L'anno in Rassegna - Abruzzo Italy

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L'anno in Rassegna - Abruzzo Italy
L’anno in
 Rassegna
                           2017
Collezione delle migliori 30 news internazionali
                   Scritte da
         D’Andrea & Partners nel 2017
L'anno in Rassegna - Abruzzo Italy
L’ANNO IN RASSEGNA
        2017
        Newsletter e pubblicazioni scritte
           da D’Andrea & Partners.

Informazioni selezionate, utili per lo sviluppo del
   tuo business globale e dei tuoi investimenti.

   Scritto dallo staff internazionale D’Andrea & Partners
L'anno in Rassegna - Abruzzo Italy
Premessa
                                         conoscere per crescere

L’Anno in Rassegna 2017 è la collezione delle migliori news
internazionali scritte, pubblicate e condivise – sia online che offline -
dagli avvocati e dai professionisti dello studio legale internazionale
D'Andrea & Partners negli ultimi 12 mesi.

Questo manuale contiene informazioni su questioni legali, investimenti,
business, diritti di proprietà intellettuale, tassazione ed altre news relative
a Cina, Italia, Vietnam, India e Russia, con dati raccolti dai piu’ affidabili
siti di informazione, dallo staff in loco nei vari uffici di D’Andrea &
Partners e dal nostro Russian Desk .

Se vuoi che il tuo business continui a crescere, è necessario tenere il
passo ed essere al corrente di tutti i cambiamenti - nuove leggi, nuove
politiche, nuove tendenze - che influenzano i mercati internazionali.

D'Andrea & Partners non è semplicemente uno studio legale e di
consulenza, è soprattutto un sostenitore del tuo business e ha sempre
dato priorità ai clienti. Mantenerti informato su tutte le novità è parte
della nostra missione: aiutare la tua impresa ad avere successo!

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                         explicit consent of the author.
L'anno in Rassegna - Abruzzo Italy
Indice
  Legale........................................................................ 1

  Investimenti.............................................................. 15

  Business .................................................................... 23

  Proprietà Intellettuale............................................... 32
  56
  Tasse……………………………………………………………………... 40

  Altro........................................................................... 48

                                                                   Disclaimer
                                    Gli articoli contenuti in questo annuario
                              hanno carattere esclusivamente informativo
                                          e non costituiscono parere legale.
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L'anno in Rassegna - Abruzzo Italy
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L'anno in Rassegna - Abruzzo Italy
WeChat Puo’
Essere Utilizzato
 Come Prova?

 WeChat e’ diventata la piattaforma social dove le persone effettuano ogni
 tipo di comunicazione, da quelle private a quelle di affari.

 Come recita un antico proverbio cinese, “ Dove ci sono persone ci sono
 controversie”: dunque, e’ lecito aspettarsi che un uso cosi’ intenso di WeChat
 possa provocare numerosi conflitti. Sorge spontaneo chiedersi: quale valore
 probatorio possono avere le cronologie delle conversazioni su WeChat
 all’interno di un procedimento legale?

 Con questo articolo proveremo a fare maggior chiarezza sull’argomento,
 analizzando i requisiti necessari affinche’ tali documenti possano essere utilizzati
 come prove. Cominciamo!

 Secondo quanto stabilito dalla corrente normativa della Repubblica Popolare
 Cinese, e’ possibile utilizzare la cronologia di una conversazione su WeChat
 come prova, registrata in uno strumento digitale. Rispetto ai mezzi tradizionali,
 materiali o scritti, le prove digitali possono essere piu’ facilmente alterate o
 distrutte. Affinche’ tali conversazioni possano essere introdotte in un processo, e’
 necessario che siano rispettati tre requisiti: l’autenticita’, la rilevanza e la
 legalita’. La cronologia della conversazione deve quindi a) essere autentica b)
 avere rilevanza per la dimostrazione dei fatti oggetto del processo c) rispettare
 i requisiti formali prescritti dalla legge.

 Mentre e’ semplice rispettare il requisito di legittimita’ del mezzo probatorio
 dato che le comunicazioni su WeChat sono intraprese dalle parti in modo
 volontario e consapevole e che le registrazioni di queste non violano le norme
 sulla Privacy (dunque non possono essere considerate illegittime), e’ piu’
 difficile dimostrare che i prequisiti di rilevanza e autenticita’ siano rispettati.
 Stando cosi’ le cose, riteniamo possano essere utili i seguenti suggerimenti:
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1. Conservare tutta la cronologia utilizzando la funzione “Preferito” di WeChat
ed effettuare regolarmente un back up delle conversazioni in modo da
evitare che i dati vadano persi a causa di un malfunzionamento del dispositivo
o del sistema;

2. Accertarsi della veridicita’ dell’identita’ della persona con cui si intraprende
una conversazione; per esempio, potrebbe essere utile chiedere le suddette
informazioni direttamente al proprio interlocutore. Qualora cio’ non sia
possibile, si puo’ provare ad identificare indirettamente l’altra parte attraverso
l’avatar o attraverso i suoi “Momenti”.

3. Assicurarsi che i messaggi scambiati su WeChat siano il piu’ possibile chiari e
precisi. E’ consigliabile usare cautela nell’invio di emoji e immagini. Invece, per
quanto concerne i messaggi audio, e’ preferibile che una comunicazione
scritta riassuma e precisi quanto detto oralmente.

D’Andrea & Partners vi terra’ aggiornati con le ultime notizie sull’utilizzo delle
conversazioni WeChat come prove. Per qualsiasi dubbio o informazione,
contattateci a: info@dandreapartners.com

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Il Legale
 Rappresentante
Nelle Disposizioni
 Generali Del C.C.

  Le disposizioni generali del diritto civile cinese (DGDC), poste in apertura del codice
  civile cinese, sono entrate in vigore l’1 Ottobre 2017. Molte disposizioni riguardano
  la Persona Giuridica e sono state introdotte con l’intento di specificare, migliorare
  e/o modificare le disposizioni del Diritto Societario. Oggi analizzeremo le norme
  inerenti la Rappresentanza Legale.

  1. Legittimazione dell’Attivita’ del Legale Rappresentante

  L’articolo 61 delle DGDC dispone che le conseguenze giuridiche delle attivita’
  svolte dal Legale Rappresentante in nome e per conto di una persona giuridica
  ricadano su quest’ultima. Eventuali limiti che lo statuto pone al potere di
  rappresentanza non possono arrecare danno al terzo in buona fede. In altre parole,
  qualora il Legale Rappresentante concludesse un contratto, in nome della societa’,
  eccedendo i suoi poteri, il contratto sarebbe comunque vincolante per la societa’.

