Festival Musicale di Guardia Perticara agosto 2021

Pagina creata da Gabriel Filippi
 
CONTINUA A LEGGERE
Festival Musicale di Guardia Perticara agosto 2021
Festival Musicale di Guardia Perticara
       11-12-13 agosto 2021
Festival Musicale di Guardia Perticara agosto 2021
SPONSOR UFFICIALE

       CON IL PATROCINIO DEL
    COMUNE DI GUARDIA PERTICARA

2
Festival Musicale di Guardia Perticara agosto 2021
a Papà

                                                              Roberto Guidone

Questo festival è dedicato a te, che hai sempre avuto un forte legame con il tuo
paesino di nascita, Guardia Perticara, ed estrema cura per il Palazzo
Guidone, simbolo delle tue e delle nostre origini. Dar vita a questo evento ha
contribuito a rinsaldare il nostro legame e mi fa sentire la tua presenza più
vicina. Per poco non sei riuscito a goderne anche tu.

                                                                               3
Festival Musicale di Guardia Perticara agosto 2021
INDICE

CHIARA, GIULIANO, L'ARMONIA E L'INVENZIONE..............................6

PREMESSA..............................................................................................................8

PRIMA SERATA....................................................................................................9

     MUSICA E NATURA......................................................................................9

     Programma.......................................................................................................10

     Gli Artisti...........................................................................................................11

          Peppe Vessicchio..........................................................................................11

          Minni Diodati.............................................................................................13

          Daniela Cammarano...................................................................................14

          Lena Yokoyama...........................................................................................15

          Giuseppe Russo Rossi................................................................................16

          Lamberto Curtoni......................................................................................18

          Angie Liang.................................................................................................19

     ASHRAM UNA VITA NELLA PACE.........................................................20

     Nobile semplicità e quieta grandezza...............................................................22

SECONDA SERATA............................................................................................24

     LA TRAVIATA SONO IO............................................................................24

     Programma.......................................................................................................25

     Gli Artisti..........................................................................................................26

          Alessio Boni................................................................................................26

          Filippo Arriva.............................................................................................28

4
Festival Musicale di Guardia Perticara agosto 2021
Marco Salvio...............................................................................................29

          Daniela Filosa.............................................................................................30

          Giuliano Guidone......................................................................................32

     Appunti per una rilettura.................................................................................33

     La Traviata sono io............................................................................................35

TERZA SERATA..................................................................................................56

     IL BORGO AL CHIARO DI LUNA............................................................56

     Programma.......................................................................................................57

     L'Artista............................................................................................................58

          Francesco Libetta........................................................................................58

          Guida all'ascolto di Luca Ciammarughi....................................................59

IL BORGO............................................................................................................68

ORGANIZZAZIONE..........................................................................................75

          Chiara Renino, direttrice artistica.............................................................75

                                                                                                                          5
Festival Musicale di Guardia Perticara agosto 2021
CHIARA, GIULIANO, L'ARMONIA E
L'INVENZIONE

di Titti Marrone*

Paion traversie eppur sono opportunità è la massima di un grande napoletano,
Giambattista Vico, e i tempi aspri che viviamo dovrebbero portar tutti ad
assumerla come propria. Lo hanno fatto con impeto e passione Chiara Renino e
Giuliano Guidone, ideatori di ClassicAlborgo, il festival musicale ospitato da
Guardia Perticara nel Potentino dall'11 al 13 agosto 2021. I due giovani musicisti
napoletani erano stati indotti a trasferirsi provvisoriamente da Milano
nell'affascinante borgo medievale con il loro piccolo Roberto all'inizio della
pandemia, nei primi mesi del 2020. Non immaginavano quello che li aspettava.
Perché qui, nell'antica dimora di famiglia, tra una sessione di smart working e un
impegno domestico, sono stati catturati da un incantesimo che li ha portati a
scoprire e inventare un'opportunità fino ad allora impensata. Nel segno della
bellezza.

La prima scoperta è stata quella del luogo. La magia del piccolo borgo arroccato
sul bordo della valle del torrente Sauro si è schiusa davanti ai loro occhi con
l'incanto del paesaggio incontaminato, di architetture permeate di suggestioni
medievali, di un'aria balsamica, di una gastronomia dai sapori unici. A sorpresa,
lontano dai clamori della grande città, si sono trovati a sperimentare il lenimento
di quella "cura dello sguardo" che il poeta-paesologo Franco Arminio identifica
come possibilità di salvezza dalle nostre pandemie interiori, indotte dalla fatica
straniante della vita metropolitana. Così è nata l'idea di avvicinare a quel mondo

*   Giornalista, scrittrice e saggista

6
Festival Musicale di Guardia Perticara agosto 2021
fatato l'altro loro universo, quello della musica, in cui ciascuno dei due è
immerso dagli anni degli studi al Conservatorio.

La seconda scoperta è stata la comune voglia di condividere quei due mondi in
apparenza così distanti l'uno dall'altro. Chiamando a raccolta amici musicisti,
talentuosi concertisti, artisti incontrati negli anni del loro impegno musicale o
lungamente ammirati, che hanno aderito con entusiasmo all'invito. Aprendo il
borgo di Guardia Perticara a una tre giorni di bellezza perfetta, offerta in primo
luogo ai suoi abitanti, ospitali e accoglienti come sanno essere i meridionali, ma
poi anche a chiunque voglia concedersi una pausa dal ritmo balordo del vivere
quotidiano.

L'incantesimo che ha catturato Chiara e Giuliano genera questo festival piccolo e
prezioso, assolutamente unico nel suo genere, che si salda a un'idea entrata nel
dibattito pubblico proprio dall'inizio della pandemia: quella della "città
disseminata sul territorio", che valorizzi l'arcipelago dei borghi storici e rurali
italiani incastonati tra colline e montagne ma desertificati negli anni '50 e '60.
Una chance produttiva, culturale, turistica, enogastronomica che solo l'Italia, e in
particolar modo il Mezzogiorno, può e deve sperimentare dopo i fallimenti di
formule come quella industrialista. Perché la carta vincente può essere ora la
bellezza, quella che meglio caratterizza la specificità dei nostri luoghi e del forziere
inarrivabile costituito dalla tradizione culturale più ricca al mondo.

Il valore aggiunto di un'offerta musicale ricca e originale come quella ideata da
Chiara e Giuliano, affidata ad artisti di grande livello, fa della prospettiva di
partecipare al festival l'occasione per un regalo fatto a sé stessi. Sarà come
avvolgersi nella bellezza paesaggistica, nel verde ritemprante della collina,
avviluppati dall'incanto della musica.

                                                                                       7
Festival Musicale di Guardia Perticara agosto 2021
PREMESSA

L'idea di questo Festival è nata durante i periodi bui della pandemia. Cercando rifugio
in un angolo remoto dell'Italia, quasi in fuga da una Milano messa a ferro e fuoco,
nell'estate del 2020, siamo arrivati a Guardia Perticara. Arroccata su una piccola
vetta nella valle del Sauro, tra colline verdi, alberi da frutto, calanchi e mucche podoliche
che pascolano libere, questo borgo antico, fatto di case in pietra, stradine di mattoni,
panorami suggestivi e cittadinanza cordiale, ci accoglie come persone di famiglia. Grazie
a questi luoghi che profumano di passato, all'aria tersa e ai prodotti generosi della terra,
riscopriamo a poco a poco un nuovo interagire con la natura: un rapporto così
"fisicamente" diretto con essa, ti fa comprendere la necessità di averne rispetto, di
assecondare i suoi ritmi, non per forza accelerati, e di abbandonarti proficuamente alla
contemplazione.

