LA FORMULA E AI PIEDI DELLE DOLOMITI: MASSA E DI GRASSI PROTAGONISTI DEL FESTIVAL DELLO SPORT DI TRENTO - Il Discorso
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LA FORMULA E AI PIEDI DELLE DOLOMITI: MASSA E DI GRASSI PROTAGONISTI DEL FESTIVAL DELLO SPORT DI TRENTO La Formula E arriva per la prima volta ai piedi delle Dolomiti, che oggi hanno fatto da sfondo a un appassionante ruota a ruota tra i due piloti di Formula E Felipe Massa del Team Venturi e Lucas Di Grassi di Audi Sport ABT Schaeffler, protagonisti di una performance di velocità nel circuito cittadino allestito attorno allo Sport Tech District che fa perno al MUSE, il museo delle Scienze disegnato dall’archistar Renzo Piano. La serie di corse automobilistiche totalmente elettriche è stata infatti una dei protagonisti della seconda giornata del Festival Dello Sport di Trento, che si concluderà domenica 13 ottobre, portando in un paesaggio incontaminato non solo velocità e adrenalina, ma anche tutte le novità della sesta stagione del Campionato ABB FIA Formula E. La giornata è proseguita con un incontro tra i due piloti brasiliani, il nuovo Amministratore Delegato di Formula E Jamie Reigle, alla sua prima uscita ufficiale dopo la nomina, e il Responsabile motorsportAudi Dieter Gass all’interno dello Sport Tech District, dedicato all’innovazione nello sport. Jamie Reigle, Amministratore Delegato Formula E, in occasione dell’incontro a Trento ha dichiarato: “I piloti sono stati in grado di dare vita a un campionato di altissimo livello. Questa serie di corse anticipa il futuro dell’auto, tutte le principali case automobilistiche oggi stanno andando in questa direzione: l’ingresso di Porsche e Mercedes-Benz nella sesta stagione ne sono un chiaro esempio. Il nostro è un pubblico molto giovane, che ama l’imprevedibilità di questo tipo di gare e rappresenta uno stimolo per costruttori e partner”. Il campione Felipe Massa ha affermato: “Il Campionato ABB FIA Formula E è un
campionato che cresce in maniera esponenziale anno dopo anno, anche per questo sono molto felice di averne preso parte, ogni gara per me è un’emozione diversa e più grande. Questa serie ha alla base un’idea forte e di grande interesse sia per i costruttori che per i piloti, la mia è stata una scelta ben precisa che vorrei fosse da esempio anche per altri”. Il pilota Lucas Di Grassi: “Come in tutti i campionati contano l’esperienza, la macchina e il team di cui fai parte. In Formula E la differenza tra le monoposto è minima, per questo pilota, set up e performance contano molto di più che in altri campionati”. Dieter Gass, Responsabile motorsport Audi, ha concluso il dibattito affermando che “l’equilibrio delle gare è garantito dal regolamento e uno dei grandi temi ancora da affrontare è quello delle batterie che devono rimanere standard, altrimenti la ricerca diventerebbe estremamente costosa”. La performance di Trento anticipa di poco più di un mese l’inizio della sesta stagione del campionato In programma il 22 e 23 novembre, quando Mercedes-Benz EQ e TAG Heuer Porsche faranno il loro atteso debutto nella città di Diriyah. Il Campionato ABB FIA Formula E tornerà in Italia il prossimo 4 aprile, quando le 24 monoposto sbarcheranno a Roma e animeranno la città per la terza volta consecutiva C’era una volta… a Hollywood – La Recensione Il nono film di Quentin Tarantino è un apprezzabile atto d’amore per il cinema, ma manca dei ritmi serrati e dei colpi di scena che hanno caratterizzato le sue migliori pellicole, per cui sembra essere stato concepito più per i cinefili