  Nella pratica, i suddetti principi sono stati finora applicati in conformita’ al Diritto
  Societario ed alla Legge sui Contratti; in piu’, adesso le DGDC hanno ulteriormente
  chiarito le conseguenze dell’attivita’ svolta dal Legale Rappresentante secondo il
  Diritto Civile.

  2. Responsabilita’ del Legale Rappresentante

  Prima che entrassero in vigore le DGDC, la legge non specificava chi rispondesse
  per i danni arrecati a terzi dal Legale Rappresentante nello svolgimento delle sue
  funzioni. Nella pratica, in questi casi si applicava l’Art 34 della Legge Penale, che
  recita: “I datori di lavoro rispondono delle offese e dei danni causati a terzi
  dall’attivita’ svolta dai loro dipendenti nello svolgimento delle loro mansioni”. Pero’,
  in alcuni casi, il Legale Rappresentante non e’ un dipendente della societa’, per
  cui non e’ sempre possibile applicare la disposizione citata.

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L’Art 62 delle DGDC dispone che la Persona Giuridica e’ responsabile dei danni
causati a terzi in conseguenza dell’attivita’ svolta dal Legale Rappresentante, ma
dispone inoltre che potra’ poi rivalersi sul Legale Rappresentante che ha agito in
violazione della legge o dello Statuto della societa’. Adesso, e’ possibile prevedere
nello Statuto della societa’ il diritto di rivalsa che questa puo’ vantare sul Legale
Rappresentante, che agisce eccedendo il potere di rappresentanza.

Essendo il ruolo del Legale Rappresentante di fondamentale importanza per una
societa’, la materia, oltre che dalle DGDC, e’ disciplinata anche da altre leggi e
regolamenti tra cui il Diritto Societario.

Per ulteriori informazioni, scrivici a info@dandreapartners.com

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Si’, Lo Voglio!
     Informazioni Di
        Base Sul
       Matrimonio

Il matrimonio e’ un                                   Per ulteriori informazioni sulle
argomento complesso,                                        leggi che regolano il
anche dal punto di                                    matrimonio in Italia e in Cina,
vista giuridico.                                                  scriveteci a
Ecco                 una                              info@dandreapartners.com.
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matrimonio in Cina e                                          vostre domande!
quello in Italia, in 5
punti di facile lettura:
eta’ minima, tipologia
di           matrimonio,
pubblicazioni,
comunione dei beni e
matrimonio
internazionale.

                                                                             6
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La Procedura Di
 Legalizzazione Per
 Documenti Italiani
       In Cina

Allo scopo di rendere valido un documento italiano sul territorio della Repubblica
Popolare Cinese, è necessario esperire una complessa procedura, denominata
legalizzazione consolare. In generale, il processo di legalizzazione è finalizzato a
rendere valido un documento in uno Stato differente rispetto a quello dove è stato
formato: pertanto, un documento scritto in lingua italiana e sottoscritto da un Pubblico
Ufficiale può acquistare validità ed efficacia in Cina unicamente in quanto sottoposto
a tale specifica procedura.

Tuttavia, a ben vedere, tale procedura non trova applicazione con riguardo ai Paesi
che hanno aderito alla Convenzione dell’Aja del 1961. In base a quanto previsto dal
richiamato accordo internazionale, la legalizzazione dei documenti è sostituita,
laddove gli Stati interessati siano entrambi parte della Convenzione, da una
certificazione denominata Apostille, ovvero un’annotazione da parte di un’ autorità,
identificata dalla legge nazionale di attuazione della convenzione, sull’originale del
certificato rilasciato dalle autorità competenti del Paese dove è stato formato il
documento. La Convenzione dell’Aja è in vigore nella Regione Amministrativa
Speciale di Hong Kong.

Al contrario, per quanto riguarda i paesi non ratificanti – inclusa la Repubblica
Popolare Cinese – la legalizzazione dei documenti è l’unica procedura applicabile. In
tal caso è dunque necessario rivolgersi all’Ambasciata o ad un Consolato cinese in
Italia.

Legalizzazione e Apostille si applicano solo agli atti e documenti pubblici, come definiti
dalla normativa nazionale e internazionale applicabile (comunitaria, pattizia, etc.): di
conseguenza, non possono essere legalizzati o apostillati atti e documenti privati se
non in quanto siano stati previamente “trasformati” in atti e documenti pubblici, nei
modi consentiti dalla legge (autentica, copia conforme, registrazione, data certa,
etc.).
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Prima di procedere alla legalizzazione, se il documento è in lingua straniera, è
necessario eseguire la traduzione del documento tramite un professionista
riconosciuto ed abilitato. Al termine della traduzione, il traduttore esegue la
cosiddetta asseverazione, con la quale il traduttore si assume personalmente la
responsabilità circa la conformità della traduzione e dichiara di essere in buona
fede e di non avere nessun dubbio dal punto di vista tecnico. Nei Paesi nei quali
tale figura non è prevista occorrerà fare ricorso alla certificazione di conformità
apposta dall’Ufficio Consolare.

In assenza di accordi internazionali più favorevoli, come nel caso in questione, gli
atti e documenti formati in Italia e da farsi valere all’estero devono subire (quando
la legge dello Stato di destinazione lo richiede) un doppio procedimento di
legalizzazione, il primo da parte dell’organo italiano competente (legalizzazione
nazionale) ed il secondo da parte delle rappresentanze diplomatiche o consolari
dello Stato di destinazione competenti per l’Italia.

La prima fase della legalizzazione avviene attraverso il coinvolgimento della
Procura della Repubblica, limitatamente agli atti giudiziari, o della Prefettura –
Ufficio territoriale del Governo in ogni altro caso, e purché l’atto sia sottoscritto da
un Pubblico Ufficiale. In seguito la legalizzazione definitiva viene effettuata tramite il
coinvolgimento di un Consolato cinese presente in Italia.

Per poter procedere alla legalizzazione presso l’ufficio consolare si deve essere
muniti dell’atto in originale, della traduzione asseverata, di una copia dell’atto e
della traduzione. Il richiedente al momento della presentazione dovrà essere
munito di documento di riconoscimento.

Gli atti sono soggetti al pagamento di diritti in base alla tariffa consolare e vengono
rilasciati dopo alcuni giorni dalla richiesta.

Per saperne di piu’, scriveteci a: info@dandreapartners.com

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È Online Il Nuovo
    Portale Per
Richiedere Il “Visto
  Per Investitori”

  Il 14 dicembre 2017 è diventata finalmente operativa in Italia la nuova
  piattaforma online dedicata alla richiesta del “visto per investitori”. Questa
  innovativa tipologia di visto, di durata biennale, affianca i tradizionali visti
  d’ingresso per lavoratori autonomi e d’affari, rispetto ai quali può essere ottenuto
  in modo più semplice e garantisce un trattamento più favorevole.

