BEST PRACTICES delle Scuole della Pubblica Amministrazione delle attività internazionali Italiana
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BEST PRACTICES delle attività internazionali delle Scuole della Pubblica Amministrazione Italiana DIPARTIMENTO PA POLITICHE COMUNITARIE Pesidenza del Consiglio dei Ministri Ministero Affari Esteri DGRO - Istituto Diplomatico CIVILSCUOLADIFE a cura della Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione
BEST PRACTICES delle attività internazionali delle Scuole della Pubblica Amministrazione Italiana • Centro Alti Studi per la Difesa............................................................................................4 • Dipartimento per le Politiche Comunitarie ....................................................................8 • Formez PA ............................................................................................................................10 • Istituto Centrale di Formazione del Personale della Giustizia Minorile .................13 • Istituto Diplomatico ...........................................................................................................16 • Istituto Superiore di Studi Penitenziari..........................................................................19 • Scuola di Formazione e Perfezionamento del Personale Civile della Difesa.........23 • Scuola Superiore dell'Amministrazione dell'Interno..................................................25 • Scuola Superiore dell’Economia e delle Finanze .........................................................29 • Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione......................................................31 • Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione Locale.........................................35
BEST PRACTICES dEllE ATTIvITà InTERnAzIonAlI dEllE SCuolE dEllA PuBBlICA AmmInISTRAzIonE ITAlIAnA A partire dal mese di marzo 2010 i referenti delle relazioni internazionali delle scuole della Pubblica Amministrazione hanno dato vita ad un tavolo di confronto permanente con lo scopo di creare una sempre maggiore sinergia tra i diversi settori della Pubblica Amministrazione. È emersa una realtà ricca e complessa. Tra le altre cose, si è compreso che la diffusione delle cosiddette best practices meritava di essere diffusa e fatta conoscere al più vasto pubblico. In particolare, se un tempo non lontano l’esperienza di formazione all’estero era riservata a pochi fortunati, oggi l’interscam- bio di funzionari e dirigenti di paesi diversi è una realtà che è cresciuta e che merita di essere valorizzata e consolidata. Essa appare inoltre oggi fondamentale alla luce della legge n. 15/2009, che prevede per i nuovi dirigenti un periodo di permanenza all’estero, ove sperimentare assetti organizzativi e culture diversi da quelli esistenti in Italia. Nel futuro sarà poi necessario riflettere sull'eventuale creazione di un modello formativo comune per i futuri dirigenti dell’UE, così come sulle nuove sfide che giungono alle Scuole tramite le proposte di coo- perazione e formazione con Paesi che emergono con fatica da situazioni di guerra. Tali progetti potranno costituire nel prossimo futuro un ottimo terreno di collaborazione tra i diversi settori della Pubblica Amministrazione italiana e non solo. L’auspicio è che le best practices, messe in comune nel campo internazionale possano moltiplicarsi e coinvolgere un numero sempre maggiore di dirigenti e funzionari dello Stato. La convinzione è che il cambiamento che sta investendo la Pubblica Amministrazione ed i suoi dipen- denti vedrà nelle Scuole italiane le protagoniste e le portatrici di una cultura innovativa, a livello euro- peo e mondiale. Prof. Giovanni TRIA PRESIDENTE SSPA 3
CEnTRo AlTI STudI PER lA dIfESA MINISTERO DELLA DIFESA CEnTRo AlTI STudI PER lA dIfESA La cooperazione internazionale si inserisce nel disegno generale del sistema formativo degli Ufficiali su- periori delle Forze Armate, allo scopo di sviluppare le capacità direttive in contesti multinazionali, in- terforze e interagency e in situazioni di crescente complessità, imprevedibilità, che richiedono compe- tenze professionali sempre più complesse. La cooperazione è concepita in armonia con le linee guida di politica estera e di sicurezza italiana e si sviluppa in attività bilaterali, multilaterali/regionali o inter- nazionali (NATO e UE). Le modalità adottate (conferenze e seminari, workshop, esercitazioni, moduli didattici e corsi) variano in funzione degli obiettivi che si prefigge il CASD, e in particolare l’Istituto Alti Studi per la Difesa (IASD), per la formazione dell’alta dirigenza, e l’Istituto Superiore di Stato Maggiore Interforze (ISSMI), per la formazione pre-di- rigenziale. Dagli anni 2001-2003 si assiste ad un rapido incremento delle attività di cooperazione (in numero, durata, complessità e impatto sulle organizzazioni militari nazionali), in partico- lare nell’ambito delle iniziative avviate con il NATO Defence College (NDC) e l’European Security and Defence College (ESDC). In sin- tesi la cooperazione assume carattere di ri- sorsa irrinunciabile per lo sviluppo di una formazione efficace, sia per il CASD che per la gran parte degli istituti esteri equivalenti. Palazzo Salviati, sede del Centro Alti Studi per la Difesa. COLLOQUI BILATERALI TRA GRUPPI DI FREQUENTATORI DEI CORSI Allo stato attuale, vengono svolte regolarmente attività bilaterali con la maggior parte dei Paesi medi- terranei e dell’Europa orientale. Tali attività comprendono i colloqui tra i frequentatori di corsi equiva- lenti su temi di comune interesse, preventivamente concordati con gli istituti partner. Esse completano sotto il profilo pratico-applicativo l’insegnamento tradizionale a carattere accademico. Inoltre consento- no di offrire ai frequentatori italiani opportunità molto utili per esercitarsi nell’impiego pratico della lin- BEST PRACTICES dEllE ATTIvITà InTERnAzIonAlI dEllE SCuolE dEllA PuBBlICA AmmInISTRAzIonE ITAlIAnA 4
