Il viaggio di G. Mastorna - Matteo D'Amico - Teatro Alighieri

Pagina creata da Fabio Gargiulo
 
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Il viaggio di G. Mastorna - Matteo D'Amico - Teatro Alighieri
Teatro di Tradizione
   Dante Alighieri

Franz Joseph
Matteo  D’Amico
             Haydn

L’isola
Il viaggio
        disabitata
           di G. Mastorna
Il viaggio di G. Mastorna - Matteo D'Amico - Teatro Alighieri
Teatro di Tradizione Dante Alighieri

            Stagione d’Opera e Danza
                               2021-2022

               Il viaggio
            di G. Mastorna
             opera fantastica in un prologo e tredici quadri
                 musica e libretto di Matteo D’Amico

tratto dalla omonima sceneggiatura originale di Federico Fellini, Dino Buzzati,
                      Bernardino Zapponi, Brunello Rondi
nell’edizione a cura di Ermanno Cavazzoni (Quodlibet Compagnia Extra, 2008)

              Cesena, Teatro Alessandro Bonci
                     giovedì 4 novembre ore 21
Il viaggio di G. Mastorna - Matteo D'Amico - Teatro Alighieri
Il viaggio di G. Mastorna
                                                                                                                                                    opera fantastica in un prologo e tredici quadri
                                                                                                                                                    musica e libretto di Matteo D’Amico
                                                                                                                                                    tratto dalla omonima sceneggiatura originale di Federico Fellini, Dino Buzzati, Bernardino Zapponi, Brunello Rondi
                                                                                                                                                    nell’edizione a cura di Ermanno Cavazzoni (Quodlibet Compagnia Extra, 2008)

                                                                                                                                                    personaggi e interpreti
                                                                                                                                                    Narratore / Federico Fellini Valter Malosti
                                                                                                                                                    Mastorna Luca Grassi
                                                                                                                                                    La Hostess Yulia Tkachenko
                                                                                                                                                    Una Vigilessa, un’Infermiera, l’Assistente del Truccatore, Jole, una Parente di Mastorna,
                                                                                                                                                    coro madrigalistico Vittoria Magnarello
                                                                                                                                                    L’Amante di un tempo, l’Adelaide, la Madre di Mastorna, coro madrigalistico Eleonora Lué
                                                  Sommario                                                                                          Un Funzionario, il Giovanottone ubriaco, il Truccatore, il Becchino, un Parente di Mastorna,
                                                                                                                                                    coro madrigalistico Aslan Halil Ufuk
                                                  La locandina. ............................................................... pag.            3   Il Portiere, un Colonnello, il Tipo, il prof. De Cercis, il Padre di Mastorna, coro madrigalistico
                                                                                                                                                    Ken Watanabe
                                                  Il libretto. ........................................................................ pag.    5
                                                                                                                                                    parti recitate
                                                                                                                                                    Marco Manchisi Armandino
                                                  Il soggetto...................................................................... pag.       27
                                                                                                                                                    Matteo Baiardi il Presentatore, lo Spretato
                                                                                                                                                    Barbara Martinini una danzatrice
                                                  Le rovine di Mastorna
                                                  di Alessandro Taverna .......................................... pag.                        29
                                                                                                                                                    Orchestra Arcangelo Corelli
                                                                                                                                                    direttore Jacopo Rivani
                                                  Il viaggio di G. Mastorna in un sottotitolo,
                                                                                                                                                    regia Valter Malosti
                                                  5 paragrafetti e una conclusione
                                                  di Marco Leonetti ..................................................... pag.                 35   studio in forma semiscenica

                                                                                                                                                    scene e costumi Davide Amadei
                                                  I protagonisti .............................................................. pag.           39
                                                                                                                                                    light designer Cesare Accetta
                                                                                                                                                    visual designer Sergio Metalli

Coordinamento editoriale                                                                                                                            direttore di scena Jacopo Squizzato
Cristina Ghirardini                                                                                                                                 maestro di sala Alessandro Benigni
Grafica Ufficio Edizioni                                                                                                                            maestro luci/video Clelia Noviello Tommasino
Fondazione Ravenna Manifestazioni                                                                                                                   sovratitoli Enrica Apparuti
                                                                                                                                                    BH service audio
Si ringrazia il Teatro Galli di Rimini per aver
messo a disposizione il materiale editoriale.                                                                                                       coproduzione Teatro Galli di Rimini, Teatro Alighieri di Ravenna
Foto di scena © Zani-Casadio
                                                                                                                                                    Da un’idea di Cinzia Salvioli e Valerio Tura: un affettuoso omaggio a Federico Fellini nel centenario
                                                                                                                                                    della nascita (Federico Fellini, Rimini 1920 – Roma 1993)
In copertina, Milo Manara, tavola tratta da                                                                                                         prima rappresentazione Rimini 23 ottobre 2021
Il Viaggio di G. Mastorna, detto Fernet,
Montepulciano, Edizioni del Grifo, 1992

L’editore si rende disponibile
per gli eventuali aventi diritto
sul materiale utilizzato.

Stampa Elios Digital Print, Ravenna

                                                              2                                                                                                                                              3
Il viaggio di G. Mastorna - Matteo D'Amico - Teatro Alighieri
Il viaggio di G. Mastorna
              opera fantastica in un prologo e tredici quadri
                  musica e libretto di Matteo D’Amico
 tratto dalla omonima sceneggiatura originale di Federico Fellini, Dino Buzzati,
                       Bernardino Zapponi, Brunello Rondi
nell’edizione a cura di Ermanno Cavazzoni (Quodlibet Compagnia Extra, 2008)

                                   PERSONAGGI

Federico Fellini                                           voce narrante
Giuseppe Mastorna, musicista                                    baritono
La Hostess                                                 soprano lirico
Una Vigilessa, un’Infermiera, l’Assistente del Truccatore,
Jole la domestica, una Parente di Mastorna               soprano leggero
L’Amante di un tempo, l’Adelaide, la Madre di Mastorna mezzosoprano
Un Funzionario, il Giovanottone ubriaco, il Truccatore,
il Becchino, un Parente di Mastorna                               tenore
Il Portiere, un Colonnello, il Tipo, il prof. De Cercis,
il Padre di Mastorna                                      basso-baritono

Coro Madrigalistico

Armandino
Il Presentatore
Lo Spretato
Una Danzatrice

Tre Cori Danteschi, i passeggeri dell’aereo, un sarto e il suo assistente,
gente di vari cortei, i viaggiatori in stazione, l’amico morto (Venturini),
astanti alla cerimonia del Premio, avventori del caffè e dei night,
gli inservienti del becchino, i parenti dei morti, al cimitero,
i colleghi dell’orchestra

    Le parti di testo su sfondo grigio sono state omesse nel presente allestimento.

