IL CROCICCHIO - PARROCCHIA SAMAC
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IL CROCICCHIO CROCEVIA DELLA CARITÀ Bollettino Parrocchiale BETLEMME, CITTÀ GIUSTA Tu Betlemme, proprio tu sei la città giusta, Gli uomini mangeranno, perché da te uscirà un re vittorioso, ma sarà saziata la loro sete. atteso dalla nostalgia di tutti. Le donne berranno, Vincerà, non perché sarà potente, e troveranno alimento per la loro fame. o un conquistatore, ma perché sarà piccolo, E quando poseremo il bambino, gentile, amorevole e giusto. nella piccola grotta Avrà la forza e il coraggio che sa di pane dorato, di liberarci dalle forze che ci affaticano, potremo dire: che ci schiacciano e ci rendono tristi. “Qui, Betlemme, è la città giusta, Potrà farlo, perché agirà nel nome del Signore, nella mia casa, nella mia vita.” per questo pacificherà le azioni, porterà pace ai pensieri, troveremo in lui stesso la pace. Don Davide (Testo liberamente tratto da Michea 5,1-4) Forse ti chiederai, Betlemme: “Com’è possibile? Proprio io, così piccola tra le città di Giudea! Perché non nella città del Tempio, a Gerusalemme, o nella città antica, a Gerico?” Da te, Betlemme, perché sei piccola, come quello che accade nelle vite degli uomini, che hanno l’amore sufficiente per cambiare la storia. Da te, Betlemme, perché sei città di pastori e di greggi, e io voglio che ci siano pastori per le greggi. Da te, Betlemme, perché sei un forno, e io voglio che tutti sappiano di potersi avvicinare a mangiare pane fragrante e profumato. Parrocchia di S. Maria della Carità e Parrocchia di. S. Maria e S. Valentino della Grada - Via San Felice 64, 40122 Bologna Tel. 051 554256 - www.parrocchiasamac.it - parrocchia@parrocchiasamac.it
LA SETE DI DIO E LA CITTÀ GIUSTA Proponiamo una riflessione spirituale sui temi pastorali che ci guidano: il tema dell’anno pastorale diocesano e il tema del cammino dell’ACR. Il vescovo ha affidato alla Chiesa di Bologna la Proviamo a pensarci non per come doveva riflessione su due seti, la sete di Dio e la sete realmente apparire ai contemporanei, ossia un degli uomini, come tema per l’anno pastorale normalissimo parto. Pensiamoci per quello che 2019-2020, attraverso l’incontro di Gesù con la l’icona del presepe significa per noi, alla nostra donna samaritana (Gv 4). contemplazione: il Messia di Israele, l’atteso da tutti i popoli, il Grande Re, colui che esprime Capiamo che cosa significhi lasciarsi interpellare il desiderio di Dio per l’umanità compare nei dalla metafora della sete, quando pensiamo a una panni di un neonato. giornata di piena estate, in cui ci troviamo a fare un lungo cammino al sole e senz’acqua. La sete Non sentite sorgere in voi la domanda della è più di un desiderio: è una condizione fisica ed Samaritana? “Signore, sei solo un bambino, esistenziale. Dissetarci, in quel momento, è l’unica indifeso e povero. Non hai nulla con te. Come cosa che conta, il primo bisogno da soddisfare per puoi rispondere ai nostri bisogni?”. potere compiere qualsiasi altra azione. Quando ci mettiamo di fronte al mistero Interrogarci, dunque, sulla sete di Dio significa del Natale, sentiamo subito la tentazione di percepire l’affetto tenace che Dio ha per me e, pensare che sì, è un’atmosfera bellissima, quasi di conseguenza, la chiamata che rivolge alla mia nostalgica, ma non in grado di rispondere alla vita. Lo sentiamo nelle parole di Gesù, con cui si nostra condizione fisica ed esistenziale. In apre il dialogo con la donna: “Dammi da bere” fondo, in un angolo del nostro cuore, ci rimane (Gv 4,7). Sono le stesse con cui concluderà la la convinzione che sia una cosa per bambini. sua vita: “Ho sete!” (Gv 19,28). Che Gesù sia troppo piccolo, semplice e spoglio per darci da bere. Interrogarci sulla sete degli uomini significa potere condurre coloro a cui vogliamo bene a dire: Eppure, come la donna samaritana, avvertiamo “Signore, dammi di quest’acqua, perché io non una nostalgia che non si sopisce: “Sei forse abbia più sete!” (Gv 4,15). Allora non ci sarebbe tu?!”