Incontro con il Vice Ministro degli Affari esteri ellenico, responsabile per gli Affari europei, Nikos Xydakis - Documentazione e ricerche

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Incontro con il Vice Ministro degli Affari esteri ellenico, responsabile per gli Affari europei, Nikos Xydakis - Documentazione e ricerche
Documentazione e ricerche

  Incontro con il Vice Ministro degli Affari esteri
ellenico, responsabile per gli Affari europei, Nikos
                      Xydakis

                        n. 256

                    4 ottobre 2016
Incontro con il Vice Ministro degli Affari esteri ellenico, responsabile per gli Affari europei, Nikos Xydakis - Documentazione e ricerche
Camera dei deputati
              XVII LEGISLATURA

     Documentazione e ricerche

Incontro con il Vice Ministro degli Affari
  esteri ellenico, responsabile per gli
     Affari europei, Nikos Xydakis

                   n. 256

               4 ottobre 2016
Incontro con il Vice Ministro degli Affari esteri ellenico, responsabile per gli Affari europei, Nikos Xydakis - Documentazione e ricerche
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INDICE
SCHEDA PAESE                          3
RAPPORTI PARLAMENTARI ITALIA-GRECIA   46
PROFILO BIOGRAFICO DI NIKOS XYDAKIS   55

                            I
SCHEDA PAESE

           GRECIA

Aggiornamento: 3 ottobre 2016
INDICE

CENNI STORICI                                                                 6
POLITICA INTERNA                                                              4
SITUAZIONE ECONOMICA                                                          7
POLITICA ESTERA                            ERRORE. IL SEGNALIBRO NON È DEFINITO.
RAPPORTI BILATERALI                                                          20

                STRUTTURA ISTITUZIONALE E POPOLAZIONE

Dati di base ed indicatori sociali

  Nome Ufficiale:                      Repubblica Ellenica (Grecia)
  Capitale:                            Atene (3 milioni aggl. urb.)
  Principali città:                    Salonicco (400.000 ab.- 900.000 aggl. urb.)
                                       Pireo (190.000 ab.)
                                       Patrasso (155.000 ab.).
  Superficie:                          132.020 km2
  Popolazione:                         11.040.000
  Aspettativa di vita:               78,74
  Gruppi nazionali:                    Greci 98%, altri 2%
  Lingue:                              Greco moderno
  Religioni:                           Cristiani Ortodossi 98%
                                       Musulmani 1,3%
                                       Cristiani Cattolici 0,5%
                                       Ebrei 0,2%

  Struttura istituzionale

  Sistema legale:                      Diritto codificato
  Forma di governo:                    Repubblica parlamentare
  Sistema legislativo:                 Parlamento unicamerale (300 seggi)
  Suffragio:                           Universale, 18 anni

                                       4
Capo dello Stato:                    Prokopis Pavlopoulos
  Capo del Governo:                    Alexis Tsipras
  Ministro degli Esteri:               Nikos Kotzias
  Partiti politici in Parlamento:      SYRIZA (35,46% - 145), Nea Dimokratia (28,10% -
                                    75), Alba Dorata (6,99% - 18), PASOK (6,28% - 17),
                                    Kke (5,55% - 15), To Potami (4,09% - 11), Anel-
                                    Greci Indipendenti (3,69% - 10), Unione di Centro
                                    (3,43% - 9), Unità Popolare (2,86% - 0).
PARTECIPAZIONE A                       BSEC, CERN, FAO, ICAO, IFAD, ILO, IMO, Interpol,
ORGANIZZAZIONI                      IOC, IOM, ITU, MINURSO, NATO, OSCE, UNCTAD,
INTERNAZIONALI:                     UNESCO, UNHCR, UNIDO, UPU, WHO.

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CENNI STORICI

    La storia della Grecia moderna inizia nel 1821 con la Guerra
d’Indipendenza dall’Impero ottomano che si concluse nel 1830. Con le
guerre balcaniche del 1912-13, la Grecia conquistò l’Epiro meridionale,
Salonicco e Creta. Durante la Prima guerra mondiale, dopo un periodo di
neutralità, il filo-tedesco re Costantino fu deposto e il Paese si affiancò
all’Intesa. I Trattati di Neuilly (1919) e di Sèvres (1920) le assegnarono la
Tracia occidentale e una vasta area in Asia Minore. Respinta con le armi
dalla nuova Repubblica turca guidata da Mustafa Kemal detto Atatürk,
nativo di Salonicco, e perduto ogni diritto sull’Anatolia già bizantina
(Trattato di Losanna, 1923), la Grecia conobbe un periodo di crisi e la
dittatura di Metaxas (1936-41). Occupata nel 1941 da Tedeschi ed Italiani,
dopo la seconda guerra mondiale e fino al 1949 visse un periodo di guerra
civile, conclusosi con la sconfitta delle formazioni comuniste. Al governo
conservatore di Karamanlis succedette nel 1963 quello di G. Papandreu,
avversato dal nuovo re Costantino II. La crisi che si produsse sfociò nel
1967 nella “dittatura dei colonnelli” la cui caduta, nel 1974, fu favorita
dalla crisi di Cipro e dall’intervento turco sull’Isola. Nel 1981 la Grecia, già
membro della NATO, entrò nella CEE. Lo stesso anno la vittoria elettorale
socialista portò al governo A. Papandreu. Travolto quest’ultimo da uno
scandalo politico-finanziario (1988), si ebbero governi di coalizione fino al
ritorno al potere dei socialisti nel 1993. Il leader socialista Simitis veniva
riconfermato nelle legislative dell’aprile 2000; egli promuoveva una
politica di consolidamento macro-economico e di riforme strutturali,
indispensabile per la partecipazione all’Unione Economica e Monetaria,
concretizzatasi nel 2001 con l’ingresso nell’Euro.
    Gli anni tra il 2007 e il 2015 sono stati caratterizzati dal dominio dei due
grandi partiti tradizionali Nea Democratia (centro-destra) e PASOK
(socialista). Il partito di centro-destra ha governato dal 2007 al 2009, con
Karamanlis Primo Ministro; il PASOK di George Papandreou dal 2009 al
2012.
    Le elezioni del 17 giugno 2012, se da una parte hanno sancito la vittoria
di Neo Democratia, hanno visto anche una netta affermazione della
sinistra radicale di SYRIZA, il netto indebolimento del PASOK e l’inquietante
ingresso dei neonazisti di Alba Dorata.

                                       6
Le elezioni del 25 gennaio 2015 hanno segnato la vittoria di SYRIZA, con
un margine che le ha quasi consentito di ottenere la maggioranza assoluta
dei seggi in Parlamento. Un accordo con i Greci Indipendenti hanno
consentito a Tsipras di ottenere dall’allora Presidente Papoulias il mandato
per formare il governo. Il Primo Ministro si è dimesso il 20 agosto, dopo
l’irreparabile rottura con la componente di sinistra del proprio partito. Il 20
settembre scorso si sono tenute le elezioni politiche anticipate, che hanno
segnato la riconferma di Tsipras.

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POLITICA INTERNA

  ASSETTO ISTITUZIONALE
La Grecia è una Repubblica parlamentare unicamerale, basata sulla
Costituzione del 1975 e sul successivo emendamento del 1986.

Il Capo dello Stato viene designato con mandato quinquennale dal
Parlamento. Qualora il Parlamento non raggiunga la maggioranza
qualificata prevista sono indette nuove elezioni ed il Presidente può essere
eletto a maggioranza semplice dal nuovo Parlamento. Fra i poteri del
Presidente: designazione del Primo Ministro, rinvio di un provvedimento al
Parlamento per il riesame, scioglimento del Parlamento nel caso di due
successive dimissioni del Governo o di due successivi voti di sfiducia.
Il 18 febbraio 2015 è stato eletto come nuovo Presidente della Repubblica
Prokopis Pavlopoulos, appartenente al partito Nea Dimokratia e
insediatosi il 13 marzo 2015. Pavlopoulos succede a Karolos Papoulias
(eletto per la prima volta nel 2005 e confermato nel mandato nel 2010).

