Giovani, formazione e lavoro - Le tue opportunità, la tua sicurezza - Ricerca - Le tue opportunità, la tua ...
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Pubblicazione realizzata da INAIL Settore Ricerca, Certificazione e Verifica Dipartimento Processi Organizzativi U.F. Comunicazione - Redazione Progetto realizzato con finanziamento del Ministero della Salute, Rif. PMS 50/08 Autori Renata Di Leo, Antonella De Cristofaro, Maria Castriotta Gruppo di progetto Coordinatore: Maria Castriotta Tiziana Belli, Chiara Brunetti, Cristina Cianotti, Antonella De Cristofaro, Paolo Di Francesco, Renata Di Leo, Alessandro Di Pietro, Tiziana Grassi, Alfredo Parrinello, Emma Pietrafesa, Valeria Rey, Francesca Romana Romani, Giancarlo Sozi INAIL - Settore Ricerca, Certificazione e Verifica Dipartimento Processi Organizzativi Per informazioni INAIL - Settore Ricerca, Certificazione e Verifica Dipartimento Processi Organizzativi U.F. Comunicazione - Redazione Via Alessandria, 220/E - 00198 Roma redazionedpo@inail.it www.inail.it © 2013 INAIL La pubblicazione viene distribuita gratuitamente e ne è quindi vietata la vendita nonché la riproduzione con qualsiasi mezzo. È consentita solo la citazione con l’indicazione della fonte. ISBN 978-88-7484-345-9 Tipolitografia INAIL - Milano, dicembre 2013
PRESENTAZIONE L’Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro ha lanciato nel 2006, con lo slogan “Partiamo bene!” la campagna europea rivolta ai ragazzi di età compresa tra i 18 e i 24 anni, che rappresentano un segmento di lavoratori che hanno almeno il 50% di probabilità in più di subire un infortunio sul lavoro rispetto ai lavoratori con più esperienza alle spalle. A distanza di sette anni è sembrato utile e importante, nell’attuale, drammatica con- tingenza riguardante la disoccupazione giovanile, riprendere i temi della campagna per inquadrarli in un discorso più complessivo allo scopo di trasmettere un messaggio di incoraggiamento alle nuove generazioni. L’opuscolo ha, dunque, l’ambizione di sollecitare i giovani a guardarsi intorno, ad es- sere curiosi, a costruire il proprio futuro con un atteggiamento positivo. Particolare ri- salto viene dato alla scelta degli studi, passaggio estremamente delicato per non compromettere il proprio futuro lavorativo, o per vedere le proprie aspirazioni fru- strate da lavori sottopagati e sotto inquadrati in termini di mansioni. Nel capitolo de- dicato al lavoro, allo scopo di rimanere su un piano molto pragmatico, sono inserite molte informazioni sulle descrizioni delle buone prassi che vengono presentate nei diversi contesti lavorativi e nelle varie realtà territoriali, per dimostrare come ci siano casi di eccellenza e favorirne, di conseguenza, la trasferibilità in altri comparti ed altre aziende. Tali comportamenti hanno, sostanzialmente, l’obiettivo di favorire una diffusione della cultura della prevenzione della sicurezza nei luoghi di lavoro e negli ambienti di vita, attraverso azioni pratiche e formative, capaci di rendere il giovane consapevole del proprio bagaglio di conoscenze da poter mettere in pratica nei vari settori produttivi, evitando, così, situazioni e comportamenti rischiosi per sé e per gli altri. I seguenti orientamenti trovano la loro concreta realizzazione all’interno del D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81, Testo Unico sulla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. La novità del T.U. risiede nel fatto che in esso si riscontra un’attenzione costante a quelle che sono le categorie più vulnerabili, quali quelle dei giovani lavoratori, dei lavoratori con contratti atipici e dei lavoratori extracomunitari. L’opuscolo è stato pensato con un linguaggio leggero e immediato, pur trattando temi estremamente delicati e complessi, allo scopo di avvicinarsi quanto più possibile al mondo giovanile; tale fine si è concretizzato trattando anche argomenti inerenti il tempo libero e gli stili di vita, suggerendo esperienze artistiche musicali e di volonta- riato, con l’obiettivo di fornire ai giovani spunti di riflessione e motivazioni per far cre- scere l’attenzione sulla prevenzione e l’adozione di corretti stili di vita. Il Direttore del Dipartimento Processi Organizzativi Mauro Gobbi
INDICE INTRODUZIONE 7 Capitolo 1. I giovani 8 1.1 I giovani: chi sono? 8 1.2 Facilitare la transizione dalla scuola al lavoro 9 1.3 Tra sfide e opportunità 16 Capitolo 2. Giovani e sicurezza sul lavoro 24 2.1 Giovani e lavoro oggi 24 2.2 Settori lavorativi a maggiore presenza giovanile 29 2.3 Buone prassi e cultura della sicurezza 33 Capitolo 3. Ambienti di vita e benessere 39 3.1 Giovani, sport e tempo libero 39 3.2 Dipendenze, comportamenti a rischio e stili di vita 48 3.3 Esperienze di volontariato 53 LINK UTILI 55 BIBLIOGRAFIA 58
INTRODUZIONE L’opuscolo si rivolge a te che hai un’età compresa tra i 15 e i 24 anni, e che stai quindi per concludere un percorso di studi universitario, o che stai iniziando ad interfacciarti con le prime esperienze lavorative. Certamente sei consapevole della situazione di grave difficoltà economica che molti paesi, incluso il nostro, stanno attraversando e delle ricadute estremamente pesanti sul tasso di occupazione, soprattutto giovanile. Ciononostante, è proprio nei momenti più difficili che occorre progettare al meglio il proprio futuro, cogliendo tutte le opportunità che si presentano con un atteggiamento positivo e costruttivo. Probabilmente non ci si discosta molto dalla realtà se si pensa a te come a un giovane dinamico, propenso a formarsi e ad avere esperienze di studio e di lavoro all’estero. Sei “figlio dell’Erasmus”, dei voli lowcost, delle amicizie internazionali via social net- work, dei corsi di lingua estivi e non, di una cultura che considera l’esperienza in giro per il mondo un arricchimento professionale che non deve mancare nel proprio curriculum. Questo opuscolo ha lo scopo di avvicinarsi al tuo mondo nella difficile fase di passaggio dalla scuola al mondo del lavoro, fornendoti informazioni pratiche, curiosità e spunti di riflessione nella ricerca della tua identità professionale e ponendo al centro di questo percorso l’importanza della prevenzione e della cultura della sicurezza. A tal proposito potrai trovare delle schede informative nei vari capitoli, queste ultime ti saranno utili per redigere un curriculum vitae, per conoscere quelle che sono le professioni emer- genti in Europa e per approfondire alcuni ambiti in cui la normativa per la prevenzione e la sicurezza sui luoghi di lavoro viene applicata. Pertanto, possiamo concludere di- cendo che l’obiettivo prioritario di questo lavoro, consiste nel favorire l’adozione di corretti stili di vita e di comportamenti idonei sui luoghi di lavoro nel rispetto di te stesso e delle persone che vivono e lavorano con te. 7
