Corso di formazione "GESTIRE LA CLASSE" - ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE "PIAZZA MARCONI"
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE «PIAZZA MARCONI» A.S. 2018-2019 Corso di formazione «GESTIRE LA CLASSE» 8° INCONTRO 02.04.2019 PROMOZIONE DELLE ABILITA’ PROSOCIALI L’IMPORTANZA DELLA COOPERAZIONE
Comportamento prosociale, è l’insieme di abilità sociali che una persona mette in atto per aiutare il prossimo e per perseguire scopi sociali, senza ricercare né pretendere ricompense esterne. Queste abilità, quali l’altruismo, la solidarietà, l’empatia, la collaborazione, la cooperazione, la responsabilità sociale, sono molto importanti perché migliorano la qualità delle relazioni interpersonali, riducono atti di violenza e di aggressività garantiscono il mantenimento del vivere comune e la sopravvivenza della specie.
ll comportamento prosociale si sviluppa nei bambini a partire dai primi due anni di vita, grazie a tre fattori principali: •L’osservazione ripetuta e costante del comportamento delle figure genitoriali, o di chi ne fa le veci: osservando come le figure di riferimento si relazionano con essi e con gli altri, i bambini imparano a comprendere le emozioni e i bisogni propri e altrui ed interiorizzano il senso dell’empatia. Gli adulti sono un importante modello di riferimento per i bambini! •Lo sviluppo della facoltà di percezione-azione nel sistema nervoso, che stimola le capacità empatiche •Le caratteristiche dell’ambiente familiare e culturale in cui si cresce: un ambiente in cui si sottolinea l’importanza della relazione con l’altro, del suo rispetto, dell’ascolto delle esigenze e dei suoi sentimenti, dell’interdipendenza reciproca, della prossimità, della fiducia e dell’aiuto reciproco, sviluppa nei bambini un forte senso di responsabilità sociale e di prosocialità Per queste ragioni, è rilevante educare i bambini alla prosocialità, all’altruismo e alla solidarietà, al fine di prevenire e ridurre spiacevoli episodi di violenza e aggressività e, in casi estremi, lo sviluppo del bullismo o psicopatologie.
In famiglia e a scuola, è consigliabile: •Stimolare nei bambini la comprensione delle emozioni e degli stati d’animo, propri e altrui •Favorire nei bambini l’espressione dei propri sentimenti e dei propri pensieri •Elaborare con i bambini un sistema di valori e di regole da rispettare, in classe e fuori dall’aula •Stimolare nei bambini le capacità di problem solving, di collaborazione, di cooperazione e di creatività •Insegnare ai bambini a riconoscere la violenza e l’aggressività e a segnalare la sua inappropriatezza •Stimolare e mantenere in classe un clima improntato sulla libertà di espressione e di pensiero, sulla comunicazione efficace e sul rispetto reciproco •Aiutare i bambini a tessere nel tempo legami positivi con i pari e con gli adulti e a rispettare l’autorità •Rappresentare un modello di comportamento positivo per i bambini, mostrando loro di saper rispettare l’altro e di saper risolvere efficacemente i conflitti personali e di gruppo.
Nello sviluppo sociale e biologico di tutte le creature viventi, l’istinto alla cooperazione è dominante e biologicamente il più importante. «Ciò che i bambini sanno fare insieme oggi, domani sapranno farlo da soli» (Vygotskij). BENESSERE COOPERAZIONE INCLUSIONE INCLUSIONE SOCIALE E RELAZIONALE
L’unione fa la forza!! IL GRUPPO – CLASSE Nel termine «gruppo» è già insita la parola INTEGRAZIONE come riconoscimento e valorizzazione delle diversità
Le attività di gruppo e il gioco di gruppo permettono l’apprendimento di comportamenti “prosociali”, che vanno nella direzione di imparare a stare bene con gli altri e sviluppare nuove modalità di proficua collaborazione. L’importanza di far esprimere a tutti il Insieme è meglio. Intuitivamente non tutti siamo alla proprio pensiero, il proprio modo di stesso livello e mettendo insieme le conoscenze di tutti è essere; più facile arrivare alla soluzione o svolgere un compito. Garantire possibilità di espressione e di ascolto a TUTTI UNO diventa risorsa per l’ALTRO
IL GIOCO COOPERATIVO Winnicott: crescere è per natura un atto di affermazione del sé che si attua attraverso il gioco Piaget: il gioco è collegato all’evoluzione del bambino. E’ inteso come pura «assimilazione», che piega gli eventi ai desideri del soggetto integrandoli alle conquiste intellettuali ottenute attraverso il processo di «accomodamento». Anche il gioco con regole sociali rientra nella definizione. Si tratta di attività ripetitive con esclusione di quelle la cui ripetizione ha come scopo la comprensione.
Il piacere di giocare è forse l’elemento più importante che distingue i giochi cooperativi dai giochi competitivi e dalle gare. Nei giochi cooperativi tutti si possono divertire e tutti possono partecipare, non per una gentile concessione dell’animatore o del gruppo, ma perché in questo modo, cioè in uno stile di gioco basato sull’accettazione e non sull’esclusione e il giudizio, ciascuno può trovare un migliore equilibrio con il gruppo e il gruppo può trovare sempre nuovi obiettivi comuni da raggiungere. L’infanzia è un periodo particolarmente sensibile per lo sviluppo dei bambini e una grande manifestazione della personalità è il gioco, che trae origine da un bisogno interiore. Il gioco dà al bambino fiducia nelle sue possibilità, capacità di prendere coscienza della realtà che lo circonda e lo mette in condizione di modificarla a suo piacimento, realizzando desideri impossibili, compensando le frustrazioni, scaricando le ansie e liberandosi dalle angosce. Il gioco come sublimazione dell’aggressività consente di dirottare gli impulsi distruttivi verso attività socialmente accettabili. L’attività ludica avvia il bambino alla conoscenza di ciò che accade intorno a lui e stimola lo sviluppo delle funzioni cognitive: con il gioco il bambino adatta le situazioni ai suoi scopi, ne analizza le caratteristiche e stabilisce le relazioni tra vari elementi della realtà.
Dai tre ai sei anni il gioco di gruppo è caratterizzato dall’incoerenza e dalla mancanza di regole: ogni bambino cerca di realizzare nel gioco le sue esigenze, vuole emergere a spese degli altri e non riesce a tollerare le rinunce. L’acquisizione di un ruolo (ciò che ciascuno deve fare all’interno del gruppo) è il primo passo verso l’interazione. Dopo i sei anni il bambino comincia a giocare in gruppo e ad interagire con gli altri. Il gioco di gruppo si fonda sul rispetto dei diritti e dei doveri di tutti. A partire dalla preadolescenza viene accettato il rispetto rigoroso della regola e viene tollerata l’eventuale punizione affinché tutti vengano giudicati allo stesso modo. L’accettazione delle regole richiede il superamento dell’egocentrismo infantile. Esse sono astratte e possono essere comprese soltanto a partire dagli undici anni circa, età in cui il ragazzo è in grado di sganciarsi dal mondo concreto, di effettuare delle ipotesi riuscendo a valutare la realtà da punti di vista diversi dal proprio e ad immedesimarsi negli altri. Il ragazzo accetta la sanzione nel gioco come garanzia e anche come fattore di sicurezza: in caso di successo, la regola premierebbe lui anziché il compagno.
GIOCO E INCLUSIONE IO
EDUCAZIONE ALLA… LENTEZZA GENTILEZZA
Puoi anche leggere