I PROBLEMI DEL DECENTRAMENTO
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I PROBLEMI DEL DECENTRAMENTO Sintesi da e lettura suggerita: Pisauro G. (2001), “Intergovernmental Relations and Fiscal Discipline: Between Commons and Soft Budget Constraints”, Rivista di Diritto Finanziario e Scienza delle Finanze, LX, 511-544. 1. Il problema del COMMON POOL 2. Il problema del MORAL HAZARD e del SOFT BUDGET CONSTRAINT Paolo Liberati 1
IL PROBLEMA DEL COMMON POOL: DEFINIZIONE E CARATTERISTICHE è l’incentivo a spendere in eccesso quando una ampia parte del finanziamento degli enti locali deriva dal governo centrale (impiego di risorse centrali per finalità locali); la possibilità di ricorrere a fonti centrali riduce il costo opportunità della spesa a livello locale rispetto al caso in cui questa spesa debba essere finanziata a livello locale; questo incentivo è esacerbato dalla presenza di un ampio squilibrio verticale (differenza tra entrate proprie dell’ente locale e necessità di spesa); come rimediare? Il finanziamento della spesa locale dovrebbe avvenire a valere solo su risorse tributarie locali; Paolo Liberati 2
IL PROBLEMA DEL COMMON POOL: DEFINIZIONE E CARATTERISTICHE Ma: le imposte che possiedono desiderabili caratteristiche non sono molte (principi di assegnazione delle imposte); l’impiego di non-benefit taxes da parte degli enti locali è seriamente limitato. Paolo Liberati 3
IL PROBLEMA DEL COMMON POOL: DEFINIZIONE E CARATTERISTICHE Tuttavia: si assuma un set di enti locali che siano fiscalmente indipendenti (solo risorse proprie); in questo caso, il problema del common pool sarebbe risolto. Nessun ente locale potrebbe far conto su risorse centrali per il finanziamento delle proprie spese. Paolo Liberati 4
LA SOLUZIONE AL COMMON POOL NON IMPEDISCE IL MORAL HAZARD Ma Keen (1998): la mera presenza di un governo sovraordinato (il governo centrale) apre la possibilità che gli enti locali possano essere oggetto di bail out; il governo centrale, quindi, riveste una funzione assicurativa che può influenzare le decisioni di bilancio dell’ente locale, se l’ipotesi di bail out dovesse essere credibile; quindi, le relazioni tra livelli di governo sono esposte ad un problema di moral hazard, di comportamento sleale da parte degli enti locali. Paolo Liberati 5
MORAL HAZARD E SOFT BUDGET CONSTRAINT La soluzione al common pool, quindi, non implica il rispetto di una disciplina fiscale da parte degli enti locali; anche nel caso in cui gli enti locali siano autosufficienti dal lato delle entrate, potrebbero avere accesso a risorse nazionali se percepiscono un “soft budget constraint”; cioè “if there is an implicit guarantee that the central government will come to a rescue a subnational government that faces financial difficulties, there is always a chance that the latter will behave in such a way to elicit that intervention” (Pisauro, 2001; 520). Paolo Liberati 6
MORAL HAZARD E SOFT BUDGET CONSTRAINT il SBC ha quindi lo stesso effetto del common pool. Per l’ente locale, si riduce il costo percepito della spesa pubblica, in ragione della possibilità di accesso a fonti nazionali; si pone quindi il problema se esista la possibilità di un impegno credibile da parte del governo centrale a non dar luogo a bail out in un contesto di federalismo fiscale (New York nel 1975); in realtà, la possibilità di evitare qualsiasi forma di bail out è piuttosto remota, soprattutto se gli enti locali sono grandi e forniscono servizi rilevanti per la popolazione (esternalità negative del fallimento). Allora come fare? Paolo Liberati 7
MORAL HAZARD E SOFT BUDGET CONSTRAINT Pisauro (2001) suggerisce un sistema di controlli e incentivi che tendano a rendere il vincolo di bilancio più rigido; dal lato delle spese: sarebbe necessario evitare il coinvolgimento del governo centrale nelle decisioni allocative dei governi locali. Questi ultimi possono percepire una responsabilità centrale e quindi immaginare interventi a ripiano di comportamenti opportunistici; dal lato delle spese: evitare che il governo centrale interferisca in modo eccessivamente dettagliato sui modi di produzione dei servizi e sulla composizione della spesa; Paolo Liberati 8
