El Periódico Libre & Independiente de Bolivia - Comundo

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El Periódico Libre & Independiente de Bolivia - Comundo
Bollettino No. 13, luglio 2020
Di Alain Vimercati / Habitat e abitazioni adeguate nei quartieri periurbani di Cochabamba
Un interscambio professionale con Comundo

El Periódico Libre & Independiente de Bolivia

Una strada del centro città durante la quarantena, senz’auto

Care amiche e cari amici
Come potete ben vedere in questi tempi surreali non ci sono stati stravolgimenti solo a causa della pandemia del COVID-
19, ma anche El Periodico Libre E Independiente de Bolivia, nel suo piccolo, ha subito un grande cambio. Con l’unione
tra Comundo e Interteam stanno avvenendo vari cambiamenti, uno tra questi l’obbligo di uniformare i formati dei
bollettini. A mio malincuore ho dovuto quindi abbandonare il caro vecchio formato che mi ha accompagnato per quasi
sette anni (e che avrebbe avuto bisogno di una rinfrescatina) per adeguarmi alle nuove direttive. In ogni caso potete
stare certi che il contenuto editoriale non varierà di una riga e manterrà la sua postura indipendente, critica e costruttiva
allo stesso tempo, sia rispetto alle vicissitudini socio-politiche in Bolivia che nel campo dell’intercambio professionale
nella Fondazione Pro-Habitat.
Anche questa volta non mancano le novità, molte delle quali sono relazionate, evidentemente, con il COVID-19. Dalla
grave crisi politica e sociale scaturita alla fine del mese di ottobre del 2019 in seguito alle travagliate elezioni presiden-
ziali siamo passati, a causa del COVID-19, a una crisi altrettanto grave non solo sanitaria, ma anche sociale, economica
e, tanto per cambiare, politica.
Ci tengo a ringraziare tantissimo Comundo, tutto il suo staff e tutte le persone, organizzazioni e associazioni che mi
hanno appoggiato in questi anni, è grazie a voi che posso continuare a lavorare nei progetti della Fondazione Pro-Habitat
e, con la mia famiglia, continuare a vivere in condizioni sicure, malgrado la pandemia. Grazie di cuore!

      Contatto – Alain Vimercati
      Per iscriversi al mio gruppo di sostegno oppure non ricevere più il bollettino scrivimi:
      alain.vimercati@comundo.org
      Comundo si fa carico dei costi del mio interscambio.
      Le informazioni sulle possibilità di donazione si trovano nell'ultima pagina.
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Bollettino No. 13, giugno 2020
Di Alain Vimercati / Habitat e abitazioni adeguate nei quartieri periurbani di Cochabamba
Un interscambio professionale con Comundo