Il Parlamento (Βoυλή - “Voulì”) è composto da 300 membri, eletti per
quattro anni. Dal 1993 è in vigore un sistema proporzionale integrato da
un consistente premio di maggioranza, con una soglia di sbarramento del
3%.

Il Primo Ministro è designato dal Presidente della Repubblica, che tuttavia
non dispone di margini di discrezionalità, dato che l’incarico deve essere
affidato al leader del partito di maggioranza. Eccezionalmente il Governo
può chiedere l’indizione di nuove elezioni, motivando la richiesta con la
necessità di conseguire unità di indirizzo su questioni nazionali di
importanza prioritaria e di urgentissima trattazione. In tal caso, il
Presidente della Repubblica, accertata la sussistenza delle condizioni, è
tenuto a procedere allo scioglimento del Parlamento.

  SVILUPPI RECENTI

   1. Gli sviluppi politici degli ultimi anni in Grecia si sono strettamente
intrecciati con le conseguenze della disastrosa crisi economica che ha
investito il paese e con i rapporti con i creditori internazionali, UE e FMI in
primis. Nonostante gli indubbi successi nei negoziati e nella stabilizzazione
delle finanze pubbliche elleniche con la concessione di ingenti prestiti, i

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timori per un nuovo peggioramento delle condizioni politiche ed
economiche ad Atene permangono.

   2. La storia recedente del Paese è stata segnata dalle elezioni del 25
gennaio 2015 che hanno consentito, per la prima volta nella storia
repubblicana greca, a un partito della sinistra radicale di vincere le elezioni.
Un vantaggio di oltre otto punti percentuali su Nea Demokratia ed un
accordo con il partito dei Greci Indipendenti hanno consentito ad Alexis
Tsipras di ottenere il mandato per il nuovo governo e il voto di fiducia del
Parlamento il successivo 5 febbraio.
   Tsipras ha mostrato piena consapevolezza della difficoltà di dover far
accettare un eventuale accordo con i creditori internazionali all’ala più
massimalista di SYRIZA. In quest’ottica si spiega il referendum indetto il 5
luglio 2015 sulla proposta presentata dai creditori internazionali durante
l’Eurogruppo straordinario del 25 giugno 2015 (estensione per ulteriori
cinque mesi del programma di assistenza finanziaria in scadenza il 30
giugno), che ha visto la vittoria con il 61,3%, del “no” appoggiato da
Tsipras (affluenza alle urne del 62,5%). All’indomani del referendum il
Ministro delle Finanze Varoufakis si è dimesso, lasciando il suo posto al
Capo negoziatore con la “troika” Tsakalotos.
   Il successivo 12 luglio a Bruxelles, nell’ambito di un drammatico
Consiglio europeo, sono state raggiunte delle intese approvate dal
Parlamento greco a grande maggioranza il 16 luglio (interventi significativi
IVA, pressione fiscale, pre-pensionamenti anticipati e indipendenza
dell’ente nazionale di statistica).
   Il lungo e a tratti caotico dibattito parlamentare ha però sancito la crisi
di SYRIZA, con 39 parlamentari su 149 che hanno fatto mancare il proprio
sostegno, portando ad un rimpasto di governo. Un nuovo Governo Tsipras
ha quindi giurato il 18 luglio escludendo i dissidenti di SYRIZA. Il secondo
pacchetto di riforme sulla riforma del codice civile e il recepimento della
direttiva europea sulla risoluzione delle banche (cd. “bail-in”) è stato
approvato con i voti favorevoli di 123 deputati di SYRIZA, 13 Greci
Indipendenti e ND, PASOK e “To potami”.

   3. La convocazione di elezioni politiche anticipate il 20 settembre 2015
è stata la diretta conseguenza della decisione di Tsipras di rassegnare le
dimissioni il 20 agosto. Obiettivo del Premier quello di ottenere dalle urne
un mandato forte per poter affrontare il difficile compito di realizzare il
programma di riforme. La scelta di Tsipras si è rivelata vincente e il voto lo
ha riconfermato alla guida del Paese.

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Il 17 ottobre 2015 il Parlamento ha approvato il maxi decreto per
introdurre la maggior parte delle 49 azioni necessarie per la concessione
della tranche di 2 miliardi del prestito alla Grecia da parte dei creditori
internazionali. Tra le misure più impopolari, il graduale aumento dell’età
pensionabile a 67 anni entro il 2022, il taglio del 10% delle pensioni di chi
ne ha già usufruito prima di avere raggiunto i 67 anni e la parificazione del
settore pubblico a quello privato. Sono stati introdotti aumenti della tassa
sui redditi da locazione di immobili e una forte stretta sulla legislazione in
materia di evasione ed elusione fiscale. Per quanto riguarda infine le
liberalizzazioni, è stata sancita la liberalizzazione del mercato del gas al di
fuori delle regioni di Attica, Salonicco e Tessaglia, a cui è seguita il 27
ottobre la legge per la regolamentazione della concessione delle licenze
televisive in digitale terrestre: tale riforma è tanto più significativa perché
contrasta l’oligarchia che ha pilotato finora l’informazione ed il
trattamento di favore riservato alle emittenti private da parte di banche ed
istituzioni di controllo.
    Nuova tappa delle riforme targate UE è stata l’approvazione della legge
sulla ricapitalizzazione delle banche il 31 ottobre. In effetti, già a fine
novembre le quattro banche sistemiche greche hanno in gran parte
completato la prima fase di ricapitalizzazione. Complessivamente i quattro
istituti di credito sono stati rafforzati con circa 13,7 miliardi di euro, di cui
circa 8 sono stati raccolti dal settore privato.

   4. Il 10 gennaio 2016 Kyriakos Mitsotakis è stato eletto Presidente di
Nea Demokratia superando al ballottaggio il Presidente uscente Vanghelis
Meimarakis.
   Mitsotakis rappresenta l’ala riformista e liberale di Nea Demokratia,
oltre che essere esponente di una delle famiglie che ha segnato la storia
del partito. Già Ministro della Riforma Amministrativa dal 2013 al 2014, si
è distinto per l’efficacia e la tenacia con cui ha affrontato uno dei capitoli
più spinosi del piano di riforme avviate da Samaras. Con la vittoria di
Meimarakis è uscita sconfitta la dirigenza storica di ND, compreso Costas
Karamanlis, Primo Ministro dal 2004 al 2009, nipote del fondatore del
partito, che si è speso molto a sostegno di Meimarakis.
   Il 28 febbraio il Congresso Nazionale di To Potami ha confermato, con
l’80% dei voti a favore, il Segretario uscente Stavros Theodorakis. Il partito
resterà autonomo, ma contemporaneamente si aprirà al dialogo con altri
partiti quali Pasok e Nea Dimokratia. Tuttavia la crisi del movimento, che
ha preso piede a seguito del crollo di consensi delle ultime elezioni, ha
creato diverse correnti secessioniste all’interno del gruppo parlamentare.

