"Ero straniero e mi avete accolto" - Le parrocchie di Bresso e gli stranieri - Comunità pastorale ...
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Squilla otto 2015:La Squilla Maggio 2013 29-09-2015 8:42 Pagina 1 «Ero straniero e mi avete accolto» Le parrocchie di Bresso e gli stranieri Anno LXXXVI - Numero 10 - Ottobre 2015
Squilla otto 2015:La Squilla Maggio 2013 29-09-2015 8:42 Pagina 2 TRA LE GUGLIE 2 Le parrocchie si aprono all’accoglienza dei profughi La risposta di comunità e istituti religiosi all’appello del cardinale Scola di offrire ospitalità. Anche il Centro storico si interroga e invita alla solidarietà N on è caduto nel vuoto l’appello In Diocesi sono 28 i centri di accoglienza del cardinale Angelo Scola, lan- gestiti da Caritas Ambrosiana attraverso le ciato lo scorso 2 settembre du- cooperative sociali convenzionate con le rante la presentazione della sua prefetture e che in totale riescono a ospi- nuova Lettera pastorale ai decani della Dio- tare fino a 456 persone. Sono invece 18 le cesi, di aprire le porte ai profughi. Da parte strutture che rientrano nel Sistema di pro- sua la Diocesi ha già messo a disposizione tezione per richiedenti asilo e rifugiati 6 immobili, tra case e strutture per un totale (Sprar) grazie a un accordo tra Comune e di 130 posti, mentre diverse realtà hanno ministero degli Interni: un’operazione che già raccolto l’invito: finora le parrocchie am- garantisce al momento 325 posti letti. In brosiane hanno messo a disposizione 28 questi giorni anche le parrocchie del Cen- alloggi (di cui 15 solo a Milano), mentre 7 tro storico di Milano vogliono fare qualcosa. istituti religiosi si sono aperte all’ospitalità. Continua su: www.incrocinews.it La photogallery Scene di vita diocesana Da Facebook Da Twitter MILANO 13:26 PM – 24 Sett 15 #visitascola @angelo- «Trasmettiamo agli altri la gioia scola “Gli adulti hanno perso tanto perché la- che ci dà lo Spirito Santo» sciati confondere dalla vita frammentata” Nicola Lamberti spiega il motto che ha ac- 13:23 PM – 24 Sett 15 #visitascola @angelo- compagnato l’ordinazione diaconale dei 25 scola “L’oratorio fenomeno formidabile di for- seminaristi ambrosiani e di un giovane pro- mazione dei ragazzi” veniente dalla diocesi di Catanzaro... 10:48 AM – 24 Sett 15 Le diocesi lombarde Continua su: www.incrocinews.it ospitano oltre 3.000 richiedenti asilo
Squilla otto 2015:La Squilla Maggio 2013 29-09-2015 8:42 Pagina 3 LA PAROLA DEL PARROCO 3 Il peccato di Sodoma Q uest’estate siamo stati tutti tur- siamo dimenticare che siamo cristiani, e bati dalle vicende dei profughi. E pensare solo ai nostri interessi, ai nostri af- continuiamo a esserlo. Anche lo- fari, fino a insultare chi ci richiama ai nostri calmente, vista la presenza del doveri cristiani. Non possiamo pensare campo di via Clerici. Proprio quest’estate solo al nostro comodo star bene. I pro- chi è andato a Messa domenica 21 giugno blemi dell’emigrazione, dell’accoglienza in- ha sentito proclamare la Parola di Dio sul telligente e della giusta integrazione sono peccato di Sodoma (Genesi, capitoli 18- serissimi e molto onerosi; ma non pos- 19). Una pagina dura, che parla di esclu- siamo non usare tutta l’intelligenza e la re- sioni, di distruzioni, di rovina. Sodoma e sponsabilità per affrontare un fenomeno di Gomorra sono distrutte con un fuoco che portata epocale, che durerà per molti altri cade dal cielo a causa del loro peccato, anni. Se non lo facciamo, la storia giudi- “che – dice la Bibbia – è troppo grave e cherà la nostra ignavia e la nostra irre- troppo alto è il loro grido”. Ma che ha fatto sponsabilità, e le giudicherà anche Dio. E mai questa gente di Sodoma e Gomorra giudicherà anche le parole, i sentimenti e le per meritare una sorte così dura? Qual è il azioni di cuori duri e senza pietà. loro peccato? Non è quello che possiamo Se dobbiamo manifestare diffidenza e sde- immaginare: il peccato di Sodoma e Go- gno, questi atteggiamenti