INCONTRI al RIDOTTO del TEATRO DIEGO FABBRI di FORLÌ

Pagina creata da Simone Bosio
 
CONTINUA A LEGGERE
INCONTRI al RIDOTTO del TEATRO DIEGO FABBRI di FORLÌ
Forlì, 24 ottobre 2019

                                     COMUNICATO STAMPA

                                  INCONTRI
                al RIDOTTO del TEATRO DIEGO FABBRI di FORLÌ
            Tredici appuntamenti proposti da Accademia Perduta/Romagna Teatri
                             in collaborazione con il Bar del Ridotto
        tra letteratura, musica, drammaturgie originali ed eventi creati appositamente
                        per omaggiare il prestigioso “salotto” della città.

Dopo il completo, originale, elegantissimo restyling del Ridotto del Teatro Diego Fabbri,
realizzato da Luxury Living Group - con dimostrazione di grande sensibilità verso le necessità
artistiche e culturali di Forlì -, Accademia Perduta/Romagna Teatri ha voluto promuoverne l’attività,
espanderne la fruizione, esplorarne le possibilità.
È nata così, nel 2018, la rassegna “INCONTRI” - realizzata in collaborazione con il Bar del
Ridotto - che torna anche per la Stagione 2019/2020 con tredici appuntamenti che spazieranno tra
presentazioni letterarie, concerti, recital e spettacoli con drammaturgie originali ed eventi creati
appositamente per omaggiare il prestigioso “salotto teatrale” della città, nonché, probabilmente, uno
dei Ridotti più belli in Italia.

La natura stessa della rassegna, svincolata dall’appartenere a un “genere” o a un “linguaggio”,
permetterà di inoltrarsi con stravaganza e disinvoltura dentro atmosfere e territori “altri” rispetto a
quelli della Stagione Teatrale, alcuni più leggeri, altri più impegnati, offrendo al pubblico nuove
occasioni culturali, durante le quali il Bar del Ridotto sarà sempre in attività; occasioni, dunque, di
aggregazione, condivisione e divertimento “polisensoriali”.

Gli “INCONTRI” della Stagione 2019/2020, tutti a ingresso gratuito fino a esaurimento posti,
ospiteranno importanti protagonisti del mondo culturale nazionale e locale: da Iva Zanicchi a
Daria Colombo, da Monica Guerritore a Daniela Piccari, da Lo Stato Sociale e Marino
Bartoletti, da Davide Rondoni a Giampiero Pizzol, da Michele Di Giacomo a Simone Toni.

A questi appuntamenti, si affiancheranno - come consuetudine - gli Incontri con gli Artisti,
condotti da Pietro Caruso, che daranno la possibilità al pubblico di interagire da vicino, vis à vis e
giù dal palco con tutti i grandi interpreti degli spettacoli di Prosa della Stagione 2019/2020 del
Teatro Diego Fabbri; Incontri che si terranno il sabato pomeriggio delle rispettive permanenze
forlivesi, accessibili anch’essi a ingresso gratuito.

                                    Sabato 9 novembre 2019 ore 18

IVA ZANICCHI
Nata di luna buona (ed. Rizzoli)
in collaborazione con Libreria UBIK Forlì
conduce l’Incontro Marco Viroli