Chiara Renino e Giuliano Guidone

Ideatori del festival

Sono entusiasta di questa iniziativa dall'alto valore culturale, che ho subito appoggiato
con forza. Sono certo che darà un grande risalto a Guardia Perticara e sono convinto che
la Musica sarà specchio fedele della bellezza e del fascino del nostro suggestivo Borgo.

Pasquale Montano

Sindaco di Guardia Perticara

8
Festival Musicale di Guardia Perticara agosto 2021
PRIMA SERATA
MUSICA E NATURA

Peppe Vessicchio, il celeberrimo direttore, si trova qui nella sua veste più
inconsueta, ossia alle prese con musica di tradizione colta. Impegnato per anni -
parallelamente ai suoi appuntamenti televisivi più popolari - nello studio del
rapporto tra fenomeni acustici e natura, ha sviluppato una singolare teoria
(supportata da studi scientifici) secondo cui tutto è collegato: "La musica fa
crescere i pomodori" nel miglior modo possibile (questo il titolo di un suo
saggio). E sono proprio le norme dell'armonia "naturale" (così viene chiamata dal
Direttore), ossia tutte quelle regole musicali utilizzate dal più famoso musicista
mai esistito - Wolfgang Amadeus Mozart - a collegarsi in perfetta sintonia con lo
sviluppo della natura, tanto da far crescere i pomodori più succosi, l'uva migliore,
le viti più rigogliose. In questa serata verrà quindi presentato un brano scritto da
Peppe Vessicchio, composto secondo queste "leggi naturali", arie di Mozart e
Cimarosa, riorchestrate sempre in base a questi principî, e un quartetto giovanile
del compositore salisburghese, per rendere omaggio proprio al sommo musicista
che per primo li ha utilizzati.

                                                                                   9
Festival Musicale di Guardia Perticara agosto 2021
PROGRAMMA

 G. VESSICCHIO                      Ashram per quintetto d'archi (1976/2010)

 W.A. MOZART                        Quartetto per archi in do maggiore K. 157

                                       -      Allegro
                                       -      Andante
                                       -      Presto

 D.CIMAROSA/G. VESSICCHIO           "Aria di Chiarella" (da "Li Sposi per
                                    Accidente") per soprano e quintetto d'archi

 W.A. MOZART/G. VESSICCHIO          "In uomini, in soldati" (da "Così fan tutte")
                                    per soprano e quintetto d'archi

                                    "Voi che sapete" (da "Le nozze di Figaro")
                                    per soprano e quintetto d'archi

                                   ***
 Peppe Vessicchio                 direttore

 Minni Diodati                    soprano

 Daniela Cammarano                violino

 Lena Yokoyama                    violino

 Giuseppe Russo Rossi             viola

 Lamberto Curtoni                 violoncello

 Angie Lang                       Contrabbasso

                    Introduce l’avvocato Daniele Giuzio

10
GLI ARTISTI

Peppe Vessicchio

Compositore, direttore d'orchestra, scrittore e ricercatore in ambito
musicoterapico, conosciuto col diminutivo di Peppe o Beppe, nasce a Napoli
dove compie i suoi primi passi nel mondo della musica componendo musiche
per vari cantanti: Buonocore, Bennato, Di Capri, Gagliardi e Sastri. In ambito
nazionale allaccia una fertile collaborazione con Gino Paoli, col quale scrive a
quattro mani canzoni come Ti lascio una canzone, Cosa farò da grande, Coppi.
Partecipa come direttore musicale a produzioni televisive: Va' pensiero, Buona
Domenica, Viva Napoli, Note di Natale e varie altre.

                                                                              11
È una presenza fissa al Festival di Sanremo dal 1990, ricevendo nel '94, nel '97 e
nel '98 il premio come miglior arrangiatore; nell'edizione del 2000 viene
premiato, sempre per la composizione degli arrangiamenti, da una speciale giuria
presieduta da Luciano Pavarotti. È noto al pubblico dei giovanissimi anche per
aver partecipato come docente e direttore d'orchestra al programma televisivo
Amici di Maria De Filippi. Tra le sue composizioni emerge Sogno interpretata da
Andrea Bocelli, una romanza che ha dato il titolo ad un album che ha venduto
oltre nove milioni di copie.

Ha composto arrangiamenti per numerosi artisti tra i quali anche Elio e le Storie
Tese, Zucchero, Ron, Ornella Vanoni, Fiorella Mannoia e Eros Ramazzotti. Nel
2016 ha ottenuto a Montecitorio un riconoscimento che lo include nelle prime
"100 eccellenze italiane". Nel 2017 ha pubblicato il suo primo libro, La musica fa
crescere i pomodori, sugli effetti benefici che determinate strutture armoniche
producono sulle piante, ed il cd Parenti latini, realizzato con "i Solisti del Sesto
Armonico". Sempre nel 2017 è diventato direttore artistico-musicale delle
iniziative dell'Antoniano, incluse le edizioni de "Lo Zecchino d'Oro". Nel 2018 ha
iniziato la sua collaborazione con la Casa Musicale Sonzogno, con la
pubblicazione del brano Ashram.

12
Minni Diodati

Vincitrice di numerosi premi e concorsi, dopo una lunga collaborazione con il
                                              celebre direttore d'orchestra barocco
                                              Antonio Florio e il suo noto
                                              Ensemble Barocco "I Turchini",
                                              debutta in diverse opere. Tra queste
                                              "La Serva Padrona" di Pergolesi
                                              prendendo parte al tour tenutosi in
                                              Cile nel 2009 con l'Orchestra del
Teatro Municipal di Santiago. È stata Violetta per "Il Duello Comico" di Paisiello
con la regia di Roberto De Simone. Nel 2013 ha interpretato Delfina per la prima
esecuzione moderna di "L'Ambizione Delusa" di Leonardo Leo all'interno del
XXXIX FESTIVAL DELLA VALLE D'ITRIA (performance peraltro registrata
dall'etichetta NAXOS/DYNAMIC per una release in 3) Nel 2014 è stata
Clorinda in "Combattimento di Tancredi e Clorinda" di C. Monteverdi al Teatro
Verdi di Salerno, con la regia di Roberto De Simone e la direzione di Francesco
Ivan Ciampa. Ha inoltre interpretato Ninetta ne "La Finta Semplice" di Mozart,
con la direzione di Roland Boer alla guida della Royal Orchestra di Manchester.
Nel 2017 ha debuttato il ruolo di Susanna in "Le nozze di Figaro" di Mozart
presso lo Stadttheater di Osnabrück ed è stata Berta ne "Il Barbiere di Siviglia" di
Rossini. Nello stesso anno ha reinterpretato Zerlina in "Don Giovanni" per lo
Stadttheater di Aachen. Nel 2018 ha interpretato la 1^ dama ne "Il Flauto
Magico" di Mozart diretta da Andres Mustonen al Teatro Verdi di Salerno, al
contempo debuttando il ruolo di Drusilla ne "L'incoronazione di Poppea" di
Monteverdi presso il Festival Musique a la Chabotterie di Saint Sulpice. Nel 2019
ha preso parte a una tournee in Marocco per una serie di concerti con musiche di

                                                                                    13
Mozart, Pergolesi e Cimarosa. Di recente è stata la voce lirica della protagonista
femminile - scelta personalmente dal M° Pasquale Catalano, autore della colonna
sonora, e dal regista Alessandro D'Alatri- interpretando classici della canzone
napoletana, nella serie tv Il Commissario Ricciardi prodotta da Clemart per Rai
Fiction: produzione di enorme successo con un ascolto medio di oltre cinque
milioni di spettatori.

