MARCO CAVALLO LIBERA TUTTI - Follia, carnevale e percorsi di liberazione
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Tradizione, Arte, Turismo Sostenibile Progetto 2008-SAC-110 Il presente dossier rientra tra le attività del progetto CANTIERI CREATIVI - Tradizione, Arte, Turismo Sostenibile, progetto finanziato dalla Fondazione per il Sud. Il dossier è stato realizzato dal Consorzio Meridia Si ringrazia la preziosa collaborazione del Centro “Marco Cavallo” Ringraziamo tutte le realtà che si sono rese disponibili all’organizzazione degli stage e tutti coloro che con fiducia hanno affidato a Marco Cavallo i loro desideri. I risultati della ricerca sono disponibili sui siti: www.retecantiericreativi.it - www.consorziomeridia.it
Sommario Premessa p. 7 Introduzione: Chi è Marco Cavallo? p. 9 Trasgressione e salute mentale “Marco Cavallo Libera tutti!” p. 13 Marco Cavallo incontra le cooperative sociali della Provincia di Bari p. 27 Il futuro come lo vorremmo p. 37 CANTIERI CREATIVI - Tradizione, Arte, Turismo Sostenibile 5
Premessa Il presente dossier rientra tra le attività del progetto CANTIERI CREATIVI - Tradizione, Arte, Turismo Sostenibile, progetto finanziato dalla Fondazione per il Sud e che ha, come soggetto proponente, la Fondazione del Carnevale di Puti- gnano e come partner l’Associazione Versus, CNA Puglia, il Consorzio Meridia, la Cooperativa La Poderosa e l’ Associazione Work in Progress. Il progetto è finalizzato alla riscoperta e alla valorizzazione di arti e di me- stieri legati al Carnevale creando delle opportunità occupazionali. Le cooperati- ve sociali interne ed esterne alla rete del Consorzio Meridia sono state coinvolte nel progetto Cantieri Creativi attraverso un’attività di sensibilizzazione e socia- lizzazione al fine di coinvolgere ragazzi svantaggiati all’interno di un percorso creativo in grado di valorizzare giovani troppo spesso lasciati ai margini della nostra società. L’intervento del Consorzio Meridia nel progetto Cantieri Creativi ha visto la partecipazione di 260 utenti di 20 cooperative sociali interne ed esterne alla rete Meridia. Sono stati effettuati 20 stage nelle cooperative sociali e nelle organizza- zioni del Terzo Settore del Comune di Bari e della Provincia di Bari. Gi stage hanno visto la partecipazione di “utenti” con diverse tipologie di svantaggio e afferenti a diverse fasce di età. I laboratori hanno inteso appro- fondire il tema della diversità, a partire dal disagio psichico con riferimento al Carnevale e alla sovversione delle regole che esso porta storicamente in nuce. Grazie all’utilizzo del video “La città dei pazzi” risultato di una sintesi della fiction trasmessa dalla RAI, è stato possibile introdurre i partecipanti al tema e lavorare con loro alla narrazione dei loro desideri di sovversione e liberazione attraverso elaborati scritti e grafici. La partecipazione della struttura marco Cavallo alla pri- ma sfilata dei carri carnevaleschi ha permesso di coinvolgere altri “utenti” e di renderli parte attiva del laboratori con la raccolta dei desideri della popolazione putignanese. CANTIERI CREATIVI - Tradizione, Arte, Turismo Sostenibile 7
1. Introduzione – Chi è Marco Cavallo? Claudia Loizzo Quando abbiamo incontrato Marco Cavallo anche noi ci siamo posti questa domanda e poi gradualmente ne abbiamo ricostruito la storia grazie all’aiuto e al racconto di chi l’ha vista e attraversata in prima persona senza mai dimenti- carla. Cercavamo un link che potesse connettere il carnevale, il senso profondo della sovversione delle norme e delle regole che esso porta in nuce, con il disa- gio, il bisogno, i prodotti di questa società generati proprio dal fallimento delle sue stesse norme. La proposta di lanciare una riflessione che collegasse il carnevale con il disa- gio psichico ci è giunta dalla Fondazione del Carnevale di Putignano e ci ha per- messo di incontrare l’esperienza del centro polifunzionale diurno Marco Cavallo di Latiano in provincia di Brindisi. Chi ha lottato per l’apertura del Centro, com- pletamente gestito e organizzato dagli stessi “utenti”, sono stati medici e pazienti che hanno seguito da vicino la sfida lanciata da Franco Basaglia, dalla sua equipe e dai pazienti del tempo resi parte attiva di tutto il percorso di liberazione. Marco Cavallo approda in Puglia ma arriva dal nord est italiano dei primi anni ‘70. Trieste 1973, Ospedale psichiatrico manicomiale S. Giovanni. Franco Ba- saglia diventa direttore dell’ospedale e scende negli inferi della reclusione e dell’isolamento forzato del disagio sociale. I dannati e i diseredati del tempo non hanno perso, però, la vitalità che con- sente agli uomini di tornare tali recuperando il contatto con il proprio gruppo, la propria comunità. Al paradigma della coercizione Basaglia tenta di sostituire quello della par- tecipazione e della liberazione e supportato dalla forza e dalla determinazione del suo staff e dei pazienti ricondotti alla vita partecipativa di gruppo, l’esperi- mento diventa percorso e direzione. I nudi spazi comuni alienati dalla divisione per sesso e svuotati di tutti i signi- ficati affettivi e simbolici, diventano spazi di elaborazione creativa e di scambio tra pazienti ed operatori. Si rompono i confini delle divisione per sesso e la comu- CANTIERI CREATIVI - Tradizione, Arte, Turismo Sostenibile 9