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5. La nuova legge sullo sviluppo, approvata il 16 giugno 2016, introduce
un pacchetto di misure per uno stimolo dell’economia da circa 80 miliardi.
Saranno disponibili circa 3,6 miliardi di euro di nuovi fondi, dei quali 2,6
saranno destinati al finanziamento dei programmi di investimento
approvati con leggi precedenti. Sono poi previsti investimenti pubblici a
valere sul National Strategic Reference Framework per circa 20 miliardi,
mentre altri 20 miliardi proverranno da imprese private, prestiti bancari e
mezzi di finanziamento della BEI. Inoltre, il Governo ha facilitato le
procedure per avviare una nuova attività imprenditoriale ed ha incluso 42
progetti ritenuti maturi nel piano Juncker. Si fanno infine più insistenti le
voci relative all’allentamento, in autunno, dei controlli sui movimenti di
capitale in vigore dal giugno 2015, misura che consentirebbe di dare
ulteriore stimolo all’economia, normalizzando le attività finanziarie
elleniche

   6. Si assiste negli ultimi mesi ad un certo deterioramento dell’immagine
del Primo Ministro Tsipras (da un recente sondaggio è emerso che solo un
greco su cento ritiene il Governo capace di far uscire il paese dalla crisi),
mentre i sondaggi registrano un vantaggio di Nea Demokratia su Syriza. Il
27 settembre scorso è stato varato con 152 voti su 300 il maxi-decreto
contenente le rimanenti “prior actions” da adottare per la conclusione
della prima review sull’applicazione memorandum con i creditori. La
misura più importante e discussa riguarda il trasferimento delle rimanenti
società pubbliche al nuovo Fondo per le privatizzazioni: la Società delle
Infrastrutture Immobiliari Demaniali KTIP S.P.A.; la Hellenic Vehicle
Industry (ELBO); Attiko Metro S.A. (metropolitana); la Public Power
Corporation (DEI) e le Società di gestione delle acque di Atene e Salonicco
(EYDAP e EYATH). Queste ultime sono state oggetto delle forti frizioni nella
compagine governativa, scongiurate poi dall’inserimento di un
emendamento che rimanda al rispetto delle norme costituzionali ed alla
giurisprudenza consolidata in materia di tutela dell’interesse pubblico e dei
beni pubblici, come l’acqua. Manifestazioni di piazza si sono tenute ad
Atene a questo proposito. Il maxi-decreto comprende anche altre misure
nei settori energetico, ferroviario, diritto del lavoro, sociale e
previdenziale.

   7. Il Governo Tsipras si trova sotto una crescente pressione anche per la
recente asta sulla concessione delle frequenze TV, con accuse di
corruzione al Governo, collegate all’affaire Attika Bank (istituto di credito

                                     11
non sistemico, il cui azionariato appartiene in maggioranza all’Unione degli
Ingegneri Civili ellenici, considerata vicina all’Esecutivo SYRIZA). Tale
istituto, come emerge da un recente studio della Banca di Grecia, avrebbe
emesso negli ultimi anni prestiti a condizioni non giustificate al costruttore
Kalogritsas, anch’esso vicino al partito di governo (in particolare, si dice, ai
Ministri Pappas e Spirtzis). L’imprenditore, recente vincitore di una delle
quattro frequenze TV proprio con una lettera di garanzia di tale banca, si è
poi autonomamente ritirato dalla procedura non liquidando entro la
scadenza prevista la prima rata della cifra offerta. A questo si somma il
contrasto col Governatore della Banca di Grecia Stournaras (ex Ministro
delle Finanze) sullo stesso dossier, che aveva recentemente bloccato le
nomine governative nel “board of directors” della banca, congelando
anche l’emissione di nuovi prestiti e minacciando nelle more di indicare un
amministratore ad interim. I nuovi dirigenti di espressione governativa,
infatti, non avrebbero soddisfatto i requisiti necessari recentemente resi
più severi dalla BdG in accordo con il Single supervisory mechanism (SSM)
e la BCE.

    8. il complesso scenario descritto viene reso ancora più problematico
dalla questione dei flussi migratori, con circa 856.000 migranti giunti nel
2015 dalla Turchia per poi riversarsi lungo la rotta balcanica (contro i
153.000 giunti in Italia). Nei primi mesi del 2016 la situazione è stata molto
critica, con 74.700 arrivi dalla Turchia a metà febbraio. Per velocizzare la
risposta all’emergenza e contrastare le deficienze imputatele dall’UE, la
Grecia ha reagito affidando all’esercito la realizzazione degli hotspot.
    Atene ha inoltre sostenuto “come un male necessario” le intese UE-
Turchia per far fronte all’emergenza migratoria, entrate in vigore dal 1°
aprile scorso, che hanno avuto come prima conseguenza una netta
riduzione degli arrivi (secondo i dati diffusi dal Governo ellenico, la media
si starebbe attestando intorno ai 110 nuovi ingressi al giorno).
    Le isole maggiormente sotto pressione rimangono Lesbo, Chio, Samo e
Coo (Lero, inserita tra le c.d. “isole hotspot”, à stata interessata da meno di
50 arrivi al mese). Per quanto concerne i rientri volontari, ne sono stati
effettuati 40 in agosto e 98 in settembre. Guardando alle relocation (4.134
al 21.09.16 sul target di 66.400), permane la necessità di incrementare i
numeri, sebbene si possano segnalare anche alcuni segnali positivi, quali:
la compressione dei tempi di trattazione delle pratiche, l'aumento dei
trasferimenti verso la Germania e la disponibilità ad accogliere fornita da
Svizzera, Liechtenstein e Norvegia.

                                      12
Con numeri simili a quelli recentemente registrati, Atene considera la
situazione gestibile, ma il problema del sovraffollamento nelle isole si sta
facendo sempre più pressante. Il Ministero dell’Istruzione ellenico ha da
parte sua annunciato una serie di misure intraprese per garantire l’accesso
all’educazione ai giovani rifugiati, che costituiscono la componente
maggioritaria sul totale della popolazione registrata (nello specifico, tra i
siriani la percentuale di bambini è del 47%, tra gli afghani è del 46%, tra gli
iracheni è del 52%).

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Indicatori economici a confronto Italia – Grecia

                                    ITALIA                                  GRECIA
                     201         20       201        201          20      20      20      20
                     3          14       5           6           13      14     15       16
                                                      (pre                                (pre
                                                     v.)                                 v.)

    PIL
                     1.6         1.6     1.6          1.6          18      17      17      17
(in mld di €)
                    09          16      35           75          0.4     7.6      6      5.1

   Variazione               -      -     0,8          1,1           -     0,7       -       -
del PIL (%)            1,       0,3                              3,2             0,2     0,3
                       7

   PIL       pro
                     26.         26.     26.          27.         16.     16.     16.     16.
capite (in €)
                    531         581     847          418         450     301     211     122

                       -           -            -            -      -       -       -       -
   Deficit/PIL
                    2,9         3,0                    2,        13,0    3,6     7,2     3,1
(%)
                                          2,           4
                                          6
   Debito
pubblico/PIL          128         13     132          132          17      18      17      18
(%)                  ,8         2,5     ,7           ,7          7,7     0,1     6,9     2,8

   Tasso    di
                      12,         12,     11,         11,          27,     26,     24,     24,
disoccupazion
                     1           7       9           4            5       5       9       7
e (%)

   Tasso      di      40,         42,     40,         36,          57,     50,     49,     50,
disoccupazion        0           7       3           7            4       6       0       4
e giovanile (%)                                                                           (ma
                                                                                         rzo)

    Tasso    di       1,3        0,2     0,1          0,2           -       -       -       -
inflazione (%)                                                   0,9     1,4     1,1     0,3

   Fonti: Commissione Europea, Istat, El.Stat. (Istituto Nazionale di statistica ellenico).