accaniti che per il grande pubblico. Forse il regista si è perso nella cura maniacale dei dettagli e ha perso la visione d’insieme della pellicola, realizzando un prodotto che magari ha deluso qualche aspettativa. È però bello perdersi in questo film metacinematografico, anche se nelle prime due ore è difficile riconoscere una struttura narrativa, per lo meno nell’accezione di Campbell e Vogler. Sullo schermo infatti scorrono molto lentamente due storie parallele, dominate dai dialoghi, nelle quali gli eventi si susseguono in maniera apparentemente casuale. I due racconti si fonderanno in un finale pulp in perfetto stile tarantiniano, ridando energia alla narrazione con un colpo di reni improvviso. I due protagonisti sono Rick Dalton, attore ormai in declino, interpretato da Leonardo di Caprio, e lo stuntmen Cliff Booth, controfigura e uomo tuttofare di Dalton, interpretato da un convincente Brad Pitt. Dopo avere raggiunto il successo come protagonista di una serie TV western, per sbarcare il lunario Dalton accetta dei ruoli secondari, e alla fine si sposta in Italia per girare dei B movies, sperando in tal modo di ridare brio alla sua declinante carriera, prima di ritornare a Hollywood, con una nuova moglie. Ma nonostante gli sforzi profusi, il suo futuro professionale rimane incerto. Il fido Booth è sempre al suo seguito, e i due formano una coppia molto particolare, formata da due personalità diametralmente opposte. Dalton vive in una villa sontuosa, ma è in crisi profonda, non solo professionale ma anche umana, tanto che si rifugia nell’alcol. Booth vive invece in una roulotte con Brandy, la sua fedele Pitbull terrier, ma è mentalmente solido come una roccia, tanto che sarà lui, nel gran finale, a salvare una situazione che sembrava essere senza speranza. Parallelamente il film ci mostra la vita dorata di Sharon Tate, intrepretata da Margot Robbie, e di suo marito Roman Polansky, che al contrario dei due protagonisti sono all’apice del loro successo, e sono vicini di casa di Dalton.
Le due storie forniscono due punti di vista differenti dai quali osservare lo spietato mondo di Hollywood, che costruisce e distrugge carriere molto velocemente. Tarantino si diverte a mescolare continuamente finzione e realtà, regalando al cinefilo appassionato un mare di citazioni, nel quale è facile perdersi, anche perché nella storia vengono nominati anche film mai realizzati, come nel caso delle pellicole girate da Dalton in Italia. Nel finale Tarantino si diverte a modificare quanto accaduto nella realtà storica, operazione a cui ci ha già abituato con Bastardi senza gloria, nel quale Hitler viene ucciso, e in Django unchained, nel quale lo schiavismo razzista nordamericano dell’Ottocento viene sconfitto. In C’era una volta… a Hollywood il regista risparmia invece Sharon Tate e i suoi amici, che il 9 agosto 1969 vennero uccisi nella loro villa di Los Angeles dai seguaci della setta di Charles Manson. Un terribile fatto di sangue che impressionò l’America del tempo e che alcuni considerano come la cesura che ha chiuso i solari anni Sessanta. Questa scelta può essere letta come un gesto di amore di Tarantino, per quella che per lui è probabilmente un’Età dell’Oro del cinema, che lui ha voluto mantenere in vita, almeno nella finzione cinematografica. Il fatto che originariamente il film sarebbe dovuto uscire il 9 agosto 2019, nel cinquantesimo anniversario dell’efferato eccidio, la dice lunga sull’importanza che questo avvenimento ha per Tarantino. C’era una volta… a Hollywood prende le distanze dal politically correct attualmente dominate nel panorama mediatico, sotto diversi punti vista. Booth, che forse è il personaggio più convincente e meglio tratteggiato, è sospettato di avere ammazzato la propria moglie e di averla fatta franca. Respinge senza problemi le avances di una hippie e di certo non si fa scrupolo di usare le maniere forti contro il gentil sesso, quando la situazione lo richiede. Sharon Tate viene rappresentato come una
