Industry Monitor Real Estate - Servizio Studi e Ricerche No. 10 - giugno 2006
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Industry Monitor Real Estate Servizio Studi e Ricerche No. 10 – giugno 2006
Industry Monitor – giugno 2006 Indice Real Estate 3 Introduzione 3 Il comparto residenziale nelle 13 maggiori città 5 Il comparto residenziale nelle 13 città intermedie 7 Il rapporto prezzo reddito per provincia 9 A cura di: Alessandra Dal Colle Servizio Studi e Ricerche – Banca Intesa Tel. + 39 02 87962137 e-mail: alessandra.dalcolle@bancaintesa.it 1
Real Estate 2
Industry Monitor – giugno 2006 Real Estate Introduzione Nonostante in Italia l’invecchiamento della popolazione rallenti il tasso di sostituzione famigliare all’interno del singolo immobile e le giovani generazioni siano fino ai 30-40 anni ancora nella fase di passaggio dalla famiglia d’origine alla vita in autonomia, la casa rimane una componente essenziale della qualità della vita e, complice l’andamento favorevole dei tassi di interesse, a fine 2005 la quota delle famiglie proprietarie ha superato la percentuale record dell’87%. L’agenzia delle Territorio ha fatto registrare per il 2005 oltre 830000 transazioni, in crescita del 3,6% rispetto al +5,5% del 2004. Nel 2005 i prezzi nel mercato immobiliare delle 13 maggiori città1 analizzate da Nomisma presentano tuttavia un rallentamento nella crescita: i prezzi delle abitazioni nuove e usate sono aumentati mediamente dell’8,9% (il 10,1% nel 2004), gli uffici del 7,6% (v. 8,6%) e i negozi del 8% (v. 8,9%). La “superstar” del settore immobiliare rimane il comparto azionario del mercato nostrano – il MIB storico Real Estate – con una crescita dei corsi di oltre il 30% (56,2%) contro il 15,1% dell’indice delle blue chip S&P/MIB (15,5%). PREZZI IMMOBILIARI NELLE 13 MAGGIORI CITTÀ E QUOTAZIONI AZIONARIE Tasso di crescita a/a 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Abitazioni Uffici Negozi Mib Storico Mib Storico S&P/Mib Real Estate 04II 05I 05II Fonte: nostre elaborazioni su dati Datastream e Nomisma La “stanchezza” del mercato immobiliare si sta facendo sentire anche sul versante dei rendimenti potenziali lordi, calcolati come rapporto tra canone e prezzo dell’immobile al lordo delle imposte – che nella prima parte dell’anno hanno raggiunto il minimo storico. Nella seconda parte del 2005 le abitazioni nelle 13 maggiori città hanno reso mediamente il 5,3% lordo (il minimo dal 1994), gli uffici il 5,6% (minimo assoluto dall’inizio della serie negli anni Novanta) e i negozi il 7,9% (minimo dal 1997). Rendimenti a questi livelli dovrebbero suggerire prudenza nelle intenzioni di acquisto ad uso reddito. Questa prudenza è confermata nell’indagine annuale effettuata dal CENSIS sulle propensioni all’acquisto. Nel 2006, per la prima volta nell’ultimo quinquennio, la percentuale dei rispondenti intenzionata all’acquisto di una abitazione è 1 Le 13 maggiori città sono: Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Roma, Torino e Venezia. 3
Real Estate scesa sotto il 10% ed è inferiore all’1% la percentuale degli intervistati intenzionati a comperare una casa di vacanza contro il 2,2% del 2003 e l’1,6% del 2004. Anche i principali indicatori di tendenza confermano il rallentamento con un aumento di tempi di vendita e locazione in tutti i comparti. MERCATI IMMOBILIARI NELLE 13 MAGGIORI AREE URBANE Indicatori di tendenza Tempi di vendita (mesi) Tempi di locazione (mesi) 6,0 5,0 5,0 4,0 4,0 3,0 3,0 2,0 2,0 1,0 1,0 - - Abitazioni Uffici Negozi Abitazioni Uffici Negozi 04II 05I 05II 04II 05I 05II Fonte: Nomisma In particolare i tempi di vendita per le