nità si allarga e matura nuove esperienze condivise. Marco Cavallo nasce proprio in questo momento di formazione della comunità terapeutica. Esso pone una domanda forte e un’esigenza reale che arriva dal ventre di questa prima forma di comunità: può la comunità di recupero, la comunità terapeutica restare isolata dal mondo, confinata nello spazio urbano della periferia lontana dalla vita del centro dove si consuma l’esperienza umana fatta di lavoro, di famiglia, di casa? I pazienti chiedono di entrare nella comunità città/mondo, di recuperare in pieno i loro desideri e di decidere liberamente delle loro vite. Quando viene disegnato per la prima volta da una giovane donna, Marco porta nel suo ventre i desideri più semplici che un’esperienza umana possa ave- re: casa, lavoro, affetti. La sua materializzazione passa attraverso l’uso della cartapesta. I pazienti realizzano collettivamente un cavallo blu di grandi dimensioni che sarà simbolo e mezzo concreto della loro successiva liberazione. La struttura sarà utilizzata per sfondare definitivamente le porte di San Giovanni e per irrompere nella so- cietà portando all’esterno i desideri di quanti, fino a quel momento, erano stati obbligati a congelare le loro vite. Marco Cavallo non è solo metafora classica di assedio strategico, è anche esperienza reale di un atto compiuto con forza che mette il mondo dinanzi a sé stesso, dinanzi alle contraddizioni che esso stesso produce. La legge 180, approvata nel 1978, sarà preceduta da questa storia di lotta e di rivendicazione attiva, a dimostrazione che è la storia reale, quella vissu- ta e attraversata dagli uomini a determinare la legislazione e non il contrario, come molti credono. La stessa travagliata storia di applicazione della L.180/78 ci dimostra quanto scritto. Dovranno passare, infatti, venti lunghi anni a partire dall’approvazione della legge, per la definitiva chiusura delle strutture manico- miali nel resto di Italia. Quella pugliese con sede a Bisceglie, sarà, per esempio, smantellata solo nel 1999. L’interesse economico, il profitto privato avevano a tal punto rivestito le strutture manicomiali e gli ospedali psichiatrici, da opporsi al loro superamento. In tutta Italia furono necessarie dure battaglie per spostare l’orizzonte di cura al di là delle strutture detentive. Gli attori coinvolti furono i medici e i professionisti consapevoli dell’arretratezza metodologica, i pazienti resi parte attiva, la società civile che percepiva la necessità di un cambiamento. 10 CANTIERI CREATIVI - Tradizione, Arte, Turismo Sostenibile
Il Centro polifunzionale diurno Marco Cavallo gestito dall’associazione 180 amici Puglia1, composta da “amici”, ovvero, sostenitori della legge 180, della quale gli stessi si auspicano una completa attuazione, è testimonianza diretta di quanto accaduto alla fine degli anni ‘90 in Puglia. A distanza di quaranta anni dall’approvazione della legge e dopo undici anni dalla definitiva chiusura delle strutture manicomiali, il percorso di liberazione è ancora da completarsi. Lo sanno bene i 180 amici e tutti coloro che lavorano quotidianamente in servizi e strutture dedite alla cura e alla prevenzione del disagio psichico e sociale. Guardando al quotidiano e al contingente, si vede, infatti, come la cura del disagio psico-sociale si sia sclerotizzata in una medicaliz- zazione forzata che vede il ricorso diffuso a farmaci e a sostanze farmacologiche, utilizzate come deterrente per la risoluzione temporanea di problematiche do- vute al disagio psico-sociale. Questo sposta l’interesse e il profitto economico su nuovi soggetti subentrati nella scena: case farmaceutiche e strutture sanitarie. Il rischio di spingere la cura del disagio verso nuove forme di dipendenza e isola- mento sociale è elevatissimo. D’altronde basta riflettere sul concetto stesso di bisogno e sulla sua esten- sione a tutte le fasce sociali considerate potenzialmente a rischio. La “società del rischio”2, come la definisce Beck, diventa sistemica, essa è il risultato, un “effetto indesiderato” derivante dalla natura stessa delle tecniche di produzione moder- ne che alienano sempre più i prodotti in merce e i produttori in consumatori o in semplici elementi inerti esclusi dal ciclo produttivo ai quali viene negato anche l’accesso alle stesse merci. Le normative hanno registrato questo cambiamento generale e generalizza- to a livello europeo, producendo i relativi regolamenti in favore dell’inserimento socio lavorativo delle diverse categorie di svantaggio3. Chi sono i moderni svan- taggiati, stante la definizione che ne dà l’Unione Europea? Sono i lavoratori precari, i disoccupati di breve, media e lunga durata, qual- siasi persona adulta che viva sola con uno o più figli a carico, qualsiasi donna di 1 http://www.centromarcocavallo.it/ 2 Ulrich Beck, La società del rischio. Verso una seconda modernità, 1 ed., traduzione di Walter Privitera, Carlo Sandrelli, Carocci Editore, 2000, pp. 380 3 REGOLAMENTO (CE) N. 2204/2002 DELLA COMMISSIONE del 12 dicembre 2002 relativo all’applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti di Stato a favore dell’occupazione CANTIERI CREATIVI - Tradizione, Arte, Turismo Sostenibile 11
