acqua, ma una variegata infrastrutture nei due ultimi siti. Mentre alternanza di acque e terre, a quote diverse. quest’articolo stava per andare in stampa Questa ricchezza di forme la fa vivere, con- è giunta l’informazione che il ministro ha sente il ricambio dell’acqua con le maree e scelto di valutare una quarta ipotesi, pe- la rende un ambiente favorevole a moltissi- raltro provvisoria, a Fusina. Dunque in La- me specie. Le grandi arterie di navigazio- guna e sul Canale dei Petroli, con gli stessi ne escavate nel secolo scorso per necessità sicuri effetti demolitori della morfologia delle industrie, quali il Canale Malamoc- lagunare dell’ipotesi Marghera. Restano co-Marghera o dei Petroli, con il traffico i progetti forse meno devastanti in bocca che vi si svolge, hanno indotto erosione, di Lido, non considerati dal ministro: il fatto sparire la rete dei canali naturali e terminal addossato alla sponda nord della creato un cratere nella Laguna Centrale, bocca di Lido, comunque di notevole im- che sta perdendo le sue caratteristiche. patto e che prevede escavi considerevoli, Per questo è impensabile collocare l’appro- e l’avamporto galleggiante, removibile, do delle navi a Marghera, progetto caro al ubicato nella mezzeria del già profondo sindaco ma non al ministro: significhe- canale portuale e quindi non necessitante rebbe gravare il Canale dei Petroli, per il di scavi invasivi. quale transitano già le navi commerciali, Italia Nostra, tuttavia, ha sempre resistito di un carico di ulteriori 1.000 passaggi di alla sirena terrorizzante del “pieghiamo- navi l’anno. Il canale verrebbe raddoppiato ci alla soluzione di minor impatto prima e rinforzato con pietrame, dividendo la La- che devastino la Laguna per sempre”. Ha guna Centrale in due bacini separati. Un sempre avuto il coraggio, contro corrente, primo intervento di marginamento del di sostenere che è il “modello Venezia” a canale è stato oggetto di un ricorso al Tar dover essere ripensato e riscritto. Di questa da parte della nostra Associazione. Ancor croceristica, di questo turismo di rapina peggio, come si può intuire, la soluzione Venezia non ha bisogno. di far proseguire le navi da Marghera alla Gli studi del professor Giuseppe Tattara, Stazione Marittima di Venezia attraverso economista dell’ateneo veneziano, affer- il canale Vittorio Emanuele. Questo ca- mano che per questa portualità ogni abi- nale andrebbe escavato e ampliato e non tante sostiene un costo di circa 3.500 euro si saprebbe dove allocarne i fanghi, estre- all’anno, senza contare i danni al patrimo- mamente inquinati, essendo vietato dal- nio culturale, per le pietre secolari che si la legge speciale costruire altre discariche solfatano e si disgregano, e i rischi per la in Laguna. I tre progetti ritenuti degni di salute, che sono elevati: la rivista «Tran- approfondimenti dal ministro Toninelli, sport&Environment» di giugno stima che al di là di ogni corretta procedura, non Venezia sia la più inquinata città portuale sono migliori: le dinamiche di erosione d’Italia e la terza d’Europa. e di sparizione della morfologia laguna- Non esiste dunque una soluzione per la re si riproporrebbero spostando l’approdo croceristica, non si può trovare una via al- delle navi a Chioggia, che non ha fondali ternativa per far giungere le grandi navi. profondi, necessiterebbe di grandi escavi In una Laguna delicata e in una città come e il cui terminal croceristico avrebbe quasi Venezia non possono entrare. L’unica pos- le dimensioni della stessa città di Chiog- sibilità per non perdere posti di lavoro è di gia. Devastazioni nemmeno pensabili si riconvertire la Marittima a una portualità creerebbero nel caso della scelta di Santa diversa, per piccole navi e yacht (dotati di Maria del Mare, a Pellestrina, nella piat- filtri antiparticolato) e imbarcazioni a vela. taforma artificiale costruita come cantiere Un tale terminal, nel cuore della città, con del Mose (piattaforma che lo Stato italiano servizi di eccellenza, sarebbe senza dubbio si è impegnato con la Comunità Europea di grande attrattiva. a distruggere, pena un’altra infrazione Ma investire risorse, energie, competenze e essendo il luogo tutelato). Parimenti im- scommettere sul diverso futuro di un luogo pensabile l’ipotesi di San Nicolò al Lido (in abbandonato allo sfruttamento più rapace, area protetta), isola a vocazione turisti- qual è Venezia oggi, appare utopia. T