abitazioni hanno superato i 4 mesi (il massimo dal 2000), i 5 mesi e mezzo per gli uffici e i 5 mesi per i negozi. Il principale indicatore di tendenza che riguarda lo squilibrio del mercato, ovvero il divario tra prezzo richiesto ed effettivo, non è altrettanto univoco in quanto l’aumento del divario, indicatore di un possibile rallentamento del mercato, non risulta persistente nel tempo nei diversi comparti immobiliari. In particolare, solo gli uffici hanno mostrato un rallentamento in entrambi i semestri dell’anno, mentre nella seconda parte dell’anno negozi e abitazioni hanno mostrato una leggerissima ripresa. Per il residenziale però è anche aumentato il divario tra il prezzo di abitazioni libere ed occupate, che nella seconda parte dell’anno ha sfiorato il 23%. DIVARIO TRA PREZZO RICHIESTO ED EFFETTIVO NELLE 13 MAGGIORI AREE URBANE per comparto immobiliare % 13 12 11 10 9 Abitazioni Uffici Negozi 04II 05I 05II Fonte: Nomisma 4
Industry Monitor – giugno 2006 Anche il mercato della locazione mostra segni di tensione ed i tempi per l’affitto hanno raggiunto i massimi dal 2001 in tutti i comparti. In media nelle 13 maggiori città occorrono 2,7 mesi per affittare una casa, 4,4 mesi per un ufficio e 3,9 mesi per un negozio. Va osservato come, nonostante le difficoltà congiunturali nei consumi, mentre per case e uffici si è assistito al quarto aumento consecutivo nei tempi per la locazione, per i negozi il 2005 non si è concluso con un analogo peggioramento della tendenza. Il comparto residenziale nelle 13 maggiori città Al rallentamento della crescita nel segmento residenziale sottende una notevole differenziazione geografica. Bologna, Firenze, Milano, e Venezia e soprattutto Roma si confermano anche nel 2005 come le città a maggiore dinamicità (vedi grafico successivo) – con un prezzo medio al mq superiore alla media ma tassi di crescita ancora superiori alla media. Rispetto al 2004 il quadrante in basso a sinistra del grafico, caratterizzato sia da un livello di prezzi che da una crescita inferiore alla media è molto meno popolato. Nel “girone dei dannati” della scarsa performance, sono rimasti Cagliari e Bari mentre Palermo, Padova e Torino, pur avendo ancora un livello di prezzi inferiori alla media, nel 2005 crescono più della media. Il fatto che nel 2005 nessuna città con prezzi superiori alla media mostri tassi di crescita eccessivamente bassi, come Bologna e Venezia nel 2004, è segno di un “atterraggio morbido” dove il rallentamento dei prezzi è lento e generalizzato. CRESCITA E LIVELLO DEI PREZZI DELLE ABITAZIONI IN 13 CITTÀ 2004 2005 crescita prezzi a/a crescita prezzi a/a 16% 12% RM RM 14% 10% NA 12% GE CT FI NA MI CT GE 10% PA VE 8% TO FI MI PD PA PD BA 8% TO BO VE BO 6% CA 6% CA BA prezzi/mq prezzi/mq 4% 4% 0 1000 2000 3000 4000 0 1000 2000 3000 4000 Fonte: nostre elaborazioni su dati Nomisma Le ragioni di questa diversità sono da ricercarsi principalmente in 2 aree: le differenze nei fondamentali “tecnici” del patrimonio immobiliare – ovvero disponibilità assoluta di cespiti e superfici e loro qualità – e in quelli economici. La convenienza economica all’acquisto può essere misurata con il rapporto prezzo/canone – ovvero l’inverso del rendimento da canone – che viene assimilato ad una sorta di “multiplo” prezzo/utili, analogo a quello utilizzato per i titoli azionari. Analogamente al “multiplo” di mercato azionario, il rapporto prezzo/canone immobiliare non fonda il suo potere esplicativo su meccanismi di aggiustamento di domanda e offerta, ma semplicemente su un livello di equilibrio dato dalla media del comportamento che si è effettivamente realizzato sul mercato nel corso di un (lungo) periodo di tempo. La ratio dell’utilizzo di questo indicatore è che, come il prezzo di un titolo azionario dovrebbe uguagliare il valore attuale dei futuri dividendi, così il prezzo di una casa dovrebbe essere pari 5
