ESITI FUNZIONALI DOPO CHIRURGIA MAMMARIA E DOPO RICOSTRUZIONE AL SENO - Dott. Livia Bedodi Fondazione IRCCS Istituto Tumori Metis Centro Studi in ...

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ESITI FUNZIONALI DOPO CHIRURGIA MAMMARIA E DOPO RICOSTRUZIONE AL SENO - Dott. Livia Bedodi Fondazione IRCCS Istituto Tumori Metis Centro Studi in ...
ESITI FUNZIONALI DOPO
CHIRURGIA MAMMARIA E DOPO
  RICOSTRUZIONE AL SENO

         Dott. Livia Bedodi
 Fondazione IRCCS Istituto Tumori
  Metis Centro Studi in Oncologia
               Milano
        24 settembre 2008

                                    1
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Esiti nella senologia
              del 2000:
           stato dell’arte
• Diagnosi più precoce
• Interventi conservativi
• Maggiore attenzione
  all’estetica
• Riduzione delle dosi
  e dei campi della RT
• Maggiore
  informazione

                            Riduzione degli esiti

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Esiti nella senologia
              del 2000:
           stato dell’arte
 Gli esiti sono mal tollerati dalle donne

Anche se ridotte di entità ed incidenza, le
sequele sono spesso sottovalutate e la
donna sovente non viene inviata all’équipe
riabilitativa

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Riabilitazione Senologica
    Sequele locali visibili
  dopo chirurgia mammaria

                  • Dolore all’arto e in
                    sede di chirurgia
                  • Limitazione
                    scapolo-omerale e
                    toracica
                  • Ipotonia del dentato
                    anteriore (con
                    scapola alata o
                    scapola instabile)

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Riabilitazione Senologica
    Sequele locali visibili
  dopo chirurgia mammaria

                • Disestesie nel
                  territorio dell’ICB
                  (Nervo
                  InterCostoBrachiale)
                • Sbilanciamento della
                  spalla e alterazione
                  del suo profilo
                • Alterazioni del circolo
                  linfatico (linfedema)

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Riabilitazione Senologica
            Sequele locali visibili
          dopo chirurgia mammaria
• Trigger costali
• Sclerosi linfatica e
  retrazione fasciale
• Cicatrice retraente o
  aderente
• Ipotrofia e fibrosi del
  G. Pettorale

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Riabilitazione Senologica
       Prevenzione degli esiti

  Può il chirurgo
prevenire o ridurre di
 entità alcuni esiti?

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PREVENZIONE
              PREVENZIONE DEGLI
                          DEGLI ESITI
                                ESITI
                Aspetti
                Aspetti di
                        di tecnica
                            tecnica chirurgica
                                    chirurgica

        La posizione sul letto operatorio

Evitare
Evitare l’iperabduzione
         l’iperabduzione e/o
                         e/o l’extra
                              l’extra
rotazione
rotazione oltre
          oltre ii 90°
                   90°

Possibile
Possibile causa
          causa di
                di disfunzione
                   disfunzione
capsulare
capsulare ee di
             di microlussazione
                microlussazione
dell’omero.
dell’omero.
La
La loro
    loro cronicizzazione
         cronicizzazione aumenta
                         aumenta ilil
rischio
rischio di
        di insorgenza
            insorgenza dell’edema.
                       dell’edema.

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Sequele locali visibili
  dopo chirurgia mammaria

  Limitazione scapolo-omerale-toracica e
             microlussazione

 L’incidenza varia dal 15 al 50% dei casi e
un quarto delle donne operate manifesta una
    microlussazione della testa dell’omero

 L’abduzione è impedita prima dei 90° per il
  precoce contatto del trochite sul legamento
     acromion-coracoideo (impingement).

