RESOCONTO STENOGRAFICO - Assemblea Regionale ...

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Repubblica Italiana
                            Assemblea Regionale Siciliana
                                  XVII Legislatura

                      RESOCONTO STENOGRAFICO
                                           (Stesura provvisoria)*

                                           319ª SEDUTA

                           GIOVEDÌ 10 FEBBRAIO 2022

                                Presidenza del Presidente MICCICHE’

                               Vicesegreteria generale Area Istituzionale
                                   A cura del Servizio Lavori d’Aula

(*) Redazione effettuata da remoto ai sensi della nota del Segretario generale prot. n. 2122/PERSPG del 12 marzo 2020
a seguito delle limitazioni imposte dall’emergenza Covid-19.
Assemblea Regionale Siciliana                                                                              2

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Congedi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3,9

Missione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3

Mozioni
  (Comunicazione di apposizione di firma alla mozione n. 597) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3

   (Discussione della mozione n. 609 “Revoca dell’incarico di coordinatore della struttura tecnica e di soggetto attuatore per
l’emergenza da Covid-19 in Sicilia del dott. Tuccio D’Urso, per violazione dell’art. 1, comma 1, dell’art. 2, e dell’art. 3, comma 3,
del Codice di comportamento dei dipendenti della Regione siciliana”):
   PRESIDENTE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4,5,9,14,15,16,18,19,21,22,23
   CALDERONE (Forza Italia) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5,20
   CRACOLICI (Partito Democratico XVII Legislatura) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7.21
   LA ROCCA RUVOLO (Forza Italia) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
   DIPASQUALE (Partito Democratico XVII Legislatura) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
   LO CURTO (UDC - Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) . . . . . . . . 11
   PASQUA (Movimento Cinque Stelle) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12
   ASSENZA (DiventeràBellissima) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13,21,23
   TANCREDI (Attiva Sicilia verso DiventeràBellissima) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14,
   PAGANA (Attiva Sicilia verso DiventeràBellissima) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15,22
   ARICO’ (DiventeràBellissima) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15
   CAPPELLO (Movimento Cinque Stelle) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18
   RAZZA, assessore per la salute . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18
   CORDARO, assessore per il territorio e l’ambiente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23

ALLEGATO:

- Mozione n. 609 “Revoca dell’incarico di coordinatore della struttura tecnica e di soggetto attuatore per l’emergenza da
Covid-19 in Sicilia del dott. Tuccio D’Urso, per violazione dell’art. 1, comma 1, dell’art. 2, e dell’art. 3, comma 3, del Codice di
comportamento dei dipendenti della Regione siciliana.” (Testo)
- Atti ispettivi e di indirizzo politico sul piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) - (Testo)
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                                  La seduta è aperta alle ore 17.07

  PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, buonasera. Leggiamo le comunicazioni e poi mi chiedono 10
minuti di sospensione perché il Gruppo Forza Italia è riunito. Per cui, dobbiamo rinviare di 10 minuti.

  Avverto che il processo verbale della seduta precedente è posto a disposizione degli onorevoli
deputati che intendano prenderne visione e sarà considerato approvato in assenza di osservazioni in
contrario nella presente seduta.

   Ai sensi dell'articolo 127, comma 9, del Regolamento interno, do il preavviso di trenta minuti al
fine delle eventuali votazioni mediante procedimento elettronico che dovessero avere luogo nel corso
della seduta.
   Invito, pertanto, i deputati a munirsi per tempo della tessera personale di voto.
   Ricordo, altresì, che anche la richiesta di verifica del numero legale (art. 85) ovvero la domanda di
scrutinio nominale o di scrutinio segreto (art. 127) sono effettuate mediante procedimento elettronico.

                                                 Congedi

  PRESIDENTE. Comunico che hanno chiesto congedo, per la seduta odierna, gli onorevoli Caronia,
Arancio, Zafarana, Di Caro e Zito.

  L’Assemblea ne prende atto.

                                                 Missione

  PRESIDENTE. Comunico che l’onorevole Catanzaro sarà in missione dal 22 al 24 febbraio 2022.

  L’Assemblea ne prende atto.

                      Comunicazione di apposizione di firma alla mozione n. 597

   PRESIDENTE. Comunico che, con nota datata 8 febbraio 2022 protocollata al n. 854-ARS/2022
del 9 febbraio successivo, l'onorevole Lo Curto ha dichiarato di apporre la propria firma alla mozione
n. 597 recante ‘Opportune iniziative volte all'adozione della Carta dei diritti e doveri culturali e alla
relativa istituzione della figura del Garante regionale’ dell’onorevole Lupo ed altri.

  L'Assemblea ne prende atto.

                                                Congedo

  PRESIDENTE. Comunico che ha chiesto congedo, per la seduta odierna, l’onorevole Pullara.

  L’Assemblea ne prende atto.

   Sospendo la seduta per 10 minuti per dare il tempo al Gruppo Forza Italia di terminare la riunione.

                  (La seduta, sospesa alle ore 17.08, è ripresa alle ore 17.19)

  La seduta è ripresa.
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  PRESIDENTE. L’onorevole Dipasquale dovrebbe essere in… però credo che debba intervenire, per
cui al limite dopo, tanto non credo che c’è bisogno del Segretario, per cui non c’è problema.

  Discussione della mozione n. 609 “Revoca dell’incarico di coordinatore della struttura tecnica
e di soggetto attuatore per l’emergenza da Covid-19 in Sicilia del dott. Tuccio D’Urso, per
violazione dell’art. 1, comma 1, dell’art. 2, e dell’art. 3, comma 3, del Codice di comportamento
dei dipendenti della Regione siciliana.”

   PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, si passa al II punto dell’ordine del giorno: Discussione della
mozione n. 609 “Revoca dell’incarico di coordinatore della struttura tecnica e di soggetto attuatore
dell’emergenza Covid-19 in Sicilia del dott. Tuccio D’Urso, per violazione dell’articolo 1, comma 1
e dell’articolo 2, comma 2, dell’articolo 3, comma 3 del Codice di comportamento dei dipendenti della
Regione siciliana”, a firma degli onorevoli Calderone e altri, il cui testo è in allegato.
   Se l’onorevole Calderone vuole illustrare la mozione.

                                      (Interventi fuori microfono)

  PRESIDENTE. Allora alla mozione apponete la firma tutti? Tutta l’opposizione, diciamo. Va bene.
  Colleghi, io stamattina, prima di dare la parola all’onorevole Calderone - le chiedo scusa, onorevole
Calderone - ho ricevuto una lettera dell’ingegnere Salvatore D’Urso indirizzata personalmente a me e
per conoscenza…

                                      (Intervento fuori microfono)

   PRESIDENTE. Che vi leggo ovviamente, perché è indirizzata a me, ma è ovviamente riferita
all’Aula, ed essendoci questa mozione in corso non posso fare a meno di leggerla:
   “Signor Presidente, Le esprimo il mio profondo rammarico per le espressioni contenute nel mio
profilo social dalle quale traspare un tono irriguardoso nei confronti dell’Istituzione e dei suoi
rappresentanti da me citati.
   Come spesso accade l’utilizzo dei social induce ad usare toni ed espressioni sbagliate per
evidenziare problemi: in questo caso quello a tutti noto determinato dalla drammatica carenza dei
ruoli della Regione a causa dell’incedere impetuoso dei pensionamenti.
   Ciò che più mi addolora è che questa polemica offusca il grande lavoro svolto dall’Ufficio Speciale
da me coordinato, con opere realizzate, in corso di realizzazione, in corso di incantieramento ed in
corso di appalto in tutte le province dell’Isola.
   Ho assicurato il Presidente della Regione della piena assunzione delle mie responsabilità e gli ho
confermato che, laddove dovessi procedere, parlerò solo con gli atti d’Ufficio”.

