Incontro con il Vice Ministro degli Affari esteri ellenico, responsabile per gli Affari europei, Nikos Xydakis - Documentazione e ricerche
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Documentazione e ricerche Incontro con il Vice Ministro degli Affari esteri ellenico, responsabile per gli Affari europei, Nikos Xydakis n. 256 4 ottobre 2016
Camera dei deputati XVII LEGISLATURA Documentazione e ricerche Incontro con il Vice Ministro degli Affari esteri ellenico, responsabile per gli Affari europei, Nikos Xydakis n. 256 4 ottobre 2016
Servizio responsabile: SERVIZIO STUDI – Dipartimento Affari esteri 066760-4939– st_affari_esteri@camera.it La documentazione dei servizi e degli uffici della Camera è destinata alle esigenze di documentazione interna per l'attività degli organi parlamentari e dei parlamentari. La Camera dei deputati declina ogni responsabilità per la loro eventuale utilizzazione o riproduzione per fini non consentiti dalla legge. I contenuti originali possono essere riprodotti, nel rispetto della legge, a condizione che sia citata la fonte. File: es0535.docx
INDICE SCHEDA PAESE 3 RAPPORTI PARLAMENTARI ITALIA-GRECIA 46 PROFILO BIOGRAFICO DI NIKOS XYDAKIS 55 I
SCHEDA PAESE GRECIA Aggiornamento: 3 ottobre 2016
INDICE CENNI STORICI 6 POLITICA INTERNA 4 SITUAZIONE ECONOMICA 7 POLITICA ESTERA ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO. RAPPORTI BILATERALI 20 STRUTTURA ISTITUZIONALE E POPOLAZIONE Dati di base ed indicatori sociali Nome Ufficiale: Repubblica Ellenica (Grecia) Capitale: Atene (3 milioni aggl. urb.) Principali città: Salonicco (400.000 ab.- 900.000 aggl. urb.) Pireo (190.000 ab.) Patrasso (155.000 ab.). Superficie: 132.020 km2 Popolazione: 11.040.000 Aspettativa di vita: 78,74 Gruppi nazionali: Greci 98%, altri 2% Lingue: Greco moderno Religioni: Cristiani Ortodossi 98% Musulmani 1,3% Cristiani Cattolici 0,5% Ebrei 0,2% Struttura istituzionale Sistema legale: Diritto codificato Forma di governo: Repubblica parlamentare Sistema legislativo: Parlamento unicamerale (300 seggi) Suffragio: Universale, 18 anni 4
Capo dello Stato: Prokopis Pavlopoulos Capo del Governo: Alexis Tsipras Ministro degli Esteri: Nikos Kotzias Partiti politici in Parlamento: SYRIZA (35,46% - 145), Nea Dimokratia (28,10% - 75), Alba Dorata (6,99% - 18), PASOK (6,28% - 17), Kke (5,55% - 15), To Potami (4,09% - 11), Anel- Greci Indipendenti (3,69% - 10), Unione di Centro (3,43% - 9), Unità Popolare (2,86% - 0). PARTECIPAZIONE A BSEC, CERN, FAO, ICAO, IFAD, ILO, IMO, Interpol, ORGANIZZAZIONI IOC, IOM, ITU, MINURSO, NATO, OSCE, UNCTAD, INTERNAZIONALI: UNESCO, UNHCR, UNIDO, UPU, WHO. 5
CENNI STORICI La storia della Grecia moderna inizia nel 1821 con la Guerra d’Indipendenza dall’Impero ottomano che si concluse nel 1830. Con le guerre balcaniche del 1912-13, la Grecia conquistò l’Epiro meridionale, Salonicco e Creta. Durante la Prima guerra mondiale, dopo un periodo di neutralità, il filo-tedesco re Costantino fu deposto e il Paese si affiancò all’Intesa. I Trattati di Neuilly (1919) e di Sèvres (1920) le assegnarono la Tracia occidentale e una vasta area in Asia Minore. Respinta con le armi dalla nuova Repubblica turca guidata da Mustafa Kemal detto Atatürk, nativo di Salonicco, e perduto ogni diritto sull’Anatolia già bizantina (Trattato di Losanna, 1923), la Grecia conobbe un periodo di crisi e la dittatura di Metaxas (1936-41). Occupata nel 1941 da Tedeschi ed Italiani, dopo la seconda guerra mondiale e fino al 1949 visse un periodo di guerra civile, conclusosi con la sconfitta delle formazioni comuniste. Al governo conservatore di Karamanlis succedette nel 1963 quello di G. Papandreu, avversato dal nuovo re Costantino II. La crisi che si produsse sfociò nel 1967 nella “dittatura dei colonnelli” la cui caduta, nel 1974, fu favorita dalla crisi di Cipro e dall’intervento turco sull’Isola. Nel 1981 la Grecia, già membro della NATO, entrò nella CEE. Lo stesso anno la vittoria elettorale socialista portò al governo A. Papandreu. Travolto quest’ultimo da uno scandalo politico-finanziario (1988), si ebbero governi di coalizione fino al ritorno al potere dei socialisti nel 1993. Il leader socialista Simitis veniva riconfermato nelle legislative dell’aprile 2000; egli promuoveva una politica di consolidamento macro-economico e di riforme strutturali, indispensabile per la partecipazione all’Unione Economica e Monetaria, concretizzatasi nel 2001 con l’ingresso nell’Euro. Gli anni tra il 2007 e il 2015 sono stati caratterizzati dal dominio dei due grandi partiti tradizionali Nea Democratia (centro-destra) e PASOK (socialista). Il partito di centro-destra ha governato dal 2007 al 2009, con Karamanlis Primo Ministro; il PASOK di George Papandreou dal 2009 al 2012. Le elezioni del 17 giugno 2012, se da una parte hanno sancito la vittoria di Neo Democratia, hanno visto anche una netta affermazione della sinistra radicale di SYRIZA, il netto indebolimento del PASOK e l’inquietante ingresso dei neonazisti di Alba Dorata. 6
Le elezioni del 25 gennaio 2015 hanno segnato la vittoria di SYRIZA, con un margine che le ha quasi consentito di ottenere la maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento. Un accordo con i Greci Indipendenti hanno consentito a Tsipras di ottenere dall’allora Presidente Papoulias il mandato per formare il governo. Il Primo Ministro si è dimesso il 20 agosto, dopo l’irreparabile rottura con la componente di sinistra del proprio partito. Il 20 settembre scorso si sono tenute le elezioni politiche anticipate, che hanno segnato la riconferma di Tsipras. 7
POLITICA INTERNA ASSETTO ISTITUZIONALE La Grecia è una Repubblica parlamentare unicamerale, basata sulla Costituzione del 1975 e sul successivo emendamento del 1986. Il Capo dello Stato viene designato con mandato quinquennale dal Parlamento. Qualora il Parlamento non raggiunga la maggioranza qualificata prevista sono indette nuove elezioni ed il Presidente può essere eletto a maggioranza semplice dal nuovo Parlamento. Fra i poteri del Presidente: designazione del Primo Ministro, rinvio di un provvedimento al Parlamento per il riesame, scioglimento del Parlamento nel caso di due successive dimissioni del Governo o di due successivi voti di sfiducia. Il 18 febbraio 2015 è stato eletto come nuovo Presidente della Repubblica Prokopis Pavlopoulos, appartenente al partito Nea Dimokratia e insediatosi il 13 marzo 2015. Pavlopoulos succede a Karolos Papoulias (eletto per la prima volta nel 2005 e confermato nel mandato nel 2010). Il Parlamento (Βoυλή - “Voulì”) è composto da 300 membri, eletti per quattro anni. Dal 1993 è in vigore un sistema proporzionale integrato da un consistente premio di maggioranza, con una soglia di sbarramento del 3%. Il Primo Ministro è designato dal Presidente della Repubblica, che tuttavia non dispone di margini di discrezionalità, dato che l’incarico deve essere affidato al leader del partito di maggioranza. Eccezionalmente il Governo può chiedere l’indizione di nuove elezioni, motivando la richiesta con la necessità di conseguire unità di indirizzo su questioni nazionali di importanza prioritaria e di urgentissima trattazione. In tal caso, il Presidente della Repubblica, accertata la sussistenza delle condizioni, è tenuto a procedere allo scioglimento del Parlamento. SVILUPPI RECENTI 1. Gli sviluppi politici degli ultimi anni in Grecia si sono strettamente intrecciati con le conseguenze della disastrosa crisi economica che ha investito il paese e con i rapporti con i creditori internazionali, UE e FMI in primis. Nonostante gli indubbi successi nei negoziati e nella stabilizzazione delle finanze pubbliche elleniche con la concessione di ingenti prestiti, i 8