                                                14
SITUAZIONE ECONOMICA

  1. L’economia dall’inizio della crisi
   1. Le origini della “crisi greca” risalgono ad oltre un decennio fa. La
rapida crescita greca degli anni ‘90-2000 si è bruscamente interrotta nel
2009, quando la crisi economica internazionale (insieme a problemi
strutturali, una politica di bilancio “dissennata” e una struttura produttiva
scarsamente competitiva) ha fatto entrare il sistema ellenico in una
gravissima impasse economico-finanziaria, che si è riflessa nel rialzo del
tasso di interesse dei titoli del debito sovrano e in una crescente difficoltà
per Atene a vendere titoli sulle piazze mondiali.
   Nel corso degli ultimi 6 anni, il prodotto interno lordo si è ridotto di più
del 30%, il reddito disponibile delle famiglie è crollato del 27%, a causa
dell’impennarsi della disoccupazione, che si attesta stabilmente al di sopra
del 25%, dei tagli nei salari sia pubblici che privati e della riduzione del
22% delle pensioni. A questi dati si aggiunge il crollo del 47% dei redditi da
capitale. Tale quadro influisce naturalmente sui consumi delle famiglie,
anch’essi crollati del 22% nello stesso periodo di riferimento.
   Nel 2014, le persone considerate a rischio di esclusione sociale hanno
raggiunto il 37.6% della popolazione. Tra queste, 26% sono considerate a
rischio povertà. Se non vengono considerati i redditi da pensione, tale cifra
raggiunge il 52,2% .
   Le proporzioni della crisi sono state tra l’altro accentuate anche da
fattori di carattere finanziario. Il settore bancario nazionale è stato infatti
pesantemente colpito dall’effetto combinato prodotto sulla propria
situazione patrimoniale dall’haircut sui titoli del debito pubblico e
dall’incremento delle sofferenze. Ciò si è tradotto in una progressiva
azione di "deleveraging" che si è rivelata sinora di difficile contrasto e che
ha finito per amplificare ancor più le dimensioni della crisi. Le prospettive
per l’economia sono incerte e strettamente collegate agli esiti dei
negoziati in corso con i creditori internazionali.

  2. L’intervento dell’Europa
   L’attuale piano di salvataggio triennale varato il 19 agosto 2015 (2015-
2018), per un valore complessivo di 86 mld euro, segue quelli del maggio
2010 (73 mld) e del marzo 2012 (154 mld). L’esborso delle diverse tranche
di finanziamento è subordinato alla realizzazione di un imponente
pacchetto di misure di bonifica del quadro macroeconomico greco,
attraverso interventi di risanamento e razionalizzazione in ambiti quali il

                                      15
sistema fiscale, la previdenza sociale, il settore finanziario e bancario,
nonché con la promozione di liberalizzazioni e privatizzazioni.
   Il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) - unico creditore per questo
terzo piano - ha concesso alla Grecia ad agosto 2015 una prima sub-
tranche di 13 mld, che ha consentito ad Atene di far fronte ai propri debiti
in scadenza. Ulteriori 3 mld sono stati erogati nei mesi successivi (2 mld a
fine novembre e 1 mld a fine dicembre), dopo che l’Eurogruppo ha
valutato favorevolmente le azioni del governo ellenico nell’adozione dei
due set di misure prioritarie individuate nel piano. Preso atto anche del
positivo completamento del processo di ricapitalizzazione delle banche
greche, nel dicembre 2015 sono stati messi a disposizione del Fondo
ellenico di stabilità finanziaria (HFSF) 10 mld destinati a dare ulteriore
respiro al settore bancario (fondi peraltro da sbloccare “caso per caso”, a
seconda delle necessità dei diversi istituti di credito, e di cui risultano
finora utilizzati 5,4 mld).
   Conclusa così l’erogazione della prima tranche di aiuti (in totale 26 mld),
è iniziato il riesame dell’attuazione del programma di riforme richiamato
nel piano, il cui esito sarà determinante per la concessione di altri
finanziamenti da parte del MES, nonché per avviare la discussione su
possibili misure di alleggerimento del debito e per valutare la possibilità di
un nuovo intervento di sostegno da parte del Fondo Monetario
Internazionale.
   Sotto la lente delle Istituzioni sono settori molto sensibili per le autorità
greche, quali riforma delle pensioni e del fisco, ma la positiva conclusione
dell’esercizio e del successivo negoziato con i creditori è urgente e
indispensabile a guadagnare la liquidità necessaria a far fronte ai prossimi
debiti in scadenza (a partire dai 3,5 mld che la Grecia dovrà restituire alla
BCE a luglio) e scongiurare così nuovamente il rischio di default.
   A fronte di una spesa per le pensioni giudicata ancora troppo elevata,
Tsipras ha escluso l’ipotesi di ulteriori tagli dopo quelli dell’ottobre del
2015 (-10% per i pensionati di età inferiore ai 67 anni). Quasi la metà delle
famiglie greche dipenderebbe, infatti, da una pensione quale unica fonte
di reddito, per cui ulteriori sforbiciate non potrebbero che ridurre il loro
potere d’acquisto, con evidenti effetti depressivi.
   Sul fronte del bilancio, la legge finanziaria 2016 ha previsto misure di
politica fiscale per circa 5,7 mld, che dovrebbero garantire, secondo le
stime greche, un avanzo primario pari allo 0,52% a fine 2016 (coerente co
l’obiettivo fissato dal MES). I creditori, però, mettono in discussione
l’efficacia delle misure proposte, giudicate inadeguate a colmare il "fiscal
gap" greco, stimato intorno al 3% del PIL.

                                      16
Pesano sul quadro generale anche il nodo dei “non performing loans”,
che scoraggiano le banche a finanziare l’economia reale, e i ritardi nel
programma di privatizzazioni: mentre non è ancora stato istituito il
previsto “fondo indipendente” di gestione, le operazioni sin qui concluse
(tra cui quella sul porto del Pireo) e quelle in itinere dovrebbero fruttare
non più di 3 mld, cifra ben lontana dagli obiettivi fissati dal piano di
salvataggio del MES, che prefigurava dismissioni per 50 mld.
   L’esito positivo della valutazione dei creditori sulla performance greca è
quindi tutt’altro che scontato, ed il negoziato per l’erogazione di altre
tranche di finanziamento (in prima battuta, 5 mld) si profila non facile. In
tale cornice torna ad inserirsi il noto contrasto tra la posizione tedesca e
quella del FMI, che hanno visioni molto distanti sulle iniziative di
salvataggio della Grecia. Mentre per Berlino non è ipotizzabile un taglio del
debito greco (solo pochi giorni or sono la Cancelliera Merkel è tornata a
ribadire che tale misura “non è legalmente possibile nell’Eurozona”), il
Fondo - oggi non coinvolto nel piano, fin qui interamente a carico del MES
- sembra deciso a non entrare in scena se non dopo una rimodulazione che
renda il debito stesso realisticamente sostenibile. D’altra parte proprio la
Germania è tra i più convinti sostenitori della necessità di un
coinvolgimento del FMI anche in questo contesto, per la “garanzia di
neutralità contabile” dell’esercizio che l’istituzione internazionale offre.
   Nel corso dell’Eurogruppo informale del 9 maggio 2016 sono state
accolte con favore le misure adottate dal Parlamento greco l’8 maggio, e
per la prima volta si è affrontato il problema della sostenibilità del debito
greco, con l’analisi di proposte sulla ristrutturazione del debito in tre fasi.
   Il successivo Eurogruppo del 24 maggio ha deliberato l’esborso di una
nuova tornata di aiuti da 10,3 miliardi, in due tranche da 7,5 (a giugno) e
2,8 miliardi (dopo l’estate), condizionata all’approvazione di alcuni
emendamenti alle leggi di riforma recentemente votate dal Parlamento
ellenico. Quanto alla questione del debito, è stata prefigurata una
soluzione "diluita", che prevede misure di alleggerimento nel breve
periodo, nel medio (a metà del 2018) e nel lungo termine (dopo il 2018).
Apparentemente gli obiettivi sull’avanzo primario saranno rivisti nel 2018,
dove sono previste anche ulteriori misure di alleggerimento del debito.

