LA FORMULA E AI PIEDI DELLE DOLOMITI: MASSA E DI GRASSI PROTAGONISTI DEL FESTIVAL DELLO SPORT DI TRENTO - Il Discorso

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LA FORMULA E AI PIEDI DELLE DOLOMITI: MASSA E DI GRASSI PROTAGONISTI DEL FESTIVAL DELLO SPORT DI TRENTO - Il Discorso
LA FORMULA E AI PIEDI DELLE
DOLOMITI: MASSA E DI GRASSI
PROTAGONISTI DEL FESTIVAL
DELLO SPORT DI TRENTO
La Formula E arriva per la prima volta ai piedi delle
Dolomiti, che oggi hanno fatto da sfondo a un appassionante
ruota a ruota tra i due piloti di Formula E Felipe Massa del
Team Venturi e Lucas Di Grassi di Audi Sport ABT Schaeffler,
protagonisti di una performance di velocità nel circuito
cittadino allestito attorno allo Sport Tech District che fa
perno al MUSE, il museo delle Scienze disegnato dall’archistar
Renzo Piano. La serie di corse automobilistiche totalmente
elettriche è stata infatti una dei protagonisti della seconda
giornata del Festival Dello Sport di Trento, che si concluderà
domenica 13 ottobre, portando in un paesaggio incontaminato
non solo velocità e adrenalina, ma anche tutte le novità della
sesta stagione del Campionato ABB FIA Formula E. La giornata è
proseguita con un incontro tra i due piloti brasiliani, il
nuovo Amministratore Delegato di Formula E Jamie Reigle, alla
sua prima uscita ufficiale dopo la nomina, e il Responsabile
motorsportAudi Dieter Gass all’interno dello Sport Tech
District, dedicato all’innovazione nello sport. Jamie Reigle,
Amministratore Delegato Formula E, in occasione dell’incontro
a Trento ha dichiarato: “I piloti sono stati in grado di dare
vita a un campionato di altissimo livello. Questa serie di
corse anticipa il futuro dell’auto, tutte le principali case
automobilistiche oggi stanno andando in questa direzione:
l’ingresso di Porsche e Mercedes-Benz nella sesta stagione ne
sono un chiaro esempio. Il nostro è un pubblico molto giovane,
che ama l’imprevedibilità di questo tipo di gare e rappresenta
uno stimolo per costruttori e partner”. Il campione Felipe
Massa ha affermato: “Il Campionato ABB FIA Formula E è un
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campionato che cresce in maniera esponenziale anno dopo anno,
anche per questo sono molto felice di averne preso parte, ogni
gara per me è un’emozione diversa e più grande. Questa serie
ha alla base un’idea forte e di grande interesse sia per i
costruttori che per i piloti, la mia è stata una scelta ben
precisa che vorrei fosse da esempio anche per altri”. Il
pilota Lucas Di Grassi: “Come in tutti i campionati contano
l’esperienza, la macchina e il team di cui fai parte. In
Formula E la differenza tra le monoposto è minima, per questo
pilota, set up e performance contano molto di più che in altri
campionati”. Dieter Gass, Responsabile motorsport Audi, ha
concluso il dibattito affermando che “l’equilibrio delle gare
è garantito dal regolamento e uno dei grandi temi ancora da
affrontare è quello delle batterie che devono rimanere
standard, altrimenti la ricerca diventerebbe estremamente
costosa”.