CEnTRo AlTI STudI PER lA dIfESA gua inglese e abituarsi al lavoro in contesti diversi da quello abituale (analisi di situazioni, elaborazione di documenti condivisi, pianificazione di missioni, ecc.). Mediamente i due Istituti del CASD (IASD e ISSMI) realizzano complessivamente 6-8 attività all’anno, con il coinvolgimento di gruppi variabili tra i 5 e i 15 frequentatori per ogni attività (ogni gruppo è as- sistito da 1-2 Ufficiali del quadro permanente). Ogni attività si sviluppa su 4-5 giorni, di cui mediamente 2 o 3 dedicati a conferenze su argomenti di interesse per l’approfondimento del tema principale e la preparazione in gruppo dello studio da presentare l’ultimo giorno. L’attività spesso è arricchita da visite professionali e/o culturali. Nel corso di un anno accademico, tale schema viene generalmente applicato nelle sedi dei due Istituti interessati. COLLOQUI, SEMINARI ED ESERCITAZIONI CONGIUNTE MULTILATERALI Lo IASD svolge colloqui quadri-laterali con gli istituti equivalenti di Francia, Portogallo e Spagna. Essi costituiscono un foro di discussione tra frequentatori dei corsi di formazione dell’alta dirigenza militare e civile dei paesi citati, sulle problematiche di sicurezza dell’area mediterranea. I colloqui si tengono a rotazione in una delle sedi degli Istituti citati, con conferenze e lavori di gruppo, su un unico macro te- ma, articolato in quattro argomenti specifici oggetto di studio dei gruppi di frequentatori. Il programma viene definito a cura dell’Istituto ospitante, che a turno ricopre il ruolo di coordinatore. I gruppi di la- voro, a componente multinazionale, sono quattro, in modo da attribuire a frequentatori di ogni nazione rappresentata la presidenza di un gruppo. Al temine dell’attività i gruppi presentano un sintetico rap- porto sullo studio svolto. L’ISSMI adotta la modalità delle esercitazioni congiunte, più rispondenti all’esigenza di sviluppo delle capacità degli Ufficiali di SM di operare in stati maggiori multinazionali. La più importante è la Combi- ned Joint European Exercise (CJEX) con gli Istituti superiori di SM di Francia, Germania, Regno Unito e Spagna. Il tema riguarda la pianificazione di una operazione di supporto alla pace da svolgere in un’area geografica fittizia. L’esercitazione consente l’applicazione delle metodologie di pianificazione operativa, con un utilizzo della lingua inglese più ampio e approfondito rispetto ad altre attività. Essa si sviluppa su dieci giorni complessivi, una volta l’anno e contemporaneamente nei 5 Istituti, dove si costituiscono gruppi multinazionali di frequentatori dei ri- spettivi corsi. Per la sua organizzazio- ne, i responsabili degli Istituti si riuni- scono per valutare i risultati, decidere gli eventuali aggiornamenti dello sce- nario operativo e definire tutti gli aspetti organizzativi. Uno degli Istituti, a rotazione biennale, svolge il ruolo di coordinatore. L’alto valore dei risultati formativi conseguiti ha indotto le Dire- zioni dei cinque Istituti a considerare L’Amm. Giampaolo Di Paola, Chairman del Comitato Militare della NATO, la CJEX come l’evento più qualificante in teleconferenza dal CASD con gli Istituti britannico e spagnolo partecipanti alla CJEX 2009 BEST PRACTICES dEllE ATTIvITà InTERnAzIonAlI dEllE SCuolE dEllA PuBBlICA AmmInISTRAzIonE ITAlIAnA 5
CEnTRo AlTI STudI PER lA dIfESA nel ciclo di preparazione dei rispettivi frequentatori nelle materie a carattere operativo-dottrinale. Essa inoltre costituisce la base di sviluppo di un network di cooperazione tra i cinque Istituti per la realizza- zione di altre attività comuni ed armonizzare i rispettivi programmi didattici. Il CASD partecipa anche all’iniziativa “5+5 Defence College”, un college virtuale cui partecipano 5 Paesi Europei (Francia, Italia, Malta Portogallo e Spagna) e 5 Paesi dell’Africa Nord occidentale (Algeria, Libia, Marocco, Mauritania e Tunisia) nato per creare una cultura della sicurezza globale nei quadri direttivi e nei dirigenti militari e civili dei Paesi delle due sponde del Mediterraneo. CONFERENZE E NETWORK PER LA FORMAZIONE INTERNAZIONALE Nascono dalle esigenze di un continuo scambio di idee e soluzioni, di acquisire nuove expertise e va- lorizzare le proprie “pratiche eccellenti”, di realizzare attività formative a favore delle principali organiz- zazioni inter e sovranazionali, NATO e UE. Il CASD partecipa alla Conferenza dei Comandanti degli Istituti di formazione superiore dei paesi NATO, PfP e del Dialogo mediterraneo, organizzata dal NATO Defence College. Concettualmente essa rappre- senta un “network di imprese” che offre opportunità per sviluppare gli strumenti formativi più idonei a far fronte alla complessità crescente del contesto strategico. Essa concretizza un processo di convergen- za dei sistemi formativi, standardizzazione e certificazione degli studi e consente agli Istituti di diffon- dere il proprio modello culturale all’esterno. Sotto il profilo organizzativo, la Conferenza si svolge an- nualmente, preceduta da una riunione preparatoria con i rappresentanti degli Istituti interessati. Essa verte su un unico macro-tema concordato, con alcune key-note lecture da parte di alti responsabili della NATO o dei singoli Paesi e approfondimenti su 3 o 4 argomenti più specifici a cura di gruppi di Co- mandanti/Direttori ed eventuali esperti invitati. Il CASD interviene per presentare le proprie best practice e attività innovative o di interesse generale. Il CASD è anche membro dell’European Security and Defence College (ESDC), che per decisione dei Paesi membri dell’UE è un network di Istituti di formazione, civili e militari, nel settore della sicurezza e difesa. L’ESDC organizza un programma annuale di corsi di vari tipologia e durata, per familiarizzare il personale di tutti i Paesi membri sui vari aspetti della Common Security and Defence Policy (CSDP), incrementare la capacità di lavoro nelle istituzioni UE e nelle missioni/operazioni di gestione delle crisi. I corsi sono indirizzati al personale di tutte le amministrazioni pubbliche, a vari livelli (decision makers, senior staff, working level) e di diverse specializzazioni (pubblica informazione, pianificatori operativi, security sector reform, legal advisor, ecc.). Sotto il profilo organizzativo, l’ESDC si compone di tre elementi, un Comitato Direttivo (formato dai rappresentanti dei 27 Paesi membri – responsabile degli indirizzi generali e di tutte le decisioni a livello di policy), un Consiglio Accademico (formato dai rappresentanti degli Istituti membri del network – responsabile della realizzazione dei corsi, di valutare risultati e proporre soluzioni migliorative) e un Segretariato permanente (con sede a Bruxel- les a supporto dell’attività dei comitati e dei corsi svolti in quella sede). Il CASD contribuisce con la partecipazione di due suoi Ufficiali alle riunione dei comitati, organizzando annualmente un corso/modulo didattico di una settimana e/o contribuendo all’organizzazione di tali attività svolte presso altri Istituti del network. BEST PRACTICES dEllE ATTIvITà InTERnAzIonAlI dEllE SCuolE dEllA PuBBlICA AmmInISTRAzIonE ITAlIAnA 6