   Nel luglio 2016 il Commissario Europeo per gli Affari Economici e
Finanziari, Moscovici, si è recato in missione in Grecia e ha osservato che il
Paese ha fatto molta strada negli ultimi anni per uscire dalla crisi
economica e riconquistare la fiducia dei mercati. Oggi non si parla più di
Grexit, ma dei successi del governo greco e del popolo greco,

                                      17
nell’attuazione delle riforme, che hanno generato importanti risultati
nell’economia reale. Per quanto riguarda la richiesta ellenica di revisione
dell’obiettivo di avanzo primario dopo il 2019, attualmente fissato al 3,5
per cento del PIL, Moscovici ha detto che l’argomento sarà affrontato
compiutamente durante il negoziato che si svolgerà in autunno. Il
Commissario Europeo ha rivolto particolare attenzione al processo di
privatizzazioni e liberalizzazione del mercato del lavoro dichiarando che
tutti i Paesi che hanno aperto i loro mercati ne hanno tratto evidenti
benefici economici.

   3. Ultimi sviluppi
   A fronte dei tagli a stipendi pubblici e pensioni, necessari a centrare gli
obiettivi di risanamento imposti dal piano di salvataggio europeo, le
aliquote fiscali sono aumentate, con misure anti-evasione più severe,
mentre, nonostante il buon andamento del turismo, l’economia greca
continua a contrarsi, la disoccupazione a crescere e le entrate delle
famiglie a ridursi, con effetti depressivi sulla domanda interna.
   In questo contesto, l’Eurogruppo del 9 settembre 2016 ha esaminato lo
stato di attuazione del programma di aggiustamento, giungendo alla
conclusione che sono necessari ulteriori sforzi da parte del Governo di
Atene quale presupposto per l’esborso dei 2,8 mld di euro che concludono
la seconda tranche di finanziamenti (degli 86 mld complessivi del piano, la
Grecia ha sin qui ricevuto una prima tranche di 13 mld ad agosto 2015 e si
è vista accordare una seconda tranche di 10,3 mld a giugno 2016, di cui ha
però sin qui effettivamente ricevuto solo 7,5 mld). In particolare,
l’Eurogruppo ritiene che passi avanti siano ancora necessari in materia di
privatizzazioni, liberalizzazioni del settore energetico, riforme delle
pensioni e del mercato del lavoro, onde chiudere definitivamente la prima
missione revisione e avviare la seconda, all’esito della quale dovrebbe
essere erogata una nuova tranche di aiuti per 6,1 mld.
   Il Fondo Monetario Internazionale ha sempre ritenuto troppo
ottimistiche le analisi economiche alla base del piano e, di conseguenza,
troppo ambiziosi gli obiettivi di rigore fiscale imposti alla Grecia. Il dato più
critico resta quello dell’avanzo primario, che dovrebbe raggiungere il 3,5%
del PIL nel 2018 e che Atene vorrebbe abbassare almeno al 2%.
   A novembre 2016 è prevista la valutazione sulla sostenibilità del debito
greco annunciata durante la riunione dell’Eurogruppo del 29 maggio, a
seguito della quale il Consiglio Esecutivo sarà chiamato ad assumere la
decisione circa l’adesione al programma di salvataggio, decisione su cui

                                       18
rischiano di gravare la fragilità del quadro macroeconomico greco e
l’assenza di prospettive di haircut del debito da parte dei creditori europei.

   4. Lo stato delle finanze ellenico
   Anche dopo l’approvazione del terzo piano di salvataggio, la situazione
in cui versa l’economia greca continua a gettare grosse ombre sulle
prospettive future del Paese. Secondo le stime della Commissione
Europea, il debito pubblico dovrebbe passare dal 182,8% della fine del
2016 al 178,8% del 2017, prima che si ponga su una lenta traiettoria di
discesa (nel 2019 è stimato ancora sopra il 180%).
   Le prospettive di crescita restano molto modeste (con un ritorno al
segno positivo solo nel 2017), ma allo stesso tempo vengono imposti fin da
subito ad Atene ambiziosi target di avanzo primario, che dovrà raggiungere
con una serie di misure di alto impatto da adottare con urgenza (riforma
dell’IVA e del sistema pensionistico, lotta all’evasione fiscale e riforma
dell’amministrazione delle finanze pubbliche). Già ad ottobre 2016 la
Grecia dovrà predisporre misure strutturali credibili da attuare entro il
2017 che rendano lo 0,75% del PIL. Resta infine tutta da verificare la
fattibilità dell’ingente piano di privatizzazioni, anch’esso atteso per
l’autunno, che dovrebbe vedere operativo entro la fine dell’anno un fondo
capace di raccogliere i 50 miliardi di asset richiesti.

   La Finanziaria 2016 ha previsto interventi complessivi per 6,4 miliardi di
euro per il 2015 e il 2016. La disoccupazione è data in aumento al 25,8%
per il 2016. Il debito si prevede che raggiunga il 187,8% del PIL nel 2016,
rispetto al 180,2% del 2015. Nella Legge, le misure derivanti da tagli della
spesa ed aumento dell’imposizione ammontano a circa 5,7 miliardi di euro,
di cui 1,5 andrà raccolto entro la fine dell’anno. Gli introiti attesi dalle
privatizzazioni, in diminuzione, ammontano a circa 3 miliardi di euro (a
fronte dei 50 miliardi immaginati a Bruxelles). Le previsioni formulate
dicono che il 2015 verrà chiuso con un deficit primario pari allo 0,24% del
PIL, mentre per il 2016 è previsto un avanzo primario dello 0,52% del PIL.
L’economia calerà dello 0,7% nel prossimo anno, dopo una crescita zero
nel 2015 (risultato decisamente migliore rispetto alle stime di -2,5%,
dovute all’introduzione dei controlli sui capitali lo scorso giugno).

   5. Programma di privatizzazioni
   Aeroporti regionali. Il 14 dicembre 2015 il Fondo per le privatizzazioni
ellenico (HRADF) ha firmato con la Fraport, società del Consorzio tedesco
Slentel, in partnership con il gruppo greco Copelouzos, un contratto di

