Hungry Shark World, il videogame dell'estate targato Ubisoft

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Hungry Shark World, il videogame dell'estate targato Ubisoft
Hungry   Shark    World,   il
videogame dell’estate targato
Ubisoft
Appassionati di mare, ma soprattutto di squali rallegratevi
perché è arrivato anche su Xbox One, PlayStation 4 e Nintendo
Switch, Hungry Shark World. Il titolo Ubisoft, nato come
videogame mobile, si propone come un divertente passatempo che
non richiede grande impegno a livello di continuità, ed è
quindi un titolo adatto a chi ha poco tempo per giocare ma non
vuole rinunciare a concedersi una breve pausa. Una volta preso
in mano il controller, Hungry Shark World si presenta come un
arcade vecchio stile, proprio come quelli che spopolavano
nelle sale giochi negli anni ’90. Ma partiamo da principio, il
videogame di Ubisoft non possiede una trama articolata, ma è
una storia appena accennata e serve solo come pretesto per
Hungry Shark World, il videogame dell'estate targato Ubisoft
andare avanti nel gioco. Ovviamente in Hungry Shark World si
vestono i panni di uno squalo che dovrà accumulare punti
mangiando pesci, persone e altre creature marine, ma anche
collezionare tesori e compiere missioni. Tutte queste attività
sono necessarie per riuscire a liberare altri squali più
grandi che una volta salvati potranno essere comandati. Ogni
pesce è sempre più grande del suo predecessore, nuota più
velocemente e ha un morso più potente, qualità che permetterà
di divorare pesci prima impossibili da attaccare e di
deglutire prede utilizzando un minor numero di attacchi. Ogni
partita di Hungry Shark World è destinata a finire con la
dipartita del povero animale in quanto bisognerà tenere sempre
d’occhio la barra della vita che, man mano che passa il tempo
o si subiranno attacchi, scenderà sempre più in fretta.
L’unico modo di restare in vita è divorare tutto ciò che è
commestibile evitando predatori più grandi, meduse, pesci
velenosi, mine, lava e molti altri pericoli. Il gameplay
rimarrà invariato praticamente per tutta la durata del titolo:
lo squalo si nutrirà automaticamente della fauna marina più
piccola, richiedendo invece la pressione di un tasto per le
prede più grosse e sostanziose, mentre tenendo premuto un
altro pulsante si attiverà uno scatto per aumentare la
velocità o rompere delle barriere che interrompono il cammino
(a patto che lo squalo che si sta controllando sia abbastanza
grosso). Bene, a questo punto va sottolineato che per quanto
si possa esplorare la mappa e per quante ore si passi in mare
aperto, il gameplay ne cambierà ne verrà ampliato. In Hungry
Shark World l’obbiettivo ultimo (ed unico) di sbloccare quanti
più personaggi, mappe e numerosi gear (indumenti che danno
bonus aggiuntivi) possibili.

Sul fronte grafico e tecnico il titolo di Ubisoft non delude,
infatti è stato fatto un buon lavoro sia sui modelli che sulle
texture degli squali protagonisti. Le animazioni sono un po’
scarne, ma non per questo brutte da vedere e il lavoro per
adattare il gioco alle console è stato svolto in maniera
Hungry Shark World, il videogame dell'estate targato Ubisoft
egregia. Parlando di difetti invece, spesso purtroppo si nota
un framerate non esattamente stabile, con qualche scatto di
troppo, dei caricamenti davvero lunghi e una ripetitività di
fondo dovuta al fatto che il videogame nasce come titolo
mobile. La componente audio, invece, non stupisce, ma risulta
essere divertente e appagante. Nelle primissime sezioni di
gioco le risate saranno davvero molte grazie ai richiami alle
colonne sonore ben più note, una su tutti Lo Squalo, o per le
urla dei poveri bagnanti pronti per diventare lo spuntino del
pesce che si sta controllando. Quindi alla luce di tutto
questo, la componente sonora funziona bene e rappresenta uno
degli aspetti positivi del software. In conclusione, Hungry
Shark World prova fin da subito ad essere un gioco divertente
e leggero, proponendo una formula già rodata che ha trovato la
sua miniera d’oro su smartphone, e che fortunatamente su
console vede eliminate del tutto le microtransazioni.
Consapevoli della natura originale del titolo e del potenziale
delle attuali console quindi ci sentiamo di consigliarvi
Hungry Shark World se avete poco tempo per giocare, se volete
un titolo leggero che funzioni da passatempo per voi, i vostri
amici o i vostri figli. Se siete alla caccia di videogame a
cui dedicare molto tempo ogni giorno, con una trama profonda e
che richieda un livello di abilità e concentrazione molto
alto, allora vi consigliamo di navigare verso altri lidi.

GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 8
Sonoro: 8
Gameplay: 9
Longevità: 7
VOTO FINALE: 8