  Il programma si rivolge, in particolare, ai cittadini di Paesi non membri dell’Unione
  Europea o dello spazio Schengen che si impegnano a effettuare, in via
  alternativa:

  - un investimento stabile pari ad almeno due milioni di euro in titoli di Stato;

  - un investimento di almeno un milione di euro in quote o azioni di società di
    capitali costituite e operanti in Italia (500 mila euro nel caso si tratti di startup
    innovative);

  - una donazione di almeno un milione di euro a sostegno di un progetto
    filantropico in settori quali cultura, istruzione, gestione dell’immigrazione,
    ricerca scientifica, recupero di beni culturali e paesaggistici.

  La procedura si svolge interamente online: sia l’invio della domanda, che le
  comunicazioni        successive        avvengono           tramite    il    portale
  http://investorvisa.mise.gov.it/, disponibile anche in inglese. Essa è accelerata e
  centralizzata, perché il nulla-osta al rilascio del visto viene emanato da parte di
  un Comitato inter-istituzionale costituito ad hoc, entro 30 giorni dall’invio della
  domanda.

  Nel dettaglio, la procedura si svolge secondo le fasi di seguito schematizzate.
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1) L’investitore straniero presenta, sul portale online dedicato, una richiesta di
   nulla-osta al rilascio del visto per investitori. La candidatura viene valutata da
   un Comitato interistituzionale che, verificata la sussistenza dei requisiti previsti
   dalla legge, comunica entro 30 giorni al richiedente l’eventuale concessione
   del nulla osta al visto. Dopo l’emissione del nulla osta, il visto potrà essere ritirato
   entro sei mesi presso la rappresentanza diplomatica-consolare competente;

2) Effettuazione dell’investimento. L’investitore, una volta fatto ingresso in Italia,
   dovrà effettuare l’investimento o la donazione per cui è stato concesso il visto
   nonché i seguenti adempimenti:

- Richiedere, entro 8 giorni dall’ingresso, il permesso di soggiorno biennale per
investitori;

- Fare l’upload sul sito dedicato di tutta la documentazione comprovante
l’investimento o la donazione effettuata, entro 3 mesi dall’ingresso, a pena di
revoca del permesso di soggiorno.

3) Rinnovo del permesso di soggiorno. Entro 60 giorni dalla scadenza, può essere
presentata richiesta di nulla osta al rinnovo del permesso di soggiorno, a cui
dev’essere allegata la documentazione comprovante il mantenimento
dell’investimento o donazione per tutto il periodo di validità dell’investimento. Se
queste condizioni sono rispettate, il permesso di soggiorno è rinnovato per un
periodo di tre anni.

Per quanto riguarda i documenti necessari, si richiede il passaporto, con scadenza
superiore di almeno tre mesi rispetto a quella del visto richiesto, la
documentazione attestante la disponibilità dei fondi, la possibilità di trasferirli in
Italia e la loro liceità, la descrizione delle caratteristiche e dell’identità del
beneficiario dell’investimento o della donazione filantropica.

È degno di nota osservare che il titolare del “visto per investitori” può essere
raggiunto dai familiari che rientrano tra quelli aventi diritto al ricongiungimento, ai
sensi dell’art. 29 del Testo Unico Immigrazione. Ad essi sarà rilasciato un “visto per
motivi familiari” ai sensi dell’art. 30 del T.U.

Per ulteriori informazioni sul visto per investitori e sulle altre agevolazioni per gli
investimenti stranieri in Italia, non esitate a contattarci all’indirizzo
info@dandreapartners.com.

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Diverse forme di
  investimenti
   stranieri in
     Vietnam

 Al fine di attrarre ancora piu’ capitali nel proprio territorio, il Vietnam sta
 introducendo facilitazioni per accogliere gli investimenti esteri. E’ utile dunque
 capire quali siano le modalita’ e le forme di investimento nel territorio; con il
 presente articolo introdurremo i principali modelli riservati agli stranieri, secondo
 quanto previsto dal diritto vietnamita.

 In generale, sono previste sette diverse forme di investimento:

 1. Joint-Venture Enterprise (JV): questa forma di investimento e’ caratterizzata
 dalla presenza di uno o piu’ investitori esteri ed almeno un investitore vietnamita.
 La legge fissa la durata massima di questa collaborazione a 50 anni, tuttavia ci
 sono casi eccezionali in cui e’ possibile prorogare la collaborazione di ulteriori 20
 anni. Per effettuare un investimento in una JV e’ possibile ricorrere sia alla
 struttura della societa’ a responsabilita’ limitata sia a quella della societa’ per
 azioni. La legge richiede che il Legale Rappresentante sia residente in Vietnam
 e che sia stato aperto un conto corrente presso una banca locale. Gli investitori
 stranieri, per poter legittimamente investire in Vietnam, devono ottenere il
 “Foreign Investment Certificate”.

 2. Wholly Foreign Owned Enterprise (WFOE): in questa forma di investimento i
 soci sono tutti stranieri ed anche in questo caso la legge permette ai soci di
 scegliere tra la societa’ a responsabilita’ limitata e la societa’ per azioni.
 Per fondare una societa’ a responsabilita’ limitata, non e’ necessario che i
 titolari della partecipazione siano residenti in Vietnam. Gli amministratori,
 qualora siano stranieri, hanno bisogno di ottenere il Work Permit e dimostrare di
 aver ricoperto una posizione manageriale per almeno un anno.
 Per creare una Societa’ a Responsabilita’ Limitata in Vietnam e’ necessario
 comunicare l’indirizzo della sede legale, che deve rientrare nel territorio
 vietnamita, e consegnare il certificato della banca attestante il deposito della
 somma posta a capitale.
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3. Contratto di Cooperazione Commerciale: per investire in Vietnam non e’ sempre
richiesto obbligatoriamente di costituire una nuova persona giuridica. Il diritto
vietnamita, infatti, prevede la possibilita’ per l’investitore straniero di stabilire un
contratto di cooperazione con un investitore locale, al fine di realizzare un
progetto di investimento comune. Vale la pena sottolineare che in questo caso e’
prevista una responsabilita’ illimitata delle parti.

4. Branch Office: Il Branch Office, pur non essendo un’entita’ legale indipendente,
e’ autorizzato a svolgere attivita’ commerciali. La legge richiede come requisito il
fatto che la societa’ madre sia operativa da almeno cinque anni. Tuttavia, il
Branch Office non e’ una forma di investimento molto comune ed e’ consentito
solo se prevede investimenti in determinati settori.