                                     19
concessione per l’ammodernamento, la manutenzione e la gestione di 14
aeroporti regionali. L’operazione si è conclusa sulla base di un esborso
anticipato di 1,23 miliardi di euro da parte della società tedesca ed un
pagamento annuale di 22,9 milioni come contropartita della concessione
quarantennale.
   Porto del Pireo. Il Gruppo cinese Cosco si è aggiudicato la gara per il
controllo e la gestione del porto per 368,5 milioni, impegnandosi a
realizzare sostanziosi investimenti in nuovi impianti e a pagare un canone
annuo allo Stato. La privatizzazione costituisce un pilastro del programma
di dismissioni elaborato con i creditori nell’ambito del terzo piano di
salvataggio. Al fine di superare la persistente opposizione delle frange di
estrema sinistra di Syriza, tra cui i sindaci di Pireo e dei comuni circostanti,
l’operazione verrà divisa in due parti: Cosco acquisirà il 51 per cento della
OLP alla firma del contratto ed il restante 15,7 per cento nel mese di
gennaio 2021, a condizione di aver completato il programma di
investimenti concordato, che impegna la compagnia cinese ad un esborso
di almeno 350 milioni nel corso dei prossimi 10 anni per interventi
migliorativi al porto ed alle infrastrutture collegate. I progetti già
concordati comprendono la costruzione di un terminal per navi da crociera
e lo sviluppo di impianti di rimessaggio e riparazione.
   TRAIN - OSE (compagnia ferroviaria pubblica greca). Il Consiglio
d’Amministrazione dell’HRADF, riunitosi il 20 gennaio scorso, ha deciso di
annullare la precedente gara e bandirne una nuova per la vendita del 100%
della TRAIN - OSE. L’obiettivo è di attirare un maggiore interesse dagli
investitori per la compagnia ferroviaria ellenica, che finora opera come
unico fornitore di servizi ferroviari in Grecia. I principali soggetti che
avevano espresso interesse nel corso del 2015, senza però presentare
offerte vincolanti per l’acquisizione - sono stati le Ferrovie Francesi SNCF,
un consorzio privato romeno-statunitense ed, anche in questo caso, le
ferrovie russe (RZD) - le quali tuttavia, già verso la fine dello scorso anno,
avevano manifestato l’intenzione di volersi ritirare dalla gara. Recenti
dichiarazioni del Vice Ministro degli Esteri Mardas sembrano prefigurare
un ritrovato interesse da parte russa, a seguito di quanto concordato nel
corso dell’incontro tenutosi a Sochi nel Novembre 2015.
   ADMIE (società di trasmissione di energia elettrica). Sempre nel mese
di dicembre, il governo ha raggiunto un accordo con i creditori per la
privatizzazione di ADMIE. La prima fase prevede la scissione dalla Public
Power Corporation (PPC). Lo Stato conserverebbe una quota di
maggioranza del 51%, mentre il 29% sarebbe messo sul mercato ed il
restante 20% sarebbe riservato ad un investitore strategico. Nell’ambito di

                                      20
questo scenario, sono in corso contatti tra Terna e le competenti Autorità
greche per approfondire i termini dell’operazione.
   Complesso alberghiero ASTIR Vouliagmenis. Il HRADF ha annunciato la
firma, nel dicembre 2015, di un accordo con il Fondo immobiliare Jermyn
Street Real Estate (che rappresenterebbe investitori provenienti dalla
Turchia, Abu Dhabi, Dubai, Kuwait ed altri Emirati) che si sarebbe
impegnato a presentare un nuovo piano di investimento pari a 400 milioni
di euro (di cui solo 100 saranno a proprio carico, mentre i restanti saranno
investiti dalla National Bank of Greece, che possiede circa l’85% del resort),
assicurando che sarà conforme al parere espresso dal Consiglio di Stato
ellenico. L’intero processo di privatizzazione dovrebbe essere completato
nel primo semestre del 2016.
   Settore televisivo. Nel mese di settembre 2016 si è conclusa la gara per
l’acquisizione delle 4 licenze TV private messe a disposizione dal Governo,
per la quale erano state presentate 11 offerte, di cui 8 ammesse. Si sono
aggiudicati le frequenze disponibili due canali già esistenti, Skai e Ant1
(Antenna TV) e due nuovi gruppi di proprietà di noti uomini d’affari greci:
Yiannis Kalogritsas (costruttore, vicino a Syriza) e Vangelis Marinakis
(armatore, molto discusso proprietario dell’Olympiacos di calcio, sotto
inchiesta per frode sportiva). I vincitori verranno sottoposti nel corso delle
prossime settimane alla verifica del possesso di tutti i requisiti previsti per
l’aggiudicazione e la procedura si dovrebbe concludere in circa 30 giorni.
Sono invece rimasti esclusi alcuni famosi gruppi televisivi ellenici, come
Mega TV (che non aveva raggiunto i prerequisiti per essere ammessa alla
gara, a causa del forte indebitamento), Alpha e Star.
   La regolamentazione del settore - che dall’emergere delle TV private
(verso la fine degli anni ‘80) ad oggi non era mai stato oggetto di nessuna
asta per le licenze - è un segnale incoraggiante verso il miglioramento del
clima economico in Grecia. Si tratta di un passo importante dal punto di
vista sia dell’allineamento alla normativa UE, sia della produzione e
diffusione dei contenuti informativi con criteri di trasparenza e controllo.

   6. Investimenti Diretti Esteri
   Il mercato ellenico a partire dagli anni ‘90 si era proposto come tramite
verso le economie emergenti delle regioni limitrofe (dai Balcani al
Caucaso) ed ha attirato l’attenzione di capitali europei, americani e
giapponesi.
   Con la crisi, si è assistito ad una drastica riduzione dei capitali stranieri,
che hanno conosciuto il valore minimo nel 2012, con un importo pari a
1.740 milioni di dollari. Secondo i dati EIU e Unctad, gli investimenti esteri

                                       21
sono ammontati a 2.818 milioni di dollari nel 2013, e 2.172 nel 2014; per il
2015 si stimano 1.092 milioni di dollari di investimenti in entrata. Più
ottimistici i dati della Banca di Grecia, che indica in 2,6 miliardi di euro
l’ammontare degli investimenti esteri nel 2014.
    Può essere interessante considerare i seguenti grafici, ripresi dal sito di
Enterprise Greece e basati su dati forniti dalla Banca di Grecia, relativi
all’ammontare e alla provenienza degli investimenti esteri in Grecia nel
periodo pre-crisi e in quello successivo.

           Ammontare IDE in Grecia dal 2004 al 2014 in milioni di euro

     Provenienza investimenti - Periodo 2003-2008 (totale 28.405,7 milioni di
                                    euro)

                                      22
Provenienza investimenti - Periodo 2009- 2014 (17.393,8 milioni di euro)

     Alla voce altri sono ricompresi Russia, Paesi arabi e asiatici, a partire dalla Cina,
                                      particolarmente
    interessati ai settori di energia, telecomunicazione, turismo, trasporto e logistica.

   7. Turismo
   La crisi economica esplica effetti sempre più negativi anche sul settore
turistico della Grecia, settore che contribuisce al 15% del PIL ed impiega un
quinto della forza lavoro. Il turismo ha tradizionalmente rappresentato un
“cuscinetto” contro la disoccupazione, generando, soprattutto nel periodo
estivo, un consistente numero di posti di lavoro, tendenza positiva
arrestatasi negli ultimi due anni, nel corso dei quali il tasso di
disoccupazione si è costantemente incrementato.
   L’instabilità politica, l’immagine negativa della Grecia rappresentata
sugli organi di stampa internazionali, nonché la concorrenza di altre
destinazioni nel Mediterraneo, hanno influito negli anni 2011-2012. A
partire dal 2013 si è assistito ad un rimbalzo del settore.

Secondo i dati dalla Banca di Grecia, nel 2015 il numero di viaggiatori greci
all’estero è incrementato ulteriormente, trend che prosegue dall’anno
precedente. Nell’anno in esame i viaggi all’estero di cittadini greci sono
stati infatti 6.291.000, in crescita del 8% rispetto allo stesso periodo
dell’anno precedente (5.802.000). Rispetto al 2014 un buon numero di

                                           23
destinazioni ha subito un calo (sempre in base al numero dei viaggi)
mentre l’Italia ha registrato nel 2015 un incremento di quasi il 2% (297.200
turisti, circa 5000 in più) rispetto all’anno precedente (292.000).
Nonostante ciò, anche nel 2015 l’Italia continua a collocarsi al quarto
posto della classifica dei Paesi più visitati dopo Bulgaria, Turchia e
Germania.
Tali dati si aggiungono a quelli forniti dall’ISTAT (arrivi e presenze negli
esercizi ricettivi per paese di residenza dei clienti stranieri) secondo cui nel
2014 (ultimi dati disponibili) sono arrivati in Italia 307.126 cittadini greci, in
crescita del 2,6% rispetto all’anno precedente (299.289).