Francesco Pellegrino Lise
Hungry Shark World, il videogame dell'estate targato Ubisoft
BlackBerry    KEY    2,  lo
smartphone   con   tastiera
fisica torna di moda
Arriva anche in Italia, a partire dal 30 luglio, BlackBerry
KEY2, il dispositivo dotato dell’iconica tastiera fisica che
ha reso celebre lo smartphone nel mondo. Il device è dotaro
del sistema operativo Android 8.1 Oreo, ha una fotocamera
posteriore doppia, mentre lo Speed Key, il tasto di scelta
rapida, consente di accedere con un semplice gesto alle
applicazioni, ai contatti e alle funzionalità usate più
frequentemente da chi lo adopera. “Abbiamo sviluppato uno
smartphone che si distingue, riunendo tutte le specificità che
hanno reso BlackBerry un marchio iconico ed introducendo una
serie di novità”, dice Alain Lejeune, Senior vice Presidente
di TCL Communication e Presidente di BlackBerry Mobile.
“Progettiamo gli smartphone per garantire una sicurezza su
Hungry Shark World, il videogame dell'estate targato Ubisoft
tutti i livelli e siamo entusiasti di collaborare con TCL
Communication per il lancio del loro nuovo BlackBerry KEY2”,
spiega Alex Thurber, Senior vice Presidente e General Manager
di Mobility Solutions di BlackBerry. Il dispositivo sarà
acquistabile in preordine su Amazon.it, già dal 20 luglio.
DBlackBerry KEY2 nella versione Silver è disponibile in
preordine su Amazon.it, al prezzo di 649,90 euro. Nella
versione Black sarà disponibile tramite Tim a partire da
questo mese, sia nel listino consumer che nel listino
business. Rispetto al suo predecessore, il Key One, il nuovo
Blackberry KEY 2 è un passo in avanti in tutti gli aspetti, ma
è soprattutto il design molto più curato e moderno a saltare
subito all’occhio: il corpo unibody in alluminio (nero o
silver) ha ora profilo più sottile e linee più essenziali,
dando maggiore sensazione di eleganza. Blackberry ha lavorato
molto anche sulla tastiera, rendendo i tasti più alti del 20%
e modificando uno dei tasti maiuscolo, che ora diventa lo
Speed Key, che permette di accedere in modo rapido alle
scorciatoie della tastiera fisica anche all’interno delle app
e non solo dall’homepage. Come vi racconto nel video, se prima
solo dall’homepage premendo un tasto si poteva accedere
all’app o alla funzione corrispondente, ora utilizzando lo
Speed Key questa scorciatoia di multitasking è disponibile
sempre, anche all’interno di altre app. Resta un punto fermo
il sensore di impronte digitali sulla barra spaziatrice, ma
ora è stato allargato e risulta più comodo da utilizzare. Tra
i miglioramenti a livello hardware è presente la doppia
fotocamera posteriore da 12 megapixel, il processore Qualcomm
Snapdragon 660, RAM di 6GB e storage da 64GB con possibilità
di installare MicroSD. La batteria è rimasta la stessa del
modello precedente, ma i miglioramenti del software e la più
recente piattaforma hardware dovrebbero garantire un’autonomia
migliorata, per avere sempre due giorni pieni di utilizzo a
disposizione. Per la ricarica è presente il connettore USB
Type-C ma con tempi ridotti grazie alla tecnologia Quick
Charge 3 di Qualcomm. Partendo dalla solida base del KEY ONE,
Blackberry KEY 2 è ora un terminale maturo. Migliore inoltre
Hungry Shark World, il videogame dell'estate targato Ubisoft
la finitura del retro, che rende più gradevole al tatto anche
la presa. Il device, oltre che dimagrito di quasi un
millimetro di spessore, ha perso anche 12 grammi di peso e ora
in mano è molto più equilibrato. Insomma l’evoluzione del Key
One sembra essere un dispositivo assolutamente all’avanguardia
e dal design incredibilmente accattivante.

F.P.L.

Shining Resonance Refrain, la
saga JRPG torna finalmente in
Occidente
A patto di non essere fan di vecchia data o quei tipi di
giocatori che adoravano il genere JRPG d’importazione, è molto
Hungry Shark World, il videogame dell'estate targato Ubisoft
difficile che si conosca la saga di Shining, una serie longeva
quasi quanto quelle di best seller del genere come Final
Fantasy e Dragon Quest. Lanciato da SEGA negli anni ‘90, il
franchise era noto anche nel nostro continente, almeno fino a
quando il colosso nipponico, nella seconda metà degli anni
2000, decise di confinare la serie nel solo continente
asiatico. Dopo ben 14 anni dall’uscita di Shining Soul II per
GBA, il publisher ha deciso di riprovarci, lanciando sui
mercati occidentali la versione rimasterizzata di Shining
Resonance, un action RPG uscito nel 2014 su PlayStation 3.
Disponibile adesso su PlayStation 4, Nintendo Switch e per la
prima volta anche su Xbox One, Shining Resonance Refrain
include non solo i circa 150 DLC distribuiti per l’edizione
originale, ma anche una buon numero di accorgimenti tecnici
studiati apposta per rendere ancora più unica questa splendida
riedizione. La trama di Shining Resonance è un classico dei
JRPG e affonda le sue radici in molte leggende del fantasy
classico con richiami alla mitologia norrena. Il gioco è
ambientato in un mondo fantasy e colorato, dove i draghi
governavano l’intera terra di Alfheim e convivevano
pacificamente con gli Elfi. Utilizzando le mistiche Canzoni
Runiche, questi potevano addirittura entrare in comunione con
le possenti creature e sfruttarne gli straordinari poteri. Il
meraviglioso regno idilliaco di Alfheim venne però sconvolto
da Deus, un essere malvagio e più potente di qualsiasi drago
esistito, che dopo aver spaccato in due fazioni la razza
elfica provocò una guerra che avrebbe inghiottito il mondo
intero e che sarebbe stata ricordata negli annali di storia
col nome di Ragnarok. A distanza di mille anni dalla sconfitta
di Deus, i draghi risultano ormai estinti, ma la terra di
Alfheim continua ad essere attanagliata nella morsa della
guerra: il vicino e potente Impero di Lombardia ha già
conquistato mezzo continente e si prepara a schiacciare i
piccoli regni alleati di Astoria e Wellant. L’unica speranza
rimasta alle due nazioni è rappresentata dai Dragneer, i
guerrieri che utilizzano in battaglia degli antichi strumenti
musicali donati ai mortali dal leggendario Shining Dragon: una
Hungry Shark World, il videogame dell'estate targato Ubisoft
creatura che ora giace nel corpo del giovane spadaccino
chiamato Yuma. Orfano sin dalla giovane età, il ragazzo in
grado di trasformarsi nella bestia mitologica è tuttavia
impaurito dalle sue capacità e ha deciso di tenere nascosto il
suo segreto, almeno finché una sfortunata serie di eventi non
lo costringerà a farne uso e ad evocare la spada Vandelhorn.
In seguito a questa premessa non proprio originale e ricca di
cliché, il giovane familiarizzerà sempre più coi poteri dello
Shining Dragon e deciderà di mettersi al servizio del regno di
Astoria, per garantire la libertà ai suoi pacifici abitanti.
Grazie alla musica i potenti Dragoneer possono “comunicare”
con i draghi e sfruttare il loro potere in battaglia. Ogni
protagonista del gioco possiede un’arma chiamata Armonics, che
naturalmente ricorda uno strumento. Questa può essere
usata/suonato nel corso delle battaglie per ottenere dei bonus
temporanei. Non tutti i personaggi che si usano saranno
Dragoneer, ma ciò non significa che siano meno importanti o
utili in battaglia.