La performance di Trento anticipa di poco più di un mese
l’inizio della sesta stagione del campionato In programma il
22 e 23 novembre, quando Mercedes-Benz EQ e TAG Heuer Porsche
faranno il loro atteso debutto nella città di Diriyah. Il
Campionato ABB FIA Formula E tornerà in Italia il prossimo 4
aprile, quando le 24 monoposto sbarcheranno a Roma           e
animeranno la città per la terza volta consecutiva

C’era una volta… a Hollywood
– La Recensione
Il nono film di Quentin Tarantino è un apprezzabile atto
d’amore per il cinema, ma manca dei ritmi serrati e dei colpi
di scena che hanno caratterizzato le sue migliori pellicole,
per cui sembra essere stato concepito più per i cinefili
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accaniti che per il grande pubblico. Forse il regista si è
perso nella cura maniacale dei dettagli e ha perso la visione
d’insieme della pellicola, realizzando un prodotto che magari
ha deluso qualche aspettativa.

È però bello perdersi in questo film metacinematografico,
anche se nelle prime due ore è difficile riconoscere una
struttura narrativa, per lo meno nell’accezione di Campbell e
Vogler. Sullo schermo infatti scorrono molto lentamente due
storie parallele, dominate dai dialoghi, nelle quali gli
eventi si susseguono in maniera apparentemente casuale. I due
racconti si fonderanno in un finale pulp in perfetto stile
tarantiniano, ridando energia alla narrazione con un colpo di
reni improvviso.

I due protagonisti sono Rick Dalton, attore ormai in declino,
interpretato da Leonardo di Caprio, e lo stuntmen Cliff Booth,
controfigura e uomo tuttofare di Dalton, interpretato da un
convincente Brad Pitt. Dopo avere raggiunto il successo come
protagonista di una serie TV western, per sbarcare il lunario
Dalton accetta dei ruoli secondari, e alla fine si sposta in
Italia per girare dei B movies, sperando in tal modo di ridare
brio alla sua declinante carriera, prima di ritornare a
Hollywood, con una nuova moglie. Ma nonostante gli sforzi
profusi, il suo futuro professionale rimane incerto. Il fido
Booth è sempre al suo seguito, e i due formano una coppia
molto particolare, formata da due personalità diametralmente
opposte. Dalton vive in una villa sontuosa, ma è in crisi
profonda, non solo professionale ma anche umana, tanto che si
rifugia nell’alcol. Booth vive invece in una roulotte con
Brandy, la sua fedele Pitbull terrier, ma è mentalmente solido
come una roccia, tanto che sarà lui, nel gran finale, a
salvare una situazione che sembrava essere senza speranza.

Parallelamente il film ci mostra la vita dorata di Sharon
Tate, intrepretata da Margot Robbie, e di suo marito Roman
Polansky, che al contrario dei due protagonisti sono all’apice
del loro successo, e sono vicini di casa di Dalton.
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Le due storie forniscono due punti di vista differenti dai
quali osservare lo spietato mondo di Hollywood, che costruisce
e distrugge carriere molto velocemente. Tarantino si diverte a
mescolare continuamente finzione e realtà, regalando al
cinefilo appassionato un mare di citazioni, nel quale è facile
perdersi, anche perché nella storia vengono nominati anche
film mai realizzati, come nel caso delle pellicole girate da
Dalton in Italia.

Nel finale Tarantino si diverte a modificare quanto accaduto
nella realtà storica, operazione a cui ci ha già abituato con
Bastardi senza gloria, nel quale Hitler viene ucciso, e in
Django unchained, nel quale lo schiavismo razzista
nordamericano dell’Ottocento viene sconfitto. In C’era una
volta… a Hollywood il regista risparmia invece Sharon Tate e i
suoi amici, che il 9 agosto 1969 vennero uccisi nella loro
villa di Los Angeles dai seguaci della setta di Charles
Manson. Un terribile fatto di sangue che impressionò l’America
del tempo e che alcuni considerano come la cesura che ha
chiuso i solari anni Sessanta. Questa scelta può essere letta
come un gesto di amore di Tarantino, per quella che per lui è
probabilmente un’Età dell’Oro del cinema, che lui ha voluto
mantenere in vita, almeno nella finzione cinematografica. Il
fatto che originariamente il film sarebbe dovuto uscire il 9
agosto 2019, nel cinquantesimo anniversario dell’efferato
eccidio, la dice lunga sull’importanza che questo avvenimento
ha per Tarantino.