Daniela Cammarano

Si è diplomata con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio di musica
"G. Verdi" di Milano e nel 2007 ha conseguito, presso il medesimo Istituto, il
diploma di secondo livello con 110 e
lode. Giovanissima ha partecipato e
vinto numerosi concorsi nazionali ed
internazionali. Ha tenuto concerti da
solista con la Filarmonica di Stato di
Sibiu, con l'Orchestra di Botosani,
con la Filarmonica del Conservatorio
di Milano, ricoprendo anche il ruolo
di spalla. Invitata da importanti Enti
quali Società dei Concerti di Milano,
gli Amici Della Musica di Firenze, Ambasciata Italiana a Zurigo, si è esibita in
sale e teatri importanti in Italia e all'estero. Collabora con musicisti quali P.
Gulda, G. Pieranunzi, F. Fiore, A. Carbonare, G. Geminiani, F. Polidori, S.
Braconi, B. Canino, E. Bronzi. Dal 2007 collabora con le più importanti
orchestre italiane come l'Orchestra Sinfonica della RAI di Torino, Filarmonica

14
della Scala di Milano, il Teatro San Carlo di Napoli, il Teatro La Fenice di
Venezia, Teatro dell'Opera di Roma. Dal 2009 suona regolarmente con il pianista
Alessandro Deljavan, con il quale incide per la casa discografica "BrilliantClassics"
ed Aevea. Di importante rilievo è stato il progetto "Beethoven Experience" che ha
visto il Duo Cammarano/Deljavan insieme alla violinista Victoria Mullova,
eseguire l'integrale delle Sonate di Beethoven. È docente di violino presso il
Conservatorio Statale di Musica "Niccolò Paganini" di Genova.

Lena Yokoyama

                                              Nata ad Osaka (Giappone), Lena
                                              Yokoyama ha iniziato gli studi di
                                              violino nella sua città. Trasferitasi in
                                              Italia nel 2006, si è diplomata in
                                              violino col massimo dei voti e la lode
                                              presso l'Istituto Musicale Pareggiato
                                              "Claudio Monteverdi" di Cremona.
Ha seguito i corsi di violino con Salvatore Accardo e di musica da camera con
Alexander Lonquich presso l'Accademia Chigiana di Siena, ha studiato con Ivan
Rabaglia presso l'Accademia S. Cecilia di Portogruaro. Ha tenuto recital solistici
e cameristici in diversi teatri italiani, tra cui il Teatro Ponchielli di Cremona, il
Teatro Alighieri di Ravenna, il Teatro La Fenice di Venezia. Ha suonato in
Giappone, Cina, Stati Uniti, Inghilterra, Lettonia, Croazia, Slovenia, Austria,
Germania, Norvegia, Francia e Belgio. Tra i Festival più importanti in cui si è
esibita, figurano il Ravenna Festival, il Festival Monteverdi e lo Stradivari Festival
di Cremona, il Trondheim International Chamber Music Festival e il Festival

                                                                                    15
della Valle d'Itria. In qualità di solista, ha vinto numerosi premi in concorsi
nazionali e internazionali. Lena Yokoyama ha collaborato suonando in
programmi cameristici con musicisti quali Rocco Filippini, Konstantin Bogino,
Maria Grazia Bellocchio. Ha suonato nell'Orchestra da Camera Italiana (OCI),
l'Orchestra da Camera di Mantova, il Divertimento Ensemble diretto da Sandro
Gorli, Sentieri Selvaggi diretti da Carlo Boccadoro. È membro fondatore del Trio
Kanon, ensemble perfezionatosi con il Trio di Parma. Il Trio ha vinto numerosi
concorsi tra cui il 1° Premio nell'International Chamber Music Competition di
Pinerolo. Nel 2014 è stato miglior gruppo nella Trondheim International
Chamber Music Academy for Piano Trios e nel 2015 ha vinto il "Chamber Music
Award presso l'Internationale Sommer Akademie Prag-Wien-Budapest. Dal 2013
è incaricata dalla Fondazione Stradivari di effettuare pubbliche audizioni con gli
strumenti conservati nella preziosa collezione del Museo del Violino di Cremona.
Nel 2017 ha suonato il violino "Stradivari Vesuvio 1727" presso la sede del
Parlamento Europeo di Bruxelles. Ha inciso per la rivista "Amadeus" e per
l'etichetta "Movimento Classical". Suona un violino J. C. Gigli del 1752 ed un Eva
& Christo Marino del 2015. Nel 2020 ha ricevuto più di un milione di
visualizzazioni su YouTube per un suo video in cui suonava un commovente
brano di Ennio Morricone sul tetto dell'ospedale di Cremona, in segno di
solidarietà per i malati e il personale sanitario nel pieno dell'emergenza Covid,
durante la prima, terribile ondata.

Giuseppe Russo Rossi

Diplomatosi a 17 anni in violino e viola col massimo dei voti, lode e menzione
d'onore presso il Conservatorio "N. Piccinni" di Bari, l'Accademia Santa Cecilia

16
di Roma e l'Hochschule der Kunste di Berna è
                               Concertino dell'Orchestra del Teatro alla Scala di
                               Milano. Riceve il Premio Sinopoli dal Presidente
                               della Repubblica Giorgio Napolitano per meriti
                               artistici. Ha studiato pianoforte, Lettere e
                               Filosofia e ha tenuto lezioni per la cattedra di
                               Letteratura Latina dell'Università di Bari. Ha
                               vinto i concorsi di Vittorio Veneto, Palmi,
                               Castrocaro-Migliori diplomati d'Italia, Società
                               Umanitaria di Milano, Premio Geminiani, Ibla
Grand Prize-New York, Premio F. Gulli ed è stato premiato nel concorso V. Gui
di Firenze. Ha ricoperto il ruolo di prima viola presso l'Orchestra del Teatro La
Fenice di Venezia e presso il Teatro alla Scala di Milano nell'opera di Weber "Il
Franco Cacciatore" sotto la direzione di Chung. Ha suonato da solista per Rai
Radio3 Suite, Radio Nazionale di Praga, Radio Nazionale Irlandese, Radio e
Televisione svizzera, presso il Centre for the Performing Arts di Pechino,
Carnegie Hall di New York, Auditorium di Boston, Auditorium Santa Cecilia-
Parco della Musica, Società dei Concerti e Società del Quartetto di Milano e in
Svizzera, Francia, Giappone e Sudamerica. Ha eseguito la Sinfonia Concertante
di Mozart prima con Marco Rizzi e poi con Salvatore Accardo e le orchestre
ORT e di Padova e del Veneto, il concerto "Der Schwanendreher" di Hindemith
con l'Orchestra Sinfonica di Roma e le sue Variazioni su temi di Rossini per viola
e orchestra presso il Teatro alla Scala di Milano. Suona una viola Chappuy del
1774 gentilmente concessa dal Teatro alla Scala di Milano.