Come da tradizione dei JRPG nipponici è possibile modificare
in qualsiasi momento la “formazione”, scegliendo tra i
protagonisti sbloccati fino a quel momento. A tal proposito è
opportuno fare una precisazione: all’inizio del gioco
bisognerà decidere se giocare l’avventura Classica o la
versione Refrain. Quest’ultima viene consigliata a chi ha già
portato a termine l’avventura. Questo perché la presenza di
due nuovi personaggi giocabili, disponibili quasi da subito,
potrebbe creare un po’ di confusione. Detto in parole povere,
scegliendo da subito la modalità Refrain si verrà a conoscenza
di dettagli della trama in modo brusco e apparentemente
insensato, con il rischio quindi di perdere importanti
dettagli e di compromettere l’esperienza di gioco. A livello
di gameplay, il titolo è un action-GdR con combattimenti in
tempo reale, un character design molto curato e che gode di
una longevità immensa. Ovviamente Shining Resonance Refrain
posside un’importante componente “social”, con dialoghi,
Hungry Shark World, il videogame dell'estate targato Ubisoft
relazioni da instaurare e persino incontri romantici tra i
vari membri del party. Il combat-system è piuttosto basico,
soprattutto se si è abituati a JRPG che prediligono scontri
più tattici. In sostanza le battaglie sono in stile button
mashing senza particolari varianti in cui, anche grazie alla
valida IA degli alleati, rimanere uccisi anche nelle battute
finali del gioco è piuttosto raro. La barra della stamina
infatti si riempie molto velocemente, i poteri curativi dei
compagni evitano sempre il peggio e il protagonista Yuma può
trasformarsi in un possente drago dagli attacchi devastanti in
grado di rompere le difese di qualsiasi nemico. È vero che
abusando di questo potere c’è il rischio che Yuma entri in
modalità berserk e inizi a prendersela anche con gli alleati,
ma questi possono intonare un canto in grado di calmare la
furia di Yuma e quindi di riequilibrare le sorti del
combattimento. Ovviamente in Shining Resonance Refrain sono
presenti anche poteri speciali e abilità da migliorare nel
corso del gioco, ma a parte le armi Armonic e le gemme Aspect
non aspettatevi comunque nulla di molto profondo, anche perché
al passaggio di ogni livello di esperienza non è possibile
assegnare punti abilità o migliorare le classiche statistiche
tipiche di qualsiasi GdR. Aspetto piacevole di Shining
Resonance Refrain è l’importanza dei legami con i vari membri
del party, utili non solo per scoprire il background narrativo
di quelli che più intrigano il giocatore, ma anche per
costruire una sorta di patto-amicizia che, se abbastanza
solido, può portare a potenziamenti temporanei in sede di
combattimento.

Tecnicamente parlando il gioco non fa mistero di arrivare
dalla passata generazione, con un impatto grafico mediamente
piatto, ma tendenzialmente solido. Il character design mostra
un buon lavoro concettuale e l’utilizzo dei costumi presenti
nei DLC rendono migliore il colpo d’occhio, mostrando una
definizione maggiore nelle texture rispetto a quelli
originali. Di tutt’altro livello la davvero buona colonna
Hungry Shark World, il videogame dell'estate targato Ubisoft
sonora visto anche che dopo poche ore di gioco vi sarà chiara
l’importanza della musica in Shining Resonance Refrain. E il
doppiaggio? Ottimo anch’esso, a patto di scegliere quello
nipponico. Da evitare quello inglese, mentre va segnalato con
forza la presenza dei testi solo in lingua anglosassone.
Niente italiano, scelta che pesa non poco, vista anche
l’enorme mole di dialoghi (presenti in game. Se proprio non
masticate l’inglese, meglio pensare due volte all’acquisto, in
quanto, vista la natura del gioco, essi sono di vitale
importanza. Tirando le somme, Shining Resonance Refrain è un
JRPG ben studiato, sebbene non all’ultimo grido e gradevole
dal punto di vista grafico, un titolo capace di dare spunti
interessanti sulla gestione del party e i combattimenti
venendo, inoltre, venduto a prezzo se non budget, comunque
inferiore alle cifre canoniche, niente male per un pacchetto
da 45 ore di gioco circa. Quindi, a patto che si capisca un
po’ d’inglese, il software è un ottimo prodotto, capace di
tener compagnia durante le calde giornate estive e con la
possibilità di rivivere l’avventura una seconda volta grazie
alla doppia storia disponibile.

GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 8
Sonoro: 8
Gameplay: 7,5
Longevità: 8,5
VOTO FINALE: 8

Francesco Pellegrino Lise
Ubisoft torna in pista con
The Crew 2
Ubisoft riporta i giocatori a gareggiare su bolidi fiammanti
con The Crew 2, sequel dell’innovativo racing game uscito 4
anni fa su Pc, Xbox One, PS4 e che torna anche stavolta sulle
medesime piattaforme. In questo sequel l’obiettivo degli
sviluppatori è quello di creare un mondo in stile MMO dove i
giocatori possono sia competere in maniera cooperativa, sia
unirsi in “clan” per sfidare altri piloti in adrenaliniche
gare a bordo di bolidi fiammanti in una mappa immensa. In The
Crew 2 tutto questo è possibile in quanto viene proposta una
riproduzione di ben 1900 miglia quadrate del territorio
continentale degli Stati Uniti, compreso delle sue città più
famose come Detroit, New York, Los Angeles, Miami, Las Vegas e
delle sue zone rurali. Anche se la mappa di gioco è
praticamente identica a quella vista nel primo episodio, le
differenze sono palpabili durante l’esplorazione, soprattutto
dal punto di vista artistico/grafico. Gli sviluppatori di
Ivory Tower, infatti, hanno davvero rimesso mano sul comparto
tecnico, migliorando il sistema di illuminazione, i riflessi e
l’effettistica e introducendo una risoluzione 4K per le
console più potenti in circolazione. Il ciclo giorno e notte,
il meteo dinamico e un frame rate solido e ancorato ai 30fps
esaltano l’open world dell’esperienza, che, almeno
visivamente, nonostante qualche pop-up di troppo, riesce a
regalare scorci davvero suggestivi, perfetti per spingere al
massimo la modalità foto e video editing, completi di diversi
setting per tutti i gusti e con la possibilità di riavvolgere
il tempo per fotografare il momento perfetto; sfrecciare tra
le strade di una città, rimanere incantati da un tramonto nel
Grand Canyon, prendere il sole sulle spiagge di Miami, fare il
coast to coast o semplicemente girovagare nel Dakota con la
frequente e tipica pioggia scrosciante, rende il tutto
estremamente emozionante e a tratti ineguagliabile. Tra le
novità più succose in game spiccano due tipologie di nuovi
veicoli, gli aerei e i motoscafi, innesti volti ad
incrementare la varietà generale del gioco, che offrono la
possibilità ai giocatori di esibirsi in evoluzioni acrobatiche
passando tra un checkpoint e l’altro, opportunamente posti sui
tetti dei grattacieli, oppure di muoversi sugli specchi
d’acqua che attraversano le zone metropolitane a bordo di
modernissime imbarcazioni. Ogni veicolo presente in The Crew 2
ha un sistema di progressione che si rifà a quanto già visto
nel titolo originale, anche se qui differisce per il pretesto
per gareggiare: non si avrà più a che fare con una trama poco
più che abbozzata, semplicemente si verrà catapultati in una
sorta di mondo di gare clandestine dove l’obiettivo sarà
quello di diventare famosi a suon di followers conquistati
attraverso le vittorie. Ovviamente la popolarità si otterrà
tagliando per primi il traguardo, inoltre salire sul podio
garantirà parti aggiuntive per personalizzare ogni veicolo al
fine di renderli maggiormente performanti e appariscenti in
gara. Tra le parti aggiuntive spiccano senza dubbio le
estetiche come le livree colorate, i cerchioni e gli spoiler,
ma sono ovviamente presenti anche tante modifiche che
apportano migliorie prestazionali al proprio bolide,
includendo velocità, frenata, turbo e così via. Il sistema, va
detto, funziona bene e invoglia a sviluppare tutti i veicoli
in proprio possesso, e se si desidera collezionarli tutti
bisognerà rimboccarsi le maniche in quanto i veicoli presenti
in The Crew 2 sono circa duecento.