Capitolo 1. I giovani 1.1 I giovani: chi sono? Quando si parla di giovani, si fa riferimento ad una fascia di età molto ampia, che vive realtà e situazioni molto diverse, particolarmente nell’attuale difficile congiuntura economica che non permette a tanti giovani di costruirsi una vita indipendente dalla pro- pria famiglia. Devi sapere che in Italia si contano poco più di 14 milioni di persone nella fascia di età tra i 15 e i 34 anni, pari al 23% della popolazione nazionale residente (dati ISTAT al 31 dicembre 2008). La quasi totalità dei figli resta in famiglia fino a 24 anni: il 96,9% tra 18 e 19 anni; l’86,1% tra i 20 e 24 anni. La percentuale continua ad essere elevata anche tra i 25 e 29 anni, 59,2%, attestandosi al 28,9% tra i 30 e i 34 anni. Quando si parla di “giovani” in senso stretto, occorre però allinearsi alle comparazioni internazionali, che considerano tale la fascia tra i 15 e i 24 anni; in Italia, questa è pari al 10,1% della popolazione totale (dato ISTAT). I paesi in cui si osservano, negli ultimi anni, i tassi di maggiore crescita economica e demografica, Brasile, Russia, India e Cina (i cosiddetti BRIC), aree che in questo mo- mento stanno facendo la differenza a livello globale, registrano un’incidenza della po- polazione giovanile (15-24 anni) sul totale molto più elevata della nostra: 16,7% per il Brasile, 17% per la Cina, 18,3% per l’India, 14% per la Russia (fonte: CENSUS). Anche negli Stati Uniti d’America l’incidenza della popolazione giovanile è pari al 14%. Per quanto riguarda l’Europa, i dati si collocano in una fascia intermedia: 13,4% per la Gran Bretagna, 12,8% per la Francia,11,6% per la Germania, 11,2% per la Spagna (dati EUROSTAT). L’Italia, con il suo 10,1%, presenta quindi una realtà particolare con un accentuato tasso di invecchiamento della popolazione. Le previsioni demografiche dell’ISTAT pre- vedono che l’età media aumenterà dai 43,5 anni del 2011 fino ad un massimo di 49,8 anni nel 2059. Dopo tale anno, l’età media si stabilizzerà sul valore di 49,7 anni, a in- dicare un presumibile assestamento del processo di invecchiamento della popolazione. D’altronde nel 2059 si sarà esaurita l’onda dei baby boomers, che tanto sta condizio- nando gli attuali dati demografici. Sul versante della ricerca di lavoro, ci si continua a spostare dal sud al nord: secondo uno studio della Svimez nel 2010 sono stati 60.000 i laureati emigrati al nord per lavoro, e circa 1.200 sono volati all’estero. I dati raccontano in modo sintetico una realtà che ciascuno di noi vive personalmente: una sorella che lavora a Londra, un fratello che lavora in Germania, un amico che vive a Parigi ecc.. Anche tu puoi rivederti sicuramente in questa situazione! Per quanto riguarda il lavoro, riesci ad avvicinarti al settore occupazionale solo con incarichi temporanei e con orario ridotto perché è richiesta esperienza che non può essere acquisita senza lavoro. Quindi bisognerebbe fare in modo che si creino mag- 8
giori opportunità per te, permettendoti di avere un ingresso agevolato nel mondo del lavoro che possa facilitare la transizione dal mondo della scuola a quello del lavoro. Lo sapevi che... Eurispes: 60% dei giovani pronto alla fuga dall'Italia per lavoro. Rapporto Italia 2012: per il 53% utili i sacrifici per far uscire l'Italia dalla crisi. Quasi il 60% dei giovani tra 18 e 24 anni, seguiti a poca distanza dai 25-34enni, si dice disposta, oggi, ad intraprendere un progetto di vita all'estero: è quanto emerge da un sondaggio contenuto nel Rapporto Italia 2012, appena pubblicato dall'Eurispes. Fonte: 26-01-2012 Indagine Eurispes Giovani Lavoro. URL: http://www.valdelsa.net/det-cy48-it-EUR-49273-.htm 1.2 Facilitare la transizione della scuola al lavoro Quante volte avrai sentito dire che l’Italia non è un paese per giovani, ebbene anche la fotografia scattata dall’ISTAT nell’ultimo censimento 2011, sembra confermarlo. Questo perché l’Italia ha tassi di disoccupazione giovanile tra i più alti in Europa e benché abbia i salari di ingresso tra i più bassi e benché tutta la flessibilità del mercato del lavoro sia a loro carico, ha anche uno dei tassi di povertà minorile tra i più alti nei paesi aderenti all’Organizzazione per la Coope- razione e lo Sviluppo Economico (OCSE), (fonte: articolo di Chiara Saraceno “Fotografia di un Paese scoraggiato”). Quello che accade con maggiore frequenza è che i tempi di transizione scuola/lavoro sono eccessivamente lunghi e alimentano preoccupanti fe- nomeni di disoccupazione, anche intellettuale, di lunga durata. Per quanto riguarda gli esiti della transizione, la percentuale di lavoratori italiani con diploma o laurea che è utilizzata in maniera non coerente con i propri titoli di studio è la più alta d’Europa. Devi sapere che sono ancora troppi i giovani che, senza orientamento e sostegno da parte delle scuole e delle istituzioni, concentrano le loro scelte su percorsi formativi deboli che non potranno dare sbocchi sul mercato del lavoro, pertanto occorre poten- ziare e calibrare il percorso formativo ma soprattutto il processo legato all’orienta- mento e quindi anche le modalità con le quali avviene la transizione. La ricerca del lavoro avviene prevalentemente attraverso reti amicali e informali, men- 9
tre è bassa la percentuale di lavoratori intermediata dai centri pubblici per l’impiego e dalle agenzie private abilitate a operare nel mercato del lavoro in funzione di precisi regimi autorizzatori o di accreditamento. Di grande rilevanza è anche la transizione tra i vari gradi e ordini dei percorsi educativi di istruzione e di formazione che, se non opportunamente presidiata, genera rilevanti fenomeni di abbandono e dispersione, anche per l’incapacità di orientare i giovani alla scelta di percorsi coerenti con le proprie attitudini e potenzialità. La riduzione dei tempi di transizione generazionale dalla scuola alla vita professionale e il contenimento dei fenomeni di job mismatch (cioè l’incongruenza tra il titolo di studio acquisito e l’occupazione trovata), richiedono un insieme di interventi integrati e strutturati di politiche attive del lavoro che rendano più fluidi e trasparenti i mec- canismi che regolano l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e che anticipino il contatto tra lo studente e l’impresa lungo tutto il percorso scolastico e formativo e quello universitario. Importante anche l’iniziativa che ha preso l’attuale premier Enrico Letta, che ha voluto riportare l’attenzione sul dato relativo alla disoccupazione giovanile ed ha chiesto che in sede europea si prendano provvedimenti urgenti per frenare un problema che sta diventando invalidante e seriamente preoccupante. “Senza lavoro per i giovani non c’è speranza, né per