. Sentiamo il bisogno di indugiare, di più bisogno di incontri di formazione e di catechesi, adorare, di ritrovare il silenzio. Vorremmo perché ciascuno avrebbe una motivazione interiore anche noi un’acqua così dissetante che non si per dissetarsi alla sorgente che è Gesù. debba tutte le vote tornare a bere. Sostando nel clima di Natale, si fa strada la persuasione Tra queste due seti c’è il momento in cui le parti che quel bambino abbia molto da donare. si invertono e Gesù si presenta, in verità, non tanto come colui che ha sete, ma come colui che Arrivano degli uomini saggi, da lontano. Al loro disseta: “Se tu conoscessi il dono di Dio, e chi è seguito, accertiamo senza ombra di dubbio che colui che ti chiede da bere, tu avresti chiesto a lì sta accadendo davvero qualcosa di buono. lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva” (Gv 4,10). Essi giungono lì e portano doni per saziare la loro sete. Scopriamo che spesso sono proprio La risposta della donna è ancora sulla soglia del i più lontani che, con la loro sete ardente, mistero: “Signore, tu non hai un secchio e il pozzo insegnano a chi è vicino a riconoscere quale è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua sorgente sia Gesù. Come la donna samaritana, viva?”. Sorprendentemente, proprio questo come i Magi. E noi lo riconosciamo dalla scetticismo della Samaritana ci rimanda al clima di gioia che ci porta l’avere intrapreso questo Natale, in modo particolare alla scena di Betlemme. cammino. Tutte le volte, infatti, che muoviamo
i passi nella direzione giusta per dissetarci, lo essere, in questo, dissetati. possiamo verificare dalla gioia spirituale che È un bisogno nascosto, che spesso sopiamo e questo movimento comporta. Se non c’è gioia che va ridestato, reso consapevole, portato alla rasserenante, netta ma al contempo sobria nostra esperienza. Betlemme è la città giusta. e percepita interiormente, la direzione è Ogni attraversamento, sosta e ripartenza da sicuramente sbagliata. quella piccola città, da quel piccolo presepe, è la sorgente indispensabile per vivere. Siamo partiti dalla sete, e ci ritroviamo in un’oasi di pane. La sete di Dio, di dissetare gli uomini, svela la necessità degli uomini di donare per Don Davide IL PROFUMO DEL PANE CI GUIDA VERSO BETLEMME Il profumo del pane ha accolto veramente i livelli un tema così umano, intimamente visitatori di questa mostra, allestita presso la religioso e allo stesso momento universale. chiesa di San Valentino della Grada nel mese di ottobre, e li ha accompagnati nella visione di Il video che accompagna la visita, ideato da queste suggestive opere di arte contemporanea, Matteo Lucca, ci mostra sette danzatrici, tutte incentrate sul tema del pane. silenziose ed intente ad impastare l’acqua e la farina che diventeranno pane; i loro Nella piccola chiesa, svuotata per l’occasione, gesti lenti, armoniosi ed antichi evocano la le cinque opere d’arte sono state sistemate tradizione del lavoro comune per realizzare secondo un percorso che va dalla fragilità una materia viva che è forza e nutrimento. dell’umano all’evocazione del divino, Con questa materia viva Lucca ha plasmato seguendo la molteplicità di significati che le sue statue di pane, ricavate da stampi il pane evoca in tutti noi e nei cristiani in di terracotta a grandezza naturale e cotte, particolare. ritratto e autoritratto, una donna ed un uomo Tre giovani artisti si sono misurati su questa rappresentati nell’essenzialità dell’impasto, materia, dando vita ad opere che non nascono che nel forno è lievitato ed ha creato sul come arte sacra, ma che diventano momento retro forme inaspettate, come la vita che di riflessione profonda, che abbraccia a più prende strade inattese, indipendenti dalla