                                      (Intervento fuori microfono)

   PRESIDENTE. “Solo con gli atti d’Ufficio”. È una lettera indirizzata a me, per cui mi devo
permettere di dare la mia versione cioè la mia sensazione, ne parliamo. Ecco la lettera ce l’ho io se la
volete vedere…
   Io ringrazio l’ingegnere D’Urso per avermela mandata però, intanto, secondo me c’è un indirizzo
sbagliato, non l’indirizzo quello mio, perché quando si dice che il problema è stato determinato dalla
drammatica carenza dei ruoli della Regione le offese maggiori che io personalmente ho ricevuto
insieme ad altri sono quelle di essere un imbroglione insieme all’onorevole Pasqua e insieme
all’onorevole Cracolici per l’occasione; cioè di avere addirittura taroccato un voto dell’Assemblea.
   Per cui, il fatto che qua si legge della drammatica carenza dei ruoli della Regione sinceramente non
so a che cosa si riferisca; c’era – credo - anche questo, ma per quanto mi riguarda l’offesa che è stata
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fatta alla Presidenza dell’Assemblea e non solo è dovuta al fatto che abbiamo taroccato un voto. Questa
è la cosa che, per quanto mi riguarda, considero grave e in questa lettere non se ne fa minimamente
cenno. Questo era corretto che io ve lo dicessi perché…
   Onorevole Calderone, prego.
   Aspetti c’è una aggiunta. Di nuovo al Presidente dell’Assemblea, questa mi arriva ora così in via
web, in diretta in cui si dice: “Esprimo le mie scuse per le espressioni contenute nel mio profilo social
dalle quali traspare il tono irriguardoso nei confronti della Istituzione e dei sui rappresentanti da me
citati.
   Ho profondo rispetto del Parlamento e non si ripeteranno fatti analoghi.
   Ho assicurato il Presidente della Regione che in futuro interverrò esclusivamente attraverso gli atti
d’Ufficio e non pubblici”.
   Cioè la stessa, però aggiunge la parola “scuse”. Va bene. Detto fatto!
   Prego, onorevole Calderone.

                                       (Intervento fuori microfono)

  PRESIDENTE. Sì, deve illustrare la mozione; dopodiché lo facciamo ovviamente.

  CALDERONE. Presidente, posso?

  PRESIDENTE. Scusate, colleghi, siccome è stato richiesta, sto facendo distribuire… questa nuova
che mi è arrivata ancora non la posso mandare, ma quella distribuiamola ai colleghi.
  Prego, onorevole Calderone.

