Filippo Minelli - cloudfront.net
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Continua anche quest’anno la collaborazione di Spazio Leonardo con UNA, la galleria piacentina fucina di giovani artisti che, con le loro opere innovative e sperimentali, animeranno la Gallery di via della Liberazione per il 2019. Apre la serie delle tre mostre previste per i prossimi mesi, Filippo Minelli, giovane artista bresciano con una lunga esperienza all’estero, con un’installazione site specific per lo Spazio dal titolo Across the Border. Il progetto propone l’esposizione di bandiere colorate collezionate attraverso un network casuale di performers di tutto il mondo e fa parte di una serie più ampia esposta nell’ambito di Manifesta 12, internazionale biennale di arte contemporanea a Palermo. Con queste bandiere Minelli ha voluto indagare i temi della migrazione e dell’identità nell’epoca dei big data: l’artista ha, infatti, commissionato la realizzazione a performers provenienti da aree geografiche connesse fra loro, per questioni migratorie o scambio di comunicazioni, tramite le infrastrutture di internet. Le bandiere diventano quindi uno strumento per connettere storie, persone e luoghi diversi anziché definire le nazioni e le loro popolazioni. La scelta di riproporre questa installazione nella Gallery di Spazio Leonardo ha un duplice importante significato: da un lato creare una forte connessione con una delle più prestigiose manifestazioni di arte contemporanea in Europa nell’ottica di dare una connotazione sempre più forte e decisa al ruolo di Spazio Leonardo come punto di riferimento nel panorama artistico milanese. Dall’altro, il tema di una società sempre più connessa grazie ad internet, che riesce a mettere in comunicazione persone da un capo all’altro del mondo, a far circolare idee e valori, a creare relazioni, rispecchia pienamente la filosofia che da sempre guida quest’Azienda, che ha fatto della comunicazione a 360°, della trasformazione digitale, dell’apertura al nuovo, delle relazioni tra le persone i valori imprescindibili di tutta la sua attività. Ringraziamo ancora una volta UNA Galleria per questa proficua collaborazione che ci permette di conoscere sempre nuove e interessanti forme d’arte da proporre al pubblico e alla città di Milano, attraverso uno Spazio unico e originale. 3
COMMENT ÇA VA? Seoul, SOUTH KOREA by Namgung Ho-Jin HAITI Indurwa, SRI LANKA by Kavimal Sirisena Performed by anonymous 4 5
Across the Border Testo di Valentina Rossi 1 Partendo dalla relazione 3 Le nuove forme di di Walter Benjamin del governabilità hanno 1936, “L’autore come definito inedite produttore,” Foster dominazioni politiche ed propone una rinnovata economiche, e hanno figura dell’artista, elaborato una matrice “L’artista come etnografo.” postcoloniale che Questo nuovo individuo modella la soggettività attua una pratica simile Numerosi sono quindi i segnali che e la creatività di oggi, normalizzazione della globalizzazione, 3 a quella dell’etnografo, questa definita da adottando un metodo i performers lanciano da differenti punti Enwezor “post-colonial per restituire piuttosto un universo d’indagine proprio della del continente, come k pop, la scritta constellation”, dove complesso dove invece di imporre si disciplina antropologica, sulla bandiera proveniente da Sydney, il pensiero classico aziona un’attività di scambio. 4 non solo si dimostra europeo è costantemente rilevatore di cambiamenti che rappresenta un duplice significato: messo in discussione. Nell’introduzione del volume sociali e culturali bensì da una parte la K sta ad indicare, Okwui Enwezor, Participation, Claire Bishop parla delle creatore di linguaggi Il lavoro di Filippo Minelli si inserisce definizione presa del dizionario nautico, “The Postcolonial Questa pratica di coinvolgimento del radici dell’arte partecipativa trovandole contemporanei. In Constellation: particolare Foster dedica in molteplici nuclei di ricerca che la necessità di comunicare con una Contemporary Art in pubblico, da performer professionisti a nelle stagione dada, legate a Breton, e gli ultimi tre capitoli riguardano la classica tematica persona su un’altra imbarcazione, ma a State of Permanent persone normali, permette di tematizzare negli spettacoli di massa sovietici come all’analisi della relazione seicentesca del paesaggio, ampliata, in questa trascrizione c’è un’ accezione Transition” in Research e visualizzare