IL CROCICCHIO - PARROCCHIA SAMAC

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IL CROCICCHIO - PARROCCHIA SAMAC
IL CROCICCHIO
                                                 CROCEVIA DELLA CARITÀ
                                                 Bollettino Parrocchiale

BETLEMME, CITTÀ GIUSTA

Tu Betlemme, proprio tu sei la città giusta,                    Gli uomini mangeranno,
perché da te uscirà un re vittorioso,                           ma sarà saziata la loro sete.
atteso dalla nostalgia di tutti.                                Le donne berranno,
Vincerà, non perché sarà potente,                               e troveranno alimento per la loro fame.
o un conquistatore,
ma perché sarà piccolo,                                         E quando poseremo il bambino,
gentile, amorevole e giusto.                                    nella piccola grotta
Avrà la forza e il coraggio                                     che sa di pane dorato,
di liberarci dalle forze che ci affaticano,                     potremo dire:
che ci schiacciano e ci rendono tristi.                         “Qui, Betlemme, è la città giusta,
Potrà farlo, perché agirà nel nome del Signore,                 nella mia casa, nella mia vita.”
per questo pacificherà le azioni,
porterà pace ai pensieri,
troveremo in lui stesso la pace.                                                                        Don Davide
                                                                         (Testo liberamente tratto da Michea 5,1-4)
Forse ti chiederai, Betlemme:
“Com’è possibile? Proprio io,
così piccola tra le città di Giudea!
Perché non nella città del Tempio,
a Gerusalemme,
o nella città antica,
a Gerico?”

Da te, Betlemme, perché sei piccola,
come quello che accade nelle vite degli uomini,
che hanno l’amore sufficiente per cambiare la storia.
Da te, Betlemme, perché sei città di pastori e di
greggi,
e io voglio che ci siano pastori per le greggi.
Da te, Betlemme, perché sei un forno,
e io voglio che tutti sappiano di potersi avvicinare
a mangiare pane fragrante e profumato.

Parrocchia di S. Maria della Carità e Parrocchia di. S. Maria e S. Valentino della Grada - Via San Felice 64, 40122 Bologna
                     Tel. 051 554256 - www.parrocchiasamac.it - parrocchia@parrocchiasamac.it
IL CROCICCHIO - PARROCCHIA SAMAC
LA SETE DI DIO E LA CITTÀ GIUSTA
Proponiamo una riflessione spirituale sui temi pastorali che ci guidano: il tema dell’anno pastorale
diocesano e il tema del cammino dell’ACR.