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PREVENZIONE DEGLI ESITI
      Aspetti di tecnica chirurgica

L’incisione dove possibile
            non deve:
1. spingersi troppo in alto
    verso la regione
    deltoidea al fine di
    evitare la sezione di
    preziose vie linfatiche
    anteriori di drenaggio
    del braccio
2. attraversare la base
   dell’ ascella per non
    creare esiti cicatriziali
    che limitino la
    funzionalità dell’arto

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PREVENZIONE DEGLI ESITI
        Aspetti di tecnica chirurgica

    L’ uso eccessivo            IL CONTROLLO DELL’EMOSTASI
     dell’elettrobisturi in
    prossimità delle coste
     può comportare:
•    dolore costale
     localizzato che si
     accentua con gli atti
     respiratori ed i
     movimenti del braccio.
     Ciò favorisce
     l’instaurarsi di
     limitazioni funzionali e
     microcircolatorie.

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PREVENZIONE DEGLI ESITI
           Aspetti di tecnica chirurgica

     La disavventizzazione della vena ascellare

In presenza di linfonodi adesi alla vena ascellare la si
   scheletrizza
Vantaggio : maggiore radicalità oncologica
Svantaggio : rischio di strozzamento della vena con
   maggiori possibilità di insorgenza del linfedema.

          Va eseguita solo in casi selezionati

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PREVENZIONE DEGLI ESITI
       Aspetti di tecnica chirurgica

   Conservazione del n. InterCostoBrachiale/ICB
     La sindrome da ICB
Si presenta nel 50-70% dei
   casi        subito    dopo
   l’intervento; dopo il primo
   anno residua nel 3-5%
La conservazione dell’ICB
  può ridurre, ma non elimina
  completamente i sintomi:               n. intercosto-brachiale

• Algie puntorie e costrittive
  all’ ascella ed al torace              Può cronicizzare
• Disestesie/parestesie      al
  braccio                         se non trattato adeguatamente

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PREVENZIONE DEGLI ESITI
      Aspetti di tecnica chirurgica

• Si presenta nel 17-30%
  dei casi
• La sofferenza del n. di
  Bell (o n. Toracico
  Lungo) si manifesta con
  la scapola alata
• Se persiste oltre i 6
  mesi è indice di lesione
  completa e irreversibile
• Contrattura dei fasci
  inferiori del trapezio e/o
  dei romboidi
• Instabilità e dolore         Lesione del n. di Bell
  scapolare                      (Toracico Lungo)

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PREVENZIONE DEGLI ESITI
     Aspetti di tecnica chirurgica

                        Linfosclerosi   Retrazione della fascia

L’asportazione dei
linfonodi
del solo
primo livello o anche
del solo linfonodo
sentinella (BLS)
può creare
retrazione della
fascia e non evita
l’insorgenza
dell’edema

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PREVENZIONE DEGLI ESITI
     Aspetti di tecnica chirurgica
         L’INCISIONE DELLE FASCE

Viene meno la caratteristica principale della
fascia: l’elasticità
 I piani di clivaggio si alterano
 Il recupero funzionale e la circolazione linfo
venosa vengono rallentati

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PREVENZIONE DEGLI ESITI
         Aspetti di tecnica chirurgica

        Alterazioni del circolo linfatico:
                  Linfedema
• L’esito cronico più importante per le donne
  operate
• Causa principale: l’asportazione dei linfonodi
  ascellari, anche parziale
• Incidenza: 20-30% dopo sola chirurgia e dal 50
  al 60% dopo chirurgia e RT
• Dopo BLS dal 3 al 5%

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Linfedema
           Fattori predisponenti

•   Diabete
•   Traumi
•   Linfangiti ricorrenti
•   Lavori ripetitivi o faticosi
•   Alterazioni vascolari
•   Obesità, variazioni di peso e di P.A.