C’era una volta… a Hollywood prende le         distanze dal
politically correct attualmente dominate       nel panorama
mediatico, sotto diversi punti vista.

Booth, che forse è il personaggio più convincente e meglio
tratteggiato, è sospettato di avere ammazzato la propria
moglie e di averla fatta franca. Respinge senza problemi le
avances di una hippie e di certo non si fa scrupolo di usare
le maniere forti contro il gentil sesso, quando la situazione
lo richiede. Sharon Tate viene rappresentato come una
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belloccia che si gode il suo momento di gloria a Hollywood,
suggerendo neanche tanto velatamente che viva alle spalle del
marito. La piacente moglie italiana di Dalton non eccelle
certo per le sue doti intellettuali. Per farla breve,
Tarantino in questa pellicola non sembra farsi molti problemi
a esporre il fianco a quanti lo accusano di misoginia.

Discorso analogo può essere fatto per la questione razziale.
Tarantino si diverte a massacrare una delle icone di
Hollywood, Bruce Lee, che viene dipinto come un povero
smargiasso che viene messo in riga senza tanti problemi da uno
strafottente Cliff Booth, che lo stampa senza sforzo sulla
fiancata di un’automobile, ridicolizzandolo. Ancora più
significativo è il momento in cui il granitico Booth ricorda a
Dalton, colto in un momento di debolezza, che “non puoi
piangere così davanti ai messicani”, per non parlare della
ritrosia di quest’ultimo ad accettare delle parti da
protagonista nei western spaghetti italiani, nei confronti dei
quali palesa un evidente disprezzo culturale.

Va detto che queste scelte, che hanno fatto arricciare il naso
ad alcuni benpensanti, funzionano molto bene nella
rappresentazione cinematografica, fornendo coerenza ai
personaggi. Del resto nel mondo di oggi è veramente difficile
non urtare la suscettibilità di qualcuno, e rimanere nel
perimetro del politically correct rende molto difficile
esprimere un pensiero creativo. Basti pensare che la PETA,
associazione senza scopo di lucro che si batte per i diritti
degli animali, ha pesantemente criticato la scelta di
utilizzare un Pitbull nel suo film. Secondo questa
associazione Tarantino dovrebbe vergognarsi per il semplice
fatto di avere messo in scena questa discussa razza canina,
con la colpa aggiuntiva che l’animale ha le orecchie tagliate,
come imposto dalla moda del momento.

Un punto di forza di questo film è senz’altro la colonna
sonora, composta da brani del periodo storico rappresentato
nel film. Una vera parata di mostri sacri della musica, come i
Rolling Stones, Aretha Franklin, Deep Purple, Joe Cocker, The
Mamas & The Papas, The Blues Brothers, The Beatles, Black
Sabath, solo per citarne alcuni.

In definitiva si tratta di un film apprezzabile per il grande
pubblico e di una piccola perla per i cinefili, con un cast
eccezionale, che trasuda l’inconfondibile stile di Tarantino,
ma si mantiene lontano dalle vette che il regista aveva
raggiunto con le prime pellicole.

S/paesati XX edizione 17
ott.Teatro Miela IL PAESE CHE
NON C’È
Giovedì 17 ottobre ore 19.30        presso il Teatro Miela
S/paesati- eventi sul tema dell’immigrazione       la seconda
giornata dedicata al popolo curdo che proprio in questi giorni
sta subendo l’attacco in Siria da parte delle forze militari
turche.

                             “Il paese che non c’è” di e con
                             Gianluigi Gherzi e Fabrizio
                             Saccomanno, (produzione Ura
                             Teatro)   è uno spettacolo che
                             racconta la storia complessa e
                             drammatica del popolo curdo nel
                             quadro più ampio del territorio
                             in cui è diviso.

