Kalsa 2022 Una visione partecipata di Piazza Magione - Comune di Palermo
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Kalsa 2022 Una visione partecipata di Piazza Magione Un percorso partecipativo per la Kalsa Il 15 ottobre 2021 la Prima Circoscrizione del Comune di Palermo ha organizzato un “Consiglio di Strada” a Piazza Magione. Non si trattava del primo evento di questa natura, poiché la Circoscrizione ne ha organizzati diversi, nel corso degli anni. Nella specifica occasione, al Consiglio hanno partecipato il Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, il Vicesindaco Fabio Giambrone, gli Assessori Maria Prestigiacomo e Mario Zito. Inoltre erano presenti esponenti della Prima Circoscrizione, dell’Istituto Comprensivo Rita Borsellino, della Comunità Educante Kalsa, di due Comitati di Quartiere (rispettivamente di Piazza Magione e Piazza Kalsa) e dell’Università degli Studi di Palermo. Durante il Consiglio di Strada, la discussione si è concentrata sulle schede che gli uffici del Comune di Palermo hanno realizzato per la presentazione del Contratto Istituzionale di Sviluppo (CIS) per il Centro Storico di Palermo, legato al Fondo Sviluppo e Coesione 2014-2020 – Piano Operativo “Cultura e Turismo”. Il Comune, infatti, aveva previsto una serie di interventi da realizzare nel Centro Storico, e in particolare erano oggetto di discussione la scheda A.1 (Restauro e manutenzione straordinaria dell’antico monastero delle Suore Carmelitane Scalze detto delle Artigianelle, sito in Piazza Kalsa) e la scheda A.6 (Restauro del Collegio della Sapienza in Piazza Magione). Quest’ultimo intervento, nello specifico, prevedeva di “destinare l’intero immobile a struttura ricettiva per la gioventù e centro di accoglienza per studenti fuori sede”, ma questa ipotesi non trovava un riscontro favorevole in molti dei partecipanti al Consiglio, che chiedevano invece una destinazione d’uso diversa, a finalità culturale. A conclusione di una serie di interventi e di posizionamenti, è nata la proposta di organizzare un percorso partecipativo per raccogliere pareri e opinioni sul CIS e sulle forme di riqualificazione del quartiere Kalsa. Il coordinamento di queste attività è stato affidato a Marco Picone, docente di Pratiche Partecipative presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Palermo, e ai suoi studenti. Insieme a Massimo Castiglia, Presidente della Prima Circoscrizione, e a Lucia Sorce, Dirigente Scolastico dell’I.C. Rita Borsellino, è stato approntato un calendario che nel giro di pochissimi giorni – a causa della scadenza tassativa del 28 ottobre 2021 per l’invio al Ministero competente delle modifiche da apportare alle schede – potesse vedere l’organizzazione e lo svolgimento di questo percorso, mirato a facilitare la discussione e raggiungere una presa di posizione condivisa da parte dei residenti e di tutti gli stakeholders implicati nel progetto. Dato il poco tempo a disposizione e il numero di attori sociali coinvolti, la tecnica selezionata per il percorso partecipativo è stata il world café, che prevede l’organizzazione di diversi tavoli di discussione tematica. Le tempistiche ristrette non hanno consentito, sfortunatamente, un’adeguata preparazione del percorso, che è risultato affrettato e quindi indubbiamente perfettibile; tuttavia, tutti i soggetti coinvolti hanno ribadito l’importanza metodologica di questo processo: il punto non è soltanto giungere a modifiche valide per le schede, ma anche impostare un ragionamento condiviso e partecipato, che possa divenire un modello necessario e imprescindibile anche per le fasi successive della progettazione urbana. Di seguito si riassumono dunque le tappe principali del percorso, insieme agli elaborati che ne sono il risultato, ovvero le due schede (A.1 e A.6) con le modifiche suggerite dai partecipanti al percorso. In appendice si riportano i report integrali degli incontri partecipativi realizzati. 1
Organizzazione del percorso – 20 ottobre 2021 Il secondo incontro partecipativo si è tenuto il 20 ottobre 2021 presso l’Istituto Comprensivo Rita Borsellino, dalle 15:00 alle 18:00. Vi hanno partecipato esponenti dell’amministrazione comunale, e in particolare l’Assessora Maria Prestigiacomo e l’architetto Paolo Porretto dell’Ufficio Città Storica, oltre a consiglieri comunali, rappresentanti della Prima Circoscrizione, della scuola (docenti e genitori degli allievi), della comunità educante, dei comitati di quartiere e dell’università. Si è trattato per lo più di un incontro di natura organizzativa, in cui si è cercato di chiarire a tutti i partecipanti quali fossero le reali possibilità di intervento sulle due schede. Non è mancato un certo livello di conflittualità, dovuta anche al fatto che – rispetto a quanto dichiarato dal Sindaco e dalla Giunta nell’incontro del 15 ottobre 2021 – a molti partecipanti è parso che i margini di manovra sulle modifiche agli interventi da realizzare presso l’Ex Collegio di S. Maria della Sapienza fossero estremamente ridotti. Questo ha condotto anche a manifestazioni di frustrazione e critiche all’amministrazione, cui però l’architetto Porretto ha sempre risposto richiamando l’effettivo funzionamento del processo legato al CIS e l’importanza del percorso partecipativo in atto. Gli esiti di questo incontro sono riportati in appendice, attraverso il report dettagliato di quanto accaduto. World Café – 25 ottobre 2021 Il terzo incontro partecipativo si è svolto il 25 ottobre 2021 presso l’Istituto Comprensivo Rita Borsellino, dalle 15:00 alle 18:45. I partecipanti, adeguatamente divisi in tre gruppi, hanno animato il vero e proprio world café, i cui risultati sono descritti nel dettaglio nel report in appendice. A questo incontro hanno partecipato circa 40 persone, tra esponenti dell’amministrazione comunale, consiglieri comunali, rappresentanti della Prima Circoscrizione, della scuola (docenti e genitori degli allievi), della comunità educante, dei comitati di quartiere e dell’università. Occorre evidenziare che gli esiti finali del lavoro – cioè le modifiche suggerite per le schede A.1 e A.6 – sono il frutto non soltanto delle proposte raccolte durante il world café, ma anche di una successiva rilettura e rielaborazione dei dati da parte di un gruppo di coordinamento composto da Massimo Castiglia, Andrea Guaitioli Larson e Lucia Sorce. Entrambe le schede vengono riportate di seguito. Quel che qui si vuole evidenziare è, ancora una volta, l’importanza del percorso intrapreso. Benché i risultati siano stati condizionati dal troppo poco tempo disponibile, l’aderenza a un metodo prestabilito e la volontà di dar voce, per quanto possibile, a punti di vista anche in conflitto devono diventare capisaldi in qualsiasi processo partecipativo da organizzare in futuro a Palermo. Non soltanto lo impone la Legge Regionale sulla partecipazione, come più volte ha ricordato anche l’architetto Porretto, ma è un dovere civile per una città che, tra le prime in Italia, ha assegnato già anni fa a un Assessore la delega proprio sulla partecipazione. Palermo deve colmare il ritardo con altre città italiane in tema di efficacia dei percorsi partecipativi che organizza e gestisce, e di uso dei fondi dedicati proprio a questo. In tal senso, pur con tutte le sue imperfezioni e complicazioni, riteniamo che il percorso partecipativo intrapreso per la Kalsa possa costituire una tappa importante per le prossime azioni.