                                                                                17
Lamberto Curtoni

Classe 1987, Lamberto Curtoni affianca alla fortunata attività di violoncellista
                                                 anche quella di compositore.
                                                 Nato      da        una   famiglia    di
                                                 musicisti, dopo la laurea con il
                                                 massimo             dei     voti      al
                                                 Conservatorio "G. Verdi" di
                                                 Torino,        si    perfeziona      con
                                                 Giovanni Sollima, debuttando
                                                 giovanissimo a quindici anni in
recital con il pianoforte. Ha eseguito numerosi concerti in qualità di solista in
prestigiose sedi, da Umbria Jazz al Ravello Festival fino al Theatre d'Algerie,
riscuotendo ovunque unanimi consensi di pubblico e di critica. Ha collaborato
con diversi artisti e prestigiosi ensemble come Gidon Kremer e la Kremerata
Baltica, Yuri Bashmet e I Solisti di Mosca, Enrico Rava, l'Orchestra del Maggio
Musicale Fiorentino e tanti altri. Invitato da Franco Battiato, nel 2014 ha eseguito
in prima mondiale il concerto Rinnovato Mistero di cui è anche compositore con
la Filarmonica Arturo Toscanini. Tra le sue ultime creazioni Bersabea, opera
sinfonica commissionata dall'Orchestra de I Pomeriggi Musicali di Milano e
ispirata a una delle città invisibili di Italo Calvino, e Sensorium commissionato ed
eseguito dal New York City Ballet su coreografie di Matteo Levaggi. Divulgatore
molto attento anche al pubblico più giovane, Lamberto Curtoni, collabora
costantemente con Piergiorgio Odifreddi, Concita De Gregorio, Philippe
Daverio, Peppe Servillo e vari registi e coreografi tra i quali Valter Malosti,
Federica Fracassi, Gianluca e Massimiliano De Serio e Matteo Levaggi per
coniugare la musica ad altre forme artistiche. É il compositore della colonna

18
sonora del film "The Broken Key" di Louis Nero interpretato, tra gli altri, da
Geraldine Chaplin, Rutger Hauer, William Baldwin, Franco Nero e Christopher
Lambert, pubblicato da Warner Music e per cui ha ricevuto il premio dalla
Fondazione Angeletti al Roma Film Festival insieme a Ennio Morricone.

Angie Liang

Angie Liang è nata a Taichung (Taiwan) nel
1988. All' età di 13 anni, inizia gli studi di
contrabbasso con Meng-Chun LU (primo
contrabbasso     della    National     Taiwan
Symphony Orchestra), Nel 2008 si trasferisce
a Roma e nel 2011 si laurea al corso triennale
di contrabbasso con 110 e lode. Ha studiato
con Franco Petracchi. Giuseppe Ettorre,
Klaus Stoll, Edicson Ruiz. Nel 2012 ha vinto
il Concorso Nazionale delle Arti. Nello stesso
anno collabora con l'orchestra da camera Gli
archi del cherubino per l'inaugurazione del nuovo Auditorium Renzo Piano a
L'Aquila. Nel 2013 è stata selezionata per esibirsi nell'Orchestra Italiana del
Conservatorio presso il palazzo del Quirinale alla presenza del Presidente
Napolitano. Nel 2013 è stata invitata da festival d'Arte Apuliae per suonare il gran
duo di Bottesini per violino, contrabbasso e orchestra d'archi con la direzione di
Dino de Palma. Nel 2014 ha vinto il concorso Nazionale di esecuzione per
Contrabbasso "Werther-Emilio Benzi". Il 10 Febbraio 2015 ha conseguito la laurea
di secondo livello in contrabbasso presso il conservatorio di "Santa Cecilia" di

                                                                                  19
Roma con il massimo dei voti e la lode. Successivamente è stata invitata da
Marcello Abbado a suonare un recital nel Galleria D'Arte Moderna di Milano.
Collabora continuativamente con il Teatro alla Scala, la Filarmonica della Scala e
l'Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano.

ASHRAM
UNA VITA NELLA PACE

di Giuseppe Vessicchio

Credo che questa composizione possa definirsi, a tutti gli effetti, un'opera
giovanile. I primi elementi risalgono, infatti, agli anni che vanno dal 1974 al 1976.

I tre movimenti, annotati a matita, nelle quattro chiavi canoniche, su carta
Scomegna color avorio pallido, descrivevano il contrasto tra l'aspirazione
profonda alla pace, elemento connaturato in ogni essere umano e manifesto fin
dall'infanzia, col vigore che anima il gioco energico dell'adolescenza. Contrasto
che avevo vissuto e che ancora, a quel tempo, vivevo. Ero diciottenne,
frequentavo il quinto anno del liceo scientifico Mercalli di Napoli e accusavo
l'annosa discrasia tra la musica che m'interessava, e quella che gli altri coetanei
"mangiavano e bevevano" quotidianamente, col compiacimento dei loro gruppi
di appartenenza.

I compagni di liceo, qualora fossero stati salvi dalle "canzonette", erano calamitati
dal rock progressivo o dai cantautori di protesta, reduci dell'allora recente '68.

I colleghi di studi musicali erano ancora inchiodati a quel romanticismo
neoclassico ahimè caratterizzato da una miriade di composizioni, "truccate" con

20
sembianze colte, che replicavano in maniera pedestre cliché di precedenti successi.
Queste creazioni avevano lo scopo poco sincero di cavalcare un'onda di consenso
e un successo commerciale risultando, molte volte, persino peggiori delle
famigerate canzonette da jukebox, dichiaratamente senza pretese.

In quel periodo non era semplice sciogliere le questioni musicali perché la
seconda avanguardia della musica colta viveva uno stato confusionale (che
purtroppo dura tuttora).

I primi lavoretti con la musica, nel mercato discografico della canzone
napoletana, erano stati per me il "chiodo che scacciò il chiodo". Prima come
chitarrista, poi come arrangiatore. Per ottenere quest'ultimo tipo d'ingaggio, che
mi aveva messo a contatto con organici strumentali diversi, usai l'arma della
composizione di canzoni. Se un brano piaceva al produttore, imponevo la mia
candidatura per la realizzazione completa. Ho poi ceduto, con discreto profitto,
alle   lusinghe    della   discografia   nazionale   e   soprattutto   alla   pratica
dell'orchestrazione in campo radio-televisivo, dove si va, con uno schiocco di
dita, dal Ballo del qua qua a un brano di Stan Kenton, o un'aria d'opera,
passando per i Beatles. Le mie ambizioni compositive sono state abbandonate
quindi nel famoso cassetto. La nausea per la routine del lavoro di musicista per la
televisione, apprezzabile per tanti aspetti, ma sterilizzante per una mente
coraggiosa e gaudente di creatività, mi ha spinto, otto anni fa, ad accettare la
proposta di un caro amico musicista di dedicare una composizione originale (e la
sua esecuzione) a un messaggero di pace in visita all'allora Papa Benedetto XVI.

Sri Tathata, mistico e yogi, arrivava dall'India e portava con sé una saggezza tanto
antica quanto povera. Il mio amico mi parlò sentitamente dell'Ashrama, una
delle quattro fasi della vita.

Alcune di queste descrizioni si armonizzavano con gli umori di quelle bozze
lasciate a dormire in un nuovo cassetto (ho cambiato, nel frattempo, casa tre

                                                                                   21
volte). Così mi decisi a portarle a termine, usando il primo movimento, in una
tonalità diversa, per chiudere il ciclo.

Scrissi una prima versione per quartetto d'archi perché potesse essere eseguita al
cospetto dell'illustre ospite. Dopo quest'esecuzione rimaneggiai il tutto,
aggiungendo il contrabbasso e liberando il susseguirsi delle parti dalla scansione
in quattro tempi, dettati dall'originale schema indiano. Volevo avere in partitura
una nuova sezione, prima della riproposta del tema iniziale, e composi perciò
qualcosa per esprimere anche il mio sentire in quest'autunno della vita. Ho
rinominato, quindi, i vari momenti in italiano: l'arrivo, il cammino, la maturità,
la restituzione, il ritorno. Si è resa necessaria anche la modifica del titolo da
Ashrama in Ashram: intendendo così definire solo il luogo spirituale della
narrazione.