un’area geografica al livello NUTS II4 (la maggior parte delle regioni del sud Ita- lia), siamo tutti potenziali svantaggiati che quotidianamente sfidano quel fragile equilibrio tra in e out, tra inclusione ed esclusione. Questo significherebbe che in potenza i servizi di prevenzione e cura del disagio psico-sociale riguardano l’intera comunità locale e a tale allargamento e generalizzazione non può corri- spondere il ricorso diffuso a tecniche invasive di medicalizzazione, a meno di non voler definitivamente alienare la società in un insieme di corpi sedati. Le nuove tecniche di dominio e di controllo non hanno del tutto sostituito le precedenti. Assistiamo, infatti, al permanere del modello benthamiano del pa- nottico che ancora coinvolge e avvolge le carceri, le scuole, gli uffici, le fabbriche, le caserme, le comunità, i centri di permanenza temporanea per immigrati, gli ospedali psichiatrici giudiziari, fino agli slum e le favela delle modernissime me- tropoli5 e al parallelo dilagare della medicina preventiva e curativa6 applicata a diversi livelli di esperienze di vita. La sintesi tra rovine del passato mascherate da modernità e nuove tecniche che bypassano le strutture e colpiscono direttamen- te i corpi, producono un Moloch7 ben più tremendo che per essere superato, necessità di un intervento collettivo e generale di trasformazione della società. 4 Aree geografiche nelle quali il tasso medio di disoccupazione superi il 100 % della media comunitaria da almeno due anni civili e nella quale la disoccupazione femminile abbia superato il 150 % del tasso di disoccupazione maschile dell’area considerata per almeno due dei tre anni civili precedenti. 5 Mike Davis, Il Pianeta degli Slum, Feltrinelli, Milano, 2006, Serie Bianca , pag. 216 6 Per medicina preventiva intendiamo anche la psicoterapia e tutte le tecniche professionaliz- zate di interpretazione dell’esperienza sociale umana. Per medicina curativa intendiamo il T.S.O. (Trattamento Sanitario Obbligatorio) ospedaliero praticato nei reparti di psichiatria esistenti negli ospedali generali (i cosiddetti Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura, o SPDC), la prescrizione di farmaci anche per casi che potrebbero seguire altri percorsi terapeutici. 7 Moloch (o Molech o Molekh o Molok o Mal’akh o Melqart in ebraico ךלמmlk) è sia il nome di un dio, sia il nome di un particolare tipo di sacrificio storicamente associato al fuoco. Moloch è stato storicamente associato con culture di tutto il Medio Oriente, tra cui gli Ebrei, gli Egizi, i Cananei, i Fenici e culture correlate nell’Africa settentrionale e nel Vicino Oriente. Oggi il termine “Moloch” viene usato in senso figurato per designare un’organizzazione o una persona che do- manda o richiede un sacrificio assai costoso. 12 CANTIERI CREATIVI - Tradizione, Arte, Turismo Sostenibile
2. Trasgressione e salute mentale “Marco Cavallo Libera tutti!” Francesco Occhiofino Il ciclo di incontri che ha visto lo staff di Meridia incrociare più di venti realtà appartenenti al mondo della cooperazione, per una serie di appuntamenti che avevano al centro l’esperienza di Franco Basaglia, ha avuto innanzitutto il merito di innescare un processo dialettico e positivo tale da intercettare e trasformare attivamente tutti gli attori coinvolti. Merito essenzialmente del tema; il percorso che porta alla L. 180, la fine della contenzione totale nell’esperienza manicomiale, il percorso di liberazione dallo stato di colpevolezza del paziente. Si sono incontrate diverse realtà; studenti dell’obbligo formativo, centri po- livalenti dei sistemi integrati delle circoscrizioni, cooperative sociali che si occu- pano di immigrazione, uomini e donne transitati nel circuito delle dipendenze, ragazzi e ragazze ospiti di case famiglia o comunità. Una utenza dunque molto variegata, che ha avuto come specificità la gio- vane, a volte giovanissima età dei protagonisti e la assoluta entusiastica risposta registrata in ogni stage affrontato. Un tema anche duro, sottolineato da un contributo video, contenente spez- zoni della fiction andata in onda sulla RAI e dedicata alla figura di Basaglia: “La città dei pazzi”, intervallata da immagini originali riguardanti il corteo che attra- versò Trieste e che vedeva come protagonisti ex degenti e dimessi, operatori e un enorme cavallo di color blu, di cartapesta. Queste ultime forniteci dal Centro Polifunzionale Diurno “ Marco Cavallo” di Latiano. Ed è interessante che sia proprio la cartapesta il filo rosso che ha legato Fondazione Carnevale di Putignano, Fondazione per il Sud, Consorzio Meridia e mondo della cooperazione. Quasi che la fragilità della stessa materia e per riflesso dell’arte che serve per lavorarla sia una metafora della nostra fragilità e delle possibilità che abbia- mo per rimediarvi con la nostra abilità e affrontare le crisi. Noi che, per il progetto, abbiamo materialmente seguito l’animazione ter- CANTIERI CREATIVI - Tradizione, Arte, Turismo Sostenibile 13