il processo di scambio The Storming of the Winter Palace del tra arte ed etnografia in African Literatures, trattando di questioni attualizzata e ricondotta a termini in cui personale, infatti K-pop sta per musica vol. 34, n. 4, Indiana tra l’autore — in questo caso quasi un 1920, definisce quindi da questi modelli centrali nel corso della coincide un discorso politico e storico, e pop coreana ascoltata dalla moglie del University Press 2003. regista — e le comunità. due possibili approcci: «…an authored definizione del dibattito una indagine sui modelli partecipativi che performer che, dopo il loro incontro, si è A differenza degli artisti viaggiatori tradition that seeks to provoke postcoloniale degli 4 “Essere radicanti: mettere anni Novanta, quali portano l’artista a viaggiare per 10 anni trasferito a vivere in Australia con lei. in scena, mettere in dell’inizio Novecento Minelli non è alla participants, and a de-authored lineage il monopolio della incontrando persone ed intessendo un Queste bandiere sembrerebbero cammino le proprie ricerca del solo incontro con le culture that aims to embrace collective creativity; rappresentazione e network casuale di performers che ha essere anche delle micro-narrazioni di radici in contesti e o di qualche suggestione formale, il suo one is disruptive and interventionist, the il concetto di alterità. format eterogenei; negar Hal Foster, The Return permesso la produzione e circolazione vita vissuta, simboleggiano dei sintetici loro la possibilità di lavoro si pone tra l’approccio etnografico other constructive and ameliorative. In of the real. The Avant- di 44 bandiere, che formano appunto aneddoti che rappresentano una definire completamente di cui parlava Hal Forster 1 e la modalità both instances, the issue of participation Garde at the End of the il progetto in mostra Across the Border, generazione post-coloniale, che dopo la nostra identità; operativa della figura del Semionauta becomes increasingly inextricable from Century, MIT Press, tradurre le idee, Cambridge, Londra esposto per la prima volta nella sua la caduta definitiva dei confini e degli transcodificare le definita da Nicolas Bourriaud come the question of political commitment». 5 1996 [trad. it: Il ritorno interezza a Manifesta 2018. imperialismi ha saputo andare, appunto, immagini, trapiantare un soggetto ibrido, un artista inventore Da un lato quindi la parte più al reale. L’Avanguardia L’artista definisce la propria ricerca Across the Border. i comportamenti, di inediti percorsi attraverso segni, un provocatoria, tipica dei dadaisti e delle alla fine del Novecento, scambiare piuttosto Postmedia Books, “Estetica Transnazionale,” che connette Quella di Minelli si potrebbe pertanto che imporre”. Nicolas nomade che si muove tra le culture e il loro azioni come quella a Saint Julien le Milano 2006]. la periferia al globale, permettendo una definire come un’arte relazionale che fa Bourriaud, Radicant: tempo e in cui le pratiche rituali diventano Pauvre del 1921, e dall’altra una poetica creazione di simboli e “parole iconiche” di internet il suo strumento principale: Pour une esthétique de degli espliciti modelli formali. 2 intervista, di entrambe l’assetto politico 2 Nicolas Bourriaud la globalisation, Denoël, “Installazione, video, arte per nuove ipotetiche nazioni pensate infatti l’artista, dopo i viaggi in vari luoghi Parigi 2009 [trad. it: L’installazione ambientale restituisce rimane il filo conduttore. d’azione: l’ascesa della da una generazione che vive i confini prescelti, ha contattato altri performers Il radicante. Per una configurazione estetica che si La politica emerge anche nelle precarietà nell’epoca non più in maniera tradizionale, ma che attraverso la rete e con questi ha stabilito un’estetica della manifesta come una costellazione di opere di Minelli, lavori che si depurano postmediale” in Valerio globalizzazione, Terraroli (a cura di), L’Arte abita il mondo in forma fluida. Questa una relazione virtuale fatta di scambi Postmedia Books, differenti culture, connesse tra loro, dagli atteggiamenti di protesta degli del XX secolo. Tendenza nuova estetica si manifesta su bandiere, di idee e prospettive che ha portato alla Milano 2014]. dettate dalla soggettività dei performer anni Sessanta, per indagare — spesso della contemporaneità. per antonomasia i terreni ideali per definizione generale del progetto. influenzati dalle varie contingenze