   CALDERONE. Signor Presidente, signori Assessori, onorevoli colleghi, devo dire che provo un
certo imbarazzo a discutere questa mozione. Provo un certo imbarazzo perché mai si dovrebbe arrivare
a certi estremi. Qualche Assessore sa che ho cercato in maniera ostinata quasi di evitare di presentare
questa mozione, sperando in questo crescendo rossiniano dell’ingegnere D’Urso che lui potesse, in
una qualche maniera, capire cosa stava scrivendo, nel senso della gravità del contenuto e, soprattutto,
a cagione del ruolo che ricopriva e ricopre.
   Una delle prime lettere, le chiamo così, sul profilo dell’ingegnere D’Urso così recita: “Al Policlinico
di Palermo quando sino a marzo del 2021 i malati sguazzavano nella loro cacca dovevamo demolire
tutto il Pronto soccorso a causa del collaudo negativo. Avevano 10 milioni di risorse bloccate ed era
tutto ok. Nessuno parlava, giornalisti, primari, politici. Ora che i reparti sono aperti e funzionanti la
palazzina del Pronto soccorso è collaudata, anziché demolita, le risorse economiche del policlinico,
che grazie agli interventi a carico della gestione commissariale, si sono liberati vengono utilizzate.
Tutti blaterano, uomini e donne del nulla”. Quindi, anche i politici.
   Ricordo a me stesso il delicato ruolo che ricopre l’ingegnere D’Urso che dovrebbe comunicare
soltanto i risultati raggiunti e fare comunicazione istituzionale. Al di là delle infelici espressioni
lessicali, “i malati che sguazzano nella loro cacca”, credo che questo è già ed era già un
comportamento censurabile.
   La fase parossistica però di questo crescendo rossiniano la riscontriamo in un altro post: “Un altro
piccolo sassolino dalla scarpa” - cioè il commissario designato e nominato dal Presidente della
Regione siciliana che, invece di portare risultati in tempo di pandemia, pensa a togliersi i sassolini
dalla scarpa - Ricordate quando il trio- una volta c’era Tozzi-Morandi e l’altro non ricordo chi era -
Micciché-Cracolici-Pasqua con due voti evidentemente taroccati, quindi stiamo parlando
dell’attribuzione di un reato, poi se c’è stato qualche disguido in una votazione, da quando esistono i
parlamenti, questo è accaduto; quindi un comportamento negligente, colposo, superficiale no? Voti
evidentemente taroccati impedirono a me e a una decina di dirigenti regionali di restare in servizio per
altri 3 anni. Bene, ora si strappano tutte le vesti perché mancano i dirigenti e rischiano di perdere fondi
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del PNRR e quelli europei. Spero, cittadini siciliani - il significato è questo - che ve ne ricordiate a
novembre per il rinnovo dell’ARS”.
    Quindi, una campagna elettorale attrezzata contro il trio. Quindi, Presidente Micciché, Forza Italia,
il PD Cracolici, Pasqua dei Cinque stelle. Ovviamente, io a quel punto, dopo avere cercato un colloquio
e devo dire ho avuto disponibilità assoluta da parte di un Assessore che si è dimostrato veramente
all’altezza del ruolo, e non lo cito perché se del caso lo deve dire lui perché non è mia abitudine
riportare conversazioni private anche se non posso che lodarlo per come si era espresso, io sono
costretto a fare una interrogazione e la mozione di cui oggi stiamo discutendo.
   Non si arrende! Mi definisce “esimio giurista che sbaglia le norme”. Il problema è che non ha letto
neanche la mozione perché io facevo riferimento a norme, articoli e commi ben precisi.
   La legge era il codice di comportamento dei dipendenti della Regione siciliana. L’articolo 2, comma
2, - lo leggo per me stesso e per ricordarlo ai colleghi che conoscono meglio di me, e mi scuso per la
lettura testuale - esattamente recita “Il presente codice” quello che regolamenta i comportamenti dei
dipendenti regionali - “si applica altresì” - quindi anche oltre e rispetto ai dipendenti regionali – “per
quanto compatibili a tutti i collaboratori o consulenti con qualsiasi tipologia di contratto o incarico
a qualsiasi titolo”, cioè, chiunque venga nominato viene parificato al dirigente regionale, quindi, non
soltanto commetteva un errore di diritto ma, addirittura, andava ad assumere un atteggiamento, mi sia
consentito, poco condivisibile, vorrei dire arrogante, dicendo “vabbè Calderone è un avvocato ma non
sa leggere neanche le norme” perché poi, vedete, sempre quella norma, quell’apparato normativo,
all’articolo 3 stabilisce, che è rubrica Principi generali di comportamento, che “il dipendente osserva
la Costituzione e lo Statuto servendo la nazione e l’autonomia regionale con correttezza, lealtà,
disciplina, decoro e onore conformando la propria condotta eccetera, eccetera. Il dipendente rispetta
altresì i principi di integrità, correttezza, buona fede” e all’articolo 16, ultimo articolo dell’apparato
normativo che sto testé citando si fa riferimento alle responsabilità conseguenti alla violazione dei
doveri del codice e si fa riferimento ai contratti e si fa riferimento alle sanzioni che possono e devono
essere irrogati.
   Quindi, chiaramente davanti ad un comportamento di siffatta gravità credo che la mia mozione sia
stata financo tardiva perché non appena comunicato dal Presidente della Regione che, devo dire la
verità, conosco da tanto tempo e so quant’è rigoroso nei comportamenti e nei pensieri e lo dico, come
dire, con la massima sincerità e onestà.
   Io credo che il Presidente Musumeci, anche per la sua storia che, dal punto di vista dell’osservanza
delle regole credo non sia secondo a nessuno, aveva l’obbligo di rimuovere immediatamente il
dirigente o l’ex dirigente, così cerco di essere più preciso nella terminologia e nelle definizioni,
ingegnere D’Urso.
   Certo, oggi c’è un fatto nuovo, il fatto nuovo delle scuse, e di questo un partito come il mio che ha
fatto delle garanzie, della comprensione, dei valori cristiani - li ripete sempre il Presidente Berlusconi
- ma non per vaghezza o per esercitazione, inutile esercitazione dialettica perché ci crediamo, perché
siamo uomini e donne che cerchiamo di praticare la ideologia che non va solo professata ma va anche
applicata, le idee, i principi, i valori di Forza Italia.
   Certo mi mette in imbarazzo, Presidente, da uomo di diritto dovrei essere intransigente, da uomo
delle istituzioni ancora di più, onorevole Lo Curto, non fare nessun passo indietro, chiedere con
fermezza, con decisione, con vigore all’Aula di votare questa mozione e, però, non vi nascondo di
essere in difficoltà proprio perché queste scuse io non mi sento di non accettarle perché nella mia
ormai lunga carriera e nella mia non più giovane età le scuse le ho accettate da tutti, da tutti, non ho
mai respinto nella mia vita e di questo ne vado assolutamente orgoglioso, le scuse di nessuno, che sono
un grande gesto, sono un gesto di grande valore.
   Certo, ho anche il sospetto che siano delle scuse strumentali, non sono un novellino, sono un uomo
di esperienza e di grande militanza della vita. Se sono strumentali, sarà un problema esclusivamente
dell’ingegnere D’Urso, della sua coscienza di uomo delle istituzioni e di uomo in genere, e lo
renderebbe ancora più piccolo come uomo se dovessero essere delle scuse strumentali, perché
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sarebbero delle scuse per salvarsi la poltrona, e questo sarebbe molto grave, molto brutto. Direi molto
triste. Ma di questo ne renderebbe conto alla sua coscienza, e non sarebbe più un problema di
Calderone, sarebbe esclusivamente un problema dell’ingegnere D’Urso e della sua coscienza e dei
suoi comportamenti che io auspico, non ne sono certo ma auspico, che nel futuro siano conformi
all’alto ruolo che occupa, perché non si può offendere il Parlamento.
   Siamo uomini e donne che da quattro anni, chi più, chi meno, chi con più competenza, chi con meno
competenza, chi con più impegno e chi con meno impegno, stiamo servendo tutti le istituzioni. Tutti.
E lo posso dire senza tema di smentita: a destra, a sinistra da opposizione a maggioranza, e non può
venire nessuno ad oltraggiare il nostro lavoro, ad oltraggiare i nostri sacrifici. Era questo il senso della
mia mozione, per il resto mi rimetto al voto dell’Aula.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Calderone.
  È iscritto a parlare l’onorevole Cracolici. Ne ha facoltà.

  CRACOLICI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ogni tanto ricordo – l’ha fatto pure lei, ieri - a
proposito della longevità. Mi ha graziato della sua magnanimità.

  PRESIDENTE. Se non meritata.

  CRACOLICI. Quello lo decidono gli elettori, come lei sa.

  PRESIDENTE. Ovviamente.