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Il viaggio di G. Mastorna - Matteo D'Amico - Teatro Alighieri
Prologo                                                      Quadro primo                                        Hostess                                                    Mastorna
                                                             In aereo: l’atterraggio nel campo di “evenienza”.   Sì, un campo d’evenienza. Ma stia tranquillo,              Lei è gentile, davvero! Ma sa che più la guardo,
Narratore (Federico Fellini)                                                                                     Maestro, è tutto in ordine…                                più mi sembra che assomigli a qualcuno…
Sogno del 7 Marzo 1966.                                      Narratore (Federico Fellini)
Volo nella cabina di guida di un aereo, c’è il pilota        Siamo in un aereo, un grosso aereo di               Mastorna                                                   Hostess
giovanissimo, molto simpatico. […] Siamo a quota             linea che in una notte tempestosa sta               Siamo finiti fuori rotta?                                  (interrompendolo, dolcemente)
4000 e non possiamo abbassarci perché quello è il            sorvolando una regione di alta montagna.                                                                       Cerchiamo tutti un nostro “qualcuno”,
fondo del nostro corridoio aereo, il limite massimo          A bordo c’è del panico, l’aereo attraversa          Hostess                                                    cerchiamo un viso, degli occhi, un sorriso.
consentitoci […]. Seguitare cosi il volo sembra              una zona sconquassata da un temporale               Non è poi così male, ogni tanto, finire fuori rotta…       Forse per ricordare, fermarci un po’,
però molto pericoloso, perché l’aria dinnanzi a noi          terrificante. Lampi da finimondo squarciano                                                                    e fare i conti con noi stessi…
è piena di palle di neve gelata sospese immobili             il buio temporalesco rivelando a tratti una         Narratore (Federico Fellini)                               Ma vada, presto, in albergo la stanno
nel vuoto che esplodono violentemente contro                 agghiacciante visione di nubi e vapori sconvolti    Poi di colpo l’impatto tremendo col suolo                  aspettando,
il vetro del muso dell’aereo […]. Da un momento              dalla furia dei venti. Alla luce abbagliante di     scuote violentemente i passeggeri: con                     è tutto organizzato.
all’altro il vetro potrebbe schiantarsi e sarebbe la         un lampo appare, terrificante, l’immagine di        scossoni che lo fanno vibrare e sbandare da
catastrofe. […] Stiamo rapidamente scendendo                 montagne paurosamente vicine. L’aereo vibra,        tutte le parti, l’apparecchio continua la sua              Narratore (Federico Fellini)
a terra, c’è una sosta per verifiche e controlli e           si scuote, precipita in vuoti d’aria, squassato     corsa veloce che i freni stridendo e sibilando             Mastorna, tenendosi il cappello con le mani
l’aereo deve arrestarsi all’imbocco di una galleria.         con spaventosa violenza.                            cercano disperatamente di rallentare.                      per le raffiche di vento e serrandosi nel
Il pilota è scomparso, tocca a me frenare il potente                                                             Al di là degli oblò i palazzi e i grattacieli,             cappotto, si avvia verso uno dei pullman il cui
apparecchio che corre dritto verso il tunnel, spingo         I Passeggeri e gli Assitenti di volo                le prospettive delle strade, roteano                       interno è fiocamente illuminato. Serrato fra
il piede sul pedale del freno, che sovrumana fatica!                                                             confondendosi vertiginosamente. Con                        schiene sconosciute, tenta di capire, attraverso
                                                                                                        [Coro]
E riesco a bloccare l’aereo a pochi millimetri prima                                                             un ultimo ondoso e vasto movimento,                        i finestrini del pullman in corsa, che città possa
della galleria evitando il disastro, il suo muso             – Oh Dio… Cos’è stato?                              all’improvviso tutto si placa.                             essere. Ma tutto è chiuso, buio, le strade della
d’acciaio si è fermato a breve distanza dalle garitte-       – Ah!… Madonna Santissima!…                         L’aereo è fermo. Tutti i passeggeri, che hanno             città completamente deserte.
controllo poste a destra e a sinistra dell’inizio            – I passeggeri sono pregati di allacciare le        sul volto delle smorfie ancora dominate dal
del tunnel. Dentro ci sono due vecchie donne (le             cinture di sicurezza e di rimanere seduti ai        terrore, stentano a credere che la catastrofe sia
Parche?) che sferruzzano a maglia.                           propri posti.                                       stata evitata.                                             Quadro secondo
                                                             – Ma che succede?                                   Mastorna si accorge che l’aereo è disceso in               In Hotel: la hall, il night, la camera da letto.
Questa è la storia di uno che è morto e non lo sa.
                                                             – Un attentato, una bomba!…                         una vasta piazza di una città sconosciuta del
                                                             – I passeggeri sono pregati di non alzarsi più      Nord. Si intravede, lontana, la sagoma buia di             Narratore (Federico Fellini)
Primo Coro Dantesco
                                                             dai propri posti.                                   un’immensa chiesa gotica. Fuori tira vento.                Ed ecco il motel: sperduta nel buio di una
Qual è colui che suo dannaggio sogna,
                                                             – Amore, e adesso?… – Niente, non è niente.         Nevischio.                                                 grande pianura, una costruzione cubica,
che sognando desidera sognare,
                                                             – Mio Dio!… Mai più, mai più!…                                                                                 modernissima ed anonima. Attraverso le ampie
sì che quel ch’è, come non fosse, agogna,
                                                             – È il mio primo volo!…                             I Passeggeri (Quartetto vocale)                            pareti di vetro, Mastorna intravede la hall, un
tal mi fec’io…
                                                             – Mia moglie… in sogno… me l’aveva detto…           – Siamo salvi…                                             vasto ambiente tutto costellato dalle fiammelle
(Dante, Inferno, xxx, 136-139)
                                                             – Calma! Signori, calma! Per favore…                – Un miracolo…                                             vaganti di ceri e candele.
                                                             – Ho paura! Ho paura!…                              – Grazie a Dio!…                                           Anche a Mastorna consegnano una candela
Narratore (Federico Fellini)
                                                             – Non voglio morire…                                – Dove siamo?…                                             accesa con una frase di scuse dette in una
Queste strane, allucinanti costruzioni dovevano
                                                                                                                                                                            lingua che non conosce. Inseguendo altri
apparire all’inizio di un film che volevo fare e non
                                                             Narratore (Federico Fellini)                        Mastorna                                                   viaggiatori Mastorna entra nell’atrio e si dirige
ho più fatto. Si chiamava Il viaggio di G. Mastorna.
                                                             A un certo punto, tutto cessa come per              Dove siamo? A Colonia? Non è un aeroporto.                 verso il banco del portiere. L’uomo sorride in
Le costruzioni sono rimaste così, inutilizzate e
                                                             incantesimo: si ode soltanto il prolungato                                                                     uno scintillio di denti d’oro.
deserte, in uno stabilimento cinematografico
                                                             fruscio dell’aereo che continua la sua discesa,     Hostess
vicino a Roma. In questa piazza doveva atterrare
                                                             silenzioso, come se i motori si fossero spenti.     Quante domande… È tutto a posto, solo                      Portiere
un aereo dal quale sarebbe sceso l’eroe del film,
                                                                                                                 un’evenienza.                                              Mi spiace, Maestro, siamo senza corrente,
un violoncellista… morto. E da questa piazza
                                                             Hostess                                                                                                        causa il maltempo.
sarebbe cominciato il suo viaggio attraverso un
                                                             Il comandante avverte i signori passeggeri che      Mastorna
paesaggio assurdo, da incubo. Non molto tempo
                                                             tra pochi minuti, per motivi tecnici, atterreremo   Sì, ma devo ripartire: io ho le prove, l’orchestra         Mastorna
fa sono tornato a rivedere questi luoghi. Mi
                                                             in un campo di “evenienza”.                         che mi aspetta! Non posso mancare!…                        Capisco. Mi può chiamare questo numero?
sembravano più belli, così abbandonati, cadenti,
                                                                                                                                                                            È un po’ tardi, lo so. Ma devo avvisare mia
pieni di erbacce. Questo è Mastorna, l’eroe del
                                                             Mastorna                                            Hostess                                                    moglie.
mio film, un violoncellista… Doveva cominciare
                                                             Campo di “evenienza”? Ha detto campo di             Non si preoccupi, Maestro, vedrà che farà in
così, con un atterraggio di fortuna… In una piazza
                                                             “evenienza”?…                                       tempo: si fa sempre in tempo…
strana… da sogno.