ritoriale incrociando le diverse esperienze e realtà, abbiamo da subito avvertito che molto il tema aveva di fascinoso e che sviluppava una serie di reazioni posi- tive e appassionate. Non potendo ovviamente parlare in maniera esaustiva del totale delle ini- ziative, tracceremo in grandi linee alcuni dei risultati emersi, le esperienze più significative fatte, le impressioni colte a caldo durante gli stage. In tutto ciò, innanzitutto, va segnalata una profonda domanda di conoscen- za, la mancanza totale di preconcetti da parte di questa utenza giovane, l’estre- ma ignoranza di “quei fatti”, ma anche l’assoluta mancanza di paletti e ostacoli alla discussione. Quasi che quella appassionata vicenda, che parla di umanità dolente e rin- chiusa e del percorso di emancipazione e liberazione della stessa, riuscisse a bucare la grande assenza di dibattito sulla salute mentale e il disinteresse per un tema che rimane a suo modo scabroso. Disinformazione che è a sua volta contemporaneamente specchio e figlia dei tempi, intrecciata alla più comune mancanza di partecipazione sociale e civi- le ed al vuoto pneumatico-politico che caratterizza gli anni del post-riflusso. Inevitabilmente balza all’occhio la discrepanza tra un mondo giovanile lan- ciato a fionda in un futuro immateriale ed inafferrabile, e che sembra mancare di sentire comune, di passione e compassione ed invece inaspettatamente si apre e accoglie questo racconto di esperienza, e gli si avvicina senza condizionamenti; entra in sintonia con tale esperienza di dolore e precarietà, la quale si riflette in quella e vi trova verosimiglianze non scontate. A tal proposito riteniamo positiva e tutta particolare l’esperienza di stage svolta nelle classi dell’obbligo formativo. Riconosciute e a loro modo marchiate come “classi ghetto”, i ragazzi dell’ob- bligo invece si sono mostrati attenti alle dinamiche che la discussione ha de- terminato. È impressionante e davvero a – nomica la condizione dei giovani incontrati, dove le miserie di una vita sociale assolutamente nulla si incrociano e si avviluppano con una istituzione come quella scolastica in evidente e profonda crisi. Quasi che il malessere di quei giovani si riflettesse, in quella più estrema condizione dei pazienti che hanno vissuto tale totalizzante e desertificante espe- rienza. La figura e la testimonianza di Basaglia, invece, risuonavano e riverberava- 14 CANTIERI CREATIVI - Tradizione, Arte, Turismo Sostenibile
no in termini positivi, coinvolgendo in maniera totale il pubblico – utente, svilup- pando dinamiche di discussione inaspettate e sempre interessanti. La sofferenza dei pazienti, le disumane o troppo umane storie di vita che abbiamo incrociato, hanno mutato il nostro atteggiamento, travolgendoci. In questa ottica le vicende che interessano i più piccoli tra coloro che han- no frequentato gli stage,le loro storie di vita che emergevano rumorosamente, hanno messo a nudo il nesso profondo che lega quelle storie di ieri all’oggi, la cuginanza tra il vecchio “manicomio” con il moderno CIE o CPT. Il carcere che a sua volta è esperienza diffusa, vicina, la privazione della li- bertà che è già patrimonio di quei piccoli, faceva sì che essi si accostassero senza problemi al tema con noi affrontato. È stata una questione di sensibilità; non ci si arriva alla comprensione di tali dinamiche se si pensa di poterle afferrare attraverso un gioco intellettuale, biso- gna invece “mettersi in gioco”, avere il coraggio di emozionarti ed emozionare, non negare l’orrore, guardarlo negli occhi e comprenderlo. E i bambini hanno manifestato abbastanza coraggio e la necessaria capacità di interrogarsi, dimostrando di penetrare in profondità il tema, di carezzarlo, e di tentare una interazione necessaria. Ugualmente significative sono le storie e le vite incrociate all’interno delle strutture H24 residenziali. A partire da qualcuno che quella storia aveva vissu- to in prima persona, e che portava ancora e per sempre i segni fisici di quella violenza; come la donna anziana che non aveva più un solo dente, tutti saltati a causa dell’elettroshock e che, nonostante tutto, ha avuto il coraggio anche se solo per poco tempo di ripercorrere e rivivere quella terribile esperienza, conti- nuando a ripeterci quanto in verità con lei fossero stati “solo cattivi”. Quell’essere solo cattivi, escludeva qualsiasi altra remota possibilità di con- tatto umano, e si avvicinava molto alla “banalità del male”. La uni dimensione del male stesso ha segnato per sempre migliaia di uomini e donne. Ecco essi percepivano durante gli incontri che Basaglia è stato un uomo buo- no, un uomo giusto, o più semplicemente un uomo, che opera in una situazione disumanizzante, e che nonostante tutto rimane fedele a se stesso e non abdica. E non si può non dubitare di una certa dose di sadismo che attraversa tutte le strutture che si occupano di controllo e contenzione; nelle quali a volte il sen- so di umanità viene smarrito e dove è possibile ancora oggi scorgervi quei segni, quelle stimmate che ci parlano ancora di lager. CANTIERI CREATIVI - Tradizione, Arte, Turismo Sostenibile 15