NOBILE SEMPLICITÀ E QUIETA GRANDEZZA

di Benedetta Saglietti

Il Quartetto K. 157, composto durante il viaggio milanese (1772/3), all'epoca
dell'opera seria Lucio Silla, può esser pensato come la perfetta rappresentazione
cameristica del Mozart diciassettenne. È il suo terzo quartetto: il primo, detto "di
Lodi", K. 80, risaliva a tre anni prima.

Il K. 157, in sintesi: leggerezza e trasparenza, equilibrio fra i tre movimenti,
chiarezza della tonalità di do maggiore. Niente di più semplice di una scala
ascendente e discendente di do sulla quale è imperniato l'Allegro iniziale.
Troviamo invece nell'Andante, in mi bemolle maggiore, quelle tonalità affettive,

22
come un palpitare sommesso e misterioso - un dolore? una confidenza? chissà…
- , che si ascolteranno nella successiva produzione del genio di Salisburgo. Ma
non abbiamo fatto in tempo ad asciugarci le lacrime che Mozart con un gesto
repentino volta all'istante pagina, nel Presto finale, e, come suo solito, fa
riapparire un sorriso scanzonato.

Grazia settecentesca? Spensieratezza giovanile? (Non dimentichiamo che gli anni
di Mozart son come quelli dei gatti, uno ne vale tre! ha scritto Massimo Mila).
Può darsi. Musica "naturale", come recita il titolo di questa serata? Sembra ormai
indubbio che gli esseri viventi, per inclinazione biologica, vadano naturalmente
verso alcune forme, tonalità, composizioni, e persino i pulcini prediligano la
musica consonante, come ha dimostrato lo scienziato Giorgio Vallortigara.

Tre personaggi e diversi atteggiamenti di fronte all'amore sono invece condensati
nelle Arie d'opera scelte e trascritte da Peppe Vessicchio per Quintetto d'archi. La
civettuola Chiarella innamorata di Pulcinella (entrambi al servizio del filosofo
Pascariello, presso la cui casa si svolge la ghiotta farsa in musica Li Sposi per
Accidente di Domenico Cimarosa, 1781); quindi, la cinica cameriera Despina del
Così fan tutte (1790) ricorda, con un sorriso, che la fedeltà non è né degli uomini
("malefica razza indiscreta") né dei soldati; e, infine, non può mancare il tenero e
inesperto Cherubino de Le Nozze di Figaro (1786) che intona i primi sospiri
d'amore ("Quello ch'io provo […] / è per me nuovo, / capir nol so") in un'Aria da
hit parade.

                                                                                  23
SECONDA SERATA
LA TRAVIATA SONO IO

La storia d'amore tra Giuseppina Strepponi e Giuseppe Verdi, narrata attraverso
il loro carteggio, fa da sfondo alla nascita di uno dei più celebri melodrammi mai
scritti, La Traviata. Con le parole del compositore e della cantante seguiamo la
stesura dell'opera, che riscopriamo quanto mai autobiografica, e ascoltiamo i
musicisti in scena, che danno vita a una rielaborazione in chiave moderna dei
suoi temi più famosi.

Il lavoro in prima assoluta - commissione del Festival ClassicAlBorgo al
compositore Marco Salvio e allo scrittore Filippo Arriva - è caratterizzato dalla
commistione tra celebre passato a apertura al futuro: citazioni musicali di più
periodi si fonderanno insieme in una musica che risuonerà nuova e allo stesso
tempo familiare.

24
PROGRAMMA

                         LA TRAVIATA SONO IO

                            di Filippo Arriva

                         Musica di Marco Salvio

               Melologo per voce recitante e due pianoforti
                 sui temi de La Traviata di Giuseppe Verdi

            Commissione del Festival ClassicAlBorgo 2021
                      Prima Esecuzione Assoluta

Copyright ed edizione Casa Musicale Sonzogno di Piero Ostali, Milano

Alessio Boni                      voce recitante

Daniela Filosa                    pianoforte

Giuliano Guidone                  pianoforte

                   Introduce l’avvocato Daniele Giuzio

                                                                   25
GLI ARTISTI

Alessio Boni

C'è un motto che caratterizza Alessio Boni fin da adolescente: "Se il tuo mondo
non ti permette di sognare, scappa verso un dove puoi".

A 19 anni, conseguito il diploma di ragioneria, lascia il lavoro di piastrellista e il
lago d'Iseo, dove è nato. Non immagina che non ci tornerà più e che, dal quel
momento, non si fermerà più. Non sa ancora quale sia il suo sogno. Lo cerca a
Milano (in polizia), in America (dove fa di tutto: newspaper delivery boy,
lavapiatti, babysitter), poi nei villaggi turistici (come animatore).

26
Lo trova finalmente a 22 anni, la prima volta che va a teatro. Vede La Gatta
Cenerentola di Roberto De Simone, che gli cambia la vita. Da lì, l'ammissione
all'Accademia d'Arte Drammatica Silvio D'Amico a Roma; incontri importanti
con maestri come Andres Rallis, Orazio Costa Giovangigli, Peter Stein; gli anni
di tournée teatrale con Giorgio Strehler e Luca Ronconi; il debutto sul piccolo
schermo con La donna del treno per la regia di Carlo Lizzani, e sul grande con La
meglio gioventù di Marco Tullio Giordana. L'interpretazione di Matteo Carati gli
fa da trampolino di lancio. La sua carriera professionale spicca il volo e, ruolo
dopo ruolo, scopre nuovi mondi in cui sognare: interpreta Caravaggio, Giacomo
Puccini, il principe Andrej Bolkonskij, Walter Chiari, Ulisse e perfino Dio nello
spettacolo teatrale Il visitatore diretto da Valerio Binasco.

Nel 2019 è al cinema con Tutte le mie notti di Manfredi Lucibello e Non sono un
assassino di Andrea Zaccariello. È stato in televisione con La compagnia del cigno
di Ivan Cotroneo e con un cameo ne Il nome della rosa, fiction internazionale
firmata Giacomo Battiato, ispirata al romanzo di Umberto Eco e alla
trasposizione cinematografica di Jean-Jacques Annaud. In autunno tornerà sul
piccolo schermo con la seconda stagione della fortunata serie Rai La strada di
casa.

Nel contempo, varcati i 50 anni, dopo circa 30 trascorsi tra palco e set, la curiosità
lo ha portato anche "dall'altra parte della barricata". Nel 2015 ha esordito alla regia
teatrale con lo spettacolo I duellanti tratto dal libro di Joseph Conrad.
Quest'anno si è cimentato con il capolavoro di Miguel de Cervantes, Don
Chisciotte, di cui ha curato la regia e interpretato il protagonista.