i paesi membri né per l’Europa”, ha detto il premier italiano. Letta ha inoltre chiesto esplicitamente che la riunione del prossimo Consiglio Europeo venga totalmente dedicata alla tematica e che si pensi a delle soluzioni anche per il breve periodo. Tra le iniziative in essere si può far riferimento al Progetto Formazione e Innovazione per l’Occupazione(FIxO): 115 milioni di euro per evitare il job mismatch e aumentare la qualità dell’occupazione dei neolaureati. L’obiettivo del programma è di supportare le scuole secondarie superiori e le Università a promuovere servizi di placement per diplomati, laureati e dottori di ricerca, con l’in- tenzione di ridurre i tempi di ingresso nel mercato del lavoro e di aumentare le possi- bilità di trovare un’occupazione in linea con gli studi effettuati. In un’ottica di lungo periodo, l’azione di FIxO ha quindi l’obiettivo di incidere sul contenimento dei feno- meni di job mismatch, attraverso interventi di qualificazione dei servizi di orientamento e intermediazione offerti dai sistemi scolastici e universitari. La strategia di lungo periodo - le cui linee guida sono state individuate da Europa 2020 e a cascata da ‘’Italia 2020 Piano d’azione per l’occupazione dei giovani’’, definito con- giuntamente dai tre Ministeri, del Lavoro, dell’Istruzione, Università e Ricerca e della Gioventù - è: contribuire a un progressivo avvicinamento dei tassi di occupazione dei giovani laureati e diplomati italiani alla media UE; migliorare la qualità dei posti di la- voro per il capitale umano qualificato (laureati, diplomati e dottori di ricerca). URL: http://www.italialavoro.it/wps/portal/fixo. È importante potenziare la rete degli operatori, autorizzati o accreditati, presenti sul mercato del lavoro, contrastare i canali informali che operano al di fuori del sistema, rilanciare la borsa continua nazionale del lavoro. Inoltre sarebbe importante che attività di orientamento al lavoro e di career service si potessero sviluppare ed avere riconoscimento giuridico direttamente all’interno degli 10
istituti scolastici e delle università, sfruttando a dovere la posizione privilegiata degli istituti di istruzione e formazione nell’indicare alle aziende i giovani in possesso del curriculum scolastico e universitario più adatto al profilo ricercato. Molte esperienze sono già in atto in questa direzione. Si tratta di un’attività che rap- presenta per le scuole e le università uno straordinario sensore della qualità e coerenza della loro offerta formativa rispetto alle richieste del tessuto produttivo circostante e degli studenti. Il potenziamento di questo insieme di attività darebbe vita ad una riduzione del rischio della inoccupazione e della disoccupazione giovanile di lunga durata e contribuirebbe a limitare il pericolo che le competenze acquisite non siano coerenti con la domanda del mercato. La sfida è tuttavia più ambiziosa e strutturale. Sono le scuole e le sedi universitarie a dover svolgere a livello istituzionale, e con il coinvolgimento attivo di tutti i docenti e delle famiglie, un ruolo insostituibile di “in- termediazione” tra i giovani e la società formandoli e preparandoli adeguatamente all’inserimento nel mondo del lavoro. Per te che vuoi iscriverti ad un corso universitario, è importante che ti venga fornito un quadro completo degli eventuali sbocchi professionali futuri e della richiesta del mercato del lavoro di persone con le competenze fornite dalla facoltà scelta, perché non si alimentino speranze ed equivoci che si scoprono tali solo alla conclusione degli studi, generando una diffusa frustrazione e una inevitabile insoddisfazione professio- nale e personale. Un’iniziativa molto valida è AlmaOrièntati, un percorso di orientamento alla scelta uni- versitaria messo a punto dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea. Grazie alla col- laborazione di un team di esperti e ai suggerimenti delle migliaia di diplomati che, prima di te, hanno sperimentato il percorso, potrai orientarti e fare la scelta giusta per il tuo futuro lavorativo. Ricorda: un quinto dei giovani che si iscrive all’Università si ritira dopo il primo anno proprio a causa di un orientamento approssimativo! Il percorso di orientamento è articolato in quattro tappe: 1. Individua i tuoi punti di forza. 2. Conosci il sistema universitario e il mercato del lavoro? Prendi confidenza con alcune delle loro caratteristiche. 3. Cerca il tuo corso di studio. Individua i corsi di laurea in base alle materie di studio che più ti piacciono. 4. Che cosa vuoi fare da grande? Sei una formica ambiziosa o un aquilotto alpino? Va- luta le tue aspirazioni lavorative per scegliere meglio il percorso universitario. Alla fine ti sarà restituito un profilo personalizzato. È orientativo, naturalmente! Ri- corda che nessuno può dirti con assoluta certezza qual è la scelta migliore per te. Ri- spondendo alle domande, potrai ricevere alcuni suggerimenti che ti saranno utili per prendere una decisione, magari consultando l’ufficio orientamento della tua futura Università. Per essere effettivamente strumentali all’obiettivo della lotta alla disoccupazione e di uno stabile inserimento nel mercato del lavoro, i processi formativi e di orientamento 11
devono porsi al di là della trasmissione tradizionale del sapere (e cioè del sapere inteso come complesso di conoscenze culturali e tecniche per lo svolgimento di una determi- nata attività lavorativa). Quello di cui hai bisogno è sì, una conoscenza teorica, ma soprattutto una esperienza pratica che ti darà maggiore sicurezza e competenza nello svolgimento della mansione lavorativa. Azioni di placement possono essere, in questa prospettiva, i percorsi educativi di istru- zione e formativi in alternanza scuola/lavoro e, in questo contesto, particolarmente, in apprendistato che consentono, con esperienza pratica e in un assetto produttivo au- tentico, il conseguimento di un titolo di studio. Come nel caso dell’apprendistato per l’esercizio del diritto/dovere di istruzione e for- mazione, che consente l’acquisizione di una qualifica del secondo ciclo. Ovviamente non devi sottovalutare e dimenticare che la scelta di un percorso forma- tivo, piuttosto che un altro, incide pesantemente sulle prospettive di lavoro, e questo viene evidenziato anche nei dati pubblicati da Almalaurea sulla condizione occupazio- nale dei laureati nell’indagine 2012. Di seguito si riportano alcune Tabelle contenenti dati significativi e relativi al tasso di occupazione ad un anno dal conseguimento della laurea: tra i dati più eclatanti emerge che dal 2006 al 2010 c’è una riduzione dei laureati e un conseguente calo dell’occupa- zione; si salvano alcune professioni legate più all’area sanitaria e tecnica. Ma vediamo più nel dettaglio le Tabelle seguenti. Tabella 1 - Condizione occupazionale dei laureati XIV indagine (2012) ALMALAUREA 12
