Inondavano i quartieri di Salerno: in 43 chiedono l'abbreviato
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Inondavano di Droga i quartieri di Salerno: in 43 chiedono l’abbreviato di Pina Ferro Fornivano la droga a diversi quartieri di Salerno: in 42 chiedono il rito abbreviato. Solamente i legali di: Antonio Abate 42 anni, alias Tony, residente a Salerno, gestore della piazza di spaccio di Pastena /Mercatello; Massimo Sica 48 anni residente a Salerno e di Giuseppe Bifulco 23 anni, residente a Salerno hanno chiesto che i propri assistiti vengano processati con il rito ordinario. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Salerno Giandomenico D’Agostino, il prossimo 5 novembre deciderà sulle tre richieste di rinvio a giudizio e se ammettere i 42 riti abbreviati. I 45 indagati, organizzati in gruppi, erano capaci di riversare in maniera massiccia e “in modo costante e sistematico” la droga in diversi quartieri di Salerno e comuni limitrofi. Nell’aula bunker, dove si stanno celebrando le udienze, sarannno presenti: Luca Franceschelli, 33 anni, residente a salerno ritenuto il promotore dell’organizzazione, si occupava di individuare i canali di rifornimento disponeva dell’assegnazione e controllo delle piazze di spaccio seguiva la contabilità dei crediti da incassare; Agostino Abate, 27 anni, gestore della piazza di Matierno; Francesco Cafaro 32 anni, residente a Pellezzano; Rocco Cafaro 33 anni, residente a Salerno gestore della piazza di Pellezzano; Carmine Caputo 26 anni, residente a Salerno, gestore della piazza di Fratte; Emilio Ciaglia 43 anni, residente a Salerno, gestore della piazza di spaccio di Pastena /Mercatello; Roberto Consiglio 40
anni, residente a Salerno; Donato Bernardo Criscuoli 27 anni, alias “O Puorc” residente a Salerno, gestore della piazza di Ogliara; Giuseppe D’Auria 28 anni, residente a Pagani; Luca Delfino 40 anni, residente a Salerno gestore della piazza di Pastena /Mercatello; Moreno Di Martino 28 anni, residente a Salerno gestore della piazza di Sapri; Antonio Esposito 29 anni, residente a Salerno; Sabato Fasano 59 anni, residente a Salerno; Gerardo Fiorillo 27 anni, alias “Notte”, residente a Pellezzano gestore della piazza di Acquamela di Baronissi; Giuseppe Galdoporpora 21 anni, residente a Salerno, detentore e custode della sostanza; Claudio Gibuti 27 anni, residente a Salerno gestore della piazza di Matierno; Giovanna Liguori, 50 anni, alias “Zia”, residente a Battipaglia; Francesco Mercadante 44 anni, residente a Salerno; Luigi Mercadante 37 anni, residente a Salerno alias “Giggetto”, gestore della piazza della Zona industriale di Salerno; Marco Milo 31 anni, residente a Salerno; Gaetano Molinaro 21 anni, alias “Nino”, residente a Salerno gestore della piazza di Fratte; Cristiano Noschese 33 anni, residente a Salerno; Giuseppe Ottati 49 anni; Teodora Pace 21 anni, residente a Salerno, detentrice e custode della sostanza; Santo Pecoraro 38 anni, alias Carmine e alias “ma serio”, residente a Salerno gestore della piazza di spaccio di Parco Pinocchio; Silvia Pappalardo, 44 anni, residente a Salerno; Alfonso Passamano, 29 anni, residente a Nocera Inferiore; Giuseppe Pennasilico 36 anni, residente a Salerno; Fabio Salzano 27 anni, residente a Salerno; Fabio Saviello 31 anni, alias “Cumbarò”, residente a Salerno, gestore della piazza di