Ovviamente, essendo il titolo Ubisoft un prodotto destinato a
garantire tantissime ore di gioco, il numero e la tipologia di
eventi disponibili nella mappa è ulteriormente aumentata, con
gare di ogni tipo che includono decine di modalità
disponibili, oltre alle sfide che popolano ulteriormente
l’area e che di solito consistono nell’eseguire fotografie
alla fauna locale, espedienti utili per tentare di colmare un
vuoto che altrimenti sarebbe troppo evidente, vista anche la
scomparsa degli inseguimenti con la polizia. Infine è bene
fare un appunto al gameplay, che si rivela votato all’arcade,
forse troppo. Infatti rilasciare l’acceleratore non paga quasi
mai, tanto che si percepisce come rischio minore quello di
impattare contro gli elementi di contorno delle ambientazioni,
anche se il sistema di collisioni lascia parecchio a
desiderare: capiterà spesso infatti di riuscire nell’intento
di travolgere e sradicare una fermata del bus proseguendo
verso il traguardo, ma capiterà anche di schiantarsi contro
elementi apparentemente meno resilienti. Per quanto riguarda
l’intelligenza dei bot in gara, questa purtroppo non
sorprende, infatti per via di un’imprevedibilità troppo bassa,
alla fine la vera sfida risulterà essere quella contro il
tempo per assicurarsi ulteriori bonus a fine gara. Chiude il
quadro un sonoro all’altezza, composto da musiche azzeccate e
campionamenti adeguati allo scopo, migliorati ulteriormente
rispetto alla discreta base sfoggiata dal prequel. Un’ultima
nota, infine, va fatta per l’esperienza online: per la sua
natura The Crew 2 impone di essere costantemente connessi alla
rete, consentendo così di riuscire a incrociare altri
giocatori intenti ad esplorare la vasta ambientazione proposta
dal titolo Ubisoft. Al momento ci si può solo confrontare solo
in piccole sfide riguardanti i tempi di percorrenza dei
tracciati, oppure sulla velocità massima sfoggiata in quel
particolare tratto di percorso, in attesa del PvP vero e
proprio previsto per il mese di dicembre. Per quanto sia
lodevole che il supporto post-lancio sia completamente
gratuito (il season pass offre solamente l’accesso anticipato
ai veicoli aggiuntivi e poco altro), risulta davvero
stravagante che delle componenti fondamentali di ogni racing
game (come la modalità competitiva) non siamo presenti dal
giorno del lancio ed anzi rappresentino promesse per il
futuro. La prima parte del titolo è strutturata come una sorta
di campagna, in cui il giocatore è chiamato a visitare quattro
punti nevralgici delle competizioni ad alta velocità.
Guadagnando follower, popolarità e contanti è possibile
sbloccare nuovi mezzi, nuove categorie di gare e nuove
attività, in un percorso di crescita che sulle prime sembra
ben strutturato.

Il vero problema è che il cammino che porta a diventare una
star è davvero troppo breve per riuscire a tenere in piedi la
produzione. In circa sette ore di gioco si saranno
probabilmente affrontate tutte le competizioni principali, e
resteranno le minuscole attività secondarie rappresentate da
slalom, opportunità fotografiche, prove di velocità o
acrobazie aeree. Quindi è bene mettere in conto che le
attività end game, fattore da considerare come seconda parte
del titolo, fino all’uscita del PvP in inverno sono veramente
poche e poco soddisfacenti. Tirando le somme, si può dire che
The Crew 2 inizia la sua corsa verso il successo con un
assetto non ottimale. Mancano le modalità competitive, mancano
attività secondarie spalmate in maniera uniforme sulla grande
mappa di gioco, capaci di trattenere gli utenti sui server
anche dopo il completamento della “carriera”. Nei prossimi
mesi arriveranno nuove tipologie di veicoli e di gare, assieme
al PvP ed alla riscrittura del sistema di loot. Ma per adesso?
Ora il gioco si presenta come un arcade leggero, divertente e
disimpegnato, senza però particolari guizzi ludici o creativi.
Il suo punto di forza è la varietà: di panorami, di veicoli,
di situazioni. Ma visto che il concept di base resta quello
del primo capitolo, manca l’elemento di originalità a condire
il tutto. Intendiamoci, The Crew 2 non è affatto un brutto
gioco, diverte ed è bello da vedere, ma per chi si aspetta un
racing game in stile MMO, al momento potrebbe restare deluso.

GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 8,5
Sonoro: 8,5
Gameplay: 7,5
Longevità: 7,5
VOTO FINALE: 8