Scheda A.1 – Artigianelle C.1 Obiettivi L’antico monastero di Santa Teresa delle Carmelitane Scalze, noto come Istituto delle Artigianelle è situato in piazza Kalsa all’interno delle mura cinquecentesche della città di Palermo. L’intervento prevede il restauro dell’immobile e del giardino storico e la demolizione del corpo di fabbrica in cemento armato che sorge all’interno del giardino storico. Già Istituto delle Artigianelle è stato anche sede delle attività sociali svolte dalla ripartizione cittadinanza solidale del comune di Palermo. La funzione sociale che l’antico monastero ha svolto storicamente si conferma destinando l’intero complesso a centro culturale di comunità, con spazi destinati a centro di orientamento al lavoro e alle scelte di vita, centro aggregativo educativo e luogo attivatore di sensibilità ecologica, per insediarvi la sede di comunità e associazioni culturali e turistiche. L’intervento costituisce cardine fondamentale della proposta del comune di Palermo per il CIS per il centro storico in un’area caratterizzata da degrado sociale ed economico, sia per rafforzare le funzioni sociali presenti nell’immobile che per insediarne di nuove, e al contempo come volano per la riqualificazione architettonica del quartiere Kalsa. C.2 Descrizione tecnica dell’intervento L’intervento prevede in sintesi il restauro integrale dell’immobile con interventi di manutenzione straordinaria nelle porzioni già riqualificate. E’ prevista inoltre la demolizione del corpo di fabbrica che occupa il giardino storico e la completa dotazione impiantistica in tutto il complesso. L’insieme degli interventi si possono così sintetizzare: - verifica e consolidamento delle strutture; - restauro dell’intero complesso e interventi di manutenzione straordinaria nelle porzioni riqualificate - demolizione del corpo di fabbrica ubicato all’interno del giardino storico; - recupero e riqualificazione del giardino storico e opere di sistemazione a verde; - realizzazione di serra didattica nel terreno di sedime occupato dal corpo di fabbrica in demolizione; - eliminazione delle superfetazioni incongrue; - riconfigurazione degli spazi per le nuove funzioni; - riqualificazione degli accessi e riconfigurazione dei percorsi orizzontali e verticali; - abbattimento delle barriere architettoniche; - integrale rifacimento della dotazione impiantistica a basso impatto ambientale; - riconfigurazione e restauro degli infissi; - revisione del sistema di smaltimento delle acque meteoriche. Le specifiche distributive e architettoniche saranno elaborate con specifica attenzione alle attività previste curando, nella razionalizzazione dei percorsi interni, la coesistenza delle differenti funzioni. C.3 Risultati _ Rigenerare l’area della Kalsa attraverso un edificio storico che possa attivare un processo di rigenerazione urbana e umana degli spazi; _ valorizzare le potenzialità di spazio attivatore di sensibilità ecologica attraverso la cura di un verde di comunità e realizzare un luogo aperto e accessibile con una funzione ecologico – ambientale che possa salvaguardare la biodiversità in città; _ realizzare un polo culturale di riferimento a sostegno della popolazione locale, in particolare giovanile, un luogo di incontro e uno spazio di relazione per la comunità; _ configurare spazi che favoriscano l’integrazione sociale e l’inclusione e contribuiscano all’identità culturale e alla valorizzazione del territorio; _ potenziare la vocazione sociale – culturale dello spazio con accordi di partenariato con le associazioni attive nel territorio per la gestione e la manutenzione degli spazi; _ connettere il complesso con gli altri interventi di riqualificazione, previsti all’interno del contratto istituzionale di sviluppo, in un rapporto che dall’asse dello Spasimo arriva fino a Piazza Magione per formare un sistema urbano a misura di bambini e cittadini locali, europei e internazionali. _ valorizzare la Comunità locale, che - in concerto con tutte le associazioni presenti sul territorio - co- gestirà il centro polivalente e aggregativo - educativo in partenariato tra pubblico e privato, attraverso modelli di co-gestione e co-partecipazione, alternativi e sperimentali, o mediante Patti Territoriali. 3
Scheda A.6 – Collegio Revisioni finale alla Scheda CIS da parte di Massimo Castiglia, Andrea Guaitoli Larson (aka Kantos) e Lucia Sorce C.1 Obiettivi L’antico Collegio della Sapienza sorge, isolato e fatiscente, al centro del vasto spiazzo della Magione, già sede delle Suore Missionarie della Carità. L’area della piazza ha subito notevoli cambiamenti nell’ultimo decennio, a seguito dell’attuazione di percorsi di progettazione partecipata attivati dalla Scuola (ubicata sulla piazza) e soggetti del terzo settore, sia a seguito della presenza di Manifesta 12 che - nel 2018- ha fatto a Piazza Magione il proprio quartier generale, potenziando la presenza di atelier, artigiano e flussi turistici. L’intervento si prefigge di destinare parte dell’immobile a struttura ricettiva intesa come foresteria culturale e l’altra parte come centro culturale, educativo e inclusivo polivalente, dotato di spazi e servizi di produzione, ricerca e promozione culturale e multi/interdisciplinare, laboratori educativi/inclusivi e coworking. C.2 Descrizione tecnica dell’intervento La struttura ad oggi è totalmente in disuso e vandalizzata e mostra alcuni problemi di stabilità strutturale, con relativi problemi di umidità e ammaloramenti. L’intervento prevede in sintesi il restauro completo dell’immobile; l’insieme degli obiettivi e delle esigenze si possono così sintetizzare; ● Verifica e miglioramento delle strutture; ● Riconfigurazione degli spazi per le nuove funzioni, nonché dei percorsi orizzontali e verticali; ● Abbattimento delle barriere architettoniche; ● Rifacimento totale degli impianti; ● Eliminazione di tutti gli impianti e delle superfetazioni incongrue; ● Opere di finitura ● Le modifiche distributive e architettoniche dovranno essere elaborate con particolare riferimento alle seguenti esigenze prioritarie; la razionalizzazione dei percorsi interni, orizzontali