Pastorano; Raffaele Scotto Di Porto 26 anni, residente a Salerno detentore e custode della sostanza; Luciano Solferino Tiano 29 anni, residente a Nocera Inferiore; Walter Stabile 25 anni, residente a Baronissi gestore della piazza di Baronissi; Francesco Spero 20 anni, alias “Pisiell”, residente a Salerno gestore della piazza di Mariconda; Marco Tranzillo 28 anni, residente a Salerno gestore della piazza di spaccio di hashish e marijuana di Pastena/ quartiere Q2; Vincenzo Ventura 22 anni, residente a Salerno e domiciliato a San Mango Piemonte; Raffaele Cocci 40 anni, residente a
Caivano; Raffaele Crispino 37 anni, residente a Caivano; Angelo Leone, 21 anni, residente a Salerno; Alfonso Marano 50 anni, residente a Nocera Superiore; Ciro Ragosta 31 anni, residente a Salerno; Pasquale Raucci 51 anni, residente a Caivano. Il blitz scatto lo scorso 9 febbraio da parte degli uomini della Squadra Mobile di Salerno. A coordinare l’indagine fu la Direzione distrettuale antimafia. Le indagini denominate Chef Crack – Ko, hanno permesso di far luce sull’attività dei gruppi criminali e sulle attività illecite connesse all’acquisto, trasporto, detenzione, lavorazione, confezionamento, vendita e cessione di cocaina, hashish, marijuana e crack. Linguaggi criptici per identificare il tipo di droga e la quantità e incontri con i “clienti” anche in fila al supermercato o alla banca durante il lockdown. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il giro d’affari del gruppo criminale individuato sfiorava i 100mila euro al mese . L’approvvigionamento avveniva nel Napoletano. Gli agenti, anche grazie a intercettazioni telefoniche e alla visione dei filmati di telecamere installate in punti strategici, hanno documentato i diversi passaggi della filiera del traffico di droga, partendo dai pusher, passando per i fornitori e finendo all’identificazione di quelli che sono ritenuti i capi che hanno creato nel territorio salernitano “uno dei più forti e stabili canali di approvvigionamento di sostanze stupefacenti di diverso tipo”. “Il Pd a Napoli è
all’opposizione, non voti il bilancio” “No al bilancio. Al comune di Napoli il Partito Democratico è all’opposizione”. Lo dichiara Leo Annunziata, Segretario del Partito Democratico della Campania. “Ormai sono dieci anni che, purtroppo, la Città di Napoli è amministrata malissimo. Non ci sono dubbi: De Magistris è stato il peggior Sindaco di Napoli – ha aggiunto Annunziata – Un vero e proprio disastro. Il Partito Democratico voterà no al bilancio e chiede le dimissioni immediate di De Magistris. Napoli ha bisogno di una svolta”. #unannosenzaeventi, Mobilitazione nazionale nei territori La Fedas (Federazione Aziende Spettacolo), domani, 23 febbraio 2021, scenderà in piazza a Napoli, davanti al Teatro Mercadante alle ore 15, aderendo alla mobilitazione nazionale nei territori #unannosenzaeventi. “Abbiamo deciso di aderire a questa mobilitazione nazionale, – spiega il presidente nazionale Raffaele Vitale – perché come imprenditori che operano nel servizio audio luci per eventi e spettacolo, ci sentiamo completamente abbandonati e dimenticati dallo Stato. Quando si parla ci cinema e teatro, si parla di attori e registi e nessuno mai fa riferimento alla nostra categoria, quella dei service per intenderci, che è fondamentale in questo settore. Siamo scomparsi completamente.