MORAL HAZARD E SOFT BUDGET CONSTRAINT dal lato delle entrate: le risorse locali devono essere sufficienti a coprire le necessità di spesa. Ma se non ci sono abbastanza imposte locali, si pone il problema di come erogare i trasferimenti; dal lato delle entrate: le entrate proprie degli enti locali (tributi) devono essere sufficientemente manovrabili; Paolo Liberati 9
RIMEDI? UN MODELLO DI WILDASIN (1997) SUGGERISCE CHE UNA VIA PER RENDERE IL BAIL OUT MENO ATTRAENTE SIA QUELLA DI EROGARE AGLI ENTI LOCALI UN TRASFERIMENTO MATCHING AL DI SOPRA DEL LIVELLO EFFICIENTE; Questa tecnica spinge verso una espansione della spesa pubblica al di sopra del livello ottimale, quindi verso un equilibrio non efficiente; MA ANCHE IL BAIL OUT RAPPRESENTA UN EQUILIBRIO NON EFFICIENTE; Paolo Liberati 10
RIMEDI? TRA LE DUE SOLUZIONI, QUELLA CON TRASFERIMENTI “ECCESSIVAMENTE GENEROSI” PUO’ ESSERE PREFERIBILE; LO SCOPO DI UN TRASFERIMENTO “ECCESSIVO” E’ QUELLO DI RENDERE IL BAIL OUT MENO ATTRAENTE E QUINDI EVITARE I COSTI CONNESSI A QUELLA PROCEDURA; Pisauro (2001, 528): “A bailout is precisely a backdoor to the common pool of tax resources. If it is not possible to keep the backdoor locked, the central government by allowing some access to the front door (financing part of local expenditure through grants) can better control the deployment of the pool and avoid the more disruptive access through the back door”. Paolo Liberati 11
RIMEDI? questo problema è particolarmente sentito nel caso di vincoli centrali sulla spesa (ad esempio, i livelli essenziali per la sanità in Italia); la presenza di vincoli centrali riduce la possibilità di responsabilizzare gli amministratori locali. C’è quindi carenza di autonomia nella gestione della spesa, per cui gli enti locali possono percepire che la responsabilità sia da imputare al governo centrale; in questo caso, si riapre la possibilità del bail out (casi in Italia e Germania). Paolo Liberati 12
ALTRI PROBLEMI DEL FEDERALISMO FISCALE Lettura consigliata: Tanzi (2000), On Fiscal Federalism: Federalism: Issues to Worry About molte funzioni svolte dai governi locali potrebbero essere trasferite con successo al settore privato; paesi più decentrati possono aver bisogno di maggiore regolazione (centrale e locale), soprattutto se la regolazione locale costituisce l’unico mezzo di intervento in mancanza della possibilità di applicare imposte; le istituzioni locali sono spesso meno sviluppate di quelle centrali. Paesi più decentrati sono quindi potenzialmente più soggetti alla corruzione; l’assegnazione delle competenze di spesa agli enti locali si configura come un “contratto incompleto”, di cui non è possibile prevedere tutti gli esiti. Questo genera frizioni tra livelli di governo coinvolti nella fornitura del servizio. Paolo Liberati 13
ALTRI PROBLEMI DEL FEDERALISMO FISCALE Lettura consigliata: Tanzi (2000), On Fiscal Federalism: Federalism: Issues to Worry About la dispersione del potere di tassazione e l’impiego delle stesse imposte da parte di più livelli di governo rende più difficile procedere a riforme fiscali; il decentramento rende più difficile il coordinamento della politica macroeconomica. Diversi livelli di governo si possono muovere in direzioni opposte; in assenza di dati precisi sull’attività degli enti locali, si può ridurre la trasparenza dell’intero processo di bilancio; Paolo Liberati 14
ALTRI PROBLEMI DEL FEDERALISMO FISCALE Lettura consigliata: Tanzi (2000), On Fiscal Federalism: Federalism: Issues to Worry About il decentramento può generare costi addizionali in termini di pubblico impiego e in ragione della minore possibilità di sfruttare economie di scala; il decentramento può esacerbare le disparità regionali. È anche di più difficile attuazione in presenza di ampi divari, dato che la sua sostenibilità richiederebbe, in linea di principio, consistenti trasferimenti perequativi. Paolo Liberati 15
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