Fonte: ALMALAUREA 13
Lo sapevi che... Dal Rapporto Eurispes emerge che i giovani bocciano il 70% dei professori. Per un ragazzo su tre le lezioni sono noiose e non coinvolgenti. Il 59,1% degli studenti e l'80% dei genitori intervistati da Eurispes e Telefono Azzurro per la XII Indagine conoscitiva sulla condizione dell'Infanzia e dell'adolescenza 2011, rispondono che gli insegnanti dovrebbero essere più preparati e aggiornati. Realizzata tra 1.496 studenti 12-18enni di 21 scuole e 1.266 genitori, la ricerca dà voce per la prima volta in Italia in parallelo agli adolescenti e alle loro famiglie immaginando la scuola ideale, dunque, ragazzi e genitori bocciano i docenti. SCHEDA INFORMATIVA Le professioni più richieste in Europa: programmatore, grafico, esperto web, medico, saldatore, imbianchino, idraulico, elettricista, aiuto cuoco, baby sitter, insegnante, archeologo. Quali sono le figure professionali più ri- cercate, le candidature raccolte e il nu- mero di società registrate sul portale Eures? Nel grafico seguente sono ripor- tati i dati, in base al Paese d’origine. Le porte sono aperte in particolar modo a ingegneri, chef e saldatori - per avere maggiori informazioni si può far riferimento alla Tabella 2 e al sito web:http://opendatablog.ilsole24ore.com/2011/09/le-professioni- piu-richieste-allestero/#ixzz1ttDC1HpW 14
Tabella 2 - Le figure professionali più richieste 15
1.3 Tra sfide e opportunità Ci sono molte iniziative ed opportunità che dovresti considerare e che ti permettono di poter maturare una certa autonomia sia nel campo professionale che lavorativo, va- lide sia nel contesto nazionale che europeo. Di seguito vengono riportate una serie di iniziative (ma ce ne sono molte altre) con riferimenti ed informazioni generali. Il Fondo Sociale Europeo (FSE), ad esempio, è uno stru- mento di finanziamento per la realizzazione di percorsi formativi rivolti a specifiche categorie di persone allo scopo di facilitarne l’ingresso o il ritorno nel mondo del lavoro. La programmazione 2007-2013 del Fondo Sociale Europeo prevede il finanziamento di diversi percorsi per studenti, giovani e adulti inoccupati e/o disoccupati. In particolare, per giovani e adulti inoccupati o disoccu- pati sono previste due tipologie di percorsi: • per inoccupati diplomati o laureati (articolata in due offerte differenziate, l’una per lo sviluppo di competenze professionali nella filiera dell’energia, l’altra in altri ambiti non determinati). I percorsi hanno una durata compresa tra 600 e 900 ore compren- sive della fase di stage. Al termine del percorso, previo superamento dell’esame, viene rilasciato uno specifico attestato di qualifica professionale; • per disoccupati in possesso di un percorso scolastico debole e limitate competenze professionali che sono stati espulsi dal mondo del lavoro a causa della crisi e presen- tano forti difficoltà di reinserimento professionale. I percorsi hanno una durata com- presa tra 160 e 300 ore, comprensive della fase di stage. Al termine del percorso viene rilasciato uno specifico attestato di frequenza, su modello regionale, conte- nente una descrizione esaustiva delle competenze acquisite. Tra i programmi dell’Unione europea per chi vuole compiere una parte dei propri studi all’estero, ci sono varie possibilità. I due programmi principali sono: Socrates e Leonardo. Socrates finanzia lo scambio di insegnanti e studenti fra le scuole e le università europee. Gli studenti universitari, dal secondo anno in poi, possono frequentare corsi all’estero, con la possibilità di vedersi riconosciuti gli esami sostenuti. Il tra- sferimento può essere automatico, mediante l’applicazione dell’European Credit Transfer Scheme (ECTS), oppure concordato prima della partenza con i singoli do- centi. Per rendere possibile tutto questo, il programma dà diritto all’esonero dal pagamento delle tasse universitarie dell’ateneo ospitante e a un contributo per le spese supplementari. È consigliabile iniziare a muoversi con un anno di anticipo. Il modo migliore per otte- nere le informazioni necessarie, è quello di rivolgersi agli appositi uffici, istituiti presso tutte le università. Informazioni si possono inoltre trovare consultando il sito web: http://ec.europa.eu/education/external-relation-programmes/doc72_en.htm. Leonardo è, invece, il programma che l’Unione europea ha attivato sul fronte della 16
formazione professionale. Fra i suoi obiettivi vi sono il rilancio della formazione pro- fessionale, la garanzia dell’accesso a quest’ultima, senza alcun tipo di discriminazione, per tutti i cittadini dell’Unione europea, nonché la promozione della cooperazione transnazionale in tali settori. Il programma prevede il finanziamento di progetti volti al potenziamento della formazione e allo scambio di studenti e giovani lavoratori, che possono effettuare il tirocinio aziendale in paesi stranieri. Tutte le informazioni sul programma possono essere richieste presso l’Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori (ISFOL) http://www.isfol.it/oppure al sito dell’Unione eu- ropea:http://ec.europa.eu/education/lifelong-learning-programme/doc82_en.htm. Anche il Ministero degli Affari Esteri, oltre ad organizzare stage presso diverse Orga- nizzazioni Internazionali, prevede altre iniziative, quali: - UN Fellowship Program. Il “Fellowships Programme for Technical Cooperation Ca- pacity Building and Human Resources Development” è un programma che intende offrire a giovani professionisti la possibilità di svolgere un percorso di formazione lavorativa in paesi in via di sviluppo nell’ambito della cooperazione internazionale. - Programmi Y.P.P. I programmi “Young Professionals”, riservati a cittadini italiani e stranieri, sono sostenuti finanziariamente dalle singole Organizzazioni Internazionali che realizzano il progetto. Quest’opportunità è offerta da alcuni dei più autorevoli Organismi Internazionali presso i quali è possibile reperire le informazioni al riguardo. - Programmi JPO. “Junior Professional Officer”. I cittadini italiani in possesso di un ti- tolo di laurea e che non abbiano superato i 30 anni di età (33 per i laureati in medi- cina e chirurgia) hanno la possibilità di compiere un’esperienza formativa e professionale nelle attività di cooperazione promosse dagli Organismi internazionali per un periodo di due anni. Il Programma “Esperti Associati” (Associate Expert) è fi- nanziato dal governo italiano. Il programma, noto anche come J.P.O. (Junior Profes- sional Officer) o A.P.O. (Associate Professional Officer) ha lo scopo di favorire il reclutamento di giovani cittadini italiani da parte delle Organizzazioni Internazionali. - Programma