                                                                                     27
Filippo Arriva

Da 40 anni impegnato nel settore del giornalismo, dell'informazione e della
                                      comunicazione        come       giornalista,
                                      scrittore, saggista, critico televisivo e
                                      titolare di blog, ha operato in particolare
                                      nel settore dell'opera lirica e dello
                                      spettacolo dal vivo. Ha collaborato con
                                      importanti Teatri Lirici e di Prosa italiani
                                      sui quali ha ampia conoscenza artistica e
                                      organizzativa.    Autore     televisivo     e
                                      radiofonico ha firmato programmi di
                                      successo su RaiDue, RaiUno, RaiTre e
                                      Radiotre. Scrittore e drammaturgo è tra
                                      gli    autori      contemporanei          più
                                      rappresentati in Sicilia. Sceneggiatore e
documentarista ha firmato film di successo come La lupa con Monica Guerritore
e numerosi documentari, tra cui Il Gattopardo segreto e I teatri raccontano.
Cultore di filologia siciliana ha rielaborato e portato in scena diverse sacre
rappresentazioni del Quattro e Cinquecento. Recentemente è stato autore dei
testi per i programmi televisivi Nessun Dorma in onda su Rai5 e di Meraviglie,
condotto da Alberto Angela su RaiUno.

28
Marco Salvio

Marco Salvio (Napoli, 1981), è flautista, compositore, direttore d'orchestra. Nel
                                                2012 consegue il Master soliste in
                                                flauto alla Haute École de
                                                Musique          de       Genève
                                                (Conservatorio      Superiore   di
                                                Ginevra) nella classe di Jacques
                                                Zoon. Dopo il diploma col
                                                massimo       dei      voti     al
                                                Conservatorio di Napoli, si è
perfezionato all'Accademia del Teatro alla Scala di Milano, all'Accademia di
Imola e all'Accademia Nazionale di S. Cecilia di Roma. Tra i direttori con i quali
ha collaborato in orchestra figurano Abbado, Muti, Oren, Jurovskij, Pappano,
Renzetti, in orchestre come quelle del Teatro dell'Opera di Roma,
dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l'Orchestra Giovanile Luigi
Cherubini, l'Orchestre des Jeunes de la Méditerranée. Consegue nel 2014 il
master in Direzione d'Orchestra con Laurent Gay presso la Haute École de
Musique de Genève, lavorando poi come direttore assistente presso l'Opera di
Las Palmas de Gran Canaria e l'Orchestra Filarmonica di Benevento; nel 2017 è
stato direttore finalista per la Riccardo Muti Opera Academy 2017 con Aida,
debuttando poi ad Orvieto nel 2018 con La Sonnambula. Si laurea nel 2019 in
Composizione (II livello) presso il Conservatorio di Salerno con Giancarlo
Turaccio, col massimo dei voti e la lode. Tra i suoi brani: per sottrazione per

                                                                                29
pianoforte, premiato nella selezione internazionale del NED Ensemble (2019),
Asintoti per quartetto d'archi (2018), eseguito alla Reggia di Caserta nell'ambito
della mostra "Painting after post-modernism" e Mani giuntedisgiunte per
ensemble (2018), semifinalista al Concorso Internazionale "Novaro" di Roma; su
commissione del Quartetto Felix (premio Sinopoli 2017), nel 2019 compone
inoltre Incidenze, quartetto con pianoforte. Importante anche l'impegno con
alcune realtà giovanili della sua città: ha diretto l'Orchestra Giovanile
Napolinova, mentre dalla fondazione (2016) è direttore principale ospite
dell'Orchestra Giovanile Pausilypon, vincendo il premio speciale della giuria
"All'opera, all'opera!" in occasione del Premio San Carlo 2018. Attualmente
insegna Flauto presso il Conservatorio di Potenza.

Daniela Filosa

Daniela Filosa intraprende gli studi di pianoforte e composizione al
Conservatorio "San Pietro a
Majella" di Napoli, sua città
natale. I Maestri che guidano e
plasmano la sua personalità
pianistica sono Maria Luisa
Carretta ed in seguito Bruno
Mezzena, con cui consegue il
Diploma di perfezionamento
presso l'Accademia musicale
Pescarese, eseguendo, durante la prova finale, il concerto per pianoforte e

30
orchestra K467 n.21 di Mozart con l'orchestra dell'Accademia diretta da
Yoichi Sugiyama. Si laurea in Musica da camera con Emanuela Piemonti al
Conservatorio "G. Verdi" di Milano, dove segue anche i laboratori di Musica
contemporanea con Mauro Bonifacio. Appassionata di musica da camera –
merito dei primi corsi al Conservatorio di Napoli con Valeria Lambiase – si
dedica all'attività concertistica in diverse formazioni, esibendosi in festival
prestigiosi (Festival internazionale di Musica contemporanea Milano Musica,
Festival di Ravello a Villa Rufolo, Settimana Mozartiana di Chieti, Ticino
Music Festival) e in sedi come la Holywell Music Room di Oxford. Ha inciso
musiche di Donatoni per l'etichetta discografica Limen music e ha realizzato,
con Erica Paganelli e in collaborazione con i percussionisti Simone Beneventi
e Adam Weisman, il CD "Sites Auriculaires", prodotto da Odradek Records
con musiche di Hugues Dufourt, Couperin e Ravel. Gli interpreti hanno
lavorato a stretto contatto con l'acclamato compositore spettralista Dufourt,
realizzando in sua presenza "L'Éclair d'après Rimbaud", in quartetto per due
pianoforti e percussioni, registrato in prima assoluta. Il disco è stato
trasmesso da emittenti radiofoniche come Radio France Musique e Radio3
Suite e ha ricevuto brillanti recensioni su riviste come Gramophone e
Classica francese.

                                                                             31
Giuliano Guidone

Diplomatosi in pianoforte con il massimo dei voti presso il Conservatorio S.
                                              Pietro a Majella di Napoli sotto la
                                              guida di Francesco Caramiello, si è
                                              successivamente perfezionato con
                                              Vincenzo Balzani, Aldo Ciccolini e
                                              Bruno Mezzena, conseguendo il
                                              Diploma Accademico di II livello
                                              al Conservatorio Giuseppe Verdi di
                                              Milano con 110 e lode nella classe
della professoressa Cristina Frosini. Ha frequentato inoltre i corsi di musica da
camera tenuti dal Maestro Bruno Canino presso la Scuola di Musica di Fiesole.
Vincitore assoluto di numerosi concorsi nazionali e internazionali, come
l'International Young Pianists Competition di Osijek (Croazia), ha tenuto
concerti a Zagabria, Parigi, Berna, Barcellona, Oxford, Milano, Firenze, Roma,
Napoli, Ravello. Nel 2012 ha vinto in trio il premio Antonio Beltrami riservato ai
migliori gruppi di musica da camera del Conservatorio di Milano e nel 2014 ha
ricevuto il premio Rotary Club Milano San Siro in duo voce e pianoforte. Si è
esibito in diretta radiofonica per la trasmissione Piazza Verdi su Radio 3 e sue
esecuzioni sono state trasmesse su Radio3 Suite e per la Radiotelevisione Svizzera.
Nel 2014 si è esibito in uno spettacolo per voce e pianoforte con l'attrice
Valentina Cortese per la commemorazione di Victor de Sabata al teatro San
Babila di Milano. Ha conseguito nel 2017 un master biennale di II livello in

32
musica vocale da camera presso il Conservatorio di Milano con il massimo dei
voti e la lode, approfondendo il repertorio delle liriche da camera italiane di fine
ottocento e inizio novecento. A ottobre 2018 è stato tra i vincitori del Concorso
Internazionale di Musica Vocale da Camera Elsa Respighi di Verona.

APPUNTI PER UNA RILETTURA
di Marco Salvio

Da musicisti, voi come reagireste se vi chiedessero di rileggere La Traviata? Può
raccogliere la sfida solo un incosciente che, anziché scegliere di tagliuzzare e
trascrivere, usi l'occasione per rispondere alle esigenze espressive del messaggio
verdiano, avendo però a disposizione altri strumenti che centocinquanta anni di
storia della musica hanno prodotto, mantenendo tuttavia - come la
Commissione del Festival richiede - massima riconoscibilità dei temi: perché La
Traviata è di tutti, non solo di quelli che la sanno cantare, suonare, dirigere,
mettere in scena.