Francesco Pellegrino Lise
Samsung, arriva lo smartphone
con display pieghevole: sul
mercato nel 2019
Samsung sarebbe in procinto di lanciare sul mercato della
telefonia mobile uno smartphone con schermo pieghevole. Tutto
questo dovrebbe avvenire agli inizi del 2019, almeno secondo
quanto dichiara il Wall Street Journal citando fonti informate
sull’argomento. Il dispositivo pieghevole di Samsung andrebbe
a rappresentare il terzo top di gamma dell’azienda coreana,
accanto alle linee Galaxy S e Galaxy Note. All’inizio sarebbe
commercializzato in mercati specifici, come quello dei
videogiocatori, per poi avere un debutto più ampio nella
seconda metà dell’anno prossimo. Il prototipo del telefono
Samsung, dal nome in codice “Winner”, monta un display da 7
pollici, e ha quindi le dimensioni di un piccolo tablet.
Sempre secondo le indiscrezioni, lo schermo si piega in due
come un portafoglio, e quando è chiuso presenta una piccola
barra di display nella parte frontale e fotocamere nella parte
posteriore. Ma come funziona? Secondo quanto diffuso in rete
il display dello smartphone di Samsung si estende in tutta la
sua ampiezza, è come se si usasse un normale device con la
tastiera che si sviluppa in basso e la disposizione dei
contenuti in verticale. Icone, software, foto, video, tutto
resta come se si stesse utilizzando un normale Galaxy.
Attraverso un sensore posto sul retro del corpo del cellulare
si potrà decidere se far accendere e rendere funzionale una
prima parte del dispositivo e una pressione più decisa
consentirà di usufruire di tutto il display. Tutto varia anche
in base all’angolazione dello schermo che, sapendo di essere
inclinato e non lineare, si configurerà in modo tale da
offrire l’esperienza consona. Il nuovo smartphone pieghevole –
osserva il quotidiano – dovrebbe innovare il settore degli
smartphone, che ha chiuso il 2017 con vendite globali in calo
dello 0,3%, e potrebbe contribuire a rilanciare nel lungo
periodo il business della compagnia coreana. Per saperne di
più non resta altro che attendere notizie ufficiali e scoprire
se effettivamente il futuro della telefonia mobile saranno i
telefonini pieghevoli.

F. P. L.

Crash    Bandicoot    N.Sane
Trilogy arriva anche su Xbox
One, Pc e Switch
Con l’arrivo della Crash Bandicoot N.Sane Trilogy anche su
Xbox One, Pc e Nintendo Switch, il “vero” Crash, quello
partorito dalla mente dei programmatori californiani di
Naughty Dog, ha smesso ufficialmente di essere una personaggio
esclusivo delle console Sony. Il titolo infatti raccoglie i
primi tre capitoli della saga, rispettivamente Crash
Bandicoot, Crash Bandicoot 2: Cortex Strikes Back e Crash
Bandicoot 3: Warped, con una nuova veste grafica, più moderna
e meno squadrata rispetto al passato, grazie al lavoro svolto
da Vicarious Visions, che si è decisamente concentrato su
quella, lasciando quasi invariato tutto il resto, con i pro e
i contro di vent’anni fa. Quindi, parlando di giocabilità,
almeno per quel che riguarda le meccaniche, c’è ben poco da
raccontare se non per i livelli Stormy Ascent e Future Tense
che rappresentano qualcosa di inedito, ma non di così
rivoluzionario. Le modalità in-game rimangono le medesime,
così come i nemici, con il Dr. Neo Cortex come cattivone
principale e ricorrente. In game, per facilitarsi la vita è
meglio usare i tasti direzionali rispetto alle levette
analogiche, dal momento che la maggior parte dei salti, e dei
movimenti in generale, avviene in maniera bidirezionale
(avanti-dietro, destra-sinistra). Altra meccanica ripresa dal
titolo uscito un anno fa su ps4 è la possibilità di usare Coco
Bandicoot che, soprattutto per il pubblico femminile, potrebbe
rappresentare una novità gradita e al contempo dare importanza
alla sorella del protagonista, che non è mai stata troppo al
centro del franchise. Su Xbox One i caricamenti sono
incredibilmente veloci, forse fin troppo: se da una parte ha
una connotazione positiva, visto che si ottimizzano i tempi,
dall’altra non permette ai giocatori di leggere i suggerimenti
che vengono proposti di volta in volta. Per quel che
riguardano i tip, non sempre sono fondamentali, ma per un
pubblico che si approccia alla trilogia senza mai averla
provata prima, forse era il caso di farli apparire qualche
secondo in più.

https://www.youtube.com/watch?v=041DBnxBYPI

La versione più interessante, tra quelle
rilasciate    i  primi   di   luglio   è
sicuramente quella per Nintendo Switch
Questo perché, come accade con tutti i giochi per la console
ibrida giapponese, rende possibile fruire la trilogia in
un’inedita modalità portatile. Switch alla mano, Crash
Bandicoot N. Sane Trilogy è lo stesso spettacolo visivo di
sempre, anche se propone una grafica meno definita e pulita
rispetto a tutte le altre versioni per console e PC. In
generale, i colori sono più scuri e la visuale è
tendenzialmente più sporca per via dell’aliasing, visibile
soprattutto in lontananza, e una leggera sfocatura che copre
l’immagine. Escluse queste piccole (e forse lecite)
differenze, che si notano maggiormente giocando in modalità
TV, a livello prestazionale, invece, la N. Sane Trilogy per
Switch si presenta nello stesso e identico modo delle altre
versioni per console base (PS4 e Xbox One, quindi): il frame
rate è ancorato ai 30 fps, mentre la qualità dell’opera di
rimasterizzazione di Vicarious Visions resta pregevole e
apprezzabilissima sia per qualità che gusto artistico. La
condizione generale dell’adattamento viene ammorbidita dalla
fruizione sullo splendido schermo di Nintendo Switch, che ho
preferito rispetto alla modalità televisiva per due motivi:
l’aspetto visivo tendenzialmente più gradevole e la
possibilità di giocare in mobilità. La struttura dei livelli,
che durano quasi sempre una decina abbondante di minuti, e la
spensieratezza del gameplay rendono la N. Sane Trilogy
perfetta anche per una partita mordi e fuggi, una situazione
pressoché inedita per la maggior parte degli utenti
interessati al rifacimento in alta definizione: ci sono stati,
in passato, dei capitoli portatili di Crash, ma, escludendo
l’emulazione su PSP e PS Vita, questo è l’unico modo per
fruire i capitoli principali della saga in movimento.