e verticali al fine dell’abbattimento delle barriere architettoniche, di una migliore funzionalità e dei percorsi di esodo in caso di emergenza. C.3 Risultati _ Rigenerare la piazza e l’area della Kalsa attraverso un edificio storico che possa mantenere la sua identità mediante il recupero della grande chiesa e nei restanti spazi rappresentare tutte le anime, le potenzialità e i fabbisogni del territorio, divenendo perno simbolico e culturale della mediazione e accoglienza di cui si vanta la città di Palermo; _ Migliorare la capacità ricettiva della città, garantendo l’integrazione dei giovani e incentivando un turismo socio- responsabile dell’intero comparto che gravita nella zona di Piazza Magione; _ Connettere l‘edificio al suo giardino/prato antistante in termini di crescita e vivibilità, incontrando il favore e la sinergia di tutti i residenti, delle realtà e degli operatori socio-culturali presenti sul territorio, incrementando accesso, penetrazione, diffusione a programmi e progetti di ricerca, produzione e promozione culturale e sociale, in particolare con un focus sui laboratori educativi e inclusivi per minori e adulti. _ Mettere a sistema e supporto operatori e realtà e culturali, artistiche e sociali esistenti, mediante la struttura ricettiva della foresteria culturale, permettendo residenze artistiche, partnership locali, nazionali e internazionali, una mobilità internazionale di operatori e scambi di competenze e saperi, una mobilità e fruizione evoluta, socio- responsabile dell’intero comparto che gravita nella zona di Piazza Magione; _ Connettere l’edificio con l’asse dello Spasimo rigenerato e con un rapporto diretto e urbanisticamente riqualificato che arriva fino al complesso delle Artigianelle e di Piazza Kalsa. Piazza Magione e Piazza Kalsa come due piazze congiunte e sistemiche, a misura di bambini e cittadini locali, europei e internazionali. _ Valorizzare la Comunità presente nel territorio, che - in concerto con tutte le associazioni presenti sul territorio - co- gestirà il centro polivalente e la foresteria culturale in partenariato tra pubblico e privato, attraverso modelli di co- gestione e co-partecipazione, alternativi e sperimentali, o mediante Patti Territoriali.
Report dell’incontro partecipativo tenutosi presso l’I.C.S. Rita Borsellino il 20/10/2021 Il secondo incontro per discutere sul futuro dell’Ex Collegio di S. Maria della Sapienza, situato in Piazza Magione, si è svolto giorno 20 ottobre 2021 presso l’Istituto Comprensivo Rita Borsellino e vi hanno partecipato docenti della scuola, residenti del quartiere Kalsa, rappresentanti di varie associazioni, personale tecnico del Comune di Palermo, docenti e studenti dell’Università di Palermo. Massimo Castiglia, presidente della I Circoscrizione, ha introdotto brevemente la questione invitando tutti a ragionare insieme. Successivamente è intervenuto Marco Picone, docente universitario, che ha proiettato ed esposto la scheda tecnica (scheda A.6) compilata dal Comune sul bene oggetto di discussione, descrivendo l’intervento, gli obiettivi e i finanziamenti previsti nell’ambito del progetto CIS. Il docente ha inoltre garantito la disponibilità sua e dei suoi studenti di assumere il ruolo di facilitatori per il successivo incontro, introducendo le tecniche di pratiche partecipative del World Café e dell’Open Space Technology come strumenti per gestire il dibattito. Una dei primi partecipanti ad intervenire è Lucia Sorce, dirigente della scuola Ferrara, che a nome di alcuni presenti mette in luce il desiderio di consultare le planimetrie dell’Ex Collegio, tentando così di comprendere gli spazi e i possibili usi. L’architetto Paolo Porretto, dell’Ufficio Città Storica del Comune di Palermo, chiarisce subito il dubbio spiegando che il livello di dettaglio richiesto dalla dirigente attiene ad una successiva fase di progettazione. Continua dichiarando che la destinazione d’uso scelta dal Comune, cioè “strutture ricettive per la gioventù e centro di accoglienza per futuri studenti”, è conforme alle previsioni del Piano Particolareggiato Esecutivo (PPE) per il centro storico. La dirigente Sorce domanda se l’ostello, per come è previsto dal Comune, debba essere o meno garantito. Segue l’intervento dell’assessora Maria Prestigiacomo, la quale spiega che la scheda può essere modificata e spedita entro il 31 ottobre 2021 al Ministero per una ri-approvazione. La domanda della dirigente, ribadita da Picone, trova risposta quando l’assessora Prestigiacomo afferma di non aver mai dichiarato, in precedenza, che la destinazione d’uso potesse essere cambiata. Si apre un lungo dibattito. Interviene per primo Andrea Kantos, rappresentante del comitato Magione, facendosi portavoce delle preoccupazioni dei residenti. Sostiene di aver mappato le esigenze dei cittadini e di non aver trovato nessuno favorevole alle scelte del Comune, in quanto tutti intimoriti da una possibile presenza selvaggia di studenti, senza il controllo delle forze dell’ordine. Preannuncia inoltre un’eventuale presa di posizione dura, qualora si dovesse procedere per come prestabilito, e conclude proponendo la realizzazione di una foresteria per la cultura. Fabrizio Brancato, genitore di un allievo dell’istituto, inizia il suo intervento ribadendo quale sia la destinazione d’uso e come e se è possibile reinterpretarla. Così facendo propone diverse soluzioni per la parte del bene destinata ad uso ricreativo: spazi per i più giovani, aule insonorizzate per permettere ai giovani di suonare e ingressi separati per accedere all’edificio. Continua esponendo una serie di dubbi su quali siano le percentuali da destinare rispettivamente al ricreativo e al ricettivo e sulla possibilità di partecipare alla stesura del progetto esecutivo. L’architetto Porretto risponde spiegando che la partecipazione del pubblico è prevista solo in una fase preliminare e non di progettazione esecutiva, che le percentuali non sono state ancora stabilite e che molte scelte dipenderanno dal gestore a cui verrà affidato il bene. Brancato esprime la sua preoccupazione nel poter fare ben poco in brevissimo tempo. Interviene l’assessora, giustificando la mancata partecipazione a monte per le tempistiche molto stringenti in cui si è ritrovata quando è divenuta assessora, nonché per i vari cambi e problemi all’interno dell’amministrazione, che se non tempestivamente gestiti avrebbero causato la perdita dei fondi CIS. 5