È la storia mitica di un popolo, della resistenza sulle
montagne e in mezzo ai deserti. È testimonianza della
battaglia che ovunque lo ha visto in prima fila contro la
ferocia delle milizie fondamentaliste e del fascismo islamico.
È cronaca pulsante, presente, che irrompe sulla scena con le
sue notizie, con l’insopprimibile urgenza di essere
raccontata. Perché c’è bisogno di reagire, anche qui, anche da
noi.
IL PAESE CHE NON C’È vuole fare, del presente, uno
straordinario territorio di racconto e di azione teatrale.

Gianluigi Gherzi e Fabrizio Saccomanno ci rivelano “Abbiamo
incontrato il “paese che non c’è”. Abbiamo incontrato un
popolo, quello curdo, che ha ricominciato a sognare. Sogna di
poter essere popolo, senza diventare stato. Di poter vivere in
una terra di pace. Dove la diversità delle religioni, delle
etnie, non provochi massacri. Dove la gente possa decidere del
proprio destino, autogovernandosi. Dove le donne possano
uscire dalle proprie case, scoprendo finalmente il volto e
prendendo la parola.
Abbiamo sentito quella loro storia come una storia che parla a
noi. È possibile un altro respiro? Un altro sentimento del
vivere? Della lotta, della battaglia, dell’amore,
dell’incontro con il mondo? Abbiamo infine seguito le storie
di quel popolo da noi, in Italia. Quando gli uomini di quel
popolo, su un barcone o via terra, in fuga dalle guerre, dalle
prigioni, dalle persecuzioni politiche, arrivano sulle nostre
coste e nelle nostre città. Qual è il nostro sguardo? Cosa
significa per noi la loro presenza?”. Ricordiamo che la mostra
Imaginary Mountains, è visitabile fino al 27 ottobre negli
orari di apertura del teatro .

Imaginary Mountains è una riflessione sull’identità curda in
Iraq, Iran, Siria e Turchia. Linda Dorigo ha costruito un
racconto lontano dagli stereotipi, partendo da una base di
dialogo comune: la montagna. Nata e cresciuta in una regione
alpina, Linda ha coinvolto in maniera partecipativa le
comunità che hanno realizzato disegni e mappe,       scritto
poesie, donato fotografie.

organizzazione: Bonawentura
Ingresso € 12,00, riduzioni convenzionate € 10,00. Prevendita
c/o biglietteria del teatro (tel. 0403477672) tutti i giorni
dalle 17.00 alle 19.00

E. L.

FAI d’AUTUNNO Fvg 12 e 13
ottobre
Le Giornate FAI d’Autunno compiono otto anni e sono più vitali
che mai. Sono giovani perché animate e promosse proprio dai
Gruppi FAI Giovani, che anche per quest’edizione hanno
individuato itinerari tematici e aperture speciali che
permetteranno di scoprire luoghi insoliti e straordinari in
tutto il Paese. Un weekend unico, irrepetibile, che sabato 12
e domenica 13 ottobre 2019 toccherà 260 città, coinvolte a
sostegno della campagna di raccolta fondi del FAI – Fondo
Ambiente Italiano “Ricordati di salvare l’Italia”, attiva a
ottobre.

Due giorni per sfidare la capacità degli italiani di stupirsi
e cogliere lo splendore del territorio che ci circonda,
invitando alla scoperta di 700 luoghi in tutta Italia,
selezionati perché speciali, curiosi, originali o bellissimi.
Saranno tantissimi i giovani del FAI ad accompagnare gli
italiani lungo i percorsi tematici espressamente ideati per
l’occasione, con l’obiettivo di trasferire il loro entusiasmo
ai visitatori, nella scoperta di luoghi inediti e straordinari
che caratterizzano il nostro panorama. Itinerari a tema, da
percorrere per intero o in parte, che vedranno l’apertura di
palazzi, chiese, castelli, aree archeologiche, giardini,
architetture industriali, bunker e rifugi antiaerei, botteghe
artigiane, musei e interi borghi.