Per quanto riguarda il comparto tecnico, su Xbox One normale
ed S la trilogia si comporta esattamente come visto e
apprezzato un anno fa su PlayStation 4. I 1080p e i 30fps
vengono raggiunti senza troppi problemi e, in generale, la
grafica è davvero molto piacevole, però la cosa cambia
nettamente su Xbox One X, dove si ha letteralmente la
sensazione di essere di fronte a un’immagine più pulita e
definita, addirittura più di quella che caratterizza da un
anno la versione per PlayStation 4 Pro. Ovviamente la versione
PC di Crash Bandicoot N. Sane Trilogy è, a ben vedere, il
massimo dal punto di vista visivo, però se non si dispone di
un pad, il gioco perde molto a livello di feeling,
specialmente se si è degli amanti della saga che hanno avuto
il piacere di giocare alle versioni originali di 20 anni fa.
E’ bene dedicare qualche riga anche ai livelli bonus, Stormy
Ascent, già disponibile da luglio scorso su PS4, e Future
Tense, arrivato anche su console Sony proprio in concomitanza
con il lancio della trilogia su PC, Xbox One e Nintendo
Switch. Entrambi gli stage offrono un level design che innalza
la difficoltà in maniera esponenziale e che farà davvero
dannare i giocatori con salti al millimetro, piattaforme
instabili e checkpoint distribuiti col contagocce. Stormy
Ascent è un livello ostico pensato in origine da Naughty Dog,
Future Tense è invece una trovata totalmente inedita
realizzata da Vicarious Visions, che si è ispirata proprio al
castello tempestoso del primo contenuto aggiuntivo per
proporre la sua personalissima visione per un livello
difficile di Crash. Tirando le somme, se vi state chiedendo se
vale la pena di acquistare questa Crash Bandicoot N.Sane
Trilogy, la nostra risposta è assolutamente sì, infatti
qualora voleste rivivere o vogliate scoprire i fasti dell’eroe
che ha accompagnato un po’ tutti i gamers dall’era analogica a
quella digitale, basterà acquistare il titolo al prezzo di 40
euro e prepararsi a vivere ore ed ore di folle divertimento in
salsa old style. Una vera chicca per tutti, un tesoro
imperdibile per chi è cresciuto con i videogame del brand.

Francesco Pellegrino Lise
Microsoft, piccolo, economico
e   al   passo   coi  tempi:
benvenuto al tablet Surface
Go
Microsoft ha annunciato il nuovo Surface Go, il tablet-laptop
2:1 più piccolo, leggero e conveniente della famiglia che
coniuga la mobilità di una tavoletta con le prestazioni di un
computer portatile. Il nuovo Surface Go racchiude il massimo
della performance in un 10’’ di soli 8,3 mm di spessore e 522
grammi. A partire da un prezzo suggerito di 459 euro, Surface
Go rappresenta il nuovo entry point della famiglia Surface,
mantenendo le massime prestazioni che la caratterizzano. Il
dispositivo integra un PixelSense Display personalizzato e ad
alta risoluzione con un rapporto 3:2. La nuova Signature Type
Cover, specificatamente progettata per questo incredibile
device, e il supporto a Surface Pen, con 4.096 livelli di
sensibilità alla pressione, garantiscono la migliore
esperienza di digitazione, scrittura e disegno. Inoltre,
Surface Go integra tutte le porte necessarie, come Surface
Connect, USB-C 3.1, un jack per le cuffie e un MicroSD card
reader, e prevede l’utilizzo del Mobile Mouse. Surface Go
offre la migliore combinazione di performance e versatilità,
design e funzionalità, per rispondere a uno stile di vita
sempre più dinamico. Grazie al processore Gold Intel Pentium
4415Y di settima generazione che offre fino a 9 ore di
autonomia, e alla possibilità di utilizzare le app del
pacchetto Office, gli utenti potranno godere della massima
produttività ovunque si trovino, a casa, in ufficio o a
scuola, e persino lungo il tragitto. Ricordiamo che il nuovo
Surface Go si può prenotare dal 10 luglio, anche in Italia e
sarà disponibile in due configurazioni: quella da 4GB di Ram e
64 GB di memoria e la seconda da 8GB di Ram e 128 GB di
stoccaggio. Per quanto riguarda i prezzi, la prima variante
avrà un costo pari a 459,99 euro mentre il costo del modello
più performante sarà di 619,99 euro.        Surface   Go   sarà
disponibile a partire dal 27 agosto.

Francesco Pellegrino Lise
Tutti   supereroi   con                                 il
videogame      LEGO                                    Gli
Incredibili
Warner Bros. Interactive Entertainment, TT Games, The LEGO
Group e Disney e Pixar hanno finalmente lanciato LEGO Gli
Incredibili, un nuovo videogioco in cui i giocatori potranno
vivere le emozionanti avventure dell’iconica famiglia dotata
di superpoteri in sequenze d’azione mozzafiato tratte da
entrambi i film (la seconda pellicola sarà nei cinema dal 19
settembre ndr.). I fan scopriranno tutte le straordinarie
abilità di cui è dotata la famiglia Parr, e col lavoro di
squadra impareranno a combinarle per creare superpoteri unici
con cui aiutare i leggendari eroi ad affrontare il crimine in
un vibrante mondo fatto di mattoncini e ricco di divertimento
ed emozioni. LEGO Gli Incredibili è disponibile per Nintendo
Switch, PlayStation 4, Xbox One, e PC. A differenza della
maggior parte dei titoli targati LEGO, Gli Incredibili
proietta i giocatori all’interno di una storia che non si
conosce e non si limita ad affrontare le vicende narrative del
film Gli Incredibili 2, ma ritorna sulle orme del titolo
originale nella seconda metà del gioco. La formula adottata da
TT Gmes resta ancora una volta invariata e, sebbene qualche
minuzia meccanica permette di distinguere Lego Gli Incredibili
dagli altri titoli basati sull’universo dei mattoncini,
l’esperienza di gioco finale resta pressoché invariata.
Laddove titoli come Lego Batman o Lego Marvel’s Avengers
compensano la disarmante semplicità del titolo con una varietà
impressionante nel numero dei personaggi e del carico
narrativo che questi portano all’interno delle storie e mini-
storie presenti all’interno del mondo di gioco, Lego Gli
Incredibili scopre il fianco a causa della monotonia del
roster di personaggi proposti che, oltre ad essere inferiore
rispetto agli altri titoli LEGO ( Soltanto 113 ), questi non
rappresentano un’attrattiva sufficiente soprattutto al di
fuori della cerchia della famiglia Parr. Nessuno, per esempio,
ha interesse nel selezionare lo scagnozzo di turno per
sperimentarne i poteri e la scarsità di alternative proposte
all’interno del titolo va a braccetto con una longevità
decisamente inferiore alla media dei titoli