5. Ufficio di Rappresentanza: quando una societa’ vuole muovere i primi passi in un
nuovo mercato, la forma di investimento piu’ utilizzata e’ quella dell’Ufficio di
Rappresentanza. Tra le attivita’ che questo puo’ svolgere si annoverano le ricerche
di mercato e la promozione degli affari della societa’ madre. A differenza del
Branch Office, con questo modello non si possono svolgere attivita’ commerciali.
Inoltre, la legge richiede che la societa’ madre sia operativa da almeno un anno.

6. Public and Private Partnership (PPP): e’ lo strumento che permette agli investitori
stranieri di investire nelle infrastrutture stipulando un accordo direttamente con il
Governo.

7. Capital Contribution: l’investitore straniero ha vari strumenti per investire in societa’
gia’ operative nel mercato vietnamita, come ad esempio mediante l’acquisto di
azioni.

D’Andrea & Partners continuera’ a tenervi aggiornati sulle varie forme di
investimenti stranieri in Vietnam. Per ogni eventuale informazione, non esitate a
scriverci a info@dandreapartners.com

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India: La Legge
 Sulla Tutela Dei
Diritti Delle Donne
Sul Luogo Di Lavoro

  Nel preambolo della Costituzione dell’India, ed in corrispondenza delle relative
  garanzie di cui all’Art. 14 della stessa, si legge: “uguaglianza di status e di
  opportunita’”.

  Quindi, la parita’ di trattamento di uomini e donne e’ un obbligo legale ed ogni
  atto discriminatorio, compresa, tra gli altri, la molestia sessuale, e’ considerato
  violazione dei diritti fondamentali. Per proteggere le donne e garantire loro un
  effettivo strumento di tutela contro le molestie sessuali sul luogo di lavoro, nel
  dicembre 2013 e’ stato emanato un provvedimento legislativo, The Prevention of
  Workplace Sexual Harassment Act.

  Da notare e’ che questa legge e’ stata emanata 15 anni dopo lo storico caso
  “Vishakha and others v. State of Rajasthan”, attenendosi alle linee guida fornite
  dalla Corte Suprema sull’ attuazione dei diritti fondamentali delle donne
  lavoratrici. L’istanza in analisi fu allora presentata contro lo Stato del Rajasthan e
  contro l’Unione Indiana dopo che una donna, impiegata nei lavori sociali con il
  Governo del Rajasthan, fu brutalmente stuprata per aver tentato di impedire un
  matrimonio tra bambini, pratica di uso comune in quel periodo. Adesso, tutti i
  datori di lavoro sono tenuti a prevedere uno strumento per porre rimedio in caso
  di segnalazioni inerenti le molestie sessuali, rafforzando dunque l’uguaglianza di
  genere sul luogo di lavoro.

  Quest’ultimo e’ definito come “qualsiasi posto frequentato dai dipendenti per
  motivi di lavoro, inclusi anche i mezzi di trasporti usati dagli stessi per spostarsi”.
  Questa definizione di luogo di lavoro copre sia i settori organizzati che quelli non
  organizzati, percio’ include sia le organizzazioni pubbliche che quelle private, tra
  cui societa’, NGO o fornitori di servizi, ospedali/case di cura, abitazioni e case.

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L’Atto in analisi prevede poi due tipi di Autorita’ competenti per i reclami :
l’Internal Complaints Committee (ICC), che dovrebbe avere una donna nel
ruolo di presidente, e il Local Complaints Committee (LCC), che permette alle
donne in istituzioni piccole o non organizzate di rivolgersi ai funzionari del
Governo per risolvere i problemi in oggetto.

Lo scorso 7 novembre, Smt Maneka Sanjay Gandhi, Ministro dello Sviluppo per
le donne ed i bambini, ha lanciato il portale “She-Box Online Complaint
Management System”, per permettere alle donne che lavorano in enti sia
pubblici che privati di segnalare eventuali molestie subite sul posto di lavoro.
Una volta che la segnalazione e’registrata sul portale, questa verra’
direttamente inoltrata ad uno dei due suddetti comitati, a seconda della
tipologia di dipendente in questione.

Attraverso questo portale, sia il Ministero dello Sviluppo per le donne ed i
bambini sia la dipendente vittima possono monitorare lo stato dell’inchiesta
condotta dai comitati. Questo e’ senza dubbio un importantissimo passo in
avanti che procede seguendo la scia della campagna social #MeToo,
lanciata a livello globale contro le molestie sessuali durante lo scandalo Harvey
Weinstein, verificatosi lo scorso ottobre quando il produttore cinematografico
americano di fama internazionale e co-fondatore della Miramax, Harvey
Weinsten, e’ stato accusato di molestie sessuali da piu’ di 50 donne.

Per    ulteriori informazioni,       non     esitare     a     contattarci     a
info@dandreapartners.com

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Linee Guida Per Gli
Investimenti Cinesi
     All’estero

   Con l’obiettivo di indirizzare e regolamentare maggiormente gli investimenti esteri
   promossi dalle societa’ cinesi oltreoceano, nonche’ di promuovere l’effettuazione
   di investimenti in modo ragionevole ed ordinato, nel mese di agosto 2017 il
   General Office of the State Council ha emesso le “Istruzioni per guidare e
   regolamentare ulteriormente l’orientamento degli investimenti all’estero”, in cui
   sono state identificate e suddivise le categorie di investimenti che potranno essere
   incoraggiate ovvero limitate e vietate.

   Principali categorie di investimenti esteri incoraggiati:

   - Investimenti nella costruzione di infrastrutture e relativi collegamenti
     appartenenti al progetto “One Belt One Road”, oltre alle interconnessioni delle
     stesse con le infrastrutture nelle regioni circostanti;

   - Investimenti in grado di esportare la potenza industriale competitiva, nonche’
     attrezzature di alta qualita’ e standard tecnici;

   - Creazione di centri Ricerca e Sviluppo.

   Categorie di investimenti esteri con limitazioni:

   - Investimenti in Paesi e Regioni che non abbiano stretto relazioni diplomatiche
     con la Cina, o che si trovino in stato di guerra ovvero siano riportati negli elenchi
     dei Paesi e Regioni con restrizioni, come previsto dai trattati o dagli accordi
     multilaterali sottoscritti dal governo cinese;

   - Investimenti in proprieta’ immobiliari, hotel, intrattenimento, club sportivi, etc;

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- Costituzione di fondi di private equity o piattaforme di investimento senza
concreti progetti commerciali;

- Investimenti in produzioni di attrezzature obsolete non conformi agli standard
tecnici imposti dal Paese di destinazione dell’investimento stesso.

Prima di dar loro atto, le prime tre categorie di investimenti dovranno passare al
vaglio e ottenere l’approvazione dei dipartimenti competenti per gli
investimenti esteri.