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Linfedema
                  Trattamento
• Linfodrenaggio
• Terapie contenitive
  (tutore elastico,
  bendaggio compressivo)
• Terapia motoria senza
  uso di pesi
• Terapie meccaniche
  (pressoterapia)
• Controllo del peso
  corporeo tramite diete
  mirate

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Linfedema
                Linfangite

In presenza di linfangite il braccio appare
 caldo, arrossato e ci può essere ipertemia.
SOSPENDERE tutti i trattamenti fisiatrici e
        iniziare terapia farmacologica

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INTERVENTO RICOSTRUTTIVO
    MAMMARIO CON ESPANSORE

 La complessità
sistemica degli esiti
   dopo chirurgia
mammaria aumenta
dopo inserimento di
     espansore

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Strutture muscolo-fasciali coinvolte nella
       ricostruzione con espansore

 • Muscolo gran pettorale
 • Fascia del muscolo gran pettorale
 • Fascia del dentato anteriore
 • Aponeurosi cervicale media per
   contiguità anatomica
 • Muscolo e fascia del succlavio per
   contiguità anatomica

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Strutture neuro-vascolari indirettamente
coinvolte nella ricostruzione con espansore

• Vena succlavia

• Nervo vago

• Plesso brachiale o alcune radici (es. nervo
  toracico lungo)

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APONEUROSI CERVICALE MEDIA

E’ in continuità con
l’aponeurosi clavi-
coraco-ascellare e in
basso con l’aponeurosi
pettorale profonda.

Una minima tensione in
uno qualunque dei
distretti descritti viene
distribuita a catena su
tutto il sistema.
Si spiegano cosi’ le
fissazioni non loco-
regionali

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ESAMI E VALUTAZIONI

•   Ecocolordoppler della vena succlavia

•   Spirometria

•   Valutazione funzionale

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RICOSTRUZIONE MAMMARIA CON

ESITI OMOLATERALI DURANTE L’ESPANSIONE

•   TENSIONE E DOLORE IN
    SEDE DI INTERVENTO

•   RIDUZIONE
    DELL’INSPIRAZIONE PER
    IPOMOBILITA’ COSTALE
    DELL’EMITORACE

•   RIDOTTA ESPANSIONE
    DELL’EMIDIAFRAMMA

•   RIDUZIONE MOBILITA’
    cingolo scapolo omerale
    con instabilità della scapola

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RICOSTRUZIONE MAMMARIA CON

    ESITI OMOLATERALI DURANTE L’ESPANSIONE

R
       MOBILITA’ ACROMIO-CLAVEARE
I
D      MOBILITA’ STERNO-CLAVEARE

U     SPAZIO RELATIVO ALLO STRETTO
Z         TORACICO SUPERIORE

I         FLUSSO VENOSO ARTO
O        SUPERIORE A CAUSA DI
          UNA SINDROME DELLO
N     STRETTO TORACICO SUPERIORE
E

                                             27
28
Esiti spirometrici
dopo inserimento di espansore

          FVC ridotta
          FEV1 ridotto
          PEF ridotto
    TIFFENEAU sempre >55%
       FEV 25-75% ridotto

                                29
RICOSTRUZIONE CON ESPANSORE

PORRE PARTICOLARE ATTENZIONE A CHI
            PRESENTA

 • Cute precedentemente irradiata

 • Broncopatia cronica ostruttiva (BPCO)

 • Sindrome dello stretto toracico
   superiore

                                           30
Proposta riabilitativa
ACCOMPAGNARE LA DONNA
           DURANTE
 IL TEMPO DI ATTESA ALLA
     PROTESIZZAZIONE
     DEFINITIVA AUMENTA
  LA COMPLIANCE VERSO
     L’ITER TERAPEUTICO
  CON IL RISULTATO DI UN
      BENEFICIO ANCHE
     PSICO-RELAZIONALE

                               31
RICOSTRUZIONI CON
GRANDI LEMBI MUSCOLARI

   • Catene rette o di
     arrotolamento e
     raddrizzamento, più
     in relazione con la
     statica
   • Catene crociate o di
     torsione, più in       Sono due sistemi
     relazione con il       complementari
     movimento e la         che mettono in relazione
     coordinazione          il tronco con gli arti