   CRACOLICI. E devo dire, io sono stato eletto nel 2001, sono vent’anni ed è la prima volta che
facciamo una discussione in Parlamento su un funzionario, o addirittura un ex funzionario. Se non per
fatti che attengono a vicende che eventualmente chiamano alla responsabilità di altro tipo di
funzionari, è stato il caso, qualche mese fa, sulla vicenda sanità, e devo dire che anch’io provo
imbarazzo, come il collega Calderone, perché la battaglia politica è battaglia politica. La battaglia
politica la si fa nella sede parlamentare, anche con la mediaticità che inevitabilmente la battaglia
politica produce, però Presidente - parto dalla fine - il tema non è come dice Papa Francesco che il
perdono è un diritto, e quindi figurarsi se non può essere un elemento anche della valutazione del
perdono. Qui stiamo parlando delle istituzioni, io ringrazio il collega Calderone di avere assunto
l’iniziativa, praticamente, nelle immediate ore successive, in cui sono stato omaggiato di questo post
che per la verità seguiva quegli altri post che hanno riguardato il lavoro della Commissione Salute;
per la verità ricorderete persino che già eravamo stati, anzi, ero stato oggetto della questione della
famosa giocata a carte in Commissione, che ho avuto modo in maniera palese - anche con un po' di
ironia, ma anche di provocazione - proprio in occasione dell’ultima seduta in cui ha partecipato il dott.
D’Urso, di invitarlo a farmi un’altra foto, e lui mi ha risposto candidamente “no, questa volta lei non
giocava a carte”. Gli ho detto “scelga lei come fotografarmi”. Per dire che in questo dialogo non c’è
solo l’ironia che ci può stare, ci mancherebbe, ma un sentimento di acrimonia nei confronti di questo
Parlamento, non di Cracolici, perché il Parlamento si è permesso di fare una cosa che al dottore D’Urso
non è piaciuta, chiedere il rispetto della legge.
   Cosa abbiamo fatto? Abbiamo detto no, non al dottore D’Urso, ma abbiamo detto a tutti coloro che
sono dipendenti pubblici, finito il periodo di lavoro connesso alle leggi dello Stato, il rapporto dal
punto di vista lavorativo si fermava lì. Non abbiamo fatto una norma anti D’Urso, abbiamo fatto una
norma generale e astratta che riguarda il dipendente pubblico a qualunque titolo sia regolato dal
rapporto contrattuale. Questa è stata la lesa maestà!
    Un Parlamento che si permette di fare una cosa che è stata vissuta dal soggetto come una cosa
contro di lui, lo autorizza a delegittimarne – utilizzando espressioni gravissime – perché noi possiamo
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perdonare ma non si possono far passare espressioni gravissime in cui in questo Parlamento si
approvano o non si approvano norme col metodo della truffa, di falsificare i dati.
   Una cosa sovrana, sacra – oserei dire - in un Parlamento è l’esito del voto, di cui tutti dobbiamo
prendere atto in senso o favorevole o contrario. Questa è la regola della democrazia.
   Anche l’esito del voto è stato considerato un affronto perché a quell’esito è stato dato un giudizio
di manipolazione tale da pregiudicare una sorta di diritto sovrano, divino, spirituale – non so che tipo
di diritto è! C’è stato un crescendo.
   La vicenda del policlinico, dove ci si è confrontati sui problemi del Policlinico in Commissione,
come tutte le cose, chi diceva una cosa, chi ne diceva un’altra, ma fa parte del confronto politico.
   Fino ad arrivare a quel post ultimo che in qualche modo è l’epilogo di un crescendo che non è stato
fermato, Presidente, non da questo Parlamento ma dal dante causa del dottore D’Urso che è il
Presidente della Regione che ha fatto come primo atto – una volta che il Parlamento ha fissato la norma
che non consentiva le proroghe dei contratti – ha deciso, era nelle sue potestà ci mancherebbe, è stata
quasi una sorta di reazione anch’essa a quel voto, ha deciso di nominarlo coordinatore del
commissariato Anti-COVID con i poteri ad esso attribuiti.
   Non sto a giudicare quel lavoro – ci saranno altre occasioni e forse altre sedi per valutare quel
lavoro. Mi interessa in questo momento discutere del dato istituzionale.
   Con tutto il rispetto per il dottore D’Urso poiché per me non è un interlocutore politico, non discuto
di politica con il dottore D’Urso. Quello che oggi metto in risalto è che questa vicenda non può
risolversi con delle scuse tardive anche perché se si fosse reso conto di avere esagerato non avrebbe
fatto l’ulteriore affronto insultando, ironizzando sulle competenze giuridiche del Capogruppo di Forza
Italia, quindi, altro che scuse, c’è stato un carico ma tutto questo avrebbe dovuto – ripeto - il Presidente
della Regione per rispetto che deve a questo Parlamento di cui ieri è stato ricordato, anche il Presidente
della Regione ne è componente, avrebbe dovuto rimuovere alla radice questo dibattito, impedire che
l’Assemblea oggi potesse discutere dei comportamenti gravi di un ex funzionario che nella qualità di
sub commissario oggi rappresenta la Regione e ne disprezza le sue istituzioni.
   Ecco perché Presidente io credo che non solo questa mozione vada votata – e per questo l’ho
sottoscritta – ma va anche assunto l’impegno che la rimozione sia un atto conseguente che discende
dal voto di indirizzo che la mozione dà al Governo e al Presidente della Regione.

  PRESIDENTE. È iscritta a parlare l’onorevole La Rocca Ruvolo. Ne ha facoltà.
  Poi gli onorevoli Dipasquale e Lo Curto.

   LA ROCCA RUVOLO. Signor Presidente, signori assessori, colleghi, io intervengo perché il primo
post dell’ingegnere D’Urso è stato postato subito dopo l’audizione che c’è stata in Commissione
Salute, la settimana scorsa. E l’audizione aveva come tema i posti letto di terapia intensiva presso il
Policlinico di Palermo. Abbiamo semplicemente chiesto ragguagli in merito, se questi posti letto
fossero operativi o meno e in collegamento avevamo sia il professore Giarratano che il direttore
generale dell’Azienda universitaria Policlinico Giaccone. È sorto lì un confronto tranquillo che nulla
lasciava presagire che uscito da quella Commissione l’ingegnere D’Urso postasse sul suo profilo le
considerazioni che i colleghi hanno fatto. E questo è stato un primo post che già indignava per la
modalità.
   Successivamente, lo ha modificato e ne ha messo un altro dove aggiungeva “i politici, i giornalisti
e i medici che sino a quel momento non avevano fiatato, quando i pazienti erano nella cacca”.
   Io voglio, da questo punto di vista dire due cose, per me fondamentali anche da un punto di vista
etico. Sono state toccate due Istituzioni con i post che l’ingegnere D’Urso ha scritto. Il primo post ha
toccato un’Istituzione universitaria ed un Policlinico universitario e centinaia di pazienti che in quel
Policlinico vanno a curarsi. Non mi risulta – io credo che non risulti a nessuno in quest’Aula, e fuori
da quest’Aula – che i pazienti al Policlinico Giaccone di Palermo stessero nella cacca. Ed è una cosa
gravissima detta da un uomo delle Istituzioni perché disincentiva, in un momento in cui viviamo la
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pandemia, in cui abbiamo tremila problemi, etichettare quel posto come un posto che viva nella cacca
e che lasci vivere i pazienti nella cacca. Per me questo è stato di una gravità inaudita.
   Questa è la prima considerazione che mi sento di fare quando – ribadisco – in quella Commissione
nessuno aveva minimamente alterato né il profilo professionale dell’ingegnere né avesse detto
qualcosa al riguardo.
   Il terzo post, poi, ha riguardato quello che ha detto l’onorevole Cracolici rispetto alla votazione che
c’è stata in Aula quando i dirigenti avevano compiuto la loro missione e, come accade in tutte le
occasioni, si va a casa e si fa il pensionato. Lui, oggi, anzi, ha avuto il privilegio nella disavventura di
gestire una pandemia diventando l’uomo di fiducia del Presidente onorevole Musumeci, gestendo
quello che è il compito del soggetto attuatore della linea di interventi che noi parte abbiamo visto e
parte dobbiamo ancora vedere.
   E quando fa il suo comunicato, dopo la mozione – per questo mi sento fortemente offesa sia come
cittadina siciliana, come deputato e come persona che per strada incontra gente che immagina chissà
che cosa accade in quest’Aula, questa è un’altra cosa gravissima – ma nel suo comunicato, quando ha
saputo della mozione dice: “E’ evidente, quindi, che la mozione ha un chiaro intento intimidatorio.
Hai parlato male di me? E io ti caccio. Ed è gravemente lesivo delle mie prerogative costituzionali di
libertà di pensiero e parola. Spero che il Parlamento regionale non si macchierà di un così grave atto
intimidatorio”. Queste parole sono di una gravità inaudita. Noi non abbiamo neanche la licenza, in
qualche modo di stigmatizzare dei comportamenti che hanno tirato in ballo un Parlamento che nei
confronti dell’ingegnere D’Urso ha mantenuto un profilo lineare e tranquillo, anche quando in
Commissione, l’anno scorso, chiamato per capire come sorgevano queste unità operative, questi
reparti nuovi, ha detto che lui non veniva in Commissione perché non aveva nessun rapporto con la
Commissione, era l’uomo di fiducia del Presidente. Eppure nessuno di noi ha parlato.
   Abbiamo parlato e, lo voglio ribadire, dopo avere letto questi post che non solo hanno mostrato una
realtà distorta ma, a mio modo di vedere, hanno toccato istituzioni diverse che non dovevano
minimamente essere coinvolte. Grazie Presidente.