sociali attraverso il genere del paesaggio 2000 e oltre, Skira, 5 Claire Bishop (a cura di), Milano 2010. l’identificazione e la segnalazione, In questo modo il processo creativo Participation, e personali e provenienti da differenti — alcune dinamiche sociopolitiche che diventano medium per epifanici viene ripensato come un processo Whitechapel, Londra/MIT città: Sydney, Pechino, San Francisco, relative ad un territorio mutuato dalle messaggi e neologismi: quali iodine, sociale dal quale scaturisce un’autorialità Press, Cambridge, 2006. Doel, Parigi, Cologne, Atene, Hong Kong, strategie e dagli assetti politici. medicinale per prevenire il cancro distribuita che si fonde a determinati Mumbai, Hollywood, Seoul, Beirut, La sfera politica — nella sua alla tiroide urlato su una bandiera di fenomeni contingenti, quali l’esito La Valletta, Eindhoven, Lagos, Muscat, accezione allargata — è anche il fil rouge una piccola cittadina belga vicina ad formale del progetto che viene Lahore, Manila, Lisbona, Città del di Across the Border. Dal progetto una centrale nucleare, beleaf, da totalmente declinato al soggetto Vaticano, Bucarest, Mosca, Madrid, emergono alcune questioni, nodi critici Mumbai, scritta con le foglie di un partecipante e l’intreccio del processo Indurwa, Stoccolma e Londra. e problematiche globali che esulano albero abbattuto significa resurrezione, socio-culturale che determina l’assetto Ai performer è stata data totale dall’estetizzazione politica: chiara e la speranza quindi della rinascita di del display. libertà, nella forma della bandiera, nel diretta la parola golpe sulla bandiera una natura ormai addomesticata, tessuto, nella parola, nel colore, nei vestiti hormones che diventa invece un gioco da indossare e nell’immagine fotografica di parole con “hor-mones”, quindi (evidente negli scatti delle performance), “orrore”, e secondo l’attivista libanese in questo modo si esula dal processo questi orrori sono lo specchio della di standardizzazione, dall’appiattimento classe dirigente del suo paese. 6 7 culturale tipico del processo di
6 Il progetto è fruibile dal sito padaniaclassics.com, inoltre è stato raccolto in un volume: Francesco D’Abbraccio, Andrea Facchetti, Emanuele Galesi e Filippo Minelli (a cura di), Atlante dei Classici Padani, Krisis Settecento e che si è sviluppata nel Publishing, Brescia 2016. secolo successivo, poi si è inteso 7 Eugenio Turri, il paesaggio con un versante romantico Megalopoli Padana, definibile “paesaggismo” nei pittori Marsilio, Venezia 2004. di fine Ottocento, le Avanguardie storiche hanno destabilizzato la considerazione tradizionale di questo genere, decostruendo o elogiando la città, vivendo la campagna con le deambulazioni surrealiste, intendendolo come metafora del proprio mondo interiore, analizzando il processo di di Pechino; emigrants da Hollywood, industrializzazione di inizio Novecento, è un riferimento ai migranti irlandesi di infine le poetiche legate metà Ottocento ma ricorda l’attuale all’espressionismo astratto l’hanno situazione migratoria; my sultan my percepito come campo di colori. In un hero dall’Oman che in tono quasi secondo momento le Neoavanguardie sarcastico riflette sulla similitudine delle hanno normalizzato questi processi, rappresentazione del Sultano in Oman ampliandone completamente il e di Che Guevara in Cuba; filipinas, dalle significato e spostando l’asse del Filippine, è riferita al nome dato alle isole paesaggio da contenuto a contenitore. dai colonizzatori spagnoli in onore del Minelli di questo genere tradizionale Re Filippo II di Spagna. ne fa un leitmotiv nella sua poetica Di natura più analitica è invece artistica, Silence/Shapes infatti è un altro il progetto Padania Classics, una progetto, nato nel 2009 e ancora in atto, ricerca durata dal 2010 al 2015, che dedicato al paesaggio. A differenza di meticolosamente raccoglie e restituisce Padania Classics, dove l’impulso un paesaggio tipico della pianura archivistico è evidente, in Silence/ padana, un paesaggio spesso devastato Shapes c’è un ritorno della concezione dall’industrializzazione, onirico in certi del paesaggio quasi di retaggio versi e per altri straight, per usare un romantico. Da questa serie fotografica, termine di derivazione fotogiornalistica. 