Gli Incredibili non rappresenta dunque la migliore espressione
videoludica offerta da TT Games, il titolo riesce infatti a
raccontare le storie di ben due film ma la durata complessiva
delle missioni principali, un totale di 12, 6 per film, non
supererà le 7 ore massime. A tradire la natura semplicistica
del titolo troviamo infatti un sistema di combattimento ancora
incagliato nei suoi problemi di collisioni che si arrende ad
un livello di sfida praticamente inesistente il         tutto
accompagnato da una gestione della telecamera e         della
prospettiva molto spesso fastidiosa. Anche il gameplay del
titolo non è proprio il massimo. Durante l’intera narrazione
ci si troverà molto spesso a ripetere ciclicamente le stesse
azioni, livello dopo livello. Sconfiggere nemici, risolvere
qualche enigma ambientale molto semplice e costruire il mezzo
con cui sconfiggere il boss di turno o l’aggeggio utile a
salvare la situazione. Giusto per essere onesti, alcuni enigmi
sono ben realizzati e qualche battaglia con i boss è
divertente da completare, però ripensando ad altri titoli
della serie LEGO, come ad esempio LEGO Star Wars: Il risveglio
della Forza, il ritmo della narrazione e la varietà delle
azioni da svolgere sono nettamente inferiori. Terminato il
capitolo iniziale, il gioco lascia i giocatori liberi di
esplorare il grande HUB centrale, la città “Municiberg”, forse
la parte meglio riuscita dell’intera produzione. Attraverso
questa vasta area completamente esplorabile si avrà libero
accesso a numerosissime missioni secondarie e a tantissimi
collezionabili. Qui, oltre al poter rigiocare tutti i capitoli
della trama in “Modalità libera” dando la possibilità di
utilizzare tutti i personaggi sbloccati, si potranno anche
affrontare le “Ondate di criminalità”, ossia delle missioni
secondarie più complesse, basate su più cittadini da salvare,
in cui sarà necessario liberare i diversi quartieri della
città dai malvagi di turno.

Fortunatamente la presenza di tanti personaggi presi da altre
serie Disney Pixar come Dory di “Alla ricerca di Nemo” o di
Russell di “UP” faranno la gioi degli appassionati, inoltre,
altra nota positiva, l‘intero titolo è completamente giocabile
in cooperativa a schermo condiviso, quindi due amici nella
stessa stanza potranno lottare fianco a fianco come dei veri
compagni supereroi. Tecnicamente parlando, LEGO: Gli
Incredibili resta fedele a tutta la serie di giochi targati
LEGO. Per le ambientazioni TT Games regala un mondo
incredibilmente bello da vedere, tutto fatto a cubetti e pieno
di colori. Sfortunatamente la totale assenza di cali di frame
rate non riesce a distogliere l’attenzione dalla corposa dose
di pop up che su tutte le piattaforme si nota. Pollice verso
anche per quanto riguarda i caricamenti, soprattutto
all’inizio e al termine di ogni missione, con picchi nel
loading dell’HUB principale che a volte è veramente
estenuante. Per quanto riguarda l’audio, il doppiaggio,
completamente in italiano, è stato realizzato da quasi tutti i
doppiatori del film, ma volendosi incaponire, si avverte un
leggero problema di sincro del movimento delle “labbra” con
l’audio; molto spesso, soprattutto nei video, potrà capitare
di vedere il personaggio muovere la bocca senza emettere alcun
suono. Le musiche sono orecchiabili e riprese dal film,
nonostante si riducano ad un loop infinito durante
l’esplorazione. Tirando le somme, questo LEGO Gli incredibili
è un titolo che non riesce a lasciare a bocca aperta, ma
possiede anche qualche punto di forza. Se si considera poi che
il gioco è un prodotto diretto a un target di gamers
giovanissimo, tanti dei difetti sopra elencati non si
noteranno e quindi, se visto in questa ottica, il prodotto
potrebbe fare la gioia dei più piccini.
GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 7
Sonoro: 8
Gameplay: 7,5
Longevità: 7,5
VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise

Windows Phone 8.1: le app di
Facebook e Twitter vanno in
pensione
L’app ufficiale di Facebook per Windows Phone 8.1, sviluppata
dalla stessa Microsoft, non è più funzionante. E così, dopo
Messenger, è arrivato il turno anche dell’applicazione
dedicata a social network di Mark Zuckerberg, la quale è ormai
stata dismessa e non è più supportata, così come non è più
supportato nemmeno Windows Phone 8.1 che è da considerarsi un
sistema operativo obsoleto e appartenente al passato.
Attualmente, una volta aperto Facebook, viene richiesto di
inserire le credenziali ma, fatto ciò, invece di sbloccare la
pagina di login e caricare la schermata home, mostra un
classico avviso di errore. Questo recita “OPS, qualcosa è
andato storto – Controlla le informazioni dell’account”
tuttavia, diversamente da quanto affermato, il problema non
risiede nelle informazioni dell’account ovvero e-mail e
password che sono corrette ma dipende tutto dalla stessa
applicazione che, non essendo più supportata, non è in grado
di connettersi ai server del noto social network. Attualmente,
come ovvio che sia, non è previsto un aggiornamento di
Facebook per Windows Phone 8.1 oppure, in alternativa, il
rilascio di una nuova app ufficiale. Di conseguenza, l’unico
modo per accedervi è quello di utilizzare Internet Explorer
anche se l’esperienza di navigazione potrebbe risentire di
rallentamenti e funzioni mancati a causa del browser. Cattive
notizie anche per gli utenti di Twitter, infatti, se nel 2018
si continua a utilizzare un telefono con a bordo Windows Phone
8.1, non si ha più la possibilità di utilizzare l’app mobile
Twitter. Questa non è una sorpresa totale, in quanto la
società aveva già fatto sapere che avrebbe ritirato il
supporto per la piattaforma una volta che il mese di giugno
fosse finito. Twitter ha anche ritirato il supporto per le
build di Windows 10 Mobile precedenti all’aggiornamento “Fall
Creators Update”. Per quanto riguarda la piattaforma dei
cinguettii però il problema non si risolve nemmeno andando sul
sito via browser, infatti, su Internet Explorer mobile Twitter
un bug che visualizza una pagina di errore di connessione dopo
che un utente invia un nuovo tweet o risponde a uno. Un tocco
sul pulsante Indietro farà tornare di nuovo tutto a posto fino
alla prossima volta che si vuole scrivere di nuovo, quindi il
problema è più che fastidioso. L’addio di queste due app di
dispositivi con sistema operativo 8.1 di Microsoft di sicuro
rappresentano un problema per gli utenti meno informati i
quali si vedranno costretti a dover cambiare il proprio
dispositivo per poter navigare sui social come sempre.