Real Estate al reddito da canone percepito dall’investitore o risparmiato dal proprietario rispetto all’inquilino. Come evidenziato dal grafico sottostante utilizzando i dati di Nomisma – disponibili per il periodo 1991-2005 – per la media delle 13 maggiori città si ottiene che dal 2005 per la prima volta dal 1996 per tutti i comparti residenziali i fondamentali economici non giustificano una scelta d’acquisto. RAPPORTO MEDIO PREZZO2/CANONE RESIDENZIALE NELLE 13 MAGGIORI CITTÀ 100 = media prezzo/canone 1991-2005 per zona 110 Conviene affitto 105 100 95 Conviene acquisto 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02 03 04 05 Zona di pregio Periferia Semicentro Centro Fonte: nostre elaborazioni su dati Nomisma Solo a Bari, Genova, Roma e Torino è ancora conveniente acquistare l’abitazione invece che affittarla, mentre le case risultano “care” rispetto all’affitto in tutte le altre maggiori città. Da segnalare che nel 2005, per la prima volta dal 1996, anche a Bologna e Milano è diventato più conveniente l’affitto piuttosto che l’acquisto e Catania è invece l’unica città che mostra un rallentamento del rapporto prezzo canone. RAPPORTO MEDIO PREZZO2/CANONE IN ALCUNE CITTÀ ITALIANE 100 = media prezzo/canone 1991-2005 per città 150 125 100 75 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02 03 04 05 BA RM TO GE Fonte: nostre elaborazioni su dati Nomisma 2 Il prezzo medio si riferisce alle sole abitazioni usate 6
Industry Monitor – giugno 2006 Il comparto residenziale nelle 13 città intermedie3 Negli ultimi due cicli immobiliari si può notare una dinamica leader-follower dove le 13 grandi aree urbane (GAU) anticipano le tendenze nelle 13 città intermedie. La variabilità nella crescita dei prezzi, come misurata dal coefficiente di variazione, è quasi il 20% superiore nelle GAU rispetto alle città intermedie, mentre è analoga quella degli affitti nonostante i fondamentali demografici siano a favore delle seconde. Dal 1997 al 2005 la popolazione residente è aumentata di poco meno del 2% nelle province con capoluogo le GAU e del 4,8% nelle province con capoluogo le città intermedie; secondo le stime di Prometeia questa tendenza dovrebbe rafforzarsi con un aumento della popolazione tra il 2005 e il 2009 previsto intorno al 6% nelle province con capoluogo le città intermedie e di poco superiore al 2% nelle province con capoluogo le GAU. Tra le province con crescita prevista a doppia cifra; Bergamo, Brescia, Modena e Verona; le province che subiranno i maggiori cali nella popolazione residente sono Genova e Trieste. CRESCITA PREZZI E CANONI NELLE 26 PRINCIPALI CITTÀ ITALIANE Grandi Aree Urbane (GAU); 13 città intermedie (Int) 30% 15% 10% 20% 5% 10% 0% -5% 0% -10% -10% -15% 91 93 95 97 99 01 03 05 GAU - Crescita prezzi - sc sx Int - Crescita prezzi - sc sx GAU - Crescita affitti - sc dx Int - Crescita affitti - sc dx Fonte: nostre elaborazioni su dati Nomisma Come nelle GAU, anche nelle città intermedie la crescita media dei prezzi delle abitazioni ha mostrato un rallentamento portandosi al 7,3% annuo nel 2006 (dal 7,9%). Tra gli indicatori di tendenza i tempi di vendita delle abitazioni hanno mostrato nel 2006 il quarto aumento consecutivo portandosi a 3,9 mesi, comunque inferiore al dato del 2005 per le GAU; gli indicatori di squilibrio tra domanda e offerta non mostrano tendenze particolari in quanto sia il divario