timori per un nuovo peggioramento delle condizioni politiche ed economiche ad Atene permangono. 2. La storia recedente del Paese è stata segnata dalle elezioni del 25 gennaio 2015 che hanno consentito, per la prima volta nella storia repubblicana greca, a un partito della sinistra radicale di vincere le elezioni. Un vantaggio di oltre otto punti percentuali su Nea Demokratia ed un accordo con il partito dei Greci Indipendenti hanno consentito ad Alexis Tsipras di ottenere il mandato per il nuovo governo e il voto di fiducia del Parlamento il successivo 5 febbraio. Tsipras ha mostrato piena consapevolezza della difficoltà di dover far accettare un eventuale accordo con i creditori internazionali all’ala più massimalista di SYRIZA. In quest’ottica si spiega il referendum indetto il 5 luglio 2015 sulla proposta presentata dai creditori internazionali durante l’Eurogruppo straordinario del 25 giugno 2015 (estensione per ulteriori cinque mesi del programma di assistenza finanziaria in scadenza il 30 giugno), che ha visto la vittoria con il 61,3%, del “no” appoggiato da Tsipras (affluenza alle urne del 62,5%). All’indomani del referendum il Ministro delle Finanze Varoufakis si è dimesso, lasciando il suo posto al Capo negoziatore con la “troika” Tsakalotos. Il successivo 12 luglio a Bruxelles, nell’ambito di un drammatico Consiglio europeo, sono state raggiunte delle intese approvate dal Parlamento greco a grande maggioranza il 16 luglio (interventi significativi IVA, pressione fiscale, pre-pensionamenti anticipati e indipendenza dell’ente nazionale di statistica). Il lungo e a tratti caotico dibattito parlamentare ha però sancito la crisi di SYRIZA, con 39 parlamentari su 149 che hanno fatto mancare il proprio sostegno, portando ad un rimpasto di governo. Un nuovo Governo Tsipras ha quindi giurato il 18 luglio escludendo i dissidenti di SYRIZA. Il secondo pacchetto di riforme sulla riforma del codice civile e il recepimento della direttiva europea sulla risoluzione delle banche (cd. “bail-in”) è stato approvato con i voti favorevoli di 123 deputati di SYRIZA, 13 Greci Indipendenti e ND, PASOK e “To potami”. 3. La convocazione di elezioni politiche anticipate il 20 settembre 2015 è stata la diretta conseguenza della decisione di Tsipras di rassegnare le dimissioni il 20 agosto. Obiettivo del Premier quello di ottenere dalle urne un mandato forte per poter affrontare il difficile compito di realizzare il programma di riforme. La scelta di Tsipras si è rivelata vincente e il voto lo ha riconfermato alla guida del Paese. 9
Il 17 ottobre 2015 il Parlamento ha approvato il maxi decreto per introdurre la maggior parte delle 49 azioni necessarie per la concessione della tranche di 2 miliardi del prestito alla Grecia da parte dei creditori internazionali. Tra le misure più impopolari, il graduale aumento dell’età pensionabile a 67 anni entro il 2022, il taglio del 10% delle pensioni di chi ne ha già usufruito prima di avere raggiunto i 67 anni e la parificazione del settore pubblico a quello privato. Sono stati introdotti aumenti della tassa sui redditi da locazione di immobili e una forte stretta sulla legislazione in materia di evasione ed elusione fiscale. Per quanto riguarda infine le liberalizzazioni, è stata sancita la liberalizzazione del mercato del gas al di fuori delle regioni di Attica, Salonicco e Tessaglia, a cui è seguita il 27 ottobre la legge per la regolamentazione della concessione delle licenze televisive in digitale terrestre: tale riforma è tanto più significativa perché contrasta l’oligarchia che ha pilotato finora l’informazione ed il trattamento di favore riservato alle emittenti private da parte di banche ed istituzioni di controllo. Nuova tappa delle riforme targate UE è stata l’approvazione della legge sulla ricapitalizzazione delle banche il 31 ottobre. In effetti, già a fine novembre le quattro banche sistemiche greche hanno in gran parte completato la prima fase di ricapitalizzazione. Complessivamente i quattro istituti di credito sono stati rafforzati con circa 13,7 miliardi di euro, di cui circa 8 sono stati raccolti dal settore privato. 4. Il 10 gennaio 2016 Kyriakos Mitsotakis è stato eletto Presidente di Nea Demokratia superando al ballottaggio il Presidente uscente Vanghelis Meimarakis. Mitsotakis rappresenta l’ala riformista e liberale di Nea Demokratia, oltre che essere esponente di una delle famiglie che ha segnato la storia del partito. Già Ministro della Riforma Amministrativa dal 2013 al 2014, si è distinto per l’efficacia e la tenacia con cui ha affrontato uno dei capitoli più spinosi del piano di riforme avviate da Samaras. Con la vittoria di Meimarakis è uscita sconfitta la dirigenza storica di ND, compreso Costas Karamanlis, Primo Ministro dal 2004 al 2009, nipote del fondatore del partito, che si è speso molto a sostegno di Meimarakis. Il 28 febbraio il Congresso Nazionale di To Potami ha confermato, con l’80% dei voti a favore, il Segretario uscente Stavros Theodorakis. Il partito resterà autonomo, ma contemporaneamente si aprirà al dialogo con altri partiti quali Pasok e Nea Dimokratia. Tuttavia la crisi del movimento, che ha preso piede a seguito del crollo di consensi delle ultime elezioni, ha creato diverse correnti secessioniste all’interno del gruppo parlamentare. 10