Dario Librizzi, genitore e rappresentate del consiglio d’istituto, esordisce esprimendo il suo imbarazzo nei confronti dell’amministrazione, in quanto sostiene che le dichiarazioni del precedente incontro sono state del tutto disattese e che prendere coscienza del vano contributo che i residenti possano dare fa sì che si perda credibilità nella politica e nelle istituzioni. Nonostante ciò, dichiara la sua volontà nel partecipare al dialogo e trovare insieme possibili soluzioni. Si sussegue una serie di brevi interventi, fra cui quello della dirigente che, dopo aver ricordato le parole del Sindaco al primo incontro di venerdì 15 ottobre, si chiede se non sia stato altro che un atto politico e quanto peso e valore possa avere questo slancio di partecipazione. Prende la parola Paolo Sole, direttore generale della cooperativa sociale Help, riprendendo l’intervento di Dario Librizzi ed esprimendo il suo sconforto nel sentirsi canzonato da parte dell’amministrazione. In conclusione, interviene l’architetto e membro dell’associazione Booq Flora la Sita, sostenendo che ricevere informazioni da parte della comunità renda sicuramente più semplice il lavoro ai tecnici. Inoltre, evidenzia come, a suo avviso, sia necessario prendere in considerazione e agire su tre fondamentali aspetti: quello politico, quello tecnico e quello gestionale. Contestualmente parla di spazi ibridi che possano essere proposti senza inficiare la destinazione d’uso e di un eventuale ampliamento della scheda per punti. L’incontro si conclude stabilendo un successivo appuntamento per il 25 ottobre, tra le 15 e le 18, presso l’I.C.S. Rita Borsellino, con l’obiettivo di realizzare un World Café e proporre degli emendamenti alla scheda A.6, da girare immediatamente all’amministrazione comunale affinché li possa inoltrare al Ministero.
Report dell’incontro partecipativo tenutosi presso l’I.C.S. Rita Borsellino il 25/10/2021 A seguito dei precedenti incontri, il 25/10/2021 si è svolto un World Café presso l’Istituto Comprensivo Rita Borsellino”, dalle ore 15:00 alle ore 18:45, con circa una trentina di partecipanti. L’incontro ha avuto inizio nell’Aula Magna della scuola, con un’introduzione da parte di Marco Picone su come dovesse svolgersi il suddetto World Café. Successivamente, l’intero gruppo di partecipanti si è spostato in tre aule più piccole, dove si trovavano tre tavoli appositamente disposti per dar vita al World Café. In ognuna delle aule si è affrontato il tema delle funzioni, degli spazi e della gestione del bene soggetto a ripristino/manutenzione, con un tempo stabilito di 20-30 minuti per ciascuno dei tre “round” di discussione previsti. Alla fine di ogni sessione i rappresentanti del tavolo (facilitatori) si incontravano per scambiarsi le idee scaturite all’interno del dibattito, in modo da avere una panoramica più ampia e chiara degli argomenti trattati. Il World Café è un metodo semplice ed efficace per dar vita a conversazioni informali, vivaci e costruttive, su questioni e temi che riguardano la vita di un’organizzazione o di una comunità, e particolarmente utile per stimolare la creatività e la partecipazione. L’obiettivo del World Café è mettere a disposizione la forza delle conversazioni informali al fine di mobilitare in modo creativo pensieri e risorse, produrre apprendimento, condividere conoscenze e infine generare cambiamento. In un World Cafè può essere proposta una sola domanda per stimolare la discussione, oppure, come è stato in questo caso, una serie di stimoli posti in successione temporale, in modo da permettere ai gruppi di compiere un’ampia esplorazione delle tematiche. Nel caso specifico le domande poste sono state: Funzioni: quali funzioni vorreste che avesse l’ex Collegio? Spazi: quale dovrebbe essere secondo voi il rapporto tra questo bene e il quartiere? Gestione: chi o cosa vorreste che gestisse l’ex Collegio? Di seguito si riportano, in maniera specifica, le discussioni emerse nei tre diversi tavoli. In ciascuno dei tavoli erano presenti tre facilitatori, studenti e studentesse del corso di studi in Pianificazione Territoriale, Urbanistica e Ambientale dell’Università di Palermo. Tavolo 1 Al tavolo 1 svolgevano il ruolo di facilitatori Eleonora Scorsone, Nicolò Siragusa e Roberto Venuto. Eleonora Scorsone, dopo aver presentato se stessa e i suoi colleghi Nicolò Siragusa e Roberto Venuto, espone brevemente le modalità con cui verrà strutturato l’incontro, ricordando quale sia il tema del primo turno di discussione (Funzioni) e invitando tutti a presentarsi. Al tavolo sono seduti Paolo Porretto, architetto dell’Ufficio Città Storica del Comune di Palermo; Massimo Castiglia, Presidente della I Circoscrizione; Mariagrazia Cusimano, docente dell’istituto; Perina Iena, genitrice; Anneclaire Turco, rappresentante dell’associazione CESIE; Valentina Muffoletto, rappresentante dell’associazione SEND; Michele Vaccaro, presidente dell’associazione Kalsa Art District; Fabrizio Brancato, genitore; Chiara Giubilaro, geografa e docente dell’Università di Palermo. Dopo qualche minuto di silenzio inizia il dibattito. Il primo a parlare è Michele Vaccaro, che espone i suoi dubbi riguardo la possibile variazione della destinazione d’uso del Collegio per finalità culturali. A lui risponde l’architetto Porretta, chiarendo i dubbi di Michele e riprendendo anche risposte ed interventi che erano già stati trattati nel primo incontro. Interviene Nicolò Siragusa per invitare tutti i partecipanti ad esporre a turno le personali proposte su quale possa essere la destinazione d’uso del bene oggetto di discussione. 7