Le Giornate FAI d’Autunno sono, quindi, l’opera collettiva dei
nostri ragazzi, il risultato della forza delle nuove
generazioni, simbolicamente incarnata in quel giovane che,
duecento anni fa, a ventun anni, scrisse i versi immortali
dell’Infinito: Giacomo Leopardi. Per questo l’edizione 2019 è
dedicata a lui e alla sua poesia, su cui vertono tre aperture
speciali: l’Orto sul Colle dell’Infinito, Bene del FAI a
Recanati (MC), inaugurato lo scorso 26 settembre alla presenza
del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, luogo che
ispirò l’idillio; il Parco Vergiliano a Napoli dove le spoglie
di Giacomo Leopardi sono state traslate nel 1939 dalla Chiesa
di San Vitale a Fuorigrotta, in cui l’amico Antonio Ranieri lo
fece tumulare nel 1837; infine, la Chiesa di Sant’Onofrio al
Gianicolo a Roma, con la tomba di Torquato Tasso che Leopardi
considerava tra gli italiani più eloquenti e sulla quale
pianse le sue lacrime più profonde.

Ogni visita prevede un contributo facoltativo, preferibilmente
da 2 a 5 euro, a sostegno dell’attività della Fondazione.
Durante le Giornate FAI d’Autunno in via eccezionale anche i
Beni FAI saranno accessibili a contributo facoltativo. Per gli
iscritti FAI e per chi si iscriverà per la prima volta – a
questi ultimi sarà dedicata la quota agevolata di 29 euro
anziché 39 – saranno riservate aperture straordinarie, accessi
prioritari, attività ed eventi speciali in molte città. La
quota agevolata varrà anche per chi si iscriverà per la prima
volta tramite il sito www.fondoambiente.it dal 1° al 20
ottobre.

Tra gli itinerari tematici e i luoghi più interessanti in
Friuli Venezia Giulia:

CORMONS (GO)

                             Tenuta di     Angoris   –   Villa
                             Locatelli

Apertura: domenica 13 ottobre, dalle ore 10.30 alle 18

Storica dimora situata al centro della Tenuta di Angoris
dall’inizio del XVIII secolo, Villa Locatelli sorge ai piedi
del Collio cormonese.   È preziosa testimone e custode del
passato di questa terra e degli uomini che qui hanno abitato e
lavorato scrivendone la storia. Circondata e protetta da un
parco secolare, splende il tutta la sua bellezza fra i colori
vivaci della natura che la circonda e il bianco candido delle
sue mura. Importante è ricordare il ruolo rivestito nel
contesto economico agricolo cormonese, con i numerosi vini qui
prodotti e imbottigliati già durante il periodo
austroungarico, dei quali ci sono rimaste le etichette di
Picolit, Ribolla, Verduzzo, Riesling, Refosco e Tokayer.
Normalmente chiusa al pubblico, apre solo in occasione di
eventi.