F.P.L.
Apple: l’iPhone localizzerà
la posizione di chi chiama i
soccorsi
Apple, si sa, da sempre è un brand che tiene molto ai suoi
clienti e alla loro tutela, proprio per tale ragione,
nell’immediato futuro l’iPhone sarà in grado di comunicare ai
soccorritori dove si trova chi ha bisogno d’aiuto. Con
l’aggiornamento del sistema operativo (iOS 12) in arrivo in
autunno, infatti, il melafonino comunicherà la posizione
esatta di chi, negli Usa, telefona al numero per le emergenze
911. L’obiettivo del colosso di Cupertino è rendere più veloci
e   precisi    i   soccorsi,     supplendo     ai   problemi
dell’infrastruttura americana. Circa l’80% delle chiamate al
911 è fatta da smartphone, ma le “infrastrutture obsolete,
dell’era della rete fissa, rendono difficile per i
soccorritori localizzare con accuratezza chi sta chiamando”,
spiega Apple in una nota. Il sistema usato dalla Mela
dialogherà con i software dei centri del 911 per fornire
queste informazioni. La privacy, assicura la compagnia, sarà
al sicuro. “Le comunità si affidano al 911 in caso di
emergenza. Per questo noi crediamo che dovrebbero avere a
disposizione la migliore tecnologia esistente”, ha detto il
Ceo di Apple Tim Cook. “Quando ogni momento conta, questi
strumenti aiuteranno i primi soccorritori a raggiungere i
nostri utenti nel momento in cui hanno più bisogno di
assistenza”. Grazie a questa importantissima funzione,
possedere un iPhone farà sentire i propri possessori ancora
più al sicuro e, soprattutto, sarà garantito un servizio di
pronto intervento immediato, celere e precisissimo. Ci teniamo
a ricordare che iOS 12 è stato presentato all’inizio di questo
mese al WWDC 2018 e dovrebbe essere rilasciato pubblicamente –
con la tecnologia Next Generation 911 gratuita integrata – nei
mesi autunnali. L’aggiornamento del software gratuito sarà
disponibile per iPhone 5s, iPhone 6, iPhone 6 Plus, iPhone 6s,
iPhone 6s Plus, iPhone SE, iPhone 7, iPhone 7 Plus, iPhone 8,
iPhone 8 Plus e iPhone X.

F.P.L.

Super Bomberman R, il ritorno
di un grande classico
A dieci anni di distanza dall’ultimo capitolo del titolo
Konami, Super Bomberman R porta gli iconici omini che piazzano
bombe sulle nuove piattaforme di gioco. Il titolo nato da
principio come esclusiva per Nintendo Switch è arrivato
recentemente anche su Xbox One, PS4 e Pc per la gioia di tutti
gli appassionati della serie. Il videogame rappresenta la
promessa di un meraviglioso viaggio nella memoria, all’epoca
in cui Bomberman era sinonimo di frenetiche battaglie
multigiocatore, seguite da convulse risate e sfottò a valanga.
Super Bomberman R è caratterizzato da diverse modalità di
gioco. La campagna singolo giocatore rappresenta un valore
aggiunto in grado di intrattenere il giocatore anche in
assenza di compagnia. Ovviamente è bene specificare che
acquistare questo titolo con il solo intento di godersi la
campagna singolo giocatore sarebbe uno spreco di soldi, non
tanto per la qualità della stessa, quanto più perché Bomberman
in generale è collocabile nel genere dei party game per
antonomasia. Detto ciò, la campagna vedrà i giocatori
contrapposti nei panni di uno dei classici Bomberman buoni
contro cinque Bomberman malvagi capitanati dal perfido
Imperatore Buggler. Ciò significa che nei vari mondi di gioco
bisognerà affrontare un certo numero di livelli contro mostri
“classici” per poi affrontare i boss di fine livello, i
Bomberman malvagi appunto. I combattimenti contro i boss si
compongono di due parti: una prima fase che consiste
nell’affrontare un avversario simile ad un Bomberman, dotato
di poteri particolari, ed una seconda fase in cui sarà
necessario affrontare una enorme versione potenziata dello
stesso avversario in campo aperto. Le missioni offrono alcuni
spunti davvero interessanti, purtroppo ripresi solo in parte
negli otto livelli a disposizione per le battaglie
multigiocatore. La campagna di Super Bomberman R, nonostante
qualche missione leggermente più difficile che potrebbe
risultare più ostica del normale, fila liscia nel giro di
qualche ora. È anche possibile giocare a fianco di un amico
grazie alla modalità co-op. Le scene di intermezzo sono
coloratissime e caratterizzate da un’animazione piacevole e di
buona fattura. Il tutto inoltre è doppiato in lingua inglese a
livello professionale che seppur non farà impazzire i più
piccoli, dona al videogame di Konami un valore aggiunto.

Come vi dicevamo, il piatto ricco del titolo arriva quando si
ha a che fare con il multiplayer, proprio a tal proposito sono
presenti ben tre modalità di gioco per quanto riguarda la così
detta “Modalità Battaglia”: Battaglia Multigiocatore: per 4 o
8 giocatori, Battaglia in locale: fino a 4 giocatori,
Battaglia online: come suggerisce il nome, si tratta di
battaglie online che a loro volta si suddividono in altre due
sottocategorie, ossia: Battaglia di lega: battaglie per 4
giocatori che ci permettono di scalare le classifiche
mondiali, guadagnare PB e sbloccare oggetti estetici e
Battaglia libera che permette di creare stanze di gioco e
unirsi ai propri amici o partecipare a una Partita Rapida.
Graficamente parlando nonostante la visuale isometrica, la
precisione dei titoli 2D è comunque altra cosa, l’esperienza
di gioco è ugualmente divertentissima, non ci si rende conto
di quanto sia assuefacente la formula di gioco fin quando non
la si prova, ed è questo un messaggio per coloro che magari
non avessero mai avuto modo di mettere le mani su un capitolo
della serie, cosa non impossibile, visto l’oblio nel quale era
stata confinata degli anni recenti; tutti gli altri sanno
benissimo di cosa stiamo parlando, di intensissimi scontri,
tra strategia, temerarietà ed errori, scontri che susciteranno
sempre ilarità, risolvendosi in grandi esplosioni. Peccato che
battagliare online sia un po’ problematico, sia nel cercare
sfidanti, sia negli scontri, nei quali il lag si fa sentire,
ma da quello che possiamo apprendere Konami è già al lavoro su
una patch risolutiva. Esteticamente Super Bomberman R è una
vera gioia per gli occhi, sfondi e personaggi sono tutti
coloratissimi e le arene di gioco per quanto semplici sono
sempre molto gradevoli da vedere e giocare. Tirando le somme,
con questo ritorno al passato Konami ha voluto regalare ai
nuovi giocatori la possibilità di godere di un titolo
evergreen e soprattutto ha donato ai gamers più attempati la
possibilità di rivivere le emozioni di un vero pilastro della
storia dei videogames. Se si ha la possibilità di giocare in
compagnia o di giocare in multiplayer online Super Bomberman R
è una vera “esplosione” di divertimento. Provare per credere.
GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 8
Sonoro: 8
Gameplay: 8,5
Longevità: 8
VOTO FINALE: 8

Francesco Pellegrino Lise
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