CEnTRo AlTI STudI PER lA dIfESA Dal 2009 inoltre, l’ESDC sostiene l’European initiative for the exchange of young officers, inspired by Erasmus (per semplicità “Erasmus militare”), allo scopo di incrementare l’interoperabilità tra le Forze Ar- mate europee, mediante una più stretta cooperazione tra Accademie militari e incentivando gli scambi tra Allievi come avviene nelle università civili. L’ESDC ha attivato un apposito Implementation Group, presieduto anch’esso da un ufficiale del CASD. CEnTRo AlTI STudI PER lA dIfESA - CASd Missione: il Centro Alti Studi per la Difesa, è l’Ente di più elevato livello nel settore della formazione in- terforze. Su direttiva dello Stato Maggiore della Difesa, il CASD ha la responsabilità: m degli studi e della ricerca strategica nel campo della Difesa e Sicurezza nazionale; m dell’alta formazione dirigenziale; m della formazione superiore interforze. Piazza della Rovere, 83 - 00165 ROMA www.casd.difesa.it Presidente: Ammiraglio di Squadra Marcantonio TREVISANI Ufficio Coordinamento della Formazione Interforze: Responsabile: C.F. Cesare CIOCCA Tel. 06 4691 3104 - Fax 06 6880 2099 e-mail: formazione.interforze@casd.difesa.it BEST PRACTICES dEllE ATTIvITà InTERnAzIonAlI dEllE SCuolE dEllA PuBBlICA AmmInISTRAzIonE ITAlIAnA 7
dIPARTImEnTo PER lE PolITIChE ComunITARIE DIPARTIMENTO POLITICHE COMUNITARIE Pesidenza del Consiglio dei Ministri PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI dIPARTImEnTo PER lE PolITIChE ComunITARIE MASTER DI II LIVELLO IN "ESPERTO FINANZIAMENTI EUROPEI" Il Dipartimento Politiche Comunitarie ha promosso e organizzato, insieme alle Università di Roma ("La Sapienza", "Tor Vergata", "Roma Tre" e "LUISS"), il Master di II livello in "Esperto finanziamenti europei". La prima edizione del corso, della durata di 12 mesi, è stata avviata a febbraio 2010. L'attività didattica si svolge presso la Facoltà di Economia "Federico Caffè" dell’Università degli Studi Roma Tre. Al termine del Master verrà rilasciato un diploma di master universitario in "Esperto Finanziamenti Europei", che darà diritto a 60 crediti complessivi. L'obiettivo del Master è quello di formare figure professionali altamente qualificate, creando un’eccel- lenza in grado di seguire al meglio sul piano normativo ed operativo le politiche per l’accesso ai fondi comunitari. Il master si propone da un lato di preparare professionalità in grado di contribuire alla cor- retta e tempestiva gestione dei fondi pubblici comunitari, di limitare il tasso di irregolarità dei progetti di finanziamento e di prevenire la commissione di irregolarità e frodi ai danni del bilancio dell’Unione Europea. Dall’altro, di formare esperti nelle procedure operative per la presentazione di richieste, ge- stione e valutazione delle performance collegate alle diverse tipologie di finanziamenti europei all'in- terno di Amministrazioni pubbliche, delle Agenzie, degli Enti Pubblici territoriali (regionali e locali) e di altre realtà pubbliche e private quali aziende e studi professionali comunque aventi titolo a beneficiare di finanziamenti europei. Il Master è rivolto a laureati (lauree quadriennali e lauree specialistiche) in Economia, Giurisprudenza, Scienze Politiche, a dipendenti della pubblica amministrazione e/o di aziende private, in possesso di laurea quadriennale o specialistica, che stiano svolgendo (o siano designati a svolgere) incarichi in qua- lità di dirigenti o funzionari preposti nell’ambito delle risorse finanziarie e dell'amministrazione generale delle risorse disponibili. Sono ammessi studenti con titolo estero secondo le modalità previste nel rego- lamento. Considerata l’importanza di formare una pubblica amministrazione in grado di coniugare trasparenza ed efficienza e di muoversi con competenza nella gestione dei programmi e dei progetti finanziati con fon- di europei, si è cercato di incentivare la partecipazione al Master del personale della Pubblica Ammini- strazione, prevedendo agevolazioni nelle quote di ammissione al corso per le amministrazioni con un BEST PRACTICES dEllE ATTIvITà InTERnAzIonAlI dEllE SCuolE dEllA PuBBlICA AmmInISTRAzIonE ITAlIAnA 8
dIPARTImEnTo PER lE PolITIChE ComunITARIE numero di iscritti superiore a tre. Sempre con la finalità di agevolare la frequenza ai corsi da parte del personale della amministrazioni ma anche di professionisti o dipendenti di altre realtà private, le lezioni sono state distribuite in tre giornate settimanali di 4 ore ciascuna, concentrate nel fine settimana (giovedì e venerdì pomeriggio e sabato mattina) e alternate a momenti di formazione a distanza. Nella prima edizione, già avviata, circa il 40% degli iscritti al Master è rappresentato da appartenenti alla Pubblica Amministrazione. Il Master si articola in una parte generale e di una specialistica con moduli interdisciplinari, attività di- dattica frontale, altre forme di addestramento, studio guidato, didattica interattiva, studio e preparazione individuale, e prevede un eventuale periodo di tirocinio, e/o stage, presso aziende, enti pubblici e pri- vati ed imprese in regime di convenzione con l'ateneo. Il Master è strutturato sulla base di un approccio multidisciplinare e interdisciplinare innovativo, nel qua- le vengono sviluppate, oltre alle conoscenze teoriche, le capacità, le competenze e le abilità pratiche necessarie a operare in modo concreto ed efficace nell’ambito della gestione dei fondi europei. L’ap- proccio innovativo del Master consiste nel bilanciare adeguatamente l’attività didattica svolta dai pro- fessori universitari esperti nel settore (provenienti dalle quattro Università firmatarie e da altre Università italiane) con quella offerta da operatori e rappresentanti delle istituzioni con professionalità ed espe- rienza con riferimento agli specifici argomenti trattati. Per favorire l’approccio interdisciplinare e la con- cretezza dell’insegnamento, ogni modulo del master è coordinato da un professore universitario e un operatore del settore esperto della materia. dIPARTImEnTo PER lE PolITIChE ComunITARIE Piazza Nicosia, 20, 00186 Roma Tel: 06.67791 - Fax: 06.6779.5342/5326 e-mail:info@politichecomunitarie.it - Sito web: www.politichecomunitarie.it Ufficio di Segreteria del Comitato interministeriale per gli affari comunitari europei - CIACE Coordinatore: Min. Plen. Massimo GAIANI Ufficio Cittadinanza europea Direttore Generale: Dott.ssa Anna Maria VILLA BEST PRACTICES dEllE ATTIvITà InTERnAzIonAlI dEllE SCuolE dEllA PuBBlICA AmmInISTRAzIonE ITAlIAnA 9