5. La nuova legge sullo sviluppo, approvata il 16 giugno 2016, introduce un pacchetto di misure per uno stimolo dell’economia da circa 80 miliardi. Saranno disponibili circa 3,6 miliardi di euro di nuovi fondi, dei quali 2,6 saranno destinati al finanziamento dei programmi di investimento approvati con leggi precedenti. Sono poi previsti investimenti pubblici a valere sul National Strategic Reference Framework per circa 20 miliardi, mentre altri 20 miliardi proverranno da imprese private, prestiti bancari e mezzi di finanziamento della BEI. Inoltre, il Governo ha facilitato le procedure per avviare una nuova attività imprenditoriale ed ha incluso 42 progetti ritenuti maturi nel piano Juncker. Si fanno infine più insistenti le voci relative all’allentamento, in autunno, dei controlli sui movimenti di capitale in vigore dal giugno 2015, misura che consentirebbe di dare ulteriore stimolo all’economia, normalizzando le attività finanziarie elleniche 6. Si assiste negli ultimi mesi ad un certo deterioramento dell’immagine del Primo Ministro Tsipras (da un recente sondaggio è emerso che solo un greco su cento ritiene il Governo capace di far uscire il paese dalla crisi), mentre i sondaggi registrano un vantaggio di Nea Demokratia su Syriza. Il 27 settembre scorso è stato varato con 152 voti su 300 il maxi-decreto contenente le rimanenti “prior actions” da adottare per la conclusione della prima review sull’applicazione memorandum con i creditori. La misura più importante e discussa riguarda il trasferimento delle rimanenti società pubbliche al nuovo Fondo per le privatizzazioni: la Società delle Infrastrutture Immobiliari Demaniali KTIP S.P.A.; la Hellenic Vehicle Industry (ELBO); Attiko Metro S.A. (metropolitana); la Public Power Corporation (DEI) e le Società di gestione delle acque di Atene e Salonicco (EYDAP e EYATH). Queste ultime sono state oggetto delle forti frizioni nella compagine governativa, scongiurate poi dall’inserimento di un emendamento che rimanda al rispetto delle norme costituzionali ed alla giurisprudenza consolidata in materia di tutela dell’interesse pubblico e dei beni pubblici, come l’acqua. Manifestazioni di piazza si sono tenute ad Atene a questo proposito. Il maxi-decreto comprende anche altre misure nei settori energetico, ferroviario, diritto del lavoro, sociale e previdenziale. 7. Il Governo Tsipras si trova sotto una crescente pressione anche per la recente asta sulla concessione delle frequenze TV, con accuse di corruzione al Governo, collegate all’affaire Attika Bank (istituto di credito 11
non sistemico, il cui azionariato appartiene in maggioranza all’Unione degli Ingegneri Civili ellenici, considerata vicina all’Esecutivo SYRIZA). Tale istituto, come emerge da un recente studio della Banca di Grecia, avrebbe emesso negli ultimi anni prestiti a condizioni non giustificate al costruttore Kalogritsas, anch’esso vicino al partito di governo (in particolare, si dice, ai Ministri Pappas e Spirtzis). L’imprenditore, recente vincitore di una delle quattro frequenze TV proprio con una lettera di garanzia di tale banca, si è poi autonomamente ritirato dalla procedura non liquidando entro la scadenza prevista la prima rata della cifra offerta. A questo si somma il contrasto col Governatore della Banca di Grecia Stournaras (ex Ministro delle Finanze) sullo stesso dossier, che aveva recentemente bloccato le nomine governative nel “board of directors” della banca, congelando anche l’emissione di nuovi prestiti e minacciando nelle more di indicare un amministratore ad interim. I nuovi dirigenti di espressione governativa, infatti, non avrebbero soddisfatto i requisiti necessari recentemente resi più severi dalla BdG in accordo con il Single supervisory mechanism (SSM) e la BCE. 8. il complesso scenario descritto viene reso ancora più problematico dalla questione dei flussi migratori, con circa 856.000 migranti giunti nel 2015 dalla Turchia per poi riversarsi lungo la rotta balcanica (contro i 153.000 giunti in Italia). Nei primi mesi del 2016 la situazione è stata molto critica, con 74.700 arrivi dalla Turchia a metà febbraio. Per velocizzare la risposta all’emergenza e contrastare le deficienze imputatele dall’UE, la Grecia ha reagito affidando all’esercito la realizzazione degli hotspot. Atene ha inoltre sostenuto “come un male necessario” le intese UE- Turchia per far fronte all’emergenza migratoria, entrate in vigore dal 1° aprile scorso, che hanno avuto come prima conseguenza una netta riduzione degli arrivi (secondo i dati diffusi dal Governo ellenico, la media si starebbe attestando intorno ai 110 nuovi ingressi al giorno). Le isole maggiormente sotto pressione rimangono Lesbo, Chio, Samo e Coo (Lero, inserita tra le c.d. “isole hotspot”, à stata interessata da meno di 50 arrivi al mese). Per quanto concerne i rientri volontari, ne sono stati effettuati 40 in agosto e 98 in settembre. Guardando alle relocation (4.134 al 21.09.16 sul target di 66.400), permane la necessità di incrementare i numeri, sebbene si possano segnalare anche alcuni segnali positivi, quali: la compressione dei tempi di trattazione delle pratiche, l'aumento dei trasferimenti verso la Germania e la disponibilità ad accogliere fornita da Svizzera, Liechtenstein e Norvegia. 12
Con numeri simili a quelli recentemente registrati, Atene considera la situazione gestibile, ma il problema del sovraffollamento nelle isole si sta facendo sempre più pressante. Il Ministero dell’Istruzione ellenico ha da parte sua annunciato una serie di misure intraprese per garantire l’accesso all’educazione ai giovani rifugiati, che costituiscono la componente maggioritaria sul totale della popolazione registrata (nello specifico, tra i siriani la percentuale di bambini è del 47%, tra gli afghani è del 46%, tra gli iracheni è del 52%). 13
Indicatori economici a confronto Italia – Grecia ITALIA GRECIA 201 20 201 201 20 20 20 20 3 14 5 6 13 14 15 16 (pre (pre v.) v.) PIL 1.6 1.6 1.6 1.6 18 17 17 17 (in mld di €) 09 16 35 75 0.4 7.6 6 5.1 Variazione - - 0,8 1,1 - 0,7 - - del PIL (%) 1, 0,3 3,2 0,2 0,3 7 PIL pro 26. 26. 26. 27. 16. 16. 16. 16. capite (in €) 531 581 847 418 450 301 211 122 - - - - - - - - Deficit/PIL 2,9 3,0 2, 13,0 3,6 7,2 3,1 (%) 2, 4 6 Debito pubblico/PIL 128 13 132 132 17 18 17 18 (%) ,8 2,5 ,7 ,7 7,7 0,1 6,9 2,8 Tasso di 12, 12, 11, 11, 27, 26, 24, 24, disoccupazion 1 7 9 4 5 5 9 7 e (%) Tasso di 40, 42, 40, 36, 57, 50, 49, 50, disoccupazion 0 7 3 7 4 6 0 4 e giovanile (%) (ma rzo) Tasso di 1,3 0,2 0,1 0,2 - - - - inflazione (%) 0,9 1,4 1,1 0,3 Fonti: Commissione Europea, Istat, El.Stat. (Istituto Nazionale di statistica ellenico). 14
SITUAZIONE ECONOMICA 1. L’economia dall’inizio della crisi 1. Le origini della “crisi greca” risalgono ad oltre un decennio fa. La rapida crescita greca degli anni ‘90-2000 si è bruscamente interrotta nel 2009, quando la crisi economica internazionale (insieme a problemi strutturali, una politica di bilancio “dissennata” e una struttura produttiva scarsamente competitiva) ha fatto entrare il sistema ellenico in una gravissima impasse economico-finanziaria, che si è riflessa nel rialzo del tasso di interesse dei titoli del debito sovrano e in una crescente difficoltà per Atene a vendere titoli sulle piazze mondiali. Nel corso degli ultimi 6 anni, il prodotto interno lordo si è ridotto di più del 30%, il reddito disponibile delle famiglie è crollato del 27%, a causa dell’impennarsi della disoccupazione, che si attesta stabilmente al di sopra del 25%, dei tagli nei salari sia pubblici che privati e della riduzione del 22% delle pensioni. A questi dati si aggiunge il crollo del 47% dei redditi da capitale. Tale quadro influisce naturalmente sui consumi delle famiglie, anch’essi crollati del 22% nello stesso periodo di riferimento. Nel 2014, le persone considerate a rischio di esclusione sociale hanno raggiunto il 37.6% della popolazione. Tra queste, 26% sono considerate a rischio povertà. Se non vengono considerati i redditi da pensione, tale cifra raggiunge il 52,2% . Le proporzioni della crisi sono state tra l’altro accentuate anche da fattori di carattere finanziario. Il settore bancario nazionale è stato infatti pesantemente colpito dall’effetto combinato prodotto sulla propria situazione patrimoniale dall’haircut sui titoli del debito pubblico e dall’incremento delle sofferenze. Ciò si è tradotto in una progressiva azione di "deleveraging" che si è rivelata sinora di difficile contrasto e che ha finito per amplificare ancor più le dimensioni della crisi. Le prospettive per l’economia sono incerte e strettamente collegate agli esiti dei negoziati in corso con i creditori internazionali. 