non vanno diretti morra è aver mancato al dovere del- sui profughi, ma su altri soggetti, che l’ospitalità. Di aver chiuso il cuore stanno silenziosamente nell’ombra. Per davanti a stranieri che chiedevano ac- esempio: chi ha prodotto, venduto e com- coglienza, di averne violato e devastato prato le armi che causano le guerre nei loro la dignità. Paesi? Da quali banche passano le transa- Questo è il peccato di Sodoma e Gomorra. zioni finanziarie per tali operazioni? Chi pro- Ci chiediamo se è solo il peccato di queste tegge ed esercita quella vera e propria due città: o è anche quello delle nostre tratta di esseri umani che è questa fuga for- terre illuminate e cristiane, davanti ai profu- zata verso i Paesi dove c’è pane? Chi vi ghi del Sud del mondo che chiedono ospi- guadagna? E chi la tollera, per non avven- talità alla nostra sempre pur benestante turarsi in gineprai in cui è difficile (e costoso) Europa. addentrarsi? Andiamo avanti: potremmo Noi abbiamo da quasi due millenni la gra- farci domande su chi specula sulle risorse zia di essere invitati alla festa del regno di e sulle materie prime e crea miseria in que- Dio, poiché siamo credenti in Gesù: ma in sti Paesi da cui i migranti fuggono. Sulle questa gravissima e serissima vicenda che classi dirigenti corrotte di molti Paesi con è l’emigrazione di disperati, ci sono anche cui i Paesi ricchi fanno indifferentemente af- cristiani che si comportano come quelli che fari. Sui governi dei Paesi ricchi che hanno rifiutano l’invito alla festa: “Ma quelli non se tagliato e tagliano risorse destinate a pro- ne curarono e andarono chi al proprio getti di solidarietà e sviluppo per i Paesi po- campo, chi ai propri affari; altri poi presero veri (altro che “Aiutiamoli a casa loro”). Su i suoi servi, li insultarono e li uccisero” (Mt chi specula o dissipa le risorse loro desti- 22,5). nate. In questa vicenda dei profughi non pos- Su tutti costoro i profeti dell’Antico Testa-
Squilla otto 2015:La Squilla Maggio 2013 29-09-2015 8:42 Pagina 4 LA PAROLA DEL PARROCO 4 mento e Gesù stesso avrebbero letteral- per le persone e le istituzioni che chiudono mente tuonato. Ma non su questi poveri la porta a questa gente che cerca una fa- cristi in fuga. Mai. miglia, che cerca di essere custodita. Oggi più che mai viviamo in una “casa co- Dio non voglia che la nostra civiltà si di- mune”, dice il Papa nella sua Enciclica Lau- strugga a causa della chiusura del cuore e dato si’, e non possiamo pensare solo alla dell’intelligenza davanti ai richiami del Van- nostra comoda stanzetta. Ha detto il Papa gelo e davanti a “tanti fratelli e sorelle che nell’udienza dello scorso mercoledì 17 giu- cercano rifugio”. gno (2015): Preghiamo per tanti fratelli e Fratelli e sorelle, appunto, dove ci sono sorelle che cercano rifugio lontano dalla buoni e cattivi: la gente di tutti i Paesi del loro terra, che cercano una casa dove mondo è così: ce ne stupiamo? Proprio in poter vivere senza timore, perché siano questa estate così tragica per la sorte di sempre rispettati nella loro dignità. Inco- tanti profughi, la Parola di Dio ci ha provvi- raggio l’opera di quanti portano loro un denzialmente raggiunto. aiuto e auspico che la comunità internazio- Accogliamola e pensiamoci su, fratelli, nale agisca in maniera concorde ed effi- prima di dire parole di cui un domani ci ver- cace per prevenire le cause delle migrazioni gogneremo amaramente. forzate. E vi invito tutti a chiedere perdono Il prevosto don Angelo P.S.: In questo numero ci sono articoli che raccontano che cosa fanno i cristiani di Bresso e le nostre parrocchie per questo dramma. E non da oggi. Non amiamo parlarne troppo, per- ché “non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra” (Mt 6,3). Ma siamo persuasi che il racconto del ruscello della carità operosa e intelligente, che per for- tuna percorre sempre la storia, oggi possa svelenire il clima, schiarire i cuori confusi e inco- raggiare tutti al bene.