Potremmo dunque affermare che il paradigma del campo è passato, il mo- dello del campo è risultato essere vincente. Il lager è un paradigma della moder- nità. Crediamo che in definitiva la grande intuizione di Franco Basaglia sia essere quella d’aver individuato in quella dinamica tra potere e dominio il campo da gioco sul quale si sarebbe svolta la partita del futuro; i prodromi anticipatori di quella “biopolitica” che, con la sua trama, ha invaso, mutato, condizionato lo sviluppo intero delle dinamiche sociali. Come non leggere nelle pieghe della testimonianza di Basaglia, il Foucault di “Sorvegliare e punire”, la minuta disamina delle dinamiche di limitazione della sovranità del corpo, l’attacco alla nuda vita, prima proposto attraverso il dominio capitalistico e lo sfruttamento del corpo alle logiche di potere e profitto, e poi attraverso i meccanismi di razzismo sociale. Quali sono le domande che Basaglia attraverso la sua testimonianza pone; quale è lo scandalo di questi corpi rinchiusi perché non produttivi, cioè non ri- ducibili alla dinamica dell’economia? Ed oggi, così come abbiamo ripetutamente chiesto alle persone coinvolte, cosa rimane di quel racconto, quali sono i paradigmi attraverso i quali è possibile rivivere tali esperienze di marginalizzazioni totali, così costantemente riverbe- ranti alla luce della modernità? Le risposte sono state più semplici delle domande, l’immedesimarsi delle persone e dei ragazzi coinvolti nel progetto ha di fatto scardinato le nostre ti- tubanze, accorciato le distanze, appianato le differenze. Quelle voci, quei volti incontrati, hanno nella loro semplicità, nella mancanza di schemi che li contrad- distingue, vissuto in prima persona il disagio dei pazienti, avvertito che quella condizione è la condizione di tutti, e che Basaglia ha fatto una battaglia di uma- nizzazione delle strutture e delle tecniche di cura. Non ci sono volute molte spiegazioni, c’è voluta una buona dose di umani- tà. 16 CANTIERI CREATIVI - Tradizione, Arte, Turismo Sostenibile
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3. Marco Cavallo incontra le cooperative sociali della Provincia di Bari Claudia Loizzo Gli scritti e i disegni pubblicati rappresentano parte del materiale raccolto durante gli stage organizzati in venti differenti realtà del terzo settore della pro- vincia barese. Gli incontri sono stati organizzati a partire dalla presentazione del progetto Cantieri Creativi e dalla costruzione condivisa degli strumenti con gli operatori delle cooperative sociali che hanno ospitato gli stage. Sapevamo di do- ver incontrare target diversi di diverse fragilità e differenti immaginari. Gli opera- tori ci hanno aiutato a comprenderne le caratteristiche specifiche e a definire il format da utilizzare a seconda del disagio con cui andavamo a confrontarci. Il video utilizzato8 è stato mostrato integralmente o solo in parte, a seconda dell’impatto generato sul target di riferimento. Questo strumento è stato utilissi- mo per introdurre i partecipanti alla riflessione e all’attività di manipolazione ed espressione del desiderio. Laddove il target è risultato estremamente giovane9 per poter recepire la complessità del legame tra carnevale e salute mentale, abbiamo fatto ricorso ad un frammento del video accompagnato con materiale fotografico dedicato a Marco Cavallo e alla sua partecipazione al Carnevale di Putignano. La qualità della discussione è stata sempre alta e ha consentito di lavorare in maniera collettiva e condivisa all’analisi e all’elaborazione di quanto questo sistema socio-economico ha prodotto e continua a produrre e di trasfigurare il desiderio in forma scritta o grafica. Tutte le 300 esperienze di vita incrociate durante i laboratori ci hanno con- fermato l’urgenza di ritornare ad una riflessione reale sulla gestione dei servizi e sulle funzioni dell’istituzione, sulle tecniche di presa in carico da esse utilizzate e sugli effetti che queste producono nell’immaginario di libertà e desiderio degli 8 Si tratta di un video della durata di 30 minuti che sintetizza la fiction trasmessa sulla rete televisiva RAI 1 dedicata alla storia di Franco Basaglia e della L180/78. Il montaggio di sintesi è stato realizzato dagli utenti del Centro Marco Cavallo di Latiano con il sostegno del dott. Carlo Minervini curatore anche della stessa fiction in quanto attore privilegiato dell’esperienza di ap- plicazione della L180/78 in Puglia. 9 Per target estremamente giovane intendiamo bambini dai 3 ai 6 anni ospitati in case famiglia o centri diurni. CANTIERI CREATIVI - Tradizione, Arte, Turismo Sostenibile 27