                                                         6                                                                                                              7
Il viaggio di G. Mastorna - Matteo D'Amico - Teatro Alighieri
Portiere                                                Hostess                                                 di un abito. Lei può scegliere: una divisa, un               Hostess
Non è possibile ora, il vento.., e questo               La nascita, la morte, il ciclo della vita, che si       costume, un mantello. Il nostro sarto è qui per              Ma è già domattina!
temporale. La linea telefonica è interrotta,            rinnova sempre, per l’eternità.                         le misure.
                                                                                                                                                                             Escono
come la corrente.
                                                        Mastorna                                                Mastorna
Mastorna                                                (frastornato)                                           (seccato)
                                                                                                                                                                             Quadro terzo
(sbottando, ironico)                                    Mi sento strano, la testa… Ma che diavolo c’era         Grazie, grazie, ma non mi sembra il caso…
                                                                                                                                                                             La città, i cortei, la vigilessa.
Bene, benissimo! Ma io domani devo essere a             in quel cocktail? Devo riposare, mi scusi…
Firenze, ho le prove, e il concerto…                                                                            Portiere
                                                                                                                                                                             Narratore (Federico Fellini)
                                                        Narratore (Federico Fellini)                            Mi creda, non può rifiutare: solo un momento,
                                                                                                                                                                             Esterno. Strada. Giorno.
Portiere                                                Interno camera albergo. Notte. La camera                per le misure.
                                                                                                                                                                             Là, dove la sera prima c’era una landa piatta
Domattina potrete ripartire. Intanto, mentre            è immersa in una fitta penombra, a malapena
                                                                                                                (Mastorna non ha voglia di farsi prendere                    e deserta, c’è una strada illuminatissima, nella
portano su i bagagli, si accomodi al bar, beva          rischiarata da un chiarore lattiginoso, come di luce
                                                                                                                le misure. Ma i tre tipi sono implacabili ed avviene         quale ribolle con grande agitazione festosa
qualcosa, prego, da quella parte.                       al neon, che proviene dalle fessure della finestra
                                                                                                                una scena assurda. Una vera colluttazione. I due             una folla eterogenea. Dovunque si accalca una
                                                        chiusa. A tentoni Mastorna cerca l’interruttore
                                                                                                                aiutanti sono piombati addosso a Mastorna                    moltitudine irrequieta e smaniosa. Echi confusi
Narratore (Federico Fellini)                            della luce. Lo accende. Appare una stanza da letto
                                                                                                                e lottano con lui per tenerlo fermo, mentre il sarto         di musiche non ben definite, suoni di flauti,
Mastorna scende i gradini che immettono in              arredata con sobria eleganza. In un angolo, la
                                                                                                                col suo metro gli misura le spalle, la vita, le gambe.       tamburi, campane, lunghi squilli di tromba.
un night-club avvolto da una densa penombra             custodia del violoncello, con i suoi fianchi rotondi,
                                                                                                                Confusamente ma in un modo ineluttabile,                     In mezzo a questa folla che sembra sciamare
e molto affollato. Mastorna vi si attarda, beve         ritto in piedi, come una fantomatica presenza.
                                                                                                                Mastorna avverte che deve far qualcosa per                   per ogni dove, Mastorna avanza a fatica, lungo
un cocktail offertogli dal barista. Che strano
                                                                                                                sfuggire a quella incredibile situazione. Lotta              il marciapiede, gremito fino all’inverosimile
sapore. Al centro, su di una pedana, due attori,        Mastorna si avvicina, apre la custodia, toglie il
                                                                                                                furiosamente colpendo con selvaggia violenza                 di gente che va in tutte le direzioni.
un uomo e una donna, stanno esibendosi in               violoncello con premura, con amore, come si
                                                                                                                i suoi assalitori. Ed infine riesce ad avere                 A un tratto, Mastorna vede il facchino che lo
un numero molto comico a giudicare dalle                trattasse di una persona viva. Prova con l’arco
                                                                                                                il sopravvento. I tre escono dalla stanza, malconci,         accompagna allontanarsi portando via le sue
risate e dagli applausi del pubblico. Ma il senso       qualche nota, lo accorda, lisciandone con la mano
                                                                                                                ansanti, profondendosi in scuse)                             valige. Lo ha perso di vista, ma ogni tanto gli
umoristico di tutto ciò che fanno e dicono              il ventre lucido. Riprende a suonare, tentando
                                                                                                                                                                             sembra di vedere, più avanti, spuntare alta
i due comici resta indecifrabile per Mastorna.          qualche passaggio più sonoro e intenso.
                                                                                                                Narratore (Federico Fellini)                                 sulla folla la custodia del suo violoncello. Come
Un applauso fragoroso si propaga per tutta la           (Improvvisamente bussano alla porta: è il
                                                                                                                Mastorna, disteso sul letto, si è assopito.                  risucchiato dai movimenti della gente, si guarda
sala. (pausa)                                           portiere, accompagnato da altri due componenti
                                                                                                                Si agita nel sonno, inquieto, le labbra si                   da una parte e dall’altra. Non riesce più
Sulla pedana si svolge ora un numero ancora             lo staff dell’hotel. Uno di loro, a giudicare dagli
                                                                                                                muovono come se parlassero, il respiro                       a scorgere il motel, che pure doveva chiudere
più misterioso. Una stupenda odalisca                   oggetti che porta con sé, sembra un sarto.)
                                                                                                                è affannoso. Fuggevoli immagini di sogno gli                 la strada, laggiù in fondo.
seminuda esegue una danza molto sensuale,
                                                                                                                ripropongono antiche memorie, episodi della                  La strada è fiancheggiata da chiese, antiche
che via via si trasforma in una serie di                Portiere
                                                                                                                sua vita che aveva completamente dimenticato.                e moderne, chiese cristiane, gotiche, barocche,
convulsioni sempre più folli, atroci. E infine          (entrando nella stanza con altre due persone.
                                                                                                                                                                             moschee, pagode, sinagoghe, templi buddisti.
l’odalisca partorisce un bambino. Lassù sulla           Una di esse è visibilmente un sarto. L’altra ha         (Una presenza, un rumore, e Mastorna riapre
                                                                                                                                                                             Si formano di continuo processioni e cortei,
pedana, qualcuno, sollevando alte le braccia,           l’aria di un assistente.)                               gli occhi di soprassalto. Al centro della stanza
                                                                                                                                                                             portando in giro immagini sacre dei più strani
mostra il corpicino nudo di un bambino                  Buonasera, le ho portato il nostro sarto.               c’è la Hostess, con il suo sorriso confortante)
                                                                                                                                                                             culti. Sulla soglia dei vari edifici, sacerdoti
appena nato e annuncia a gran voce che è un
                                                                                                                                                                             imboniscono la folla con appelli stentorei, che si
maschio. Tutti applaudono intensamente, con             Mastorna                                                Hostess
                                                                                                                                                                             alternano a cori di pellegrini ricolmi di devozione.
commozione. Molti lanciano fiori verso la bella         (allibito)                                              (entrando d’improvviso)
odalisca, che giace sulla pedana, sfinita da            Il vostro sarto?                                        È pronto Maestro? Sono venuti a prendere                     (la voce del narratore si perde nel canto del coro
un’immensa stanchezza.                                                                                          i suoi bagagli.                                              dei pellegrini)
(Da una tenda, sbuca la Hostess, che si avvicina        Portiere
a Mastorna)                                             Sì! Ogni tanto è necessario curare un po’ la            Mastorna                                                     Corteo di religiosi
                                                        nostra immagine, mettersi in ordine, e il nostro        (Mastorna riapre gli occhi di soprassalto)                   (è un corteo di pellegrini, anime pie, vesti
Hostess                                                 miglior sarto…                                          I bagagli? Perché?                                           castigate, si battono il petto)
Che bel numero, vero?                                                                                                                                                        Sanctissima... colombissima...
(sussurra invitante all’orecchio di Mastorna).          Mastorna                                                Hostess                                                      purissima... issima...
Ogni volta che lo vedo, mi commuovo.                    Ma quale immagine, quale ordine!…                       Ci teneva così tanto a ripartire!                            Siam qui per il premio
                                                                                                                                                                             ch’eterno speriamo,
Mastorna                                                Portiere                                                Mastorna                                                     la via conosciamo,
Ma che spettacolo è? Cosa significa?                    Non è d’accordo, mi pare di capire. Deve sapere         Ma come? Di già? Non era per domattina?                      la canta il salterio.
                                                        però che è nostra usanza fare omaggio ai clienti                                                                     Sia gloria a Lui, santo,

                                                    8                                                                                                                    9
Il viaggio di G. Mastorna - Matteo D'Amico - Teatro Alighieri
che luce ci dà,                                       Mastorna                                                Hostess                                                Primo Viaggiatore
è fede, è l’incanto,                                  L’ho rinnovato da due mesi.                             Dove vuole andare?                                     Ho urgente bisogno di notizie dalla Francia!
di sua Majestà.
Sanctissima …issima                                   Vigilessa                                               Mastorna                                               Secondo Viaggiatore
Santa Maestà.                                         Ma il passaporto non mi dice…                           A Firenze. Devo andare a Firenze.                      Vede? Questo è mio figlio!
Sanctissima …issima
Santa Maestà.                                         Mastorna                                                Hostess                                                Terzo Viaggiatore
                                                      (alterandosi)                                           Non ha capito? Se lei non dice dove deve               Il capitano de Louvot! Qualcuno l’ha
Mastorna                                              Ma cosa va insinuando?                                  andare, è inutile che faccia la fila.                  incontrato?
(disorientato, cerca aiuto chiedendo ad una
vigilessa)                                            Vigilessa                                               Mastorna                                               Mastorna
Mi scusi tanto, chi sono questi? Cosa cantano?        … la sua vera identità.                                 Ma cosa dicono gli avvisi? Che c’è scritto             Ma veramente, non ne so nulla…
                                                                                                              in quei tabelloni? Di che parlano?
Vigilessa                                             Mastorna                                                                                                       Primo Viaggiatore
(con un certo entusiasmo)                             Guardi la foto, i timbri, le firme…                     Hostess                                                Mi scusi, è di Digione, o viene per caso di lì?
È gente sicura, che ha fede. Hanno sempre                                                                     (sorridendo appena)
un futuro, dove non conta: basta essere in tanti,     Vigilessa                                               Se parlassero di lei, li capirebbe.                    Secondo Viaggiatore
e gridare più forte. Ha bisogno d’aiuto?              (su di tono anche lei)                                                                                         Mio figlio m’ha chiamata, io l’ho sentito.
                                                      Caro signore, non ha qualche cos’altro? Questo          Voce fuori scena
Mastorna                                              non basta per dirmi, lei, chi è. Voglio aiutarla,       (dagli altoparlanti che rimbombano sotto               Terzo Viaggiatore
Mi sono perso, cercavo la stazione, per andare        ma lei mi dica, mi spieghi…                             le volte della stazione).                              È persona ben nota il capitano: possibile mai?…
in aeroporto. Mi dica, per favore…                                                                            Proibito partire portando bagagli. Lasciate
                                                      Mastorna                                                le valige ai depositi.                                 Mastorna
Vigilessa                                             Stiamo scherzando, con quale autorità?                                                                         Ma io che c’entro, son come voi alla ricerca…
Posso aiutarla, però…                                 Contro ogni regola, è un’illegalità! Protesterò         Narratore (Federico Fellini)
                                                      in ambasciata, è il colmo!…                             Preso in un’onda di folla Mastorna viene spinto        Primo Viaggiatore
Mastorna                                                                                                      davanti a un grandissimo basso banco dove –            Mi dica, la prego…
                                                      (Al termine del duetto, sono entrambi
Per la stazione? Per l’aeroporto? Mi dica…                                                                    senza complimenti – degli inservienti brutali
                                                      esasperati. Per porre fine alla questione, la
                                                                                                              tolgono le valige, le borse, di mano a tutti,          Secondo Viaggiatore
                                                      vigilessa riconsegna il passaporto a Mastorna.)
                        [Duetto del passaporto]                                                               gettandole in un grande mucchio che sta sopra          Mio figlio, lo vede?
                                                                                                              una pedana mobile. Quelli ai quali le valige sono
                                                      Vigilessa
Vigilessa                                                                                                     state strappate si ribellano, o si lamentano,          Terzo Viaggiatore
                                                      Vada pure. Ma mi ascolti: si sforzi di ricordare
Mi dica lei: chi è?                                                                                           e protestano. Altri si aggirano tra la folla           Eppure, mi creda…
                                                      com’è arrivato qui, anche i particolari, con
                                                                                                              smarriti, cercando parenti o conoscenti.
                                                      buona volontà. Ecco: questa è la stazione,
Mastorna                                                                                                                                                             Mastorna
                                                      cerchi il suo treno.
Perché? Che cosa c’è?                                                                                                                                      [Coro]    Mi scusi, mi lasci, non sono…
                                                                                                              Primo Viaggiatore
Vigilessa                                                                                                                                                            Narratore (Federico Fellini)
                                                      Quadro Quarto                                           (un giovane, visibilmente agitato)
Un documento, per favore.                                                                                                                                            Esasperato, furioso, Mastorna tenta di salire
                                                      La stazione.                                            C’è qualcuno che arriva da Digione?
                                                                                                                                                                     su un treno qualunque, ma viene respinto dai
Mastorna                                                                                                                                                             controllori perché senza biglietto. Grida, urla,
                                                      Narratore (Federico Fellini)                            Secondo Viaggiatore
Io sono in viaggio, ieri un atterraggio…                                                                                                                             e dai finestrini assiepati di volti, innumerevoli
                                                      Sì, quella è una vera stazione. Ecco i binari,          (una signora anziana in lacrime)
                                                                                                                                                                     viaggiatori lo fissano in silenzio, con quei
                                                      i treni in partenza, i controllori e, tra gli ululati   Mio figlio… mio figlio!
Vigilessa                                                                                                                                                            terribili occhi senza sguardo. Ed ecco, il treno
                                                      strazianti delle locomotive e il frastuono degli
Le generalità?                                                                                                                                                       parte, è un treno a quattro piani, e sfila via
                                                      altoparlanti, il brusio assordante, inarrestabile       Terzo Viaggiatore
                                                                                                                                                                     davanti a Mastorna, che un attimo prima di
                                                      di tutta quella folla frettolosa, indaffarata.          (un tizio dall’aria inquisitoria)
Mastorna                                                                                                                                                             vederlo sparire riconosce tra quei volti quello
                                                      Sì, è una vera stazione. Ma i nomi delle città          Charles de Louvot! Charles de Louvot!
Ho il passaporto, eccolo qua.                                                                                                                                        di un amico, e rimane come impietrito. Fissa
                                                      scritti sugli enormi tabelloni degli arrivi e delle
                                                                                                                                                                     la pallida immagine del viaggiatore che lo ha
                                                      partenze sono indecifrabili. Mastorna spaesato,         Mastorna
Vigilessa                                                                                                                                                            salutato e che il treno sta portando via: un suo
                                                      si rivolge a un casotto per le informazioni.            (frastornato, schermendosi)
Va bene, sì, però…                                                                                                                                                   amico carissimo, un violinista, morto dieci anni
                                                                                                              No, io no.
                                                                                                                                                                     prima, ma il treno è già lontano.