belloccia che si gode il suo momento di gloria a Hollywood, suggerendo neanche tanto velatamente che viva alle spalle del marito. La piacente moglie italiana di Dalton non eccelle certo per le sue doti intellettuali. Per farla breve, Tarantino in questa pellicola non sembra farsi molti problemi a esporre il fianco a quanti lo accusano di misoginia. Discorso analogo può essere fatto per la questione razziale. Tarantino si diverte a massacrare una delle icone di Hollywood, Bruce Lee, che viene dipinto come un povero smargiasso che viene messo in riga senza tanti problemi da uno strafottente Cliff Booth, che lo stampa senza sforzo sulla fiancata di un’automobile, ridicolizzandolo. Ancora più significativo è il momento in cui il granitico Booth ricorda a Dalton, colto in un momento di debolezza, che “non puoi piangere così davanti ai messicani”, per non parlare della ritrosia di quest’ultimo ad accettare delle parti da protagonista nei western spaghetti italiani, nei confronti dei quali palesa un evidente disprezzo culturale. Va detto che queste scelte, che hanno fatto arricciare il naso ad alcuni benpensanti, funzionano molto bene nella rappresentazione cinematografica, fornendo coerenza ai personaggi. Del resto nel mondo di oggi è veramente difficile non urtare la suscettibilità di qualcuno, e rimanere nel perimetro del politically correct rende molto difficile esprimere un pensiero creativo. Basti pensare che la PETA, associazione senza scopo di lucro che si batte per i diritti degli animali, ha pesantemente criticato la scelta di utilizzare un Pitbull nel suo film. Secondo questa associazione Tarantino dovrebbe vergognarsi per il semplice fatto di avere messo in scena questa discussa razza canina, con la colpa aggiuntiva che l’animale ha le orecchie tagliate, come imposto dalla moda del momento. Un punto di forza di questo film è senz’altro la colonna sonora, composta da brani del periodo storico rappresentato nel film. Una vera parata di mostri sacri della musica, come i
Rolling Stones, Aretha Franklin, Deep Purple, Joe Cocker, The Mamas & The Papas, The Blues Brothers, The Beatles, Black Sabath, solo per citarne alcuni. In definitiva si tratta di un film apprezzabile per il grande pubblico e di una piccola perla per i cinefili, con un cast eccezionale, che trasuda l’inconfondibile stile di Tarantino, ma si mantiene lontano dalle vette che il regista aveva raggiunto con le prime pellicole. S/paesati XX edizione 17 ott.Teatro Miela IL PAESE CHE NON C’È Giovedì 17 ottobre ore 19.30 presso il Teatro Miela S/paesati- eventi sul tema dell’immigrazione la seconda giornata dedicata al popolo curdo che proprio in questi giorni sta subendo l’attacco in Siria da parte delle forze militari turche. “Il paese che non c’è” di e con Gianluigi Gherzi e Fabrizio Saccomanno, (produzione Ura Teatro) è uno spettacolo che racconta la storia complessa e drammatica del popolo curdo nel quadro più ampio del territorio in cui è diviso. È la storia mitica di un popolo, della resistenza sulle montagne e in mezzo ai deserti. È testimonianza della battaglia che ovunque lo ha visto in prima fila contro la
ferocia delle milizie fondamentaliste e del fascismo islamico. È cronaca pulsante, presente, che irrompe sulla scena con le sue notizie, con l’insopprimibile urgenza di essere raccontata. Perché c’è bisogno di reagire, anche qui, anche da noi. IL PAESE CHE NON C’È vuole fare, del presente, uno straordinario territorio di racconto e di azione teatrale. Gianluigi Gherzi e Fabrizio Saccomanno ci rivelano “Abbiamo incontrato il “paese che non c’è”. Abbiamo incontrato un popolo, quello curdo, che ha ricominciato a sognare. Sogna di poter essere popolo, senza diventare stato. Di poter vivere in una terra di pace. Dove la diversità delle religioni, delle etnie, non provochi massacri. Dove la gente possa decidere del proprio destino, autogovernandosi. Dove le donne possano uscire dalle proprie case, scoprendo finalmente il volto e prendendo la parola. Abbiamo sentito quella loro storia come una storia che parla a noi. È possibile un altro respiro? Un altro sentimento del vivere? Della lotta, della battaglia, dell’amore, dell’incontro con il mondo? Abbiamo infine seguito le storie di quel popolo da noi, in Italia. Quando gli uomini di quel popolo, su un barcone o via terra, in fuga dalle guerre, dalle prigioni, dalle persecuzioni politiche, arrivano sulle nostre coste e nelle nostre città. Qual è il nostro sguardo? Cosa significa per noi la loro presenza?”. Ricordiamo che la mostra Imaginary Mountains, è visitabile fino al 27 ottobre negli orari di apertura del teatro . Imaginary Mountains è una riflessione sull’identità curda in Iraq, Iran, Siria e Turchia. Linda Dorigo ha costruito un racconto lontano dagli stereotipi, partendo da una base di dialogo comune: la montagna. Nata e cresciuta in una regione alpina, Linda ha coinvolto in maniera partecipativa le comunità che hanno realizzato disegni e mappe, scritto poesie, donato fotografie. organizzazione: Bonawentura