  PRESIDENTE. Grazie onorevole La Rocca Ruvolo.
  Onorevoli, ho dimenticato l’onorevole Pasqua, però se vi volete scambiare il turno per me…

                                                  Congedo

  PRESIDENTE. Comunico che l’onorevole Genovese è in congedo.

  L’Assemblea ne prende atto.

                              Riprende la discussione sulla mozione n. 609

  PRESIDENTE. E’ iscritto a parlare l’onorevole Dipasquale. Ne ha facoltà.

   DIPASQUALE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la mozione presentata dal capogruppo di
Forza Italia, onorevole Calderone, con la quale si chiede al Presidente Musumeci di revocare con
effetto immediato l’incarico all’ing. D’Urso, perché ha esternato commenti declassanti, così un
termine utilizzato da Calderone, ma condiviso da noi, noi l’abbiamo anche sottoscritta, non è il primo
affronto che compie in questa legislatura l’ing. D’Urso nei confronti del Parlamento.
   Alcuni esempi sono stati portati dall’onorevole Cracolici e dall’onorevole Ruvolo. Ma io aggiungerò
anche qualche altro fatto che è già successo anche nei confronti del Parlamento ed esattamente con il
sottoscritto. Però, devo fare riferimento ad alcuni fatti che sono successi un anno fa.
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   Il 15 ottobre del 2020 il Presidente Musumeci nomina l’ing. D’Urso. Il compito principale è quello
di realizzare le terapie intensive e sub intensive con 128 milioni assegnati solo dallo Stato, 253
intensive e 318 sub intensive.
   Il 19 marzo 2021, Presidente, la prego di seguirmi perché la chiamerò in causa, ho presentato una
interrogazione a risposta scritta al Presidente della Regione chiedendo di conoscere il sito istituzionale
previsto per legge dove verificare gli incarichi, le spese impegnate per singola struttura, lo stato dei
lavori. Una semplice interrogazione, Presidente, quella presentata il 19 marzo di un anno fa.
   Il 7 aprile D’Urso interviene in riferimento all’interrogazione, perché questo forse l’avete
dimenticato, e attraverso un comunicato stampa preannuncia una querela nei miei confronti solo per
essermi permesso di cercare di capire come 128 milioni volevano essere utilizzati. Erano quelli i
termini ‘voglio sapere questo, questo…’ Nessuna offesa, nessuna cosa.
   L’allora Presidente Miccichè, ancora Presidente, l’11 aprile intervenne sulla stampa, a mio avviso
mandando già un segnale chiaro al Presidente Musumeci che aveva nominato D’Urso. Non si può
denunciare un parlamentare solo perché fa una interrogazione, perché di questo si era macchiato anche
questo personaggio. Se dovesse esserci una causa mi costituirò parte civile. D’Urso va fermato o
calmato. A mio avviso è stato già un messaggio, caro onorevole Calderone, al Presidente della Regione
affinché a questo illustrissimo ingegnere dica ‘calmati, non puoi insultare i parlamentari che fanno il
loro lavoro’.
   La reazione dell’ingegnere D’Urso mi sembrò veramente spropositata ed incomprensibile. Ma io
non mi intimorii. Non aspettai la risposta all’interrogazione che non è mai arrivata e attraverso gli
accessi, l’ultima volta l’ho ricordato ancora all’assessore Razza, ancora aspetto l’interrogazione
D’Urso, ancora non arrivata ad oggi e vado all’Asp di Ragusa e faccio l’accesso agli atti. Mi rendo
conto che in data 25 gennaio del 2021, lo stesso professionista aveva sottoscritto alla presenza del
soggetto attuatore D’Urso, tre incarichi di affidamento diretto, violando la normativa vigente che
impone la rotazione degli incarichi. In poche parole, sottoscrivono tre incarichi e né D’Urso né il
professionista si rendono conto di non rispettare la normativa.
   Dopo aver sollevato la vicenda, anche con formale denuncia alla Procura, con protocollo interno del
soggetto attuatore, vengono comunicate all’ASP le revoche di due incarichi su tre.
   Due incarichi su tre vengono revocati ma vengono stranamente comunicati solo dopo la mia attività
di denuncia. Revoche che non contengono una motivazione, Presidente. La revoca deve rispettare tutte
le regole sul procedimento al fine di tutelare l’interesse pubblico da eventuale pretesa risarcitoria.
   Morale della favola: è vero che aveva tre incarichi e non poteva avere il professionista né poteva
conferire D’Urso – infatti, due sono stati revocati.
   Peccato che quando il professionista ed il soggetto attuatore D’Urso li avevano sottoscritti avevano
dimenticato che incarico ne poteva essere dato e sottoscritto solo uno. Per parlare anche nel merito,
non solo nella forma, io ho fatto le interrogazioni il 19 di marzo, il 10 aprile. Ho fatto tre solleciti: il
23 giugno, l’8 settembre, il 12 gennaio al Presidente della Regione, all’Assemblea e non ho avuto
risposta. Vergogna! Un anno.
   Vergogna perché …. lo capisco.
   Ovviamente voterò la mozione, anzi la voteremo non solo per quest’aggressività verbale della quale
potrebbe fare a meno ma perché inadeguato sia per le cose che ho ricordato in Aula sia perché il 31
marzo finirà l’emergenza sanitaria ed ancora aspettiamo le 250 terapie intensive, le 318 sub intensive,
gli interventi previsti per i pronto soccorso, poteri speciali, risorse, possibilità di conferire incarichi
diretti che dovevano servire ad avere le strutture durante l’emergenza, non alla fine, il 31 marzo.
   A Ragusa – un esempio che conosco – erano previsti quattro interventi, tre terapie intensive ed un
intervento per il pronto soccorso di Ragusa. Sapete quante ne sono pronti, inaugurati ed aperti? Zero.
   Il 31 marzo finirà l’emergenza. Musumeci revocherà l’incarico dopo il voto? Non ci credo, l’avrebbe
già fatto prima e non ci portava qui a discutere del resto.
   Del resto lo rappresenta bene: scarsa considerazione per il Parlamento, uomo fedele, attento e
disponibile affinché la Sicilia possa diventare bellissima.
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  PRESIDENTE. E’ iscritta a parlare l’onorevole Lo Curto. Ne ha facoltà.