FORMEZ PA PA DIPARTIMENTO DELLA FUNZIONE PUBBLICA DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI FORMEZ PA Centro servizi, assistenza, studi e formazione per l’ammodernamento delle P.A. LE ATTIVITÀ DI INSTITUTION CAPACITY BUILDING IN FAVORE DEI PAESI DEI BALCANI OCCIDENTALI E DELLA SPONDA SUD DEL MEDITERRANEO Il Twinning – la cooperazione amministrativa quale duplice strumento di crescita delle competenze: per i funzionari delle amministrazioni beneficiarie e per i funzionari degli Stati Membri. Negli ultimi anni le attività internazionali di Formez PA sono state orientate a supporto dell’apertura in- ternazionale della P.A centrale e locale, processo questo che, da un lato, consente un mutuo scambio di conoscenze tra diversi paesi, con conseguente reciproco arricchimento di esperienze e di metodologie di sviluppo della competitività, dall’altro, implica la necessità di un confronto e un adeguamento perma- nente agli standard europei in continua evoluzione, per rendere “esportabile” la nostra P.A. con le con- seguenti evidenti ricadute sulla “credibilità” del sistema paese. Internazionalizzazione, modernizzazione e innovazione sono elementi interconnessi verso cui deve ten- dere ogni amministrazione europea; essi generano bisogni nuovi per l’insieme dei funzionari e sono sempre più condivise dalle amministrazioni nazionali e locali anche quando queste non sono direttamente coinvolte nelle questioni europee ed internazionali. Le norme europee (basti ricordare quelle in materia di concorrenza), l’obbligo più cogente di riduzioni dei costi e di una gestione più trasparente, la necessità di gestire informazioni non prodotte nel nostro paese dovranno diventare patrimonio comune delle nostre amministrazioni a tutti i livelli. Tutto ciò comporterà non solo un processo di co-amministrazione da gestire con altri paesi europei ed una maggiore efficienza ed efficacia, ma anche un’apertura culturale delle professionalità legate alla funzione pubblica. L’apertura internazionale ed europea che Formez PA ha portato avanti in questi anni e che intende potenziare, vuole quindi contribuire al rafforzamento delle competenze manageriali e organizzative delle amministrazioni a livello locale e centrale che l’internazio- nalizzazione porta con sé. In tale quadro un’attenzione particolare è stata prestata al Twinning, strumento strategico della coope- razione interistituzionale e del processo di Institution Capacity Building che si sostanzia nel concreto tra- sferimento di competenze e prassi amministrative, soluzioni organizzative e procedurali tra Amministrazioni omologhe chiamate a lavorare in stretta collaborazione, e il cui elemento chiave è il ca- BEST PRACTICES dEllE ATTIvITà InTERnAZIOnAlI dEllE SCuOlE dEllA PuBBlICA AMMInISTRAZIOnE ITAlIAnA 10
FORMEZ PA pitale umano al centro dell’azione amministrativa. Le Amministrazioni Pubbliche sono infatti il motore di tali progetti, giocando un ruolo fondamentale nella loro implementazione, con il supporto, ove neces- sario, di enti accreditati (i c.d. “mandated bodies”) con significative esperienze nell’applicazione dell’ac- quis communautaire. Formez PA in qualità di Mandated Body del Dipartimento della Funzione Pubblica ha agito nei Twinning sia come attore principale nei rispettivi ambiti di competenza istituzionale, che come “facilitatore” della partecipazione italiana, svolgendo attività di informazione, formazione, assistenza tecnica e affiancamento delle amministrazioni centrali e locali anche nell’ambito del Programma di Empowerment delle ammini- strazioni pubbliche del Mezzogiorno voluto dal Dipartimento della Funzione Pubblica per supportare l’internazionalizzazione delle PA. Lanciati nel 1998 nell’ambito del programma PHARE per l’assistenza ai Paesi Candidati nel processo di pre-adesione, i Twinning sono ritenuti dalla Commissione Europea una modalità operativa eccellente nel processo di Institutional Capacity Building e di rafforzamento dei sistemi amministrativi e territoriali. La valutazione positiva dei risultati registrati nell’applicazione dei gemellaggi amministrativi ha portato ad una estensione dello strumento come modalità attuativa dei programmi CARDS, TACIS e MEDA, di- venendo uno dei principali strumenti per l’attuazione della Politica Europea di Vicinato e di Pre Adesione, interessando rispettivamente i Paesi ENPI e IPA. Alla base del twinning vi è una richiesta di “aiuto” da parte delle amministrazioni beneficiarie veicolata dalla Commissione Europea cui gli Stati Membri rispondono con una propria proposta di intervento che, una volta selezionata dall’amministrazione beneficiaria, si concretizza nell’impegno comune, contrat- tualmente assunto, di lavorare in stretta collaborazione per il raggiungimento di risultati obbligatori se- condo una logica di mutual learning. Il Twinning non è, dunque, un trasferimento “unilaterale” di expertise e competenze, quanto piuttosto un esempio di cooperazione amministrativa finalizzata a trovare, sulla base dell’esperienza maturata dagli SM, le soluzioni e i meccanismi amministrativo-procedurali, il quadro normativo-istituzionale e gli assetti organizzativi più confacenti al contesto del paese beneficiario per l’ottimale implementazione dell’acquis communautaire. I Twinning si possono considerare un investimento istituzionale di lungo periodo e presentano indiscu- tibilmente numerosi punti di forza, in primis: m l’elemento di crescita professionale, culturale e motivazionale per i funzionari pubblici che svolgendo missioni di breve periodo all’estero presso le amministrazioni beneficiarie, si aprono alla condivisione e al confronto con i colleghi degli altri paesi, esperienza foriera di gratificazioni e stimoli preziosi per il miglioramento della propria attività nell’amministrazione di appartenenza e, più in generale, dell’ef- ficienza amministrativa nel suo complesso; m il networking e il consolidamento di un ampio ventaglio di relazioni che sono prima di tutto umane, ma che diventano poi amministrative e politiche, nella misura in cui viene facilitata l’interlocuzione tra quegli stessi soggetti che poi siedono l’uno accanto all’altro nei comitati e nei tavoli di lavoro a li- vello europeo; m la ricaduta sui sistemi territoriali; m le opportunità di collaborazione bilaterali che ne possono scaturire BEST PRACTICES dEllE ATTIvITà InTERnAZIOnAlI dEllE SCuOlE dEllA PuBBlICA AMMInISTRAZIOnE ITAlIAnA 11