volontà dell’uomo. Su queste opere la alla mostra è stato quello di affrontare cottura ha lasciato anche segni e bruciature concretamente il tema della condivisione che insieme alla delicatezza del materiale e della mancanza di cibo: ogni visitatore è ci rendono la cifra di un’umanità fragile e stato invitato a lasciare un pacco di cibo, che dolente e pur desiderosa di vita e portatrice si potesse conservare, per le attività della di sostentamento. Caritas parrocchiale; sempre in questa ottica martedì 15 ottobre, sono stati ospitati gli Dal pane come dono, che sfama e dà vita, operatori del CEFA ONLUS, l’organizzazione dal versetto del Padre Nostro “Dacci oggi che da quarantacinque anni si occupa di il nostro pane quotidiano”, è partita la aiutare le comunità più povere del mondo meditazione guidata dal teologo Marcello affinché possano raggiungere l’autosufficienza Neri: una riflessione sulla parola di Dio e la alimentare. Le loro testimonianze e i video sua rappresentazione artistica. Si è trattato del proiettati hanno raccontato dei progetti e primo degli eventi organizzato per affiancare la delle modalità con cui i volontari lavorano mostra, approfondirne il significato ed aprirla per aiutare a sviluppare benessere e diritti alla comunità. elementari, come la salute o l’istruzione, nei territori in cui intervengono. Il pane come metafora della vita non può non richiamare anche il motivo della condivisione, Tra le altre iniziative che hanno accompagnato la seconda opera “Convivio” ci fa passare dalla l’esposizione. ricordiamo una serata di musiche friabilità del pane cotto alla persistenza della a tema, magicamente eseguite dai Solisti di San pietra. L’autrice, Daniela Novello, rappresenta Valentino e intervallate dalle potenti liriche una mensa quotidiana e semplice su cui di Carla Roli, lette dalla stessa poetessa nella campeggia un grosso pane spezzato circondato suggestiva cornice della mostra. Il laboratorio da dodici cestini; dodici come le ceste rimaste sensoriale “I pani dal mondo e degustazione di dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci oli” ha concluso le attività: un pomeriggio di o i cesti pieni di pane rappresentati nelle interventi sulle modalità della panificazione, catacombe, anche se il rimando più immediato tenuti dalla scrittrice Chiara Prete e dalle è all’Ultima Cena: gli apostoli si ritrovano docenti del nostro ateneo, professoresse attorno a Gesù, pane eucaristico. Maria Fiorenza Caboni e Tullia Gallina Toschi, seguito dalla degustazione di varie tipologie di Uno degli obiettivi del percorso collegato pane provenienti da diverse parti del mondo
e accompagnati da oli del nostro territorio. buio, potrebbe essere un forno, mentre la Il pomeriggio si è concluso con un saluto seconda rappresenta un pane, rotondo, per di Sara Parenti, che ha organizzato tutte le gran parte illuminato, ma spezzato e scavato, iniziative, ottimamente coadiuvata dalla nostra un pane che è già stato mangiato, che si è instancabile e preziosa Cristina Gozzi. già dato come cibo e come vita. E se il piano vuoto può richiamare un sepolcro, che noi In fondo alla chiesa, proprio sopra l’altare, troviamo vuoto, sappiamo che il vuoto è solo le ultime due opere in mostra, del pittore apparente perché la persistenza del pane molisano Ettore Frani, già conosciuto per il eucaristico nella nostra esistenza è rievocata trittico che da alcuni anni è esposto nella nostra dalla potente immagine del pane sovrastante. parrocchia. Ancora una volta dipinti che ci Potrebbe ricordarci la classica iconografia colpiscono per la loro enigmatica suggestione dell’ostia consacrata, che si è però tradotta in e per una tecnica così particolare da far sì una forma sofferta e viva, un tabernacolo che che l’opera si disveli a poco a poco, dietro ci avvolge e ci attira. un’apparente freddezza quasi fotografica; è una pittura di luce, ottenuta per sottrazione dei E l’ultima immagine che ci rimane, in questo colori scuri e che si apre ad una profondità non tempo che ci accompagna verso il Natale è solo prospettica, ma carica di arcani e potenti quella di un pane che si fa capanna, calda e significati. Le due tele “Attesa” ed “Arca“ non profumata come il luogo che ha visto la venuta nascono insieme, né per essere accostate, di Gesù, Betlemme, la casa del pane. ma in questa collocazione dialogano fra loro: la prima si presenta come un piano vuoto nel Angela Poma ZONA PASTORALE SAN FELICE: INCONTRIAMOCI AL POZZO Ai tempi di Gesù, per andare dalla Galilea alla acqua e non sono dello stesso tipo: la sete di Giudea solitamente non si passava dalla Samaria, Gesù è la sete di chi vuole incontrare gli uomini si risaliva la Valle del Giordano, che era una strada