                                                       32
Ricostruzione con retto addominale

• Interviene in tutti i movimenti della
  colonna e riduce la pressione sui dischi
  vertebrali lombari durante il sollevamento
  di carichi
• Agisce sul cingolo pelvico favorendo la
  retroversione del bacino in sinergia con i
  mm del perineo e gli ischio-crurali
• Lavora in sinergia con lo psoas
• Consolida la parete anteriore in risposta
  alle pressioni interne
• Favorisce l’allineamento delle forze nel
  bacino inferiore al momento della
  minzione e defecazione

                                               33
Ricostruzione con retto addominale

   La catena miotensiva di
    elezione nella quale è
     inserito il mm. retto
       addominale è la
         catena retta
      di arrotolamento e
     raddrizzamento, in
   relazione con la statica

                                     34
Esiti funzionali dopo chirurgia
           mammaria ricostruttiva
             con retto addominale

• Delordosizzazione con
  riduzione di mobilità del
  tratto dorso-lombare
• Anteriorizzazione del centro
  di gravità
• Impossibilità al sit-up
• Ridotta mobilità sacro iliaca
• Tensione nel cingolo pelvico
  e nell’arto inferiore

                                          35
Esiti funzionali dopo chirurgia
        mammaria ricostruttiva
          con retto addominale

• Limitazione funzionale
  del cingolo scapolo
  omerale e toracico
• Diminuita mobilità
  costale e diaframmatica
• Mutate informazioni
  esterocettive
• Rallentata peristalsi
• Modificazione del
  cammino
• Dolore

                                       36
Ricostruzione con retto addominale

   Porre particolare attenzione a chi presenta
               prima dell’intervento:

                    • Obesità
   • Pregressi interventi addominali o lombari
              • Sofferenze discali
           • Disturbi della minzione

                                                 37
Ricostruzione con Gran Dorsale

• Mobilizza braccio e rachide
• Stabilizza la testa omerale
• Stabilizza le lombari durante
  il cammino
• Agisce in modo
  complementare allo psoas
  opposto
• Coordina il movimento di
  braccio e gamba

                                  38
Ricostruzione con Gran Dorsale

 La catena miotensiva di elezione
   nella quale è inserito il mm.
       grande dorsale è la

         catena crociata

o di torsione, più in relazione con il
  movimento e la coordinazione

                                         39
Esiti funzionali dopo chirurgia mammaria
               ricostruttiva con
                 Gran Dorsale

• Alterata funzionalità del cingolo scapolo omerale
                        e toracico
      • Perdita del pendolarismo del braccio
              omolaterale all’intervento
       • Tensione diffusa nell’arto inferiore
     • Instabilità nell’appoggio monopodalico
                     controlaterale

                                                      40
Esiti funzionali dopo chirurgia mammaria
               ricostruttiva con
                 Gran Dorsale

     • Posteriorizzazione del centro di gravità
            • Modificazione del cammino
         • Mobilità del tratto dorsale ridotta
              • Dolore regione dorsale
• Iniziale riduzione di mobilità dell’anca soprattutto
                     controlaterale

                                                         41
Ricostruzione con Gran Dorsale

 Porre particolare attenzione a chi presenta
             prima dell’intervento:

   • Alterata funzionalità del cingolo SOT
   • Tensione e/o dolore cervico-dorsale
• Segni clinici di artrosi dell’anca (soprattutto
                  controlaterale)

                                                    42
PROPOSTE
               RIABILITATIVE
     Un attento esame pre operatorio:

• completa le informazioni necessarie alla scelta
ricostruttiva più indicata per la donna in esame

• è indispensabile per una preparazione mirata
all’intervento

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Conclusioni
     La valutazione pre operatoria
        un buon lavoro integrato
un trattamento mirato e personalizzato
                EVITANO
         esiti percettivo motori
        e strutturali permanenti

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