Adesso basta! Adesso è giunto il momento di far sentire la nostra voce e di ricevere risposte certe. Siamo imprenditori e vogliamo essere trattati come tali” La Federazione, nata a Salerno durante il primo lockdown, per volontà di Raffaele Vitale (Salerno), Raffaele Sguazzo (Salerno), Enrico Landi (Mercato San Severino), Francesco Loria (Santa Maria Capua Vetere), Antonio Mirone (Sorrento), Domenico Miele (Nola), oggi conta sedi non solo in Campania ma anche in Sicilia, Puglia e Abruzzo. Fanno parte della Fedas tutti gli imprenditori che operano nel servizio audio luci per eventi e spettacoli. Lello Arena si racconta: “Io, Totò, Peppino e il mio amico Massimo” di Monica De Santis Raffaele Arena, classe 1953, è chiamato da tutti Lello. Nato a Napoli, ma poi trasferitosi a San Giorgio a Cremano, nonostante i successi nel rugby il suo sogno è diventar attore. A 13 anni, nel teatro parrocchiale incontra Massimo Troisi, diventano amici ed insieme iniziano la lunga gavetta che li porterà al successo con il trio “La Smorfia” del quale faceva parte anche Enzo De Caro. Oggi a 67 anni, Lello Arena è tra gli attori italiani più apprezzati e stimati, un esempio da seguire per i tanti giovani comici napoletani che a lui si ispirano e cercano di carpire i segreti del suo successo. Un successo ottenuto con tanto lavoro, tanta professionalità ma anche tanta umiltà, perché una cosa è certa Lello Arena non si è mai montato la testa. Ma come ha vissuto questo lungo
periodo di quarantena…. “Ho cercato di rimanere lucido e freddo, era necessario per garantire non solo la mia sicurezza, ma anche quella della mia famiglia e degli altri. E’ stato un periodo difficile e sofferto. I teatri chiusi, colleghi disperati che mi chiamavano. Ho cercato di mediare, di ascoltare tutti coloro che mi contattavano e di dare man forte a tutti. Uniti è più facile, uniti si superano tutte le battaglie”. Ha dovuto annullare o rinviare qualche progetto a causa del Covid19? “Eravamo in tournèe con ‘Parenti serpenti’ e poi mi mancavano le ultime repliche di ‘Miseria e nobiltà’. In tutto un mese, un mese e mezzo di lavoro saltato per due compagnie. Spero solo di poter recuperare queste date, ma questo dipende ovviamente dai vari circuiti di distribuzione e dalle regole che verranno imposte. Sull’altro fronte, quello televisivo, invece ho proseguito, anche a distanza, la mia partecipazione a ‘Che tempo che fa’ con Fabio Fazio e a ‘Propaganda Live’. E questo è stato un buon modo per continuare a mantenere un contatto con il pubblico” In questi tre mesi ha pensato a nuovi progetti, nuove idee? “Più che a nuovi progetti, ho pensato alla ripresa. Adesso è il momento in cui dobbiamo essere capaci di rimodulare la nostra attività in base a ciò che ci viene detto, alle regole che ci vengono date. Al momento i teatri posso contenere solo un numero ridotto di spettatori, questo vuole dire che non si può pensare di allestire spettacoli con molti attori e con costi troppo alti. Bisogna rimodulare il tutto, programmare spettacoli, di buona qualità, ma che abbiano costi sostenibili per i teatri, così da far sì che il settore riparta”. Non crede il pubblico possa avere paura di tornare a teatro? “Certamente, infatti la cosa più importante in questo momento credo che sia quella di tranquillizzare il pubblico, di far
capire che come si può andare in aereo si può anche andare in teatro senza correre nessun rischio, perché i gestori dei teatri sapranno far rispettare tutte le norme igienico- sanitarie e quindi garantire la sicurezza di tutti. Infondo è una cosa che si sta già facendo. Lo vedo al Napoli Teatro Festival. Gli organizzatori sanificano tutto ogni giorno, prendono la temperatura agli attori e al pubblico. Le sedie sono distanziate così da evitare di stare uno troppo vicino all’altro. Ecco questo è un bel modo di prendersi cura del proprio pubblico e così dovrebbe essere sempre e questo messaggio bisogna farlo arrivare agli spettatori, così che possano tornare ad assistere agli spettacoli senza nessuna paura”. Ha in programma spettacoli per quest’estate? “No, l’unica cosa è una lunga manifestazione che si terrà a Piazza del Plebiscito a Napoli, dove si sta realizzando il più grande teatro all’aperto. Saràuna bella rassegna di teatro e musica. Diversi anni fa ha scritto un libro dedicato a Totò e Peppino. Nell’introduzione del libro si rivolgeva a loro chiamandoli zio Totò e zio Peppino, ma cosa rappresentano veramente per lei? “Tutto. Sono due grandissimi artisti. Due comici inarrivabili. Hanno avuto solo la sfortuna di nascere in Italia. Se fossero nati, non lo in America, in Inghilterra, oggi sarebbero conosciuti in tutto il mondo proprio come Chaplin o Stanlio e Ollio. Non sono secondi a nessuno. E’ la coppia più straordinaria che ci sia mai stata. Sono una vera e propria ispirazione per chi vuol far questo mestiere, sicuramente lo sono stati per me, Massimo ed Enzo all’inizio della nostra carriera. Io li ho visti sempre come due zii, due persone di famiglia che mi regalavano e mi regalano ancora oggi, sollievo nelle giornate tristi”.