IL LAVORO NELLA FONDAZIONE PRO-HABITAT                           Biennale avrebbe dovuto svolgersi nel mese di novembre
                                                                 del 2019 ma a causa dei conflitti sociali la rinviarono per il
Prima del COVID-19 (09-10/2019)                                  mese di marzo del 2020. Ciononostante, non avevano
L’ultimo bollettino risale allo scorso mese di settembre del     fatto i conti con la pandemia, per il momento non si sa
2019, da allora ne sono successi di avvenimenti. Nei mesi        ancora quando si realizzerà, ci vorrà ancora un po’ di pa-
di settembre ed ottobre non ci furono grandi progressi per       zienza per conoscere i risultati del concorso.
quanto riguarda il progetto di Consolidazione Urbana So-
stenibile a Sacaba e la Centralità Urbana Max Paredes a La       I due viaggi in Svizzera (10-12/2019)
Paz, soprattutto per il fatto che tutte le istituzioni pubbli-   Questa volta il viaggio in Svizzera coincise con la fine del
che erano completamente assorbite dal processo eletto-           secondo contratto, ragione per cui fu, per la prima volta in
rale per le elezioni presidenziali previste per la fine del      tanti anni, soprattutto un viaggio di vacanza e visita con
mese di ottobre. Considerando che avevo programmato il           la famiglia. Ciò nonostante non potei resistere alla tenta-
viaggio di fine contratto proprio in quel periodo approfittai    zione di realizzare una presentazione allo Studio Lacaton
di quei due mesi per portare avanti i progetti per una           dell’ETH di Zurigo grazie alla gestione di Rémi Jourdan, un
scuola alternativa ad Apote e un edificio multifamigliare a      altro studente di architettura che aveva realizzato uno
Capinota (v. El Periodico Nr. 12). Casualmente questo pe-        stage da noi l’anno scorso e che in quel semestre stava
riodo coincideva con la consegna del concorso per la XIV         seguendo quell’atelier. Ringrazio veramente tantissimo
Biennale di Architettura Boliviana, prevista per il mese di      anche a Rémi per questa bella opportunità, è stato vera-
novembre del 2020. Pensai che sarebbe stata una buona            mente un piacere poter condividere la mia esperienza con
opportunità per presentare questi due progetti, per mo-          gli studenti/esse e la professoressa Anne Lacaton, un’ar-
strare un approccio differente rispetto alla produzione ar-      chitetta che stimo moltissimo, fondatrice dello studio La-
chitettonica contemporanea locale, in quanto frutto di una       caton Vassalle che ho sempre seguito con molto interesse.
ricerca sulla relazione con il contesto, una scala a misura      Come sempre durante i viaggi in Svizzera approfittai per
dell’essere umano e l’uso di materiali ecologici e locali.       riunirmi anche con la Dra. Jennifer Duyne del ETH Wohn-
Alla fine, la consegna, tre giorni prima del viaggio in Sviz-    forum ETH CASE, con la quale un qualche anno fa parteci-
                                                                 pai a un paio di concorsi del Fondo Nazionale Svizzero per
                                                                 la Ricerca Scientifica. Come sempre è un piacere scam-
                                                                 biare quattro chiacchiere con lei e, anche questa volta,
                                                                 saltò fuori una bella sorpresa. Infatti, Jennifer nel mese di
                                                                 dicembre stava organizzando una conferenza internazio-
                                                                 nale sulle cooperative di abitazioni a Zurigo e, sapendo che
                                                                 con la Fondazione Pro-Habitat avevamo sviluppato una
                                                                 proposta di abitazioni collettive / cooperativa di abitazioni
                                                                 per quartieri periferici che aveva anche vinto la XIII Bien-
                                                                 nale di Architettura Boliviana del 2017 (v. El Periodico Nr.
                                                                 9), mi propose di partecipare alla conferenza per presen-
                                                                 tarla. Fu così che alla metà del mese di novembre con
                                                                 Carla ed Enrico ritornammo in Bolivia e, quasi tre setti-
                                                                 mane più tardi, ero di nuovo in Svizzera per la confe-
                                                                 renza!! Mi sono sempre interessato alle cooperative di abi-
Vista esterna del multifamigliare a Capinota (Rémy)
                                                                 tazioni le loro implicazioni socio-economiche oltre che ar-
zera, fu una vera e propria maratona!! Devo ringraziare          chitettoniche, però molti aspetti non li conoscevo, o sola-
veramente tantissimo Victoria Desponds e Rémy Carron,            mente superficialmente. Durante i tre giorni dell’evento
una architetta e uno studente di architettura svizzeri che       potei conoscere molto di più le questioni e sfide legate alle
realizzarono uno stage a Pro-Habitat durante il 2019 (v. El      cooperative di abitazioni, fu veramente un’esperienza
Periodico), in quanto dalla Svizzera mi aiutarono tantis-        molto arricchente per la diversità dei punti di vista e la
simo con l’elaborazione e post-produzione delle immagini,        qualità delle presentazioni, le visite realizzate a vari pro-
senza di loro non ce l’avrei mai fatta a consegnare tutto e,     getti di cooperative di abitazioni a Zurigo e le tante chiac-
soprattutto, con immagini veramente spettacolari!!! La           chierate informali svolte con i/le partecipanti presenti,

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provenienti da ambiti differenti quali p.es. organizzazioni         dell’evento, per tutto quanto!
e associazioni di cooperative, accademici, istituzioni pub-         Un’altra riunione parecchio promettente fu con la Prof.
bliche, ecc.                                                        Arch. Paola Canonica del Dipartimento ambiente costru-
In definitiva fu un’esperienza molto positiva che ha rinvi-         zioni e design della SUPSI, che negli ultimi anni aveva gen-
gorito la motivazione per continuare ad insistere sulla ne-         tilmente organizzato le mie presentazioni con gli studenti
                                                                    del corso di laurea di questo istituto. Per il momento non
                                                                    entrerò nei dettagli, però speriamo che a futuro si possa
                                                                    concretizzare una collaborazione con un workshop con-
                                                                    giunto!