Squilla otto 2015:La Squilla Maggio 2013 29-09-2015 8:42 Pagina 5 LA NOSTRA COMUNITÀ 5 Rinati al fonte battesimale DE CAPITANI Lorenzo GRASSI Francesco MASSTRONARDI Michele Giuseppe MAZZONI Aurora PERRONE Asia ZAVAGLIA Ilaria ZINI Rachele Alessia MANCINO Angelica VIANI Marco Sposati nel Signore VIANI STEFANO con RIVA MONICA PEDOTE Luca con SPERA Valentina VACCA Daniele con BATTISTA Jessica Riposano in Cristo CASSAGHI Rosanna di anni 80 CAZZETTA Francesco di anni 65 MILANA Francesco Paolo di anni 78 PITZOLU Bruna di anni 73 BERARA Olga di anni 80 CASALGRANDI Laura di anni 82 RIVIERA Lina di anni 84 BIGAZZI Lina di anni 97 MARVARDI Elisa di anni 96 DINUBILA Rosa di anni 96 DINUBILA Rosa di anni 96 Legati del mese di ottobre 2 ore 7 LOVATI Felicita, TAGLIABUE Alessandro e Radegonda 3 ore 9 Defunti gruppo missionario 5 ore 7 GABBIANI Vittorio e Angela 13 ore 7 BRAMBILLA PISONI Luigi, Angelo e TORRICELLI Fiorina 14 ore 7 ANNONI Candido e RECALCATI Maria 16 ore 7 COMOTTI Pierina e ROSSINI Giuseppe 17 ore 9 DE PONTI Vincenzo e LOVATI Cesarina 19 ore 9 STRADA Luigi 20 ore 7 AULETTA Antonio e AGOVINO Saveria 21 ore 7 BRENNA Francesco e Clemente, BRAMBILLA Emilia e GATTI Rosa 23 ore 9 DONZELLI Alfredo e STRADA Ida 27 ore 7 CALLONI Maria, Suor Adele e Giovanna 29 ore 7 STRADA Carlo e DE PONTI Antonia Legati del mese di novembre 7 ore 9 MORA Everardo e SCARAMARI Iole 11 ore 9 Famiglia RIBOLDI 12 ore 9 VILLA Giuseppe e Luigina 23 ore 9 Famiglia NATALE Giuseppe, Antonio e Anna 24 ore 7 BIANCHI Carlo e SAVINI Sandra 28 ore 18.30 MARTELLI Francesco e ZAGHENO Anita 30 ore 9 FORMAGLIO Angelo e DALL’ARMI Olga Per verificare il calendario 2016 dei legati i parenti- qualora non l’avessero già fatto gli scorsi anni - passino in Segreteria Parrocchiale (lun-ven h. 17.30-19).