Principali categorie di investimenti esteri vietati:

- Investimenti che abbiano ad oggetto l’esportazione di tecnologie e prodotti
essenziali nell’industria militare, in assenza di approvazione statale;

- Investimenti che abbiano ad oggetto tecnologie, processi e prodotti non
esportabili come stabilito dal governo cinese;

- Investimenti nell’industria delle scommesse e della pornografia o in altri campi
in violazione delle leggi cinesi.

Se vuoi saperne di piu’ sugli investimenti esteri, non esitare a scriverci a
info@dandreapartners.com

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Investimenti
immobiliari in Italia da
  parte di investitori
       stranieri

   Il mercato immobiliare italiano registra un momento di grande fermento. Un dato
   particolarmente significativo è fornito dalle analisi di CBRE, società leader nella
   consulenza immobiliare, dalle quali emerge che gli investimenti immobiliari in Italia,
   riferiti al periodo tra Marzo e Giugno di quest’anno, sono più che raddoppiati
   rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mentre nel primo semestre 2017 il
   volume investito è stato superiore del 58% rispetto al primo semestre 2016.

   L’interesse per questa tipologia di investimento è dato dai peculiari vantaggi ad
   essa connaturati. Innanzitutto, gli investimenti immobiliari si caratterizzano per un
   elevato livello di redditività (basti pensare agli immobili concessi in locazione in
   località turistiche, o in città universitarie) le ottime possibilità di finanziamento ed un
   basso profilo di rischio. A tali vantaggi si aggiunge l’elevato grado di controllo
   personale che l’investitore può esercitare sulla gestione del progetto e sul capitale
   investito.

   Ma veniamo adesso a valutare i requisiti soggettivi per poter effettuare
   l’investimento: in altri termini, può una persona fisica o giuridica straniera
   acquistare immobili sul territorio italiano?

   Per rispondere a tale domanda, è necessario effettuare una distinzione:

   - l’investitore (persona fisica o giuridica) avente cittadinanza di uno degli Stati
     membri dell’UE, o di uno dei Paesi SEE (Islanda, Liechtenstein e Norvegia),
     oppure apolide o rifugiato politico residente da più di tre anni, può acquistare
     immobili alle stesse condizioni previste per i cittadini italiani;

   - l’investitore straniero regolarmente soggiornante – ossia titolare di un permesso

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di soggiorno per motivi di lavoro subordinato o di lavoro autonomo, per l’esercizio di
un’impresa individuale, per motivi di famiglia, per motivi umanitari, per motivi di
studio o di una carta di soggiorno UE – può acquistare immobili alle stesse condizioni
previste per i cittadini italiani;

- l’investitore straniero non regolarmente soggiornante può effettuare l’acquisto solo
a determinate condizioni, di seguito approfondite.

Nel caso di persone fisiche e giuridiche straniere extracomunitarie non residenti
risulta necessario verificare il rispetto della cd. “condizione di reciprocità”.
La sussistenza di tale condizione è fondamentale perché, in difetto di reciprocità, il
contratto di compravendita di un immobile sito in Italia eventualmente concluso da
parte di una persona fisica o giuridica straniera sarebbe da ritenersi nullo per
violazione di norme imperative. La norma di riferimento è l’art. 16 delle Disposizioni
preliminari al codice civile, in virtù della quale lo straniero, sia esso persona fisica o
giuridica, “è ammesso a godere dei diritti civili attribuiti al cittadino a condizione di
reciprocità e salve le disposizioni contenute in leggi speciali”. La reciprocità si
intende soddisfatta da parte di uno Stato estero quando quest’ultimo riconosce, nel
proprio ordinamento ed in favore dei cittadini italiani, “un diritto uguale o simile a
quello esercitato in Italia, senza discriminare quanto all’esercizio di tale diritto il
cittadino o la persona giuridica di nazionalità italiana rispetto al cittadino od alla
persona giuridica propri” (Cass. 10.2.1993 n. 1681; 29.1.1976 n. 279). Il controllo della
sussistenza della condizione non è però necessario se l’Italia e lo Stato di cui
l’investitore straniero ha la nazionalità abbiano concluso un trattato bilaterale in
materia di promozione e protezione degli investimenti (“Bilateral Investment
Treaties”).

Questo è il caso, ad esempio, della Repubblica Popolare Cinese (con la quale
l’Italia ha sottoscritto il 28.01.1985 un Accordo relativo alla promozione ed alla
reciproca protezione degli investimenti) nonché della Regione Amministrativa
Speciale di Hong Kong (con cui l’Italia ha concluso un Accordo per la promozione e
protezione degli investimenti in data 28.11.1995). Ne consegue che un cittadino (o
una persona giuridica, come ad es. una società) cinese o di Hong Kong possono
direttamente acquistare la proprietà o altri diritti reali su beni immobili situati in Italia.

A tal fine, sarà necessario che la persona fisica straniera o la persona giuridica (es.
società) non residente (per il tramite del proprio legale rappresentante o un suo
delegato) richiedano all’Agenzia delle Entrate l’attribuzione del Codice Fiscale,
compilando il modello AA5/06. Al modello AA5/6 deve essere allegata, nel caso di
società e persone giuridiche, la documentazione che certifichi l’esistenza del
soggetto estero (atto costitutivo, statuto, visura camerale o altra documentazione
prevista dalle norme nazionali dello Stato estero del soggetto richiedente).

Sarà a questo punto possibile procedere alla stipula dell’atto pubblico di
compravendita dinanzi ad un notaio che, prima di provvedere alla redazione
dell’atto, effettuerà i necessari controlli volti, tra l’altro, ad accertare l’identità
personale delle parti e la regolarità urbanistica e catastale degli immobili, nonché
l’inesistenza di precedenti ipoteche, vincoli o pignoramenti.

Per ulteriori informazioni su come effettuare investimenti immobiliari in Italia, non
esitate a contattarci all’indirizzo info@dandreapartners.com
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Investimenti
    Immobiliari In
Vietnam…Quali Sono I
        Limiti?

  Negli ultimi anni, il mercato del Real Estate in Vietnam sta registrando una rapida
  crescita, attraendo sempre piu’ investitori stranieri. Scopriamo insieme il mercato
  immobiliare vietnamita.

  Prima di tutto, se compariamo i prezzi dei complessi residenziali di lusso con quelli
  degli altri paesi dell’area asiatica, noteremo che sono di gran lunga inferiori e, inoltre,
  dovremmo anche tenere in considerazione gli incantevoli paesaggi vietnamiti!
  Il Vietnam sta anche accelerando il suo processo di urbanizzazione, ragione per cui il
  Governo sta provvedendo a fornire case a un prezzo conveniente agli individui che
  percepiscono un basso reddito.