Il vescovo ha affidato alla Chiesa di Bologna la        Proviamo a pensarci non per come doveva
riflessione su due seti, la sete di Dio e la sete       realmente apparire ai contemporanei, ossia un
degli uomini, come tema per l’anno pastorale            normalissimo parto. Pensiamoci per quello che
2019-2020, attraverso l’incontro di Gesù con la         l’icona del presepe significa per noi, alla nostra
donna samaritana (Gv 4).                                contemplazione: il Messia di Israele, l’atteso da
                                                        tutti i popoli, il Grande Re, colui che esprime
Capiamo che cosa significhi lasciarsi interpellare      il desiderio di Dio per l’umanità compare nei
dalla metafora della sete, quando pensiamo a una        panni di un neonato.
giornata di piena estate, in cui ci troviamo a fare
un lungo cammino al sole e senz’acqua. La sete          Non sentite sorgere in voi la domanda della
è più di un desiderio: è una condizione fisica ed       Samaritana? “Signore, sei solo un bambino,
esistenziale. Dissetarci, in quel momento, è l’unica    indifeso e povero. Non hai nulla con te. Come
cosa che conta, il primo bisogno da soddisfare per      puoi rispondere ai nostri bisogni?”.
potere compiere qualsiasi altra azione.
                                                        Quando ci mettiamo di fronte al mistero
Interrogarci, dunque, sulla sete di Dio significa       del Natale, sentiamo subito la tentazione di
percepire l’affetto tenace che Dio ha per me e,         pensare che sì, è un’atmosfera bellissima, quasi
di conseguenza, la chiamata che rivolge alla mia        nostalgica, ma non in grado di rispondere alla
vita. Lo sentiamo nelle parole di Gesù, con cui si      nostra condizione fisica ed esistenziale. In
apre il dialogo con la donna: “Dammi da bere”           fondo, in un angolo del nostro cuore, ci rimane
(Gv 4,7). Sono le stesse con cui concluderà la          la convinzione che sia una cosa per bambini.
sua vita: “Ho sete!” (Gv 19,28).                        Che Gesù sia troppo piccolo, semplice e spoglio
                                                        per darci da bere.
Interrogarci sulla sete degli uomini significa potere
condurre coloro a cui vogliamo bene a dire:             Eppure, come la donna samaritana, avvertiamo
“Signore, dammi di quest’acqua, perché io non           una nostalgia che non si sopisce: “Sei forse
abbia più sete!” (Gv 4,15). Allora non ci sarebbe       tu?!”. Sentiamo il bisogno di indugiare, di
più bisogno di incontri di formazione e di catechesi,   adorare, di ritrovare il silenzio. Vorremmo
perché ciascuno avrebbe una motivazione interiore       anche noi un’acqua così dissetante che non si
per dissetarsi alla sorgente che è Gesù.                debba tutte le vote tornare a bere. Sostando
                                                        nel clima di Natale, si fa strada la persuasione
Tra queste due seti c’è il momento in cui le parti      che quel bambino abbia molto da donare.
si invertono e Gesù si presenta, in verità, non
tanto come colui che ha sete, ma come colui che         Arrivano degli uomini saggi, da lontano. Al loro
disseta: “Se tu conoscessi il dono di Dio, e chi è      seguito, accertiamo senza ombra di dubbio che
colui che ti chiede da bere, tu avresti chiesto a       lì sta accadendo davvero qualcosa di buono.
lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva” (Gv 4,10).      Essi giungono lì e portano doni per saziare la
                                                        loro sete. Scopriamo che spesso sono proprio
La risposta della donna è ancora sulla soglia del       i più lontani che, con la loro sete ardente,
mistero: “Signore, tu non hai un secchio e il pozzo     insegnano a chi è vicino a riconoscere quale
è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua           sorgente sia Gesù. Come la donna samaritana,
viva?”. Sorprendentemente, proprio questo               come i Magi. E noi lo riconosciamo dalla
scetticismo della Samaritana ci rimanda al clima di     gioia che ci porta l’avere intrapreso questo
Natale, in modo particolare alla scena di Betlemme.     cammino. Tutte le volte, infatti, che muoviamo
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i passi nella direzione giusta per dissetarci, lo      essere, in questo, dissetati.
possiamo verificare dalla gioia spirituale che         È un bisogno nascosto, che spesso sopiamo e
questo movimento comporta. Se non c’è gioia            che va ridestato, reso consapevole, portato alla
rasserenante, netta ma al contempo sobria              nostra esperienza. Betlemme è la città giusta.
e percepita interiormente, la direzione è              Ogni attraversamento, sosta e ripartenza da
sicuramente sbagliata.                                 quella piccola città, da quel piccolo presepe, è
                                                       la sorgente indispensabile per vivere.
Siamo partiti dalla sete, e ci ritroviamo in un’oasi
di pane. La sete di Dio, di dissetare gli uomini,
svela la necessità degli uomini di donare per                                              Don Davide