   LO CURTO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, all’età di vent’anni ho giurato fedeltà allo Stato.
   Oggi non usa più se non in alcuni settori delle istituzioni. A quel tempo anche nella scuola si giurava
fedeltà allo Stato. Che cos’è la fedeltà. La fedeltà è l’affidabilità, è la capacità di trasmettere ed avere
fiducia. Noi siamo nelle istituzioni, le rappresentiamo.
   Per una vita nella scuola ho cercato di trasmettere questo senso della fedeltà, fedeltà alle istituzioni
democratiche che ciascuna persona che vive nella Pubblica Amministrazione con le proprie condotte,
con le proprie parole, con i propri atteggiamenti deve poter testimoniare.
   Noi siamo lo Stato e le istituzioni democratiche, e coloro che le rappresentano, hanno una funzione
pedagogica fondamentale. La politica ha una funziona pedagogica fondamentale, ciascuno di noi, care
colleghe, abbiamo la possibilità ed il dovere di esercitare questa funzione perché con i nostri
comportamenti trasmettiamo un sistema di valori che lo Stato democratico, nato dalle macerie di una
guerra, di una guerra che certamente non tutti gli Italiani hanno voluto, ha determinato che nascesse
la democrazia.
   Oggi i leoni da tastiera cui si iscrive anche il dottore D’Urso si esercitano invece in questa, come
dire, folle volontà di dire qualunque cosa, ritenendo che la democrazia sia a loro uso e consumo,
dimenticando invece che la democrazia risponde a determinate regole e che gli uomini e le donne che
vivono nelle istituzioni, a qualsiasi livello e a qualsiasi tipo, in qualsiasi ruolo hanno il dovere di
rispettare queste regole, di uniformarsi a quelle regole che sono state richiamate nella mozione.
   Vede, oggi, mi sarei aspettata una cosa, Presidente, non le scuse a questo Parlamento, alla sua
persona, ai deputati che sono stati offesi, all’istituzione del Parlamento che viene ridicolizzata, viene
accusata di frodare con un voto taroccato la concretezza, la legalità, la realtà, la trasparenza di quello
che accade nel libero esercizio anche delle nostre funzioni parlamentari che a noi la legge assegna,
attenzione, non il capriccio, l’arbitrio o la dimensione individuale con cui possiamo affrontare alcune
cose. C’è un Regolamento, ci sono le regole che noi rispettiamo. Ecco, tutto questo.
   Oggi mi sarei aspettata da D’Urso non le scuse al Parlamento solamente, mi sarei anche aspettata le
scuse profonde, profondissime al Presidente della Regione. Non lo so se l’ha fatto, collega, ma non
sono pervenute qua, mi sarei aspettata con le scuse anche un atto di, come dire, riconoscimento di un
comportamento non fedele e quando si parla di fedeltà è proprio quel tipo di fedeltà non la fedeltà dei
cani che seguono il padrone perché lo adorano e non sanno scegliere, ma la fedeltà di chi sa quale via
deve scegliere per essere affidabile e per potere confidare nella fiducia che gli viene riconosciuta con
un atto formale perché è chiaro che è stato incaricato dal Presidente.
   Io mi sarei aspettata con le scuse anche le dimissioni, perché una persona che ha fede in alcuni
valori, per primo doveva rispondere al Presidente, al Parlamento, con le proprie dimissioni. Questo
era l’atto di maggiore fedeltà all’Istituzione sacra che lui ha offeso e all’uomo che di questa istituzione,
come dire, fa parte perché il Presidente è un deputato ma oltre che essere un deputato è a capo del
Governo e, quindi, ha messo in discussione anche la fiducia che il Presidente gli ha manifestato.
   Questa è una cosa di una gravità notevole ed è altrettanto grave che questo signore, da uomo che ha
ricevuto un incarico fiduciario, tradendo quella fiducia che non è solo negli atti consequenziali alla
sua mission, cioè ha fatto bene il suo lavoro, non è solo questo, il far bene il suo lavoro lo si fa anche
con i comportamenti, con le parole, con la scelta di essere o non essere e lui ha scelto di stare da una
parte diversa da quella delle istituzioni di cui ha fatto parte.
   E’ drammatica questa realtà, è una cosa inaccettabile e da persona delle istituzioni che ha avuto
sempre in mente l’idea di quella fiducia che lo Stato mi ha dato a suo tempo quando sono entrata a
vent’anni, poco più che bambina, nella scuola, ecco, di quella fiducia io voglio sempre essere
responsabile, Presidente. Quella fiducia non l’ho mai tradita perché ho educato, istruito, insegnato, e
non solo ho fatto questo ma ho diretto la scuola trasmettendo gli stessi valori e ho fatto politica e sono
da madre custode di quel valore.
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  Per cui che sia messa ai voti quella mozione perché ciascuno, in libertà, possa esprimere il proprio
ruolo e ciò che per mandato democratico della legge possiamo esercitare in nome e per conto del
popolo siciliano. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Lo Curto. E’ iscritto a parlare l’onorevole Pasqua. Ne ha facoltà.