  Gli emendamenti legislativi del 2015 relativi al settore dell’edilizia hanno fortemente
  incoraggiato gli investimenti stranieri nel mercato immobiliare vietnamita.

  In conformita’ con i suddetti emendamenti, i cittadini stranieri possono comprare
  case, appartamenti e ville secondo i relativi diritti di proprieta’ fondiaria, ma con due
  limitazioni: 1) il diritto di proprieta’ immobiliare non e’ permanente, e’ valido per 50
  anni; 2) in un determinato distretto o sezione del dipartimento amministrativo ogni
  persona puo’ acquistare un numero limitato di case.

  L’influenza del primo limite e’ la seguente: il terreno vietnamita e’ proprieta’ dello
  Stato e il diritto di utilizzo del suolo (anche chiamato “LUR”) puo’ essere concesso per
  un periodo di tempo indefinito o per un lasso di tempo limitato. In generale, i LURs per
  periodi di tempo indefiniti sono concessi solo in pochi casi, quali l’uso residenziale o
  abitativo. Anche per la seconda limitazione il numero totale di unita’ e metratura non
  e’ limitato, anche se gli investitori stranieri possono solo comprare un certo numero di
  case entro i confini di un distretto o di una sezione del dipartimento amministrativo.

  Se vuoi    saperne di    piu’,        contattaci     per    maggiori    informazioni    a:
  info@dandreapartners.com
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Opportunità Di
    Investimento
 Straniero Diretto In
India Nel Settore Del
  Food Processing

  La liberalizzazione e la crescita del settore del food processing ha reso
  enormemente attraente il mercato indiano per gli imprenditori stranieri, tanto che
  lo stesso è considerato uno dei settori chiave del progetto di modernizzazione e
  sviluppo dell’industria indiana. Tra l’Aprile del 2000 ed il Marzo del 2016, il settore ha
  assorbito investimenti per circa 6,82 miliardi USD e si stima possa attrarne altri 33 nel
  prossimo decennio.

  Con un settore agricolo di così vaste proporzioni l’India sta velocemente
  avviandosi a diventare un hub mondiale della trasformazione alimentare.
  Tra i principali fattori favorevoli, si ricordano in particolare la grande disponibilità di
  terreni coltivabili e materie prime, la manodopera a costi contenuti, la presenza di
  almeno 127 aree agro-climatiche differenti ed una posizione geografica
  strategica.

  Ad ostacolare però un Paese che detiene le prime posizioni al mondo nella
  produzione dei principali alimenti di base, vi è l’inadeguatezza e l’inefficienza
  dell’industria della trasformazione, che riesce a lavorare appena il dieci percento
  degli alimenti deperibili, con sprechi enormi e forti ricadute sui prezzi al consumo.
  L’importanza dello sviluppo del settore costituisce, pertanto, una priorità assoluta
  per uno Stato che conta 1,3 miliardi di abitanti, dei quali il 30% vive al di sotto della
  soglia di povertà.

  In questo contesto il Governo Indiano, ed in particolare il Ministro per il settore del
  food processing Harsimrat Kaur Badal, ha introdotto un regime estremamente
  favorevole per gli Investimenti Esteri Diretti, che sono attualmente ammessi in
  questo settore fino al 100% e con approvazione automatica. Ciò acquisisce
  particolare importanza nel contesto dei Food Mega Parks, zone speciali
  caratterizzate da incentivi ed agevolazioni amministrative, proprio per attirare
  investitori stranieri.
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La strategia dei Food Mega Parks mira a creare infrastrutture ad alta intensità di
capitale, al fine di facilitare la creazione di una catena di valore integrata, con al
centro il processo di trasformazione del cibo. In particolare, in base al progetto, le
fasi della raccolta, della produzione e dello stoccaggio saranno centralizzate, in
modo da ottimizzare i costi e ridurre al minimo gli sprechi nel processo produttivo. Tali
foodparks, dunque,possono essere descritti come una rete di centri generali per la
raccolta e la trasformazione, che vede l’impiego di infrastrutture condivise e
specializzate (come magazzini e celle frigorifere) e di un supporto logistico integrato.
L’investimento complessivo sarebbe stimato attorno ai 900 milioni USD, dei quali
circa 800 dovrebbero provenire da Stati terzi e da investitori privati.

Tutti questi fattori concorrono a creare una fortissima domanda di macchinari
destinati al food processing, che dovrà inevitabilmente rivolgersi per buona parte
all’estero. In questo contesto, le imprese italiane hanno senz’altro la possibilità di
soddisfare tale domanda e acquisire un ruolo decisivo, data la propria posizione di
leadership nel settore. Basti pensare che, nel 2016, si è registrato un incremento del
17% per quanto riguarda le esportazioni in India di macchinari italiani esclusivamente
destinati al food processing.

Le imprese italiane, nonostante la pressione della concorrenza tedesca, continuano
a detenere il primato nel settore dei macchinari di lavorazione (con una quota
globale di mercato del 17%), vantando inoltre il secondo posto a livello mondiale nel
settore dei macchinari da imballaggio (per una quota globale di mercato pari al
23%). Si tratta di settori che – in considerazione del volume, del tasso di crescita negli
ultimi cinque anni, e dei livelli di export – hanno sempre rivestito una forte importanza
nell’industria meccanica italiana, con un profitto che raggiunge i 5 miliardi di euro.

Le aziende italiane, come sottolineato dal capoeconomista di Sace Alessandro
Terzulli, possono certamente offrire il know-how e le tecnologie che permettano
all’India di fare quel salto di qualità che ricerca. Questo, in particolare, vale per i
settori del coldchain e del coldstorage, nei quali l’industria indiana è davvero
carente, come riferito da Francesco Pensabene, coordinatore per l’India
dell’Agenzia Ice e direttore dell’ufficio di New Delhi.

 Lo Studio Legale D’Andrea & Partners continuerà a tenervi aggiornati sulle
opportunità di investimento straniero diretto in India. Per informazioni, si prega di
scrivere ad info@dandreapartners.com

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Le “Disposizioni per
L’ accertamento ed il
sanzionamento nei
confronti di soggetti
operanti senza
autorizzazione e business
licence”

  Il 6 agosto 2017 sono state ufficialmente pubblicate le “Disposizioni per l’accertamento
  e il sanzionamento nei confronti di soggetti operanti senza autorizzazione e business
  license”, che entreranno in vigore a partire dal primo ottobre 2017.

  Le “Disposizioni” restringono la gamma di quelle che sono considerate
  “operazioni commerciali senza autorizzazione e business license”: non rientrano nella
  categoria, infatti, né la vendita di prodotti agricoli, dei loro derivati e dei beni di uso
  quotidiano effettuata nei luoghi e negli orari stabiliti dal governo locale (a partire dal
  governo di contea in su), né le attivita’ e i lavori utili alla comunita’ che il singolo
  soggetto presta utilizzando le proprie capacita’ e per i quali non e’ richiesta
  l’autorizzazione.