Ha citato Troisi, non posso non chiederle un ricordo? “Massimo è una presenza costante, quotidiana. Fa parte delle mia vita, non morirà mai. Lui è un pezzo del mio cuore e resterà sempre vivo grazie ai ricordi dei tanti che hanno avuto la fortuna di conoscerlo. Ogni giorno incontro persone che mi parlano di lui, che mi raccontano incontri, storie su di lui o che mi chiedono a me di parlare di lui. Ecco questo è molto bello, tutto questo affetto che le persone nutrono per Massimo fa si che lui resti sempre vivo e personalmente mi aiuta a sentire meno la sua mancanza. Certo il dolore rimane però un pezzettino di lui resterà sempre con me e con tutti coloro che gli hanno voluto bene ”. Trova delle differenze tra i comici di oggi e quelli della sua generazione? “Quando si parla di comicità non c’è nessuna differenza e non si parla di generazione di comici. Il comico vero è quello che fa ridere, se non fai ridere non sei un comico. Qui a Napoli vedo un bel fermento ci sono dei ragazzi molto interessanti, hanno ancora bisogno di crescere, ma credo che riusciranno ad avere un buon successo. Certo fare il comico a Napoli non è cosa semplice. Insomma questa è una città che ha avuto dei comici unici, straordinari, inarrivabili, come ho detto prima. Non solo Totò e Peppino, non solo Massimo, ma anche Taranto, Tina Pica, De Sica, solo per citarne alcuni. E’ una tragedia fare il comico a Napoli, perché la gente fa sempre i paragoni. Se invece sei di una piccola cittadina del nord e decidi di fare il comico è sicuramente più facile, non cresci col continuo confronto con dei mostri che sai bene non riuscirai mai ad eguagliare”. Ha un sogno nel cassetto? “Ho un cassetto. Ma è sempre abbastanza vuoto. Ogni tanto ci metto un sogno dentro ma poi si svuota immediatamente. Non penso a sogni che sono solo miei, penso ad occasioni a cose da
fare in gruppo, così è più facile da realizzarle e fortunatamente fino ad oggi ci sono riuscito”. «Il mio ex mi ha portato via i miei figli» di Erika Noschese Una storia iniziata con la violenza, una separazione consensuale mai raggiunta e tre bambini costretti, alla fine, a stare lontano dalla loro madre. E’ la storia di Veronica Di Martino, una donna di Castellammare che, in occasione della festa della mamma, ha deciso di raccontare la sua storia, la storia di un diritto negato. Dalla giustizia, dal suo ex compagno, dagli assistenti sociali, da un sistema forse marcio che non si riesce a cambiare. «La mia è la classica storia di violenza, go sempre cercato una separazione consensuale per il bene dei miei tre figli», racconta la donna. Il suo ex compagno deposita la giudicale perchè non ha mai voluto trovare un accordo. La prima udienza sembra essere dalla sua parte: il tribunale decreta l’affidamento congiunto con domicilio a casa dellla madre. Poi, il giudice cambia, diventa ordinario: in udienza si stabilisce che il padre ha visite livere, il martedì e il sabato. Il 30 aprile 2017 qualcosa cambia: il papà può vedere i suoi figli ma con visita protetta, attraverso i servizi sociali. «Non ricordo l’attivazione di questo percorso, forse perchè non c’è mai stato – racconta ancora Veronica Di Martino – La procedura amministrativa prevedeva che il Comune mi convocasse, spiegandomi le motivazioni ma io ad un certo punto mi sono ritrovata un’assistente sociale a casa che mi ha comunicato il giorno e l’ora, sono stata obbligata a seguire i loro pensieri