                                                                    I primi mesi del 2020 (01-03/2020)
                                                                    Una volta ritornato in Bolivia iniziò un periodo bello intenso
                                                                    e sembrava proprio che il 2020 fosse iniziato nel migliore
                                                                    dei modi. Infatti, nel mese di gennaio iniziammo a imple-

Presentazione alla conferenza internazionale sulle coopera-
tive di abitazioni a Zurigo (F:©NellyRodriguez)

cessità di implementare progetti di cooperative di abita-
zioni in Bolivia. Infatti, la prima volta che fui in Bolivia tre-
dici anni fa fu per realizzare uno stage di un anno, durante
il quale lavorai al primo progetto di cooperative di abita-
zioni in questo paese. Già allora mi interessavano moltis-
sime queste questioni, però allo stesso tempo vedevo i li-
miti del modello implementato in Bolivia. Era molto inte-
ressante da un punto di vista sociale, economico e legale,
in quanto si basava su processi partecipativi, autogestiti,
sulla proprietà collettiva del terreno come mezzo per evi-          Giornata di riforestazione della zona del torrente con 100
tare la speculazione e sull’autocostruzione assistita. Ciò          alberi di specie native
nonostante da un punto di vista urbanistico e architetto-
                                                                    mentare il progetto di Consolidazione Urbana Sostenibile
nico aveva molte (troppe) lacune, in quanto riproponeva
                                                                    nel quartiere di Tacopoca Alta di Sacaba, con i primi work-
un modello di sviluppo urbano estenso e diffuso con un
                                                                    shops di pianificazione urbana partecipativa, la riforesta-
progetto di case unifamiliari in un insediamento periferico
                                                                    zione di un torrente che passa per il quartiere e iniziammo
lontano dalle infrastrutture educative, sociali, sanitarie,
                                                                    a pianificare il lavoro per i mesi seguenti.
ecc. La proposta di cooperative di abitazioni che svilup-
                                                                    Nel mese di febbraio collaborammo con una professoressa
pammo per la Biennale fu un primo passo importante per
                                                                    e i suoi quasi 90 (!) studenti di un seminario facoltativo di
mostrare che era possibile sviluppare cooperative di abi-
                                                                    architettura paesaggistica della facoltà di architettura
tazioni considerando la questione della città compatta, so-
                                                                    dell’Università Maggiore di San Simon che si svolgeva du-
stenibile e inclusiva, ma alla fine si trattava di un esercizio
                                                                    rante le vacanze di semestre, per realizzare proposte di
puramente teorico. La conferenza fu molto interessante
                                                                    riqualificazione e recuperazione dello spazio pubblico del
per riprendere questa proposta e, a partire da quest’anno,
                                                                    quartiere. Con un collega architetto e la professoressa pia-
siamo seriamente interessati a cercare finanziamenti per
                                                                    nificammo e organizzammo le attività sul terreno con gli
poter implementare un progetto pilota, speriamo che sia
                                                                    studenti: realizzammo una presentazione del progetto
la volta buona!
                                                                    CUS, una visita al quartiere e un workshop partecipativo
In ogni caso grazie mille a Jennifer e all’arch. Daniela Sa-
                                                                    con gli abitanti del quartiere per presentare e discutere le
njinés, sua assistente e responsabile della logistica

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proposte che dovettero elaborare in sole due settimane.           straordinario e particolarmente intenso, però non ave-
Il risultato del workshop fu molto positivo, anche se chia-       vamo fatto i conti con... il COVID-19, che arrivò come una
ramente troppo corto per poter avere un impatto più si-           doccia fredda e paralizzò gran parte delle attività che ave-
gnificativo, sia per quanto riguarda la formazione degli          vamo pianificato! A ciò si aggiunse che anche gli stagiaires
                                                                  non poterono venire, così che i mesi seguenti furono (e