IL PROFUMO DEL PANE CI GUIDA VERSO BETLEMME

Il profumo del pane ha accolto veramente i             livelli un tema così umano, intimamente
visitatori di questa mostra, allestita presso la       religioso e allo stesso momento universale.
chiesa di San Valentino della Grada nel mese di
ottobre, e li ha accompagnati nella visione di         Il video che accompagna la visita, ideato da
queste suggestive opere di arte contemporanea,         Matteo Lucca, ci mostra sette danzatrici,
tutte incentrate sul tema del pane.                    silenziose ed intente ad impastare l’acqua
                                                       e la farina che diventeranno pane; i loro
Nella piccola chiesa, svuotata per l’occasione,        gesti lenti, armoniosi ed antichi evocano la
le cinque opere d’arte sono state sistemate            tradizione del lavoro comune per realizzare
secondo un percorso che va dalla fragilità             una materia viva che è forza e nutrimento.
dell’umano     all’evocazione    del    divino,        Con questa materia viva Lucca ha plasmato
seguendo la molteplicità di significati che            le sue statue di pane, ricavate da stampi
il pane evoca in tutti noi e nei cristiani in          di terracotta a grandezza naturale e cotte,
particolare.                                           ritratto e autoritratto, una donna ed un uomo
Tre giovani artisti si sono misurati su questa         rappresentati nell’essenzialità dell’impasto,
materia, dando vita ad opere che non nascono           che nel forno è lievitato ed ha creato sul
come arte sacra, ma che diventano momento              retro forme inaspettate, come la vita che
di riflessione profonda, che abbraccia a più           prende strade inattese, indipendenti dalla
volontà dell’uomo. Su queste opere la               alla mostra è stato quello di affrontare
cottura ha lasciato anche segni e bruciature        concretamente il tema della condivisione
che insieme alla delicatezza del materiale          e della mancanza di cibo: ogni visitatore è
ci rendono la cifra di un’umanità fragile e         stato invitato a lasciare un pacco di cibo, che
dolente e pur desiderosa di vita e portatrice       si potesse conservare, per le attività della
di sostentamento.                                   Caritas parrocchiale; sempre in questa ottica
                                                    martedì 15 ottobre, sono stati ospitati gli

Dal pane come dono, che sfama e dà vita,            operatori del CEFA ONLUS, l’organizzazione
dal versetto del Padre Nostro “Dacci oggi           che da quarantacinque anni si occupa di
il nostro pane quotidiano”, è partita la            aiutare le comunità più povere del mondo
meditazione guidata dal teologo Marcello            affinché possano raggiungere l’autosufficienza
Neri: una riflessione sulla parola di Dio e la      alimentare. Le loro testimonianze e i video
sua rappresentazione artistica. Si è trattato del   proiettati hanno raccontato dei progetti e
primo degli eventi organizzato per affiancare la    delle modalità con cui i volontari lavorano
mostra, approfondirne il significato ed aprirla     per aiutare a sviluppare benessere e diritti
alla comunità.                                      elementari, come la salute o l’istruzione, nei
                                                    territori in cui intervengono.
Il pane come metafora della vita non può non
richiamare anche il motivo della condivisione,      Tra le altre iniziative che hanno accompagnato
la seconda opera “Convivio” ci fa passare dalla     l’esposizione. ricordiamo una serata di musiche
friabilità del pane cotto alla persistenza della    a tema, magicamente eseguite dai Solisti di San
pietra. L’autrice, Daniela Novello, rappresenta     Valentino e intervallate dalle potenti liriche
una mensa quotidiana e semplice su cui              di Carla Roli, lette dalla stessa poetessa nella
campeggia un grosso pane spezzato circondato        suggestiva cornice della mostra. Il laboratorio
da dodici cestini; dodici come le ceste rimaste     sensoriale “I pani dal mondo e degustazione di
dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci        oli” ha concluso le attività: un pomeriggio di
o i cesti pieni di pane rappresentati nelle         interventi sulle modalità della panificazione,
catacombe, anche se il rimando più immediato        tenuti dalla scrittrice Chiara Prete e dalle
è all’Ultima Cena: gli apostoli si ritrovano        docenti del nostro ateneo, professoresse
attorno a Gesù, pane eucaristico.                   Maria Fiorenza Caboni e Tullia Gallina Toschi,
                                                    seguito dalla degustazione di varie tipologie di
Uno degli obiettivi del percorso collegato          pane provenienti da diverse parti del mondo
e accompagnati da oli del nostro territorio.            buio, potrebbe essere un forno, mentre la
Il pomeriggio si è concluso con un saluto               seconda rappresenta un pane, rotondo, per
di Sara Parenti, che ha organizzato tutte le            gran parte illuminato, ma spezzato e scavato,
iniziative, ottimamente coadiuvata dalla nostra         un pane che è già stato mangiato, che si è
instancabile e preziosa Cristina Gozzi.                 già dato come cibo e come vita. E se il piano
                                                        vuoto può richiamare un sepolcro, che noi
In fondo alla chiesa, proprio sopra l’altare,           troviamo vuoto, sappiamo che il vuoto è solo
le ultime due opere in mostra, del pittore              apparente perché la persistenza del pane
molisano Ettore Frani, già conosciuto per il            eucaristico nella nostra esistenza è rievocata
trittico che da alcuni anni è esposto nella nostra      dalla potente immagine del pane sovrastante.
parrocchia. Ancora una volta dipinti che ci             Potrebbe ricordarci la classica iconografia
colpiscono per la loro enigmatica suggestione           dell’ostia consacrata, che si è però tradotta in
e per una tecnica così particolare da far sì            una forma sofferta e viva, un tabernacolo che
che l’opera si disveli a poco a poco, dietro            ci avvolge e ci attira.
un’apparente freddezza quasi fotografica; è
una pittura di luce, ottenuta per sottrazione dei       E l’ultima immagine che ci rimane, in questo
colori scuri e che si apre ad una profondità non        tempo che ci accompagna verso il Natale è
solo prospettica, ma carica di arcani e potenti         quella di un pane che si fa capanna, calda e
significati. Le due tele “Attesa” ed “Arca“ non         profumata come il luogo che ha visto la venuta
nascono insieme, né per essere accostate,               di Gesù, Betlemme, la casa del pane.
ma in questa collocazione dialogano fra loro:
la prima si presenta come un piano vuoto nel                                                Angela Poma