più strani, a qualsiasi ora senza rispetto per il mio lavoro». Nel mese di giugno del 2017 iniziano gli incontri ma i figli non vogliono stare con il padre così Veronica viene accusata di alienazione parentale. Durante uno degli incontri in presenza dell’assistente sociale, l’ex compagno non solo ammette la violenza ma anche il tentato omicidio. «A quel punto, mi rifiuto di continuare ma gli assistenti sociali piuttosto che verbalizzare il tutto accusano me», racconta ancora la donna sottolineando come il figlio 12enne avesse, in quel periodo, sviluppato un atteggiamento iper protettivo nei confronti della madre poichè aveva assistito a molte violenze domestiche. «Ad un certo punto, gli assistenti sociali chiudono mio figlio in una stanza, lo costringono a passare del tempo con il padre in un consultorio così scatta la mia prima denuncia verso gli assistenti sociali – racconta ancora la giovane mamma – Solo a quel punto scopro che tra il mio ex compagno e una degli assistenti sociali esiste un legame, personale e professionale ma nonostante questo il Ctu conferma la loro tesi». Nel frattempo, l’uomo stoppa anche il mantenimento e per qualche inspiegabile ragione la situazione si capovolge: attualmente i figli vivono con il padre: l’uomo, prima della sentenza, ha la residenza a casa dei genitori, dunque i bambini dovevano vivere con i nonni. Tempo quattro giorni e l’uomo si trasferisce a casa dell’attuale compagna. Si invertono i ruoli: è lei, ora, a dover passare gli alimenti a lui. E lei a poter vedere i figli solo in presenza degli assistenti sociali con visite protette. «La cosa grave è che i miei figli sono stati prelevati da scuola e gli assistenti sociali hanno preteso che raccontassi ai miei figli che dovevo allontanarmi per lavoro», racconta ancora la donna che, da febbraio, a causa dell’emergenza Coronavirus, non vede i figli. «Fino a febbraio potevo vederli una volta a settimana, per un’ora, presso una struttura a Gragnano», racconta ancora la donna, commercialista di professione, in attesa di ritornare dinanzi ad un giudice per riavere l’affidamento dei suoi figli. Nell’ultima relazione si legge infatti che tra gli ex coniugi i rapporti non sono ancora maturi e il giudice ha
rinviato tutto al collegio. «In attesa che un collegio decida le sorti dei miei figli io ho perso Natale con loro, Capodanno, Pasqua e tutte le feste compresa quella della mamma», ha raccontato ancora Veronica che ora rivendica il suo diritto ad essere madre di quei figli che, ancora oggi, stanno scontando gli errori del loro papà: la più piccola, spesso, non riesce a trattenere la pipì, il secondo figlio si è chiuso nel suo silenzio, sviluppando una sorta di mutismo mentre il più grande ha addirittura aggredito sua madre fisicamente. Il tutto mentre chi è tenuto a decidere sembra continuare a prendere tempo mentre c’è una mamma che si sta perdendo gli anni migliori dei suoi bambini. Segno, forse, che la legge non è uguale per tutti, che troppo facilmente si abusa del termine “alienazione parentale”, che non sempre le relazioni degli assistenti sociali sono corrette e – soprattutto – che forse sarebbe il caso di ascoltare le parole dei bambini che si sa, non riescono a mentire e soprattutto sanno quanto importante è, nella loro vita, il ruolo di una mamma. Buoni pasto, Napoli accusa I consiglieri vanno in Procura di Andrea Pellegrino Accesso agli atti prima, poi esposto in Procura per difendere l’immagine. Rischia realmente di finire in Tribunale il caso dei buoni pasto di Salerno. Una disputa tra sindaco e consiglieri comunali (di maggioranza e opposizione) che accende lo scontro nei giorni dell’emergenza Coronavirus. Ad accendere la miccia un comunicato del primo cittadino Enzo Napoli: «Denuncerò alla Procura della Repubblica il calunnioso tentativo di sciacallaggio politico». Una nota che arriva alle