Ingresso € 12,00, riduzioni convenzionate € 10,00. Prevendita c/o biglietteria del teatro (tel. 0403477672) tutti i giorni dalle 17.00 alle 19.00 E. L. FAI d’AUTUNNO Fvg 12 e 13 ottobre Le Giornate FAI d’Autunno compiono otto anni e sono più vitali che mai. Sono giovani perché animate e promosse proprio dai Gruppi FAI Giovani, che anche per quest’edizione hanno individuato itinerari tematici e aperture speciali che permetteranno di scoprire luoghi insoliti e straordinari in tutto il Paese. Un weekend unico, irrepetibile, che sabato 12 e domenica 13 ottobre 2019 toccherà 260 città, coinvolte a sostegno della campagna di raccolta fondi del FAI – Fondo Ambiente Italiano “Ricordati di salvare l’Italia”, attiva a ottobre. Due giorni per sfidare la capacità degli italiani di stupirsi e cogliere lo splendore del territorio che ci circonda, invitando alla scoperta di 700 luoghi in tutta Italia, selezionati perché speciali, curiosi, originali o bellissimi. Saranno tantissimi i giovani del FAI ad accompagnare gli italiani lungo i percorsi tematici espressamente ideati per l’occasione, con l’obiettivo di trasferire il loro entusiasmo ai visitatori, nella scoperta di luoghi inediti e straordinari che caratterizzano il nostro panorama. Itinerari a tema, da percorrere per intero o in parte, che vedranno l’apertura di palazzi, chiese, castelli, aree archeologiche, giardini,
architetture industriali, bunker e rifugi antiaerei, botteghe artigiane, musei e interi borghi. Le Giornate FAI d’Autunno sono, quindi, l’opera collettiva dei nostri ragazzi, il risultato della forza delle nuove generazioni, simbolicamente incarnata in quel giovane che, duecento anni fa, a ventun anni, scrisse i versi immortali dell’Infinito: Giacomo Leopardi. Per questo l’edizione 2019 è dedicata a lui e alla sua poesia, su cui vertono tre aperture speciali: l’Orto sul Colle dell’Infinito, Bene del FAI a Recanati (MC), inaugurato lo scorso 26 settembre alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, luogo che ispirò l’idillio; il Parco Vergiliano a Napoli dove le spoglie di Giacomo Leopardi sono state traslate nel 1939 dalla Chiesa di San Vitale a Fuorigrotta, in cui l’amico Antonio Ranieri lo fece tumulare nel 1837; infine, la Chiesa di Sant’Onofrio al Gianicolo a Roma, con la tomba di Torquato Tasso che Leopardi considerava tra gli italiani più eloquenti e sulla quale pianse le sue lacrime più profonde. Ogni visita prevede un contributo facoltativo, preferibilmente da 2 a 5 euro, a sostegno dell’attività della Fondazione. Durante le Giornate FAI d’Autunno in via eccezionale anche i Beni FAI saranno accessibili a contributo facoltativo. Per gli iscritti FAI e per chi si iscriverà per la prima volta – a questi ultimi sarà dedicata la quota agevolata di 29 euro anziché 39 – saranno riservate aperture straordinarie, accessi prioritari, attività ed eventi speciali in molte città. La quota agevolata varrà anche per chi si iscriverà per la prima volta tramite il sito www.fondoambiente.it dal 1° al 20 ottobre. Tra gli itinerari tematici e i luoghi più interessanti in
Friuli Venezia Giulia: CORMONS (GO) Tenuta di Angoris – Villa Locatelli Apertura: domenica 13 ottobre, dalle ore 10.30 alle 18 Storica dimora situata al centro della Tenuta di Angoris dall’inizio del XVIII secolo, Villa Locatelli sorge ai piedi del Collio cormonese. È preziosa testimone e custode del passato di questa terra e degli uomini che qui hanno abitato e lavorato scrivendone la storia. Circondata e protetta da un parco secolare, splende il tutta la sua bellezza fra i colori vivaci della natura che la circonda e il bianco candido delle sue mura. Importante è ricordare il ruolo rivestito nel contesto economico agricolo cormonese, con i numerosi vini qui prodotti e imbottigliati già durante il periodo austroungarico, dei quali ci sono rimaste le etichette di Picolit, Ribolla, Verduzzo, Riesling, Refosco e Tokayer. Normalmente chiusa al pubblico, apre solo in occasione di eventi. PASIANO DI PORDENONE (PN)