“utenti”. La semplicità che traspare da tutti i disegni e da tutti gli scritti ci confer- ma quanto già anticipato nell’introduzione: il desiderio di libertà e di vita passa attraverso oggetti e bisogni semplici che, il più delle volte, corrispondono agli affetti, ai legami duraturi, alla natura, a paesaggi essenziali, ad un ambiente che sia frutto di una comunità umana coesa e allargata. I desideri dei ragazzi sono desideri che trascendono il piano individuale e personale, tutti sembrano riferirsi ad un piano collettivo non immediatamente privato. Anche i desideri riferiti alla propria vita di adulti, sembrano andare verso di- rezioni plurime e questo non solo a causa della giovane età dei partecipanti, ma anche per quel tentativo spontaneo di voler uscire dalle logiche della specializza- zione del lavoro, delle professioni e dei saperi che il più delle volte non consente la completa realizzazione dell’individuo. Gli elaborati di chi ha trascorso diversi anni nelle strutture manicomiali e che é adesso ospitato in comunità, ci dicono che la strada per l’emancipazione degli “utenti” è ancora lunga e che necessita del contributo di tutti e del sostegno reale da parte delle istituzioni, del terzo settore e della comunità di riferimento. Come scrivono i 180 amici sul volantino pubblicato10 i desideri e le conquiste “devono essere messi in pratica con il contributo di ognuno di noi”. Tutti sono chiamati, oggi, a riflettere sull’andamento di questo sistema socio-economico, sull’esclusione che esso produce e sulle pratiche di inclusione che tenta di uti- lizzare. La partecipazione di Marco Cavallo alla sfilata dei carri e l’adesione dei cen- tri pugliesi e lucani che lavorano con il disagio psichico, è stata un momento di “raduno” di esperienze che intendono proseguire nel percorso di superamento dei limiti che la realtà impone a chi è entrato nei servizi di cura e a chi rischia di entrarci. La cartapesta è stato il filo conduttore che ha tenuto insieme questi laboratori. Marco Cavallo è fatto di cartapesta blu e la stessa struttura è stata utilizzata per raccogliere i desideri degli abitanti di Putignano e per far scoprire loro la storia nascosta nel suo ventre e riportata fuori in quella occasione. 10 I volantini pubblicati sono stati distribuiti durante la sfilata alla quale ha partecipato Marco Cavallo e i 180 amici del centro di Latiano. 28 CANTIERI CREATIVI - Tradizione, Arte, Turismo Sostenibile
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4. Il futuro come lo vorremmo Claudia Loizzo e Francesco Occhiofino Se ci interrogassimo rispetto al futuro e ad un suo possibile paesaggio, scor- geremmo forse ancora luoghi dedicati al recupero e alla prevenzione del biso- gno? Immagineremmo, forse, intere comunità divise tra “utenti” e normodotati? Penseremmo ad intere generazioni “a rischio”? Probabilmente ci verrebbe più immediato e auspicabile immaginare una so- cietà che abbia chiara la sua direzione e che sia in grado di consentire a tutti i suoi abitanti una vita liberata dalla condizione di bisogno. Gli attori che governano il sistema dei servizi dovrebbero iniziare ad interro- garsi rispetto a questo futuro a partire dal presente. Uomini dal pensiero lungo hanno spesso invitato le istituzioni e il terzo settore, quale loro strumento, ad evitare con forza il concetto di permanenza. Istituzioni e loro servizi sono fatti per scomparire, per accompagnare la società alla totale emancipazione dallo stato di necessità e per consentire la liberazione delle esperienze dalle contrad- dizioni del quotidiano. Quando ci si allontana da questa strada, si perde anche la funzione e l’obiettivo e si rimane meri soggetti economici tesi alla difesa del proprio interesse, piuttosto che di quello collettivo che risiede nel definitivo superamento del bisogno e del disagio. CANTIERI CREATIVI - Tradizione, Arte, Turismo Sostenibile 37
Un contributo del Centro Marco Cavallo “L’Isola che non c’è…” Seconda stella a destra, questo è il cammino, e poi dritto fino al mattino, poi la strada la trovi da te, porta all’isola che non c’è ... e se ti prendono in giro se continui a cercarla non darti per vinto perché chi ci ha già rinunciato e ti ride alle spalle è forse più pazzo di te … Quando l’allora Direttore Generale Dottor Guido Scoditti, a gennaio 2008, ci ha proposto lo stupendo spazio nel palazzo storico De Nitto di Latiano, chieden- doci di “inventare” un appropriato progetto di utilizzo, non ci sembrava vero!!! … e volentieri, anche se con un po’ di preoccupazione avvertendo il peso della responsabilità che ne derivava, abbiamo accettato questa “scommessa”, forse dovremmo dire addirittura questa “sfida”! La sua è stata sua un’intuizione eccezionale; ha voluto puntare sul mondo della follia come risorsa e scommettere che proprio da questo particolar punto della sanità potessero essere lanciate pratiche trasformative nel campo della sa- lute e addirittura in quello della cultura promuovendo la tolleranza, la solidarie- tà, il rispetto, la