PASIANO DI PORDENONE (PN)
Villa Querini

Apertura: domenica 13 ottobre, dalle ore 10 alle 17

Aperta eccezionalmente per le Giornate FAI d’Autunno, Villa
Querini è una villa veneta del 1542 tra le più antiche del
Friuli occidentale, abitata parzialmente dagli ultimi eredi di
una nobile famiglia dell’aristocrazia veneziana, i Querini da
Santa Giustina o da Candia. Sorge su un’antica casa colonica
appartenuta alla famiglia veneziana dei Cavazza, ma già nel
1643 la proprietà passò ai Querini, che da tempo avevano
maturato interessi commerciali. Completamente ristrutturata e
ampliata per mano della famiglia al fine di renderla
monumentale, seguirono ulteriori interventi nel 1720, fra cui
l’ampliamento della barchessa. La costruzione si presenta
suddivisa in tre parti, delle quali quella centrale con
aperture laterali trabeate e centrale ad arco. All’esterno
dell’edificio troviamo un oratorio del XVIII secolo, dedicato
a San Pietro in Vincoli, una meridiana e il muro di cinta
ornato da pregevoli statue settecentesche. L’ala nord-ovest
della villa successivamente divenne di proprietà della
famiglia del rinomato economista e banchiere Alberto
d’Agostino, il quale ospitò diversi amici e personaggi
storici, tra cui il poeta vate Gabriele D’Annunzio.
Attualmente, in seguito a un ulteriore restauro, la residenza
è stata adibita a struttura ricettiva.
Centrale idroelettrica Claber *
Ingresso esclusivo per gli
Iscritti FAI con possibilità di
iscriversi in loco.

Apertura: domenica 13 ottobre, dalle ore 11 alle 12.30 e dalle
14 alle 15.30

Nel 1902 fu creata una centrale elettrica sulle sponde del
Fiume, data poi in concessione al Cotonificio Veneziano in
cambio della fornitura di energia elettrica per Villa
Saccomani e per il funzionamento del mulino. Dopo le vicende
belliche, il mulino fu dapprima rinnovato nel 1919, mentre un
secondo ammodernamento si ebbe nel 1934. A partire dagli anni
‘50 sia la produzione di energia elettrica sia l’attività
molitoria iniziarono il loro declino a causa della crisi
generale del settore tessile, presto scalzato dal settore
industriale, e da un cambiamento sociale che vide
l’affermazione delle grandi società di macinazione. Questo
percorso culminò nell’alluvione del 1966 che decretò la
chiusura della centrale e la cessazione dell’attività del
mulino. La centrale fu poi acquistata dalla ditta Claber di
Fiume Veneto assieme alla concessione per lo sfruttamento del
salto d’acqua. Ristrutturata nel 2000, è ora un impianto
idroelettrico ad acqua fluente con funzioni ambientali.
Impianto industriale in attività, è normalmente chiuso al
pubblico.
TRIESTE

Palazzo Vivante

Apertura: sabato 12 e domenica 13 ottobre, dalle ore 10 alle
17

Palazzo Vivante, eretto tra il 1842 e il 1844 su progetto
dell’architetto Domenico Corti, ha assunto via via il nome dei
rispettivi proprietari: Antonio Corti, Domenico Garofalo,
Marco Salem, Fortunato Vivante. Quest’ultimo acquistò il
palazzo per eleggerlo a dimora della sua famiglia e per
adeguarla al suo rango, Direttore di Banca Union, Consigliere
del Lloyd Austriaco e delle Assicurazioni Generali. Lo studio
del progetto venne affidato all’architetto Rudolf Dick di
Vienna e l’esecuzione dei lavori all’ingegnere Arturo Ziffer
di Trieste; gli interventi, eseguiti tra il 1906 e il 1908,
portarono notevoli cambiamenti alla struttura abitativa
dell’edificio, conferendole l’aspetto odierno con la facciata
in stile neoclassico e il percorso di rappresentanza.
Spettacolare lo scenografico scalone doppio nonché la
raffinatezza principesca degli interni, con le splendide sale
decorate, omaggio a un barocco pur sempre contenuto entro la
“misura” classica. Attuale sede dell’associazione “Opera Figli
del Popolo” per l’assistenza sociale alla gioventù, il palazzo
non è normalmente visitabile.
Palazzo Vescovile (Palazzo Vicco) * Ingresso esclusivo per gli
Iscritti FAI con possibilità di iscriversi in loco, solo su
prenotazione. ATTENZIONE – PRENOTAZIONI ESAURITE