Presentazione delle proposte elaborate dagli studenti con
gli abitanti del quartiere
                                                                   L’ ufficio a casa con il mio nuovo assistente personale (che
studenti che sulle proposte che realizzarono. Con la pro-          si è intrufolato nella foto)
fessoressa ci sembrò quindi molto interessante poter con-         sono ancora) particolarmente difficili. Infatti, mi toccò as-
tinuare questa collaborazione anche con il suo corso rego-        sumere personalmente tutti i compiti che avevo pensato
lare nel semestre seguente, che sarebbe iniziato nel mese         di delegare, anche se ciò comportò un sovraccarico non
di marzo. In questo caso però i progetti si sarebbero svolti      indifferente di lavoro e parecchi ritardi nello sviluppo dei
in un altro quartiere periferico nella città di Cochabamba,       vari progetti.
che ci aveva sollecitato appoggio per realizzare interventi       In ufficio adottammo senza problemi lo “smart working”,
di riqualifica dello spazio pubblico e delle aree verdi. Per      anche se questa modalità comportò, soprattutto nei primi
quanto riguarda il progetto a Sacaba c’erano tre stu-             mesi, una moltitudine di riunioni virtuali interminabili di
denti/esse del seminario che mostrarono interesse per             coordinazione, spesso veramente poco produttive. A ciò si
realizzare uno stage da noi e che ci avrebbero appoggiato         aggiunsero vari dolci contrattempi nella gestione del
con i progetti di riqualifica dello spazio pubblico a Tacopoca    tempo, dovuti al mio nuovo assistente personale Enrico,
Alta. Iniziammo quindi le procedure per rinnovare il con-         più propenso al gioco che al lavoro.
vegno di due anni tra la FPH e la facoltà di architettura         Nel mese di maggio con l’arch Guillermo Bazoberry, coor-
della UMSS, che scadeva proprio nel mese di marzo, oltre          dinatore del progetto, nonché vice-presidente della diret-
che con il municipio di Sacaba.                                   tiva della FPH e professore alla facoltà di architettura della
Allo stesso tempo stavo coordinando l’arrivo di due nuovi         UMSS, realizzammo varie riunioni di coordinazione con La
stagiaires dalla Svizzera e uno dalla Francia, previsto tra i     Paz e si decise di iniziare a lavorare al progetto definitivo,
mesi di aprile e maggio, che mi avrebbero appoggiato in           anche se non avevamo ancora firmato il contratto. Ini-
vari progetti architettonici, alcuni già in corso (v. El Perio-   ziammo così a coordinare con il team multi-disciplinare e
dico Nr. 12) e altri nuovi. Nel mese di marzo erano anche         ad avanzare con i prodotti richiesti per la prima fase.
ricominciate le trattative con il municipio di La Paz per il      In poche parole, malgrado la pandemia il lavoro non
progetto definitivo per la Centralità Urbana Max Paredes          manca, anzi, siamo in un periodo veramente intenso!
che, in teoria, sarebbe dovuto iniziare ufficialmente al
mese di aprile. In poche parole, si preannunciava un anno