6 come Padania Classics depurata dal Un atlante fotografico che è parte della soggetto umano a differenza di Across nota causa padana, ovviamente quella di the Border, emerge un paesaggio derivazione leghista dell’inizio degli anni naturale che viene leggermente Novanta, come genesi per quel processo modificato dall’azione di fumogeni di cementificazione di zone artigianali, azionati dall’artista. considerate il cuore industriale della Parlare di paesaggio sembrerebbe pianura padana, che hanno unificato quindi una necessità dell’artista e omologato i territori negli anni contemporaneo che in questi ultimi anni immediatamente successivi, e che è in continua analisi di un territorio Eugenio Turri ha definito megalopoli mutuato dai cambiamenti climatici e dai padana. 7 processi migratori. Un paesaggio che, Il dibattito critico inerente al spesso ai nostri occhi, appare totalmente paesaggio è sterminato. Un genere appiattito dai processi di globalizzazione. che nasce in seno all’Accademia di Francia e che per anni, insieme al ritratto, la pittura di storia e la natura morta ha rappresentato la classica definizione delle pratiche artistiche tradizionali come pittura e scultura. Per decenni si è parlato di veduta, una vera e propria corrente nata nel 8
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This year the collaboration continues between Spazio Leonardo and UNA, the Piacenza gallery and hotbed for young artists who, with their innovative and experimental works, will animate the Gallery in Via della Liberazione in 2019. The series of three exhibitions scheduled for the coming months opens with Filippo Minelli, a young artist from Brescia who has a long experience abroad, and who will present a site-specific installation for the Space entitled Across the Border. The project proposes the exhibition of coloured flags collected through a random network of performers from around the world and is part of a wider series exhibited in the context of Manifesta 12, the international biennial of contemporary art in Palermo. With these flags Minelli wanted to investigate the themes of migration and identity in the era of big data. The artist has, in fact, commissioned performers from different geographic areas — connected to each other because of migration, communication, or the Internet — to make the flags. Flags therefore become a tool for connecting different histories, people and places rather than defining nations and their populations. The choice to re-propose this installation in the Gallery of Spazio Leonardo has a significant and twofold meaning. On the one hand it is an attempt to create a powerful connection with one of the most prestigious contemporary art events in Europe, with a view to giving a stronger and more decisive connotation to the role of Spazio Leonardo as a point of reference in the Milanese artistic panorama. On the other, the theme of a society increasingly connected thanks to the Internet, which is able to bring people from different ends of the world together, to circulate ideas and values, to create relationships, fully reflects the philosophy that has always driven this company, which has made all-round communication, digital transformation, openness to the new, relationships between people the essential values behind all its activities. We once again thank UNA Galleria for this fruitful collaboration that always allows us to see new and interesting forms of art, offered to the public and the city of Milan at a unique and original space. 27
K POP Sydney, AUSTRALIA by Fausto Zizioli Performed by Johee Bae BELEAF Mumbai, INDIA by Rashi Jain Performed by Enith Maria and Dheeraj Singh 28 29
Across the Border Text by Valentina Rossi 1 Beginning with the 1936 3 The new forms of essay by Walter Benjamin governability have “The author as a Producer,” defined unprecedented Foster proposes a political and economic renewed figure of the dominations, and have Artist “The artist as elaborated a Ethnographer”. This postcolonial matrix that new individual, in shapes subjectivity and implementing a practice continent are numerous, such as k pop, creativity today, that has a complex universe where rather than similar to that of the been defined by Enwezor ethnographer, and the inscription on the flag coming from as a “post-colonial imposing, there is an activity of exchange adopting a method of Sydney, which has double meaning. constellation,” where in operation. 