UNV. Il Programma “UNV InternshipProgramme” è finanziato dalla Di- rezione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri e curato da United Nations Volunteers (UNV), con la collaborazione del Dipartimento degli Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite (UN/DESA). Il programma UNV Internship intende offrire a giovani laureati la possibilità di svolgere un tirocinio di dodici mesi in paesi in via di sviluppo. - Programma LEAD. Ogni anno il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP) seleziona una ventina di giovani che vengono temporaneamente assunti per un periodo che varia dai 2 ai 3 anni. Nel corso di questo periodo ai giovani funzionari può essere offerto un contratto a lungo termine. Si tratta di un sistema per verificare sul campo l’effettiva predisposizione delle persone scelte a svolgere i compiti e ad affrontare le responsabilità che caratterizzano le attività dell’Organizzazione. I can- didati selezionati hanno in genere già maturato esperienza nel campo. - Missioni Elettorali. Alcune Organizzazioni Internazionali quali OSCE, UNHCR Italia e UNHCHR svolgono delle missioni elettorali in aree geografiche in uscita da gravi crisi politiche. Le possibilità sono due: osservatore elettorale o supervisore elettorale. Il primo è un testimone delle operazioni di voto, incaricato di redigere un rapporto 17
finale all’Organizzazione. Il supervisore, invece, si occupa del conteggio dei voti e, se necessario, del supporto logistico (preparazione dei seggi, trasporto delle urne e di altro materiale elettorale). Per ulteriori dettagli, puoi trovare informazioni sul sito web: http://www.esteri.it/ MAE/IT/Ministero/Servizi/Italiani/Opportunita/Nelle_OO_II/PerGiovani/) Molti contributi li puoi trovare sul Portale Europeo per i Giovani al link: http://europa.eu/youth/index.cfm?l_id=it In particolare, potrai conoscere quali sono i tuoi diritti e le opportunità in materia di lavoro nel tuo paese e all’estero per non farsi trovare impreparati sulle procedure di richiesta di lavoro del paese ospitante, che spesso sono diverse da quelle del proprio paese. Sono molte le informazioni e le opportunità di lavoro che si possono visionare in rete, ad esempio su Linkedin, uno strumento di networking che ti aiuta a scoprire le varie opportunità. È presente inoltre un elenco di siti per accedere a informazioni ri- guardanti le varie questioni in materia di lavoro (per esempio promozione dell’occu- pazione, normative, procedure di assunzione, redazione del Curriculum Vitae (CV), permessi di lavoro) e per consultare guide pratiche, test e consulenze. Non mancano le offerte su viaggi/lavoro in Europa e nel resto del mondo riguardanti campeggi, par- cheggi, strutture turistiche, alberghi e altre attività a carattere stagionale; inoltre, in- formazioni per iniziare la ricerca, contenuti di vario genere e consigli per avere successo nel mondo del lavoro! SCHEDA INFORMATIVA UN CURRICULUM EFFICACE Quando ti proponi per un posto di lavoro, presentati al meglio sotto ogni profilo. Distinguersi per la qualità complessiva della propria candida- tura, oltre che per la validità delle proprie competenze, quali- fiche ed esperienze, costituirà un ulteriore vantaggio. Comincia dunque con l’esibire un curriculum vitae ben scritto, impostato correttamente nei contenuti e nella forma, accompagnato da una lettera di presenta- zione appropriata. Si farà leggere, esprimerà compiutamente chi sei e che cosa sai fare e susciterà l’interesse ad approfondire la tua conoscenza. In poche parole: risulterà efficace e otterrai una chance in più. Obiettivo & strategia Ricordati che il CV serve a comunicare a un’azienda (o a una società di recruiting) il tuo profilo personale e professionale e promuovere la tua candidatura. Devi dunque 18
pensarlo e predisporlo in modo da catturare l’attenzione del destinatario e produrre l’ascolto. Questo significa: 1. mirare il “messaggio”, perché lo stesso CV non può essere sempre valido per tutte le occasioni e il testo va modificato, integrato o aggiornato così da rivelarsi “ragio- nato” e finalizzato all’obiettivo: proporsi a quella precisa azienda, in modo motivato e al fine di ottenere un lavoro specifico (mostra tuttavia elasticità, offrendoti magari per aree diverse e affini); 2. essere strategici, ossia evidenziare le proprie capacità e risorse in funzione delle caratteristiche richieste da una data azienda o per una determinata posizione. Punta al successo cercando di far leva sui tuoi punti di forza, ma niente bluff: le informazioni devono essere sempre veritiere e non compromettere la tua credibilità. Caratteristiche di forma e di stile Esauriente, ma conciso: nel CV devi fornire in modo completo tutte le informazioni necessarie a stabilire se la tua candidatura può essere valida, ma non si deve essere prolissi né, al contra- rio, troppo stringati o superficiali. Due pagine devono bastare. Personalizzato: il CV va adattato alla singola azienda, tenendo conto delle sue caratteri- stiche (settore, filosofia) e delle professionalità che richiede. Rendi quindi interessante la tua candidatura esponendo competenze ed esperienze in modo opportuno ed efficace: seleziona le più pertinenti e quelle utili a mettere in risalto le tue doti più “appetibili”, adotta uno stile confacente ed evita di inserire informazioni poco significative. Diretto: scrivi in prima persona e con scioltezza, ma senza scivolare in espressioni troppo di- sinvolte o eccedere in vivacità. Chiaro e scorrevole, ma non piatto: usa un linguaggio chiaro e preciso, privo di pomposità o formalismo burocratico. Niente ripetizioni, giri di parole e frasi contorte, generiche o banali. Una rilettura a voce alta sarà utilissima: servirà ad ascoltare “come suona”, verificando leggi- bilità e scorrevolezza. Corretto, assolutamente corretto: niente errori. Il CV va dattiloscritto (mai a mano, eccetto la firma) e la correzione ortografica e grammaticale è indispensabile. Il testo va riletto più volte attentamente. Graficamente gradevole: scegli una carta bianca e di buona consistenza e imposta il docu- mento (margini, carattere, spaziatura) in modo che risulti visivamente attraente, arioso e or- dinato, con sobrietà e coerenza. Occorre agevolare e guidare la lettura: paragrafi staccati, titoli in evidenza, neretti e corsivi per differenziare ed enfatizzare, senza mai eccedere e appesantire. Contenuto Il CV descrive il tuo profilo formativo e professionale, integrato da alcune informazioni di ca- rattere personale. 19