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Di Alain Vimercati / Habitat e abitazioni adeguate nei quartieri periurbani di Cochabamba
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ALCUNE CONSIDERAZIONI GENERALI SULLA                               La segregazione socio spaziale a Cochabamba ai
PANDEMIA IN BOLIVIA E A COCHABAMBA                                 tempi del COVID-19
In questi tempi si potrebbero scrivere libri interi sulle con-     La grave crisi sanitaria scaturita dalla pandemia ha reso
seguenze del COVID-19 in Bolivia: del collasso del sistema         ancora più drammatiche le conseguenze della segrega-
di salute dovuto principalmente a 14 anni di abbandono             zione socio spaziale presente nella città di Cochabamba
totale da parte del governo del MAS a cui sono seguiti gli         (ma che potrebbe essere benissimo qualsiasi altro agglo-
ultimi disastrosi mesi di improvvisazione ed incompetenza          merato urbano in Bolivia o in Sud America). Si può vedere
dei vari livelli di governo (nazionale, dipartimentale e mu-       che questa segregazione agisce su due piani di spazialità:
nicipale) nell’affrontare questa situazione; di come la si-        la prima agisce sulla scala della città e la seconda, spesso
tuazione a livello politico non sia assolutamente cambiata         conseguenza della prima, su quella dell’abitazione. In vari
malgrado il cambio di governo (ma questo era chiaro sin            numeri de El Periodico avevo parlato di questi problemi,
dal principio), in teoria provvisorio, che avrebbe solamente       però in questo caso la pandemia li sta portando alla luce
dovuto organizzare le nuove elezioni; di come questo               in tutta la loro crudezza, in quanto la maggior parte delle
stesso governo sia gestito da una presidenta in teoria in-         persone contagiate e dei decessi dovuti al COVID-19 si
terina che, nel frattempo ha deciso di candidarsi per le           trovano nella zona sud della città. La città di Cochabamba
prossime elezioni, generando un conflitto d’interessi che          si può dividere grossolanamente in due zone geografiche,
toglie qualsiasi credibilità al suo azionare e debilita la fidu-   le quali sono comunemente associate a un ceto sociale e,
cia nelle istituzioni pubbliche, fondamentale in questi pe-        allo stesso tempo, alla provenienza etnica: la “zona nord”
riodi convulsi; degli innumerevoli scandali di corruzione a
tutti i livelli di governo che continuano a impossibilitare
una gestione trasparente, equitativa, efficiente ed efficace
della cosa pubblica; da come il governo stia assumendo
compiti che non gli spettano per il suo carattere transito-
rio, si pensi p.es. all’approvazione del decreto supremo
estremamente controverso che autorizza un procedimento
abbreviato per l’uso di semi OGM in Bolivia; delle misure
di contenzione assurde quali la fumigazione massiva di in-
teri quartieri o l’installazione di camere mobili di disinfe-
zione davanti a qualsiasi edificio pubblico, banca, super-
mercato, ecc.; dalla mancanza di una comunicazione
chiara e trasparente da parte delle istituzioni pubbliche ri-
spetto alle misure di contenzione e prevenzione; alla pro-
mozione sconsiderata di presunti medicamenti miracolosi            Vista panoramica parziale del Distretto 9, nella zona sud
per curare il COVID-19, in certi casi pure promossi dalle
                                                                   ricca, bianca (o meticcia), e la “zona sud” povera e “india”.
autorità stesse, che conducono un numero elevato di per-
                                                                   In un certo modo questa divisione risponde alla storia
sone ad auto-medicarsi per la disperazione e, anche,
                                                                   stessa dei processi di colonizzazione in Bolivia che, anche
l’ignoranza; di come questa automedicazione nel medio e
                                                                   se sotto forme più dissimulate, continuano oggigiorno nei
lungo termine potrebbe avere conseguenze indirette gra-
                                                                   centri urbani. Sarebbe sicuramente interessante poter svi-
vissime sulla salute; dagli scioperi e scontri nei centri ur-
                                                                   luppare ulteriormente questo discorso ma conviene ritor-
bani che hanno generato grandi assembramenti di per-
                                                                   nare alla questione principale, se no rischieremmo di di-
sone; dalle misure di contenzione strampalate tra quaran-
                                                                   lungarci troppo.
tene alternate estremamente rigide e flessibili; dalle be-
                                                                   La zona sud stessa non è assolutamente omogenea, è
nedizioni di città realizzate da preti su elicotteri dell’eser-
                                                                   estremamente variata e frammentata, nella quale (co)esi-
cito (costati ca. 15'000 USD) e potremmo continuare an-
                                                                   stono zone consolidate e altre meno. Ci sono grandi diffe-
cora per paginate, ma meglio fermarsi qua, per poter ab-
                                                                   renze nella zona stessa per quanto riguarda la ripartizione
bordare la questione da un punto di vista locale.
                                                                   e l’accesso all’infrastruttura sanitaria, educativa, sociale,
                                                                   alle fonti di lavoro, al trasporto pubblico, servizi basici,
                                                                   ecc., però in maniera generale si può affermare che sono