Squilla otto 2015:La Squilla Maggio 2013 29-09-2015 8:42 Pagina 6 NOTIZIARIO 6 Le feste degli oratori Ci ha lasciato in punta dei piedi Settembre è un mese che ci precipita su- Con la stessa discrezione con cui aveva bito nel tempo bellissimo e impegnativo vissuto, il giorno 3 settembre u.s., la si- della preparazione delle feste degli orato- gnora Ada Cazzaniga, classe 1928 e rio. È come quando, la domenica, una mamma del nostro Prevosto, è tornata alla madre stende la tovaglia per accogliere i Casa del Padre: improvvisamente, per un propri figli a pranzo: così la Comunità cri- malore mentre era a casa della sorella a stiana si adopera perché i suoi figli più gio- Montesiro di Besana Brianza. Un’esistenza vani trovino esperienze e accoglienza vissuta al servizio dell’intera famiglia (due stimolante il cammino che inizia. Preparare figli e il marito) e negli ultimi tempi del solo una festa dell’oratorio è impegnativo: figu- don Angelo. Sempre in secondo piano, riamoci tre... dopo il figlio sacerdote e il marito Alessan- Ma come una mamma che prepara il dro, con umiltà e con quella infinita dispo- pranzo della festa non lo fa per poter dire nibilità tipica della mamme di questa “Come sono brava!” così una festa del- generazione. Schiva e talmente discreta da l’oratorio non è per mostrare la potenza non osare nemmeno chiedere al figlio dove della nostra organizzazione, ma per far andasse durante le sue numerose uscite sentire ai ragazzi e alle loro famiglie il buon da casa per il suo servizio in Parrocchia. A profumo di Vangelo, incoraggiandoci vi- volte e solo se interrogata sull’assenza di cendevolmente a viverlo ogni giorno. don Angelo, ci rispondeva: “Non so dove Un grazie a tutti: in prima fila le famiglie, i sia, mi ha detto solo che non torna a cena”. giovani e gli adolescenti che hanno fatto Ora, si è riunita al marito Alessandro che percepire un vivace e accogliente clima fra- l’aveva preceduta nel 2013, e dal quel terno in tutti e tre gli oratori. Luogo, sicuramente accompagnerà an- cora, in un modo tutto speciale, i suoi figli. Don Gianfranco finalmente fuori dalla La redazione terapia intensiva Già abbiamo raccontato della.. vacanza a Niguarda di don Gianfranco Radice: dopo l’operazione al cuore, più di due mesi in te- rapia intensiva, dal 22 luglio al 28 settem- bre. Ma ora, nel momento in cui scriviamo è finalmente arrivato al luogo della sua ria- bilitazione, l’istituto Palazzolo di Milano. Gli insegneranno di nuovo, oltre ad attivare una terapia cardiaca, a respirare, deglutire e camminare: sembra impossibile, ma pos- siamo “dimenticare” come si fa. La sua pazienza è ammirevole, e il suo mo- rale alto: non passava giorno che dalla te- rapia intensiva non chiedesse “Cosa succede in parrocchia e nel mondo?”. Adesso si ricomincia a respirare, carissimo don Gianfranco…letteralmente!
Squilla otto 2015:La Squilla Maggio 2013 29-09-2015 8:42 Pagina 7 NOTIZIARIO 7 Martedì 6 ottobre Dio è Padre. Nostro, non mio. Martedì 13 ottobre La tua volontà è la mia gioia Martedì 20 ottobre Il pane quotidiano. Nostro pane. Martedì 27 ottobre I debiti con il Padre e tra i fratelli. Martedì 3 novembre Il male e Dio. La Lectio divina di Avvento e Quaresima avranno lo stesso tema In chiesa S. Carlo e SS. Nazaro e Celso alle ore 15 e alle ore 21
Squilla otto 2015:La Squilla Maggio 2013 29-09-2015 8:42 Pagina 8 NOTIZIARIO 8
Squilla otto 2015:La Squilla Maggio 2013 29-09-2015 8:42 Pagina 9 a NOTIZIARIO 3 ETÀ 9 Gruppo parrocchiale Terza Età Programma attività mese di Ottobre Giovedì 1: Ore 15 Festa dei nonni Domenica 4: Sagra del Pilastrello: Punto di incontro ed esposizione di un cartellone del gruppo, nell’area delle associazioni Giovedì 8: Ore 15 Pomeriggio enigmistico Giovedì 15: Ore 15 Raccontiamoci... EXPO Giovedì 22: Ore 15 Andiamo all’OPERA Giovedì 29: Ore 15 Tombolata Inoltre si ricorda che tutti i mercoledì, alle ore 15, chi vuole può partecipare ai lavori a maglia e in stoffa a favore dei nostri missionari. Il pomeriggio di arte e fede all’Abbazia di Casoretto: la bellezza a Kilometro zero!