redazioni, viene pubblicata sui canali social ma anche sul sito web istituzionale di Palazzo di Città. Testualmente si legge: «L’amministrazione comunale di Salerno denuncerà alla procura della Repubblica il calunnioso tentativo di sciacallaggio politico sulla pelle delle famiglie più fragili, inscenato da alcuni personaggi in cerca di squallida notorietà in circostanze così drammatiche”, ed aggiungeva che “chi insinua per mera propaganda politica sul lavoro svolto a sostegno delle persone più deboli deve vergognarsi. E risponderà delle sue calunnie alla giustizia». Firmato: Enzo Napoli, sindaco di Salerno che ieri è finito dritto nel mirino di alcuni consiglieri comunali che hanno scritto al segretario comunale, Ornella Menna e al presidente del Consiglio comunale Alessandro Ferrara per acquisire la documentazione, senza escludere la possibilità di una controdenuncia. Tra i firmatari anche quattro consiglieri comunali di maggioranza: Antonio D’Alessio, Leonardo Gallo, Pietro Stasi e Corrado Naddeo, oltre tutta l’opposizione composta da Antonio Cammarota, Roberto Celano, Gianpaolo Lambiase, Ciro Russomando, Dante Santoro e Giuseppe Zitarosa. «Si apprende – scrivono – del deposito di una denuncia. Poiché si riferisce della lesione dell’immagine non di un singolo esponente ma di quella pubblica del comune di Salerno, e quindi anche dei consiglieri comunali tutti, abbiamo chiesto di ricevere copia della delibera di giunta che legittima l’azione nonché il testo integrale della denuncia e degli allegati». Calendario Gutenberg 2029, domenica la presentazione a
Napoli Domenica 19 Gennaio 2020 alle ore 11 sarà presentato ufficialmente, presso gli spazi espositivi di Palazzo Venezia – Napoli, il Calendario Gutenberg 2020. Il Calendario, nato da un Concorso nazionale bandito dalla Gutenberg Edizioni e riservato a tutti gli artisti residenti in Italia, ha visto la partecipazione di oltre 700 interpreti dell’arte contemporanea provenienti da tutte le regioni d’Italia. Le 12 opere, che accompagneranno gli altrettanti mesi del 2020, rappresentano nitidamente libere interpretazioni, rivisitazioni, intuizioni e visioni sul tema-guida di questa nuova edizione del Concorso: Natura e Territorio. La mostra sarà visitabile fino a Mercoledì 22 Gennaio 2020. Il Concorso. Giunto alla sua III° edizione, il Concorso Calendario Gutenberg continua nel suo intento di promuovere un substrato artistico nazionale spesso ingiustamente poco valorizzato. Da qui la scelta di creare un Concorso interamente gratuito per i partecipanti, i quali sono stati selezionati su criteri qualitativi e tecnici. Per la riuscita dell’evento sono stati infatti selezionati ben 12 Artisti provenienti da tutta Italia e che andranno a connotare gli altrettanti mesi di questi 2020 con le loro opere d’ampio respiro artistico. Inoltre, la casa editrice ha voluto dedicare anche la pubblicazione di un Catalogo d’Arte per altre 60 opere degne di note proveniente sempre dalla selezione delle oltre 700 tele candidate al Concorso. Una commissione composta da Davide Caramagna (Presidente Associazione culturale MM18) Luigi Caiffa (art consulting – Arteinvilla Alezio Lecce), Ciro Pirone (Presidente Associazione Arte MADI Movimento Internazionale Italia), Giuseppe Rescigno (artista) Ciro Ruggiero (lighting designer – SPARK) e Franco Baccaro (Baccaro Art Gallery – Pagani) ha selezionato le opere proposte da: Barbara Bonfilio (Cosenza), Roberta Ceudek (Milano), Sebastian De Gobbis (Verona), Simona Gloriani (Fiumicino), Monica Gorini (Milano), Giuseppe Greca (Enna), Maurizio Mafucci (Arezzo), Cesare Pinotti (Reggio Emilia), Giuseppe Sticchi (Napoli), Serena Tani (Firenze), Cesare Vignato (Vicenza), Alberto Volpin (Padova), oltre alla menzione speciale della Casa Editrice per il giovane artista Angelo Franco (Torino).