Nata di luna buona è l’autobiografia completa, dall’infanzia a oggi, di uno dei personaggi più amati
e popolari della canzone e della televisione italiana, Iva Zanicchi.
“Che avessi una bella voce me lo dicevano tutti, cantavo nell’osteria della nonna, facevo il
contralto in un coro di alpini, cantavo in chiesa, in occasione di battesimi e persino di funerali:
volevo sempre cantare e non sapevo come fare. Mio papà, che non era tanto contento di quella mia
passione, mi aveva costruito una piccola casetta su un albero vicino casa e mi mandava lì a
esprimermi pur di non sentirmi”.
Da quando cantava a squarciagola nella casetta sull’albero a Vaglie di Ligonchio, un puntino isolato
sull’Appennino tosco - emiliano lontano da tutto e da tutti, Iva Zanicchi di strada ne ha fatta
parecchia e, dopo aver esordito su un palco appena ventenne, non si è più fermata. Castrocaro,
Canzonissima, dieci Festival di Sanremo (unica donna ad averne vinti tre), il Madison Square
Garden, la celebre tournée teatrale con Walter Chiari: Iva ha lasciato un segno indelebile nella storia
dello spettacolo e della canzone. Da Alberto Sordi a Marcello Mastroianni, da Federico Fellini a
Giuseppe Ungaretti, Mina e Giorgio Gaber, la sua carriera è costellata di straordinari incontri. Iva
non ha però mai tradito le sue origini ed è rimasta, successo dopo successo, una semplice e genuina
ragazza Nata di luna buona. In questo libro racconta per la prima volta tutta la sua vita con lo stile
schietto che da sempre la contraddistingue: un viaggio dall’infanzia a oggi attraverso teneri ricordi,
divertenti retroscena ed episodi inediti, impreziosito da una galleria fotografica con tanti scatti
privati.

                                  Giovedì 14 novembre 2019 ore 18

DARIA COLOMBO
Cara Premier ti scrivo (ed. La Nave di Teseo)
con Barbara Bertoncin (Fondazione Alfred Lewin)

Sette racconti che si leggono come un romanzo corale e parlano del nostro presente, delle sue
criticità e delle nostre aspettative, di amori e distanze. Con uno stile limpido e diretto, una prosa
intensa ed elegante, Daria Colombo raccoglie in queste pagine momenti di vite normali, comuni,
colti e raccontati nella medesima giornata: vite affacciate sullo stesso Paese, nello stesso momento
come un’istantanea del nostro tempo. Che si tratti di un venditore ambulante o di un ragazzo del
Sud in cerca di lavoro, che sia un musicista innamorato o una donna delusa che non rinuncia a
combattere per un futuro sostenibile, che si parli della solitudine di un anziano o di un giovane
omosessuale in lotta per la propria identità, i personaggi di Cara Premier ti scrivo vivono alla
ricerca di una mappa per orientarsi in un mondo troppo distante da quello che avevano pensato,
pronti – se la mappa non c’è – a disegnarla essi stessi, per non arrendersi al presente e per mettere in
salvo tutta la vita che c’è in ognuno di noi. Dai dubbi amorosi alle incertezze emotive di chi si
affaccia ai primi forti sentimenti, dall’incontro tra culture e radici diverse, fino all’impegno per un
futuro più giusto, questi racconti sono legati da un unico filo rosso che percorre tutto il libro. Un filo
che racconta un’Italia complessa e vitale, ferita ed esposta alle intemperie di questo tempo e alle sue
trasformazioni, comunque sostenuta dalle spinte più nobili che abitano le azioni e le passioni delle
persone di cui è ricco soprattutto l’universo femminile.
Domenica 17 novembre 2019 ore 17

MONICA GUERRITORE
Quel che so di lei. Donne prigioniere di amori straordinari (Ed. Longanesi)
in collaborazione con Libreria UBIK Forlì
conduce l’Incontro Marco Viroli