Squilla otto 2015:La Squilla Maggio 2013 29-09-2015 8:42 Pagina 10 VITA DELLA COMUNITÀ 10 Un’esperienza di ospitalità nelle nostre parrocchie Bresso. Rifugiati in parrocchia e poi al lavoro. Da 17 anni Nella chiesa di San Carlo un appartamento a disposizione per tre profughi. “Un’esperienza educativa e di evangelizzazione per tutti”. Che si regge solo sul volontariato di Francesco Riccardi, caporedattore centrale di Avvenire A ccoglienza e accompagnamento di soggiorno, quanto l’inserimento succes- a una vita autonoma, a una piena sivo dei rifugiati nel tessuto sociale. «Da al- integrazione. L’attenzione ai pro- cuni anni – spiega Giulio Fortunio, referente fughi da parte della parrocchia di “Dona un sorriso” per il progetto – siamo San Carlo di Bresso, nella prima cintura mi- diventati una struttura di seconda acco- lanese, viene da lontano e si è affinata nel glienza e ci occupiamo non solo di ospitare tempo. tre persone rifugiate a rotazione, ma so- L’esperienza prende avvio nel 1998, prattutto di progettare con loro un percorso quando si rende disponibile un piccolo ap- di inserimento al lavoro e di vita auto- partamento, inserito nello stesso edificio noma». Grazie ad altre collaborazioni con della chiesa, in precedenza occupato dal realtà di Bresso e Milano, infatti, è stato sagrestano e poi temporaneamente da altri possibile offrire corsi di lingua certificati, ospiti. La scelta della parrocchia è di farne orientamento e borse lavoro agli oltre 30 una casa per le persone richiedenti asilo. profughi che si sono avvicendati nella par- Un centro di seconda accoglienza, inizial- rocchia San Carlo. Un’esperienza che po- mente, nel quale trovano ospitalità migranti trebbe essere ampliata, «ma il problema in attesa che la commissione, allora unica non è tanto quello degli spazi disponibili, a livello nazionale, riconoscesse loro lo sta- quanto quello della gestione dell’acco- tus di rifugiati. A gestire l’accoglienza è glienza – spiega ancora Fortunio –. Trovare prima l’associazione “Marta Larcher”, pro- volontari che si occupino di questi rifugiati, mossa dalla Caritas ambrosiana, e dal accompagnarli nell’inserimento, ricercare 2012 l’onlus “Dona un sorriso”, nata nel assieme a loro lavoro regolare». Tutte atti- territorio di Bresso e già attiva nell’assi- vità che vengono svolte gratuitamente. stenza ai più poveri in America Latina e in Così come gratuito è il comodato d’uso Africa. dell’appartamento messo a disposizione Nel tempo, con l’istituzione delle commis- dalla parrocchia e autogestito dai rifugiati. sioni regionali per la concessione dell’asilo Per questa ospitalità di secondo livello, in- politico, la protezione umanitaria o sussi- fatti, non è prevista la corresponsione di un diaria, il problema principale non è più stato contributo pubblico e l’attività di “Dona un la lunga attesa dei documenti e il permesso sorriso” si regge solo sulle donazioni dei
Squilla otto 2015:La Squilla Maggio 2013 29-09-2015 8:42 Pagina 11 VITA DELLA COMUNITÀ 11 soci e alcune liberalità. commenta don Gianfranco Cesana, par- In 17 anni a Bresso sono stati ospitati rifu- roco di San Carlo –. giati di molte nazionalità, in particolare dal- I cristiani non fanno selezione nell’acco- l’Africa subsahariana e dal Medio Oriente, gliere chi ha bisogno. Per questi migranti e in gran parte di religione musulmana. «Con per noi è un’esperienza educativa e di alcuni di loro si è creato un rapporto più evangelizzazione». stretto: hanno portato la loro testimonianza (Pubblicato su Avvenire l’8/9/2015 ai parrocchiani e agli studenti delle scuole – a pagina 7) www.donaunsorriso.org Dalla fine del 2012 DONA UN SORRISO gestisce, oltre all’appartamento situato nello