Internet e la crescita delle allergie (ma non solo .) nei bambini
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Internet e la crescita delle allergie (ma non solo….) nei bambini Alessandro Fiocchi, Presidente di SIP sezione Lombardia ________________________________________________ Non solo rischi di cattivi incontri, di videodipendenze o di cyber-solitudine. L’arrivo di Internet ha cambiato la faccia di molte delle patologie del bambino. A volte in meglio, a volte in peggio. Vediamo alcuni esempi dalla letteratura più recente: 1. L'obesità. Lo “screen time” (tempo passato da un bambino davanti allo schermo) è correlato con la riduzione di occupazioni più attive, e con una riduzione della quantità di sonno - noto fattore di rischio per l'obesità. Per questo nel luglio 2011 l’American Academy of Pediatrics in una sua nota raccomanda ai pediatri di chiedere sempre durante le visite: a. quanto tempo viene speso davanti allo schermo ogni giorno? b. C'è un televisore o una connessione internet in camera da letto del bambino?1 2. La depressione. La Internet-dipendenza verrà probabilmente inclusa nel Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition2 ed un comportamento definito “problematico” davanti ad internet è stato associato con disturbi di comportamento negli adolescenti sia in America 3 che in Cina4. Se non ne è causa, certamente dunque l’uso eccessivo di Internet può essere testimone di uno stato di alterate relazioni sociali coi compagni, con gli insegnanti e con la famiglia. 3. I disturbi visivi. È stata segnalata un’associazione tra screen time e riduzione della acuità visiva, con offuscamento della vista lamentato spesso dai bambini utilizzatori di computers5. 4. Le cattive abitudini alimentari: l'uso diffuso di Internet ha prodotto nuove strategie di marketing alimentare come l’"Advergame", cioè l'uso di giochi online che incorpora pubblicità di alimenti-spazzatura. Per questo sono stati proposti sforzi normativi per affrontare la commercializzazione onnipresente ma spesso sottile a cui i bambini sono esposti6. 1
È verosimile che l’uso di Internet riduca le attività sportive, con riduzione dei loro numerosi benefici ma anche di alcuni rischi come le fratture che sono associate a sport come il calcio ed il pattinaggio 7 - figura 1. Figura 1 - Tasso di incidenza (per 100.000 persone-anno) di fratture del pol- so nel periodo dal 1997 al 2009, per ragazzi dai 5 ai 9, 10-14 e 15 a 19 anni. Quello che però rappresenta un punto di approfondimento recente è il rapporto tra screen time e sviluppo di allergie. Dal 5% degli anni ’80, il numero dei bambini con allergia respiratoria ha ora raggiunto il 25-30% nei Paesi sviluppati. E l’asma, che è al 10% in Italia, supera il 30% tra i dodicenni di Paesi come l’Australia il Canada ed anche la vicina Svizzera. 2
Figura 2 – Prevalenza dell’asma (per 100) nei vari Paesi nel periodo 1965- 2005 Le cause i questo aumento affondano le loro radici, lo sappiamo, nello stile di vita occidentale. Ecco allora di colta in volta accusati la vita in città, la lontananza dal bestiame, la riduzione del numero di infezioni, l’eccessiva igiene domestica. Alcuni di questi fattori sono inevitabili, altri hanno prodotto tentativi di prevenzione rivelatisi vani. Alcuni dei metodi di prevenzione delle allergie proposti senza successo: - Fare ammalare presto i bambini mandandoli all’asilo nido; - Dare loro dei prebiotici per sviluppare la flora intestinale; - Dare loro alimenti allergizzati più tardi per ridurre il rischio di allergia. Oggi per prevenire le allergie va di moda la proposta di rinforzare l’apporto vitaminico, specie di vitamina D. Questo gruppo di pro-ormoni liposolubili può essere sintetizzato a partire dal colesterolo negli organismi animali. La loro forma attiva richiede però un passaggio sintetico a livello cutaneo, catalizzato dalla presenza di raggi ultravioletti. Pochi alimenti contengono quantità apprezzabili di vitamina D; tra questi l’indimenticato olio di fegato di merluzzo, il latte ed i suoi derivati, le uova, il fegato e le verdure verdi. 3