ZONA PASTORALE SAN FELICE: INCONTRIAMOCI AL POZZO

Ai tempi di Gesù, per andare dalla Galilea alla         acqua e non sono dello stesso tipo: la sete di
Giudea solitamente non si passava dalla Samaria,        Gesù è la sete di chi vuole incontrare gli uomini
si risaliva la Valle del Giordano, che era una strada   bisognosi di Lui. La sete della Samaritana è
più piana e più sicura, poiché non attraversava         quella di chi, per cercare di dissetarsi, ha bevuto
quella terra i cui abitanti da secoli erano in          ogni sorta di acqua senza riuscire a placarla,
conflitto con i Giudei. Gesù invece, nell’ora più       perché è una sete profonda, interiore, che
calda del giorno, passa per la Samaria senza            richiede perciò un’acqua capace di diventare
alcuna ragione apparente, se non per incontrare         una sorgente “che zampilla per la vita eterna”.
la donna Samaritana presso il pozzo di Sicar.
Anch’ella si reca al pozzo in un’ora insolita per       Questo brano è proposto dalla Chiesa di Bologna
attingere acqua, probabilmente perché, per la           come accompagnamento per i prossimi cinque
sua condotta di vita riconosciuta pubblicamente         anni, nei quali si vuole seguire e mettere in atto
come immorale, non vuole imbattersi nella               un programma espresso in tre verbi: vedere,
disapprovazione della gente. Incontra Gesù              crescere, cambiare.
invece, che è stanco e le chiede da bere per
dissetarsi, poiché non ha di che attingere. Questa      Il primo verbo, che caratterizza il cammino di
donna, che da un uomo Giudeo non si aspetta             questi primi due anni, è “vedere”, nel senso di
altro che disprezzo, si trova di fronte qualcuno        volgere lo sguardo intorno a noi per conoscere
assetato come lei.                                      sempre meglio la realtà che ci circonda e
                                                        scorgervi la presenza di Gesù, oggi. Il pozzo di
È infatti un incontro tra due seti, che però            Samaria diventa allora anche per noi un buon
precedono quella umana, non sono solo di                punto di osservazione del mondo, della città, di
chi ci è prossimo: dove possiamo incontrare le         la fonte da cui possiamo attingere l’acqua che
persone che hanno sete di Dio? Come possiamo           disseta e che vogliamo portare alla gente.
raggiungerle? Gesù, con il suo comportamento
verso la Samaritana, ci insegna che se una             Poi si terrà l’Assemblea di Zona, intesa come uno
persona fatica a trovare Dio, è Dio che la va a        spazio nel quale lavorare e progettare insieme
cercare, affinché nessuno rimanga escluso              obiettivi e attività delle nostre comunità (sempre
dal Suo amore. E questa azione missionaria a           all’interno dei quattro diversi ambiti: carità.
cui siamo chiamati, può aiutare anche noi a            giovani, liturgia, formazione e catechesi) e nel
riscoprire la gioia di aver incontrato Gesù e di       quale tutti siamo chiamati ad essere protagonisti
averlo con noi.                                        del cammino pastorale e missionario della nostra
                                                       Chiesa.
Il cammino intrapreso insieme come Zona
Pastorale, in seguito alla prima Assemblea di          Infine saremo chiamati a partecipare alla Veglia
Zona, continuerà anche quest’anno con tre              di Pentecoste, con la quale, come nell’anno
appuntamenti fondamentali.                             pastorale appena trascorso, si vuole celebrare,
                                                       nella festa della nascita della Chiesa, la presenza
Una Lectio sarà l’occasione per meditare e             dello Spirito messa in evidenza dalla bellezza
approfondire i numerosi spunti di riflessione che      della liturgia.
il brano dell’incontro tra Gesù e la Samaritana
ci offre, con la consapevolezza che è la Parola                                              Sara Parenti

