IL DIVERTIMENTO È SERVITO - GIOCARE CON IL CIBO, PERCHÉ L'ESPERIENZA CULINARIA NON SERVA ESCLUSIVAMENTE A NUTRIRE, MA SOPRATTUTTO A DIVERTIRE, A ...
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g r a n d i C H E F Il divertimento è servito Giocare con il cibo, perché l’esperienza culinaria non serva esclusivamente a nutrire, ma soprattutto a divertire, a emozionare l’ospite. Questa la mission di Tano... L ungo il Naviglio Grande a Milano l’alta a voler dire che certo anche lui può aver cenato cucina ha un indirizzo da non perdere qui e apprezzato le squisite divagazioni culinarie e che quest’anno anche la Rossa ha del patron. In cucina una brigata giovane ed voluto (finalmente) premiare con entusiasta - lo chef giapponese Isaù Sonoda con una meritatissima stella. Stiamo parlando di Denise, Federica e la spagnola Rocio - pronta a “Tano passami l’olio”, il ristorante di Gaetano tradurre nei piatti le “peripezie” gastronomiche Simonato, per gli amici semplicemente - appunto messe a punto da quella vera e propria forza della - Tano. Appena entrati si percepisce l’atmosfera natura, o meglio “dei fornelli” che è Tano. accogliente che fa sentire subito l’ospite a proprio agio e che lo chef ha saputo creare. Lui, Il Tanus bar Ma la passione di Tano per la inconfondibile accento lombardo e verve da vero cucina parte da molto lontano. Perché questo chef animatore, sa accompagnare come pochi altri innamorato dell’olio (e almeno altrettanto del alla scoperta dei suoi piatti. Nadia, la moglie, Milan) è un figlio d’arte, in quanto la madre ha presenza gentile e discreta, insieme a Giannina, sempre avuto un ristorante a Milano. Ma il colpo preparata e cortese, servono in sala in un clima di fulmine vero e proprio arriva quando a 17 anni rilassato ed elegante, fra arredi classici e tavoli Tano perde papà Giuseppe e deve iniziare a apparecchiati con raffinatezza: argenteria, candele cucinare per i fratelli. Scopre così una vera e piccole goccie d’olio sparse sul tovagliato. Alle vocazione, e inizia a confrontarsi con la figura pareti, due dipinti realizzati da Lidia di Corato, materna, suggerendole anche piatti creativi da una Gioconda sorniona che tiene tra le mani ben proporre alla clientela, lei però più tradizionalista stretta una bottiglia d’olio e una rilettura della continua a portare in tavola i grandi classici cena di Emmaus caravaggesca, dove compaiono la lombardi, cassoeula e rostin negà. Per circa 10 tavola e la sedia di Tano con un Gesù ‘godereccio’, anni lavora come barman, viaggia e carpisce di Clelia Palmese • foto Carlo Casella grandecucina&wine·0409
GRANDI C H E F GA E TAN O S I M O NAT O segreti da tutti gli chef che incontra sulla sua fondamenti sono leggerezza e digeribilità del strada: nell’82 apre il Tanus bar a Milano, dove piatto, due caratteristiche che si ottengono – va oltre a fantasiosi cocktail propone anche qualche da sé – innanzitutto usando esclusivamente olio snack e qualche chicca d’élite come il prosciutto extravergine per condire. Variabile che va di pari di renna. Ma il sogno di un ristorante tutto suo si passo con la ricerca costante di dare una propria realizza nel 1995, quando finalmente apre il Tano peculiarità a ciascuna portata, abbandonando passami l’olio, il cui nome è un chiaro omaggio ad esempio il soffritto che ‘omogeneizza’ tutti alla sua passione per quest’alimento straordinario. i sapori e aborrendo così quell’omologazione Una passione nata all’inizio degli anni Novanta, del gusto ormai imperante. Non a caso, per quando durante un week end in Liguria partecipa dimostrare che l’extravergine è in grado di alla raccolta ed alla spremitura delle olive di una sostituire alla perfezione qualunque tipo di piccola tenuta, e l’anziano del gruppo, che Tano condimento Tano ha organizzato lo scorso segue come un’ombra, gli dà insegnamenti e luglio, nel suo locale, una serata-evento in cui suggerimenti che assimila alla perfezione. “Da ha riproposto alcuni classici della tradizione quel momento - ricorda - ho abbandonato qualsiasi lombarda rivisitati attraverso l’impiego dell’olio condimento che non fosse l’extravergine”. al posto del burro. Un esempio la riuscitissima cassoeula, realizzata ‘sgrassando’ prima le carni Fantasie leggere e digeribili E proprio da al forno e destinandole poi a cotture separate, questo amore prende forma tutta la filosofia in modo che ciascuna mantenga le proprie che sta alla base della cucina di Tano, i cui peculiarità. Con una crema di verza sono stati grandecucina&wine·0409