tra il prezzo di case libere e occupate sia il divario tra prezzo richiesto ed effettivo all’acquisto si mantengono per il 2006 intorno alla media di lungo periodo mostrando valori rispettivamente del 22,3% (v. 22,7% per le 13 GAU nel 2005) e del 10,7% (v. 10,7%). Anche tra le città intermedie la differenziazione geografica delle dinamiche residenziali è notevole. Anche nel 2006 il Nordest con Brescia e Verona si conferma come la zona più dinamica – con un prezzo medio al mq superiore alla media ma tassi di crescita ancora superiori alla media. Il quadrante in basso 3 Le 13 città intermedie sono: Ancona, Bergamo, Brescia, Livorno, Messina, Modena, Novara, Parma, Perugia, Salerno, Taranto, Trieste e Verona. 7
Real Estate a sinistra, che raccoglie le città con prezzi bassi e tassi di crescita limitati ospita invece, oltre a Messina, anche Taranto e Perugia, i cui tassi di crescita da superiori alla media nel 2005 sembrano convergere verso i valori medi. Da notare tra 2005 e 2006 lo scambio nelle posizioni di Novara e Modena: la prima nel 2006 è passata a tassi di crescita superiori alla media, mentre la seconda ha rallentato. Forse a questa dinamica non è estraneo lo sviluppo delle grandi opere che tocca Novara come Verona (TAV) e Brescia (Bre-Be-MI) ma non direttamente Modena. CRESCITA E LIVELLO DEI PREZZI DELLE ABITAZIONI NELLE 13 CITTÀ INTERMEDIE 2005 2006 crescita prezzi a/a crescita prezzi a/a 10% 10% LI TA 9% PR 9% PG NO AN; BS TS 8% MO TS SA LI BS,VR VR 8% BG 7% NO SA TA 7% 6% PG MO AN; PR ME ME 5% 6% 4% BG prezzi/mq prezzi/mq 5% 3% 1000 1500 2000 2500 3000 1000 1500 2000 2500 3000 Fonte: nostre elaborazioni su dati Nomisma Per quanto riguarda i fondamentali, come evidenziato dal grafico sottostante, nelle 13 città intermedie l’acquisto non risulta conveniente dalla seconda metà degli anni Novanta. Tuttavia nel 2006 si fanno registrare forse i primi segnali di un “atterraggio morbido”: a Livorno l’indicatore è sceso sotto il 100 indicando il ritorno alla convenienza all’acquisto e a Modena, che mostra il livello massimo dell’indicatore, si è assistito ad un rallentamento. Rimane su livelli alti e mostrano una tendenza in crescita il rapporto prezzo/canone di Brescia Novara, Salerno e Verona. RAPPORTO MEDIO PREZZO2/CANONE RESIDENZIALE NELLE 13 CITTÀ INTERMEDIE 100 = media prezzo/canone 1991-2006 per zona 120 Conviene affitto 115 110 105 100 95 90 85 Conviene acquisto 80 75 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02 03 04 05 06 Centro Periferia Fonte: nostre elaborazioni su dati Nomisma 8
Industry Monitor – giugno 2006 In conclusione, confrontando i rendimenti nelle 13 grandi aree urbane (GAU) e nelle 13 città intermedie si vede nel boom di inizio anni Novanta, e nella successva difficile fasi di correzione tra il 1995 e il 1997, un punto di svolta dove il primato nei rendimenti passa dalle città intermedie alle GAU. Il 2006 potrebbe essere foriero di una nuova svolta nella misura in cui gli investitori realizzeranno che, come già avviene per le zone centrali, le città intermedie potrebbero offrire maggiori rendimenti rispetto alle GAU. RENDIMENTI POTENZIALI LORDI NELLE 26 PRINCIPALI CITTÀ ITALIANE Grandi Aree Urbane (GAU); 13 città intermedie (Int) 8,0% a/a 7,5% 7,0% 6,5% 6,0% 5,5% 5,0% 4,5% 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02 03 04 05 06 GAU - Centro GAU - Periferia Int - Centro Int - Periferia Fonte: nostre elaborazioni su dati Nomisma Il rapporto prezzo reddito per provincia Il rapporto prezzo/reddito pro capite per un dato territorio può costituire un primo indicatore del “rischio immobiliare” e anche se nulla dice sulle