Villa Querini Apertura: domenica 13 ottobre, dalle ore 10 alle 17 Aperta eccezionalmente per le Giornate FAI d’Autunno, Villa Querini è una villa veneta del 1542 tra le più antiche del Friuli occidentale, abitata parzialmente dagli ultimi eredi di una nobile famiglia dell’aristocrazia veneziana, i Querini da Santa Giustina o da Candia. Sorge su un’antica casa colonica appartenuta alla famiglia veneziana dei Cavazza, ma già nel 1643 la proprietà passò ai Querini, che da tempo avevano maturato interessi commerciali. Completamente ristrutturata e ampliata per mano della famiglia al fine di renderla monumentale, seguirono ulteriori interventi nel 1720, fra cui l’ampliamento della barchessa. La costruzione si presenta suddivisa in tre parti, delle quali quella centrale con aperture laterali trabeate e centrale ad arco. All’esterno dell’edificio troviamo un oratorio del XVIII secolo, dedicato a San Pietro in Vincoli, una meridiana e il muro di cinta ornato da pregevoli statue settecentesche. L’ala nord-ovest della villa successivamente divenne di proprietà della famiglia del rinomato economista e banchiere Alberto d’Agostino, il quale ospitò diversi amici e personaggi storici, tra cui il poeta vate Gabriele D’Annunzio. Attualmente, in seguito a un ulteriore restauro, la residenza è stata adibita a struttura ricettiva.
Centrale idroelettrica Claber * Ingresso esclusivo per gli Iscritti FAI con possibilità di iscriversi in loco. Apertura: domenica 13 ottobre, dalle ore 11 alle 12.30 e dalle 14 alle 15.30 Nel 1902 fu creata una centrale elettrica sulle sponde del Fiume, data poi in concessione al Cotonificio Veneziano in cambio della fornitura di energia elettrica per Villa Saccomani e per il funzionamento del mulino. Dopo le vicende belliche, il mulino fu dapprima rinnovato nel 1919, mentre un secondo ammodernamento si ebbe nel 1934. A partire dagli anni ‘50 sia la produzione di energia elettrica sia l’attività molitoria iniziarono il loro declino a causa della crisi generale del settore tessile, presto scalzato dal settore industriale, e da un cambiamento sociale che vide l’affermazione delle grandi società di macinazione. Questo percorso culminò nell’alluvione del 1966 che decretò la chiusura della centrale e la cessazione dell’attività del mulino. La centrale fu poi acquistata dalla ditta Claber di Fiume Veneto assieme alla concessione per lo sfruttamento del salto d’acqua. Ristrutturata nel 2000, è ora un impianto idroelettrico ad acqua fluente con funzioni ambientali. Impianto industriale in attività, è normalmente chiuso al pubblico.
TRIESTE Palazzo Vivante Apertura: sabato 12 e domenica 13 ottobre, dalle ore 10 alle 17 Palazzo Vivante, eretto tra il 1842 e il 1844 su progetto dell’architetto Domenico Corti, ha assunto via via il nome dei rispettivi proprietari: Antonio Corti, Domenico Garofalo, Marco Salem, Fortunato Vivante. Quest’ultimo acquistò il palazzo per eleggerlo a dimora della sua famiglia e per adeguarla al suo rango, Direttore di Banca Union, Consigliere del Lloyd Austriaco e delle Assicurazioni Generali. Lo studio del progetto venne affidato all’architetto Rudolf Dick di Vienna e l’esecuzione dei lavori all’ingegnere Arturo Ziffer di Trieste; gli interventi, eseguiti tra il 1906 e il 1908, portarono notevoli cambiamenti alla struttura abitativa dell’edificio, conferendole l’aspetto odierno con la facciata in stile neoclassico e il percorso di rappresentanza. Spettacolare lo scenografico scalone doppio nonché la raffinatezza principesca degli interni, con le splendide sale decorate, omaggio a un barocco pur sempre contenuto entro la “misura” classica. Attuale sede dell’associazione “Opera Figli del Popolo” per l’assistenza sociale alla gioventù, il palazzo non è normalmente visitabile.