6 l’appello Firma la nostra petizione contro i fanghi in agricoltura Nelle maglie di una legislazione vetusta, FERMIAMO LO SMALTIMENTO SUL SUOLO basata sulle limitate conoscenze scienti- AGRICOLO DI QUESTI FANGHI PERICOLOSI fiche di 40 anni fa, i fanghi dei depurato- ri delle fognature urbane, anziché essere No ai fanghi di rifiuto dei depuratori nei smaltiti come rifiuto, vengono sparsi sui nostri campi. Non vogliamo rischi sulle suoli dove si pratica l’agricoltura. nostre tavole! Il “Decreto Genova” varato a seguito del crollo del Ponte Morandi, conferma que- VAI SU CHANGE.ORG: https://www.chan- sta situazione e all’art. 41 fissa limiti ge.org/p/giuseppe-conte-no-fanghi-di-ri- assai elevati per alcuni parametri che f iuto - dei- depurator i-nei-nostr i- cam- genericamente includono anche sostan- pi-no-rischi-sulle-nostre-tavole ze pericolose per la salute umana e per l’ambiente. Per saperne di più leggi il REPORT: “Docu- I fanghi dei depuratori potrebbero rende- mento sullo spandimento dei fanghi deri- re i suoli contaminati e compromettere la vanti dagli impianti di depurazione biolo- qualità degli alimenti, mentre controlli gici delle acque reflue urbane in Italia” (a Staino torna a sostenere Italia adeguati sono realisticamente impossibi- cura di Giovanni Damiani per Italia Nostra) Nostra con una li. Tutto questo per permettere di ridurre su https://www.italianostra.org/nofan- vignetta per la petizione: GRAZIE le spese alle società che gestiscono i de- ghipericolosi-sisalute-firma-la-nostra-pe- MILLE! puratori. tizione-su-change-org/
l’appello | 7 Contro la disgregazione del Paese fermiamo l’autonomia differenziata È sorta la nuova, drammatica questione teri e le maggiori risorse alle Regioni ricche, GUIDO DONATONE meridionale: l’autonomia differenziata. Una che faranno aumentare il già forte divario Presidente Italia Nostra legge, promossa dalla Lega, che il go- tra Nord e Sud. Per fortuna c’è stata ora la Napoli verno si appresta ad approvare. Un tenta- ferma opposizione dei Sindacati unitari, ri- FRANCESCO IANNELLO tivo di disgregazione del paese che pone a uniti a Reggio Calabria. Ma non basta. Per Segretario generale Assise serio rischio la stessa unità nazionale. L’au- affrontare la grave situazione bisogna bloc- di Palazzo Marigliano tonomia differenziata, richiesta dalle Regioni care questo micidiale progetto. Denunciare Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna l’attacco alla Costituzione, all’unità e alla (ma tentano di inserirsi pure dei governa- coesione del Paese. Chiediamo pertanto a tori meridionali per appropriarsi anch’essi tutti gli italiani – e soprattutto ai meridio- di poteri dello Stato), costituisce una mo- nali – di sospendere il loro sostegno alla Le- difica strutturale peraltro irreversibile: ga fino a quando non verrà definitivamente il trasferimento alle Regioni di funzioni bloccata la deriva separatista, che rinnega il amministrative e poteri legislativi in di- sangue dei grandi italiani che hanno dato la verse materie, come la tutela della salute, vita nel Risorgimento per l’Unità d’Italia. T la produzione e la distribuzione dell’ener- gia, l’ambiente, fino alla tutela dei beni Hanno già aderito: culturali (ad esempio i Soprintendenti ai Aldo Masullo, Tomaso Montanari, France- monumenti, alla archeologia, e ai beni sco Caglioti, Nicola Spinosa, Anna Falcone, storico-artistici verrebbero nominati dai Anna Imponente, Eugenio Mazzarella, Aldo presidenti regionali). Soprattutto prevede De Chiara, Benedetto De Vivo, Ugo Carughi, che le Regioni a più alto reddito trattenga- Riccardo Rosi, Pasquale Belfiore, Maria Lu- no gran parte delle tasse raccolte nel terri- isa Margiotta, Catello Pasinetti, Gianpaolo torio sottraendole alla fiscalità nazionale, Leonetti, Marcello Lando, Pietro Soldi, An- così creando italiani di serie A e di serie B. tonella Cilento, Raffaella Di Leo, Giovanna Inoltre la regionalizzazione della scuola al- Mozzillo, Luigi De Falco, Renato Ruotolo, tererebbe una delle istituzioni fondamen- Lorenzo D’Albora, Fabio Marcelli, Giovanni tali per la coesione del Paese. Russo Spena, Nicola Capone, Totò Bellavi- È quindi in pericolo la stessa Costituzione sta, Riccardo Mercurio, Pasquale Esposito, democratica. Lo sconvolgente tentativo del Alessandra Caputi, Anna Fava, Nando De separatismo leghista vanifica e stravolge il Sanctis, Enrico Ferrante Donatone, Pino De principio fondamentale sancito dalla Costi- Stasio, Gianmaria e Nora Valente, Giovanna tuzione: l’unità d’Italia. L’autonomia differen- Malquori, Serena D’Albora, Flavia Corsano, ziata cela il principale, vecchio obiettivo per Mariarita Signorini. cui è nata la Lega: la secessione della Pada- Per adesioni e informazioni potete scrivere a nia. Essa verrà raggiunta con i maggiori po- napoli@italianostra.org PREMIO NAZIONALE “UMBERTO ZANOTTI BIANCO-2019” Venerdì 22 novembre 2019 a Roma, in una sede del Senato della Repubblica, verrà conferito il Premio nazionale “Umberto Zanotti Bianco-2019” che, a cadenza biennale, ricorda la figura del cofondatore e primo Presidente dell’Associazione e ci ricollega alle ragioni fondative del Premio, istituito nel 1964. Il Premio, che festeggia nel 2019 la sua XX edizione, è destinato ad un operatore-funzionario pubblico della tutela che si sia distinto per la sua attività nell’ambito della difesa del patrimonio storico, artistico, naturale, paesaggistico del nostro Paese, nel rispetto e nell’applicazione delle leggi di tutela, dall’art. 9 della Costitu- zione al Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio.