Giulia Trigona, zia di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, viene trovata morta il 2 marzo 1911 in un
albergaccio vicino alla stazione Termini. È stata uccisa dal suo amante, al quale aveva concesso
un ultimo appuntamento. Un femminicidio feroce, uno schema che ancora oggi si ripete: le
donne abbassano le difese, non guardano con i mille occhi dei lupi, credono nell’amore come lo
vedono gli occhi dei bambini e tentano la via nuova con lo stesso sguardo e lo stesso cuore di
ieri. Ma vengono annientate da uomini che ne spezzano il volo. Cosa cercava Giulia in quella
squallida stanzetta? Monica Guerritore le si è messa accanto e, nel tempo dilatato di quel
pomeriggio di marzo che conduce Giulia alla stanza dove troverà la morte, rivive i momenti
fatali che l’hanno portata fin lì. A guidarla in questo viaggio saranno apparizioni, figure della
mente come Emma Bovary, la Lupa, Oriana Fallaci, Carmen, la Signorina Giulia. In ognuna di
loro vive un racconto immutabile, specchio o eco di un percorso femminile di solitudine,
desiderio e perdizione, tanto reale che quando lo riconosciamo il nostro cuore ha un sussulto.
Sono otto grandi personaggi femminili che l’autrice ha interpretato nella sua carriera. Le loro
storie tessono un filo rosso di sangue e passione. Prenderne consapevolezza può permetterci di
lasciare andare le nostre compagne di ieri per specchiarci, nuove, in un racconto del femminile
ancora tutto da scrivere. Magari abbandonando il pianto per ballare al ritmo di una ritrovata,
leggera dolcezza.

                                  Giovedì 12 dicembre 2019 ore 18

DANIELA PICCARI
Edith, Edith - canzoni e racconti di vita di Edith Piaf
con Andrea Alessi (contrabbassi) e Dimitri Sillato (pianoforte e violino)
Daniela Piccari interpreta canzoni e racconti di vita di Edith Piaf: si tratta di un tributo non solo
alle canzoni e alla splendida voce della diva francese scomparsa nel 1963, ma alla sua vita intera,
emblematica del periodo tra gli anni Trenta e Sessanta. In quegli anni, la maggiore chanteuse
realiste francese, con la sua voce variegata e caleidoscopica, capace di mille sfumature, fu in
grado di anticipare di oltre un decennio quel senso di ribellione e di inquietudine che
incarneranno poi gli artisti intellettuali della
 rive gauche, di cui faranno parte Juliette Greco, Camus, Queneau, Boris Vian, Vadim.
Musa di Cocteau, la sua vita fu segnata da incontri importanti, da grandi amori e da brani
indimenticabili, tra cui Non, je ne regrette rien. Piccola ma forte, triste e allegra, ruvida e tenera.
È la coincidenza degli opposti. La sua storia è leggenda, siamo davanti a un’icona, popolare e
d’élite. C’è sempre una valanga di parole per raccontare il vero volto di una cantante magica, ma
alla fine della sua carriera di risonanza mondiale, sono quattro le sillabe che la identificano:
“pas-se-rot-to” (“Piaf” in argot parigino significa passerotto). Ma se si pensa alle canzoni di un
passerotto, probabilmente non le si accosta a quelle di una cantante francese… Perché? Perché
viene alla mente qualche fischietto da saltimbanco. E qui sta il punto di partenza di Daniela
Piccari che vorrebbe “entrare” nel canto di questa donna speciale: seguire il richiamo di
quell’essere insignificante che popola il quotidiano. Con la sua voce Daniela/Edith si apre in
quello slancio da un ramo all’altro, come una danza che introduce nell’infinita gamma di
intuizioni primordiali piccole e grandi, belle e brutte, felici e dolorose. Proprio come seguire la
vita che canta sé stessa nella gola di chi gliela offre.
Mercoledì 18 dicembre 2019 ore 20

L’AMOR MIO NON MUORE ALL STARS
Live in Ridotto

Con la partecipazione in un concerto unico di molti dei musicisti che gravitano attorno all’omologo
studio di registrazione full analog forlivese.
Questa volta l’evento si svolgerà nella calda atmosfera del Ridotto del Teatro Diego Fabbri, dove
l’insolita combo si presenterà con una Backing Band senza precedenti. L’atmosfera sarà resa ancor
più calda con una selezione di drink by Bigbar e food by Benso. L’Amor Mio Non Muore è uno
studio di registrazione analogica e una sala per la musica con strumenti vintage per registrazioni,
preproduzioni, mixaggi, master e recupero dati su nastro, nonché l’etichetta discografica che
produce e pubblica i lavori registrati in studio.