Massimo Castiglia, primo a parlare, dichiara di avere tante idee e che per tale ragione preferisce dare spazio a tutti gli altri partecipanti. Segue Mariagrazia Cusimano, che spiega di non essere stata presente ai precedenti incontri e di non aver ancora idee per tale motivo. La parola passa a Perina Iena, che inizia con una premessa sulla storia del Collegio, ricordando i tempi in cui era abitato da una comunità di suore. Le sue proposte, ispirate ad esperienze vissute all’estero, si orientano su una linea culturale e polifunzionale. Continua sostenendo che il Collegio potrebbe offrire servizi dedicati al dopo-scuola, ai laboratori, diventare sede di asilo o attività di coworking. Le sue idee vengono accolte con entusiasmo da Anneclaire Turco, la quale immagina il Collegio come un ambiente aperto a tutti e a tutte in futuro. Prosegue Valentina Muffoletto, dichiarando di non avere ancora un’idea chiara su cosa si potrebbe fare del complesso. Ciò nonostante, fa un discorso generale legato alla sua associazione, sostenendo che le piacerebbe la realizzazione di una rete di connessione aperta tra il Collegio e l’esterno, definita da lei stessa “impresa sociale”. Interviene Michele Vaccaro, proponendo che una parte dell’edifico sia o diventi un emblema artistico, un luogo che sia di rappresentanza ma anche uno spazio per gli artisti e artigiani, capace di ricreare e rievocare la vecchia arte. Subito dopo parla Chiara Giubilaro, introducendo il fenomeno della gentrification avvenuta nel quartiere. Alla gentrification accosta anche un altro fenomeno, ovvero quello della touristification, descrivendo i problemi che questi causano alla città e ai quartieri. Per tale ragione sostiene che l’idea di ostello sociale come destinazione d’uso non sia per nulla idonea al contesto. Fabrizio Brancato avanza una serie di proposte per uno spazio dedicato allo sport o alla musica, prevedendo accessi separati fra i futuri studenti-residenti e i fruitori del collegio. Viene ben presto interrotto dall’architetto Porretto che spiega come alcune idee già proposte al tavolo siano impossibili da realizzare a causa di questioni strutturali dell’edificio, e conclude spiegando che il Collegio non possa essere pensato come un contenitore in cui inserire tutto ciò che si vuole. Interviene Massimo Castiglia per proporre un possibile collegamento tra il Collegio e le Artigianelle. Inoltre, espone le sue perplessità riguardo al recupero del bene, alla velocità e all’affidabilità dell’amministrazione. Conclude riprendendo il discorso dei limiti nell’intervento e ricordando che le modifiche applicabili alla scheda saranno ben poche. Termina così la prima fase di discussione. Dopo qualche minuto di pausa riprende il dibattito su un nuovo tema. Si aggiunge un nuovo membro, Sabrina Verme, mamma e insegnante. Si presenta al resto dei partecipanti ed espone la sua idea, basata sull’interazione tra il Collegio e la scuola esistente. Prende parola Nicolò Siragusa, che spiega e descrive il tema di questa seconda fase di discussione. Prosegue Eleonora Scorsone, esponendo dubbi sulle dimensioni del Collegio e sullo spazio che è possibile modificare, chiedendo all’architetto Porretto se sia stata elaborata un’analisi preliminare per capire quanti mq saranno destinati alle stanze degli studenti. Risponde l’architetto Porretto spiegando come in questa fase del progetto non è possibile definire quanti metri quadrati verranno destinati a determinate funzioni e affermando che in questa fase occorra avere una visione più generale che specifica. Entra nella stanza Cassandra Funsten, dottoranda di ricerca dell’Università di Palermo, in ruolo di ambasciatrice tra i tavoli. Dopo una breve presentazione mostra un cartellone, invogliando alla sua compilazione con l’utilizzo di parole chiave. Il cartellone viene passato tra i vari partecipanti, che vi inseriscono le proprie parole chiave. Dopo un breve giro di idee, Fabrizio Brancato dichiara il suo favore all’idea di un possibile cortile interno nel Collegio e mostrando le piante del complesso ai restanti
partecipanti. Negli ultimi 5 minuti, prima della pausa e della fine del round, l’intero tavolo si è diviso in piccoli gruppetti che hanno parlato ed esposto idee personali. Prima della pausa Nicolò Siragusa prende il cartellone spiegando come manchi il discorso precedentemente espresso dall’architetto sulla pianificazione a livelli, spiegando come ogni livello potrebbe corrispondere a un determinato programma o destinazione d’uso. Il terzo round viene iniziato e spiegato da Nicolò Siragusa; nasce un piccolo dibattito sulle associazioni che si vorrebbe andassero, in futuro, a gestire il bene. Risponde l’architetto Porretto, dicendo che qualunque soggetto riconosciuto dall’amministrazione può gestire il bene. In tal ambito riprende l’esempio della Zisa, nel quale alcuni padiglioni sono amministrati da privati. Continua dicendo che tutto quanto appena detto può verificarsi quando gli obiettivi delle associazioni sono conformi agli obiettivi dell’amministrazione e che questo tema a suo avviso risulta un po’ prematuro da trattare, poiché acquisterà più valenza solo in seguito. Prende la parola Mariagrazia Cusimano, che continua il discorso delle associazioni. Inoltre, si interroga sulla possibilità di preparare il terreno per vedere se sia possibile fare un network tra associazioni. Chiude il suo intervento con dei dubbi sulle tempistiche dei lavori. Alle domande risponde l’architetto Porretto, indicando come data di fine lavori dicembre 2022 e spiegando come per quella data quasi sicuramente l’amministrazione avrà trovato il soggetto economico che dovrebbe eseguire i lavori. Da qui in poi iniziano a nascere dei dubbi sulle basi economiche del progetto e su possibili stop dei lavori, ai quali è sempre l’architetto Porretto a rispondere: “Non è possibile che i fondi finiscano”, afferma Porretto, sottolineando che qualora ci fossero problemi di natura economica l’errore ricadrebbe sull’architetto stesso. Chiusa questa parentesi, Perina Iena espone dei dubbi sulla questione network, dubbi che vengono subito chiariti da Massimo Castiglia. Una volta risolte le perplessità è lo stesso Massimo Castiglia ad avviare un’importantissima proposta: inserire nella frase della scheda che domanda se “Esiste