Apertura: sabato 12 ottobre, dalle ore 11 alle 12

Il Palazzo Vescovile in via Cavana venne edificato alla fine
del XVIII secolo per volere del suo ultimo proprietario, il
commerciante portoghese Antonio Vicco, e dopo il 1830 divenne
sede dell’allora Diocesi di Trieste e Capodistria. Al suo
interno ospita una cappella dedicata alla Madonna Addolorata,
unica opera realizzata in città dall’architetto Ivan Vurnik,
prezioso esempio artistico della Secessione viennese, dominata
da due soli colori, il bianco e l’oro. Meravigliosa la statua
di Cristo, con i capelli e il sangue dorato che sgorga dal
costato. Dal 1813 al 1820 il palazzo ospitò Joseph Fouché duca
d’Otranto, esule in fuga dalla restaurazione. Attuale sede
della Curia Vescovile, il sito è normalmente chiuso al
pubblico.

                             MARTIGNACCO (UD)

Villa Deciani

Apertura: domenica 13 ottobre, dalle ore 10.30 alle 13 e dalle
14 alle 17

Villa Deciani è una dimora nobiliare sita in via Deciani a
Martignacco, caratterizzata da un ampio piano nobile con porta
finestra. Inizialmente un antico rustico comperato nel 1510 da
Francesco Deciani, fu trasformata in residenza padronale da
Tiberio Deciani nel 1550. La ristrutturazione della prima metà
del Settecento ha fatto aggiungere alla casa padronale due ali
laterali e due barchesse. Nel parco si trovano il rustico per
attrezzi e prodotti agricoli, l’ex filanda e l’annessa chiesa
romanica intitolata a San Nicolò. Quest’ultima, originaria
della fine dell’XI o dell’inizio del XII secolo, conserva un
altare in marmo e frammenti di affreschi trecenteschi relativi
al miracolo del Santo vicini allo stile di Vitale da Bologna.
L’absidiola dell’edificio religioso inoltre è rappresentato
nello stemma del comune. Nel maggio 1916 il Principe di
Galles, Edoardo d’Inghilterra, accolto da Vittorio Emanuele
III, che risiedeva a Martignacco, soggiornò nella villa per
alcuni giorni. Oggi abitazione privata, è normalmente chiusa
al pubblico.

Gorizia Teatro Verdi CAMPAGNA
ABBONAMENTI DA RECORD Da
domani     in    vendita    i
biglietti. Per la Prosa posti
solo in seconda Galleria
 Il Teatro Verdi di Gorizia continua a superare se stesso e lo
fa con una campagna abbonamenti da record. I numeri parlano
chiaro: gli abbonamenti alla stagione artistica 2019/2020 al
momento hanno già raggiunto quota 1.711, a fronte di un totale
di 1.456 abbonamenti complessivi sottoscritti per la stagione
2018/2019. Un dato che conferma l’apprezzamento per il
cartellone preparato dal direttore artistico, Walter Mramor, e
che premia le scelte fatte dal Comune sul fronte dell’ampia
gamma di pacchetti tra cui si può scegliere e del mantenimento
dei prezzi concorrenziali. Il percorso più gettonato risulta
quello di Prosa, andato letteralmente a ruba, seguito da
quello Grandi eventi, a conferma di un trend già emerso negli
ultimi anni. Positivo si sta rivelando l’andamento delle
sezioni riservate alle famiglie e ai più giovani, come il
nuovissimo Musical Family e l’Off.

  Bumbaca Gorizia Massimo Lopez e Tullio Solenghi show ©
  Fotografia di Pierluigi Bumbaca

In vista di domani, sabato 12, giorno di avvio della vendita
dei biglietti singoli per tutti gli spettacoli della stagione
sia in biglietteria che nel circuito online Vivaticket, per la
Prosa restano a disposizione solo posti in Seconda galleria.
Per evitare rallentamenti, sabato 12 recandosi in biglietteria
si potranno acquistare solo i biglietti singoli, non
abbonamenti né carnet. Lo sportello, in via Garibaldi 2/A
(tel. 0481-383601), è aperto da lunedì a sabato dalle 10 alle
13 e dalle 15 alle 19, mentre la prevendita online domani sarà
attiva dalle 15.