ZONA PASTORALE SAN FELICE: GIOVANI “IN VIAGGIO”

E’ difficile pensare a cosa possa offrire oggi a       Nel mandato che la Diocesi ha consegnato alle
dei giovani la comunità cristiana.                     zone pastorali, uno dei quattro ambiti su cui
Qualcosa a cui possa valere la pena di                 lavorare è quello dei giovani. Possibilmente,
partecipare, nel quale mettersi in gioco, a            di tutti i giovani che abitano, o che in qualche
cui dedicare tempo ed energie, in una fase             modo insistono, nel territorio zonale, e non
della propria vita - la giovinezza - tanto bella       solo quindi di quelli che frequentano le nostre
e ricca di opportunità, quanto non esente da           chiese o comunità di fede.
preoccupazioni, dubbi, paure... Una fase della
vita in cui si è di fronte alla delicatissima scelta   Per questo, subito dopo l’assemblea di zona del
di decidere dove e con chi condividere il proprio      marzo scorso si è costituita spontaneamente, su
“cuore”, i propri sogni e i propri desideri.           base puramente volontaria, una piccola equipe di
                                                                adulti di varia estrazione che, affiancata
                                                                anche da qualche giovane, si è presa a
                                                                cuore questo impegnativo progetto.

                                                                 Una serata alla fine di giugno, un paio
                                                                 di incontri e una bellissima due giorni
                                                                 fatta di recente, sono stati i primi
                                                                 passi che questa iniziativa ha mosso
                                                                 e che ci hanno permesso di venire in
                                                                 contatto con tanti giovani e le loro
                                                                 preziose storie.

                                                                 Come scrivevo all’inizio, considerando
i tempi non facili che viviamo adesso, la scelta è
stata quella di non esordire con discorsi pseudo-
edificanti di taglio morale (o moralistico); non
siamo partiti nemmeno da una formazione
di tipo sistematico classica e nemmeno da un
approccio puramente ecclesiale o sociale.

È invece nell’orizzonte di queste parole di
Gesù che abbiamo pensato di muoverci: “Sono
venuto perché abbiano la vita e l’abbiano
in abbondanza.“ (Gv. 10,10). Un approccio
personale all’esperienza di fede è il punto
di partenza obbligato per fare breccia nelle
nostre coscienze post-moderne, oscillanti fra         L’esperienza di essere in cammino è
due caratteristiche opposte eppure facce della        fondamentale, perché si tratta di una strada da
stessa medaglia: l’apatia e il narcisismo, che        percorrere più che di una meta da raggiungere,
caratterizzano il nostro attuale modo di vivere.      verso un’esperienza di fede e scelte di vita
                                                      libere e consapevoli.
Si potevano tentare strade più semplici, ma è
certamente più appassionante affrontare questa        Tutti quelli che vogliono partecipare sono i
sfida: cercare di aiutare tutti a partire da quello   benvenuti, la strada da percorrere è ancora
che si è, da quello che si muove dentro di noi,       tanta, il viaggio è appena cominciato.
alla scoperta dei nostri desideri più autentici e
delle aspirazioni più profonde.                                                           Mario Boldrini