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Il viaggio di G. Mastorna - Matteo D'Amico - Teatro Alighieri
(Risuona in orchestra una melodia lugubre                Quadro quinto                                          Infermiera                                           continua a sbeffeggiare, con alzate di spalle,
e solenne, simile al Dies Irae, e poi quella             Il consulto.                                           Simpatico, simpaticissimo! È una prova molto         smorfie e dinieghi, ciò che gli altri stanno
dell’inno Te lucis ante terminum.)                                                                              convincente. Amore è vita!                           dicendo nella stanza. Tira fuori la lingua, come
                                                         Narratore (Federico Fellini)                                                                                un Pulcinella. Fa pernacchie, gesti osceni, e il
Mastorna                                                 Quando Mastorna ritorna in sé, si trova                Colonnello                                           suo invito a Mastorna di venir via, di seguirlo,
Dio mio! È Venturini! È Venturini! Ma è morto,           nell’ufficio del commissariato della stazione.         (un po’ spazientito)                                 piantandoli tutti, è perentorio.)
è morto più di trent’anni fa!…                           È disteso su una brandina d’infermeria. Un             Caro Mastorna, ho voluto incontrarti perché
                                                                                                                                                                     (Gli altri, nella stanza, non sembrano essersi
                                                         funzionario delle Ferrovie, dall’aspetto cordiale,     ti conosco meglio degli altri.
(Mastorna, fulminato dalla rivelazione,                                                                                                                              accorti di quella presenza)
                                                         gli parla con un tono di bonaria sufficienza,
al colmo dell’affanno, si ferma, disperato.
                                                         come ad un bambino. Un’infermiera gli ha               Funzionario
Lo sconvolgente sospetto di essere morto gli fà                                                                                                                                                            [Terzettino]
                                                         denudato il braccio e gli sta praticando               Ecco, appunto, proprio per questo…
scoppiare il cuore e il cervello.)
                                                         un’iniezione.                                                                                               Funzionario
                                                                                                                Colonnello                                           Basterebbe trovare un momento, un piccolo
Mastorna
                                                         Funzionario                                            E se avessi potuto, avrei portato con me Pelizzi,    momento della sua vita…
No… non può essere… non sono morto!
                                                         Con un po’ di calma, lei capirà che noi vogliamo       Rivalta… (scandisce questi nomi con tono
Non posso essere morto! (si tocca la faccia e le
                                                         soltanto aiutarla. La faccenda è più semplice di       enfatico, mascherando virilmente una certa           Colonnello
braccia) Io mi tocco… mi sento… sono fatto di
                                                         quanto ci si possa immaginare. Se non si fida di       commozione) … Longobardi. Dì, Mastorna,              … ma bada, un momento anche qualunque,
carne… il mio cuore batte… non può essere,
                                                         me, le ho portato qualcuno che lei ben conosce.        ti ricordi di Longobardi?                            insignificante…
riportatemi indietro! Io vedo… io sento… ho
sete… ho fame… ho voglia di fare l’amore!                                                                       (Girando lentamente la testa verso il muro,
                                                         Colonnello                                                                                                  Infermiera
                                                                                                                come rifiutando di accettare la realtà di quelle
(È comparsa accanto a lui di nuovo la Hostess.           Caro Mastorna, tu mi conosci, non sono uno                                                                  Un momento, in cui lui sia stato se stesso,
                                                                                                                persone che gli stanno attorno, fiocamente,
Mastorna la vede, le afferra un braccio, la stringe      che vuol rendere le cose complicate. Ma pure                                                                veramente se stesso…
                                                                                                                Mastorna inizia a parlare.)
a sé.)                                                   tu, devi capire…
                                                                                                                                                                     Tutti e tre
                                                                                                                Mastorna
Mastorna                                                 Funzionario                                                                                                 Un piccolo momento… una volta almeno… una
                                                                                                                Non credo a una parola di quello che dite.
(con trasporto)                                          Da qui, lei può raggiungere qualsiasi                                                                       sola…
                                                                                                                Non voglio riconoscervi. Sto sognando, e mi
Dimmi, dimmi! Vorrei baciarti, se fossi morto?           destinazione. È necessario, però, che lei
                                                                                                                sveglierò presto. E, se non posso ancora             (Mastorna si alza, un po’ barcollante, e si avvia
Ne avrei voglia? Rispondi! Rispondi!                     presenti dei documenti validi, e che dichiari
                                                                                                                svegliarmi, voglio cambiar sogno. Da bambino         alla porta. Nessuno si muove per trattenerlo.
                                                         con chiarezza dove vuole andare. Questo ò un
                                                                                                                riuscivo a mutare il corso dei miei sogni.           Nessuno dice una parola.
Narratore (Federico Fellini)                             diritto, ma anche un suo dovere!
                                                                                                                                                                     Mastorna apre la porta, e si trova direttamente
E, golosamente, Mastorna tuffa le mani nei
                                                                                                                Infermiera                                           in strada)
biondi capelli della hostess, la bacia, le morde         Colonnello
                                                                                                                (dolcissima, materna, sussurrando all’orecchio
le labbra. Riflessa nelle sue pupille azzurre,           Capisci, Mastorna? Bisogna essere chiari!
                                                                                                                di Mastorna)
Mastorna vede, come su uno schermo, una
                                                                                                                Che cosa vorrebbe sognare?…                          Quadro sesto
scena orrenda. Il crinale di una montagna                Infermiera
                                                         (con tono affettuoso)                                                                                       Armandino, la cabina telefonica, il mago.
ricoperta di neve. Si distinguono i particolari
                                                                                                                Colonnello
di un ghiacciaio sconvolto dai crepacci; tra un          Ma lui l’ha detto, poverino. Vuole andare a Firenze.
                                                                                                                È bene registrare la sua situazione:                 (Mastorna, uscito in strada, viene subito
crepaccio e l’altro una strana macchia nera:
                                                                                                                tutto dipende da questa sistemazione,                raggiunto dall’ometto ammiccante.)
è il rottame di un grande aeroplano. Intorno ai          Colonnello
                                                                                                                o “individuazione”, per esser più precisi. Se no,
rottami corpi dilaniati, anneriti, accartocciati.        A Firenze?…
                                                                                                                sarà difficile farlo proseguire.                     Armandino
Ecco un uomo supino: la testa riversa indietro,
                                                         Funzionario                                                                                                 (parlato)
la fronte sfondata. Ma il volto è ancora intatto,
                                                                                                                Funzionario                                          Ah! Gesù sia lodato! Siete stato bravissimo,
la bocca e gli occhi semiaperti: è lui, Mastorna.        A Firenze?…
                                                                                                                Giusto, è così. Anche se, ad onor del vero,          mi complimento molto. Come avete detto? Io vi
Tutto ciò che è rimasto del suo povero corpo.
                                                                                                                c’è stato qualcuno che ne ha fatto a meno:           ho sentito. “Non credo una parola di quello che
Le lunghe ciglia della hostess si abbassano              Infermiera
                                                                                                                è partito lo stesso, ma dov’è arrivato?              dite, non voglio riconoscervi”. Ah, ah, ah!
lievemente, l’atroce visione affonda e sparisce          Sì! A Firenze.
                                                                                                                                                                     (l’ometto accompagna la risata con una
nel liquore azzurrino dello sguardo. E Mastorna
                                                                                                                Infermiera                                           pernacchia e un gesto osceno del braccio.)
perde i sensi, crollando sul marciapiede della           Funzionario
                                                                                                                È vero, è successo… Non può rifiutare.               E io pure ci stavo per cascare, come no!
banchina.                                                Ma lei lo sa, colonnello, che questo bel signorino
                                                         voleva fare l’amore con una delle nostre hostess,                                                           (Imitando le voci dei controllori). E dove volete
                                                                                                                (Un picchiettare ai vetri delle finestre attira      andare, e chi siete, chi siete veramente (con uno
                                                         in stazione, davanti a tutti? (scoppia a ridere)
                                                                                                                l’attenzione di Mastorna.                            scatto). Ma come chi sono? Sono Armandino.
                                                         Così, per provare di essere vivo.
                                                                                                                Al di là della finestra, una faccetta ammiccante     Armandino Proboscide. E chi devo essere?