                                 Giovedì 19 dicembre 2019 ore 18

LO STATO SOCIALE
Sesso, droga e lavorare (Ed. Il Saggiatore)
in collaborazione con Libreria UBIK Forlì
conduce l’Incontro Marco Viroli

La vita. Nascere e crescere. Andare male a scuola, occupare la scuola, “fare fuga” da scuola per
andare al parco. Andare al parco e farsi una canna sotto il sole. Avere le allucinazioni. Pensare a
mille cose, non pensare proprio a nulla. Domandarsi che cos’è il nulla? Che forma ha, che odore
fa il nulla? Pensare a quanto è bello il sesso, dentro una macchina, dietro un’aiuola. La sera
starsene a casa sul letto a sognare. Le stelle, gli abissi, i buchi neri. Nella mente. I Radiohead.
Nello stereo. I System of a Down. Sulla maglietta. E poi d'estate al mare. La spiaggia, gli
ombrelloni, le ragazze. La vita. Nascere e crescere, e poi... E poi si va al lavoro. L’ufficio, il
capo, la scrivania. Giacca e cravatta. Buongiorno e buonasera. Perdere il lavoro, trovarne un
altro. Perdere l’altro, cercarne uno nuovo. Vivere per lavorare. Lavorare per vivere. Era meglio
fare l’università. Fare l’università e capire che non è servita a nulla. Lo stipendio, poco o niente.
Andare a ballare per non pensare al mondo. Il mondo fa schifo ma la vita è bella. Anche quella
ragazza è bella. Il suo corpo, bello. La sua voce, bella. Sposarla, farci i figli, forse un giorno
divorziare. L’amore. Che cos’è l’amore? L’amore non esiste, non è niente, è tutto. Ma che
significa tutto? Com’è fatto il tutto? La vita. Nascere e crescere, e poi...
Sesso, droga e lavorare è l’autobiografia del nostro tempo, un romanzo di formazione scritto dal
gruppo che più ha saputo dare voce alle speranze e alle delusioni di un’intera generazione. Un
libro che racconta chi siamo stati, chi siamo e chi, forse, saremo e in cui i protagonisti, alla fine,
siamo proprio noi.

                                   Giovedì 9 gennaio 2020 ore 18

DAVIDE RONDONI
Platero y Yo
presentazione della traduzione integrale del libro
di Juan Ramòn Jiménez Mantecòn
(Ed. Lamberto Fabbri – Quaderno del Circolo degli Artisti)
all’Incontro sarà presente l’illustratore del volume Roberto Pavoni
Il Platero y Yo di Juan Ramon Jemenez, premio Nobel del 1956, è un capolavoro assoluto, di una
tenerissima e diretta poesia. È un dialogo filosofico tra il poeta e il suo asino, Platero: li
stringeva un vincolo d’Amore, perché più che un semplice affetto.
Il libro è tradotto per la prima volta integralmente, grazie all’operato di Davide Rondoni,
certamente il poeta italiano contemporaneo più internazionale e tradotto: nato a Forlì nel 1964,
ha pubblicato alcuni volumi di poesia, tra i quali Apocalisse amore (Mondadori, 2008), Avrebbe
amato chiunque (Guanda, 2003), Compianto, vita (Marietti, 2001) e Il bar del tempo (Guanda,
1999), Rimbambimenti (Raffaelli, 2010), Si tira avanti solo con lo schianto (Whyfly, 2013), con i
quali ha vinto alcuni dei maggiori Premi di poesia. È tradotto in vari paesi, in volume e rivista.
Collabora con programmi di poesia in tv (Rai e Tv2000) e con alcuni quotidiani come
editorialista. Ha fondato e dirige “Il centro di poesia contemporanea” dell'Università di Bologna
e la rivista “clanDestino”. Suoi recenti volumi di saggi sono Nell’arte vivendo, prose e versi su
arte e artisti (Marietti, 2012), Contro la letteratura (Saggiatore, 2011), Il fuoco della poesia
(Rizzoli, 2008), Non una vita soltanto (Marietti, 2001). Dirige le collane di poesia per Marietti e
di e-book poesia per Subway Edizioni. È autore di teatro e di traduzioni di Baudelaire, Rimbaud,
Péguy e altri. Ha partecipato a Festival internazionali di poesia in molti paesi. In prosa ha
pubblicato Gesù, un racconto sempre nuovo (Piemme, 2013), Hermann (Rizzoli, 2010), I santi
scemi (Guaraldi, 2003) e tiene corsi di poesia presso alcune Università.