Sappiamo da sempre che carenze importanti di vitamina D comportano rachitismo. Ma recentemente abbiamo imparato che la mancanza di vitamina D può avere a che fare con malattie autoimmuni, sclerosi multipla, diabete di tipo 1, infezioni, allergie, asma, patologie della pelle (in particolare psoriasi). Anche molti tumori, tra cui quelli del seno, del colon, delle ovaie e della prostata, sono associati con un suo deficit. La carenza di vitamina D è poi associata ad un aumento degli eventi cardiovascolari, a malattia di Alzheimer, schizofrenia, depressione. Tutte malattie dell’epoca moderna. Ed ora, che gli studi hanno portato alla consapevolezza di come la vitamina D agisca positivamente sulla immunità dei bambini 8, come non pensare che le ore passate davanti al computer dai nostri bambini, in momenti del giorno in cui i loro padri erano per strada a giocare, non possano essere associati ad una ridotta produzione di vitamina D? tra i tanti aspetti degli stili di vita che non giovano ai nostri bambini, portandoli alla obesità, all’aumento delle depressioni e delle malattie vascolari, anche la deprivazione delle ore di esposizione al sole può facilitare le malattie. L’indagine europea ci dice che le ore passate davanti al computer dai nostri bambini sono ben più di quelle che i loro genitori dedicavano alla TV dei ragazzi. Ma c’è un altro aspetto che Thomas Platts Mills, nella sua recentissima relazione al Meeting dell’American College of Allergy Asthma and Immunology, ha tratteggiato. Come la figura 2 dimostra, l’asma nel bambino è andata a plateau – cioè ha smesso di crescere – dai primi anni 2000. Un trend strano, visto che le allergie continuano a crescere. Sono gli anni in cui allo screen time dedicato alla TV si è sostituito lo screen time dedicato al computer. La prima sollecita un’attenzione passiva, l’altra un’attenzione attiva. Ora il sospiro è essenziale per mantenere la pervietà delle vie aeree, tanto che a qualunque bambino venga impedito di fare inspirazioni profonde compare un asma 9, anche se è perfettamente sano. È lecito pensare, secondo Platts Mills, che il passaggio dei nostri bambini dalle ore di TV a quelle di computer abbia cambiato la frequenza della loro sospirazione, rendendola più frequente e profonda. L’ipotesi che l’illustre studioso avanza è dunque che poiché la respirazione del bambino è più profonda, questo abbia limitato il trend di aumento dell’asma. Andremo dunque verso la computer-terapia per l’asma? Presto per dirlo. 1 AAP Council on Communications and Media, Strasburger VC. Children, adolescents, obesity, and the media. Pediatrics. 2011;128:201-8 4
2 Block JJ: Issues for DSM-V: Internet addiction. Am J Psychiatry 2008, 165:306-30 3 Istakis DA, Moreno MM, Jelenchick L, Myaing MT, Zhou C. Problematic internet usage in US college students: a pilot study. BMC Med. 2011;9:77 4 Wang H, Zhou X, Lu C, Wu J, Deng X, Hong L. Problematic Internet Use in high school students in Guangdong Province, China. PLoS One. 2011;6:e19660 5 Bener A, Al-Mahdi HS, Vachhani PJ, Al-Nufal M, Ali AI. Do excessive internet use, television viewing and poor lifestyle habits affect low vision in school children? J Child Health Care. 2010;14:375-85 6 Jain A. Temptations in cyberspace: new battlefields in childhood obesity. Health Aff (Millwood). 2010;29:425-9 7 de Putter CE, van Beeck EF, Looman CW, Toet H, Hovius SE, Selles RW. Trends in wrist fractures in children and adolescents, 1997-2009. J Hand Surg Am. 2011;36:1810- 15 8 van der Aar, AMG et al. Vitamin D3 targets epidermal and dermal dendritic cells for induction of distinct regulatory T cells. J. Allergy Clin. Immunol 2011;127:1532–40 9 Chapman DG, King GG, Berend N, Diba C, Salome CM. Avoiding deep inspirations increases the maximal response to methacholine without altering sensitivity in non- asthmatics. Respir Physiol Neurobiol. 2010;173:157-63 5
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