8 la scoperta Leonardo da Vinci a Milano Nuova luce sulla Sala delle Asse La mostra “Leonardo mai visto” al Castello Sfor- lato di gelsi a coprire la volta in un intreccio zesco di Milano f ino a gennaio 2020 consente di di rami e foglie, un filo variamente anno- apprezzare il restauro, ancora in corso, del secon- dato nel viluppo vegetale che per diciotto do capolavoro di pittura murale di Leonardo dopo tronchi scende lungo le pareti. Oggi sono il Cenacolo. Anche fra i soci di Italia nostra, pochi emersi anche nuovi disegni preparatori: conoscono il contributo della associazione all’avvio fra i tronchi, s’intravedono rocce, arbusti del restauro. e in lontananza alcune case su colline ap- pena abbozzate. N on sappiamo cosa abbia visto Luca Iniziata nell’aprile 1498, Leonardo la lasciò LUCA CARRA Beltrami quando entrò nella Sala incompiuta perché costretto a lasciare Mi- Direttore del Bollettino delle Asse del Castello Sforzesco lano nel settembre 1499 insieme a Ludovico di Italia Nostra di Milano intorno al 1894. Stranamente il Moro per l’arrivo dei francesi, nuovi pa- nessuna fotografia ne documenta lo stato. droni della città. Eppure, varcando la soglia della sala po- Non è dato sapere dunque in che stato si Sala delle Asse – Volta sta nella torre nordorientale del Castello, trovasse la Sala delle Asse quando il Bel- (dopo i restauri Beltrami capì, grazie ai documenti, che lì trami mise mano al restauro-rifacimento di E. Rusca e di O. probabilmente si trovava un’opera di Leo- del Castello, palestra dei più grandi artisti Della Rotta). Milano, nardo e della sua scuola, coeva al Cenacolo italiani, dal Filarete al Bramante. Eletta Castello Sforzesco - © Comune di Milano, in Santa Maria delle Grazie. Il descialbo a residenza della corte ducale da Ludovico tutti i diritti riservati (Foto effettuato da Paul Müller Walde permise Maria Sforza detto il Moro, il Castello passò Haltadefinizione® 2012) di mettere in luce i resti di un arioso pergo- dai francesi agli spagnoli, quindi agli au-
la scoperta | 9 striaci tornando infine in mani italiane, ghetto, siepi e boschetti, di cui la pergola adibito di volta in volta a fortezza, caser- della Sala rappresentava l’illusionistica ma, stalla. E così anche la Sala fu coperta prosecuzione interna. nei secoli da diversi strati di intonaco. Le feste, nel volgere del 1498 – come la mi- tica festa del Paradiso di pochi anni prima Fino a quando Leonardo non si mise all’o- – erano in realtà ormai un pallido ricordo in pera nell’aprile del 1498, la Sala era rivesti- una corte intristita dalla morte nel 1497 di ta di assi di legno a tutta altezza per ripara- Beatrice per la nascita del terzo figlio, con “Sotto l’ombra del Moro. La Sala delle Asse”. Rendering proiezione multimediale. Progetto di Culturanuova s.r.l. - Massimo Chimenti re la corte di Ludovico dal pungente freddo Ludovico in lutto e sempre più preoccupato umido degli inverni milanesi. Smontate le per la instabilità del ducato e l’incombere “asse” e allestite le impalcature, Leonardo dei francesi. Restava vivo però il bisogno in cominciò probabilmente l’opera dalla volta Ludovico di coronare il sogno di Galeazzo a scendere. Secondo contratto, avrebbe do- Maria Sforza e rafforzare con nuove decora- vuto finire nel settembre del 1498. Cinque zioni la magnificenza di una corte, crocevia mesi paiono un po’ pochi anche per un arti- di dignitari e ospiti di riguardo. sta instancabile come Leonardo, che aveva Ancora sotto l’influenza della recente visita appena concluso il Cenacolo nel refettorio a Mantova, in particolare della Camera de- di Santa Maria delle Grazie, e che prestava gli Sposi del Mantegna, e del viaggio nelle parecchi altri servigi al Moro: l’ideazione ville di delizia Estensi, ricche di richiami di costumi, gioielli, scene per le feste a cor- mitologici, paesaggi e verzure d’ogni ge- te, ma anche macchine da guerra, opere nere, Ludovico aveva affidato a Leonardo urbanistiche, e poi bozzetti, studi su pian- e ai suoi aiutanti l’unica altra sua pittura te, ritratti… Le cose, insomma, andavano murale dopo il Cenacolo, oggi sopravvis- per le lunghe. suta. Leonardo aveva lavorato anche nel- le Salette nere, ma nulla è rimasto di tale L’arrivo di Luigi XII scompaginò i piani an- decorazione. che nella Sala delle Asse, che doveva servire da luogo di ricevimento e di rappresenta- Il fatto che Leonardo abbia forse progetta- zione politica del ducato appena concesso to e contribuito all’esecuzione dell’opera è dall’imperatore Massimiliano I d’Austria. confermato dal ritrovamento della lette- La Sala si trova nella Torre Falconiera giu- ra del cancelliere ducale Gualtiero da Ba- sto a fianco delle stanze private, a pochi scapé, e in particolare da questo passaggio: passi dall’orto ricavato per la moglie Bea- “A la saleta negra non si perde tempo. Lunedì si di- trice d’Este e il Barco (la tenuta di caccia), sarmerà la camera grande da le asse (…) Magistro ingentilita a ridosso del castello da un la- Leonardo promete finirla per tutto Settembre, et che