2. L’intervento dell’Europa L’attuale piano di salvataggio triennale varato il 19 agosto 2015 (2015- 2018), per un valore complessivo di 86 mld euro, segue quelli del maggio 2010 (73 mld) e del marzo 2012 (154 mld). L’esborso delle diverse tranche di finanziamento è subordinato alla realizzazione di un imponente pacchetto di misure di bonifica del quadro macroeconomico greco, attraverso interventi di risanamento e razionalizzazione in ambiti quali il 15
sistema fiscale, la previdenza sociale, il settore finanziario e bancario, nonché con la promozione di liberalizzazioni e privatizzazioni. Il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) - unico creditore per questo terzo piano - ha concesso alla Grecia ad agosto 2015 una prima sub- tranche di 13 mld, che ha consentito ad Atene di far fronte ai propri debiti in scadenza. Ulteriori 3 mld sono stati erogati nei mesi successivi (2 mld a fine novembre e 1 mld a fine dicembre), dopo che l’Eurogruppo ha valutato favorevolmente le azioni del governo ellenico nell’adozione dei due set di misure prioritarie individuate nel piano. Preso atto anche del positivo completamento del processo di ricapitalizzazione delle banche greche, nel dicembre 2015 sono stati messi a disposizione del Fondo ellenico di stabilità finanziaria (HFSF) 10 mld destinati a dare ulteriore respiro al settore bancario (fondi peraltro da sbloccare “caso per caso”, a seconda delle necessità dei diversi istituti di credito, e di cui risultano finora utilizzati 5,4 mld). Conclusa così l’erogazione della prima tranche di aiuti (in totale 26 mld), è iniziato il riesame dell’attuazione del programma di riforme richiamato nel piano, il cui esito sarà determinante per la concessione di altri finanziamenti da parte del MES, nonché per avviare la discussione su possibili misure di alleggerimento del debito e per valutare la possibilità di un nuovo intervento di sostegno da parte del Fondo Monetario Internazionale. Sotto la lente delle Istituzioni sono settori molto sensibili per le autorità greche, quali riforma delle pensioni e del fisco, ma la positiva conclusione dell’esercizio e del successivo negoziato con i creditori è urgente e indispensabile a guadagnare la liquidità necessaria a far fronte ai prossimi debiti in scadenza (a partire dai 3,5 mld che la Grecia dovrà restituire alla BCE a luglio) e scongiurare così nuovamente il rischio di default. A fronte di una spesa per le pensioni giudicata ancora troppo elevata, Tsipras ha escluso l’ipotesi di ulteriori tagli dopo quelli dell’ottobre del 2015 (-10% per i pensionati di età inferiore ai 67 anni). Quasi la metà delle famiglie greche dipenderebbe, infatti, da una pensione quale unica fonte di reddito, per cui ulteriori sforbiciate non potrebbero che ridurre il loro potere d’acquisto, con evidenti effetti depressivi. Sul fronte del bilancio, la legge finanziaria 2016 ha previsto misure di politica fiscale per circa 5,7 mld, che dovrebbero garantire, secondo le stime greche, un avanzo primario pari allo 0,52% a fine 2016 (coerente co l’obiettivo fissato dal MES). I creditori, però, mettono in discussione l’efficacia delle misure proposte, giudicate inadeguate a colmare il "fiscal gap" greco, stimato intorno al 3% del PIL. 16
Pesano sul quadro generale anche il nodo dei “non performing loans”, che scoraggiano le banche a finanziare l’economia reale, e i ritardi nel programma di privatizzazioni: mentre non è ancora stato istituito il previsto “fondo indipendente” di gestione, le operazioni sin qui concluse (tra cui quella sul porto del Pireo) e quelle in itinere dovrebbero fruttare non più di 3 mld, cifra ben lontana dagli obiettivi fissati dal piano di salvataggio del MES, che prefigurava dismissioni per 50 mld. L’esito positivo della valutazione dei creditori sulla performance greca è quindi tutt’altro che scontato, ed il negoziato per l’erogazione di altre tranche di finanziamento (in prima battuta, 5 mld) si profila non facile. In tale cornice torna ad inserirsi il noto contrasto tra la posizione tedesca e quella del FMI, che hanno visioni molto distanti sulle iniziative di salvataggio della Grecia. Mentre per Berlino non è ipotizzabile un taglio del debito greco (solo pochi giorni or sono la Cancelliera Merkel è tornata a ribadire che tale misura “non è legalmente possibile nell’Eurozona”), il Fondo - oggi non coinvolto nel piano, fin qui interamente a carico del MES - sembra deciso a non entrare in scena se non dopo una rimodulazione che renda il debito stesso realisticamente sostenibile. D’altra parte proprio la Germania è tra i più convinti sostenitori della necessità di un coinvolgimento del FMI anche in questo contesto, per la “garanzia di neutralità contabile” dell’esercizio che l’istituzione internazionale offre. Nel corso dell’Eurogruppo informale del 9 maggio 2016 sono state accolte con favore le misure adottate dal Parlamento greco l’8 maggio, e per la prima volta si è affrontato il problema della sostenibilità del debito greco, con l’analisi di proposte sulla ristrutturazione del debito in tre fasi. Il successivo Eurogruppo del 24 maggio ha deliberato l’esborso di una nuova tornata di aiuti da 10,3 miliardi, in due tranche da 7,5 (a giugno) e 2,8 miliardi (dopo l’estate), condizionata all’approvazione di alcuni emendamenti alle leggi di riforma recentemente votate dal Parlamento ellenico. Quanto alla questione del debito, è stata prefigurata una soluzione "diluita", che prevede misure di alleggerimento nel breve periodo, nel medio (a metà del 2018) e nel lungo termine (dopo il 2018). Apparentemente gli obiettivi sull’avanzo primario saranno rivisti nel 2018, dove sono previste anche ulteriori misure di alleggerimento del debito. Nel luglio 2016 il Commissario Europeo per gli Affari Economici e Finanziari, Moscovici, si è recato in missione in Grecia e ha osservato che il Paese ha fatto molta strada negli ultimi anni per uscire dalla crisi economica e riconquistare la fiducia dei mercati. Oggi non si parla più di Grexit, ma dei successi del governo greco e del popolo greco, 17