“Nei numeri in crescita e nei risultati oltre ogni aspettativa
che stanno contrassegnando questa campagna abbonamenti dei
record, leggo molti segnali positivi. Per la nostra città, che
risponde con incoraggiante entusiasmo alla proposta culturale
offerta, e per il nostro Teatro, che afferma così il suo ruolo
di primo piano nella comunità e nel più ampio contesto
regionale”, commenta il direttore artistico, Walter Mramor. E
aggiunge un suggerimento al pubblico: “Mi fa piacere
apprendere che la Prosa sta proseguendo sul trend positivo
avviato già da qualche anno, trainata da spettacoli di qualità
e nomi di spicco della scena italiana. Il mio invito al
pubblico è quello di incuriosirsi alle proposte contemporanee
inserite nella sezione Off: una selezione del meglio della
nuova scena italiana che sono certo conquisterà anche i più
scettici. E infine, da tenere d’occhio, per le famiglie, il
nuovo abbonamento Musical Family: un’offerta originale e
affascinante per avvicinare al teatro le nuove generazioni”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco, Rodolfo Ziberna: “Ci
sembrava impossibile superare i grandissimi risultati che
hanno caratterizzato la stagione 2018/2019. Eppure non solo li
abbiamo raggiunti, ma addirittura superati. Il merito è
sicuramente del cartellone preparato dal direttore artistico,
con artisti e compagnie prestigiosi, insieme alla scelta del
Comune di mantenere i prezzi invariati e di offrire una vasta
gamma di tipologie di abbonamento, in grado di soddisfare
tutte le esigenze del pubblico”.

“In una stagione così esaltante stiamo facendo tutto il
possibile per indirizzare il pubblico, in modo da consentirgli
di disporre tutte le utili informazioni a favore di ogni
spettacolo. Ogni appuntamento di questo cartellone è di
altissima qualità e merita di essere vissuto e partecipato
pienamente dagli spettatori”, rimarca l’assessore comunale
alla Cultura, Fabrizio Oreti, ricordando l’ampia gamma di
scelta a disposizione del pubblico per vivere intensamente una
stagione che sarà emozionante, coinvolgente, divertente e
ricca di spunti di riflessione, grazie alla partecipazione di
grandi nomi e compagnie prestigiose, capaci di spaziare tra i
generi più attuali nel rispetto dei classici, con una sempre
crescente attenzione per le famiglie, i bambini e gli
studenti.

Il cartellone conta 38 appuntamenti, di cui: otto spettacoli
di Prosa, sei di Musica e Balletto, otto nel cartellone
Eventi, di cui due Eventi Arte, due Eventi Musical, due Eventi
Musical Family show e due Eventi Smile, quattro del percorso
Verdi Off, quattro di quello Young, di cui un matinée per le
scuole e tre pomeridiane per le famiglie. A questo si aggiunge
un progetto speciale comprendente otto recite della visita
guidata teatralizzata Viaggio nella scatola magica. Tra i
grandi protagonisti della stagione artistica ci saranno Ale e
Franz, Luca Argentero, Alessio Boni, Serra Yilmaz, Alessandro
Preziosi, Pif, Francesco Piccolo, Ettore Bassi, Simona
Cavallari, Anna Maria Guarneri, Giulia Lazzarini, Antonio
Catania, Paola Quattrini, Uto Ughi, Andrea Griminelli, Glenn
Miller Orchestra, Matthew Lee, Ivan Bessonov, Compagnie Hervé
Koubi, Marco Goldin, Vittorio Sgarbi, I Legnanesi, gli
Oblivion, Roberto Ciufoli, Angela Finocchiaro, Gaia De
Laurentiis, Ugo Dighero.
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