                                                    12                                                                                                              13
Il viaggio di G. Mastorna - Matteo D'Amico - Teatro Alighieri
Qui tutti mi conoscono. Mi vogliono bene tutti,           idiota! Io sono Mastorna. Giuseppe Mastorna. Chi      Secondo Coro Dantesco                                  Mastorna e, agitando una mano laudativamente
perché hanno capito che non sono fesso, e non             è al telefono? Che significa? Pronto?… Pronto?…       (Il coro, preferibilmente, fuori scena,                nell’aria, gli fa cenno di avvicinarsi.
mi faccio fare fesso. Dice “siete morto!” E va                                                                  si sovrapporrà alla prima parte della battuta
                                                          (La comunicazione si chiude.)
bene. E con questo? Intanto questo fatto non è                                                                  del Narratore che segue)                               Armandino
                                                          (Mastorna ricompone il numero ma, ancora
sicuro, perché io sono qui da parecchio tempo,                                                                                                                         Vieni, vieni! Gli ho già detto tutto io. Luisa
                                                          prima di averlo finito, un sibilo fastidioso lo       Com’io tenea levate in lor le ciglia,
caro signore, e mangio e bevo, fumo e…                                                                                                                                 si chiama, vero, tua moglie? Che bel nome!
                                                          assorda. Poi si ode come uno scatto, una voce         e un serpente con sei piè si lancia
(Con un ammiccamento scurrile fa capire che fa                                                                                                                         Che distinzione!
                                                          metallica, con tono impersonale, evidentemente        dinanzi a l’uno, e tutto a lui s’appiglia.
anche l’amore.)
                                                          registrata su nastro, annuncia:
Ma ammettiamo, per non fare discussione,                                                                        Ellera abbarbicata mai non fue                         Il Tipo
                                                          – II numero da lei composto…
che siamo morti. Ma è quello il modo…                                                                           ad alber sì, come l’orribil fiera                      Si concentri su un sentimento disteso, lineare,
                                                          Di nuovo il sibilo, uno scampanio, l’ingresso
E i paroloni difficili di tutti quei cacadubbi?                                                                 per l’altrui membra avviticchiò le sue.                senza sopraffazioni: con puro, semplice amore.
                                                          violento di un brano musicale a pieno volume e,
“L’individuazione, l’identificazione”. Ma, dico                                                                 Poi s’appiccar, come di calda cera                     (pausa) Non sia tanto timido. Non sento niente,
                                                          in questo frastuono, si sovrappone di nuovo, ma
io, non vi viene in mente che ad un povero                                                                      fossero stati, e mischiar loro colore,                 finora.
                                                          solo per un attimo, la voce metallica:
figlio di mamma, che non sa che cacchio gli                                                                     né l’un né l’altro già parea quel ch’era…              (Il frastuono della musica e il baccano di quel
                                                          – non è consigliabile insistere, se prima…
sta capitando, che si trova in un paese che                                                                                                                            lugubre carnevale sono giunti al colmo.)
                                                          Il sibilo si fa acutissimo, ricoprendo la voce        Già eran li due capi un divenuti,
non conosce, una lingua che non capisce,                                                                                                                               È inutile. Se lei non si concentra, se non prova
                                                          registrata. Mastorna picchia freneticamente           quando n’apparver due figure miste
(con occhi lucidi di commozione da guitto)…                                                                                                                            autentico amore. Mi dia le mani. Chiami con
                                                          il gancio del ricevitore, per tentare di avere        in una faccia, ov’eran due perduti.
non vi viene in mente, dico, che un povero cristo                                                                                                                      me: Luisa!
                                                          via libera, e ricompone il numero, lentamente,        Fersi le braccia due di quattro liste;
vuol parlare con casa sua? Vuol sentire la voce
                                                          mordendosi le labbra, la fronte bagnata di            le cosce con le gambe e ’l ventre e ’l casso
della mamma, della moglie, di una mignotta                                                                                                                             Mastorna
                                                          sudore. Lo squillo ripetuto del telefono che          divenner membra che non fuor mai viste.
qualunque a cui vuol bene?                                                                                                                                             (in uno sforzo di concentrazione)
                                                          chiama.)                                              (Dante, Inferno, xxv, 49-51, 58-63, 70-75)             Luisa!
Mastorna
                                                          Mastorna                                              Narratore (Federico Fellini)
(interrompendolo)                                                                                                                                                      Il Tipo
                                                          Pronto? È il 572.420? Sì?… Buonasera signora,         Esterno: strada. Insieme, si avviano lungo
Ecco, appunto, mi serve un telefono, devo                                                                                                                              Più forte, più forte. Luisaaa!
                                                          cercavo mia moglie, Luisa. Lei è una sua amica?       una strada fitta di lumi, di luci, di insegne
chiamare subito mia moglie, Luisa.                                                                                                                                     (ad Armandino e agli altri che lo attorniano.)
                                                          Luisa è in casa?… Come? I nuovi inquilini? Ha         luminose, che scattano, si muovono, formano            Aiutatemi anche voi.
                                                          cambiato casa? Dopo… dopo la disgrazia?…              figure, di donne, nude, danzanti, facce di clown,
Armandino
Ma tu sei nato con la camicia! Qua c’è                                                                          di animali, di maghi e diavoli.                        Armandino
                                                          (Mastorna riaggancia, attaccandosi quasi
Armandino Proboscide, che ti fa parlare con                                                                     Interno: Night club. Notte.                            Luisaaaa!
                                                          all’apparecchio, affranto e sconsolato qual è.
tua moglie. Ecco, vedi, questi sono i gettoni.                                                                  Armandino entra, trascinandosi dietro
                                                          Armandino lo soccorre, pieno di premura.)
Hai visto quanti? Ti ricordi il numero di casa                                                                  Mastorna. Dentro la calca è assurda. La gente,         Il Tipo
tua? Presto, entra qua… Chiama casa tua.                                                                        immobile, perfino in piedi sulle seggiole,             Luisa, ti amo!
                                                          Armandino
Io aspetto fuori.                                                                                               guarda nella luce concentrata e cruda di
                                                          Tu non sei riuscito a parlare con tua moglie,
                                                                                                                molti riflettori, verso il centro di una pista di      Mastorna
                                                          vero? Ma io ti ci faccio parlare lo stesso.
Narratore (Federico Fellini)                                                                                    un altro night, che è da qui però invisibile,          Luisa, ti amo!
                                                          Conosco un tale che non sta a domandare il
Interno: cabina telefonica. Mastorna, solo,                                                                     ma nel quale si deve svolgere una primigenia,
                                                          perché e il percome. E, attraverso di lui, tu ci
ripete a fior di labbra, febbrilmente, il numero                                                                orrenda cerimonia di accoppiamenti bestiali,           Il Tipo
                                                          puoi parlare. Meglio che al telefono. Perché
di casa, e le dita gli tremano. Visto da vicino il                                                              a giudicare dall’avida, assorbita attenzione           Più forte, tutti insieme!
                                                          senti qualcosa anche nel cuore. Mi vuole bene.
telefono, che è in tutto simile ad un normale                                                                   di tutti e da un rumore di guaiti, di latrati,
                                                          L’anno scorso, per esempio, mi ha fatto parlare
telefono, presenta un inconveniente: sulla                                                                      dall’andare e venire d’un groviglio di capelli         Armandino
                                                          con mio fratello. Che litigata, che abbiamo
tabella rotante dell’apparecchio i numeri                                                                       biondi e code di cane.                                 Luisa, ti amo!
                                                          fatto! E poi Greta… era un’olandese, faceva
sono quasi completamente cancellati e quei                l’amore con l’urlo. Sì quando godeva urlava           (da solo, senza il coro)
pochi che si leggono appaiono come cifre                  come una tigre. Una sera, mi venne in mente           Armandino scopre, rannicchiato ad un tavolo            Tutti
sconosciute, indecifrabili ideogrammi.                    Greta. Che farà…? Si ricorderà di me? E sono          buio, d’angolo, il tipo così affannosamente            (Ora anche gli altri clienti del night si uniscono ai
Mastorna introduce i gettoni nella fessura e,             stato da lui. Ah, ma tu vedrai, è straordinario.      cercato. Una faccia molle e cadente, da Oscar          tre in un coro sgangherato e beffardo.)
freneticamente, gira la rotella.                          Ha una macchinetta, una sua invenzione. E tu          Wilde, due labbra gonfie piegate agli angoli in        Luisa, ti amo! Oh, come ti amo! Ah, quanto ti
                                                          senti proprio, nel cuore, dentro il cuore, questa     un immobile sorriso, i capelli lunghi e unti, che      amo!
Mastorna                                                  persona che ti parla. Ti giuro, quella sera lì, io,   scendono a metà collo.                                 (Il tipo fa un gesto con la mano, come per far
Pronto, chi parla? È casa Mastorna? Con chi               con Greta, ci ho fatto quasi l’amore. Andiamo,        Girandogli alle spalle, Armandino si china verso       tacere tutti, ed invita Mastorna a concentrarsi
parlo? Sono Giuseppe Mastorna… Come?…                     vieni con me.                                         di lui, gli mostra con l’indice Mastorna e gli dice    sull’ascolto.)
Mastorna è lei? Ma cosa dice!… Che scherzo                                                                      qualcosa con zelo all’orecchio, strizza l’occhio a