sta- bile della parrocchia San Carlo, due altri centri siti nel territorio. Si tratta di due modesti al- loggi, non idonei all’edilizia popolare, che il Comune di Bresso ha messo a disposizione per l’accompagnamento di altri otto profughi, rifugiati politici o richiedenti asilo. Si tratta complessivamente di dodici ospiti, uno dei quali è alloggiato in casa del presidente del- l’Associazione. La gestione dei tre centri è affidata a sei bressesi, che operano tutti a ti- tolo volontario e che nel tempo hanno acquisito una vasta esperienza in questo settore di attività, che non è per niente facile. Come per ogni cosa, anche per questo serve co- munque un apporto economico. Molti ospiti non hanno lavoro e DONA UN SORRISO for- nisce loro un sussidio per la sopravvivenza, l’abbonamento ai mezzi pubblici, la scuola di italiano e così via. Purtroppo, è recentemente giunta la notizia del venir meno di un finan- ziamento su cui si contava per la prosecuzione dell’attività e che ha permesso sinora di evitare di ricorrere alla generosità dei Bressesi. Sarà quindi molto probabile che in futuro, almeno in parte, venga chiesto alla nostra Comunità di contribuire anche a questo.
Squilla otto 2015:La Squilla Maggio 2013 29-09-2015 8:43 Pagina 12 VITA DELLA COMUNITÀ 12 “Centro Incontro” per l’integrazione degli stranieri Una solidarietà che va oltre la semplice accoglienza Una storia di servizio qualificato che parte dalla parrocchia della Madonna della Misericordia di Francesco Boso F orse non tutti sanno di questa bella stranieri come i corsi di facilitazione lingui- storia. Ce la racconta Silvia Accurso, stica e aiuto ai compiti; laboratori come 31 anni. Ci parla del Centro Incon- l’arteterapia con i minori ricongiunti alla fa- tro, oggi uno dei più qualificati luo- miglia, per aiutarli a integrarsi nel nuovo ghi bressesi di attenzione agli stranieri e ai contesto di vita a loro sconosciuto. profughi. Ci sono classi di sole donne presso la par- Come nasce il Centro Incontro? Chi vi rocchia di Cormano. E un servizio di orien- lavora? tamento al lavoro per Il Centro Incontro è at- coloro che hanno ot- tivo da quasi 5 anni e tenuto il permesso di ha sede presso la protezione umanita- parrocchia Madonna ria e asilo politico, in- della Misericordia. sieme a “Dona un Nasce da un’idea che sorriso”. Non man- già circolava al Centro cano collaborazioni della Famiglia e alla con associazioni ed Commissione Mi- enti del territorio. granti: aiutare i molti Quali risorse vi so- stranieri a integrarsi stengono? nel nostro paese, an- Le risorse sono dando oltre la semplice accoglienza. Inizia quelle di tanti volontari che gravitano in- così la nostra avventura. torno alle tre persone regolarmente as- Che servizio avete offerto e offrite agli sunte. Perché è bello segnalare che da stranieri? questa solidarietà sono nati posti di lavoro Siamo partiti con l’offerta di corsi di lingua per alcuni giovani locali. La partecipazione italiana, poi allargati all’educazione civica, a bandi ci permette di sostenere economi- che permettono di avviare migliori condi- camente la nostra attività, unitamente a do- zioni di cittadinanza e di inserimento sociale nazioni che nella discrezione della carità ci e lavorativo. C’è una piccola quota da pa- vengono offerte. gare, perché attraverso la nostra solidarietà Quanti stranieri e profughi avete acco- cresca la loro responsabilità: ma l’indigenza stato in questi anni? non è mai un impedimento per parteci- Gli studenti che passano dalla nostra parvi, naturalmente. scuola sono circa 130 all’anno. Il servizio di Altre attività? orientamento al lavoro coinvolge 20-30 ra- Certo. Sono nati un servizio per i minori gazzi annualmente. E avanti così.