nell’attuazione delle riforme, che hanno generato importanti risultati nell’economia reale. Per quanto riguarda la richiesta ellenica di revisione dell’obiettivo di avanzo primario dopo il 2019, attualmente fissato al 3,5 per cento del PIL, Moscovici ha detto che l’argomento sarà affrontato compiutamente durante il negoziato che si svolgerà in autunno. Il Commissario Europeo ha rivolto particolare attenzione al processo di privatizzazioni e liberalizzazione del mercato del lavoro dichiarando che tutti i Paesi che hanno aperto i loro mercati ne hanno tratto evidenti benefici economici. 3. Ultimi sviluppi A fronte dei tagli a stipendi pubblici e pensioni, necessari a centrare gli obiettivi di risanamento imposti dal piano di salvataggio europeo, le aliquote fiscali sono aumentate, con misure anti-evasione più severe, mentre, nonostante il buon andamento del turismo, l’economia greca continua a contrarsi, la disoccupazione a crescere e le entrate delle famiglie a ridursi, con effetti depressivi sulla domanda interna. In questo contesto, l’Eurogruppo del 9 settembre 2016 ha esaminato lo stato di attuazione del programma di aggiustamento, giungendo alla conclusione che sono necessari ulteriori sforzi da parte del Governo di Atene quale presupposto per l’esborso dei 2,8 mld di euro che concludono la seconda tranche di finanziamenti (degli 86 mld complessivi del piano, la Grecia ha sin qui ricevuto una prima tranche di 13 mld ad agosto 2015 e si è vista accordare una seconda tranche di 10,3 mld a giugno 2016, di cui ha però sin qui effettivamente ricevuto solo 7,5 mld). In particolare, l’Eurogruppo ritiene che passi avanti siano ancora necessari in materia di privatizzazioni, liberalizzazioni del settore energetico, riforme delle pensioni e del mercato del lavoro, onde chiudere definitivamente la prima missione revisione e avviare la seconda, all’esito della quale dovrebbe essere erogata una nuova tranche di aiuti per 6,1 mld. Il Fondo Monetario Internazionale ha sempre ritenuto troppo ottimistiche le analisi economiche alla base del piano e, di conseguenza, troppo ambiziosi gli obiettivi di rigore fiscale imposti alla Grecia. Il dato più critico resta quello dell’avanzo primario, che dovrebbe raggiungere il 3,5% del PIL nel 2018 e che Atene vorrebbe abbassare almeno al 2%. A novembre 2016 è prevista la valutazione sulla sostenibilità del debito greco annunciata durante la riunione dell’Eurogruppo del 29 maggio, a seguito della quale il Consiglio Esecutivo sarà chiamato ad assumere la decisione circa l’adesione al programma di salvataggio, decisione su cui 18
rischiano di gravare la fragilità del quadro macroeconomico greco e l’assenza di prospettive di haircut del debito da parte dei creditori europei. 4. Lo stato delle finanze ellenico Anche dopo l’approvazione del terzo piano di salvataggio, la situazione in cui versa l’economia greca continua a gettare grosse ombre sulle prospettive future del Paese. Secondo le stime della Commissione Europea, il debito pubblico dovrebbe passare dal 182,8% della fine del 2016 al 178,8% del 2017, prima che si ponga su una lenta traiettoria di discesa (nel 2019 è stimato ancora sopra il 180%). Le prospettive di crescita restano molto modeste (con un ritorno al segno positivo solo nel 2017), ma allo stesso tempo vengono imposti fin da subito ad Atene ambiziosi target di avanzo primario, che dovrà raggiungere con una serie di misure di alto impatto da adottare con urgenza (riforma dell’IVA e del sistema pensionistico, lotta all’evasione fiscale e riforma dell’amministrazione delle finanze pubbliche). Già ad ottobre 2016 la Grecia dovrà predisporre misure strutturali credibili da attuare entro il 2017 che rendano lo 0,75% del PIL. Resta infine tutta da verificare la fattibilità dell’ingente piano di privatizzazioni, anch’esso atteso per l’autunno, che dovrebbe vedere operativo entro la fine dell’anno un fondo capace di raccogliere i 50 miliardi di asset richiesti. La Finanziaria 2016 ha previsto interventi complessivi per 6,4 miliardi di euro per il 2015 e il 2016. La disoccupazione è data in aumento al 25,8% per il 2016. Il debito si prevede che raggiunga il 187,8% del PIL nel 2016, rispetto al 180,2% del 2015. Nella Legge, le misure derivanti da tagli della spesa ed aumento dell’imposizione ammontano a circa 5,7 miliardi di euro, di cui 1,5 andrà raccolto entro la fine dell’anno. Gli introiti attesi dalle privatizzazioni, in diminuzione, ammontano a circa 3 miliardi di euro (a fronte dei 50 miliardi immaginati a Bruxelles). Le previsioni formulate dicono che il 2015 verrà chiuso con un deficit primario pari allo 0,24% del PIL, mentre per il 2016 è previsto un avanzo primario dello 0,52% del PIL. L’economia calerà dello 0,7% nel prossimo anno, dopo una crescita zero nel 2015 (risultato decisamente migliore rispetto alle stime di -2,5%, dovute all’introduzione dei controlli sui capitali lo scorso giugno). 5. Programma di privatizzazioni Aeroporti regionali. Il 14 dicembre 2015 il Fondo per le privatizzazioni ellenico (HRADF) ha firmato con la Fraport, società del Consorzio tedesco Slentel, in partnership con il gruppo greco Copelouzos, un contratto di 19
concessione per l’ammodernamento, la manutenzione e la gestione di 14 aeroporti regionali. L’operazione si è conclusa sulla base di un esborso anticipato di 1,23 miliardi di euro da parte della società tedesca ed un pagamento annuale di 22,9 milioni come contropartita della concessione quarantennale. Porto del Pireo. Il Gruppo cinese Cosco si è aggiudicato la gara per il controllo e la gestione del porto per 368,5 milioni, impegnandosi a realizzare sostanziosi investimenti in nuovi impianti e a pagare un canone annuo allo Stato. La privatizzazione costituisce un pilastro del programma di dismissioni elaborato con i creditori nell’ambito del terzo piano di salvataggio. Al fine di superare la persistente opposizione delle frange di estrema sinistra di Syriza, tra cui i sindaci di Pireo e dei comuni circostanti, l’operazione verrà divisa in due parti: Cosco acquisirà il 51 per cento della OLP alla firma del contratto ed il restante 15,7 per cento nel mese di gennaio 2021, a condizione di aver completato il programma di investimenti concordato, che impegna la compagnia cinese ad un esborso di almeno 350 milioni nel corso dei prossimi 10 anni per interventi migliorativi al porto ed alle infrastrutture collegate. I progetti già concordati comprendono la costruzione di un terminal per navi da crociera e lo sviluppo di impianti di rimessaggio e riparazione. TRAIN - OSE (compagnia ferroviaria pubblica greca). Il Consiglio d’Amministrazione dell’HRADF, riunitosi il 20 gennaio scorso, ha deciso di annullare la precedente gara e bandirne una nuova per la vendita del 100% della TRAIN - OSE. L’obiettivo è di attirare un maggiore interesse dagli investitori per la compagnia ferroviaria ellenica, che finora opera come unico fornitore di servizi ferroviari in Grecia. I principali soggetti che avevano espresso interesse nel corso del 2015, senza però presentare offerte vincolanti per l’acquisizione - sono stati le Ferrovie Francesi SNCF, un consorzio privato romeno-statunitense ed, anche in questo caso, le ferrovie russe (RZD) - le quali tuttavia, già verso la fine dello scorso anno, avevano manifestato l’intenzione di volersi ritirare dalla gara. Recenti dichiarazioni del Vice Ministro degli Esteri Mardas sembrano prefigurare un ritrovato interesse da parte russa, a seguito di quanto concordato nel corso dell’incontro tenutosi a Sochi nel Novembre 2015. ADMIE (società di trasmissione di energia elettrica). Sempre nel mese di dicembre, il governo ha raggiunto un accordo con i creditori per la privatizzazione di ADMIE. La prima fase prevede la scissione dalla Public Power Corporation (PPC). Lo Stato conserverebbe una quota di maggioranza del 51%, mentre il 29% sarebbe messo sul mercato ed il restante 20% sarebbe riservato ad un investitore strategico. Nell’ambito di 20