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Il viaggio di G. Mastorna - Matteo D'Amico - Teatro Alighieri
Il Tipo                                                     e materia cerebrale. Rimane per qualche                  scomposto, e sul comodino il paralume                Mastorna
Forse è possibile. La sento arrivare. Ascolti               secondo così, quindi salta su, come una molla,           ricoperto da un velo scuro per creare una            Ma cosa dici? Quale premio?
riconosce la voce di sua moglie?                            vivo, giovane, aitante, più di prima.                    penombra più dolce e voluttuosa.
                                                            Quelli del night, usciti anche loro sulla terrazza,                                                           L’Amante
Narratore (Federico Fellini)
                                                            si tuffano nel vuoto, in buffe pose, e – con tonfi                                                            Il premio! Il premio! Adesso devi andare. Addio,
Il volto coperto di sudore gelido, Mastorna
                                                            sinistri – si sfracellano di sotto, per rialzarsi        Quadro settimo                                       amore mio, creatura mia…
ascolta spasmodicamente, cercando di
                                                            in pochi secondi, intatti e felici. Si aprono            L’Amante di un tempo.
percepire la voce remotissima e tanto amata.
                                                            altre finestre, grida e saluti, tutti si lanciano
Ma si sente solo un rauco gorgoglìo, che non si
                                                            nell’impossibile suicidio. Anche Mastorna, ora,          L’Amante                                             Quadro ottavo
può riconoscere, che non si può ascoltare, e fa
                                                            è sul terrazzo del night. Si sporge a guardare,          Peppino amore mio… Son venuta lo stesso, sai,        La cerimonia del Premio.
impazzire di nausea e di terrore.
                                                            intorno a sé, in basso, la teoria ininterrotta di        al tuo funerale, anche se tua moglie aveva detto
E il gorgoglìo continua, dilatandosi in suoni molli,
                                                            gente che spicca un salto, si tuffa, si sfracella al     a tutti che mi avrebbe presa a schiaffi. Peppino     Narratore (Federico Fellini)
fangosi, insopportabili all’udito e al cuore di
                                                            suolo, si risolleva.                                     caro, vita mia, cuore mio ti sono rimasta fedele.    Interno: sala della premiazione.
Mastorna che, travolto da una nausea profonda,
                                                            Allora una bella ragazza dall’aria decisa fa un          Mai più, mai più, con nessuno.                       Trascinato da Armandino, Mastorna entra
non regge a tanto strazio e dà di stomaco.
                                                            passo avanti, guarda in basso, strizza l’occhio                                                               nella sala: un’immensa platea gremita fino
(Ma ecco un giovanottone, corpulento e                      a Mastorna e gli dice, tendendogli una mano:             Mastorna                                             all’inverosimile di uomini e donne di ogni età
potente, irrompere nel locale, con impeto. La               Vieni! Su, insieme!                                      (sorpreso, incredulo)                                e di ogni condizione sociale. Tutto intorno
camicia aperta sul davanti mostra un torace                 Esitante, Mastorna si lascia prendere la mano,           La nostra stanza. È tutto uguale… Tutto come         pendono bandiere, migliaia di riflettori, di luci,
carnoso, vasto e sudato. Ha gli occhi stralunati,           poi, chiudendo gli occhi, si tuffa, assieme alla         l’ultima volta…                                      di lampadari. Laggiù in fondo, il palcoscenico,
come di chi ha bevuto molto e, in preda ad                  ragazza che, ridendo, lancia un acuto grido,                                                                  invaso di luce bianca, sul quale un presentatore
un’allegria selvaggia, sbraita eccitatissimo.)              battendosi la mano sulla bocca, come i bambini           L’Amante                                             in frac sgrana al microfono un rosario di
                                                            che imitano le pellirosse. Mastorna e la ragazza         Te la ricordi? Non ho toccato niente, sai? Tutto     spiritosaggini insulse. Ha di fronte a sé un
Il Giovanottone                                             volano giù, allegramente, precipitando sul selciato      è rimasto come allora… la tua vestaglia, il tuo      cofanetto con alcune buste chiuse, che si
Evviva, alleluja! Sono morto, ce l’ho fatta!                e sfracellandosi come due pere mature. Il sangue         pigiama, le tue pantofole.                           appresta ad aprire per annunciare il nome dei
Non mi fregano più, non ho paura di niente!                 schizza, in modo addirittura decorativo, su tutta                                                             premiati.
Finalmente! E voi, che fate ancora qui? Perché              la strada ma, con sua stessa grande sorpresa,            Mastorna
non fate festa? Non c’è più nulla da temere.                Mastorna riesce subito a rialzarsi, sentendosi           (travolto dalla commozione)                          Il Presentatore
Tutta la vita con quel pensiero! Bastava                    meglio di prima e con una gran voglia di correre         Come sei bella. Come sono belle le tue spalle,       (effetto sala grande)
una febbre, un dolore, ed era persa la pace.                su di nuovo, e di nuovo lanciarsi a capofitto. Così      i tuoi occhi, i tuoi capelli, il tuo seno…           Ognuno di noi ha il cuore in gola, anch’io, non
(avvicinandosi a Mastorna) E tu, perché sei così            infatti fa e, nella grande ed entusiastica fretta, nel                                                        nascondo, sono emozionato, perché anch’io
triste? Non ti vergogni? Non hai capito che non             benessere che gli cresce nel cuore, arriva al punto      L’Amante                                             potrei ricevere un premio o un castigo. E quale
puoi più morire? Di cosa hai paura? L’aereo, il             di togliersi giacca e cravatta per gettarsi giù più      No Peppino, no, ci vedono! Ah, tu sai quanto         peggior castigo di non ricevere un premio?
treno, il cancro, gl’incidenti: era sempre paura!           liberamente. Guardatelo, sta precipitando ancora         vorrei, ma non si può, è pieno di occhi che ci       E quale miglior premio di non ricevere un
Adesso è finita! Finitaaaa! Facciamo festa!                 una volta a testa in giù, allegrissimo.                  spiano…                                              castigo? (Ride) Anche mia mamma è nervosa
Venite fuori, venite tutti con me! è una notte              Ma, tre finestre più sotto, un bel donnone               (sussurrando a Mastorna):                            in un palco. Per me e per sé. E anche le vostre
stupenda, venite a giocare anche voi!                       seminudo, grasso e sudato, che sta facendosi             Vedi quello? È il nostro santo benedetto. Puoi       mamme sono nervose, le vostre fidanzate, le
                                                            vento con un ventaglio di trine, sporge rapida           domandargli tutto quello che vuoi. Domandagli        vostre sorelle: perché, lo sapete, il nome di chi
Narratore (Federico Fellini)                                una mano e lo ghermisce per un lembo della               del premio, domandaglielo…                           sarà premiato sta scritto qua, in queste buste,
Mastorna come invaso a sua volta dalla                      camicia. Misteriosamente la caduta si arresta,                                                                segreto. Segretissimo.
contagiosa, sfrenata esuberanza del                         Mastorna rimane sospeso nell’aria, a testa in giù.       Mastorna
                                                                                                                                                                          (Mentre iniziano a succedersi sul palco i
giovanottone, lo segue d’impeto, uscendo                    “Uè, ma che fai? figlio bello? Sei tutto sudato.         Ma quale premio?
                                                                                                                                                                          premiati, Mastorna, spinto da Armandino, viene
su una immensa terrazza in mezzo ad uno                     Ti prendi un malanno; vieni dentro, riposati un
                                                                                                                                                                          condotto in un angolo dell’immenso salone,
scenario movimentato di tetti, camini, terrazzi,            po’. Non dar retta a quelle cape ’e provola. Alla        L’Amante
                                                                                                                                                                          dinanzi ad un tavolo sormontato di specchi
tutti pieni di gente: anche le finestre sono                tua età! Guarda come sei combinato! Ma chi te            Santo benedetto, Peppino ha meritato
                                                                                                                                                                          illuminati da potenti lampade.
formicolanti di teste.                                      lo fa fare? Ti pagano forse per fare i tuffi? Entra      il premio? E perché non dovrebbe? Che male ha
                                                                                                                                                                          Un tipo con i capelli ricci, unti di brillantina
Ridendo come un matto il giovanottone spicca                dentro!”                                                 fatto? Ha vissuto la sua vita. Che altro doveva
                                                                                                                                                                          e i baffetti scintillanti, costringe Mastorna a
un salto oltre la balaustra e si precipita a                Fluttuando lentamente, scivola dentro la                 fare? Muovi gli occhi, santo benedetto, muovi
                                                                                                                                                                          sedere su una poltroncina da barbiere. Subito
capofitto, con un urlo di gioia, da un’altezza              stanza. Il donnone scompare.                             gli occhi.
                                                                                                                                                                          una ragazza che indossa un camice gli si
di otto piani. Un colpo orribile. L’uomo si è               Mastorna entra e intravede l’accogliente stanza          (emozionatissima)
                                                                                                                                                                          avvicina mettendogli intorno al collo un ampio
spiaccicato a testa in giù, sul selciato della              dei suoi amori clandestini, la tappezzeria a fiori       Ah!!! Miracolo! Ti danno il premio, amore mio!
                                                                                                                                                                          asciugamano.)
strada sottostante. Il corpo rimane immobile,               sulle pareti, lo specchio del grande armadio             Il premio! Il premio!!!
contorto in modo atroce, in un lago di sangue               situato proprio davanti al letto, il vasto lettone