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quantitativamente e qualitativamente insufficienti rispetto         stata al centro di scontri e scioperi che hanno impossibili-
alle necessità della popolazione. Questi dati corroborano           tato la raccolta della spazzatura per settimane intere. In
ulteriormente la questione della segregazione socio spa-            realtà la discarica stessa è uno degli ennesimi problemi
ziale tra la “zona sud” e la “zona nord”, in quanto quest’ul-       irrisolti nella zona sud in quanto si tratta di una vera e
tima dispone di migliori e più numerose infrastrutture ed           propria bomba a orologeria per quel che riguarda la que-
equipaggiamenti. Se prima della pandemia questa situa-              stione ambientale e sanitaria, ma per codardia politica e
zione era grave, potete ben immaginare come adesso sia              corruzione non si è mai affrontato seriamente (un coope-
potuta diventare catastrofica. Se da un lato l’aumento dei          rante di Inter-Agire Giacomo Ghielmi aveva già lavorato
contagi ha comportato un rapido collasso del già precario           su questa problematica con l’organizzazione partner Agua
sistema di salute pubblico, dall’altro la maggior parte della       sustentable nel lontano 2008-2010).
popolazione della zona sud lavora nel settore informale. Il         Sebbene il COVID-19 sia un virus che possa contagiare
collasso del sistema sanitario in realtà è generale, ma il          chiunque, vediamo che qua in Bolivia e, più in generale, in
grande deficit di strutture sanitarie nella zona sud rende          America Latina, è una malattia classista che acuisce e mo-
ancora più difficile l’accesso a cure mediche, sia per una          stra molto bene le disuguaglianze socio-economica pree-
questione di accessibilità/disponibilità che economiche. In-        sistente.
fatti, in questo periodo la scarsità di posti disponibili negli
ospedali pubblici ha generato una bolla speculativa nelle           La vita durante il confinamento
cliniche e infrastrutture private, nelle quali i prezzi sono        Le strampalate politiche di attenuazione al COVID-19
letteralmente esplosi non esistendo meccanismi di con-              imposte sia a livello nazionale che locale hanno alternato
trollo. Rispetto al secondo punto, una gran parte della po-         dei periodi di confinamento estremamente rigido a dei
polazione della zona sud spesso sopravvive con quello che           periodi flessibili. Il confinamento in sè era totalmente
guadagna giorno per giorno sia nel commercio, tessile, co-          giustificabile e indispensabile, ciononstante le misure che
struzione, trasporto, ecc. Malgrado la quarantena non               hanno adottato non erano veramente razionali ed erano
hanno potuto permettersi il lusso di rimanere confinati a           piuttosto frutto dell’improvvisazione e quasi una gara tra
casa e hanno continuato a lavorare esponendosi ancora di            chi applicava la misura più severa, senza un vero nesso
più al rischio di ammalarsi, dato che i mercati e il trasporto      tra l’una e l’altra. In particolare nel primo confinamento,
pubblico – privato sono i principali focolai di contagio. Se
a ciò aggiungiamo la stigmatizzazione sociale di cui sono
spesso vittime le persone contagiate, vediamo che questo
mix fa sì che la gente preferisca non accedere ai centri di
salute, si automedichi e, è terribile da dire, si lasci morire
in casa. E qua arriviamo a un’altra questione dolente,
quella dell’abitazione stessa. In questa zona i prezzi dei
terreni e degli affitti, soprattutto nei quartieri periferici in-
formali, irregolari o illegali, sono “accessibili” per persone
con bassi o scarsi mezzi economici, per lo più migranti
dalle valli o dall’altipiano (v. El Periodico Nr. 2 e 3). Ciono-
nostante, le abitazioni alle quali accedono sono spesso
precarie, inadeguate, senza servizi basici (soprattutto ac-
qua e fognature) e nelle quali uno o (spesso) più nuclei            Una lunga fila per comprare in un negozio di prodotti lattieri
famigliari vivono in condizioni di sovraffollamento. Tutte
                                                                    durato ca. 3 mesi, potevamo uscire solo una mattina a
queste condizioni fanno sì che mantenere il distanzia-
                                                                    settimana per andare a fare la spesa, il giorno era
mento sociale e lavarsi le mani frequentemente sia prati-
                                                                    determinato dall’ultimo numero della carta d’identità. In
camente impossibile, ragione per cui nella zona sud ci sono
                                                                    questo periodo la città è apparsa in tutto il suo splendore:
il 70% dei casi di contagio di tutta la città e per i morti
                                                                    senza auto, minibus, smog, con le persone camminando,
arriviamo a percentuali sicuramente maggiori (ormai è
                                                                    andando in bicicletta, e via dicendo. Per un attimo era
quasi impossibile trovare dati ufficiali più precisi). Potrei
                                                                    apparsa la Cochabamba ideale, chiaramente solamente
ancora scrivere della questione della discarica municipale
                                                                    per certi aspetti perchè in realtà le condizioni non erano
che si trova in questa zona e che durante gli ultimi mesi è
                                                                    proprio così gioiose e conviviali, ma che lasciò