FORMEZ PA Per quanto attiene ai punti di debolezza, questi derivano in via principale dalle difficoltà incontrate dalle nostre amministrazioni di lavorare in un’altra lingua e dalla percezione che le attività all’estero si traducano in un sovraccarico di lavoro, non funzionale all’espletamento dell’attività ordinaria all’interno dell’ammi- nistrazione. Questi elementi, se letti al contrario, danno preziose indicazioni sulle aree e le competenze su cui le amministrazioni italiane dovrebbero continuare a lavorare per poter essere competitive; investire sulle conoscenze linguistiche del proprio capitale umano e sull’adozione di soluzioni organizzative che rendano possibile capitalizzare i benefici derivanti dai gemellaggi, appaiono elementi imprescindibili per proseguire in una direzione sempre più europea. Quasi un decennio di attività in questo ambito a fianco delle amministrazioni centrali e regionali ha ben chiarito che molti progressi sono stati fatti e che le amministrazioni sono più “preparate” ad agire in am- bito Twinning, come confermato dai dati relativi alla crescente partecipazione italiana ai gemellaggi ri- spetto ai primi anni di avvio; tuttavia molto resta ancora da fare e Formez PA, in linea con la propria mission, continuerà a lavorare al fianco delle amministrazioni pubbliche per supportarne il processo di internazionalizzazione e consolidarne gli effetti. FORMEZ PA - CEnTRO SERvIZI, ASSISTEnZA, STudI E FORMAZIOnE PER l’AMMOdERnAMEnTO dEllE P.A. Missione: Formez PA opera a supporto delle riforme e della diffusione dell’innovazione amministrativa, cura la qualificazione del personale delle amministrazioni regionali e locali e l’acquisizione di nuove pro- fessionalità anche tramite corsi-concorsi, eroga formazione e assistenza tecnica alle amministrazioni re- gionali e locali per la modernizzazione e l’innovazione delle strutture organizzative in funzione dello sviluppo economico ed occupazionale del territorio, l’ottimizzazione dell’utilizzo dei Fondi Strutturali, il miglioramento dei servizi ai cittadini e della comunicazione pubblica, l’internazionalizzazione delle am- ministrazioni pubbliche e lo sviluppo di progetti di cooperazione internazionale volti al rafforzamento dei sistemi amministrativi. Viale Marx, 15, 00137 ROMA Tel: 06.84891 Sito web: www.formez.it - www.formez.eu Presidente Carlo FLAMMENT Ufficio Relazioni Internazionali Responsabile: Giulio ARTEGIANI Tel. 06/84893489 - Fax 06/84893492 e-mail gartegiani@formez.it Ufficio Attività Internazionali: Responsabile: Saveria SPEZZANO Tel. 06/84892312 - Fax 06/84892357 e-mail sspezzano@formez.it BEST PRACTICES dEllE ATTIvITà InTERnAZIOnAlI dEllE SCuOlE dEllA PuBBlICA AMMInISTRAZIOnE ITAlIAnA 12
ISTITuTo CEnTRAlE dI FoRmAzIonE DIPARTIMENTO DELLA GIUSTIZIA MINORILE MINISTERO DELLA GIUSTIZIA ISTITuTo CEnTRAlE dI FoRmAzIonE L’Istituto Centrale di Formazione della Giusti- zia Minorile, posto che i programmi formativi sono generalmente orientati al sostegno per- manente dei servizi nella ricomposizione di processi divergenti e nella produzione di nuovo sapere, pone al centro dei propri obiettivi, insieme con l’area della formazione istituzionale e con quella della formazione permanente, l’area della formazione a livello internazionale. Tali aree sono quelle che si sono venute con- ICF, sede di Roma solidando nel precedente biennio e sintetiz- zano l’attuale campo di azione dell’Istituto Centrale di Formazione. Per quanto riguarda l’area internazionale, particolare attenzione è stata posta alla formazione rivolta a funzionari della pubblica amministrazione di diversi Paesi europei, nell’ottica di un positivo scambio e comparazione di procedure, attività e funzioni. CONVENZIONE ITALIA - FRANCIA In tale ambito, riveste una particolare importanza, fra le “best pracices” da segnalare, la Convenzione in atto con la “Ecole nationale de protection judiciaire de la jeunesse” del Ministère de la Justice francese per la realizzazione di stages formativi rivolti ai direttori neo-assunti dei servizi della Giustizia Minorile in Francia. La Convenzione è stata attuata sulla base di una richiesta rivolta al nostro Istituto da parte del Ministero della Giustizia francese, in quanto nei contratti di lavoro collettivi della pubblica amministrazione in Fran- cia è previsto, per i funzionari neo-assunti, all’interno del corso di formazione di primo ingresso, uno stage di un mese in un paese europeo. BEST PRACTICES dEllE ATTIvITà InTERnAzIonAlI dEllE SCuolE dEllA PuBBlICA AmmInISTRAzIonE ITAlIAnA 13
ISTITuTo CEnTRAlE dI FoRmAzIonE CONVENZIONE ITALIA - BRASILE Nella stessa direzione è in atto di formalizzazione un Protocollo d’Intesa con il Ministero dell’Istruzione brasiliano per la realizzazione di corsi di formazione integrata con docenti di alcune scuole medie supe- riori del sud del Brasile sui temi dell’intervento sociale ed educativo nei confronti dei componenti delle gang giovanili urbane. PROGETTO EUROPEO “MAFIA MINORS” All’interno dei progetti di cooperazione internazionale rivolti a Paesi non appartenenti all’Unione Europea, nell’anno 2008 alcuni componenti dello staff formativo di questo Istituto, in particolare della sede presente in Sicilia, hanno partecipato al progetto “Mafia minors”, finanziato dall’Unione Europea, che ha visto come partner internazionali, oltre all’Italia ed all’Albania, anche la Germania, la Spagna ed il Belgio. Il progetto ha previsto la realizzazione di una ricerca, nei paesi indicati, sui minori coinvolti in attività di criminalità organizzata a livello internazionale ed i nostri formatori hanno partecipato, oltre che alla rea- lizzazione della ricerca, anche con attività di consulenza tecnica e di docenza. PROGETTO “CCC” (COMUNICAZIONE COSTRUTTIVA) È importante segnalare che anche nei confronti della Polizia Penitenziaria sono state realizzate attività formative specifiche sul colloquio motivazionale in collaborazione con esperti e docenti olandesi, nel- l’ottica del supporto a chi opera con adolescenti devianti, nella convinzione che tali competenze trava- licano i confini nazionali. PROGETTO ANGOLA - MOZAMBICO Uno dei progetti internazionali che hanno avuto migliore ricaduta rispetto ai risultati attesi è stato quello portato avanti, dal 2007 al 2009, in collaborazione con l’UNICRI e con le Nazioni Unite, in Angola e Mo- zambico, che ha dapprima visto il Dipartimento Giustizia Minorile e questo Istituto Centrale di Formazione collaborare alla realizzazione del primo Co- dice di Procedura Penale minorile in Mozam- bico e, successivamente, collaborare alla progettazione ed alla conduzione di diversi percorsi formativi rivolti a Magistrati minorili, forze di Polizia, funzionari ed educatori del- l’omologo Dipartimento Giustizia Minorile del paese africano, dapprima in Italia e suc- cessivamente in Mozambico; lo staff dell’ICF ha inoltre partecipato, in Mozambico, alla realizzazione dei primi Istituti penali e comu- nità per minori specializzate nella risocializ- zazione e nella riabilitazione di minorenni sottoposti a procedimento penale. ICF, sede di Castiglione BEST PRACTICES dEllE ATTIvITà InTERnAzIonAlI dEllE SCuolE dEllA PuBBlICA AmmInISTRAzIonE ITAlIAnA 14