Passami l’olio… Agli inizi degli anni Novanta, durante una visita in un frantoio ligure,Tano scopre la passione per l’oro verde: non lo abbandonerà più. Per questo, nel suo ristorante si trovano oltre 40 oli selezionatissimi, ognuno adatto a preparazioni ben precise. Tano in particolare fa questa distinzione: “Esistono moltissime varietà di olive: divise per regioni, taggiasca, nerella, frantoio, biancolilla, cerasuolo, gentile di Chieti, nocellara del Belice, nocellara etnea, e moltissime altre, ma in fine l’olio extravergine si divide, per i media, in tre sapori: leggero, medio e robusto, per me in cinque: leggero, medio, medio forte, forte ed extra forte, la scala deve tenere conto della posizione geografica, naturalmente partendo dal Lago di Garda al Lago di Como, scendendo di conseguenza alla senza scordarsi della Sardegna”. Dunque in base alle peculiarità di ciascuna tipologia d’olio se ne decide l’utilizzo in cucina. Gli oli del Garda o liguri adatti a cotture poco speziate e di breve durata, i toscani medi per cotture speziate o carni saporite, mentre per friggere si prestano meglio oli grassi come i pugliesi o i calabresi. Naturalmente per ottenere fritture leggere bisogna friggere in padella e con una quantità d’olio adeguata, tenendo conto che l’extravergine raggiunge il livello di fumo (grassi saturi) a 220/240°C, per i fritti appunto, meglio oli più grassi che raggiungono il livello di fumo a 260/280°. Ultima nota sulla conservazione: in condizioni ideali l’olio dovrebbe essere tenuto al buio a 14,5°C. poi preparati dei cestini croccanti dentro ai quali e la suadenza del tartufo se ammorbiditi e lo chef ha disposto le carni con i relativi fondi di amalgamati dalla vellutata? Cucina senza confini, cottura ben distinti, e ancora della verza cruda e senza limiti, cucina che i limiti e i confini li sfida dell’extravergine d’oliva a dare il tocco finale. per allargarli di volta in volta. E ancora da questo gioco dei contrasti, dove Mangiare per divertirsi Tano racconta che odori, colori, consistenze diverse e temperature all’inizio non ha osato proporre preparazioni si alternano e si confondono spesso in un troppo azzardate, ma si è limitato a studiare, vorticoso caleidoscopio di sensazioni nasce sperimentare, abituare lentamente la clientela, l’ovetto di quaglia caramellato che ‘esplode’ in ha poi liberato una creatività spiccata, bocca legato alla mousse e alla bottarga di tonno assolutamente attuale, dove la fanno da padrone che accarezzano il palato per poi cedere il passo cotture veloci e che il più possibile rispettino a rinfrescanti fettine di tonno crudo con olio il prodotto. Cucina che serve sì “a nutrirsi ma alla menta (Burealto, Verona); sapido e salato, anche a divertirsi”, che vuole dare emozioni e che quindi poggia sul gioco dei contrasti risolti in splendidi equilibri, che talvolta possono apparire davvero funambolici e che al palato sprigionano sensazioni talmente intense da far quasi girare la testa. Un azzardo? Eccolo servito: carpaccio di arancio con tartufo, pomodoro glassato, acciuga e finocchio, il tutto condito con un olio ben strutturato per lasciar emergere gli amari dei retrogusti, note acidule e dolciastre, perché Tano non ha dubbi non vi è differenza alcuna tra dolce e amaro, zucchero e sale in cucina, l’importante è saper dosare, accostare con giusta misura. Altro azzardo il raviolo ripieno di caviale in velluto di patata al tartufo, perché chi l’ha detto che la forza del caviale non può sposarsi con il profumo grandecucina&wine·0409
GRANDI C H E F GA E TAN O S I M O NAT O morbido e croccante duettano in un piccolo capolavoro dove alla fine regna l’equilibrio di sapori e ingredienti, che stanno lì, nel piatto, insieme eppure ben distinti. Il menù Ovviamente stagionale, anche se alcuni prodotti come gli asparagi non mancano mai, perché come spiega Tano, sono ottimi quelli italiani, si veda il violetto d’Albenga, ma altrettanto validi sono quelli del Cile e del Perù. E allo stesso modo non manca mai il tartufo, in nessun mese dell’anno. “Basta scegliere quello di stagione e accostarlo ai giusti ingredienti”. Così in primavera il bianchetto di Ferrara non molto profumato ma dolcissimo ben si adatterà a pesci corposi come la pescatrice o le cappesante, mentre in estate sarà piacevole abbinare lo scorzone a un’inedita insalata tiepida di farro con mandorle e tartufo fresco e glassato, il tutto arricchito da verdure di stagione di diverso colore. E ancora nella costruzione del menù che sala al flambé, uno spettacolo per la vista certo, appunto varia stagionalmente, restano però tutto ma soprattutto un vero inebriamento per il l’anno alcuni piatti che hanno fatto la storia di palato, da abbinare a un ambrato