E quindi, ri-sviluppare sì, ri-armonizzare sì, al limite tra-scrivere in alcuni punti...
Ma anche provare a immaginare la fucina del compositore che, poco alla volta,
elabora un tema, sovrapponendo altre idee, che improvvisa, quasi incerto sugli
sviluppi; o pensare a percorsi che Verdi avrebbe potuto prendere e ha magari
scartato, sentieri di allora - come nella fuga che identifica il papà Germont (i
cattivi che si oppongono all'amore libero dalle convenzioni sociali, in Verdi sono
spessissimo pensati in scrittura connotata di severo, accademico contrappunto),

                                                                                        33
così come sentieri di oggi - nell'atteggiamento post-moderno di un brindisi che
gioca con notturni e valzer, (anzi con unA Valse), quasi consapevole della vanità
del piacere cui inneggia.

Oppure ancora, sfruttare i suggerimenti di Verdi, come la perciante insistenza dei
ribattuti della scena della partita a carte del II atto, a significare un tarlo di gelosia
che monta la tensione fino a farla deflagrare in canto disperato; trasformare i
virtuosismi di una prima donna in una funambolica sequela di salti sulla tastiera,
come acuti liberatori di tensione attesi dal pubblico; immaginare un altro sfondo
armonico per collocare una Parigi che lasceremo, pensando di sfuggire alla nostra
finitudine, così come il cogliere la sconcertante nudità di un melos che dichiara
disperatamente il suo bisogno di amore, Amami, Alfredo. Infine, pensare alla
scelta di memoria, di sublimazione che ci regala Verdi, utilizzando nel Preludio al
III atto lo stesso tema dell'inizio dell'opera: una scelta che un compositore d'oggi
non può che tradurre in altrove timbrico, che tocchi una nuova natura del
suono.

Il testo di Filippo Arriva ci guida con mani esperte in questo viaggio,
mostrandoci senza fronzoli quanto autore e creazione si nutrano l'uno dell'altra,
e quale sincerità e onestà verso se stessi siano alla base di un'opera che ancora oggi
vince per la sua verità; interrogarsi sui perché delle scelte di Verdi, dando risposte
figlie del proprio tempo e del proprio vissuto non è quindi un modo per
"attualizzare" La Traviata (non ne ha assolutamente bisogno!), ma è certamente
uno dei modi possibili per rileggerla (con - si spera - onestà verso se stessi),
cercando di dare dimostrazione tangibile all'assunto che gli artisti di ieri e di oggi
danno risposte diverse a domande che sono sempre le stesse.

34
LA TRAVIATA SONO IO
di Filippo Arriva

Testo del melologo

Buonasera,
È La Traviata! Tutti la conosciamo e la riconosciamo subito, dopo poche note.
Da 168 anni ci commuove, ci fa piangere quando alla fine riesce a provarci che
non si può stancare il destino, almeno sulla scena. È Giuseppe Verdi! Facile
affermare che non si deve mescolare l'arte con la vita, che non si devono
confondere l'opera d'arte con la biografia dell'artista. Ma la tentazione è molto
forte con la Traviata un'opera che ha due grandi autori: Giuseppe Verdi e
Giuseppina Strepponi.
Ci caleremo, come ladri di musica, dentro La Traviata. La nostra chiave, il nostro
grimaldello sarà la corrispondenza tra Giuseppe, chiamato Mago o Pasticcio, e
Giuseppina, chiamata Peppina o Pasticcio.
Solamente alcune lettere tra un grande musicista, un genio assoluto e una donna
raffinata, bella, colta, intelligente, dalla scrittura elegante. Sono degli innamorati.
Simili a tutti gli innamorati.
Si erano conosciuti negli Anni Quaranta dell'Ottocento. Lei aveva avuto una
relazione con il cantante, Napoleone Moriani, e da questo rapporto erano nati
due figli illegittimi, e quindi una relazione con Bartolomeo Merelli, impresario
della Scala. Per questo era considerata donna perduta, dal passato turbolento. Lei
viveva a Parigi, tra feste, lusso e corteggiatori.

                                                                                     35
Lui era già un affermato musicista, conteso dai grandi teatri d'Europa. Era stata
proprio Giuseppina Strepponi, cantante dalla bellissima voce, a portare al
successo il Nabucco nel 1842 alla Scala. Ma la loro storia d'amore fiorì anni dopo.

Cara la mia Peppina,
giunti ancora in Italia e già lontani, il mio pensiero va alla nostra Parigi mentre
qui sento già l'odore della muffa. Ripenso al nostro ultimo valzer.
sempre più forte l'idea di scrivere quell'opera di cui abbia parlato, dopo esser stati
in teatro. Con Cammarano pensiamo al Trovatore, ma ho in cor qualcosa: il nostro
ultimo valzer, quella festa che non ci ebbe perché felici nella nostra solitudine...
Quella festa...

... Quella festa che si colora nella mia mente di un allegro brillantissimo e molto
vivace... Un valzer... Il cerchio infuocato della mia ispirazione – come lo hai
chiamato tu Peppina mia - racchiude un duetto, un brindisi... Lo scriverò presto.
Lo scriverò. Sì, un brindisi che sia l'anima della protagonista, della sua affamata
sete di piacere, di vita...

Firenze, 3 settembre 1849
Caro il mio Verdi, io avrò finito le mie faccende mercoledì e forse mercoledì sera
stessa partirò alla volta di Parma. Tu però non venire a prendermi che venerdì
sera o sabato mattina, perché spiacerebbemi dovessi aspettarmi a Parma
inutilmente. Ho vedute poche persone in Firenze, non è più come un tempo. Ma
persone che si sono adoperate con calore e nota semplici conoscenti. Bene inteso
nessun aristocratico. In verità qualche volta si trova il cuore, dove non si aspetta che

36
indifferenza, e così viceversa. Addio, mia gioia! Adesso che ho quasi finiti i miei
affari, affari troppo seri per trascurare, vorrei poter volare vicino a te. Tu mi parli
della campagna brutta, del servizio cattivo, più mi dici Se non ti piacerà ti farò
accompagnare dove vorrai. Ma che diavolo! A Busseto si disimpara a voler bene ed
a scrivere con un po' d'affetto? La campagna, il servizio e tutto andrà benone per
me, purché tu sia là, brutto mostro indegno. Addio, addio. Ho appena il tempo di
dirti che ti detesto e t'abbraccio. La tua Peppina

È l'inizio di una accurata, delicata educazione sentimentale.
Pensate! Il musicista che ha composto le più belle pagine d'amore non scrive mai
ti amo... Certamente c'era un patto tra il Mostro e la Peppina: che alcune lettere
venissero distrutte subito dopo la lettura, oppure giacciono segrete da qualche
parte... E queste ultime possiamo solamente immaginarle.
Ma è vera, e ha fatto storia, la risposta di Verdi all'ex suocero Antonio Barezzi. Il
musicista ne aveva sposato la figlia, morta a 26 anni nel 1840.