Dati anagrafici Queste informazioni si riportano generalmente nell’intestazione, in cima alla pagina. Sono essenziali nome e cognome, indirizzo, numero/i di telefono (può essere utile fornire più recapiti), eventuale indirizzo e-mail. E’ opportuno indicare anche luogo e data di nascita, cit- tadinanza (se diversa dal paese in cui ha sede l'azienda), stato civile. Percorso di studi Per un neolaureato è la sezione da mettere in primo piano, probabilmente la più corposa. In- clude i titoli di studio e il percorso formativo, elencati in ordine cronologico inverso (dal più recente al più distante nel tempo) e tenendo conto del rispettivo grado: dottorato di ricerca, master, specializzazione, laurea magistrale, laurea triennale, diploma di scuola superiore (non andare oltre, non serve). Data e istituto/ente vanno sempre indicati, così come la votazione di laurea. Il titolo della tesi è un’informazione significativa solo quando sia attinente al settore o ambito operativo dell’azienda. Sempre se (e solo se) attinenti alla specifica professionalità per cui ci si candida, si segnalano in questa sezione anche corsi e seminari frequentati, con relativa data e durata (evita però di inserire questo paragrafo solo per menzionare un corso di mezza giornata…). Infine le conoscenze linguistiche e informatiche, indicando il livello di padronanza effettivo. Esperienze formative e professionali Le tue esperienze extrascolastiche potrebbero non essere molte e magari poco inerenti la fi- gura o le competenze che interessano all’azienda, ma ricordati che potranno risultare decisa- mente interessanti come indicatori di attitudini, capacità e potenzialità. Riporta dunque, sempre in elenco cronologico inverso, le esperienze lavorative (anche se brevi) e gli stage (di almeno 1 o 2 mesi). Occorre essere precisi ed esaustivi, per quanto sintetici: vanno sempre specificate mansioni e attività svolte, illustrando per quanto possibile obiettivi e risultati. Considerando l’azienda cui ti rivolgi e l’area o il profilo/ruolo per cui ti proponi, dovrai far emergere tutto ciò che può valorizzare le tue risorse: capacità comunicative e di relazione, concretezza, motivazione, orientamento ai risultati, predisposizione a lavorare in team, abilità organizzative o altro. Note personali In questa parte completa il profilo personale indicando i reali interessi extraprofessionali o le par- ticolari attività culturali e sociali cui sei solito dedicarti. Limitati però a selezionare ciò che effetti- vamente può servire all’interlocutore per avere un quadro più definito della tua personalità. Ci sono molte tipologie di modelli di CV a cui puoi rifarti, ma quello più gettonato è l’Europass Curriculum Vitae, modello standardizzato che consente di descrivere, sulla base di un formato condiviso e riconosciuto in tutta Europa, le esperienze di studio e di lavoro e le competenze sviluppate. Infine, ricordati di inserire la frase di autorizzazione al trattamento dei dati personali in con- formità alla Legge n. 196/2003. 20
Lettera di presentazione Il curriculum vitae è introdotto da una lettera di presentazione sia quando proponi un’autocandidatura all’azienda sia quando rispondi a un annuncio di lavoro. La lettera ha tre scopi importanti: 1. spiegare le tue motivazioni, ossia perché invii il CV e che cosa ti ha spinto a contat- tare l’azienda; 2. rilevare i tuoi “plus”, cioè gli elementi che ti distinguono e che ritieni possano tra- dursi in valore aggiunto per l’azienda: qui puoi anticipare conoscenze o qualità spe- cifiche rilevanti ai fini della candidatura (per esempio un master ad hoc o un’esperienza formativa/lavorativa qualificante). Se hai deciso di proporti significa che sei interessato a lavorare per loro: perché? Que- sto è il momento di dirlo. Le ragioni potranno essere molte: hai impostato il tuo per- corso di studi proprio puntando su quel settore, conosci l’attività e i progetti aziendali e sei stimolato/a ad impegnarti in quella direzione, intravedi sbocchi professionali nei quali potrai esprimere al meglio alcune tue attitudini e vocazioni (e specifica quali), sei motivato/a a crescere in un determinato ambito o ruolo e credi nelle opportunità formative previste... Insomma, fai capire con quale cognizione e determinazione hai scelto quell’azienda o quell’offerta di lavoro, quanto valore dai alla collaborazione che potresti avviare, perché sei particolarmente qualificato/a per quel lavoro e su quali competenze e disponibilità potrà contare l’azienda. La tua lettera deve subito far intendere che potresti essere “un buon acquisto”, susci- tando in chi la legge l’interesse a valutare la tua candidatura. Il CV non verrà cestinato e si prospetterà un colloquio. Scrivi però una lettera efficace: - personalizzata e diretta al destinatario, come il CV, - breve, contenuta in circa mezza pagina, - attraente nel contenuto, se possibile anche con un pizzico di originalità, per invo- gliare alla lettura del CV, - credibile, che dia un’immagine veritiera di te e della tua affidabilità. Ricordati di intestarla come il CV (con i tuoi dati) e di firmarla (a mano). NON fare queste cose - scrivere il CV o la lettera di presentazione a mano, - apportare correzioni visibili o a mano, - allegare foto, referenze professionali, attestati o documentazione (a meno che non venga richiesto), - inserire riferimenti alla retribuzione (eccetto nei casi in cui venga espressamente richiesto), - superare le due pagine per il CV e la mezza pagina per la lettera accompagnatoria. 21
UN COLLOQUIO VINCENTE Il colloquio di selezione è un momento di scambio reciproco di informazioni. Ricordati che averlo ottenuto è già un successo: vuol dire che sei riuscito/a a far breccia, il che rappresenta un vantaggio rispetto ad altri candidati. Dunque sfruttalo bene, perché a questo punto ti giochi davvero tutto. Avrai a disposizione circa 45-60 minuti per convincere il selezionatore (responsabile della funzione aziendale o consulente esterno incaricato) che sei proprio la persona giusta. Per l’azienda è finalizzato a: 1. verificare quanto il profilo professionale che hai descritto nel curriculum vitae corri- sponda effettivamente alla realtà; 2. approfondire vari aspetti della tua “storia” formativa e della tua personalità; 3. completare la valutazione della tua candidatura per l’avvio di un eventuale rapporto di lavoro. Da parte tua, hai la possibilità di: 1. rafforzare la tua candidatura fornendo ulteriori elementi utili a delineare il tuo pro- filo personale e professionale; 2. conoscere meglio l’azienda: l’attività, l’organizzazione, gli obiettivi, i progetti futuri; 3. valutare in dettaglio le caratteristiche del lavoro, le prospettive che offre, le oppor- tunità formative. Come prepararsi prima Documentati sull’azienda: il mercato in cui opera, l’attività e la storia, la filosofia, l’imma- gine ecc.; - consulta la documentazione aziendale, spesso reperibile in Internet (report annuale, bro- chure e pubblicazioni varie); - cerca dati e notizie sui mezzi di informazione; - fai