                                                       16                                                                                                                17
L’Assistente                                            L’Assistente                                    (Mastorna si alza di scatto e, pulendosi con         Sarebbe questa la seconda vita, la vera vita?
Come dev’essere truccato?                               Troppo altezzoso! Non è abbastanza umile!       rabbia la faccia con l’asciugamano, si avvia         Questo il traguardo dopo anni di paure, di ansie,
                                                                                                        verso il palco. Applausi, musica solenne.)           di solitudine?
Armandino                                               Il Truccatore                                                                                        Questa la favolosa Morte? In questo regno di Dio,
È un bravo figliolo, un grande artista,                 Meglio così… ti pare?                           Il Presentatore                                      ogni cosa è confusa, tutto è incomprensibile.
un maestro di musica.                                                                                   Avvicinati, maestro di armonia, artefice             Deve pur esserci qualcosa di diverso, diverso da
                                                        Armandino                                       di incantesimi sonori, ti aspettavamo! Alla          ciò che c’era prima.
Il Truccatore                                           Ma così è una faccia da fesso!                  timida voce del tuo strumento palpitavano            Ero venuto con fiducia ed umiltà,
(nervoso, impaziente)                                                                                   le foglie, l’uomo oscuro e afflitto si sentiva       per pagare il conto delle mie azioni.
Capisco. Ma il motivo del Premio, qual è?               Il Truccatore                                   chiamato al paradiso, il musicofilo assaporava       Solo una parola chiedevo in cambio,
Io devo saperlo.                                        Intellettuale?                                  l’esaudimento delle sue pretese estetiche.           un poco di chiarezza, una sistemazione,
                                                                                                        Tu ci onori, maestro, con la tua presenza, tu        una certezza.
Armandino                                               L’Assistente                                    ci conforti, accettando il tangibile segno della     E invece mi si dà una medaglietta,
Non lo so, so solo che è un artista.                    Carino, carino!                                 nostra inesausta ammirazione!                        una medaglietta!…
                                                                                                                                                             Nessuno mi conosce, nessuno sa chi sono,
                                                                                                        (Sul grande schermo che fa da fondale sul
Il Truccatore                                           Il Truccatore                                                                                        neanche voi giudici, che tutto dovreste sapere
                                                                                                        palcoscenico è apparsa un’immagine che
Che tipo di artista? Ispirato, maledetto?…              Scostante?                                                                                           di me!
                                                                                                        dovrebbe essere quella di Mastorna. Ma non
                                                                                                                                                             Non c’è giudizio, non c’è premio, non castigo.
                                                                                                        è Mastorna. L’immagine ritrae uno squallido
L’Assistente                                            L’Assistente                                                                                         Io dico no! No! Piangere per la delusione,
                                                                                                        tipetto insaccato in un frac troppo grande, che
…romantico, mistico?                                    Bellissimo!…                                                                                         per l’amarezza, per il dolore? Sarebbe troppo
                                                                                                        sorride con aria sciocca, immobilizzato con la
                                                                                                                                                             poco!
                                                                                                        mano alzata in un gesto di saluto)
Il Truccatore                                           Armandino                                                                                            Io sputo su questo Tribunale assente e pazzo,
Il pubblico deve capire dal trucco che il Premio        Così è un idiota…                               (Tutti applaudono fragorosamente)                    e disprezzo il suo silenzio.
è giusto. Per cosa lo merita?
                                                                                                                                                             (La fine dello sfogo di Mastorna è accolta da
                                                        Il Truccatore                                   Mastorna
                                                                                                                                                             vivacissime reazioni contrastanti: c’è chi applaude
Armandino                                               Faccia da ipocrita…                             (indicando l’immagine)
                                                                                                                                                             freneticamente, chi urla di sdegno, chi piange di
Te l’ho già detto, per la sua arte!                                                                     Ma quello non sono io!
                                                                                                                                                             entusiasmo, chi invoca maledizioni su Mastorna)
                                                        L’Assistente                                    (con voce strozzata dalla rabbia)
(Alla scena del trucco si sovrappongono dal             Vigliacco!                                      Quello non sono io! Non v’accorgete che è
                                                                                                                                                             Voci dei presenti
palco, rimbombando attraverso gli altoparlanti,                                                         l’immagine di un altro?
                                                                                                                                                             (Coro parlato)
gli annunci stentorei del Presentatore.)                Armandino
                                                                                                                                                             – Ha ragione!
                                                        Cocco di mamma…                                 Armandino
                                                                                                                                                             – Fatelo smettere!
Il Presentatore                                                                                         (a bassa voce)
                                                                                                                                                             – È uno scandalo!
Come sempre, lo sapete bene (la perfezione              L’Assistente                                    E che t’importa? Lascia perdere! Pigliati
                                                                                                                                                             – Finalmente uno che parla giusto!
non ammette novità), noi proietteremo su                Eroe!                                           il premio. È buono, similoro, una medaglietta
                                                                                                                                                             – Ha ragione, che cosa siamo morti a fare, allora?
questo schermo le scene esemplari della vita                                                            che ha anche un suo valore artistico. Pigliatela!
                                                                                                                                                             – Spiegazioni!
dei premiati. Questo dovrà servire, se non da           Il Truccatore
                                                                                                                                                             – Dateci spiegazioni!
esempio – visto che quello che uno fa non è             Ladro!                                          Il Presentatore
                                                                                                                                                             – Diteci una buona volta di cosa si tratta!
detto che sappia farlo anche un altro – almeno                                                          Siamo felici di deporre nelle sue mani il segno
da giustificazione per la scelta che è stata fatta.     Armandino                                       tangibile della nostra stima, l’aureo simulacro      (Tra la gente, si fa largo a braccia aperte un
                                                        Uno stronzo!                                    a cui si volgono i sogni di tanti. Che tu possa      tipo panciuto, scamiciato, con un basco in
(Attorno a Mastorna il truccatore, la sua
                                                                                                        trascorrere qui tra noi un’eternità felice!          testa, due baffi ribelli sotto il naso, un sigaro in
assistente e Armandino discutono con grande
                                                        Truccatore e Assistente                                                                              bocca. Parla con spiccato accento emiliano e,
vivacità, ciascuno suggerendo e provando
                                                        Così non va! Non va bene, troppo spaventato!…   Mastorna                                             nonostante la corpulenza, ha mosse e gesti di
un tipo di trucco: cerone, nerofumo, matita,
                                                                                                        Felicità eterna? Qui? Con voi? In questo circo,      una vivacità epilettica: con impeto si stringe al
rossetto, pettine e persino una barba e dei             Ed ecco che si ode il Presentatore scandire
                                                                                                        in questa confusione?                                petto Mastorna, abbracciandolo ripetutamente.
baffi…)                                                 il nome di Mastorna chiamandolo a ricevere
                                                                                                        Ma io ne faccio a meno della vostra eternità!        È il suo professore di filosofia dei tempi del liceo,
                                                        il Premio.
                                                                                                                                                             si chiama De Cercis)
                             [Terzetto del trucco]                                                                                    [Aria di Mastorna]
                                                        Il Presentatore
Il Truccatore                                                                                           Non è possibile! Non è possibile che la morte        De Cercis
                                                        Ed ora, chiamiamo sul palco Giuseppe
Ma nno! Non mi piace. È troppo duro!                                                                    sia questa!                                          E bravo Mastorna! Gliene hai cantate quattro a
                                                        Mastorna, violoncellista.
                                                                                                        Non dobbiamo accettarla, non possiamo accettarla!    tutti questi minchioni! Vieni qua, fatti abbracciare!