   PASQUA. Signor Presidente, Assessori, colleghi, dopo avere ascoltato tutti questi interventi mi
viene da dire innanzitutto questo: non dovevamo arrivare a questo punto, non si doveva arrivare a
questo punto. E spiego perché. Non dovevamo arrivare a costringere - perché così è stato - il
Capogruppo di una forza appartenente alla maggioranza di Governo a dover presentare una mozione,
perché se si è arrivati a questo vuol dire che c’è un problema enorme. Ma è un problema tutto
all’interno dei rapporti fra Parlamento e Presidenza della Regione. Spiegherò anche questo.
   Non si doveva arrivare, all’ultimo momento, con delle scuse lì all’istante, presentate qualche minuto
prima, poi corrette con un messaggio al volo, con questo messaggio che riprende le parole del
Presidente appena pronunciate. Non si doveva arrivare a questo punto.
   Non ripercorrerò tutta l’escalation, tutto questo “crescendo rossiniano” - come ha ben definito il
collega Calderone - di affermazioni della persona in questione, dell’ingegnere D’Urso.
   Non si doveva arrivare, perché doveva essere quanto meno redarguito da qualcuno e, in questo caso,
il compito era del Presidente della Regione che lo aveva posizionato in quell’incarico, che doveva
stare attento e dire: guarda, stai superando i limiti.
   Perché i limiti - vede Presidente - sono stati superati già al momento del voto. Ve lo ricordate quel famoso
voto del 6 agosto 2020? Era il 6 agosto 2020, io ero capogruppo del Movimento Cinque Stelle, nel mio ruolo,
in piena legittimità, ho presentato un emendamento soppressivo di quell’articolo 3, famosissimo, famigerato,
che chiedeva di prolungare la permanenza di alcuni - in quel caso era uno, forse due, quell’anno - dirigenti della
Regione siciliana per farli permanere anche oltre il termine del periodo di quiescenza.
   Ebbene, in quell’intervento che ho fatto da quel pulpito dissi una cosa, chiara, semplice, elementare;
non ho fatto alcuna offesa verso quella persona, nessuno ha offeso da questi scranni, nessuno di questo
Parlamento ha offeso la persona dell’ingegnere D’Urso. Avevamo chiesto semplicemente al Governo:
perché devi arrivare a questo punto? Hai avuto due anni e otto mesi - a quel tempo erano due anni e
otto mesi - per ragionare sul fatto che ti stava venendo a mancare, che presto avresti perso un alto
dirigente molto bravo, quindi dovevi affiancargli qualcuno per farlo istruire e sostituire naturalmente
come avviene sempre.
   Nessuno di noi si è espresso con termini sbagliati. L’indomani della votazione primi messaggi
social, primi improperi rivolti non solo ai parlamentari, ma anche all’Istituzione. E’ l’Istituzione che
è stata offesa. L’Istituzione è stata offesa. Quando chiesi quel voto segreto di quel 6 agosto, lo sapete
perché l’ho fatto? Perché si parlava della persona. Non dovevamo arrivare a questo punto, a dover
parlare di una persona in quest’Assemblea! Noi parliamo di categorie, parliamo di persone nella
generalità, parliamo di cittadini, non parliamo di una persona. Eppure ci hanno costretti. Ci ha costretti
la stessa persona e il suo dante causa perché dopo quell’evento, primi scontri, poi ulteriori, poi altri -
li hanno citati i colleghi - ultimo quello della Commissione ‘Salute’, l’indomani della Commissione’
Salute’, che è stata condotta nella maniera - mi creda Presidente - nella maniera più limpida, pulita e
tranquilla che ci sia mai stata. Eravamo presenti la Presidente La Rocca Ruvolo, che ha condotto in
maniera lineare, perfetta quella seduta, il collega Cracolici, il sottoscritto, ed abbiamo chiesto
spiegazioni sui numeri dei posti letto di terapia intensiva pronti.
   E lo sapete qual era il problema? Il problema era che quei diciassette posti di terapia intensiva del
Policlinico di Palermo erano stati dati per disponibili a settembre 2021, effettivamente poi erano
disponibili sul serio solamente a gennaio 2022 e avevamo chiesto spiegazioni, avevamo chiesto
ulteriori informazioni riguardanti se erano stati comunicati correttamente quei dati al Ministero della
salute. Questo avevamo chiesto. L’indomani investiti da ulteriori offese e anche l’Assemblea investita
da offese.
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  Bene, non c’è da chiedere il perdono. Queste sono scuse, secondo me arrivate in maniera
esageratamente tardiva e probabilmente sollecitate dallo stesso Presidente, perché gli riconosco la
correttezza e la rettezza morale, però non dovevamo arrivare a questo punto. Adesso mi dispiace,
adesso arriviamo al voto. Noi voteremo favorevolmente questa mozione che abbiamo anche
sottoscritto e lo stesso invitiamo a fare tutti quanti i colleghi. Grazie, Presidente.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pasqua. Se non ci sono altri interventi… Ah! L’onorevole
Assenza. Ha facoltà di parlare.

  ASSENZA. Sì, grazie Presidente.

   PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Assenza, ci sono altri che devono intervenire? Aricò pure?
Non lo avevate chiesto prima. Chiedo un attimo scusa. Tancredi. Tutti ora vi siete scatenati? Pagana
l’ho già segnato. Basta. Prego, onorevole Assenza, chiedo scusa.

   ASSENZA. Grazie, Presidente. Io non ho la stessa longevità parlamentare dell’onorevole Cracolici,
forse sono più anziano, purtroppo di età, questo mi dispiace, però vedere una seduta del Parlamento
siciliano volta a processare un uomo e non per quello che ha fatto nella sua azione ammnistrativa o
nella gestione del suo servizio, ma perché alcune frasi infelici - lo voglio dire a chiare lettere -,
indecorose di cui lo stesso si deve pentire e vergognare, perché su questo dobbiamo essere chiari,
nessuna giustificazione alle frasi dette.
   Ma su tutte queste frasi postate sui social - vedo con piacere che avete tutto questo tempo di
curiosare, di smanettare sui social fortunati voi io questo tempo da anni non ce l’ho e non riesco ad
averlo -, quindi avete su questo un giusto risentimento, lo ribadisco, però ha messo in scena avvocato
Calderone, mi perdoni, una mozione che può sembrare corretta, però poi voi mi dovreste spiegare
quali sono le violazioni del codice citato nella mozione che…

                                      (Intervento fuori microfono)

  ASSENZA…No, no, no, caro collega, l’articolo 192… no, no, no, riguarda… no, perdonatemi,
perdonatemi, voi dovete addebitare all’ingegnere D’Urso la violazione dei doveri di diligenza, lealtà,
imparzialità e buona condotta nella sua azione amministrativa, non potete censurare con una mozione
del genere invocando, addirittura, la decadenza sulle frasi ripeto da condannare, da biasimare dette sui
social o altrove, non c’entra assolutamente nulla; stiamo imbastendo una mostruosità anche giuridica
sul nulla. Va bene.

                                      (Intervento fuori microfono)

   ASSENZA. Decora e onora! Sì, dell’azione amministrativa, non delle persone, non delle persone…
   Detto ciò, e ripeto, nessuno vuole giustificare quello che è avvenuto, avevo veramente apprezzato
l’intervento dell’onorevole Calderone perché, nel momento in cui un personaggio simile che non è
facile, che non ha un bel carattere, che ha fatto, mi dicono, io sono quasi un novellino di
quest’Assemblea, la storia dell’amministrazione siciliana assumendo ruoli apicali con diversi governi
di ogni colore e quant’altro, che un personaggio di questo tipo formuli delle scuse, perché sono scuse
ufficiali, onorevole Lo Curto, sono scuse ufficiali rivolte al presidente Micciché e al presidente
Musumeci in entrambe le comunicazioni. Io credo che sia questa la punizione più grande che si poteva
infliggere ad un personaggio come l’ingegnere D’Urso che, però, va redarguito per come si è
comportato e per quello che ha fatto, per cui chiedo ai colleghi, se l’onorevole Calderone ha la bontà
di ascoltarmi…
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   PRESIDENTE. Onorevoli, vi posso pregare, io tra l’altro col fatto che tiene la mascherina, già faccio
fatica a capire ciò che dice. Onorevole Mancuso, la prego, se fate parlare l’onorevole Assenza che è
accanto a voi. Grazie.

  ASSENZA. Quindi, chiedo al primo firmatario e agli altri firmatari, perché un segnale deve essere
dato, di trasformare quella che è una mozione che impegna alla rimozione, in una mozione di censura
che verrebbe, questa sì, credo, votata all’unanimità da tutto il Parlamento.