un accordo con quale associazione?” una risposta che evochi i Patti Territoriali. Infatti, è proprio Castiglia ad introdurre la questione dei Patti Territoriali e a descriverne, dopo le perplessità nate nel resto dei partecipanti, le caratteristiche, riscontrando un favoreggiamento generale da parte dei partecipanti. Nei minuti finale del terzo round Chiara Giubilaro spiega come, secondo lei, le modifiche sulla scheda dovrebbero interessare non solo la scheda A.6, ma anche quella C.3. Prima della fine del round Anneclaire Turco sottolinea come queste “convocazioni” siano il futuro per far sì che nasca una comunità coesa e che porti avanti idee d’insieme. Tavolo 2 Il tavolo 2 era facilitato da Ivana Basilico, Salvatore Coniglio e Castrenze Giro. Durante il primo round, su tema delle funzioni, Ivana Basilico si presenta e introduce l’argomento cardine di questa prima tranche. Giovanna Messina, del “CSC Danilo Dolci”, parla di un futuro per il Collegio che possa vedere l’interazione tra esso e i ragazzi, quindi creando uno spazio pedagogico tra interno e l’esterno dell’edificio. Evidenzia come questi lavori non siano recenti ma abbiano già una storia di quattro anni, e propone di aggiungere una fase di co-progettazione sia all’inizio del progetto che alla fine per poter dare spazio ai cittadini/associazione di interagire direttamente con il progetto. Andrea Kantos, rappresentante del “Comitato Piazza Magione” nonché residente, artista del quartiere, ed esercente, chiede più spazi per la cultura e non spazi di “divertimento barbaro”. A suo avviso occorre creare uno spazio per eventi culturali; qualora non si riuscisse ad eliminare la parola “ricettiva” le associazioni che rappresenta si opporranno. Propone di includere le attività all’interno della piazza creando un hub di ricerca, produzione e promozione delle arti contemporanee (visive, performative e multimediali), un ”Educational Lab” o magari una residenza per artisti. Salvo Giardina, architetto dell’ufficio Città Storica, ricorda che si stipuleranno contratti con esterni che gestiranno la realizzazione delle opere. Questi discorsi a suo avviso si dovevano fare prima; in generale il programma CIS prevede dieci progetti sull’immobile e sullo spazio che lo circonda. Nella zona sono 9
previsti infatti 10 progetti che fanno riferimento al Contratto Istituzionale di Sviluppo per il Centro Storico di Palermo; per il Collegio era prevista la destinazione dell’intero immobile a struttura ricettiva per la gioventù e centro di accoglienza per studenti fuori sede, mentre per le attività sociali avevano pensato di utilizzare “Le Artigianelle” a Piazza Kalsa. I tecnici sono esecutori del volere del Sindaco. Lara Salamone, dell’associazione “Handala”, dichiara che per loro è importante che non aumentino le differenze di opportunità che già esistono tra benestanti e non, chiedendo se sia possibile l’accesso alle attività culturali anche a chi non ha strumenti, affinché la parte più disagiata possa mettersi in pari. Riportando un esempio: nel quartiere Albergheria alla residenza ERSU, vicino la chiesa di San Nicolò, alcuni spazi saranno delle aree comuni e già una parte è destinata alle associazioni. Fabio Punti, del comitato piazza Magione FAI, dichiara che il FAI è interessato a comprendere la destinazione d’uso del Collegio. Maria Greco, dell’associazione “Palermo Scienza”, ricorda che da due anni lavora con la scuola IC Rita Borsellino e sottolinea che la divulgazione scientifica è anche cultura e che si potrebbe pensare ad una collaborazione con altri artisti. Gilda Terranova, residente dal 1997 e insegnante al plesso Roncalli della scuola, denuncia che per gli adolescenti mancano spazi: “a Palermo abbiamo solo Pub”, afferma portando invece l’esempio virtuoso degli spazi presenti alla biblioteca di Bologna “Salaborsa”, un luogo totalmente dedicato ad attività giovanili. In città gli adolescenti sono una delle fasce più fragili, a rischio di alcolismo e tossicodipendenza. Non sarebbe male se si pensasse a degli spazi per loro che rappresentano l’anello debole della città. Loredana, docente dell’istituto comprensivo, vive nel quartiere da trent’anni; ricorda che ci sono stati enormi sviluppi nel tempo, però allo stesso tempo ha visto come sono aumentate le lamentele per disturbi notturni, ma anche il controllo del territorio da parte di agenti di polizia e carabinieri, e pensa che la situazione oggi sia tutto sommato sotto controllo. Federico Prestileo, residente del centro storico, afferma che la piazza è uno dei pochi spazi non codificati dal tipo di consumo. Propone di salvaguardare un luogo dove per fare qualcosa non si deve per forza pagare. Liana Cavallari, rappresentante associazione “Send”, mamma e residente, segnala che vi è un cambiamento sociale con il ribaltamento dei rapporti tra soggetti forti e fragili, che può essere fatto anche attraverso il turismo culturale, ma controllato. Propone una formazione ed inclusione degli adulti e la coesione sociale. Si augura che non si trasformi in una forma di touristification o gentrification. Anche lei condivide l’idea di esprimersi tra quattro anni, alla fine dei lavori. In occasione del secondo round, sugli spazi, l’architetto Giardina ricorda che conosce il Collegio da sempre, le suore rappresentavano la difesa della città verso chi voleva sventrare il centro storico: una sorta di “Fort Apache”. Liana Cavallari lo immagina come uno spazio comune, uno spazio che si apre dall’esterno, con una parte di spazi che abbiano un rapporto con il quartiere: spazi di socialità informale, possibilità culturali e di unità. Secondo Federico Prestileo: si dovrebbe considerare la collocazione spaziale del Collegio, al centro della Piazza e al centro del quartiere, creando connessioni anche con altri spazi nella zona e tra varie associazioni. Per Gilda Terranova non bisogna creare una barriera tra quello che c’è dentro e fuori, ma creare un collegamento con l’esterno. Salvo Giardina segnala che lo spazio del Collegio sarà rinnovato, ma non può essere stravolto; ci sono grandi stanze ma non per organizzare eventi.