Palazzo Venezia. Il palazzo fu donato dal Re di Napoli Ladislao II d’Angio’ Durazzo alla Serenissima Repubblica di Venezia intorno al 1412 con lo scopo di essere utilizzato come abitazione per i consoli generali a Napoli. Il “napoletano palazzo di Venezia”, fratello maggiore del più noto Palazzo Venezia di Roma, detto anche Palazzo della Residenza, è stato per circa quattrocento anni sede dell’ambasciata veneta nel Regno di Napoli. Grazie all’iniziativa di Gennaro Buccino, imprenditore napoletano, rivive da ormai diversi anni Palazzo Venezia, struttura di origine trecentesca, sita nel cuore di Spaccanapoli. Le sue sale sono state prima riaperte al pubblico in occasione del “Maggio dei monumenti 2009″ e poi adibite all’organizzazione di serate,eventi musicali ,mostre, rivolti a promuovere non solo la cultura e la tradizione, ma anche l’ingresso di nuovi artisti nel panorama partenopeo. La Casa Editrice. “Siamo orgogliosi nel constatare il grande entusiasmo mostrato per quest’ultima edizione del nostro Concorso. Ogni singolo artista ha contribuito ad accrescere la qualità dell’iniziativa oltre a dare all’intero staff della Gutenberg Edizioni una visione sempre più affascinante dello stato dell’arte contemporanea in Italia. Chiudiamo questa iniziativa con la consapevolezza di poter migliorare sempre più il percorso fin qui intrapreso e ci congediamo con un Arrivederci già proiettato all’edizione 2021 del Calendario Gutenberg”. La curiosità: Nicholas Esposito, il leghista di sinistra di Erika Noschese E’ destinata a suscitare non poche polemiche la nomina del nuovo coordinatore provinciale della Lega. Nicholas Esposito,
napoletano doc, nato a Portici. La sua carriera politica sembrava nota: leghista doc? A suo dire, o meglio mostrare, sì eppure i conti non tornano. Alle elezioni comunali del 2017 si è candidato – senza però essere eletto – in una lista civica di centro sinistra, “I democratici e popolari” voluta dal consigliere regionale Mario Casillo, a sostegno del candidato sindaco – poi eletto – Vincenzo Cuomo, esponente del partito democratico. Quando si è candidato a sostegno dei dem, Esposito vantava già la sua militanza nel partito di Salvini. Aveva 6 chili di capsule di papavero da oppio nascoste nel bagagliaio, era diretto a Salerno Era diretto a Salerno Il 31enne, fermato a Napoli con un ingente quantitativo di droga. Era appena giunto nel capoluogo campano a bordo di un treno proveniente dal Lazio, era in attesa della partenza del convoglio per Salerno, sua destinazione finale, quando gli agenti della Polfer lo hanno fermato per identificarlo ed ispezionare il contenuto del voluminoso bagaglio. Alla richiesta, l’uomo ha cercato di accampare la scusa dell’imminente treno in partenza ma i poliziotti non hanno desistito e, appena è stata aperta la zip del borsone, gli agenti hanno trovato 50 buste di plastica nera termosigillata, ognuna delle quali contenente numerosi bulbi per un peso complessivo di circa 6 chilogrammi. Dopo un’analisi della Scientifica di Napoli, i bulbi sono risultati positivi al test di comparazione con la morfina e, pertanto, sono stati sottoposti a sequestro.L’utilizzo, la coltivazione