  In secondo luogo, stabiliscono che nell’accertare e nel sanzionare conformemente alla
  legge le attivita’ condotte senza autorizzazione e business license, l’Autorita’
  preposta dovra’ coniugare i principi dell’ispezione e della punizione con quelli della
  guida morale e dell’educazione, ovvero non soltanto proibire, ma anche incoraggiare
  e guidare coloro che ne abbiano i requisiti e intendano proseguire le loro attivita’ per
  fare richiesta di ottenimento della business licence e delle relative certificazioni.

  Le “Disposizioni” definiscono inoltre chiaramente le competenze delle autorita’
  preposte all’accertamento e al sanzionamento: le sanzioni relative alle attivita’
  intraprese senza business licence saranno di competenza dell’Amministrazione per
  l’Industria e per il Commercio; i dipartimenti preposti per legge ai controlli in ogni
  settore saranno invece coinvolti nella verifica e nelle indagini delle attivita’ prive delle
  necessarie autorizzazioni. L’Autorita’ preposta all’accertamento e al sanzionamento
  iscrivera’ nell’apposito registro del credito qualsiasi azienda o soggetto abbia intrapreso
  attivita’ senza autorizzazione e business licence. Le “Disposizioni” stabiliscono infine che
  tutti hanno il diritto di denunciare le attivita’ illegali all’Autorita’ preposta, la quale
  garantisce il diritto all’anonimato di chiunque abbia sporto denuncia.

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Fintech, Una Nuova
 Frontiera In Cina

 In Cina, negli ultimi anni, l’industria tecnologico-finanziaria, la cosiddetta “Fintech”, sta
 registrando un boom senza precedenti, diventando il piu’ esteso mercato su scala
 internazionale. La precoce adozione di questo tipo di economia da parte dei
 consumatori cinesi ha reso la Cina leader mondiale in questo campo sotto ogni aspetto
 e gli altri paesi non possono che seguire la sua scia.

 Secondo il report pubblicato da KPMG e H2 Ventures, che raccoglie le informazioni
 riguardanti le piu’ innovative compagnie Fintech nel mondo, 5 aziende Fintech cinesi si
 piazzano tra le prime 10 nella classifica mondiale. Rispetto a tutti gli altri paesi, la Cina e’
 in testa anche in termini di utenti e di dimensione del mercato. Nonostante le opzioni
 per le start-up emergenti sembrino essere illimitate, anche le imprese consolidate (ad
 esempio, le banche statali) possono cogliere l’opportunita’ di inoltrarsi nell’era digitale.
 Perche’ la Cina ha guidato il resto del mondo in questa nuova industria emergente?
 Cosa riserva il futuro e quali sono i potenziali pericoli di questa rivoluzione finanziaria
 online?

 I principali attori dell’industria Fintech cinese sono in primo luogo i giganti del mondo di
 internet, quali Alibaba, Baidu e Tencent, che hanno tratto vantaggio dall’esiguo
 numero di concorrenti presenti nel mercato. Seguono Union Pay, Alipay e WeChat Pay,
 che possono essere utilizzati nella vita quotidiana non solo per i pagamenti online, ma
 anche per i pagamenti via POS; bisogna inoltre considerare che la quasi totalita’ dei
 residenti in Cina e’ oramai avvezza alla vista dei QR code in ogni dove.

 Di conseguenza, la Cina si sta inevitabilmente trasformando in una societa’ senza
 contanti. Per di piu’, la sua transizione in un tipo di economia incentrata sul
 consumatore, cosi’ come la crescita nell’utilizzo dei dispositivi intelligenti, hanno
 contribuito a far schizzare alle stelle Fintech, che puo’ esser definita come il classico
 caso di fenomeno “nel posto giusto, al momento giusto”, in uno stato che conta piu’
 cittadini che posseggono uno smart phone di quelli che detengono carte di credito o
 di debito.
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Di pari passo con i pagamenti online, la Fintech in Cina e’ progressivamente
diventata innovativa anche nel settore dei prestiti online. Ottenere un prestito in
banca era una volta considerato un processo molto complicato e dispendioso a
livello di tempo; adesso, invece, le piattaforme di shopping online forniscono servizi
di prestito per i propri utenti basati sulle loro transazioni e i loro dati personali, che
vengono anche trasformati in punti di credito per gli stessi. I venditori online in Cina
possono dare in prestito piccole somme di denaro senza la supervisione da parte
delle autorita’ competenti; tuttavia, questo sistema di prestito peer-to-peer e’ stato
anche causa di una vasta serie di frodi.

All’inizio, il Governo cinese si e’ mostrato molto accomodante nei confonti
dell’industria Fintech; successivamente, nel 2016, sono state introdotte nuove
normative per controllare le attivita’ delle aziende Fintech, per una maggior
trasparenza sulle transazioni da queste effettuate.
Percio’, in considerazione della crescita e della rapida evoluzione in potenza leader
mondiale nel territorio cinese, il bisogno di sicurezza e trasparenza potrebbe molto
probabilmente diventare sempre piu’ importante per i consumatori in futuro .

Se sei interessato all’ industria Fintech e desideri ricevere maggiori informazioni a
riguardo, scrivici a info@dandreapartners.com

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Quattro Modelli
Base Di “Cucina
   A Vista”

Per implementare la supervisione della qualita` di cibi e bevande (la cosiddetta
“Food Security”) e, allo stesso tempo, per promulgare un’autodisciplina
necessaria alla preparazione dei cibi per i clienti, la China Food and Drug
Administration sta sperimentando una nuova misura di sicurezza, detta “full-view
kitchen” (“cucina a vista”). E’ stato dunque richiesto a ristoranti, servizi di
catering e mense di provvedere ad uno dei seguenti quattro tipi di cucine, per
permettere ai clienti di assistere alla preparazione dei cibi.

La “open kitchen”: un basso muro divisorio andra’ a separare la cucina dai
tavoli, creando una “cucina aperta”, per consentire la diretta supervisione, da
parte dei clienti, di tutte le operazioni che si svolgono all’interno. Questo
modello risulta essere il piu’ adeguato per i piccoli servizi di catering.

La ”transparent kitchen”: i ristoranti utilizzeranno pareti di vetro per ottenere dei
corridoi trasparenti e delle finestre, per lasciare che i clienti osservino la
preparazione di cibi e bevande. Il modello della “cucina trasparente” e’ il piu’
adatto per unita’ di ristorazione di grandi dimensioni, cucine centrali, mense di
grandi dimensioni e vari tipi di caffetterie.