Palazzo Vescovile (Palazzo Vicco) * Ingresso esclusivo per gli Iscritti FAI con possibilità di iscriversi in loco, solo su prenotazione. ATTENZIONE – PRENOTAZIONI ESAURITE Apertura: sabato 12 ottobre, dalle ore 11 alle 12 Il Palazzo Vescovile in via Cavana venne edificato alla fine del XVIII secolo per volere del suo ultimo proprietario, il commerciante portoghese Antonio Vicco, e dopo il 1830 divenne sede dell’allora Diocesi di Trieste e Capodistria. Al suo interno ospita una cappella dedicata alla Madonna Addolorata, unica opera realizzata in città dall’architetto Ivan Vurnik, prezioso esempio artistico della Secessione viennese, dominata da due soli colori, il bianco e l’oro. Meravigliosa la statua di Cristo, con i capelli e il sangue dorato che sgorga dal costato. Dal 1813 al 1820 il palazzo ospitò Joseph Fouché duca d’Otranto, esule in fuga dalla restaurazione. Attuale sede della Curia Vescovile, il sito è normalmente chiuso al pubblico. MARTIGNACCO (UD) Villa Deciani Apertura: domenica 13 ottobre, dalle ore 10.30 alle 13 e dalle 14 alle 17 Villa Deciani è una dimora nobiliare sita in via Deciani a Martignacco, caratterizzata da un ampio piano nobile con porta finestra. Inizialmente un antico rustico comperato nel 1510 da
Francesco Deciani, fu trasformata in residenza padronale da Tiberio Deciani nel 1550. La ristrutturazione della prima metà del Settecento ha fatto aggiungere alla casa padronale due ali laterali e due barchesse. Nel parco si trovano il rustico per attrezzi e prodotti agricoli, l’ex filanda e l’annessa chiesa romanica intitolata a San Nicolò. Quest’ultima, originaria della fine dell’XI o dell’inizio del XII secolo, conserva un altare in marmo e frammenti di affreschi trecenteschi relativi al miracolo del Santo vicini allo stile di Vitale da Bologna. L’absidiola dell’edificio religioso inoltre è rappresentato nello stemma del comune. Nel maggio 1916 il Principe di Galles, Edoardo d’Inghilterra, accolto da Vittorio Emanuele III, che risiedeva a Martignacco, soggiornò nella villa per alcuni giorni. Oggi abitazione privata, è normalmente chiusa al pubblico. Gorizia Teatro Verdi CAMPAGNA ABBONAMENTI DA RECORD Da domani in vendita i biglietti. Per la Prosa posti solo in seconda Galleria Il Teatro Verdi di Gorizia continua a superare se stesso e lo fa con una campagna abbonamenti da record. I numeri parlano chiaro: gli abbonamenti alla stagione artistica 2019/2020 al momento hanno già raggiunto quota 1.711, a fronte di un totale di 1.456 abbonamenti complessivi sottoscritti per la stagione 2018/2019. Un dato che conferma l’apprezzamento per il cartellone preparato dal direttore artistico, Walter Mramor, e
che premia le scelte fatte dal Comune sul fronte dell’ampia gamma di pacchetti tra cui si può scegliere e del mantenimento dei prezzi concorrenziali. Il percorso più gettonato risulta quello di Prosa, andato letteralmente a ruba, seguito da quello Grandi eventi, a conferma di un trend già emerso negli ultimi anni. Positivo si sta rivelando l’andamento delle sezioni riservate alle famiglie e ai più giovani, come il nuovissimo Musical Family e l’Off. Bumbaca Gorizia Massimo Lopez e Tullio Solenghi show © Fotografia di Pierluigi Bumbaca In vista di domani, sabato 12, giorno di avvio della vendita dei biglietti singoli per tutti gli spettacoli della stagione sia in biglietteria che nel circuito online Vivaticket, per la Prosa restano a disposizione solo posti in Seconda galleria. Per evitare rallentamenti, sabato 12 recandosi in biglietteria si potranno acquistare solo i biglietti singoli, non abbonamenti né carnet. Lo sportello, in via Garibaldi 2/A (tel. 0481-383601), è aperto da lunedì a sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19, mentre la prevendita online domani sarà