future evoluzioni delle due grandezze, ha il merito di evidenziare le province dove si fanno sentire le prime tensioni. Ultilizzando i dati di Nomisma per l’indice dei prezzi delle Abitazioni Usate per i capoluoghi di provincia e il reddito pro capite medio nella provincia di riferimento si possono classificare tutte le unità territoriali per valore del rapporto nel 2005. Nel 2005 il rapporto medio per questo indicatore era di 1,27 e ben 4 province mostravano un dato rapporto superiore a 1,85 (Siena, Livorno, Grosseto e Salerno) e 10 tra 1,85 e 1,52 (Caserta, Pistoia, Parma, Rimini, Brescia, Pesaro Urbino, Lucca, Catania, Firenze e Como). Per solo per 9 province (Vercelli, Matera, Torino, Messina, Ravenna, Crotone, Vibo Valentia, Benevento, e Frosinone) l’indicatore è inferiore a 1 indicando un livello di prezzi reali inferiori rispetto a quelli di un decennio fa. 9
Real Estate RAPPORTO PREZZO REDDITO PRO-CAPITE NEI 103 CAPOLUOGHI DI PROVINCIA 1995 =1 Fonte: nostre elaborazioni su dati Nomisma, Prometeia Legenda: Colore Prezzo/reddito Numero da a Province 0,50 0,83 2 0,84 1,17 37 1,18 1,51 50 1,52 1,85 10 1,86 2,20 4 A fine 2005 il Censis ha effettuato un’indagine presso i notai nei 103 comuni capoluogo di provincia dalla quale è emersa una sostanziale stabilità delle previsioni per il comparto residenziale con solo poco meno di una trentina di province che mostrano attese di crescita superiori alla media. Incrociando questi dati con il rapporto prezzo reddito si ottiene che a Livorno, Caserta, Parma e in minor misura a Catania, aspettative di prezzi in crescita coesistono con livelli del rapporto prezzo/reddito già alti, creando un mercato potenzialmente rischioso. D’altro canto a Pordenone, Caserta e Reggio Emilia e Siracusa non vi sembrano essere forze in grado di riportare il rapporto prezzo/reddito a livelli vicini alla media nazionale. 10
Industry Monitor – giugno 2006 RAPPORTO PREZZO/REDDITO E ASPETTATIVE IN ALCUNE CITTÀ ITALIANE 1995 =1 Prezzo/reddito pro capite 2,5 SI LI; CE; PR 2 GR SA PT LU PE;VE CT 1,5 TR SR PZ; SS; GO; IS; 1 PN; CA;RE MS; EN; SP; VC; AV; SO ME; BN; FR 0,5 Aspettative sul prezzo 0 Diminuzione Media Diminuzione Stazionario Media Crescita Crescita Fonte: nostre elaborazioni su dati Censis, Nomisma e Prometeia In conclusione la tendenza per tutti i comparti sembra avviata verso un “atterraggio morbido” con un rallentamento della corsa dei prezzi e il rischio di ulteriori aumenti in contesti locali che già hanno corso molto sembra limitato. Dal lato dell’offerta sono sicuramente interessanti i diversi progetti di riqualificazione urbana soprattutto nelle GAU, ma per l’effettivo impatto sui mercati locali bisognerà attendere ancora qualche anno; intanto l’indice della produzione nelle costruzioni ha mostrato un rallentamento al +1,5% a/a nel 2005 dal +8,7% a/a del 1999, riducendo l’immediato pericolo di un eccesso di offerta. 11
Real Estate La presente pubblicazione è stata redatta da Banca Intesa. Le informazioni qui contenute sono state ricavate da fonti ritenute da Banca Intesa affidabili, ma non sono necessariamente complete, e l’accuratezza delle stesse non può essere in alcun modo garantita. La presente pubblicazione viene a Voi fornita per meri fini di informazione ed illustrazione, ed a titolo meramente indicativo, non costituendo pertanto la stessa in alcun modo una proposta di conclusione di contratto o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di qualsiasi strumento finanziario. Il documento può essere riprodotto in tutto o in parte solo citando il nome Banca Intesa. 12
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