questo scenario, sono in corso contatti tra Terna e le competenti Autorità greche per approfondire i termini dell’operazione. Complesso alberghiero ASTIR Vouliagmenis. Il HRADF ha annunciato la firma, nel dicembre 2015, di un accordo con il Fondo immobiliare Jermyn Street Real Estate (che rappresenterebbe investitori provenienti dalla Turchia, Abu Dhabi, Dubai, Kuwait ed altri Emirati) che si sarebbe impegnato a presentare un nuovo piano di investimento pari a 400 milioni di euro (di cui solo 100 saranno a proprio carico, mentre i restanti saranno investiti dalla National Bank of Greece, che possiede circa l’85% del resort), assicurando che sarà conforme al parere espresso dal Consiglio di Stato ellenico. L’intero processo di privatizzazione dovrebbe essere completato nel primo semestre del 2016. Settore televisivo. Nel mese di settembre 2016 si è conclusa la gara per l’acquisizione delle 4 licenze TV private messe a disposizione dal Governo, per la quale erano state presentate 11 offerte, di cui 8 ammesse. Si sono aggiudicati le frequenze disponibili due canali già esistenti, Skai e Ant1 (Antenna TV) e due nuovi gruppi di proprietà di noti uomini d’affari greci: Yiannis Kalogritsas (costruttore, vicino a Syriza) e Vangelis Marinakis (armatore, molto discusso proprietario dell’Olympiacos di calcio, sotto inchiesta per frode sportiva). I vincitori verranno sottoposti nel corso delle prossime settimane alla verifica del possesso di tutti i requisiti previsti per l’aggiudicazione e la procedura si dovrebbe concludere in circa 30 giorni. Sono invece rimasti esclusi alcuni famosi gruppi televisivi ellenici, come Mega TV (che non aveva raggiunto i prerequisiti per essere ammessa alla gara, a causa del forte indebitamento), Alpha e Star. La regolamentazione del settore - che dall’emergere delle TV private (verso la fine degli anni ‘80) ad oggi non era mai stato oggetto di nessuna asta per le licenze - è un segnale incoraggiante verso il miglioramento del clima economico in Grecia. Si tratta di un passo importante dal punto di vista sia dell’allineamento alla normativa UE, sia della produzione e diffusione dei contenuti informativi con criteri di trasparenza e controllo. 6. Investimenti Diretti Esteri Il mercato ellenico a partire dagli anni ‘90 si era proposto come tramite verso le economie emergenti delle regioni limitrofe (dai Balcani al Caucaso) ed ha attirato l’attenzione di capitali europei, americani e giapponesi. Con la crisi, si è assistito ad una drastica riduzione dei capitali stranieri, che hanno conosciuto il valore minimo nel 2012, con un importo pari a 1.740 milioni di dollari. Secondo i dati EIU e Unctad, gli investimenti esteri 21
sono ammontati a 2.818 milioni di dollari nel 2013, e 2.172 nel 2014; per il 2015 si stimano 1.092 milioni di dollari di investimenti in entrata. Più ottimistici i dati della Banca di Grecia, che indica in 2,6 miliardi di euro l’ammontare degli investimenti esteri nel 2014. Può essere interessante considerare i seguenti grafici, ripresi dal sito di Enterprise Greece e basati su dati forniti dalla Banca di Grecia, relativi all’ammontare e alla provenienza degli investimenti esteri in Grecia nel periodo pre-crisi e in quello successivo. Ammontare IDE in Grecia dal 2004 al 2014 in milioni di euro Provenienza investimenti - Periodo 2003-2008 (totale 28.405,7 milioni di euro) 22
Provenienza investimenti - Periodo 2009- 2014 (17.393,8 milioni di euro) Alla voce altri sono ricompresi Russia, Paesi arabi e asiatici, a partire dalla Cina, particolarmente interessati ai settori di energia, telecomunicazione, turismo, trasporto e logistica. 7. Turismo La crisi economica esplica effetti sempre più negativi anche sul settore turistico della Grecia, settore che contribuisce al 15% del PIL ed impiega un quinto della forza lavoro. Il turismo ha tradizionalmente rappresentato un “cuscinetto” contro la disoccupazione, generando, soprattutto nel periodo estivo, un consistente numero di posti di lavoro, tendenza positiva arrestatasi negli ultimi due anni, nel corso dei quali il tasso di disoccupazione si è costantemente incrementato. L’instabilità politica, l’immagine negativa della Grecia rappresentata sugli organi di stampa internazionali, nonché la concorrenza di altre destinazioni nel Mediterraneo, hanno influito negli anni 2011-2012. A partire dal 2013 si è assistito ad un rimbalzo del settore. Secondo i dati dalla Banca di Grecia, nel 2015 il numero di viaggiatori greci all’estero è incrementato ulteriormente, trend che prosegue dall’anno precedente. Nell’anno in esame i viaggi all’estero di cittadini greci sono stati infatti 6.291.000, in crescita del 8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (5.802.000). Rispetto al 2014 un buon numero di 23
destinazioni ha subito un calo (sempre in base al numero dei viaggi) mentre l’Italia ha registrato nel 2015 un incremento di quasi il 2% (297.200 turisti, circa 5000 in più) rispetto all’anno precedente (292.000). Nonostante ciò, anche nel 2015 l’Italia continua a collocarsi al quarto posto della classifica dei Paesi più visitati dopo Bulgaria, Turchia e Germania. Tali dati si aggiungono a quelli forniti dall’ISTAT (arrivi e presenze negli esercizi ricettivi per paese di residenza dei clienti stranieri) secondo cui nel 2014 (ultimi dati disponibili) sono arrivati in Italia 307.126 cittadini greci, in crescita del 2,6% rispetto all’anno precedente (299.289). 8. Energia Il progetto del gasdotto TAP riveste un’importanza strategica per il Governo di Atene, che si aspetta che il progetto agisca da moltiplicatore economico diretto ed indiretto per le comunità delle aree attraversate. Il Governo ellenico, dopo una fase di iniziale freddezza, si è dunque dimostrato molto deciso alla realizzazione di un’infrastruttura ereditata dai precedenti governi, ma alla quale è riuscito a conferire un valore aggiunto in termini di ritorno per la Grecia. La fase di costruzione dovrebbe concludersi verso il 2020. La strategia del Governo greco è quella di trasformare la Grecia in un hub per l’energia, sfruttando il vantaggio competitivo di cui dispone in termini geografici e geopolitici. In questo quadro va letto il perdurante interesse di Atene verso il Turkish stream, i cui negoziati sono stati sospesi in ragione della recente crisi russo-turca, la creazione di infrastrutture per il GNL nel nord del Paese, la realizzazione dell’interconnettore con la Bulgaria (IGB), nonché i contatti più recenti con gli israeliani. POLITICA ESTERA 1. NATO L’appartenenza alla Nato rappresenta uno dei pilastri della politica estera greca. Atene ritiene di aver assicurato massima disponibilità nell’uso della base di Souda (Creta), rispetto all’atteggiamento della Turchia, che avrebbe rifiutato l’uso delle sue basi militari per eventuali operazioni in Medio Oriente. 2. FYROM 24