attiva dalle 15. “Nei numeri in crescita e nei risultati oltre ogni aspettativa che stanno contrassegnando questa campagna abbonamenti dei record, leggo molti segnali positivi. Per la nostra città, che risponde con incoraggiante entusiasmo alla proposta culturale offerta, e per il nostro Teatro, che afferma così il suo ruolo di primo piano nella comunità e nel più ampio contesto regionale”, commenta il direttore artistico, Walter Mramor. E aggiunge un suggerimento al pubblico: “Mi fa piacere apprendere che la Prosa sta proseguendo sul trend positivo avviato già da qualche anno, trainata da spettacoli di qualità e nomi di spicco della scena italiana. Il mio invito al pubblico è quello di incuriosirsi alle proposte contemporanee inserite nella sezione Off: una selezione del meglio della nuova scena italiana che sono certo conquisterà anche i più scettici. E infine, da tenere d’occhio, per le famiglie, il nuovo abbonamento Musical Family: un’offerta originale e affascinante per avvicinare al teatro le nuove generazioni”. Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco, Rodolfo Ziberna: “Ci sembrava impossibile superare i grandissimi risultati che hanno caratterizzato la stagione 2018/2019. Eppure non solo li abbiamo raggiunti, ma addirittura superati. Il merito è sicuramente del cartellone preparato dal direttore artistico, con artisti e compagnie prestigiosi, insieme alla scelta del Comune di mantenere i prezzi invariati e di offrire una vasta gamma di tipologie di abbonamento, in grado di soddisfare tutte le esigenze del pubblico”. “In una stagione così esaltante stiamo facendo tutto il possibile per indirizzare il pubblico, in modo da consentirgli di disporre tutte le utili informazioni a favore di ogni spettacolo. Ogni appuntamento di questo cartellone è di altissima qualità e merita di essere vissuto e partecipato pienamente dagli spettatori”, rimarca l’assessore comunale
alla Cultura, Fabrizio Oreti, ricordando l’ampia gamma di scelta a disposizione del pubblico per vivere intensamente una stagione che sarà emozionante, coinvolgente, divertente e ricca di spunti di riflessione, grazie alla partecipazione di grandi nomi e compagnie prestigiose, capaci di spaziare tra i generi più attuali nel rispetto dei classici, con una sempre crescente attenzione per le famiglie, i bambini e gli studenti. Il cartellone conta 38 appuntamenti, di cui: otto spettacoli di Prosa, sei di Musica e Balletto, otto nel cartellone Eventi, di cui due Eventi Arte, due Eventi Musical, due Eventi Musical Family show e due Eventi Smile, quattro del percorso Verdi Off, quattro di quello Young, di cui un matinée per le scuole e tre pomeridiane per le famiglie. A questo si aggiunge un progetto speciale comprendente otto recite della visita guidata teatralizzata Viaggio nella scatola magica. Tra i grandi protagonisti della stagione artistica ci saranno Ale e Franz, Luca Argentero, Alessio Boni, Serra Yilmaz, Alessandro Preziosi, Pif, Francesco Piccolo, Ettore Bassi, Simona Cavallari, Anna Maria Guarneri, Giulia Lazzarini, Antonio Catania, Paola Quattrini, Uto Ughi, Andrea Griminelli, Glenn Miller Orchestra, Matthew Lee, Ivan Bessonov, Compagnie Hervé Koubi, Marco Goldin, Vittorio Sgarbi, I Legnanesi, gli Oblivion, Roberto Ciufoli, Angela Finocchiaro, Gaia De Laurentiis, Ugo Dighero.
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