LA BARCA DI PIETRO
Ovvero: a che punto siamo con i lavori della Chiesa (e della Parrocchia)

È vero che la chiesa è la barca di Pietro – direte    campetto, riguardante il tetto sopra la Sala Ping
voi – ma proprio stare con le reti in chiesa sempre   Pong.
pronte per la pesca… ci sembra un po’ esagerato!
E avete ragione!                                      Stiamo regolarmente pagando il finanziamento
Dunque, a che punto siamo?                            che avevamo fatto per saldare tutte le fatture
                                                      dei lavori precedenti.
Dopo due incontri con la Commissione della
Regione Emilia Romagna, e altrettanti con             Da pochissimo è arrivata l’autorizzazione della
l’Ufficio per la ricostruzione della Chiesa di        Soprintendenza al restauro della Madonna
Bologna, sono stati chiesti alcuni altri rilievi al   della Salute, la cui campagna è stata accolta
progetto. In seguito a questo aggiornamento,          dai parrocchiani con grande entusiasmo e per
dovremmo essere finalmente pronti a procedere         cui vi ringraziamo. L’immagine verrà portata in
ai lavori di consolidamento del tetto della           laboratorio per il restauro a partire dal 9 dicembre.
chiesa.
                                                      Infine, con il contributo prezioso di alcuni
Nel frattempo, abbiamo avviato i lavori di            giovani, abbiamo risistemato completamente la
rifacimento della falda del tetto sopra la Sala       ex Sala Scout, creando uno spazio grande, bello
Ugo Bassi, che richiedeva di un intervento            e confortevole per le riunioni e gli incontri dei
urgente, inoltre si sta procedendo a una parte        giovani.
dei lavori già autorizzati sulle facciate del                                               Don Davide
LA CARITÀ DÀ I NUMERI

Le sportine del martedì: 50 persone per 44 settimane ricevono aiuti alimentari.
Il doposcuola:               25 alunni 3 volte alla settimana per 8 mesi l’anno ricevono aiuto scolastico
                             per un totale di 240 ore di lezione.
Il Vai:                      16 visite al mese ad anziani soli o malati.
La San Vincenzo:             assiste 30 famiglie con vicinanza, condivisione dei problemi, spesa mensile
                             e aiuti economici.
Sostegno allo studio:        Euro 4.000 raccolte in parrocchia + Euro 5.100 della Caritas Diocesana
                             per l’aiuto allo studio.
Il centro d’ascolto:         6 ore al mese 6 volontari danno ascolto e aiuto alle esigenze dei più poveri.
Bisogni speciali             sostegno per le attività di 5 ragazzi alle rispettive famiglie.

14.700 KG DI VIVERI DISTRIBUITI IN UN ANNO, raccolti con:
                    Cesto della carità tutti i giorni in chiesa
                    Raccolta Conad 1 volta al mese
                    Raccolta a Imola Banco Alimentare 1 volta al mese
                    Raccolta mostra “Il profumo del pane”
                    Raccolta giornaliera presso 4 esercizi commerciali (bar/forni)

Le risorse vengono:
                        • dall’aiuto dei parrocchiani che non ci fanno mancare la loro generosità
                        • dal sostegno della Caritas diocesana
                        • dal contributo dei volontari e poiché le necessità sono in aumento da
                          qualche recente attività di auto finanziamento.

                                                                               Antonella Munari
                                                                    Responsabile della Caritas parrocchiale
BENEDIZIONI PER L’ANNO 2020
Sentire l’amore di Dio per noi

L’anno scorso ho avuto molti stimoli per riflettere sulla preziosità dell’atto di benedire: in
occasione delle Benedizioni di San Valentino, per la benedizione degli animali il giorno di
Sant ’Antonio abate, alle tante persone che vengono in chiesa a chiedere una benedizione
speciale e, infine, durante la visita per la benedizione delle case.