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intravvedere possibili scenari futuri per i quali vale la pena     del giorno o della notte, fine settimana compresi. Questa
insistere (riadecuazione dello spazio pubblico, privilegiare       sovrabbondanza di riunioni, molte delle quali assoluta-
l’uso della bicicletta, pedonalizzazione del centro, ecc.).        mente non produttive, a un certo punto mi ha portato a
Però era evidente che tutto ciò fosse più assimilabile a un        un certo sentimento di frustrazione, in quanto non mi per-
fenomeno passaggero straordinario, un po’ come lo sono             mettevano di avanzare come avrei voluto con i tanti pro-
le “giornate del pedone” che si organizzano quattro volte          getti in ballo. Non che prima tutte le riunioni fossero un
all’anno, che alla volontà reale di realizzare cambi               modello di efficienza, ma l’incontro virtuale ha complicato
strutturali     p.es.   nella    questione    della    mobilità,   parecchio la coordinazione e organizzazione del lavoro, al-
priorizzando gli spazi pedonali e implementando una rete           lungando ulteriormente i tempi. Per fortuna a poco a poco
urbana seria di ciclovie, riorganizzando i mercati, ecc. A         abbiamo imparato a gestire meglio questa situazione, an-
dire il vero nel caso delle ciclovie il municipio ci ha provato,   che se ogni tanto riaffiorano riunioni di questo tipo. Se
ma più in un ottica propagandistica, limitandosi a
pitturarne una in una strada del centro città... Una volta
finita la prima quarantena siamo ritornati alle vecchie
abitudini.
Ma aldilà di tutte queste considerazioni rimane che
praticamente è dal mese di marzo che siamo più o meno
rinchiusi in casa, in alcuni casi in maniera obbligatoria, in
altri per scelta propria per evitare il contagio, visto che i
casi continuano ad aumentare esponenzialmente. Da
allora siamo usciti solo quando era strettamente
necessario, principalmente per fare la spesa, alcune volte
in ufficio per riunioni e supervisionre il rinnovamento del
deposito che abbiamo trasformato in ufficio, ecc. C’è da
dire che grazie a Comundo abbiamo avuto (e continuiamo
ad avere) la fortuna di poter rimanere a casa senza pro-
blemi, a differenza di una gran parte della popolazione che         Enrico con il suo amico Pippo mentre presenta la sua colle-
ha passato momenti molto difficili per questioni economi-           zione di lombrichi per il compostaggio
che, come scritto nell’articolo precedente. In più, dall’anno      prima pensavo che a volte le riunioni in ufficio fossero un
scorso siamo in una casa più spaziosa che, da un lato mi           po’ improduttive, adesso mi sono ricreduto...!! Ma ad ogni
ha permesso di disporre di un piccolo ufficio tutto mio,           modo mancano proprio le relazioni personali con i/le col-
dall’altro dispone di un piccolo giardino e cortile, il che ci     leghi, il ritrovarsi in ufficio, scambiare quattro chiacchiere.
ha aiutato parecchio per poter mantenere un rapporto con           Se non altro queste riunioni, anche se virtuali, erano anche
l’esterno malgrado il confinamento e, soprattutto, dove            una buona occasione per rivederli.
Enrico possa distrarsi. Sicuramente uno dei più grandi             Ma la cosa più importante di questa quarantena è stato il
vantaggi di poter lavorare da casa è stato che ho potuto           tempo passato con Carla ed Enrico, con il quale abbiamo
passare molto più tempo con Carla ed Enrico, anche se              giocato tantissimo. Non potrei immaginarmi una giornata
ogni tanto ciò ha anche comportato un qualche problema             senza che sbuchi alla porta del mio ufficio in casa gridando
di gestione del tempo, tra lavoro, famiglia e faccende do-         “papiiiiiiiiiii” con dei lombrichi in mano che ha appena tro-
mestiche. Per quanto riguarda il lavoro uno dei grandi pro-        vato nel compostaggio, o che mi chiami per tirare quattro
blemi con lo “smart working” è stato proprio la dissolu-           calci al pallone, giocare a nascondino, a fare gare di corsa,
zione della giornata e settimana lavorativa, ritrovandomi          a preparare una spremuta di succo d’arancio da bere in-
a lavorare 6-7 giorni a settimana. Non che prima lavorassi         sieme seduti al sole in giardino, che mi “aiuti” a cucinare,
otto ore al giorno e fine settimana libero, anzi! Però in un       e via dicendo.
certo senso il fatto di non dover andare in ufficio insieme        In definitiva questi ultimi mesi non sono stati sempre facili
alla iper-connettività nella quale viviamo oggigiorno hanno        per i tanti sconvolgimenti dovuti alla pandemia, però in fin
fatto sì che, per lo meno nei primi mesi, si siano persi un        dei conti mi hanno dato anche tante soddisfazioni, sia a
po’ i limiti tra tempo lavorativo e personale. Ciò era dovuto      livello personale che lavorativo.
soprattutto a interminabili riunioni virtuali a qualsiasi ora

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