Maria Greco evidenzia che lo spazio è uno strumento dentro-fuori, quindi occorre collegare, rendere fruibile il bene al quartiere e in questo senso le associazioni potrebbero essere partecipi. Lara Salamone propone di creare degli spogliatoi all’interno del Collegio per il campetto che si trova all’esterno di esso, creare aule per il doposcuola come ad esempio quelli esistenti allo ZEN. Lucia Sorce, dirigente scolastica, dichiara che una bella idea sarebbe l’artigianato, perché molti ragazzi sono molto bravi ad aggiustare le loro biciclette, molti hanno una buona manualità. Si chiede se si possono realizzare laboratori per gli studenti e creare occasioni formative per la scuola. Andrea Kantos evidenzia che il quartiere ha una grande vocazione turistica e culturale; non è contrario alle barriere, considerando le attrezzature che dovrebbero essere salvaguardate, cosa che non si può garantire se non esistono le barriere. Giovanna Messina suggerisce di creare spazi ECO come cassa di risonanza delle esperienze, processi e realtà presenti nel territorio che non nascono adesso, ma che hanno una storia. Un processo che deve dialogare con tutto quello che già c’è. Sul tema della gestione, Salvo Giardina ricorda che il Comune finisce il lavoro e poi si affida la gestione, in teoria dovrebbe avvenire prima che finiscano i lavori in modo tale da evitare l’abbandono dell’immobile. Altri uffici ottengono la gestione per poi affidarli agli uffici della cultura. Parla della gestione esterna, ovvero quando il valore annuale è minore di €10.000, mentre se invece è maggiore di €10.000 si va a bando. Per esempio si è agito così per i Cantieri Culturali alla Zisa. Cristina Alga, dell’Ecomuseo Mare Memoria Viva, afferma che esiste una terza via: gli oneri sono esterni e gli onori sono interni, ma ancora un regolamento comunale a riguardo non esiste e si fa riferimento ad una legge del 1985. Si discute dell’amministrazione comunale, che a volte non ha modo di intervenire economicamente, mentre il terzo settore, attraverso una procedura semplificata, può presentare un progetto sul bene comunale per accertare che avrà un peso sociale e culturale, con attività gratuite e, se non arrivano altre proposte, allora può andare avanti oppure si possono far coincidere due proposte in base ai criteri. Anche nel caso del Collegio si può prendere come iniziativa di avere loro la gestione con un partenariato speciale tra pubblico e privato, tuttavia secondo loro la proposta di gestione arriverà tardi. Salvo Giardina ricorda che è importante già adesso decidere la gestione del Collegio, perché in base al fine che viene dato all’immobile, si saprà anche la sua funzione. Quindi si potrebbe optare per una cogestione tra associazioni profit, no-profit e amministrazione. Se i lavori finiscono il 31/12/2025, le associazioni dovrebbero essere richiamate almeno un anno prima per decidere che farne e a chi potrebbe essere affidata la gestione del bene. Tavolo 3 Il tavolo 3 era facilitato da Marco Giaccone, Maria Cristina Mazzara e Antonino Calderone. Il primo a parlare è stato Maurizio Gucciardo, residente del quartiere, il quale ha espresso il suo pensiero inerente alla funzione, affermando che vi sono già diverse strutture destinate a finalità ricettive, e pertanto propone un laboratorio di artigianato dati i vari teatri vicini, come l’ex teatro Garibaldi e l’Hotel Patria che già svolge la funzione di residenza universitaria. Stefania Crobe, ricercatrice presso l’Università di Palermo, propone una funzione volta alla “produzione” di cultura, basandosi anche sugli spazi esterni in cui l’edificio è sito. Cristina, insegnante della scuola, designa come funzione quella ad uso di sicurezza: ipotizza una caserma delle forze dell’ordine, al fine di avvicinare i ragazzi alle forze dell’ordine, senza che le considerino una minaccia. 11
Manuela Rizzotto, insegnante, propone di destinarla ad uso sanitario (raccolta farmaci o visite di base) in quanto il quartiere ne è carente. Pietro Misilmeri propone di considerarla come un “luogo attraversabile” privo di barriere con lo scopo di renderlo in linea con l’esigenza ambientale. Daniele Marannano, di Addio Pizzo, spera di sanare con il recupero dell’edificio una frattura causata dalla gentrification, e auspica che vengano attuate attività di inclusione sociale come diritto al lavoro, alla salute, alla casa, ecc. Dario Librizzi, genitore e rappresentante in consiglio di istituto, propone uno spazio destinato a residenza “momentanea” [sic] per immigrati, nonché luogo di doposcuola e spazio coperto in cui potersi radunarsi. Alcuni dei partecipanti hanno poi espresso le loro opinioni sugli spazi. Maurizio Gucciardo pensa di fare una divisione a piani in cui ciascun piano ha una funzione a sé stante. Cristina esprime un pensiero contrario al dormitorio, in quanto se esso aprisse molti B&B chiuderebbero. Manuela Rizzotto pensa di farne un luogo in cui accogliere giovani talenti. Daniele Marannano propone di realizzare al piano terra uno spazio mirato all’inclusività e all’immediata accessibilità. Il round sulla gestione invece non ha raccolto tante idee. L’idea che accumunava tutti era quella di una gestione non privata ma svolta come accade ai Cantieri Culturali alla Zisa e la proposta di affidarsi agli E.T.S. (Enti del Terzo Settore). Mappa collaborative dei concetti chiave raggruppati per tema (Funzioni – Spazio – Gestione) Durante lo svolgimento del World Café, ai partecipanti sono stati dati dei fogli (uno per aula) con i tre temi da affrontare scritti in lettere grandi: Funzioni in rosso; Spazi in blu; Gestione in giallo. I partecipanti sono stati invitati a scrivere dei concetti chiave emersi durante la loro discussione, man mano che si svolgeva. Potevano basarsi sui propri pensieri o sulle idee di qualcun altro che avevano ascoltato e che ritenevano importanti. Alla fine di ogni sessione, i fogli sono stati ruotati in senso orario nella stanza successiva. Dopo la conclusione della prima sessione dedicata alle Funzioni, i partecipanti sono stati anche invitati a fare collegamenti con delle linee se vedevano dei concetti chiave che si collegavano fra di loro (nello stesso tema o in un altro tema). Così si cercava d’incoraggiare la diffusione delle idee tra le aule e anche di dare spazio a coloro che erano meno inclini a parlare pubblicamente o “sopraffatti” dai membri più loquaci del gruppo. Inoltre, questo quadro rispecchia i concetti ritenuti più importanti dai partecipanti, in contrasto alla visione degli studenti/facilitatori. Dopo l’incontro, Il contenuto dei fogli è stato trascritto (verbatim) nelle seguenti tabelle, raggruppando le parole chiave di ogni tema (per pagine) e ogni aula (per colonna). Le righe per cui i partecipanti hanno fatto connessioni con i concetti chiave di altri temi/tavoli sono evidenziate in giallo. Le frecce prima dei concetti chiave indicano l’origine della connessione, e le frecce dopo indicano la destinazione della connessione. Le aule sono indicate da una lettera (A; B; C) e i concetti chiavi sono indicati da un numero.