Albana di Tano. Menzione d’onore va Romagna passito “Scacco Matto” della maison certamente al crotin de Zerbina. E manco a dirlo a un bel giro d’olio chèvre in glassetta ligure. di zucchero al profumo di le preposte.In generale comunque in carta arancio e Caldiff sono sempre presenti sei o sette entrée, cinque o con tartufo sei primi, quattro secondi di carne e altrettanti di nero e aceto pesce, e come tiene a sottolineare Tano almeno balsamico, tre portate vegetariane. Tra le entrée una piccola preparato in chicca è rappresentata dalle ostriche caramellate Associazioni Cuochi e Ristoratori di Lombardia Tano Simonato è socio e delegato del Consorzio dei Cuochi e dei Ristoratori di Lombardia presieduto da Matteo Scibilia, chef patron dell’Osteria della buona condotta di Ornago. L’associazione, che a pochi mesi dalla fondazione conta già 50 associati, si propone di affiancare agricoltori e artigiani per valorizzare i prodotti agroalimentari tradizionali, in modo da creare una rete virtuosa tra gli operatori. Alla base, la convinzione che sia necessario valorizzare la ristorazione di qualità perché diventi l’anello di congiunzione e collegamento fra la filiera agroalimentare e i consumatori, in una posizione di garanzia e promozione con la produzione enogastronomica. Sono già in essere collaborazioni con i produttori delle patate di Oreno, degli asparagi rosa di Mezzago, della farina del Parco Molgora, del Bitto storico, con gli artigiani dell’Olio dei Laghi, dei Missoltini e tanti altri ancora... grandecucina&wine·0409
Ristorante Tano passami l’olio via Villoresi, 16 20143 Milano tel. 02/8394139 www.tanopassamilolio.it chef: GAETANO SIMONATO per conferire al tutto una nota di colore e di acidità. Mentre tra i secondi di carne spiccano le selvaggine, che Tano accompagna sempre a del cioccolato fondente per smorzarne il sapore eccessivamente selvatico. Così nasce la sella di cervo laccata al Banyuls e mirtilli con polvere di fondente, polenta fine brulata e crema di lamponi. La carta dei dolci Un discorso a parte merita la carta dei dolci che vanta autentiche perle di fantasia. Cannoli di mandorla ripieni di ricotta nel guscio di pasta roll accompagnate da perle alla mandorla e limone candito in salsa di agrumi vere e perle finte farcite con una mousse di e marmellata di mandorla; o ancora”tutti i colori cannellini e mozzarella di bufala, ma altrettanto del cioccolato, una composizione fatta da mousse sfiziosa è la pizza caprese servita in una tazza di cioccolato bianco, bavarese al cioccolato al latte, di vetro, aspic di pomodoro piccantina, mousse muffin croccante al gianduja e classico tortino di mozzarella di bufala e di toma di montagna, caldo al fondente. granita di basilico e olio di Sciacca. Tra i primi Al tutto segue un buon caffè e della piccola invece di recentissima invenzione gli spaghetti pasticceria, ritmata da alchechengi al cioccolato, alla chitarra con ripieno di bottarga di uova praline e biscottini di frolla all’olio. di gallina con crema di burrata, porri glassati, peperoncino e delicato olio trevigiano. In pratica Nel calice E infine nel bicchiere. Tre i tipi di la sezione dello spaghetto di 4,5 mm è composta acque servite: una microfiltrata, una inglese e da uno strato di 1,5 mm di pasta all’acqua, uno una scozzese. Circa 400, invece, i vini in carta, di 1,5 di uovo di gallina e un altro di 1,5 mm italiani e stranieri, rigorosamente in ordine di pasta. Per ottenere lo strato centrale, i tuorli alfabetico e suddivisi in monovitigni e uvaggi. di gallina vengono ricoperti da un composto di Qualche assaggio? il Primitivo del Salento sale, sale affumicato e spezie per alcuni giorni, “Tretarante” dell’azienda Mille Una; il “Tamurro lasciati disidratare, lavati sotto acqua corrente, Nero” della Tenuta Le Querce; il Merlot “Decima uniti in due fogli di carta da forno e stesi con il Aurea” della Tenuta Santa Maria di Gaetano mattarello. Bertani; l’”Erah” (cabernet sauvignon e merlot) di Ancora tra i secondi di pesce il baccalà scottato Haderburg; l’Amarone “TB” riserva di Tommaso in padella, finito in forno a Bussola; la Malvasia Istriana di Picech; vapore, avvolto in un il “Paraschos” riserva dell’azienda croccante di agrumi e omonima (chardonnay, malvasia, servito con crema pinot bianco e riesling); il di agrumi e “Stella Flora” di Maria Pia mozzarella di Castelli (trebbiano, malvasia, bufala e taccole pecorino e passerina); e il glassate, con “Vino degli Orti” di Tercic l’aggiunta di (riesling, ribolla gialla, qualche ribes pinot bianco e sauvignon). grandecucina&wine·0409
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