4 inquiry pertiaining to On the one hand the K indicates — a European classical In the introduction to the volume the discipline of thought is constantly anthropology, not only definition taken from the nautical challenged. Okwui Participation, Claire Bishop talks about proves to be a detector dictionary — the necessity to Enwezor, “The the roots of participatory art, finding them of social and cultural Filippo Minelli’s work involves many communicate with a person on another Postcolonial Constellation: visualisation of the exchange process in the Dada season, linked to Breton, and changes but a creator of Contemporary Art in contemporary languages. research areas that concern the classic boat. But in this transcription there is a State of Permanent between the author — in this case almost in Soviet mass shows like The Storming In particular Foster seventeenth-century theme of the a personal meaning; in fact K-pop stands Transition,” Research in a director — and the communities. of the Winter Palace in 1920, then defines dedicates three chapters landscape, expanded, restored and for Korean pop music heard by the African Literatures, Unlike the travellers of the early two possible approaches from these to the analysis of the Vol. 34, No 4 (Winter, relationship between brought back in terms in which a political performer’s wife. After their meeting 2003). twentieth century Minelli is not looking models: “…an authored tradition that art and ethnography, and historical discourse coincides. It is he moved to Australia to live with her. for the single encounter with the cultures seeks to provoke participants, and dealing with central a survey of participatory models that led These flags also seem to be micro- 4 “To be radicant means or some formal suggestion. His work de-authored lineage that aims to issues in the course of setting one’s roots in defining the postcolonial the artist to travel for 10 years meeting narratives of lived life, symbolising the motion, staging them in exists between the ethnographic embrace collective creativity; one is debate of the nineties, people and weaving a random network synthetic anecdotes that represent heterogeneous contexts approach of which Hal Foster 1 spoke disruptive and interventionist, the other such as the monopoly of of performers that allowed the production a post-colonial generation, that after and formats, denying and the operating mode of the figure constructive and ameliorative. In both representation and the them the power to concept of otherness. and circulation of 44 flags. These flags the definitive fall of the borders and completely define one’s of the Semionauta, defined by Nicolas instances, the issue of participation Hal Foster. ll ritorno al form the project on show, Across the imperialisms has been able to go, identity, translating ideas, Bourriaud as a hybrid subject, an artist becomes increasingly inextricable from reale. L’Avanguardia alla Border, exhibited in its entirety for the indeed, Across the Border. transcoding images, who invented unpublished paths the question of political commitment”. 5 fine del Novecento, trans. transplanting behaviours, B. Carneglia (Milan: first time at Manifesta 2018. Minelli’s art could therefore be exchanging rather than through signs, a nomad that moves On the one hand, therefore, the more Postmedia Books, 2006). The artist defines his own research defined as relational, making the Internet imposing.” Nicolas between cultures and time and in which provocative part, typical of the Dadaists as “Transnational Aesthetics,” connecting its main tool. In fact, the artist, after Bourriaud. Il radicante. ritual practices become explicit formal and their actions such as the one at Saint 2 Nicolas Bourriaud Per un’estetica della “Installazione, video, arte the periphery to the global, allowing a traveling to various chosen places, globalizzazione, trans. models. 