10 la scoperta per questo si potrà etiam goldere: perché li ponti ch’el probabile omaggio al duca, quindi, ma fara lasarono vacuo de soto per tuto”. anche all’industria del baco da seta, molto Da questa ardita impalcatura sospesa ci si diffusa nel ducato (Ludovico l’aveva appena si era messi a disegnare e poi dipingere a fatto piantare anche nella tenuta di cam- tempera la volta, quando i francesi irrup- pagna, la Sforzesca). Non possono mancare peraltro i significati morali propri del gel- so, la “pianta più saggia” secondo la Storia naturale di Plinio il Vecchio, perché l’ultima a mettere fuori i fiori in primavera, senza rischiare di soccombere alle gelate. Dal mo- rus deriverà il nome che i milanesi diedero alla Sala “dei moroni”. È certo che quando Luca Beltrami lavorò al recupero della Sala, sulla parete nordocci- dentale fosse apparso il disegno di un tron- co che si fa strada fra le pietre di una balza, quasi a volerle divellere secondo il gusto dell’epoca (Mantegna, ma anche Dürer). Preso per un abbozzo più tardo, il monocro- mo (come poi fu chiamato) non fu incluso nel restauro della volta che Beltrami com- missionò a Ernesto Rusca nel 1901. E per fortuna, visto che il restauro della volta fu una ridipintura “di pesante meccanicità”, come scrisse il Berenson, che si sovrappose al capolavoro quattrocentesco, successiva- mente alleggerito da un secondo restauro realizzato nel 1955 da Ottemi della Rotta. Probabilmente, nelle intenzioni di Leonar- do, il tutto doveva giustapporre la miste- riosa forza della Natura rappresentata dal monocromo con la “simmetrica chiarezza dell’ordinamento umano” (ancora Beren- son) della pergola, motivo iconografico ri- preso dagli antichi e divenuto canone nei poeti di corte, che lasciò un segno duraturo nell’arte e nella decorazione di simili sale dei secoli successivi. Sala delle Asse - Volta, pero a Milano nel 1499. In quel momento, Ed ecco come vediamo oggi la Sala nel nuovo particolare dello stemma con tutta probabilità la volta mostrava allestimento della mostra “Leonardo mai centrale (dopo i restauri all’apice lo scudo con gli stemmi inquar- visto” (16 maggio 2019-12 gennaio 2020) con di E. Rusca e di tati degli Sforza (aquila nera e biscione) e cui il Comune di Milano e la direzione del O. Della Rotta). Milano, Castello Sforzesco - degli Estensi (aquile e gigli) da cui si dipar- Castello hanno voluto ricordare il cinque- © Comune di Milano, tiva l’intreccio di foglie e bacche di gelso, centesimo anniversario della morte dell’ar- tutti i diritti riservati (Foto mentre sulle pareti restavano sparse tracce tista. La volta dipinta a pergola, con stemmi Haltadefinizione® 2012) a carboncino di paesaggio da traguardare e quattro targhe commemorative, i tronchi fra i tronchi della pergola. che scendono fino all’altezza di quattro me- La scelta del gelso come specie prevalente tri dove l’opera s’interrompe, incompiuta e della pergola ha molti significati che si in- in parte cancellata da intonaci posteriori fi- trecciano. In latino il gelso è morus, come no a terra; una tribuna da cui si può apprez- il Moro, così chiamato perché scuro (“so- zare da vicino il monocromo restaurato. zo”) alla nascita, come si era lamentata la Il restauro, avviato nel 2013 ad opera dell’O- madre Bianca Maria col marito Francesco pificio delle Pietre Dure di Firenze e che ri- Sforza subito dopo il parto. Il gelso era un prenderà dopo la mostra, ha lavorato pre-
la scoperta | 11 pittura antica in alcune lunette della sala Sala delle Asse – delle Asse con decorazioni vegetali del Ce- Monocromo e particolare nacolo rivelavano, secondo Lucchini, una della radice, post 1498. tecnica di esecuzione simile, per stesure Milano, Castello Sforzesco - © Comune di Milano, successive di pigmenti verdi e colpi di luce tutti i diritti riservati (Foto su una base scura, in terra d’ombra e nero. Mauro Ranzani 2015) Grazie alla collaborazione con la direzione del Castello, Italia Nostra ha dato quindi un contributo alla conoscenza di una delle più importanti opere degli anni milanesi di Leonardo, fornendo le prime evidenze che hanno motivato il grande restauro an- valentemente sulle pareti da cui è stata ri- cora in corso, ora celebrato nella mostra mossa la spalliera in legno risalente all’in- “Leonardo mai visto”. T tervento dello studio d’architettura BBPR negli anni cinquanta, e che ha riportato Bibliografia alla luce con la rimozione delle scialbature Leonardo da Vinci. La Sala delle Asse del Castello degli ultimi secoli i disegni preparatori dei Sforzesco. All’ombra del Moro, a cura di Claudio tronchi nodosi che sorreggono la pergola, Salsi, Alessia Alberti, Cinisello Balsamo, rami, tracce di arbusti e la sorpresa di un 2019. gruppo di case in lontananza. Sulla volta si Leonardo da Vinci. La Sala delle Asse del Castello intravedono alcuni saggi tesi a indagare la Sforzesco. La diagnostica e il restauro del Monocro- pittura originaria sotto le ridipinture suc- mo, a cura di Michela Palazzo, Francesca cessive, che occuperà i restauratori negli Tasso, Cinisello Balsamo, 2017. anni a venire. Maria Teresa Fiorio, Anna Lucchini, Nella Sala delle Asse, sulle tracce di Leonardo, in “Rac- Durante l’inaugurazione della mostra, il colta Vinciana”, Fascicolo XXXII, 2007, pp. direttore del Castello Sforzesco Claudio Sal- 101-140. si ha voluto ricordare fra i vari contributi il meno noto intervento