pace … È raro che un amministratore punti sulla qualità ed il pregio degli ambienti, ed in particolare di quelli dedicati al mondo del malessere psichico (di solito sono allocati in sottoscala ed in locali poveri e mortificanti per chi ci lavora e per chi ne usufruisce) e che in cambio chieda agli operatori dei servizi di impegnarsi per coniugare l’estetica dei luoghi dove “fare” all’etica di una buona pratica. Come primo atto abbiamo cercato, per così dire, una identità: il primo im- pulso è stato quello di intitolare il Centro a Franco Basaglia ma, subito dopo, questi meravigliosi spazi, vuoti, ci hanno ricordato il pancione del cavallo az- zurro, simbolo di libertà, che fu’ riempito di sogni dai ricoverati di Trieste e che divenne primo simbolo concreto dell’apertura del manicomio: infatti per uscire e andare in città buttò giù muri, grate e cancelli (che possono essere oggi i simboli dei nostri pregiudizi, delle nostre paure, del duro stigma che ancora pesa su chi è portatore di un disagio psichico …). E allora chiamare questo Centro Marco Cavallo ha significato comunque le- garsi alla storia di Franco Basaglia ma in modo più creativo, fantasioso e, vorrei dire, “programmatico”, nel senso che già dal nome si evince l’intenzionalità del 38 CANTIERI CREATIVI - Tradizione, Arte, Turismo Sostenibile
suo progetto (possiamo dire utopico?). La vicenda di Marco Cavallo è stata, e Peppe Dell’Acqua ce lo ha confermato durante l’inaugurazione ufficiale del 18 maggio 2009, uno dei primi atti concreti nella volontà di agire una pratica di trasformazione che coinvolgesse non solo gli addetti e gli specialisti ma tutto il modo civile facendo entrare nella realtà senza tempo e senza contrattualità dell’ospedale psichiatrico, il “disordine della vita”, come dice superbamente Maria Grazia Giannichedda; e questo anche attraverso il coinvolgimento degli “artisti” chiamati da Basaglia che si impegnarono in quel- la che poi è diventata la famosa esperienza del Laboratorio P (che prese il nome del reparto appena abbandonato che ospitò l’esperimento artistico) che portò poi alla costruzione del cavallo azzurro. E subito, in conseguenza di questa scelta, abbiamo pensato che per entrare direttamente in questa storia potevamo/dovevamo far nascere il suo primo fi- glio, marco cavallo junior, e allora abbiamo attivato anche noi, nel nostro piccolo, un piccolo laboratorio artistico e artigianale di lavoro con la cartapesta. Il Progetto Marco Cavallo significa per noi un impegno collettivo per la co- struzione di un percorso di Salute Mentale di Comunità … e nel contempo un tragitto che ci porti a riconquistare il diritto di cittadinanza e renderlo realmente esigibile per tutti. Questo luogo, topos in greco, dove stiamo cercando di rendere possibile l’utopia, cioè il luogo che non c’è, o forse l’isola che non c’è, è di particolare pre- gio architettonico ma è quasi vuoto: quel poco di arredamento che c’è è frutto di collette, di un contributo volontario della cooperativa “Osiride”, o è stato costru- ito in loco con materiale povero o ancora donato da persone di buona volontà. Ma questo invece di bloccarci ci ha stimolato: infatti abbiamo colto questa mancanza di oggetti come un segnale e, sforzandoci di vedere il bicchiere mezzo pieno invece che mezzo vuoto, abbiamo scelto di lavorare con le persone, con i soggetti (prima e più che con le cose, con gli oggetti!!!), e abbiamo riempito il pancione del cavallo di variegata e ricca umanità; e subito sono partite le esperienze: del gruppo di self help – automutuoaiuto (un sorprendente gruppo che è diventato il cuore ed il motore del Marco Cavallo) trasformatosi nel tempo in un grande gruppo del “fareassieme”; del gruppo di uditori di voci, indubbiamente una interessante esperienza antropica (termine accattivante che vogliamo utilizzare ricordando il caro Sergio Piro), gruppo che si collega ad un movimento di utenti internazionale e sempre più numeroso; del- CANTIERI CREATIVI - Tradizione, Arte, Turismo Sostenibile 39
le assemblee pubbliche al Marco Cavallo; delle assemblee di “prossimità” nelle città di Cellino e Mesagne; della nascita dell’Associazione “180amici Puglia”, co- stola di quella nazionale di Roma (con sede anche a L’Aquila dove ha svolto, con una sua tenda dedicata, un ruolo importante nel portare aiuto alle persone più deboli nel dopo terremoto); della partecipazione al progetto “Librarsi in Puglia” in collaborazione con la casa editrice leccese Manni (all’interno dell’iniziativa na- zionale del Ministero dei Beni Culturali “ Ottobre piovono i libri”); del laborato- rio “Progetto amici dell’Archeologia” con archeologi locali in collaborazione con l’Università di Amsterdam; dei vari laboratori interni che definiamo “di senso”; della partecipazione numerosa, attiva e attenta a vari momenti di riflessione e di studio in giro per l’Italia …. e tanto altro ancora. Tra le ultime iniziative da segnalare l’uscita del Marco Cavallo junior per la partecipazione al Carnevale di Putignano di quest’anno! Abbiamo, ci pare, messo in