2 Julien le Pauvre of 1921, and on the other d’azione: l’ascesa della creation of symbols and “iconic words” contacted other performers via the M. E. Giacomelli The environmental installation a poetic interview. In both the political precarietà nell’epoca for new hypothetical nations conceived Internet and established a virtual (Milan: Postmedia restores an aesthetic configuration that order remains the common thread. postmediale” in Valerio Books, 2014). Terraroli, ed., L’Arte del by a generation that no longer lives relationship with them, exchanging ideas manifests itself as a constellation of Politics also emerges in Minelli’s XX secolo. Tendenza borders in the traditional way, but rather and perspectives that led to the general 5 Claire Bishop ed., different cultures, connected to each works, works that purify themselves from della contemporaneità. lives the world in fluid form. This new outline of the project. Participation (London: other, dictated by the subjectivity the protest attitudes of the Sixties, to 2000 e oltre (Milan: Whitechapel; Skira, 2010). aesthetic manifests itself on flags — the In this way the creative process Cambridge: MIT Press, of the performers influenced by their investigate — often through the genre of ideal grounds for identification and is rethought as a social process that 2006). own various social and personal the landscape — sociopolitical dynamics signaling par excellence — which creates a new distributed authority, contingencies and coming from different related to a territory borrowed from become mediums for epiphanic which merges with certain contingent cities: Sydney, Beijing, San Francisco, political strategies and structures. messages and neologisms: such as phenomena. These phenomena include Doel, Paris, Cologne, Athens, Hong Kong, The political sphere — in its broadest iodine, a medicine to prevent thyroid the formal outcome of the project that Mumbai, Hollywood, Seoul, Beirut, sense — is also the leitmotif of Across cancer screamed across a flag from a is totally dependent upon the participant Valletta, Eindhoven, Lagos, Muscat, the Border. Several issues emerge out small Belgian town near a nuclear power subject and the interweaving of the Lahore, Manila, Lisbon, Vatican City, of the project, critical issues and global plant; beleaf, from Mumbai, written socio-cultural process that determines Bucharest, Moscow, Madrid, Induruwa, issues that go beyond the political with the leaves of a felled tree means the setting of the display. Stockholm and London. aesthetic. The word golpe on the flag resurrection, and thus the hope of the This practice of involving the public, The performers were given total of Beijing is clear and direct; emigrants rebirth of a now tame nature; hormones from professional performers to normal freedom in choosing the form of the flag, from Hollywood, is a reference to Irish instead becomes a play on words people, enables the discussion and the fabric, the words, the colour, the migrants of the mid-nineteenth century with “hor-mones,” then “horror,” and clothes to be worn and the photographic according to the Lebanese activist these image (evident in the performance shots). horrors are the mirror of the ruling class Hence it goes beyond the standardisation of his country. process — cultural flattening typical The signals that the performers of the process of normalisation of launch from different points of the 30 31 globalisation 3 — to restore, instead,
6 The project can be accessed on the website padaniaclassics.com, and is also part of the volume: Francesco D’Abbraccio, Andrea Facchetti, Emanuele Galesi and Filippo Minelli, eds., Atlanti dei Classici on a romantic connotation definable as Padani (Brescia: Krisis Publishing, 2016). “landscape” by the painters of the late nineteenth century. The historical 7 Eugenio Turri, avant-gardes destabilised these La Megalopoli Padana (Venice: Marsilio Editori, traditional notions, deconstructing 2004). or praising the city, and living the but recalls the current migration countryside with surrealistic ambitions, situation; my sultan hero from Oman understanding it as a metaphor of which in an almost sarcastic tone reflects its inner world, analysing the on the similarity of the representation industrialisation process of the early of the Sultan in Oman and Che Guevara twentieth century; finally in the poetics in Cuba; filipinas, from the Philippines, related to abstract expressionism it was refers to the name given to the islands perceived as a field of colours. In a by the Spanish colonisers in honour of second moment the Neoavantguards King Philip II of Spain. normalised these processes, completely On the other hand, the project extending the meaning and moving the Padania Classics is more analytical. axis of the landscape from container Involving research undertaken from 2010 to content. to 2015, it meticulously collects and Minelli makes a leitmotif out of this restores a typical landscape of the traditional genre in his artistic poetics. Po Valley, a landscape often devastated Silence/Shapes is in fact another project, by industrialisation, oneiric in some born in 2009 and still in progress, respects and in others more dedicated to the landscape. Unlike commonplace, to use a term with Padania Classics, where the archival a photojournalistic derivation. 