Figura 1- Foglio A Figura 2 - Foglio B 13
Figura 3 - Foglio C
Funzioni - Foglio A Funzioni Foglio B Funzioni Foglio C Spazi autogestiti dagli Centro culturale ed Spazi per adolescenti -> adolescenti di produzione educativo inclusivo = Spazio C2a culturale welfare culturale Co-progettare continua Spazi per doposcuola Sport/musica Continuità con il territorio e con i Inclusione lavorativa Sale prove cambiamenti Centro culturale Riportare processo in corso + Accoglienza per le polifunzionale (allo scopo azione di progettazione nel emergenze abitative e di incentivare l’interazione progetto esecutivo migratorie tra le componenti nel quartiere) -> Spazio C2b Centro culturale multifunzionale Laboratori e co-working Spazi aggregativi per bambine e bambini (doposcuola – sport – Spazi per la formazione possibilità di accesso alla cultura) -> Spazio n. A5 Spazi per famiglie e luogo di Ostello per giovani dove si aggregazione per adulti attivano -> Funzioni B8 -> Funzioni B7 Lavoro – Accesso a tutte le culture Lab. Artigianali-mestieri G/ Teatro etc. Cultura STEAM (science, technology, engineering, arts and Modificare sezione C.3 mathematics) che veda “Risultati” -> Spazio (tutto protagonista bambine e bambini B) e adolescenti e famiglie FABLAB -> Spazio n. A8 Culturale “attività” Ricerca, Produzione, Promozione -> Arte contemporanea, arti visive, Palestra performativi e Multimediali -> Hub -> Spazio A9 Residenze artistiche Hub -> Inclusione sociale/ Spazio A9 interazione con il quartiere Educational Hub -> Spazio A9 Facilitazione culturale (progettazione) Hub -> Spazio A9 15
Spazio - Foglio A Spazio Foglio B Spazio Foglio C Cortile interno come punto di Nessuna barriera Spazio di speranza e incontro per tutti da cui poi resistenza raggiungere gli spazi disposti nei piani Cortile interna che comunichi con i Casa del quartiere Progetto su tre piani: vari spazi esterni Funzioni C1-> Pianoterra che risponda alle esigenze della piazza e del quartiere attraversabile e connesso al quartiere Funzioni C2 -> Primo piano, spazi laboratoriali e di incontri Funzioni C4-5 - > Terzo piano: ricettivo/ accoglienza Lato teatro Garibaldi che comunica Spogliatoi per il campetto di Funzioni C1-> Pianoterra con il teatro calcio che risponda alle esigenze della piazza e del quartiere attraversabile e connesso al quartiere Lato che si affaccia su piazza Spazi laboratorio per Funzioni C2 -> Primo piano, Magione che comunica con la scuola l’apprendimento di tecniche spazi laboratoriali e di di artigianato per adolescenti incontri e adulti Funzioni A6 -> Ecc. … Lato che si Continuità e apertura Funzioni C4-5 - > Terzo affaccia sul campetto da dedicare piano: ricettivo/ accoglienza allo sport Distribuzione su livelli diversi: 1 Integrazione giovani funziona diversa per piano Differenziare gli accessi per non Laboratori creativi e supporto creare promiscuità – es. avere un allo studio accesso per i bambini molto piccoli Funzioni A10 -> Spazio per utilizzo Spazio educativo 0-99 anni attrezzi prestati da spazio zero in coerenza con i spazi che (artigianelle) circondano Funzioni A11-14 -> Sala conferenze Attività scientifiche che uniscono il dentro e il fuori Funzioni A11-14 -> Area co-working Il Collegio – Spazi di: Residenze d’artista -> educational lab -> laboratori Arte contemporanea Produzione Ricerca Promozione
Gestione- Foglio A Gestione Foglio B Gestione Foglio C Pubblica Patti territoriali -> Partenariato speciale pienamente d’accordo pubblico-privato ETS (Enti Terzo Settore) Gestione unitaria (che Modello di collaborazione raccolga gli stakeholders pubblico-privato “parti interessati” del quartiere) Dando Risalto alle Realtà Spazi e funzioni intimamente Profit+ no-profit + terzo Associative del Quartiere legati, in quanto legati al settore territorio, e si deve nutrire dei processi in atto Spazio eco come cassa si Gestione comunitaria che risonanza delle esperienze rispecchia la multifunzionalità dello stato e le varie anime del quartiere Processi e eredità preesistenti nel territorio che non nascono adesso ma che hanno una storia 17
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