    8. Energia
    Il progetto del gasdotto TAP riveste un’importanza strategica per il
Governo di Atene, che si aspetta che il progetto agisca da moltiplicatore
economico diretto ed indiretto per le comunità delle aree attraversate. Il
Governo ellenico, dopo una fase di iniziale freddezza, si è dunque
dimostrato molto deciso alla realizzazione di un’infrastruttura ereditata dai
precedenti governi, ma alla quale è riuscito a conferire un valore aggiunto
in termini di ritorno per la Grecia.
    La fase di costruzione dovrebbe concludersi verso il 2020. La strategia
del Governo greco è quella di trasformare la Grecia in un hub per l’energia,
sfruttando il vantaggio competitivo di cui dispone in termini geografici e
geopolitici. In questo quadro va letto il perdurante interesse di Atene verso
il Turkish stream, i cui negoziati sono stati sospesi in ragione della recente
crisi russo-turca, la creazione di infrastrutture per il GNL nel nord del
Paese, la realizzazione dell’interconnettore con la Bulgaria (IGB), nonché i
contatti più recenti con gli israeliani.

                                POLITICA ESTERA

   1. NATO
   L’appartenenza alla Nato rappresenta uno dei pilastri della politica
estera greca. Atene ritiene di aver assicurato massima disponibilità
nell’uso della base di Souda (Creta), rispetto all’atteggiamento della
Turchia, che avrebbe rifiutato l’uso delle sue basi militari per eventuali
operazioni in Medio Oriente.

  2. FYROM

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Atene NON riconosce il nome di “Repubblica di Macedonia” ed accetta
solo la dizione di FYROM (“Former Yugoslav Republic of Macedonia”). La
questione del nome ha di fatto bloccato l’integrazione di Skopje nelle
strutture europee ed euro-atlantiche; il negoziato mediato dall’ONU tra
Skopje e Atene sulla questione non registra sostanziali sviluppi
nell’individuare un nome accettato sia internazionalmente, sia nel Paese
balcanico.
   Il Ministro degli Affari Esteri della FYROM, Nikola Poposki, si è recato in
visita ad Atene il 17 dicembre 2015: era da oltre dieci anni che una
delegazione macedone di alto livello non si recava in Grecia. Il Ministro è
stato ricevuto dal Presidente Pavlopoulos, in Parlamento ed ha incontrato
il Viceministro per la Protezione del Cittadino Toskas. Il Ministro degli
Esteri macedone ha posto l’accento sui compromessi accettati dal suo
Paese circa il nome Macedonia, tra i quali le modifiche alla Costituzione ed
alla bandiera, l’accettazione della denominazione FYROM in ambito ONU.
   All’ordine del giorno è stata posta anche la crisi migratoria ma senza
risvolti pratici. Nel corso del 2015 la frontiera tra i due Paesi è stata infatti
attraversata da centinaia di migliaia di rifugiati. La barriera al confine non è
una soluzione di lungo periodo per Poposki, ma l’elemento dirimente resta
quello della registrazione: fino a che Skopje non avrà garanzie adeguate
sulla correttezza delle procedure di registrazione in territorio ellenico, non
sarà possibile aprire la frontiera. È stata poi ribadita l’importanza
dell’interscambio bilaterale, sia a livello economico (Atene è il primo
investitore nella FYROM) che di conoscenze tecniche. Il riavvicinamento tra
i due Paesi è una delle priorità per SYRIZA. Il 24 giugno scorso Kotzias si era
infatti recato a Skopje, dove mancava un Ministro degli Esteri greco da più
di un decennio.

   3. Cipro
   La visita del Ministro degli Esteri Kotzias a Cipro il 5 novembre 2015 è
stata caratterizzata da un approfondimento congiunto del capitolo
negoziale inter-cipriota relativo a sicurezza/garanzie, con l’obiettivo di
individuare una formula che consenta il ritiro delle truppe turche dall’isola.
Confermate convergenze in tema di opposizione a deroghe permanenti ad
acquis UE, risposte a crisi migratoria, esercizi regionali di cooperazione nel
settore energia. Secondo un protocollo ormai rituale, oltre ai colloqui con
il suo omologo Kasoulides, Kotzias ha avuto incontri con il Presidente
Anastasiades, l’Arcivescovo Chrysostomos II, il Presidente del Parlamento
Omirou ed i leader di tutti i partiti politici, intervallati da visite ai luoghi-
simbolo dell’ellenismo greco-cipriota: il memoriale agli eroi della lotta di

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liberazione dal dominio britannico, il campo della ELDIYK, la forza militare
greca di stanza nell’isola, e il cimitero ove è stato di recente dissotterrato,
con i resti dei soldati che erano a bordo, l’aereo greco abbattuto dal fuoco
amico dei ciprioti nelle convulse giornate dell’invasione turca del luglio
1974.

   4. Turchia
   Le relazioni con la Turchia sono da sempre complicate, pur
appartenendo entrambi i paesi alla NATO. Le principali questioni di
discussione rimangono le stesse: Cipro e la delimitazione dei confini
marittimi. Su Cipro, la Grecia ritiene che la soluzione deve anche tener
conto delle tre minoranze presenti sull’isola (armena, latina e araba
maronita), mentre per quanto riguarda i confini marittimi con la Turchia, i
greci lamentano continue violazioni delle acque territoriali greche da parte
di navi turche.
   Qualcosa sembra però essersi mosso nel corso della recente visita del
premier Tsipras in Turchia (18 novembre 2015): il Primo Ministro greco ha
auspicato la costruzione di una nuova “narrativa” tra i due Paesi, fondata
su fiducia e cooperazione reciproche, e resa ancora più urgente
dall’attuale congiuntura, che dovrebbe trovare applicazione pratica nei
molti dossier aperti ad Atene come ad Ankara, ovvero sicurezza dell’Egeo,
questione cipriota, gestione dell’emergenza rifugiati e sviluppo delle
relazioni economiche.
   Il Ministro degli Esteri turco Cavusoglu si è quindi recato il 4 marzo 2016
in visita ad Atene dove ha incontrato il suo omologo Kotzias, il Primo
Ministro Tsipras ed il Presidente Pavlopoulos. All’ordine del giorno la crisi
migratoria, Cipro ed il quarto Consiglio di Cooperazione Greco-Turco che si
è tenuto l’8 marzo a Smirne. In particolare, Cavusoglu ha citato le recenti
modifiche nell’ordinamento turco riguardo gli accordi di riammissione che
hanno consentito di approvare il 99% delle 800 richieste di riammissione
avanzate dalle Autorità greche. Il Ministro Kotzias, dal canto suo, non ha
nascosto le difficoltà nelle relazioni tra i due paesi, ma ha riaffermato la
ferma convinzione sua e del Governo sulla necessità di andare avanti sulla
base dei principi di buon vicinato e dell’applicazione del diritto
internazionale.
   Gli incontri di Atene sono stati positivi ed hanno consentito ad
entrambe le parti di mantenere un clima propizio tra i due Paesi. La
Turchia, tuttavia, crea quotidianamente problemi nell’Egeo, dove si
registrano una media di 2000 violazioni dello spazio sia aereo che
marittimo greco ogni anno, anche al di là delle 6 miglia marine, limite

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riconosciuto persino dalla Turchia. Tali violazioni assumono un carattere
provocatorio, agli occhi di Atene poiché, anziché assumere la forma di
passaggi inoffensivi, seguendo una linea retta tra il luogo di partenza e di
arrivo, si traducono in rotte artatamente modificate con il solo apparente
scopo di passare a ridosso di isole greche che si trovano anche al centro
dell’Egeo. Gli stessi interlocutori greci sono rimasti stupiti dall’assertività di
Cavusoglu, più dura del solito, il quale al problema sollevato da Kotzias
avrebbe risposto che in fondo si tratta di confini artificiosi, ereditati da
lontano, citando il Dodecaneso.