networking: contatta chi può esserti d’aiuto in questa ricerca (un amico che lavora nel settore, un conoscente che ha esperienza in quell’ambito professionale ecc.). Pensa alle domande che probabilmente ti verranno rivolte, per prepararti a rispondere nel modo migliore senza tentennamenti. Pensa anche alle domande che vorresti fare tu, sul- l’azienda e sulla posizione offerta. Scegli i punti di forza su cui far leva, ripassando il curriculum per stabilire come mettere in luce tutto quello che può valorizzare la tua candidatura: - fissa i punti che vorresti sottolineare; - preparati a illustrare le esperienze più qualificanti o di maggior successo; - rifletti sugli argomenti che potresti approfondire. Preparati in particolare sui tuoi punti deboli, per sapere come affrontare l’argomento. - prova a prevedere qualche domanda “critica”; - dovresti individuarli e ammetterli serenamente, cercando però di inquadrarli in una pro- spettiva più ampia e di segno positivo: utilizzali come aree di miglioramento; - pensa a come dimostrare che, essendone consapevole, hai già individuato gli antidoti ai potenziali rischi che rappresentano. 22
Come comportarsi Dai una buona prima impressione perché non avrai una seconda possibilità per farlo: - arriva puntuale e comunica la tua presenza; - dai una stretta di mano franca e decisa, ma senza ostentare eccessiva sicurezza; - mostrati aperto/a e disponibile, evita atteggiamenti di intransigenza o chiusura (niente braccia conserte); - mantieniti tranquillo/a e sorridente, capace di reggere bene lo stress. Ascolta con attenzione e parla perché il colloquio è una relazione, un processo a doppio senso ed è un momento importante per entrambe le parti. Il selezionatore ha interesse a farti parlare per capire come ragioni, come sai interagire, se polemizzi o sai mediare. Vorrà capire che opinione hai di te e degli altri, quali sono le tue aspirazioni e come pensi di rag- giungerle. Dovrai cercar di capire le reali esigenze dell’azienda e valutare ciò che ti viene offerto. Dunque mostrati collaborativo/a e non limitarti a un atteggiamento passivo: - rispondi con attenzione alle domande, ma cerca anche spazi per prendere l’iniziativa del discorso; - chiedi dell’azienda: mercato, organizzazione, obiettivi nel medio-lungo termine, re- sponsabilità e prospettive della posizione proposta, progetti di formazione e attività di aggiornamento; - argomenta le tue risposte, le opinioni e le scelte, ma stai attento/a a non esagerare: esauriente sì, ma con buona capacità di sintesi. Positività, concretezza e creatività: dimostra di avere una visione positiva e concreta delle cose, di avere idee e capacità di intraprendenza, perché tutti cercano persone pro- positive e orientate alla soluzione dei problemi. Fai attenzione alla comunicazione non verbale: quello che comunichi con il tuo corpo va al di là delle parole ed è molto meno controllabile. Ricordati che l’interlocutore ti “ascolta” anche osservandoti: i tuoi gesti, gli sguardi, il tono della voce confermano o smentiscono le tue affermazioni. NON fare queste cose - arrivare in ritardo o troppo in anticipo; - dimenticare di portare una copia del CV; - trascurare l’aspetto (presentarsi in ordine è segno di serietà); - tenere il cellulare acceso; - “bluffare” (il selezionatore se ne accorgerà e per te sarà del tutto controproducente); - lasciarti andare a toni confidenziali, nell’intento di apparire socievole; - mostrarti esitante nel rispondere; - sottovalutare chi hai di fronte (è addestrato a cogliere ogni segnale di incertezza e contraddizione ). Fonte Scheda informativa: http://www.intrage.it/rubriche/lavoro/cercalavoro/curriculum/index.shtml 23
Dopo avere elencato alcune piccole iniziative che potrebbero esserti utili e facilitarti l’ingresso nel mondo occupazionale, il capitolo che segue entrerà più nel dettaglio su quelli che sono i settori lavorativi a maggiore presenza giovanile, introducendo alcune nozioni sui maggiori rischi e pericoli a cui potresti essere esposto/a, ma, soprattutto, facendo in modo che tu possa apprendere comportamenti idonei e corretti e appas- sionarti alla cultura della sicurezza e della prevenzione sul lavoro. Capitolo 2. Giovani e sicurezza sul lavoro 2.1 Giovani e lavoro oggi Per cominciare, è utile essere informati su quanto si sta fa- cendo nella realtà economica italiana ed europea per cer- care di facilitare il tuo ingresso, o la tua serena partecipazione alla realtà lavorativa. Di fronte alla difficile condizione dei giovani, originata da molte e diversificate cause e da una lunga crisi economica internazionale, che ha colpito soprattutto le parti più fragili del mercato del la- voro, servono, infatti, scelte politiche e sociali nette, fina- lizzate alla promozione dell’occupazione, nella consape- volezza che rilanciare l’occupazione giovanile significa in- nanzitutto rimettere in moto l’economia e sostenere la ri- presa attraverso misure di stimolo alla crescita, alla produttività, agli investimenti, italiani e stranieri, alla crea- zione di nuove imprese, alla riconversione industriale. Per favorire l’accesso al mondo del lavoro è necessario agevolare il tuo percorso prepara- torio e formativo mediante misure in grado di facilitare la qualificazione, l’inserimento e la stabilizzazione lavorativa, necessaria (perché no!) anche ai fini previdenziali. Concorderai con noi circa il fatto che, per fornirti un quadro complessivo dell’attuale situazione giovani - lavoro non possiamo di certo evitare di prendere in considerazione quanto proposto ed auspicato dall’ attuale governo italiano in merito a tale tematica. Il lavoro, ha dichiarato il premier in carica, sarà la priorità numero uno del governo, sottoline- ando la continuità rispetto ad alcuni impegni già presi, come il rifinanziamento della cassa in- tegrazione in deroga. Un passaggio importante riguarda l’auspicio che imprese e lavoratori agi- scano insieme, con l’obiettivo di promuovere l’uscita dall’impoverimento e il ritorno alla cre- scita. I nostri ministri sottolineano, altresì, la ne- cessità di creare nuove opportunità di lavoro per voi giovani, attraverso provvedimenti straordinari di detassazione e decontribu- zione dei nuovi occupati o lavoratori indipendenti che avviino una nuova attività. Devi sapere, inoltre, che l’attuale Ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, parlando del ri- 24