bisognosi di Lui. La sete della Samaritana è più piana e più sicura, poiché non attraversava quella di chi, per cercare di dissetarsi, ha bevuto quella terra i cui abitanti da secoli erano in ogni sorta di acqua senza riuscire a placarla, conflitto con i Giudei. Gesù invece, nell’ora più perché è una sete profonda, interiore, che calda del giorno, passa per la Samaria senza richiede perciò un’acqua capace di diventare alcuna ragione apparente, se non per incontrare una sorgente “che zampilla per la vita eterna”. la donna Samaritana presso il pozzo di Sicar. Anch’ella si reca al pozzo in un’ora insolita per Questo brano è proposto dalla Chiesa di Bologna attingere acqua, probabilmente perché, per la come accompagnamento per i prossimi cinque sua condotta di vita riconosciuta pubblicamente anni, nei quali si vuole seguire e mettere in atto come immorale, non vuole imbattersi nella un programma espresso in tre verbi: vedere, disapprovazione della gente. Incontra Gesù crescere, cambiare. invece, che è stanco e le chiede da bere per dissetarsi, poiché non ha di che attingere. Questa Il primo verbo, che caratterizza il cammino di donna, che da un uomo Giudeo non si aspetta questi primi due anni, è “vedere”, nel senso di altro che disprezzo, si trova di fronte qualcuno volgere lo sguardo intorno a noi per conoscere assetato come lei. sempre meglio la realtà che ci circonda e scorgervi la presenza di Gesù, oggi. Il pozzo di È infatti un incontro tra due seti, che però Samaria diventa allora anche per noi un buon precedono quella umana, non sono solo di punto di osservazione del mondo, della città, di
chi ci è prossimo: dove possiamo incontrare le la fonte da cui possiamo attingere l’acqua che persone che hanno sete di Dio? Come possiamo disseta e che vogliamo portare alla gente. raggiungerle? Gesù, con il suo comportamento verso la Samaritana, ci insegna che se una Poi si terrà l’Assemblea di Zona, intesa come uno persona fatica a trovare Dio, è Dio che la va a spazio nel quale lavorare e progettare insieme cercare, affinché nessuno rimanga escluso obiettivi e attività delle nostre comunità (sempre dal Suo amore. E questa azione missionaria a all’interno dei quattro diversi ambiti: carità. cui siamo chiamati, può aiutare anche noi a giovani, liturgia, formazione e catechesi) e nel riscoprire la gioia di aver incontrato Gesù e di quale tutti siamo chiamati ad essere protagonisti averlo con noi. del cammino pastorale e missionario della nostra Chiesa. Il cammino intrapreso insieme come Zona Pastorale, in seguito alla prima Assemblea di Infine saremo chiamati a partecipare alla Veglia Zona, continuerà anche quest’anno con tre di Pentecoste, con la quale, come nell’anno appuntamenti fondamentali. pastorale appena trascorso, si vuole celebrare, nella festa della nascita della Chiesa, la presenza Una Lectio sarà l’occasione per meditare e dello Spirito messa in evidenza dalla bellezza approfondire i numerosi spunti di riflessione che della liturgia. il brano dell’incontro tra Gesù e la Samaritana ci offre, con la consapevolezza che è la Parola Sara Parenti ZONA PASTORALE SAN FELICE: GIOVANI “IN VIAGGIO” E’ difficile pensare a cosa possa offrire oggi a Nel mandato che la Diocesi ha consegnato alle dei giovani la comunità cristiana. zone pastorali, uno dei quattro ambiti su cui Qualcosa a cui possa valere la pena di lavorare è quello dei giovani. Possibilmente, partecipare, nel quale mettersi in gioco, a di tutti i giovani che abitano, o che in qualche cui dedicare tempo ed energie, in una fase modo insistono, nel territorio zonale, e non della propria vita - la giovinezza - tanto bella solo quindi di quelli che frequentano le nostre e ricca di opportunità, quanto non esente da chiese o comunità di fede. preoccupazioni, dubbi, paure... Una fase della vita in cui si è di fronte alla delicatissima scelta Per questo, subito dopo l’assemblea di zona del di decidere dove e con chi condividere il proprio marzo scorso si è costituita spontaneamente, su “cuore”, i propri sogni e i propri desideri. base puramente volontaria, una piccola equipe di adulti di varia estrazione che, affiancata anche da qualche giovane, si è presa a cuore questo impegnativo progetto. Una serata alla fine di giugno, un paio di incontri e una bellissima due giorni fatta di recente, sono stati i primi passi che questa iniziativa ha mosso e che ci hanno permesso di venire in contatto con tanti giovani e le loro preziose storie. Come scrivevo all’inizio, considerando