del Fondo Monti della Sezione di Milano di Italia Nostra, che nel 2006 ha reso possibile un primo Il 17 settembre (ore cantiere di studio dell’opera effettuato da 18.00) presso la sede Anna Lucchini sotto la direzione di Maria della Sezione di Milano Teresa Fiorio e in collaborazione con l’O- si terrà un incontro con pificio delle Pietre Dure. Le indagini chi- Claudio Salsi (nella foto) miche e di diagnostica fotografica hanno e i soci di Italia Nostra. mostrato un diffuso inquinamento salino Sempre a settembre che stava pregiudicando irreversibilmen- (giorno e orario da de- te il monocromo, mentre la pergola nella finire) verrà effettuata volta, trasformata dall’intervento di Ru- una visita guidata alla sca, rivelava, attraverso indizi, come parte Sala delle Asse (Castello Sforzesco). Infor- della pittura quattrocentesca fosse ancora mazioni su www.italianostra.org recuperabile. Peraltro, il confronto fra la
12 la scoperta L’altra pergola, omaggio a Leonardo Disegno progettuale del pergolato ambientato nel Cortile delle Armi del Castello Sforzesco di Milano (progetto: Filippo Pizzoni - disegno: Max Casalini). Nella pagina a fianco, la pergola inaugurata il 15 maggio scorso. T FILIPPO PIZZONI ra le numerose iniziative di “Milano e Assessorato al Turismo, Sport e Qualità Consigliere nazionale e Leonardo 500” che celebrano l’ere- della vita) e dalla Soprintendenza Castello di Italia Nostra, dità di Leonardo da Vinci in occasio- Sforzesco, con l’appoggio della Soprinten- Architetto Paesaggista, ne dei 500 anni dalla morte, nel Cortile denza Archeologia, belle arti e paesaggio Storico del Giardino delle Armi del Castello Sforzesco, è stata per la città metropolitana di Milano, è sta- inaugurata lo scorso 15 maggio la Pergola to concretizzato a cura dell’Associazione di Leonardo, riproduzione in scala ridotta, Orticola di Lombardia, con il sostegno di e dal vivo, della gigantesca decorazione ad Civita Mostre e Musei, il supporto tecnico affresco che il Maestro progettò e realizzò di Lucio Rossi Vivai per le piante e di Arte- in parte nel 1498 sulle pareti e il soffitto del- mide per gli apparecchi illuminanti. la Sala delle Asse, nuovamente visitabile Il progetto è nato dal recente studio che ho per la riapertura straordinaria al pubblico, pubblicato su Rassegna di Studi e Notizie. Punti di dopo i restauri. vista sulla Sala delle asse. Ricerche particolari e studi Nella Sala delle Asse, infatti, è rappresen- di contesto, Volume XL, anno XLIV, a cura del tata una specifica tipologia di pergola, o Castello Sforzesco, nel quale approfondivo meglio di pergolato, dove la struttura è re- la decorazione della Sala dal punto di vista alizzata direttamente con l’elemento vege- disciplinare della storia del giardino, per tale: è l’organismo vivente, l’albero stesso, ritrovare i riferimenti storico-paesaggistici opportunamente coltivato e modellato, in- e agronomici che possono essere stati alla trecciando tra loro i suoi rami, e fissandoli base dell’affresco di Leonardo, o i modelli a strutture artificiali, ad essere al contem- che lo possono aver ispirato. po pianta e struttura, a farsi vera e propria Le principali fonti di studio sono i due trat- architettura, un pergolato vivente. tati più importanti per l’epoca, Opus rura- Il progetto, a mia cura e promosso dal Co- lium commodorum, del bolognese Pietro de’ mune di Milano (Assessorato alla Cultura Crescenzi (c. 1230-1235 – c. 1320 ) e La Divina
la scoperta | 13 Villa del perugino Corniolo Della Cornia, dando modo ai visitatori di vedere crescere Pergolato all’impianto vissuto a cavallo tra il XIV e il XV secolo, e sperimentare dal vivo un pergolato rea- e alla maturità (disegni: che descrivono due tipologie di pergolati: lizzato secondo le tecniche antiche in uso Max Casalini) quelli più semplici e veloci erano ottenuti al tempo di Leonardo: frondoso nella bel- facendo crescere, sempre su strutture di la stagione per dare riparo dal sole e spo- legno, la vite o altre piante rampicanti; glio in inverno, a mostrare la sua preziosa quelli più importanti, destinati ai giardini struttura. T di principi regnanti, erano realizzati con determinate specie di alberi i cui rami ve- nivano opportunamente guidati su padi- glioni costruiti in legno. Di entrambi i tipi vi è evidenza nelle illustrazioni di un’altra fonte importantissima, il volume attri- buito a Francesco Colonna e pubblicato a Venezia nel 1499, Hypnerotomachia Poliphili, come l’incisione che illustra un pergolato di agrumi ‒ rappresentato però solo nell’e- dizione francese del 1546 ‒ la cui struttura è realizzata proprio con la tecnica che sta alla base dei pergolati d’alberi, come quel- lo rappresentato nella Sala. Si tratta di una tecnica piuttosto semplice ma che richiedeva molto tempo: si inizia- va costruendo una struttura con un’inte- laiatura di legno, della forma più o meno complessa a seconda di ciò che si desiderava ottenere, e tutt’intorno venivano piantati gli alberi della specie scelta. Man mano che gli alberi crescevano, si selezionavano i nuovi getti che venivano adeguatamen- te legati al telaio per guidarne la crescita secondo la direzione voluta. Crescendo e lignificando, i rami conservavano l’impo- stazione