e il commercio del papavero da oppio, sebbene sia consentito in alcuni Paesi orientali, risulta illegale in Europa – ricorda la polizia – perché le sue capsule, raccolte mature ed essiccate, vengono trattate con solventi per estrarne il principio attivo alcaloideo che, nell’uomo, anche in concentrazioni molto basse, agisce direttamente sul sistema nervoso centrale, alterandolo e provocando effetti dannosi. Il cittadino indiano, dopo gli accertamenti di rito, è stato arrestato e portato nelle camere di sicurezza della Questura di Napoli, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Volontari di Sea Shepherd in azione a Napoli Volontari di Sea Shepherd in azione a Napoli. Sabato 23 novembre, dalle 9.30 alle 12.30, i volontari della più agguerrita organizzazione ambientale saranno impegnati nella pulizia della spiaggia Rotonda Diaz, sul lungomare Caracciolo. Si tratta di un evento organizzato da ReTake Napoli, in collaborazione con altre associazioni. L’obiettivo dell’evento non è solo un clean up dell’arenile, con la raccolta di rifiuti in spiaggia e tra gli scogli, ma dire “basta” alla plastica monouso, incentivando la cittadinanza a fermare il più grande inquinamento messo in pratica con costanza dall’uomo. L’evento sarà aperto anche ai cittadini che vorranno partecipare: basta dotarsi, infatti, di guanti, buste e abbigliamento idoneo. CHI È SEA SHEPHERD? Fondata nel 1977 dal Capitano Paul Watson, Sea Shepherd è la più attiva e agguerrita Organizzazione per la tutela degli
Oceani e della fauna marina. La flotta di Sea Shepherd è composta da tredici navi con a bordo equipaggi di volontari provenienti da tutto il mondo, disposti a rischiare la propria vita per la causa. Sea Shepherd non protesta, ma agisce utilizzando tattiche di azione diretta per investigare, documentare e impedire le attività illegali ai danni degli Oceani. Tra le numerose campagne portate avanti in 40 anni di storia ricordiamo quelle in Canada contro il massacro delle foche, alle isole Faroe, protettorato danese, contro la mattanza di globicefali e altri delfini, e in Mediterraneo contro la pesca illegale. Inoltre, collabora ufficialmente da diversi anni con le forze di polizia delle Isole Galapagos e porta avanti anche Campagne a terra, di cui tre in Italia: Operazione Siracusa, Operazione Jairo Mediterraneo e Operazione Siso. La Campagna storica di Sea Shepherd è quella in Oceano Antartico, dove per più di 10 anni la flotta di Sea Shepherd ha combattuto contro la caccia commerciale alle balene, mascherata da ricerca scientifica, portata avanti dalla flotta giapponese. Ogni anno, all’interno del Santuario dei Cetacei in Oceano del Sud, i giapponesi tentano di uccidere 1.000 balene ma, grazie a Sea Shepherd, negli ultimi anni questo numero si è drasticamente ridotto e ha permesso a più di 5.000 balene di continuare a nuotare libere. Sea Shepherd esiste e porta avanti le proprie campagne grazie alla volontà e al supporto dei singoli individui (volontari e sostenitori). Visitate il sito e la pagina facebook di Sea Shepherd Italia per restare aggiornati sulle campagne e per sapere come aiutare a mantenere la nostra flotta in mare. www.seashepherd.it www.facebook.com/seashepherditalia/ sud@seashepherd.it
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