i tempi non facili che viviamo adesso, la scelta è stata quella di non esordire con discorsi pseudo- edificanti di taglio morale (o moralistico); non siamo partiti nemmeno da una formazione di tipo sistematico classica e nemmeno da un approccio puramente ecclesiale o sociale. È invece nell’orizzonte di queste parole di Gesù che abbiamo pensato di muoverci: “Sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza.“ (Gv. 10,10). Un approccio personale all’esperienza di fede è il punto di partenza obbligato per fare breccia nelle nostre coscienze post-moderne, oscillanti fra L’esperienza di essere in cammino è due caratteristiche opposte eppure facce della fondamentale, perché si tratta di una strada da stessa medaglia: l’apatia e il narcisismo, che percorrere più che di una meta da raggiungere, caratterizzano il nostro attuale modo di vivere. verso un’esperienza di fede e scelte di vita libere e consapevoli. Si potevano tentare strade più semplici, ma è certamente più appassionante affrontare questa Tutti quelli che vogliono partecipare sono i sfida: cercare di aiutare tutti a partire da quello benvenuti, la strada da percorrere è ancora che si è, da quello che si muove dentro di noi, tanta, il viaggio è appena cominciato. alla scoperta dei nostri desideri più autentici e delle aspirazioni più profonde. Mario Boldrini LA BARCA DI PIETRO Ovvero: a che punto siamo con i lavori della Chiesa (e della Parrocchia) È vero che la chiesa è la barca di Pietro – direte campetto, riguardante il tetto sopra la Sala Ping voi – ma proprio stare con le reti in chiesa sempre Pong. pronte per la pesca… ci sembra un po’ esagerato! E avete ragione! Stiamo regolarmente pagando il finanziamento Dunque, a che punto siamo? che avevamo fatto per saldare tutte le fatture dei lavori precedenti. Dopo due incontri con la Commissione della Regione Emilia Romagna, e altrettanti con Da pochissimo è arrivata l’autorizzazione della l’Ufficio per la ricostruzione della Chiesa di Soprintendenza al restauro della Madonna Bologna, sono stati chiesti alcuni altri rilievi al della Salute, la cui campagna è stata accolta progetto. In seguito a questo aggiornamento, dai parrocchiani con grande entusiasmo e per dovremmo essere finalmente pronti a procedere cui vi ringraziamo. L’immagine verrà portata in ai lavori di consolidamento del tetto della laboratorio per il restauro a partire dal 9 dicembre. chiesa. Infine, con il contributo prezioso di alcuni Nel frattempo, abbiamo avviato i lavori di giovani, abbiamo risistemato completamente la rifacimento della falda del tetto sopra la Sala ex Sala Scout, creando uno spazio grande, bello Ugo Bassi, che richiedeva di un intervento e confortevole per le riunioni e gli incontri dei urgente, inoltre si sta procedendo a una parte giovani. dei lavori già autorizzati sulle facciate del Don Davide
LA CARITÀ DÀ I NUMERI Le sportine del martedì: 50 persone per 44 settimane ricevono aiuti alimentari. Il doposcuola: 25 alunni 3 volte alla settimana per 8 mesi l’anno ricevono aiuto scolastico per un totale di 240 ore di lezione. Il Vai: 16 visite al mese ad anziani soli o malati. La San Vincenzo: assiste 30 famiglie con vicinanza, condivisione dei problemi, spesa mensile e aiuti economici. Sostegno allo studio: Euro 4.000 raccolte in parrocchia + Euro 5.100 della Caritas Diocesana per l’aiuto allo studio. Il centro d’ascolto: 6 ore al mese 6 volontari danno ascolto e aiuto alle esigenze dei più poveri. Bisogni speciali sostegno per le attività di 5 ragazzi alle rispettive famiglie. 14.700 KG DI VIVERI DISTRIBUITI IN UN ANNO, raccolti con: Cesto della carità tutti i giorni in chiesa Raccolta Conad 1 volta al mese Raccolta a Imola Banco Alimentare 1 volta al mese Raccolta mostra “Il profumo del pane” Raccolta giornaliera presso 4 esercizi commerciali (bar/forni) Le risorse vengono: • dall’aiuto dei parrocchiani che non ci fanno mancare la loro generosità • dal sostegno della Caritas diocesana • dal contributo dei volontari e poiché le necessità sono in aumento da qualche recente attività di auto finanziamento. Antonella Munari Responsabile della Caritas parrocchiale