   PRESIDENTE. Onorevole Assenza, lei ricorderà, io ho seguito perfettamente il suo intervento, che
proprio in base a quello che lei ha detto oggi quando discutemmo ai tempi della possibilità di adire le
vie legali perché consideravamo le cose che erano state dette dall’ingegnere D’Urso comunque gravi
ed offensive, lei mi convinse pienamente del fatto che adire le vie legali sarebbe stato, probabilmente,
un errore e io le diedi assolutamente ragione, tanto che l’Assemblea non fece nulla in quell’occasione
nei confronti dell’ingegnere D’Urso. Così come sono assolutamente convinto che si potrebbe pure non
votare oggi perché quello che doveva arrivare all’ingegnere D’Urso gli arriva attraverso questo
dibattito, però le devo dire sinceramente che speravo – ora ci vuole la parola dell’onorevole Pasqua -
di non arrivare a questo punto.
   Se ci fosse stata una presa di posizione con una palese reprimenda da parte del Presidente della
Regione forse non ci saremmo arrivati, perché ripeto il problema dal punto di vista…

                          (Intervento fuori microfono dell’onorevole Assenza)

  PRESIDENTE. No, è politico…

                          (Intervento fuori microfono dell’onorevole Assenza)

   PRESIDENTE. Onorevole Assenza, con il rispetto enorme che ho nei suoi confronti e che lei
conosce, questo è un Parlamento, fa politica, perché se avessimo avuto intenzione di fare attività
giudiziaria l’avremmo denunciato ai tempi, non può non dare la possibilità a un Parlamento di fare
politica e non c’è dubbio che questa è politica perché il fatto che l’ingegnere D’Urso continua a
offenderci e nessuno gli dice mai niente è un problema politico.
   Ripeto, il suo intervento è perfetto, lei ha perfettamente ragione, tant’è che quando è stato a suo
tempo abbiamo deciso insieme, non so era in Consiglio di Presidenza, ma decidemmo tranquillamente
insieme di non andare avanti su quella strada. Però, un dibattito politico non si può non fare e quindi
le dico sinceramente, come parlo sempre con sincerità, probabilmente si poteva evitare.
   Io ieri parlando con l’onorevole Aricò, quando mi disse perché era una cosa brutta farlo e sono
d’accordo con lui perché è un brutto dibattito questo qua, mi disse cosa potevamo fare per evitarlo,
oggettivamente, un’azione, un atto, poteva essere fatto e l’avremmo evitato, il fatto di essere ormai
arrivati qui, avere la mozione in votazione e quant’altro, a questo punto veramente, dico, sarebbe…
   Ripeto, per me, questa votazione si potrebbe pure non fare perché appunto poi quando facciamo
passare la mozione, il Presidente della Regione avrebbe un obbligo ancora politico, non certamente
giuridico di licenziare o non licenziare il signor D’Urso, però non c’è dubbio che il non essere successo
niente, come se questa cosa non fosse successa è una delle cose che ci costringe oggi a questo dibattito.
Le chiedo scusa perché la rispetto troppo e sono sempre troppo affascinato dal suo modo di parlare e
delle cose che dice, però non c’è dubbio che oggi ci troviamo in una situazione certamente di grande
difficoltà.
   E’ iscritto a parlare l’onorevole Tancredi. Ne ha facoltà.

   TANCREDI. Grazie, Presidente. Come lei sa, in Conferenza dei Presidenti dei Gruppi parlamentari,
lei si ricorderà che avevo manifestato delle grandi perplessità sulla trattazione di questa mozione per
Assemblea Regionale Siciliana                                      15

XVII LEGISLATURA                               319a SEDUTA                             10 febbraio 2022

una serie di motivi che ho enunciato in Conferenza dei Presidenti dei Gruppi parlamentari ma che
esporrò anche adesso perché è chiaro che il presupposto sul quale si basa la mozione è l’equiparazione
della figura di questo, in questo momento, privato cittadino a tutti gli effetti con la funzione di un
dirigente regionale ma, di fatto, non ne ha alcuna attinenza.
   Io credo che questa mozione non sarebbe dovuta mai arrivare in Aula, penso che gli Uffici
l’avrebbero dovuta fermare perché, in questo momento, la struttura commissariale del Commissario
delegato per l’emergenza Covid, ricordo a me stesso, è una struttura che è totalmente slegata
dall’amministrazione regionale e per questo credo che mai e poi mai si sarebbe dovuta discutere una
mozione di questo tenore all’interno del Parlamento regionale.
   E’ chiaro che non fa mai piacere leggere degli attacchi spesso anche immotivati nei confronti del
Parlamento e, quindi, è chiaro che su questo aspetto tutti noi, quelli che riusciamo ancora a guardare
quello che viene detto sui social, ovviamente ce ne dogliamo, ma da qui ad arrivare a creare una
discussione d’Aula, un’intera seduta d’Aula che discute di questo, francamente sono estremamente
perplesso e, come lei ha ben detto, probabilmente sarebbe il caso che non venisse votata questa
mozione, probabilmente dovrebbe essere ritirata ma, siccome stiamo parlando anche di una serie di
riferimenti normativi, mi sono permesso di andare a prendere il codice di comportamento che viene
applicato dai ministeri ai quali, in questo momento, si dovrebbe rifare l’ingegnere D’Urso perché
essendo agganciato ad una struttura commissariale, a quelli dovrebbe rivolgersi.
   Ebbene, il punto 8 dell’articolo 1 dice testualmente: “per la violazione degli obblighi di cui ai punti
2…”, che sarebbero tutta una serie di, come dire, specifiche di comportamento dei dirigenti e dei
consulenti che lavorano in queste strutture…
   Allora, lo leggo testualmente se il mio telefono me lo permette: “per la violazione degli obblighi di
cui ai punti…” no, l’ho perso.
   E allora, in pratica, il massimo di sanzione, il massimo è una multa di quattro giorni, una multa…

                                       (Intervento fuori microfono)

   TANCREDI… è il punto 8 dell’articolo 1 del codice di comportamento dei ministeri. Si parte dal
richiamo verbale ad una piccola multa, noi ne stiamo chiedendo la rimozione, quindi anche a livello
ministeriale, questo tipo di violazione è una violazione normata che prevede una sanzione minima, noi
addirittura ne chiediamo il licenziamento, fermo restando che credo che sia necessario che non si voti
questa mozione perché questo Parlamento votando questa mozione sicuramente non darebbe prova
elevata di sé. Grazie.

  PRESIDENTE. Ripeto a tutti che il Presidente della Regione non ha obblighi giuridici, dal punto di
vista della politica è un’altra cosa.
  E’ iscritta a parlare l’onorevole Pagana. Ne ha facoltà.

  PAGANA. Rinuncio.

  PRESIDENTE. E’ iscritto a parlare l’onorevole Aricò. Ne ha facoltà.

   ARICO’. Signor Presidente, Assessori, colleghi, le ho già manifestato in più occasioni la perplessità
di poter avviare oggi e riunirci, riunire un Parlamento per trattare questo genere di mozione.
   Oggi, rispetto agli interventi che si sono succeduti dai banchi di quest’Aula, sembrerebbe quasi che
il più antico Parlamento d’Europa sia stato quasi declassato ad un Consiglio di disciplina. Stiamo
disquisendo qui qual è l’articolo ministeriale che interessa per far sì di multare, licenziare o redarguire
quel soggetto che lavora per la Pubblica Amministrazione.
   Ormai, purtroppo, è cosi, Presidente, facebook, ed i social network sono entrati a gamba tesa anche
in Parlamento. E non è una cosa di cui andare fiero, almeno io non ritengo, oggi, partecipando a questa
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