Benedire è un atto radicalmente evangelico. Anche quando una benedizione è accolta in
maniera più devozionale e meno consapevole, quello che si compie nella benedizione conferma
il dato fondamentale della rivelazione del Vangelo di Gesù: che nessuno è solo, che la vita di
tutti è riconosciuta e garantita nella sua preziosità, e che – anche quando tutto sembra andare
male – rimane l’amore di Dio che ci custodisce.

Durante la visita alle famiglie nelle case, mi pare che questo significato della benedizione sia
stato in parte riscoperto e riassaporato. Un tempo leggermente più dilatato per dare spazio
alla cura e all’amicizia, una preghiera più raccolta, il senso di non fare le cose di fretta… hanno
permesso di sentire che al di là della visita del ministro, c’era un segno reale della presenza
di Dio.

Per questo vorrei riproporre lo stesso stile e lo stesso metodo dell’anno scorso, per le
benedizioni nelle nostre case. Non più il tradizionale “giro” con il “calendario” già programmato,
ma la disponibilità ad andare in qualsiasi periodo dell’anno, su appuntamento.

     È indispensabile prenotare la benedizione con largo anticipo chiamando
                          in segreteria (n. 051554256).

        Per impegni, sono costretto ad indicare alcuni giorni in cui sarò disponibile,
                io personalmente (don Davide), a partire dall’1 dicembre 2019.
        Mi affiancheranno anche i ministri (accolito e lettore) e don Sergio Imperiale,
                 anche loro in alcuni giorni disponibili, a partire dal 7 gennaio.

                                                                                       Don Davide
LA BUSTA DI NATALE
Fate un regalo alla vostra parrocchia

A Natale facciamo i regali alle persone care, ai famigliari, agli amici. Ogni anno si propone il
dilemma a chi fare il regalo: sappiamo che non possiamo farlo a tutti coloro che conosciamo, ma
allo stesso tempo non vorremmo lasciare senza regalo una persona che per noi è importante.

Un regalo è il segno di quanto teniamo affettuosamente a una persona.

Vi propongo di interpretare la tradizionalissima “Busta di Natale” come un regalo alla vostra
parrocchia… con la consapevolezza, anche, che “la parrocchia”… siamo noi!

Ricambio con un grazie affettuoso in anticipo per la vostra gentilezza e generosità.

                       Il codice IBAN della Parrocchia di S. Maria della Carità è
                             IT 48 M 0306 9024 8207 4000 007352
                        presso Banca Intesa Sanpaolo, filiale San Felice

Causale:
•     Offerta per lavori di ristrutturazione con autorizzazione Soprintendenza n 18731 del 10 agosto 2017
oppure
•     Offerta per restauro rilievo in stucco replica della Madonna delle Candelabre con autorizzazione
      Soprintendenza n 24902 del 12 novembre 2019

Per avere il modulo per la detrazione fiscale da inserire nella denuncia dei redditi occorre
richiederlo, entro la fine dell’anno, alla segreteria parrocchiale.

È possibile fare le offerte anche tramite Paypal,
      direttamente dal sito della parrocchia:
https://www.parrocchiasamac.it/sostienici/

    Il codice IBAN della Caritas parrocchiale è
    IT 72 D 07072 02409 00000 0401 002
      presso Emil Banca, filiale Riva Reno
Parrocchia di S. Maria della Carità e di S. Valentino della Grada

La Caritas e la San Vincenzo de’ Paoli
          vi invitano, in via S. Felice 68, al

   MERCATINO
      DI
    NATALE
Una fantastica opportunità di acquistare in solidarietà.

                                              Orario

                                            Venerdì 6
                                         ore 16.00-19.30
                                            Sabato 7
                                  ore 10.30-13.00 e 16.00-19.30
                                          Domenica 8
                                  ore 10.30-13.00 e 16.00-19.30
                                           Venerdì 13
                                         ore 16.00-19.30
                                            Sabato 14
                                  ore 10.30-13.00 e 16.00-19.30
                                          Domenica 15
                                  ore 10.30-13.00 e 16.00-19.30
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