data e, quando la forma era final- mente compiuta, la struttura di legno ‒ che nel frattempo aveva iniziato il suo processo di degrado ‒ veniva rimossa e gli alberi ve- nivano mantenuti in forma continuando a praticare gli stessi interventi annuali di potatura, mirati e calibrati, esattamente come nel caso del famoso pergolato di olmi del Privy Garden a Hampton Court realiz- zato nel 1701, sopravvissuto fino al 1974 e ripristinato con il restauro del giardino tra il 1992 e il 1995. E con questa tecnica è stata realizzata la Pergola al Castello: su una struttura in le- gno che riproduce in scala l’esatta forma della Sala verranno fatti crescere 16 gelsi (Morus alba), come quelli rappresentati da Leonardo, preparati con le corrette pota- ture; nel corso del tempo i rami della nuo- va crescita saranno fissati al telaio della volta, così da ‘guidarli’ nella direzione vo- luta. Nell’arco di due o tre stagioni, i ra- mi avranno raggiunto l’intera copertura,
14 dossier Riorganizzazione del MiBAC: le nostre osservazioni I talia Nostra è stata recentemente chia- in sedute di confronto sui temi proposti con mata, insieme ad altre associazioni, ai l’intento di pervenire a un “documento” da sindacati e ai gruppi rappresentanti dei inviare all’attenzione del ministro in vista soggetti attivi nell’ambito dei Beni Cultu- degli stati generali dei BB. CC. previsti per rali, a partecipare alle comunicazioni del il 17 aprile. vertice (ministro, segretariato generale e Tale gruppo si è riunito nella sede naziona- commissione ad hoc) riguardanti il pro- le dell’Associazione intorno ad un tavolo di getto di nuovo assetto dell’apparato mi- lavoro “aperto”, senza preclusione di idee nisteriale. A tal fine sono state presentate e di orientamenti politici e ideologici, per Roma, Altare della Patria. Foto di Lorenzo Lugliè delle slide predisposte dal gruppo di lavoro garantire la maggior ricchezza dello scam- Il presente documento ‒ a cura (Commissione di studio per lo sviluppo e bio intellettuale e la più ampia informazio- di Ebe Giacometti, l’assestamento organizzativo del MiBAC ne delle opinioni presenti attualmente in Cesare Crova, Pietro nominata con decreto ministeriale del 31 campo. Il presente documento rispecchia Graziani, Michele Campisi, Rita Paris, gennaio 2019). Il materiale esposto nelle le varie opinioni espresse e le conclusioni Daniele Manacorda, varie riunioni è stato in seguito inviato ai condivise. Carlo Pavolini, Ferruccio Ferruzzi, partecipanti in attesa di risposte e propo- Gianni Bulian, ste migliorative che il ministro ha assicu- Sulle premesse metodologiche esposte nel- Agostino Bureca, rato verranno prese in visione e in consi- le slide è stato osservato: Paolo Salonia ‒ nasce dal gruppo di derazione. - Rafforzamento di tutela e valorizzazione del pa- lavoro organizzato Italia Nostra ha ritenuto fosse di estrema trimonio (art. 9 Costituzione) da Italia Nostra importanza, considerato l’entità e la con- Da sempre le due funzioni sono state per monitorare e apportare un fattivo sistenza della problematica, accresciuta considerate strettamente connesse, per contributo alla dall’intenzione dichiarata nei decreti dele- Italia Nostra si tratta di recuperare l’uni- riforma in atto del Ministero per i beni ga proposti al Parlamento in materia di Be- tarietà della tutela e della valorizzazione culturali. ni Culturali, riunire un gruppo di “esperti” come espressione di convergenza verso il
dossier | 15 medesimo obiettivo. Questo principio ri- - Rafforzamento di controllo a livello centrale guarda tutto il patrimonio dello Stato e nonché di misurazione e valutazione della per- degli altri enti pubblici, così come quello formance dei privati. Nel merito di questo punto già la defi- - Migliorare l’organizzazione in un’ottica di effica- nizione “controllo a livello centrale” an- cia ed efficienza utile a facilitare la relazione con i drebbe sostituita con quella di “coordi- cittadini namento delle attività a livello centrale”. Occorre un decentramento delle attività In particolare, sarebbe auspicabile la mi- del ministero in attuazione del principio surazione e valutazione della performance di sussidiarietà prevista anche dalla no- degli uffici in coerenza ai diversi livelli stra Costituzione (art. 118 ultimo comma) operativi della struttura ministeriale. e un rafforzamento del legame tra istituti - Miglioramento conoscitivo e operativo in materia di periferici e territorio. prevenzione del rischio corruttivo e di trasparenza - Aumento del benessere organizzativo anche attra- Principio condivisibile ma di vaga defini- verso formazione e crescita professionale zione negli strumenti da adottare. Roma, Castel Sant’Angelo. Foto di Lorenzo Lugliè Non vengono menzionati elementi per- Alla luce di queste premesse possiamo sin- ché questo principio (ancor che condivi- tetizzare quanto segue: sibile) si sostanzi. 1. No a funzioni operative del segretariato Da quanto è possibile desumere dalle cita- generale che dovrà continuare a svolgere te slide appare, al contrario, un’intenziona- un ruolo di indirizzo e cerniera tra or- lità rigidamente e fortemente accentratri- gano politico e struttura ministeriale. ce, gestita, sia al centro che nelle strutture L’affidamento di compiti operativi al di periferiche al vertice (segretario generale, fuori di tale funzione, porterebbe a una segretariati interregionali, reti museali), confusione di ruoli e a una duplicazione da figure amministrative o di taglio ma- di competenze con il cortocircuito tra gli nageriale, ma sostanzialmente burocra- uffici. tico, con grave penalizzazione delle com- 2. Sempre in tema di centralità, si ritiene petenze disciplinari tecnico-scientifiche, errato il proliferare di Direzioni Genera- viceversa fondamentali per la tutela e il li e stazioni appaltanti. Ciò anche alla riconoscimento di valore del patrimonio luce del prossimo decreto-legge “sblocca culturale nazionale, pubblico e privato. cantieri” o alle modifiche del Codice dei