ISTITuTo CEnTRAlE dI FoRmAzIonE PROGETTO “IN&OUT” Si segnala, inoltre, che questo Istituto è stato partner, lo scorso anno, insieme con la Regione Sicilia, del progetto “IN&OUT”, che ha previsto attività di implementazione e formazione dedicate agli operatori degli Istituti Penali Minorili siciliani, in collaborazione con uno dei massimi esperti a livello internazionale nel campo del colloquio motivazionale, il Prof. William Rìchard Miller, Professore emerito di Psicologia e Psichiatria presso l’Università del New Mexico. SEMINARI E DELEGAZIONI INTERNAZIONALI L’Istituto Centrale di Formazione svolge, inoltre, attività di ospitalità di delegazioni internazionali fornendo il proprio contributo tecnico sui temi della Giustizia Minorile, finalizzate alla proposizione dell’ICF come polo culturale e formativo aperto alla “contaminazione” esterna. In quest’ottica, nel corso dell’anno 2010, sono già stati realizzati due seminari internazionali nei mesi di marzo ed aprile; il primo, lo scorso 9 marzo, dal titolo ““Adolescenti violenti in una società alla ricerca di sicurezza”, in collaborazione con Lonnie Athens, criminologo americano docente di criminologia presso il Department of Criminal Justice della Seton Hall University – New Jersey – esperto di crimini violenti, ed il secondo, i giorni 15 e 16 aprile, a conclusione del Progetto “Italian Network for Young Offenders’ Assessment and Treatment”, finanziato dalla Comunità Europea nell’ambito del programma “Prevenzione e lotta contro la criminalità” sulla sicurezza e la tutela della libertà. ISTITuTo CEnTRAlE dI FoRmAzIonE dEl PERSonAlE dEllA GIuSTIzIA mInoRIlE - ICF Missione: L’Istituto Centrale di Formazione ha la finalità di programmare, progettare, realizzare e valutare le attività formative rivolte a tutto il personale appartenente alle qualifiche dirigenziali, alle qualifiche fun- zionali ed al comparto sicurezza in servizio presso l’Amministrazione della Giustizia Minorile. Tale finalità si realizza in stretta interconnessione con gli obiettivi e le esigenze dell’organizzazione e si attua sulla base degli orientamenti programmatici del Dipartimento per la Giustizia Minorile relativi sia alle strategie di svi- luppo delle risorse umane, sia all’organizzazione del sistema degli interventi a favore dei minorenni sotto- posti a procedimento penale. Progetta attività di formazione ed aggiornamento per il personale appartenente al Comparto sicurezza e collabora alla realizzazione di attività formative a carattere internazionale sui temi della devianza giovanile con Enti ed agenzie formative di diversi paesi europei ed extra-europei. Via Giuseppe Barellai, 140, 00135 Roma Tel. 06 303311 - Fax 06 30331204 e-mail: icfp.roma.dgm@giustizia.it - Sito web: www.icf-giustizia.it Dirigente: Cira STEFANELLI BEST PRACTICES dEllE ATTIvITà InTERnAzIonAlI dEllE SCuolE dEllA PuBBlICA AmmInISTRAzIonE ITAlIAnA 15
ISTITuTo dIPlomATICo Ministero Affari Esteri DGRO - Istituto Diplomatico MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI ISTITuTo dIPlomATICo TIROCINI MAE-CRUI Il Ministero nel 2001 ha sottoscritto con la Fondazione CRUI una Convenzione per regolare lo svolgimento di tirocini presso l’Amministrazione centrale. La base normativa del documento è l’art. 18 della legge 24 giugno 1997, “norme in materia di promozione dell’occupazione” e il successivo regolamento d’attuazione (decreto del 25 marzo 1998, n. 142 del Ministro del lavoro). Sin dalla prima Convenzione l’Istituto Diplomatico venne incaricato della gestione di tutte le procedure. Competenza che è stata formalizzata con il decreto 034/0203 del 15 febbraio 2008. Il crescente successo dell’iniziativa (numero dei tirocinanti passato da 77 nel 2001 a 1.084 nel 2004) sug- gerì l’opportunità di un nuovo testo che disciplinasse la materia in maniera ancor più dettagliata. La Con- venzione attualmente in vigore è stata firmata il 24 marzo 2005 dall’allora Segretario Generale, Amb. Vattani e dal Presidente pro-tempore della Fondazione CRUI, Prof. Piero Tosi. Il Programma di tirocinio ha l’obiettivo di “avviare dottori, laureandi magistrali e dot- tori magistrali di cittadinanza italiana, par- ticolarmente meritevoli, su base volontaria, ai tirocini formativi e di orientamento che il Mi- nistero offrirà presso le sue sedi in Italia e al- l’estero. I tirocini hanno come obiettivo l'acquisizione di una conoscenza diretta e concreta di aspetti di attività svolte dalla Pub- blica Amministrazione nel settore delle rela- zioni internazionali, al fine di integrare il percorso formativo universitario del laure- ando o di agevolare le scelte professionali dei Istituto diplomatico, sede neo-laureati.” (art. 3). BEST PRACTICES dEllE ATTIvITà InTERnAzIonAlI dEllE SCuolE dEllA PuBBlICA AmmInISTRAzIonE ITAlIAnA 16
ISTITuTo dIPlomATICo Il programma è strutturato su tre periodi di tirocinio di tre mesi ciascuno. Vengono offerti posti presso: Ambasciate, Rappresentanze Permanenti presso Organiz- zazioni Internazionali, Consolati, Uffici degli Addetti Scientifici, Istituti di Cultura, Uffici del Ministero, Uffici dei Consiglieri Diplomatici. Nel 2009 sono stati assegnati circa 1.400 tiro- cini a fronte di 17.752 candidature. Prima della pubblicazione di ogni bando di Istituto diplomatico, sede offerta dei posti, viene effettuato un monito- raggio, in collaborazione con l’Unità di Crisi, dei Paesi che non offrono adeguate garanzie di sicurezza. La Convenzione con la CRUI garantisce al Ministero alcuni indiscutibili vantaggi. m Un bacino d’utenza costituito dalle Università che aderiscono al Programma, che sono ormai la quasi totalità delle Università italiane, sia statali che private, quindi, tutti i corsi di laurea, anche quelli ad in- dirizzo scientifico, ivi compresi poli di assoluta eccellenza. Ciò ha permesso di accogliere richieste da parte di Sedi di poter disporre di tirocinanti con elevato profilo per seguire eventi di particolare rilievo tecnico-scientifico. m Criteri di selezione assolutamente trasparenti. La selezione, infatti è esplicitamente regolata dalla citata Convenzione secondo le seguenti modalità: “La selezione definitiva dei dottori, laureandi magistrali e dottori magistrali da avviare ai tirocini viene effettuata, con le procedure e i criteri di cui al punto 7 del Programma, congiuntamente dall’Istituto Diplomatico e dalla Fondazione CRUI in apposite riunioni periodiche”. (Art. 7). Tra le procedure cui si fa riferimento nell’articolo va ricordata soprattutto la griglia di valutazione predeterminata sulla cui base vengono attribuiti i punteggi. Inoltre, la presenza nelle riunioni di valutazione di personale dell’Istituto Diplomatico consente di ef- fettuare selezioni più rispondenti alle esigenze degli Uffici e delle Sedi richiedenti. INIZIATIVE DI FORMAZIONE POSTE IN ESSERE DAL MAE IN TEMA DI PREVENZIONE, ASSISTENZA E TUTELA DEI MINORI DALLO SFRUTTAMENTO SESSUALE E DALL’ABUSO SESSUALE L’Istituto Diplomatico del MAE “Mario Toscano” ha sinora organizzato tre corsi di informazione sulla lotta contro lo sfruttamento sessuale dei minori, organizzati in collaborazione con la ECPAT – ITALIA ONLUS, membro della rete internazionale ECPAT (“End Child Prostitution Pornography and Trafficking”) presente in oltre 70 paesi nel mondo, che si occupa di contrastare tale fenomeno in ogni sua forma. BEST PRACTICES dEllE ATTIvITà InTERnAzIonAlI dEllE SCuolE dEllA PuBBlICA AmmInISTRAzIonE ITAlIAnA 17