Parigi, 21 gennaio 1852
Carissimo Suocero, Dopo molto aspettare non credevo ricevere da Lei una lettera
così fredda ed ove avvi, se non sbaglio, qualche frase ben pungente. Non credo che
per propria ispirazione m'avrebbe scritto una lettera che sa non poteva che farmi
dispiacere; ma Ella vive in un paese che ha il mal vezzo d'intricarsi spesso degli
affari altrui, e disapprovare tutto quello che non è conforme alle sue idee; io ho per
abitudine di non immischiarmi, se non chiesto, negli affari degli altri, perché
appunto esigo nissuno s'intrighi de' miei. Da ciò provengono i pettegolezzi, le

                                                                                     37
mormorazioni, le disapprovazioni. Questa libertà d'azione che si rispetta anche nei
paesi meno civilizzati, io ho tutto il diritto di esigerla anche nel mio. Sia giudice
Ella stessa, e sia giudice severo ma freddo e spassionato...

...Qual male avvi s'io vivo isolato? s'io credo bene di non far visite a chi porta titoli?
s'io non prendo parte alle feste, alle gioie degli altri? s'io amministro i miei fondi
perché mi piace e mi diverte? – Ripeto: qual male avvi? In ogni caso nessun avrebbe
a soffrirne danno. Poiché siamo in via di fare rivelazioni non ho difficoltà alcuna
alzare la cortina che vela i misteri racchiusi fra quattro mura, e dirle della mia
vita di casa. Io non ho nulla da nascondere. In casa mia vive una Signora libera
indipendente, amante come me della vita solitaria, con una fortuna che la mette
al coperto di ogni bisogno. Né io, né Lei dobbiamo a chicchessia conto delle nostre
azioni; ma d'altronde chi sa quali rapporti esistano fra noi? Quali gli affari?
Quali i legami? Quali i diritti che io ho su Lei, ed Ella su di me? Chi sa s'Ella è o
non è mia moglie? Ed in questo caso chi sa quali sono i motivi particolari, quali le
idee da tacerne la pubblicazione? Chi sa se ciò sia bene o male? Perché non potrebbe
anche essere un bene? E fosse anche un male chi ha il diritto di scagliarci
l'anatema?

Bensì io dirò che a lei, in mia casa, si deve pari anzi maggior rispetto che non si
deve a me, e che a nessuno è permesso mancarvi sotto qualsiasi titolo; che infine ella
ne ha tutto il diritto, e pel suo contegno, e pel suo spirito, e pei riguardi speciali a cui
non manca mai verso gli altri.

38
Reclamo la mia libertà d'azione, perché tutti gli uomini ne hanno diritto, e perché
la mia natura è ribelle a fare a modo altrui. Addio! Colla solita amicizia. Addio!

Parigi, agosto 1852
Caro Piave,
quell'Ebrea di Costantina è una vergogna! Non se ne tira fuori nulla. Allons
donc! Tu non dovresti pronunciare tale parole: "non so dove dare il capo",
nemmeno per scherzo. Tu non devi rifiutare a fare questo libro dalla Dame aux
Camélias. Nel contempo lavoro al Trovatore con Cammarano che scrive da Napoli.
Ma tu lo devi fare, caschi il mondo ma bisogna fare. Comprendo bene quanto
delicato sia l'argomento: quello di una cortigiana. Ed è pur vero che un tempo vi
dissi che non avrei mai musicato la storia di una prostituta. Si cambia d'idea!
Certamente ti sei messo nell'impresa un po' tardi ma non importa: bisogna fare!
Quando uno dice fermamente, con idea fissa, con ostinato volere, voglio, riesce
sempre. Vedi! S'io non avessi altre occupazioni sono sicuro che troverei un bel
soggetto, un grande soggetto. Vieni a Sant'Agata e lavoreremo. So bene quanto
consideri questo mio rifugio un deserto, ma faremo. Questo conta. Vedemmo questo
dramma nel febbraio del passato anno con la Peppina a Parigi, città dove
passiamo sempre giornate degni di ricordo.. Lo spettacolo ci colpì molto, più volte
diedi il mio fazzoletto alla Peppina. Le sue lacrime erano per me il vero
disvelamento del dramma. Caro Piave ti attendo per fare. Verdi.

                                                                                   39
Busseto, 1 gennaio 1853
Illustrissimo Cesare De Sanctis,
L'ultimo finale del Trovatore m'imbroglia, perché io ho dovuto fare la musica
senza attendere vostra risposta. Permettetemi di dirvi che la più gran parte del
dramma si racchiude non in quelle parole, ma in una parola... «vendetta»! Dire:
«sei vendicata o madre» e dire «tarda vendetta!... ma quanto fiera avesti o
madre» è la stessa cosa riguardo al dramma. Se non che quella era più breve e
meglio adatta.

Per altro vi dico ancora che non desidererei meglio che di trovare un buon libretto e
quindi un buon poeta (ne abbiamo tanto bisogno) ma io non vi nascondo che leggo
mal volentieri libretti che mi si mandano: è impossibile, o quasi impossibile che un
altro indovini quello che io desidero: io desidero soggetti nuovi, grandi, belli,
variati, arditi... ed arditi all'estremo punto, con forme nuove e nello stesso tempo
musicabili... Quando mi si dice: ho fatto così perché così han fatto Romani,
Cammarano... Non c'intendiamo più: appunto perché così han fatto quei grandi,
io vorrei si facesse diversamente. A Venezia faccio la Dame aux Camélias che avrà
per titolo, forse, Traviata. Un soggetto dell'epoca. Un altro forse non l'avrebbe fatto
per i costumi, pei tempi e per altri mille goffi scrupoli... Io lo faccio con tutto il
piacere. Tutti gridavano quando io proposi un gobbo da mettere in scena. Ebbene:
io ero felice di scrivere il Rigoletto (e mi dispiace si faccia a Napoli: lo faranno
male e non capiranno niente). Caro De Santis vi auguro felicità come voi lo
desiderate. Vostro Verdi

40
Livorno, 2 gennaio 1853
Mio caro Mago, poche righe da questa città pettegola. Perdonami l'umore, ma
continuano i dolori al fegato. Sono senza forze. Ti vorrei accanto, ma sarei di peso.
Tu sostieni che sia giusto stare separati, tu a Roma, io a Livorno. Tu sostieni che sia
giusto. Mio amato come Iddio, questa mia malattia mi rende triste, ma basterà
una tua parola per farmi abbandonare questo letto. Ti bacio sul cuore, come
sempre. La tua Peppina.

Livorno, 2 gennaio 1853
Caro il mio Pasticcio, domani aspetto tue nuove e Dio voglia non manchino,
avendone troppo bisogno! Spero avrai passato il primo dell'anno un po' meglio di
me. Se le nostre braccia perdono la loro elasticità per mancanza dell'esercizio, temo
avrò perduto al tuo ritorno l'uso della lingua avendo osservato da martedì a
questa parte un silenzio quasi da trappista! Esco poco perché lo strascinare per le vie
m'annoia e d'altronde Livorno non è un paese abbastanza grande, per uscire con
libertà, senza essere soverchiamente rimarcati. Sono sempre soddisfatta della mia
stanzetta, ma il servizio di questo albergo è cattivo. Non posso dirti con quanta
impazienza aspetti il tuo ritorno! Mi sono abbonata alla lettura e leggo, leggo,
leggo fino a farmene gli occhi infiammati; ma temo che la tristezza e la noia non
mi attacchino con violenza in questi giorni in cui tu m'hai condannata al sistema
cellulare. Dirai: spendi e divertiti. Prima di tutto io non amo che tu mi dica
divertiti e poi, io non so cosa farmene dei divertimenti! Se io ti potessi vedere un
quarto d'ora ogni ventiquattro, io avrei l'animo lieto, lavorerei, leggerei, scriverei

                                                                                     41
Puoi anche leggere