16 dossier contratti. I segretariati regionali posso- tore” e incardinare il servizio dell’Ispet- no continuare a svolgere le funzioni di torato, adeguatamente rafforzato, alle stazioni appaltanti come le soprinten- Direzioni Generali di Settore. denze entro i limiti previsti dalla legge 5. Riaffermare il principio dell’unitarietà corrente. della tutela e della valorizzazione. La tute- 3. Rispetto a un accentramento delle com- la (intesa non solo come vincolistica ma petenze amministrative nel Segretaria- quale irrinunciabile attività di ricerca e to Generale, si ritiene migliorativo la conoscenza) e la valorizzazione del patri- conferma delle attuali mansioni tecnico monio, restituita al significato primario amministrative dei segretariati regiona- di “riconoscimento di valore” debbono li (per maggiore efficienza ed efficacia agire di concerto e non essere due campi dell’azione dovrebbero ritornare a essere separati, spesso in conflitto. Rivalutare ruoli tecnici di prima fascia) quali indi- in tale ottica il ruolo primario delle so- spensabili organismi di raccordo tra cen- printendenze assicurando alle stesse, tro e periferia e tra le soprintendenze. Per anche per le delicate funzioni di tutela, limiti di spesa e maggiore efficacia ed ef- autonomia e indipendenza dell’approccio ficienza del sistema, alcuni segretariati scientifico. Nell’attività di sorveglianza potrebbero essere accorpati a regioni con- si auspica di rigenerare la figura degli tigue, come ad esempio: il Friuli Venezia Ispettori onorari quale prezioso supporto Giulia unito al Veneto, la Liguria unita nelle attività istituzionali del ministero al Piemonte, l’Abruzzo al Lazio, il Molise e di collegamento tra i territori e le so- alla Campania, la Basilicata alla Puglia, printendenze. Umbria e Marche confluire in un unico 6. Alla luce dei risultati di una riforma che segretariato, confermando per densità di doveva essere sperimentale e di quanto beni, estensione territoriale e specificità verificato con l’istituzione dei Poli, nei geografiche, i segretariati delle regioni quali sono confluiti i musei statali non Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, dotati di autonomia speciale (seppure Calabria e Sardegna. Nell’ambito di detti di rango nazionale ma di minore rile- segretariati devono continuare ad opera- vanza economica rapportata ai f lussi re le Commissioni Regionali per il Patri- dei visitatori), le aree archeologiche e i monio Culturale. beni “minori” (pievi, chiese, monasteri 4. Correlate alle funzioni di indirizzo del ecc.) diffusi sul territorio, non si ravve- Segretariato Generale, appare opportuno dono valide ragioni che giustifichino assicurare alle sue funzioni di vertice il la loro conferma. L’evidenza del palese prezioso contributo dei “Comitati di Set- fallimento dei poli museali è per altro RIORGANIZZAZIONE MIBAC E SOPPRESSIONE ISTITUTI AUTONOMI Italia Nostra e l’Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli esprimono forte preoccupazione per quanto appreso in merito alla soppressione degli Istituti autonomi del Parco Archeologico dell’Appia Antica, del Museo Na- zionale Etrusco di Villa Giulia, della Galleria dell’Accademia di Firenze e del Castello di Miramare di Trieste. Tale previsione, contenuta nella bozza di DPCM sulla riorganizzazione del Ministero, appare sostanzialmente priva di una meditata valutazione della riforma attuata dal precedente Ministro sull’intero assetto orga- nizzativo delle Soprintendenze uniche, dei Poli Museali e degli Istituti autonomi. Nella bozza manca anche ogni puntuale riferimento circa la futura destinazione di questi Istituti e questo crea ulteriori elementi di forte preoccupazione e perplessità. (…) In particolare per le incognite legate al futuro del Parco Archeologico dell’Appia Antica che, persa la sua autonomia appena conquistata, rischia lo smembramento addirittura tra due Soprintendenze, Italia Nostra non potrà che mobilitarsi. Scenderà in campo con un’iniziativa pubblica organizzata dalla sezione di Roma, che ha intrecciato mezzo secolo e più della sua stessa storia e l’impegno dei suoi Presidenti, dirigenti e intere generazioni di soci, in azioni costanti di salvaguardia e tutela di un Bene che il mondo ci invidia. Dal comunicato stampa del 14 giugno 2019 a firma Mariarita Signorini, Presidente Nazionale Italia Nostra, e Rita Paris, Presidente Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli.