lancio del mercato del lavoro, fa particolare riferimento alle misure per contrastare la disoccupazione giovanile. È un dato oggettivo, del quale tu e noi siamo consapevoli, che la sola introduzione di limitate riforme del quadro normativo non basta a garantire l’aumento dell’occupazione, ma può, certamente, concorrere a definire condizioni maggiormente favorevoli a tale proposito. In tale direzione, il Governo attuale intende affrontare il problema della disoccupazione, soprattutto giovanile, con interventi rivolti ad agevolare la flessibilità dell’entrata nel mercato del lavoro. Nel particolare degli in- terventi, Giovannini ha parlato, in primo luogo, di rafforzamento dell’istituto dell’ap- prendistato, canale prioritario dell’assunzione dei più giovani fondato sull’integrazione tra sistema educativo e formativo e mercato del lavoro, che già a legislazione vigente gode di misure di agevolazione anche contributiva, sottolineando la necessità di ulte- riori modifiche sui contratti a termine. In secondo luogo, rappresenterà parte inte- grante di questi cambiamenti, l’incentivazione di nuove assunzioni a tempo indeterminato, con misure di defiscalizzazione e altre forme di abbattimento del costo del lavoro. In terzo luogo sarà necessaria l’individuazione, attraverso un confronto con le parti sociali, di mirate modifiche all’attuale quadro regolatorio, in particolare di quelle relative alle forme contrattuali flessibili di entrata nel mercato del lavoro. Vista l’attuale situazione di casa nostra, ci sembra utile, ai fini di un’informazione più esaustiva, il riferimento a quelle che sono, ad oggi, le nuove misure europee relative alle nuove possibilità per l’occupazione giovanile, nella consapevolezza che gli inve- stimenti mirati finanziati dell’UE possono avere un’incidenza considerevole sulla cre- scita e sull’occupazione (http://ec.europa.eu/europe2020/pdf/barroso/report_it.pdf). All’inizio del 2013, sono stati destinati all’erogazione accelerata o alla riassegnazione circa 16 miliardi di euro di fondi UE, che aiuteranno circa 780.000 giovani e sosterranno altre misure a favore della crescita. Questo importo è il doppio delle stime iniziali pre- sentate al Consiglio europeo del maggio scorso (da 7,3 a 16 miliardi di euro), in gran parte a causa dell’ambiziosa riprogrammazione operata di recente in Italia, Grecia e Portogallo, e rappresenta un considerevole aumento globale del numero di giovani beneficiari potenziali rispetto ai 460.000 del maggio scorso. Ora intendiamo sottoporre alla tua attenzione un insieme di esempi incoraggianti di come si sta lavorando in Europa per costruire basi più salde per il tuo futuro. La risposta europea alla crisi dell’occupazione giovanile si chiama European Youth Guarantee. Il programma, che prende forma nella Raccomandazione del Consiglio dell’Unione eu- ropea del 22 aprile 2013, mira ad offrire garanzie ai giovani in cerca di lavoro. La Youth Guarantee (Garanzia per i giovani) prevede che ogni Stato Membro assicuri ad ogni persona al di sotto dei 25 anni un’offerta qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato o tirocinio entro un periodo di quattro mesi dall’inizio della disoccupazione o dall’uscita dal sistema d’istruzione formale. Il programma concorre al raggiungimento di tre degli obiettivi della strategia Europa 2020: garantire l’occupazione del 75% delle persone di età compresa tra 20 e 64 anni, evitare che gli abbandoni scolastici superino il 10% e sottrarre almeno 20 milioni di persone alla povertà e all’esclusione sociale. In Grecia, nel gennaio 2013 è stato an- nunciato un piano nazionale con una dotazione di 517 milioni di euro, destinato a pro- muovere attività a favore di quasi 350.000 giovani. In Spagna il servizio pubblico per 25
l’occupazione ha ricevuto 135 milioni di euro per aiutare i giovani a trovare lavoro, so- stenendo, inoltre, un nuovo regime di aiuti attraverso prestiti ai settori industriali stra- tegici. In Portogallo è già stata concordata un’iniziativa nazionale denominata “Impulso Jovem” (http://www.municipio-portodemos.pt/Page.aspx?id=472) che mira ad una riprogrammazione generale e ridistribuisce 143 milioni di euro per finanziare misure volte a creare opportunità per 90.000 giovani, tra cui il passaporto per l’occu- pazione, che consente di effettuare tirocini nei principali settori economici. Altri 500 milioni di euro saranno impiegati a favore di priorità quali non solo tirocini per i gio- vani, ma anche per le infrastrutture scolastiche o le iniziative connesse alla competiti- vità. Per tornare alla nostra penisola devi sapere che nel dicembre 2011 è stata varata un’importante operazione per stabilire la priorità, che è già alla sua terza fase, che comprende il finanziamento di un piano di occupabilità in Sicilia, di cui dovrebbero usufruire circa 50.000 giovani, fondi per nuove attività didattiche per 65.300 studenti del sud e 13.000 nuove possibilità di mobilità (Erasmus/Socrates, dal momento che il programma Erasmus è diventato parte integrante dei programmi Socrates I (1994-1999) e Socrates II (2000-2006) congiuntamente ad un regime di credito d’imposta per pro- muovere l’occupazione delle persone svantaggiate, inclusi i giovani. In Lituania, Slo- vacchia e Lettonia si susseguono iniziative per rinnovare le attrezzature e le sedi degli istituti di formazione professionale per aiutare sia i giovani disoccupati senza qualifiche professionali, sia quelli che desiderano acquisire nuove qualifiche orientate al mercato. In Irlanda 25 milioni di euro sono stati trasferiti al programma integrato “Youthreach” (http://www.youthreach.ie/), che offre istruzione, formazione ed esperienza lavorativa ai giovani che hanno abbandonato precocemente gli studi e che non hanno né quali- fiche né formazione professionale. Questo garantirà il mantenimento fino alla fine del 2013 di 3.700 posti di formazione. Ci auguriamo, a questo punto, di averti dotato di strumenti di conoscenza adeguati e di indicazioni chiarificatrici circa la tematica giovani e lavoro, in Italia ed in Europa. Ora torniamo ad analizzare un altro dato interessante, cioè quello che correla gli infortuni all’età: i lavoratori anziani si infortunano di meno perché, dalle interviste realizzate, sono più concentrati nell’attività e più coscienti dei fattori di rischio. È infatti importante sapere che nella prevenzione infortunistica non è solo la prestanza fisica a fare la differenza, ma la competenza e l’esperienza. Allora che fare? Va certamente potenziato il coinvolgimento nel lavoro dei dipendenti con più esperienza, che devono affiancare i lavoratori più giovani, migliorando così anche il clima aziendale. Gli apprendisti si infortunano molto più spesso degli altri lavoratori; un giovane su tre ha un in- cidente sul lavoro durante l’apprendistato, è quindi estremamente importante prevenire l’in- sorgere ed il proliferare di questa piaga che, pur- troppo, potrebbe incombere, come una silenziosa spada di Damocle. Ma perché proprio la categoria giovani è così vul- nerabile? Purtroppo non c’è da stupirsi: il rischio 26
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