La “video kitchen”: come si evince dal nome stesso, questo modello prevede
l’installazione di una videocamera all’interno della cucina e di alcuni monitor
nelle sale da pranzo, nelle sale private e alla cassa, allo scopo di mostrare la
preparazione dei cibi. Questo tipo di cucina e’ l’ideale per servizi di catering di
dimensioni medio-grandi e per le mense.

La “network kitchen”: sia tramite la piattaforma social “Drug Security Food” che
attraverso il proprio cellulare, il cliente potra’ monitorare in tempo reale il servizio
di catering e la preparazione delle vivande.

Se lavori nel settore della ristorazione e desideri maggiori informazioni sulla
“cucina a vista”, non esitare a contattarci a info@dandreapartners.com
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Gli Incentivi Per Le
Start-Up Innovative
      In Italia

  In Italia sono previsti numerosi benefici fiscali ed incentivi per le start-up innovative,
  ossia per le società di capitali, cooperative o società europee con sede fiscale in
  Italia, che rispondono a determinati requisiti ed hanno come oggetto sociale
  l’esclusivo o prevalente sviluppo e commercializzazione di prodotti e servizi
  innovativi ad alto valore tecnologico.

  Il Governo italiano, con la legge di bilancio 2017, aveva già rafforzato e reso
  permanenti alcuni benefici fiscali per tali start-up, divenuti pienamente operativi a
  seguito dell’autorizzazione della Commissione Europea del 18 settembre 2017.

  Come riportato dal Ministero dello Sviluppo Economico e dal Ministero
  dell’Economia e delle Finanze in un comunicato stampa pubblicato online il 2
  ottobre 2017, tali benefici mirano a sostenere la nascita e lo sviluppo di imprese
  innovative ad alto valore tecnologico e sono destinati tanto alle persone fisiche
  quanto alle società che decidono di investire nel capitale delle start-up innovative.

  Nel dettaglio, è prevista per le persone fisiche una detrazione dall’IRPEF lorda
  (l’imposta sul reddito delle persone fisiche) pari al 30% della somma investita nel
  capitale sociale delle start-up innovative, fino ad un investimento massimo di un
  milione di euro annui.

  Per quanto riguarda le società, esse potranno beneficiare di una deduzione
  dall’imponibile IRES (ossia l’imposta sul reddito delle società) pari al 30%
  dell’investimento, con tetto massimo di investimento annuo pari a 1,8 milioni di
  euro.

  Le start-up innovative, in aggiunta agli incentivi fiscali menzionati, possono
  beneficiare del programma di incentivi “Smart&Start Italia” supportato
  dall’Agenzia INVITALIA, che troveranno applicazione fino al 31 dicembre 2020.
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Tale programma prevede la possibilità per le imprese di ottenere un mutuo a tasso
zero fino al 70% dell’investimento totale, nonché un contributo a fondo perduto
pari al 20% del mutuo, ma solo per le start-up con sede in Abruzzo, Basilicata,
Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

La domanda per gli incentivi “Smart&Start Invitalia” è presentata
telematicamente utilizzando il modulo disponibile online e deve comprendere le
informazioni relative al soggetto proponente, al tipo di attività imprenditoriale, al
carattere innovativo del progetto, al mercato di riferimento, alle strategie di
ingresso e agli aspetti tecnici, economici e finanziari dell’iniziativa.

Per poter accedere a tali incentivi, le start-up innovative:

- non devono essere state costituite da più di 48 mesi;

- devono essere di piccole dimensioni e avere sede legale e operativa in Italia;

- devono essere iscritte obbligatoriamente al Registro delle imprese come start-
  up, non essere sottoposte a procedure concorsuali, a liquidazione volontaria, o
  aver già ricevuto fondi e agevolazioni pubbliche.

Questi incentivi, inoltre, possono essere richiesti dai cittadini extra-UE non residenti
in Italia che abbiano ottenuto il nuovo visto “start-up”. Il visto d’ingresso per lavoro
autonomo start-up è specificatamente previsto per i cittadini di Paesi non-UE che
intendono costituire sul territorio italiano una start-up innovativa e si ottiene con
una procedura semplificata, digitalizzata ed accelerata rispetto a quella
normalmente prevista per l’emissione del visto per lavoro autonomo.

Per ulteriori informazioni sulla costituzione di start-up innovative in Italia, sui requisiti
necessari e sui benefici ottenibili, non esitate a contattarci all’indirizzo
info@dandreapartners.com

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Le Relazioni
Commerciali Tra
  L’Europa Ed Il
 Vietnam: Il Free
Trade Agreement

  La forte crescita economica ha reso il Vietnam un partner sempre piu’ attraente
  per l’Europa e le relazioni bilaterali con il Vietnam stanno assumendo maggiore
  importanza: l’Unione Europea e’ tra i maggiori investitori in Vietnam, mentre il
  Vietnam e’ divenuto il secondo piu’ importante partner commerciale per
  l’Europa tra i paesi dell’Asean (Association of South East Asian Nations).

  A seguito della conclusione dei negoziati nel 2015, nel febbraio 2016 e’ stato
  finalmente pubblicato il testo dell’ EU-Vietnam Free Trade Agreement (FTA), che
  ora si trova in fase di revisione e si stima possa entrare in vigore gia` nel prossimo
  2018.

  Grazie al FTA Unione Europea e Vietnam svilupperanno una partnership ancora
  piu’ virtuosa. Il Free Trade Agreement mettera’ gli esportatori europei alla pari con
  gli esportatori di altri paesi che hanno gia’ siglato accordi di libero scambio con il
  Vietnam. Cio’ consentira’ a numerose imprese europee di operare in Vietnam e,
  d’altro canto, ha anche lo scopo di promuovere un migliore accesso nel mercato
  europeo per le imprese vietnamite. Inoltre, promuovera’ anche uno sviluppo
  economico sostenibile da entrambe le parti.

  L’accordo investe l’abolizione di tariffe doganali, comprese quasi tutte le tariffe su
  prodotti alimentari e bevande. Il Vietnam liberalizzera’ il commercio per un
  periodo di oltre dieci anni e l’Europa fara’ lo stesso per un periodo di oltre sette
  anni. In aggiunta, l’accordo di libero scambio migliorera’ la protezione delle
  indicazioni geografiche e dei diritti di proprieta’ intellettuale. Garantira’ anche la
  tutela dei diritti umani e della rule of law, ponendosi in linea con I valori europei
  ed internazionali.

  D`Andrea & Partners continuera’ a tenervi informati sugli aggiornamenti
  dell`ordinamento vietnamita. Qualora aveste commenti o domande da porci,
  non esitate a scriverci a info@dandreapartners.com
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