dossier | 17 dimostrata dalle diffuse disfunzioni di sposta nel riconoscersi in aree territoriali ULTIM’ORA: nel momento alcuni significativi luoghi dell’arte co- e reti omogenee da aggregare nei progetti dell’andata in stampa me la parziale chiusura della Galleria se- specifici e sviluppati all’interno delle so- apprendiamo che il nese e la chiusura del Museo Nazionale printendenze con uffici ad essi dedicati. castello di Miramare è stato stralciato dal decreto di Arezzo. Rientrati tutti i musei nelle In tale ambito andrebbe praticato il per la soppressione soprintendenze, sarà agevole una so- tanto invocato approccio olistico, inu- dell’autonomia per alcuni luzione di autonomia amministrativa, tilmente perseguito nell’accorpamento istituti. più leggera e funzionale dei consigli di indistinguibile delle competenze disci- Trieste, castello di Miramare (2007). Foto amministrazione e comitati scientifici plinari all’interno delle soprintendenze di Tiesse (public domain, costituiti nei musei. Le Direzioni di reti uniche. Tale obiettivo strategicamente tramite Wikimedia museali interregionali allontanerebbero importante non può essere demandato commons) ancora di più le istanze provenienti dalle a uffici di vertice che non sono in grado comunità e l’auspicata “valorizzazione” di sviluppare la necessaria conoscenza dei beni culturali considerati “minori”. e l’indispensabile contatto con le realtà 7. Tutti i musei, aree archeologiche, com- locali (pubbliche e private). Il Centro do- pendi monumenti e gli altri beni “mi- vrebbe indicare gli indirizzi, individuare nori” dei poli dovrebbero tornare nella le strategie, fornire gli strumenti e moni- piena competenza delle soprintendenze. torare il raggiungimento degli obiettivi; L’occasione della proposta del ministero curare gli accordi quadro a cominciare da ci consente oggi di mettere in discussione reali aperture di dialogo interministe- la capacità dei poli museali di affrontare riale (in primis con il Miur per le attività con una nuova proposizione centralizza- di ricerca e per i programmi scolastici) ta il problema delle monumentalità “mi- lasciando alla periferia le scelte e lo svi- nori”. Queste possono trovare unica ri- luppo dei progetti, che prevedranno col-
18 dossier laborazioni e occasioni di confronto con gata un’autonoma direzione funzionale. le Università e gli Enti di ricerca, con i 10. Recupero delle professionalità tecni- Comuni, con i cittadini e le realtà sociali co-scientifiche e delle specificità di set- ed economiche locali al fine di accresce- tore compromesse con l’istituzione della re la partecipazione alla Cultura, quale soprintendenza unica, frutto della stru- strumento di inclusione sociale. Si ritie- mentale e distorta attenzione mediatica ne doveroso ricordare che la proprietà che ha ingigantito oltre misura gli effet- del patrimonio statale e del demanio ti negativi dei procedimenti burocratici che afferisce al patrimonio dello Stato connessi ai doppi pareri, spesso contra- non è alienabile. Conseguentemente a stanti, seppure giustificati e contestuali questo asserto gli strumenti concessori ai diversi ambiti di tutela (paesaggio, ar- devono rispettare nei modelli organizza- cheologia, architettura). In tali residua- tivi e amministrativi i principi connessi li casi i segretariati regionali potrebbero al valore di “Bene Pubblico”. svolgere il compito di “sportello unico” ed 8. Nell’affermato ruolo centrale del citta- emettere un unico provvedimento rece- dino e nelle sue relazioni con il patri- pendo i pareri delle soprintendenze. Con monio, più volte evocato nel disegno, si le 17 posizioni dirigenziali rinvenienti propone di regolamentare un più diffuso dalla soppressione dei Poli si potrebbero strumento dell’accesso gratuito, o semi ricostituire 17 soprintendenze per l’ar- gratuito o per quanto previsto nei piani cheologia. operativi di valorizzazione, per coloro che 11. Sulla valorizzazione delle professiona- risiedono nel territorio secondo il prin- lità, posta dal ministro al centro del di- cipio del “senso di appartenenza del pa- battito, si osserva che: trimonio culturale alla comunità cui si abolita nella P.A. la vice-dirigenza, ine- appartiene”. sistente, come nel privato, la figura del 9. Per recuperare la perduta coerenza di si- “quadro”, scomparsa nei meandri politi- stema tra soprintendenze e musei è ne- co-sindacali l’autonoma area dei profes- cessario revisionare l’elenco dei musei e sionisti dipendenti, appare sempre più dei beni dotati di autonomia speciale, urgente configurare un soddisfacente stralciando quelli fortemente collegati al inquadramento giuridico-economico e territorio da riassegnare alle soprinten- idonee coperture assicurative per i fun- denze, nell’ottica di una visione dinami- zionari del MiBAC investiti di impegna- ca del museo quale laboratorio culturale tivi compiti (responsabile unico del pro- collegato alla ricerca e non inerte oggetto cedimento, direttore di museo, area ar- di consumo. Si dovrà valutare l’eventuale cheologica, ecc., coordinatore di settore). assegnazione di autonomia ad altre real- 12. È inderogabile che l’assegnazione delle tà cristallizzate e forti attrattori di consi- direzioni degli istituti autonomi avvenga stenti flussi turistici (come ad esempio: per pubblico concorso con commissioni Cenacolo Vinciano a Milano, Tombe Me- che includano anche competenze interne dicee a Firenze, Castel Sant’Angelo e Al- all’amministrazione, non mediante sele- tare della Patria a Roma, ecc.) annullan- zioni e “scelte fiduciarie” del ministro o do l’impropria classificazione di musei e del direttore generale dei musei. siti di serie A e B, attualmente distinti 13. Si osserva positivamente la volontà artificiosamente in posizioni dirigen- di divincolare dai Musei gli Archivi e ziali di prima fascia (in numero di 10) e le Biblioteche i quali devono rientrare seconda fascia (i restanti 22). Resta inte- nell’ambito dei loro nessi disciplinari (le so che dovrà essere sempre garantita la Direzioni Generali Archivi e Biblioteche). piena identità e riconoscibilità del luogo, Nel caso specifico della Biblioteca dell’I- con tutte le caratteristiche del suo percor- stituto Nazionale di Storia dell’Arte si so storico (musei, monumenti e collezio- raccomanda la permanenza della sede ni). Emblematico il caso della modenese nei luoghi della sua storicità che con- Galleria Estense che ha incorporato non sentono con un adeguato progetto la cre- solo la Pinacoteca Nazionale di Ferrara, azione di un servizio/polo di ricerca oggi che nulla ha a che vedere con la storica scandalosamente assente nella Capitale raccolta arciducale, ma perfino la presti- in dissonanza dagli autorevoli istituti di giosa Biblioteca Estense, cui è stata ne- ricerca stranieri: Biblioteca Hertziana,
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