Juan Ramón Jiménez Mantecón (Moguer, 24 dicembre 1881 – San Juan, 29 maggio 1958) è tra i più
grandi poeti della Spagna. Premio Nobel per la letteratura nel 1956, è stato uno dei più importanti
intellettuali della sua generazione. La sua poesia è alla radice del contemporaneo “Siglo de oro” (il
Secolo d’oro) della poesia spagnola. Lorca, Salinas, Guillen ne hanno assorbito il succo, mentre
Unamuno, Machado e Ortega, oltre all’amicizia con il poeta, ne hanno raccolto i riflessi. Autore di
numerosi libri di poesia, il Platero y yo rimane il suo capolavoro, universalmente riconosciuto.

                                  Giovedì 16 gennaio 2020 ore 18

GIAMPIERO PIZZOL
Occhiali da solo
e con Bardh Jacovi (fisarmonica) - illustrazioni di Roberto Olivetti

Occhiali da solo è il titolo del primo libro pubblicato da Giampiero Pizzol. Il libretto illustrato
magistralmente da Roberto Olivetti fu l’inizio di una lunga storia teatrale e cabarettistica. Infatti
il personaggio del solitario vitellone Ottavio Sozzi divenne protagonista di molte vicende. Si
affacciò alle pagine del Resto del Carlino con una rubrica umoristica estiva dal titolo L’Occhio
di Ottavio, fece udire la sua comica voce sulle onde di Radio 2, approdò allo schermo TV e alle
sagre locali. Ma oltre a queste incursioni diede vita insieme all’attore Giampiero Bartolini e al
regista toscano Angelo Savelli a una trilogia di spettacoli: Amamaz, Bagno di Nozze e La fattoria
dei Vitelloni. Dunque un personaggio che ha una vita scenica e artistica lunga quanto la via
Emilia e folle quanto la Riviera romagnola! Il racconto di queste tragicomiche vicende è il tema
portante dello spettacolo che, accompagnato dal fisarmonicista Bardh Jacovi e dalle illustrazioni
di Olivetti vuole seguire l’Odissea di questo vitellone felliniano: un clown nero e solitario in
cerca d’amore ma soprattutto in cerca di un pubblico a cui confidare le sue sfortunate imprese.
Del resto questo è ciò che avviene in tutti i Bar della nostra terra che sono davvero piccoli e
fantastici teatri!

                                 Lunedì 27 gennaio 2020 ore 18
     in occasione del Giorno della Memoria e in collaborazione con Fondazione Alfred Lewin

PAOLA SABBATANI
Uno strano e amaro raccolto
con Roberto Bartoli (contrabbasso) e Daniele Santimone (chitarra)
Paola Sabbatani, Roberto Bartoli e Daniele Santimone portano in scena brani tratti da testi di
contemporanei, protagonisti e testimoni della rivoluzione. Al centro dello spettacolo le canzoni
di Vladimir Vysotsky interpretate in lingua italiana da Paola Sabbatani ed eseguite in
arrangiamenti originali da Roberto Bartoli e Daniele Santimone. Vysotsky fu uno straordinario
poeta e cantautore, tra i più popolari in Russia, i cui versi non furono mai stampati perché contro
il regime di Stalin e censurati dalle autorità sovietiche. Così iniziò a cantare, accompagnato dalla
sua chitarra. Grazie a cassette registrate fortunosamente, la voce profonda, infiammata e dolente
di Vladimir “Volodja” Vysotsky diventa la voce di tutti coloro che si oppongono e dissentono dal
regime. Canta i perdenti che non si arrendono, gli sconfitti indomiti, gli idealisti disillusi.
Diventa il poeta più popolare del suo paese, senza che di lui sia mai stampato un singolo verso.
Celebrato poi in Italia da grandi cantautori come Capossela, Vecchioni, Guccini e Finardi:
quest’ultimo ha vinto il Premio Tenco nel 2008 con l’ensemble Sentieri Selvaggi e un progetto
sulle canzoni di Vysotsky con arrangiamenti di Boccadoro.