campo una pratica reale di condivisione, con la metodologia del “fareassieme”, su cui ci stiamo misurando. La maggioranza degli operatori ha mostrato interessamento e disponibilità rendendo possibile l’inizio di questo percorso; ma sono stati soprattutto i citta- dini utenti che, con intelligenza, flessibilità, coraggio, non solo si sono coinvolti nell’esperienza del Marco Cavallo, aderendo con fiducia e slancio a questo (pos- siamo definirlo?) sogno, ma hanno da subito contribuito direttamente alla pro- grammazione ed alla realizzazione delle attività! Insieme a loro tutti i fantastici cittadini familiari il cui sostegno è stato e sarà fondamentale e, non ultimi, tutti i volontari che con pazienza e abnegazione ci fiancheggiano … Con questa esperienza stiamo cercando di dimostrare, attraverso l’ottimi- smo della pratica e della volontà, che “si può fare” (e vogliamo aggredire invece il pessimismo della ragione che pare dire invece che non si può fare!); e crediamo che si possa fare se a scendere in campo saranno tutti gli at- tori protagonisti; quindi gli operatori, esperti per professione, ma anche, e in qualche modo alla pari, i cittadini utenti e familiari, con la loro competenza per esperienza, e ancora tutta la cittadinanza attiva. La scelta di fondo che dovrebbe guidarci è quella che di cercare di riconosce- re e valutare, più che il problema, la risorsa che è in ognuno di noi! In tal senso abbiamo prodotto e presentato Il Progetto “Marco Cavallo “ che si prefigge di realizzare un Centro Diurno Sperimentale, gestito con modalità in- tegrata dalla UOSM di Mesagne e dall’Associazione di cittadini, utenti e familiari 40 CANTIERI CREATIVI - Tradizione, Arte, Turismo Sostenibile
“180amici Puglia”, ed un Centro di Studi, Ricerca e Sperimentazione sulla Salute Mentale di Comunità, in collaborazione con l’Università del Salento, coordinato dal DSM dell’ASL di Brindisi. Un “luogo di vita, di riflessione, di studio, di proget- tazione, di azione ….” aperto non solo agli “addetti ai lavori”, utenti, familiari ed operatori dei Centri di Salute Mentale del DSM, ma anche alle organizzazioni del volontariato, agli studenti e docenti universitari delle facoltà interessate, al mondo della cultura, alle agenzie della scuola e del lavoro, agli Enti Locali. In questa dimensione l’INTEGRAZIONE delle persone e dei servizi si sostan- zia in una pratica quotidiana: AGITA dai diversi soggetti coinvolti a livello istitu- zionale ed individuale; ELABORATA nei differenti piani di competenza del sa- pere scientifico, del sapere professionale e del sapere esperienziale; VERIFICATA nei processi organizzativi a livello gestionale, tecnico, amministrativo. Fondamentalmente il Centro “Marco Cavallo” si propone come una struttu- ra dove si pratica l’Integrazione per promuovere la Cultura dell’Integrazione. La valenza innovativa del Centro Diurno “Marco Cavallo” sta nel fatto che nella gestione dei programmi terapeutico riabilitativi verranno coinvolti diret- tamente gli utenti, i familiari ed i volontari che, avendo già acquisito sul campo una formazione di base, intendono seguire un percorso di empowerment per sviluppare una vasta gamma di competenze: infatti i familiari, gli utenti, i vo- lontari, “operatori esperti per esperienza”, saranno coinvolti nella gestione del Centro Diurno e collaboreranno con gli “operatori esperti per professione” della UOSM contribuendo in maniera corresponsabile al raggiungimento degli obiet- tivi del progetto. Tutti gli incarichi svolti dagli “operatori esperti per esperien- za” dovranno essere riconosciuti con un compenso economico, commisurato al tempo impegnato ed alla complessità dell’incarico. La quantificazione dovrà es- sere definita secondo quanto previsto dalle normative in materia di convenzioni con associazioni di volontariato. Poichè il Centro Diurno è una struttura permeabile e di intermediazione con la realtà circostante dovrà favorire al massimo il coinvolgimento delle persone di riferimento degli utenti: familiari, amici, il parroco, l’insegnante, ecc. Sperimentare queste relazioni, che spesso nella storia degli utenti sono sta- te vissute come conflittuali e frustranti, in una situazione protetta, rassicurante, con l’aiuto di una guida relazionale (un operatore o un altro utente o un fami- liare) può offrire la possibilità di recuperare legami affettivi significanti, stabilire nuovi rapporti basati sulla fiducia reciproca e gettare le basi per ricostruire un CANTIERI CREATIVI - Tradizione, Arte, Turismo Sostenibile 41
nuovo incontro esistenziale con il mondo. Il Progetto “Marco Cavallo” è stato approvato nel Dicembre 2010 dalla Re- gione Puglia e ora stiamo discutendo animatamente come “partire” ufficialmen- te. C’è ancora tanto da fare …!!! Carlo Minervini Direttore UOSM Mesagne San Pancrazio 42 CANTIERI CREATIVI - Tradizione, Arte, Turismo Sostenibile
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Finito di stampare: maggio 2011 Tipografia effedi snc - Putignano (Ba)
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