    5. Russia
    La visita del Presidente Putin in Grecia del 27-28 maggio 2016 ha
segnato l’apice del rafforzamento delle relazioni tra due Paesi fortemente
legati da millenari rapporti religiosi, culturali e di tradizioni comuni. In
gennaio, il Presidente Pavlopoulos si era recato in Russia e Tsipras vi ha
fatto visita due volte nel 2014; il Ministro Kotzias non ha mai fatto mistero
della propria politica filorussa; un Comitato Interministeriale congiunto per
la cooperazione economica, industriale, scientifica e tecnologia si è già
riunito nel 2013 e nel 2015 e si riunirà ancora il prossimo settembre; il
2016 è l’anno della Russia in Grecia e della Grecia in Russia. Il Presidente
Putin era accompagnato da Lavrov, Alexander Novak (Ministro
dell’Energia), Maksim Sokolov (Ministro dei Trasporti), Alexey Ulyukaev
(Ministro dello Sviluppo Economico), Alexander Tkachyov (Ministro
dell’Agricoltura), Vladimir Medinsky (Ministro della Cultura) e da
un’importante delegazione di imprenditori. Putin ha sottolineato
l’interesse della Russia nell’ambito della privatizzazione di Trainose, la
società greca di trasporto ferroviario – operazione che interessa anche a
Ferrovie dello Stato – e della società di gestione del porto di Salonicco, il
secondo per importanza dopo il Pireo.
    In campo energetico, la società russa Rosneft ha firmato un accordo con
Hellenic Petroleum (Helpe) per la vendita di petrolio greggio e l’acquisto di
prodotti raffinati, ma anche per stabilire la struttura entro cui si
svilupperanno le discussioni finalizzate ad esaminare ulteriori margini di
collaborazione e per determinare le condizioni per futuri accordi e
contratti. Lo stesso Putin ha ricordato il MoU firmato a Roma nel febbraio
scorso tra Gazprom, Edison e Depa per la fornitura di gas naturale russo a
Italia e Grecia, attraverso il progetto IGI Poseidon, concorrente diretto del
TAP. Putin ha fatto inoltre riferimento all’intenzione della Grecia di fare del
proprio paese un hub dell’energia per i Balcani, per ricordare che la Russia
ha sempre incluso la Repubblica Ellenica nei propri progetti per

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incrementare l’offerta di idrocarburi nell’Europa centrale e occidentale. La
presenza del CEO di Gazprom Miller e di quello delle Ferrovie russe
Belozerov testimoniano il concreto interesse russo verso l’economia greca.
    Nel corso della conferenza stampa congiunta, Tsipras ha sottolineato
che il rafforzamento delle relazioni bilaterali con la Russia rientrano in un
quadro strategico e sono frutto di una convinta scelta di politica estera
della Grecia. Il carattere nazionale di una convinta scelta di politica estera
è stato ribadito anche nel corso dell’incontro tra Putin e Mitzotakis,
Presidente di Nea Demokratia, il quale ha informato il Presidente russo che
il rafforzamento delle relazioni bilaterali è frutto di un accordo bipartisan
tra i principali partiti in Grecia. Tsipras ha ricordato che gli investimenti
russi in Grecia ammontano già a 700 milioni di Euro e ha aggiunto che
“l’Europa non può andare avanti se rimane prigioniera di un circolo vizioso
fatto di sanzioni, militarizzazione e retorica da guerra fredda”.
    La visita si è conclusa sul Monte Athos, dove Putin si è recato in
compagnia del Patriarca Kirill, del Presidente Pavlopoulos, del Ministro
Kotzias e di una numerosa delegazione di monaci russi, per prendere parte
alle celebrazioni per i 1000 anni di presenza russa e per marcare così il
carattere eccezionale del rapporto tra i due Paesi.

    6. Albania
    Il 21 marzo 2016 il Ministro degli Esteri albanese Ditmir Bushati si è
recato in visita ad Atene dove ha incontrato il Presidente della Repubblica,
il Presidente del Parlamento e il Ministro degli Esteri. La visita si è svolta in
un clima molto cordiale e positivo, in ossequio alla linea politica aperta e
inclusiva del Ministro Kotzias, e quale seguito alla visita di quest’ultimo a
Tirana dello scorso anno.
    L’intensificarsi degli incontri testimonia la volontà di entrambi i paesi di
trovare una soluzione alle numerose questioni ancora aperte sul piano
bilaterale, in un’ottica di stabilizzazione dell’area balcanica e di rilancio
delle relazioni economiche tra i due paesi, anche nel quadro delle
opportunità offerte dalla Macro Regione Adriatico-Ionica.
    Le questioni ancora aperte non sono poche. Tra le altre, la definizione
dell’area economica esclusiva e della piattaforma continentale, il rispetto
dei diritti delle minoranze nei rispettivi paesi, fino all’abolizione della legge
che il Parlamento greco ha approvato nel lontano 1940 e che stabilisce lo
stato di guerra tra i due paesi.

  7. Francia

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Il 24 ottobre 2015 il Presidente Hollande si è recato in Grecia
accompagnato da diversi ministri e da una delegazione di 70 imprenditori
(tra gli altri Total, Edf, Veolia, Suez, Vinci e SNFC). Il Presidente francese ha
pronunciato un discorso di fronte al Parlamento in cui ha ribadito sia la
membership insostituibile della Grecia nell’Unione Europea sia il fatto che
la Francia è stata al fianco della Grecia durante il negoziato e continuerà a
farlo attraverso il proprio know how in materia di modernizzazione della
pubblica amministrazione, riforma del sistema fiscale, della sanità e del
sistema previdenziale. Obiettivo della visita di Hollande ad Atene è stato il
rafforzamento della dimensione economica dello stretto rapporto franco-
ellenico. La Francia è già il 4° investitore in Grecia con 120 imprese e
12.000 lavoratori impiegati. Molto di più deve essere ancora fatto,
soprattutto in materia di infrastrutture, sanità, energia e nuove tecnologie.
Tuttavia, il Presidente non ha tralasciato la collaborazione culturale con la
Grecia, che deve maggiormente svilupparsi nel settore archeologico,
museale e di sostegno alla francofonia. La Francia, ha sottolineato
Hollande, deve diventare il primo paese per numero di studenti
universitari greci. Il Presidente francese non ha omesso infine di affrontare
il tema dell’emergenza migratoria, riconoscendo il ruolo svolto dalla Grecia
nella prima linea del flusso di migranti senza precedenti. Hollande era
accompagnato da una folta ed importante delegazione, con il principale
obiettivo di riscuotere il credito del sostegno francese di questi ultimi
mesi, traducendolo in concrete opportunità anche in vista delle
privatizzazioni in questo Paese.

   8. Israele
   Il Primo Ministro Tsipras ha effettuato la sua prima visita ufficiale in
Israele il 25 e 26 novembre 2015. Al centro dei colloqui, definiti da
Netanyahu “profondi, produttivi e di ampio respiro”, il rafforzamento della
cooperazione regionale nel settore energetico, in vista della creazione di
un hub nel Mediterraneo orientale.
   Già nel 2013 Cipro, Grecia e Israele avevano come siglato un MoU per
rafforzare la cooperazione e creare una piattaforma con l’obiettivo di
esportare gas naturale verso l’Unione Europea. Dal dicembre 2014, Tsipras
ha considerato prioritaria questa cooperazione e ha promosso l’invio di
una proposta da parte dei tre Ministri dell’Energia al Vice Presidente della
Commissione Europea per costruire un gasdotto (1.530 km) che colleghi
Cipro con la Grecia e che potrà servire al trasporto del gas estratto al largo
delle coste israeliane. I due capi di governo avrebbero inoltre concordato

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