ISTITuTo dIPlomATICo Il Corso ECPAT è nato con l’obiettivo di sensibilizzare il personale del Ministero degli Affari Esteri destinato a prestare servizio presso le Ambasciate, i Consolati e gli istituti Italiani di Cultura, in Paesi considerati a rischio, perché meta di turismo sessuale. Al personale intervenuto, sono state fornite informazioni sulla normativa nazionale ed internazionale in materia, sugli strumenti a disposizione per contrastare il fenomeno, nonché sulle tipologie di comporta- mento da assumere nel caso in cui siano coinvolti connazionali. Sono stati organizzati un corso nel 2008 e due nel 2009 , che hanno consentito di formare complessiva- mente 170 dipendenti. I paesi di destinazione coinvolti sono: Europa (7 sedi ) America (8 sedi ) Africa (5 sedi ) e Asia (5 sedi ). Nel 2010 saranno organizzati altri due corsi (uno in giugno ed uno in novembre). L’Istituto Diplomatico ha altresì posto in essere un’ulteriore attività di informazione e divulgazione me- diante l’invio anche per via elettronica del materiale didattico fornito dall’ECPAT ai dipendenti in servizio all’estero interessati ma impossibilitati ad intervenire ai suddetti corsi. ISTITuTo dIPlomATICo “mARIo ToSCAno” - ISdI Missione: provvedere alla formazione ed al perfezionamento professionale del personale del Ministero degli Affari Esteri. Attendere alla preparazione degli aspiranti alla carriera diplomatica. curare la prepa- razione del personale di altre amministrazioni dello Stato, delle Regioni e degli enti locali, in vista di compiti o funzioni da svolgere all’estero, nonché degli aspiranti al servizio presso le Organizzazioni In- ternazionali. Presso l’Istituto Diplomatico possono altresì essere applicati per periodi di formazione o di aggiornamento professionale funzionari diplomatici di Paesi stranieri, anche in regime di reciprocità e secondo le modalità stabilite con decreto del Ministro. Via di Villa Madama 250, 00135 Roma Tel.: 06 3691 4800 - Fax: 06 3691 4828 e-mail: istituto.diplomatico@esteri.it - sito web: in preparazione Direttore: Emanuela D’ALESSANDRO BEST PRACTICES dEllE ATTIvITà InTERnAzIonAlI dEllE SCuolE dEllA PuBBlICA AmmInISTRAzIonE ITAlIAnA 18
ISTITuTo SuPERIoRE dI STudI PEnITEnzIARI DIPARTIMENTO DELL’AMMINISTRAZIONE PENITENZIARIA MINISTERO DELLA GIUSTIZIA ISTITuTo SuPERIoRE dI STudI PEnITEnzIARI RETE EUROPEA PER LA FORMAZIONE PENITENZIARIA Sul piano internazionale, l’Istituto Superiore in collaborazione con il Nucleo permanente progetti FSE ha dato impulso nel 2003 alla realizzazione di una Rete Europea per la formazione Penitenziaria, ot- tenendo i finanziamenti del programma comunitario Agis, per il progetto JAI/2003/AGIS/057 European Network of penitentiary training, 2003-2005, svolto in partenariato con lo Staff Training Centre of the Danish Prison and Probation Service, l’École Nationale d’Administration Pénitentiaire, lo Staff Training Center del Lithuanian Prison Department ed il Central Board of the Prison Service della Po- lonia. Nell’ottica di un continuo investimento sul capitale umano e nella consapevolezza dell’arricchimento cul- turale derivante dalla cooperazione transnazionale, l’Istituto Superiore ha promosso diverse iniziative di formazione rivolto al personale penitenziario non solo su scala europea, ma anche a livello interconti- nentale. A livello europeo sono stati consolidati ed ampliati i rapporti con le Scuole Penitenziarie europee con la definizione di un protocollo d’intesa con gli istituti di formazione penitenziaria di Francia, Belgio, Nor- vegia, Svezia, Spagna, Andorra, Svizzera, Croazia, Romania, Lituania. Per effetto della formalizzazione dell’accordo è stato istituito il Network of the European Correctional Training/Educational Centres (Rete euro- pea delle Scuole penitenziarie di forma- zione), che intende offrire una risposta decisa al fabbisogno di interazione espresso dalle Scuole stesse. L’accordo d’intesa formulato dalle Scuole pone al centro delle attività formative lo svi- luppo di una strategia comune per migliorare ISSP, sede di Roma la preparazione professionale del personale BEST PRACTICES dEllE ATTIvITà InTERnAzIonAlI dEllE SCuolE dEllA PuBBlICA AmmInISTRAzIonE ITAlIAnA 19
ISTITuTo SuPERIoRE dI STudI PEnITEnzIARI penitenziario, favorendo lo scambio e il tra- sferimento di conoscenze, precipuamente nel campo della formazione del personale e nella ricerca in ambito penitenziario, fra le singole unità di formazione penitenziaria europee aderenti. Essa, inoltre, provvederà a svilup- pare, a livelli nazionali ed europei, la coope- razione per promuovere e arricchire la formazione iniziale e continua del personale penitenziario incaricato dell’esecuzione pe- nale. Dovrà, per di più, contribuire a valoriz- zare l’immagine del personale e la conoscenza del mondo penitenziario nell’am- ISSP, sede di Roma bito della comunità esterna. Gli obiettivi condivisi del Network of the European Correctional Training/Educational Centres sono, dunque: m favorire gli scambi di conoscenze, contenuti, programmi e buone prassi fra i paesi aderenti; m facilitare la mobilità transnazionale del personale in formazione e dei formatori; m creare e sviluppare strumenti di comunicazione fra i diversi partner membri della Rete. La cooperazione riguarderà principalmente: m l’identificazione di modelli comuni di competenza e conoscenza specifiche nella pratica professionale penitenziaria; m le regole etiche e deontologiche; m la selezione e la formazione dei formatori; m la valutazione della formazione; m i modelli scientifici di riferimento nella presa in carico del condannato e i contributi scientifici della psicologia, della criminologia, della sociologia, ecc. STAGE DI FORMAZIONE PER ALLIEVI DIRETTORI PENITENZIARI L’Istituto Superiore di Studi Penitenziari in partenariato con l’Ecole Nationale d’Administration Péniten- tiaire, l’agenzia di formazione