                                                   18                                                                                                       19
Mastorna                                                  di stecca sulle biglie, la sala dei vitelloni,       De Cercis , L’Adelaide, Lo Spretato, e gli altri      Dopo un attimo di esitazione De Cercis si avvia,
(sorpreso, commosso)                                      degli intellettuali, degli amici di De Cercis,       (insieme)                                             tenendo un braccio pesante sulle spalle di
Professore, professor De Cercis!                          rimbombante di urla, di risate, di pernacchie.                                                             Adelaide. Sembra aver perso un po’ della sua
                                                                                                                                            [Coretto a una voce]
                                                          Ed eccola là, l’Adelaide, dietro il banco: è una                                                           baldanza; come se non fosse più sicuro di sé,
De Cercis                                                 bella donna, dalle forme potenti, sudata, con        Siccome ha studiato                                   e non sapesse che direzione prendere.
Ah! Ti ricordi di me, allora!                             una leggera peluria sulle labbra, gli occhi          siccome ha votato                                     Il fondo delle strade deserte si confonde nella
(cantando a mo’ di filastrocca, e invitando               bianchi, da leonessa.                                alfine gli hanno dato…                                nebbia. Si ode soltanto il rumore dei passi
Mastorna a seguirlo)                                                                                           – l’Oscar del Padreterno!                             che risuonano nella notte e dietro lo scalpiccio
“In testa, sul cappello, un metro sopra…”                 De Cercis                                            Siccome si è sposato…                                 frusciante del gregge.
                                                          (con un urlaccio)                                    ed ha cornificato
Mastorna                                                  Guardate chi vi ho portato, Giuseppino               alfine gli hanno dato…                                De Cercis
(rispondendo a tono)                                      Mastorna! E sapete dove stava? In quel               – l’Oscar del Padreterno!                             Adelaide sì che è un bel cielo! Vasto, materno,
“… solo correnti d’aria, non c’è niente…”                 pataccaio vociante, alla fiera dei sogni perenne.    Siccome ha intrallazzato                              quando spalanca occhi e braccia e cosce!
                                                          (a Mastorna)                                         siccome ha meritato                                   Quello è il rifugio! E a lei snocciolo volentieri
De Cercis e Mastorna                                      Noi non crediamo all’immortalità dell’anima,         siccome si è pentito                                  le mie preghiere. Non è così, Adelaide?
“… e chi si alza in piedi su a cercare, rischia           non è seriamente documentabile, quindi,              alfine gli hanno dato…                                Rispondi, non è così?
di prendersi un bel raffreddore!” Ah, ah, ah!             non mi interessa, credo invece all’immortalità       – l’Oscar del Padreterno!
(ridono di gusto)                                         del corpo.                                           (risate, applausi)                                    L’Adelaide
                                                          La verità è un’apprensione diretta: non una                                                                (sbadigliando)
De Cercis                                                 scala di concetti mentali. E l’Adelaide, in quanto   De Cercis                                             Ho sonno, ho tanto sonno…
Abbasso la metafisica, giusto? Evviva l’“homo             ad apprensioni, me ne procura come un                Io sono un “homo humanus”, e tengo conto
humanus”! Bravo Mastorna, ho temuto che                   terremoto: quindi Adelaide è la verità.              soltanto dell’Uomo!                                   De Cercis
anche tu avresti fatto come gli altri pecoroni,                                                                                                                      (inquieto, intimorito)
che avresti preso, contento, la medaglietta…              Eugenio lo Spretato                                  Mastorna                                              Che fai Adelaide, svegliati! Apri gli occhi!
(con uno scatto) Animelle, vigliacchi, fascisti!          Mi fa piacere che tu sia dei nostri. Eri un          Ma sì, cosa vogliamo andare a chiedere                (trema di paura) Ma no, Cristo, non puoi
Cosa andate cianciando di premi e punizioni?              ragazzino, ma vedo che ti ricordi di me.             a questo Dio, a questo Trascendente?                  addormentarti, non devi! Mastorna, aiutami,
Non c’è premio più grande di quello che                                                                                                                              non possiamo lasciarla qui. (disperato
è “l’uomo all’uomo”! (a voce più bassa)…                  De Cercis                                            Lo Spretato                                           balbettando) È una maledizione. Questo gran
o ancora meglio, “la donna all’uomo”… (risata             Abbraccialo, Mastorna, è un fratello.                (con baldanza)                                        sonno che prende tutti, prima o poi. Ma bisogna
e pacca sulla spalla di Mastorna). Dobbiamo                                                                    Se è Trascendente, lasciamolo lì dov’è! Che ci        resistere. Non ci si deve addormentare. (livido
stare insieme, caro Mastorna. Siamo in pochi,             L’Adelaide                                           scavalchi pure, che vaghi sulle nostre teste!         di paura, avvertendo anche lui il sonno che
purtroppo, ma siamo un gruppo. Tutte le sere              Ti ricordi che scandalo in paese quando              (applausi di consenso)                                arriva) Aiutami! Tienimi sveglio, ti supplico,
ci vediamo da Raoul: te lo ricordi, il caffè di           don-Eu-ge-nio-Ter-liz-zi una bella mattina ha                                                              fammi camminare: non devo addormentarmi!
Raoul? Te la ricordi l’Adelaide? C’è anche lei!           visto chiaro e ha buttato la sottana alle ortiche?   L’Adelaide                                            Dicono che, se dormi, arrivano dei fascisti,
Sempre là, dietro il banco, con le sue tette che          È il più caro dei nostri compagni, il vecchio        La vita è una questione per uomini adulti,            e chi altri se no? E ti caricano su un camion,
le sbatte in faccia a tutti. Ma non parlare di mia        Eugenio, lo Spretato. Abbraccialo!                   un affare da professionisti, e proprio non c’è il     maledetti! e non si sa dove ti portano. (Con un
moglie davanti all’Adelaide. Sai… mia moglie…                                                                  tempo di scherzare o di farsi passeggiare i grilli    urlo) Io non ci credo! (si sente l’eco della sua
gran brava donna, poveretta, insegna sempre               Eugenio lo Spretato                                  in testa, anche se cantano bene, sissignore           voce). Non ci credo! Non riesco più a tenere
religione, ma a letto, porcaccia la miseria,              (a bassa voce, nervosamente)                         anche se ti fan quasi svenire, tanto cantano          gli occhi aperti Mastorna… (in un borbottio
è come il Messia, non viene mai!                          Non si può negare che molti materialisti             bene. La vita è un affare da uomini!…                 confuso) non credo a niente niente (La voce
                                                          convinti, i quali, pur non dubitando mai del                                                               muore in un soffio rauco.)
                                                          completo annientamento alla morte del corpo,         De Cercis
Quadro nono                                               vivono una vita altruistica sacrificandosi in una    Adelaide, togliti la parannanza! Andiamo a fare       Narratore (Federico Fellini)
Il caffè, la passeggiata notturna, il grande sonno.       dedizione impersonale all’umano progresso,           quattro passi con il nostro Mastorna.                 De Cercis dorme profondamente, nella
                                                          diano prova di vera nobiltà, più del devoto                                                                posizione fetale, accanto ad Adelaide, A terra
Narratore (Federico Fellini)                              credente, la cui moralità ha bisogno delle paure     (Spalanca la porta del caffè ed esce, seguito da      molti altri corpi. Sembrano dei giganteschi
E, spalancando una porta a vetri, De Cercis fa            dell’inferno e delle promesse del cielo.             Mastorna e dall’Adelaide.)                            feti. Mastorna si trova solo in strada: i portoni
entrare Mastorna nel vecchio caffè di provincia                                                                                                                      chiusi, tutte le finestre chiuse. E si ode come
dove Mastorna da ragazzo andava a giocare                 De Cercis                                            Narratore (Federico Fellini)                          un rumore di camion che si avvicinano. Poi un
a biliardo. Tutto è uguale ad allora: i vetri             Bravo Terlizzi! Ah, ci fanno ridere quelli che       Esterno strade e piazze città di provincia.           cigolio di freni.
appannati dai vapori e dal freddo. L’atmosfera            pretendono di essere decorati sul campo: e la        Fuori è buio, si è alzata la nebbia. Le strade        Laggiù sulla piazza è apparso un autocarro
densa di fumo, gli schiocchi sonori dei colpi             motivazione, poi? “Ha obbedito a tutte le norme”.    e le piazze sono deserte e silenziose.                gigantesco; tre o quattro figure con i camici

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