                                  Sabato 15 febbraio 2020 ore 18

MARINO BARTOLETTI
La squadra dei sogni. Il cuore sul prato (Ed. Gallucci)

Carlo e Dorian sono cresciuti insieme, condividendo tutto tra i banchi di scuola e il gruppo scout
di don Chilometro. “Fosse per me farei giocare soprattutto i peggiori, perché alla vostra età far
parte di una squadra è più importante che vincere. Ma visto che dobbiamo portare a casa ‘sta
coppa, cerchiamo di trovare una via di mezzo… Dai, vediamo cosa sapete fare! Questo che ho in
mano si chiama pallone: qualcuno di voi lo ha mai visto prima d’oggi?”. Ora però è arrivato il
momento della separazione: alle medie andranno in due istituti molto diversi e anche parecchio
rivali. I nuovi incontri e le pressioni dei genitori mettono a dura prova la loro amicizia, finché si
ritrovano avversari sul campo di calcio in un’emozionante partita tra le loro classi. E la posta in
gioco è molto più che un semplice trofeo... Marino Bartoletti, giornalista forlivese, ha condotto e
spesso ideato trasmissioni televisive storiche come “Il processo del lunedì”, “La Domenica
Sportiva”, “Pressing”, “Quelli che il calcio”. È stato direttore del “Guerin Sportivo” e
commentatore di tante edizioni del Giro d’Italia, della Champions League, dei Campionati
europei e mondiali di calcio e dei Giochi olimpici.

                                  Giovedì 20 febbraio 2020 ore 20

FINALE PRIMO HIP HOP CONTEST
in collaborazione con lo studio di registrazione L’Amor Mio non Muore

Serata conclusiva di Freestyle Rap con assegnazione del premio alla “Gangsta” vincitrice della
prima edizione del concorso Hip Hop. Il premio consisterà in una registrazione presso lo studio
L’Amor Mio non Muore con una produzione di n° 100 copie in Vinile. L’iniziativa è promossa
dall’etichetta discografica che fa capo allo studio di registrazione ed è supportata da: Romagnauto,
Daniele Alessandrini, Big Bar, Benso e Locanda Appennino.

                                   Giovedì 5 marzo 2020 ore 18

MICHELE DI GIACOMO
I fatti della Uno bianca
radiodramma da Le buone maniere di Michele Di Vito
regia e interprete Michele Di Giacomo
suono Fulvio Vanacore - produzione Alchemico Tre