Atene NON riconosce il nome di “Repubblica di Macedonia” ed accetta solo la dizione di FYROM (“Former Yugoslav Republic of Macedonia”). La questione del nome ha di fatto bloccato l’integrazione di Skopje nelle strutture europee ed euro-atlantiche; il negoziato mediato dall’ONU tra Skopje e Atene sulla questione non registra sostanziali sviluppi nell’individuare un nome accettato sia internazionalmente, sia nel Paese balcanico. Il Ministro degli Affari Esteri della FYROM, Nikola Poposki, si è recato in visita ad Atene il 17 dicembre 2015: era da oltre dieci anni che una delegazione macedone di alto livello non si recava in Grecia. Il Ministro è stato ricevuto dal Presidente Pavlopoulos, in Parlamento ed ha incontrato il Viceministro per la Protezione del Cittadino Toskas. Il Ministro degli Esteri macedone ha posto l’accento sui compromessi accettati dal suo Paese circa il nome Macedonia, tra i quali le modifiche alla Costituzione ed alla bandiera, l’accettazione della denominazione FYROM in ambito ONU. All’ordine del giorno è stata posta anche la crisi migratoria ma senza risvolti pratici. Nel corso del 2015 la frontiera tra i due Paesi è stata infatti attraversata da centinaia di migliaia di rifugiati. La barriera al confine non è una soluzione di lungo periodo per Poposki, ma l’elemento dirimente resta quello della registrazione: fino a che Skopje non avrà garanzie adeguate sulla correttezza delle procedure di registrazione in territorio ellenico, non sarà possibile aprire la frontiera. È stata poi ribadita l’importanza dell’interscambio bilaterale, sia a livello economico (Atene è il primo investitore nella FYROM) che di conoscenze tecniche. Il riavvicinamento tra i due Paesi è una delle priorità per SYRIZA. Il 24 giugno scorso Kotzias si era infatti recato a Skopje, dove mancava un Ministro degli Esteri greco da più di un decennio. 3. Cipro La visita del Ministro degli Esteri Kotzias a Cipro il 5 novembre 2015 è stata caratterizzata da un approfondimento congiunto del capitolo negoziale inter-cipriota relativo a sicurezza/garanzie, con l’obiettivo di individuare una formula che consenta il ritiro delle truppe turche dall’isola. Confermate convergenze in tema di opposizione a deroghe permanenti ad acquis UE, risposte a crisi migratoria, esercizi regionali di cooperazione nel settore energia. Secondo un protocollo ormai rituale, oltre ai colloqui con il suo omologo Kasoulides, Kotzias ha avuto incontri con il Presidente Anastasiades, l’Arcivescovo Chrysostomos II, il Presidente del Parlamento Omirou ed i leader di tutti i partiti politici, intervallati da visite ai luoghi- simbolo dell’ellenismo greco-cipriota: il memoriale agli eroi della lotta di 25
liberazione dal dominio britannico, il campo della ELDIYK, la forza militare greca di stanza nell’isola, e il cimitero ove è stato di recente dissotterrato, con i resti dei soldati che erano a bordo, l’aereo greco abbattuto dal fuoco amico dei ciprioti nelle convulse giornate dell’invasione turca del luglio 1974. 4. Turchia Le relazioni con la Turchia sono da sempre complicate, pur appartenendo entrambi i paesi alla NATO. Le principali questioni di discussione rimangono le stesse: Cipro e la delimitazione dei confini marittimi. Su Cipro, la Grecia ritiene che la soluzione deve anche tener conto delle tre minoranze presenti sull’isola (armena, latina e araba maronita), mentre per quanto riguarda i confini marittimi con la Turchia, i greci lamentano continue violazioni delle acque territoriali greche da parte di navi turche. Qualcosa sembra però essersi mosso nel corso della recente visita del premier Tsipras in Turchia (18 novembre 2015): il Primo Ministro greco ha auspicato la costruzione di una nuova “narrativa” tra i due Paesi, fondata su fiducia e cooperazione reciproche, e resa ancora più urgente dall’attuale congiuntura, che dovrebbe trovare applicazione pratica nei molti dossier aperti ad Atene come ad Ankara, ovvero sicurezza dell’Egeo, questione cipriota, gestione dell’emergenza rifugiati e sviluppo delle relazioni economiche. Il Ministro degli Esteri turco Cavusoglu si è quindi recato il 4 marzo 2016 in visita ad Atene dove ha incontrato il suo omologo Kotzias, il Primo Ministro Tsipras ed il Presidente Pavlopoulos. All’ordine del giorno la crisi migratoria, Cipro ed il quarto Consiglio di Cooperazione Greco-Turco che si è tenuto l’8 marzo a Smirne. In particolare, Cavusoglu ha citato le recenti modifiche nell’ordinamento turco riguardo gli accordi di riammissione che hanno consentito di approvare il 99% delle 800 richieste di riammissione avanzate dalle Autorità greche. Il Ministro Kotzias, dal canto suo, non ha nascosto le difficoltà nelle relazioni tra i due paesi, ma ha riaffermato la ferma convinzione sua e del Governo sulla necessità di andare avanti sulla base dei principi di buon vicinato e dell’applicazione del diritto internazionale. Gli incontri di Atene sono stati positivi ed hanno consentito ad entrambe le parti di mantenere un clima propizio tra i due Paesi. La Turchia, tuttavia, crea quotidianamente problemi nell’Egeo, dove si registrano una media di 2000 violazioni dello spazio sia aereo che marittimo greco ogni anno, anche al di là delle 6 miglia marine, limite 26