6 impulse is evident, in Silence/Shapes A photographic atlas that is part of the there is a return of the conception of well-known Padana cause, obviously that the landscape with an almost romantic of the Northern League derivation of the heritage. From this photographic series, early nineties, as a genesis for that like Padania Classics, purified by the process of cementing artisanal-focused human subject, unlike Across the Border, areas, considered the industrial heart of a natural landscape emerges that is the Po Valley, which unified and slightly modified by the action of smoke homogenised the territories in the bombs produced by the artist. following years, and which Eugenio Turri Speaking of landscape would called the “Po Valley megalopolis”. 7 therefore seem to be a necessity for the The critical debate inherent in the contemporary artist who in recent years landscape is exterminated. A genre that is constantly analysing a territory emerged from the Academy of France changing because of climate change and and that for years, together with the migration processes. It is a landscape portrait, history painting and still life, that often appears totally flattened by the represented the classical definition of processes of globalisation. traditional artistic practices such as painting and sculpture. For decades a view — a real current born in the eighteenth century and that developed in the following century — was popular; then the landscape took 32
Filippo Minelli (Brescia, 1983) lavora tra architettura, politica, comunicazione e geografia, combinando le diverse discipline per la creazione di installazioni e performance documentate attraverso la fotografia e i video. La sua ricerca, basata sull’osservazione del paesaggio contemporaneo e delle sue trasformazioni, è una continua riflessione sulla costruzione dell’identità politica e sociale odierna, dettata da confini transitori e vulnerabili, dall’ingerenza della politica e della comunicazione, dall’uso di internet e del digitale. Il lavoro di Filippo Minelli è stato presentato in diverse istituzioni nazionali e internazionali, tra cui: IMAL, Bruxelles; Manege, Mosca; Somerset House, Londra; Münchner Stadt Museum, Monaco di Baviera; Total Museum, Seoul; La Triennale di Milano; East Wing Biennial, Londra; ArtScience Museum, Singapore; Fundaciòn Loewe, Madrid; Museu do Som e da Imagem, San Paolo; Centro Cultural Recoleta, Buenos Aires; MACRO, Roma; Manifesta 12, Palermo; Fondazione del Monte, Bologna. Le sue opere sono presenti in importanti collezioni come la Galleria Civica di Modena e Courtauld Institute of Art, Londra. Filippo Minelli (Brescia, 1983) is a contemporary artist working internationally, analysing and researching landscape, politics and communication to create installations and performances documented through photography and video. His work is based on a nomadic practice mainly focused on peripheral geographic areas. In recent years Filippo Minelli has been participated in a number of exhibitions in national and international institutions, among others: IMAL, Bruxelles; Manege, Moscow; Somerset House, London; Münchner Stadt Museum, Munich; Total Museum, Seoul; La Triennale di Milano; East Wing Biennial, London; ArtScience Museum, Singapore; Fundaciòn Loewe, Madrid; Museu do Som e da Imagem, São Paulo; Centro Cultural Recoleta, Buenos Aires; MACRO, Roma; Manifesta 12, Palermo; Fondazione del Monte, Bologna. His artworks are part of important collections, such Galleria Civica di Modena and Courtauld Institute of Art, London. 35
Across the Border 20.02.2019 — 04.05.2019 Curated by UNA Galleria, Piacenza Spazio Leonardo Direction Dott. Gian Luca Buzzetti Coordinators Giulia Camisa Luca Pietrucci Texts Francesca Pavesi Valentina Rossi Translations Vashti Ali Book Design Nicola-Matteo Munari Photographs Cosimo Filippini Photo Credits Across the Border Installation view @ Spazio Leonardo Courtesy Manifesta 12, Manifesta Foundation Thanks to Studio di architettura Andrea Barbieri, Piacenza Marta Comini Arman Nouri Rafael Schacter Sara Zolla
Filippo Minelli Across the Border
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