che si occupa di tutto il personale penitenziario in servizio nei luoghi di detenzione della Francia, fornisce, ormai con rapporto consolidato, ai direttori penitenziari francesi la possibilità di effettuare stages formativi in Italia. Il 2010 vede, infatti, impegnato l’Istituto Superiore nel- l’organizzazione della terza edizione dello Stage di formazione per allievi direttori penitenziari francesi, un’attività di apprendimento in ambito europeo prevista nel curriculum formativo d’ingresso che l’Ecole Nationale francese rivolge ai propri allievi direttori penitenziari. Nel corso degli anni, que- st’attività di scambio ha offerto la possibilità di confrontare modelli operativi, esperienze e migliori prassi generali, nonché di affinare competenze lavorative in ambiti specifici legati all’esecuzione delle pene (la- voro in carcere, donne detenute, regimi di sorveglianza speciali). Lo scambio di best practices e di modalità gestionali ad hoc ha particolarmente interessato l’Istituto Su- periore che, nel corso del 2009, ha intensificato le occasioni di confronto, ospitando un cospicuo numero BEST PRACTICES dEllE ATTIvITà InTERnAzIonAlI dEllE SCuolE dEllA PuBBlICA AmmInISTRAzIonE ITAlIAnA 20
ISTITuTo SuPERIoRE dI STudI PEnITEnzIARI di delegazioni straniere, provenienti dalla Norvegia, dall’Argentina, dal Cile e dall’Iraq, per frequentare corsi di formazione penitenziaria e/o per visite di studio. In totale il numero dei partecipanti è stato di 127 unità di personale. PROGETTO DI FORMAZIONE E-HELP In particolare, si segnala l’iniziativa formativa rivolta al personale penitenziario dell’Iraq, collocandosi nell’ambito della missione integrata dell’Unione Europea denominata EUJUST-LEX. Il corso di formazione intitolato E-HELP (Empowering to HEightening Leadership in Prison) è stato rivolto a 10 funzionari penitenziari iracheni ed ha inteso sondare le problematiche relative alla leadership ed ai modelli organizzativi, avendo sempre presente all’orizzonte la contestualizzazione dell’apprendi- mento, per un’efficace verifica delle potenzialità del corso nella realtà penitenziaria irachena. L’Istituto Superiore, infine, si avvale della collaborazione con il Nucleo Permanente Progetti F.S.E., settore che sostanzia la propria funzione in un’importantissima attività di fund-raising e di partenariato attivo e partecipe per l’Amministrazione Penitenziaria sui temi dell’inclusione sociale, della ricerca in ambito pe- nitenziario e della formazione professionale, in partenariato con diverse istituzioni pubbliche e/o private dei Paesi membri UE. L’attività negli ultimi anni ha consentito di porre attenzione alle tematiche di orien- tamento comunitario (es. integrazione europea, rafforzamento dello spazio europeo di giustizia, sicurezza e libertà, innovazione, politiche sociali), di partecipare a processi di condivisione di prassi ed esperienze operative con altre realtà penitenziarie europee, di incrementare il patrimonio logistico dedicato alla for- mazione in aree del Paese ove l’intervento è stato di contrasto alla criminalità, come la Scuola di San Pietro Clarenza nella provincia di Catania, finanziata dal Programma Operativo Nazionale “Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno d’Italia” annualità 2000-2006. PROGETTI DI FORMAZIONE E RICERCA COFINANZIATI CON FONDI COMUNITARI Nel corso degli anni, la collaborazione dell’Istituto Superiore con il Nucleo Permanente Progetti Fondo Sociale Europeo ha ottenuto notevoli risultati ed apprezzamenti per progetti di ricerca e formazione tran- snazionali su tematiche penitenziarie: senz’altro da citare il progetto di ricerca W.O.L.F. (Working On Lessening Fear), finanziato dalla Commissione europea sull’approfondimento della problematica dei sex- offender e della formazione degli operatori impegnati nel loro trattamento in ambito penitenziario; il progetto M.E.D.I.A.Re. (Mutual Exchange of Data and Information About Restorative justice), in par- tnership con l’Unione Europea, per il mutuo scambio di esperienze sul tema della giustizia riparativa in Europa. Ad oggi, l’Istituto Superiore di Studi Penitenziari è partner in una rilevante attività di networking delle autorità di gestione FSE, ove partecipano i Ministeri della giustizia, dell’istruzione e del lavoro dei Paesi UE interessati, sul tema dell’inclusione sociale dei soggetti in esecuzione penale. La rete tematica europea ExOffenders Community of Practice (ExOCoP), finanziata nell’ambito del Fondo Sociale Europeo, mira allo sviluppo di una community of practices tesa allo scambio e alla con- BEST PRACTICES dEllE ATTIvITà InTERnAzIonAlI dEllE SCuolE dEllA PuBBlICA AmmInISTRAzIonE ITAlIAnA 21
ISTITuTo SuPERIoRE dI STudI PEnITEnzIARI divisione tra gli Stati membri di conoscenze, esperienze, forme di organizzazione e quant’altro possa mi- gliorare le condizioni necessarie per una efficace reintegrazione sociale degli autori di reato. Sono partner della Rete i seguenti Paesi: Regno Unito, Belgio, Olanda, Polonia, Portogallo, Spagna, Ungheria, Romania, Austria, Italia e Germania. Il network è coordinato dal Land di Brema. ISTITuTo SuPERIoRE dI STudI PEnITEnzIARI – ISSP Missione: nell’ambito del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della giustizia, l’Istituto Superiore di Studi Penitenziari, sorto nel 1992, è l’agenzia della formazione dei dirigenti e direttivi del personale dell’Amministrazione Penitenziaria e del Corpo di Polizia Penitenziaria e centro di ricerca su tematiche inerenti il settore penitenziario. Il complesso mandato dell’Istituto Superiore può riassumersi nelle seguenti parole-chiave: formazione, ricerca, valutazione, innovazione. L’Istituto Superiore svolge importanti funzioni di indagine e ricerca su problematiche penitenziarie, di valorizzazione delle esperienze del settore penitenziario, in tema di cultura giuridico-penitenziaria, e di sviluppo di metodo- logie e modelli di organizzazione del trattamento dei condannati e degli internati. Su questa scia un im- portante compito dell’Istituto Superiore è la valorizzazione delle migliori pratiche agite in ambito penitenziario a livello locale e sull’intero territorio nazionale, realizzati con i finanziamenti regionali, na- zionali e comunitari, sia in materia di inclusione sociale che di innovazione organizzativa. Via Giuseppe Barellai 140, 00135 Roma Tel.: (+39)06.3026531 - Fax: (+39)06.30261425-552 e-mail: issp.dap@giustizia.it - Sito web:www.giustizia.it Direttore Generale: Dr.ssa Luigia MARIOTTI CULLA BEST PRACTICES dEllE ATTIvITà InTERnAzIonAlI dEllE SCuolE dEllA PuBBlICA AmmInISTRAzIonE ITAlIAnA 22
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