A distanza di oltre 30 anni dal primo colpo della Banda della Uno bianca al casello autostradale
di Pesaro, risalente al 19 giugno 1987, il romagnolo Michele di Giacomo ne ripercorre le tappe
attraverso uno dei suoi protagonisti: Fabio Savi. Uno degli assassini più feroci della storia
italiana, che per anni, con i fratelli Alberto e Roberto, entrambi poliziotti, mise a segno decine di
rapine, uccise 24 persone e ne ferì un centinaio, incarnando fino all’arresto un incubo per
chiunque vivesse in Emilia-Romagna. In un serrato e rarefatto monologo Di Giacomo tenta di
indagare nell’animo umano per far luce su quell’istinto animale che porta a compiere azioni
scellerate, ripercorrendo la storia dell’assassino nella sua cella da ergastolano. Come un animale
in gabbia, Savi è obbligato a fare i conti con il suo passato e combatte con la sua coscienza con
grette giustificazioni in un flusso di pensieri che ne mettono in luce la personalità. È il ritratto di
un uomo comune che si è macchiato di tanti orribili delitti per un’avidità di denaro che ne ha
cancellato qualunque scrupolo morale.
Al Ridotto del Teatro Diego Fabbri Michele Di Giacomo interpreta in versione “radiodramma” lo
spettacolo Le buone maniere di Michele Di Vito, prodotto da Alchemico Tre.
Il pretesto è un’intervista che Savi deve rilasciare il giorno dopo, in cui il passato torna e si fa
sentire. In una notte senza riposo, la voce della coscienza si presenta in carne e ossa, come un
alterego che lo costringe a fare i conti col passato: dall'infanzia giù al fiume, al primo colpo al
Casello Autostradale di Pesaro, fino agli omicidi. Come raccontarsi, cosa raccontare? Forse la
verità: quegli anni di onnipotenza, quegli anni di paura, quegli anni che hanno lasciato
sull’asfalto vittime ingiustificate, senza un perché. Due flussi di coscienza interpretati e vissuti
da un solo attore in scena.

                                    Lunedì 23 marzo 2020 ore 18

SIMONE TONI
Dialogo con Diego Fabbri
drammaturgia di Simone Toni

Si celebrano i quarant’anni dalla scomparsa di Diego Fabbri, grande drammaturgo del ‘900, nel
Ridotto del Teatro che porta il suo nome, nella città che gli diede i natali. Un attore, conterraneo,
Simone Toni, festeggia i suoi quarant’anni proprio nel Ridotto di quello stesso Teatro.
Crede di essere il festeggiato, protagonista incontrastato della serata, quando entra in scena,
sommesso e curioso, Diego Fabbri.
La festa di compleanno si trasforma in una divertente diatriba sul senso del teatro, sull’importanza
della memoria, sulle prerogative del drammaturgo e sulla presunta importanza dell’attore sempre in
cerca dell’applauso. Per concludere trovandosi d’accordo sul fatto che il Teatro è soprattutto un
luogo che ci ospita e che ci sopravviverà, un luogo in cui si consuma un’arte faticosa e unica, che
dura una sera soltanto nelle anime degli spettatori e che sopravvive solo nella loro memoria.

Si ricorda inoltre che il RIDOTTO del TEATRO DIEGO FABBRI ospiterà gli Incontri con gli
Artisti della Stagione di Prosa 2019/2020, condotti da Pietro Caruso:

      sabato 2 novembre ore 18
    Ale e Franz e il cast di Romeo e Giulietta. Nati sotto contraria stella
      sabato 30 novembre ore 18
    Anna Maria Guarnieri, Giulia Lazzarini e il cast di Arsenico e vecchi merletti
      sabato 21 dicembre ore 18
    Arturo Cirillo e il cast di La scuola delle mogli
      sabato 11 gennaio ore 18
    Alessio Boni, Serra Yilmaz, Marcello Prayer e il cast di Don Chisciotte
      sabato 25 gennaio ore 18
    Bruno Stori, Valentina Sperlì e il cast di Il giardino dei ciliegi
      sabato 7 marzo ore 18
    Franco Branciaroli e il cast di I Miserabili
      sabato 21 marzo ore 18
    Vincenzo Salemme e il cast di Con tutto il cuore
       sabato 25 aprile ore 18
    Antonio Catania, Gianluca Ramazzotti, Paola Quattrini e il cast di Se devi dire una bugia
    dilla grossa

                          L’INGRESSO A TUTTI GLI INCONTRI
                       È GRATUITO FINO A ESAURIMENTO POSTI
                           Informazioni: www.accademiaperduta.it
                  Tel. 0543 26355 – teatrodiegofabbri@accademiaperduta.it
Puoi anche leggere