BENEDIZIONI PER L’ANNO 2020 Sentire l’amore di Dio per noi L’anno scorso ho avuto molti stimoli per riflettere sulla preziosità dell’atto di benedire: in occasione delle Benedizioni di San Valentino, per la benedizione degli animali il giorno di Sant ’Antonio abate, alle tante persone che vengono in chiesa a chiedere una benedizione speciale e, infine, durante la visita per la benedizione delle case. Benedire è un atto radicalmente evangelico. Anche quando una benedizione è accolta in maniera più devozionale e meno consapevole, quello che si compie nella benedizione conferma il dato fondamentale della rivelazione del Vangelo di Gesù: che nessuno è solo, che la vita di tutti è riconosciuta e garantita nella sua preziosità, e che – anche quando tutto sembra andare male – rimane l’amore di Dio che ci custodisce. Durante la visita alle famiglie nelle case, mi pare che questo significato della benedizione sia stato in parte riscoperto e riassaporato. Un tempo leggermente più dilatato per dare spazio alla cura e all’amicizia, una preghiera più raccolta, il senso di non fare le cose di fretta… hanno permesso di sentire che al di là della visita del ministro, c’era un segno reale della presenza di Dio. Per questo vorrei riproporre lo stesso stile e lo stesso metodo dell’anno scorso, per le benedizioni nelle nostre case. Non più il tradizionale “giro” con il “calendario” già programmato, ma la disponibilità ad andare in qualsiasi periodo dell’anno, su appuntamento. È indispensabile prenotare la benedizione con largo anticipo chiamando in segreteria (n. 051554256). Per impegni, sono costretto ad indicare alcuni giorni in cui sarò disponibile, io personalmente (don Davide), a partire dall’1 dicembre 2019. Mi affiancheranno anche i ministri (accolito e lettore) e don Sergio Imperiale, anche loro in alcuni giorni disponibili, a partire dal 7 gennaio. Don Davide
LA BUSTA DI NATALE Fate un regalo alla vostra parrocchia A Natale facciamo i regali alle persone care, ai famigliari, agli amici. Ogni anno si propone il dilemma a chi fare il regalo: sappiamo che non possiamo farlo a tutti coloro che conosciamo, ma allo stesso tempo non vorremmo lasciare senza regalo una persona che per noi è importante. Un regalo è il segno di quanto teniamo affettuosamente a una persona. Vi propongo di interpretare la tradizionalissima “Busta di Natale” come un regalo alla vostra parrocchia… con la consapevolezza, anche, che “la parrocchia”… siamo noi! Ricambio con un grazie affettuoso in anticipo per la vostra gentilezza e generosità. Il codice IBAN della Parrocchia di S. Maria della Carità è IT 48 M 0306 9024 8207 4000 007352 presso Banca Intesa Sanpaolo, filiale San Felice Causale: • Offerta per lavori di ristrutturazione con autorizzazione Soprintendenza n 18731 del 10 agosto 2017 oppure • Offerta per restauro rilievo in stucco replica della Madonna delle Candelabre con autorizzazione Soprintendenza n 24902 del 12 novembre 2019 Per avere il modulo per la detrazione fiscale da inserire nella denuncia dei redditi occorre richiederlo, entro la fine dell’anno, alla segreteria parrocchiale. È possibile fare le offerte anche tramite Paypal, direttamente dal sito della parrocchia: https://www.parrocchiasamac.it/sostienici/ Il codice IBAN della Caritas parrocchiale è IT 72 D 07072 02409 00000 0401 002 presso Emil Banca, filiale Riva Reno
Parrocchia di S. Maria della Carità e di S. Valentino della Grada La Caritas e la San Vincenzo de’ Paoli vi invitano, in via S. Felice 68, al MERCATINO DI NATALE Una fantastica opportunità di acquistare in solidarietà. Orario Venerdì 6 ore 16.00-19.30 Sabato 7 ore 10.30-13.00 e 16.00-19.30 Domenica 8 ore 10.30-13.00 e 16.00-19.30 Venerdì 13 ore 16.00-19.30 Sabato 14 ore 10.30-13.00 e 16.00-19.30 Domenica 15 ore 10.30-13.00 e 16.00-19.30
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