riconosciuto persino dalla Turchia. Tali violazioni assumono un carattere provocatorio, agli occhi di Atene poiché, anziché assumere la forma di passaggi inoffensivi, seguendo una linea retta tra il luogo di partenza e di arrivo, si traducono in rotte artatamente modificate con il solo apparente scopo di passare a ridosso di isole greche che si trovano anche al centro dell’Egeo. Gli stessi interlocutori greci sono rimasti stupiti dall’assertività di Cavusoglu, più dura del solito, il quale al problema sollevato da Kotzias avrebbe risposto che in fondo si tratta di confini artificiosi, ereditati da lontano, citando il Dodecaneso. 5. Russia La visita del Presidente Putin in Grecia del 27-28 maggio 2016 ha segnato l’apice del rafforzamento delle relazioni tra due Paesi fortemente legati da millenari rapporti religiosi, culturali e di tradizioni comuni. In gennaio, il Presidente Pavlopoulos si era recato in Russia e Tsipras vi ha fatto visita due volte nel 2014; il Ministro Kotzias non ha mai fatto mistero della propria politica filorussa; un Comitato Interministeriale congiunto per la cooperazione economica, industriale, scientifica e tecnologia si è già riunito nel 2013 e nel 2015 e si riunirà ancora il prossimo settembre; il 2016 è l’anno della Russia in Grecia e della Grecia in Russia. Il Presidente Putin era accompagnato da Lavrov, Alexander Novak (Ministro dell’Energia), Maksim Sokolov (Ministro dei Trasporti), Alexey Ulyukaev (Ministro dello Sviluppo Economico), Alexander Tkachyov (Ministro dell’Agricoltura), Vladimir Medinsky (Ministro della Cultura) e da un’importante delegazione di imprenditori. Putin ha sottolineato l’interesse della Russia nell’ambito della privatizzazione di Trainose, la società greca di trasporto ferroviario – operazione che interessa anche a Ferrovie dello Stato – e della società di gestione del porto di Salonicco, il secondo per importanza dopo il Pireo. In campo energetico, la società russa Rosneft ha firmato un accordo con Hellenic Petroleum (Helpe) per la vendita di petrolio greggio e l’acquisto di prodotti raffinati, ma anche per stabilire la struttura entro cui si svilupperanno le discussioni finalizzate ad esaminare ulteriori margini di collaborazione e per determinare le condizioni per futuri accordi e contratti. Lo stesso Putin ha ricordato il MoU firmato a Roma nel febbraio scorso tra Gazprom, Edison e Depa per la fornitura di gas naturale russo a Italia e Grecia, attraverso il progetto IGI Poseidon, concorrente diretto del TAP. Putin ha fatto inoltre riferimento all’intenzione della Grecia di fare del proprio paese un hub dell’energia per i Balcani, per ricordare che la Russia ha sempre incluso la Repubblica Ellenica nei propri progetti per 27
incrementare l’offerta di idrocarburi nell’Europa centrale e occidentale. La presenza del CEO di Gazprom Miller e di quello delle Ferrovie russe Belozerov testimoniano il concreto interesse russo verso l’economia greca. Nel corso della conferenza stampa congiunta, Tsipras ha sottolineato che il rafforzamento delle relazioni bilaterali con la Russia rientrano in un quadro strategico e sono frutto di una convinta scelta di politica estera della Grecia. Il carattere nazionale di una convinta scelta di politica estera è stato ribadito anche nel corso dell’incontro tra Putin e Mitzotakis, Presidente di Nea Demokratia, il quale ha informato il Presidente russo che il rafforzamento delle relazioni bilaterali è frutto di un accordo bipartisan tra i principali partiti in Grecia. Tsipras ha ricordato che gli investimenti russi in Grecia ammontano già a 700 milioni di Euro e ha aggiunto che “l’Europa non può andare avanti se rimane prigioniera di un circolo vizioso fatto di sanzioni, militarizzazione e retorica da guerra fredda”. La visita si è conclusa sul Monte Athos, dove Putin si è recato in compagnia del Patriarca Kirill, del Presidente Pavlopoulos, del Ministro Kotzias e di una numerosa delegazione di monaci russi, per prendere parte alle celebrazioni per i 1000 anni di presenza russa e per marcare così il carattere eccezionale del rapporto tra i due Paesi. 6. Albania Il 21 marzo 2016 il Ministro degli Esteri albanese Ditmir Bushati si è recato in visita ad Atene dove ha incontrato il Presidente della Repubblica, il Presidente del Parlamento e il Ministro degli Esteri. La visita si è svolta in un clima molto cordiale e positivo, in ossequio alla linea politica aperta e inclusiva del Ministro Kotzias, e quale seguito alla visita di quest’ultimo a Tirana dello scorso anno. L’intensificarsi degli incontri testimonia la volontà di entrambi i paesi di trovare una soluzione alle numerose questioni ancora aperte sul piano bilaterale, in un’ottica di stabilizzazione dell’area balcanica e di rilancio delle relazioni economiche tra i due paesi, anche nel quadro delle opportunità offerte dalla Macro Regione Adriatico-Ionica. Le questioni ancora aperte non sono poche. Tra le altre, la definizione dell’area economica esclusiva e della piattaforma continentale, il rispetto dei diritti delle minoranze nei rispettivi paesi, fino all’abolizione della legge che il Parlamento greco ha approvato nel lontano 1940 e che stabilisce lo stato di guerra tra i due paesi. 7. Francia 28
Il 24 ottobre 2015 il Presidente Hollande si è recato in Grecia accompagnato da diversi ministri e da una delegazione di 70 imprenditori (tra gli altri Total, Edf, Veolia, Suez, Vinci e SNFC). Il Presidente francese ha pronunciato un discorso di fronte al Parlamento in cui ha ribadito sia la membership insostituibile della Grecia nell’Unione Europea sia il fatto che la Francia è stata al fianco della Grecia durante il negoziato e continuerà a farlo attraverso il proprio know how in materia di modernizzazione della pubblica amministrazione, riforma del sistema fiscale, della sanità e del sistema previdenziale. Obiettivo della visita di Hollande ad Atene è stato il rafforzamento della dimensione economica dello stretto rapporto franco- ellenico. La Francia è già il 4° investitore in Grecia con 120 imprese e 12.000 lavoratori impiegati. Molto di più deve essere ancora fatto, soprattutto in materia di infrastrutture, sanità, energia e nuove tecnologie. Tuttavia, il Presidente non ha tralasciato la collaborazione culturale con la Grecia, che deve maggiormente svilupparsi nel settore archeologico, museale e di sostegno alla francofonia. La Francia, ha sottolineato Hollande, deve diventare il primo paese per numero di studenti universitari greci. Il Presidente francese non ha omesso infine di affrontare il tema dell’emergenza migratoria, riconoscendo il ruolo svolto dalla Grecia nella prima linea del flusso di migranti senza precedenti. Hollande era accompagnato da una folta ed importante delegazione, con il principale obiettivo di riscuotere il credito del sostegno francese di questi ultimi mesi, traducendolo in concrete opportunità anche in vista delle privatizzazioni in questo Paese. 8. Israele Il Primo Ministro Tsipras ha effettuato la sua prima visita ufficiale in Israele il 25 e 26 novembre 2015. Al centro dei colloqui, definiti da Netanyahu “profondi, produttivi e di ampio respiro”, il rafforzamento della cooperazione regionale nel settore energetico, in vista della creazione di un hub nel Mediterraneo orientale. Già nel 2013 Cipro, Grecia e Israele avevano come siglato un MoU per rafforzare la cooperazione e creare una piattaforma con l’obiettivo di esportare gas naturale verso l’Unione Europea. Dal dicembre 2014, Tsipras ha considerato prioritaria questa cooperazione e ha promosso l’invio di una proposta da parte dei tre Ministri dell’Energia al Vice Presidente della Commissione Europea per costruire un gasdotto (1.530 km) che colleghi Cipro con la Grecia e che potrà servire al trasporto del gas estratto al largo delle coste israeliane. I due capi di governo avrebbero inoltre concordato 29
Puoi anche leggere