Squilla otto 2015:La Squilla Maggio 2013 29-09-2015 8:43 Pagina 13 VITA DELLA COMUNITÀ 13 In oratorio San Giuseppe Scuola di italiano e non solo Dalla Caritas e dalla San Vincenzo un’attenzione alle mamme di Flavio Campetti Q uando arriva in oratorio un ragazzo Tra i molti vorrei ricordare l’orgoglio con cui straniero, spesso è accompagnato una mamma del Marocco diceva di potersela da una mamma che parla meno ormai cavare egregiamente in Posta o in Co- bene di lui la nostra lingua. Ecco che mune. Per lei era un segno di grande dignità l’occhio attento dei nostri giovani preti diventa femminile: era riuscita a iscrivere alla scuola una proposta: “Signora, se vuole imparare superiore la propria figlia senza l’aiuto di nes- l’italiano, venga pure qui da noi”. Comincia suno. Oppure l’accompagnamento dai me- così il racconto di una volontaria della Scuola dici, in ospedale o negli uffici pubblici. E ci di italiano per stranieri “Ero straniero”. invitano fraternamente a frequentare le loro Come mai una scuola così? case. È una storia interessante: le intuizioni di servi- Avete lavorato anche con i profughi? zio agli stranieri prendono corpo negli stessi Certo. Nel 2012 il Comune aveva chiesto alla mesi nelle nostre parrocchie, e percorrono vie Caritas cittadina di farsi carico di 10 profughi differenti e complementari. La nostra piccola che la Prefettura aveva mandato a Bresso. In scuola è affidata a volontari pensionati, che si piccoli e umili alloggi del Comune (due dei prendono cura di chi ha orari difficilmente quali oggi gestiti da “Dona un sorriso”: vedi compatibili con corsi in classi con orari precisi, l’articolo), con le nostre Associazioni abbiamo a cui sono rimandati per i livelli successivi. In provveduto ad allestire per loro una sistema- sostanza, i nostri “alunni” sono mamme, che si zione dignitosa, aiutandoli a districarsi nei mi- giostrano tra le molte faccende di una famiglia steriosi meandri di una casa occidentale, spesso con figli piccoli o con lavoretti a sin- dall’uso della lavatrice alla raccolta differen- ghiozzo. A volte ci sono anche i loro bimbi pic- ziata. E come scuola ci siamo preoccupati di colissimi, che stanno in braccio agli insegnanti avviarli alla conoscenza della nostra lingua e mentre le mamme scrivono. della nostra cultura. Come lavorate con loro? In questo ambito è nata la Festa delle genti, Innanzitutto creando rapporti di familiarità, con che ha collegato le realtà a servizio di stranieri quella complicità femminile che smorza le ini- e profughi nate sul territorio e che ha visto la ziali diffidenze e paure. Dentro di essi si svolge loro stessa collaborazione: dovevate vedere l’insegnamento della lingua italiana, che esse con quale orgoglio offrivano assaggi dei loro desiderano e in cui si impegnano intensa- cibi etnici o sfoggiavano i loro vestiti tradizio- mente. Le diversità sono reali, ma, conoscen- nali! dosi, non impediscono di stare insieme Quante persone avete incontrato in questi fraternamente. È l’incontro umano che ci con- anni? traddistingue, vogliamo essere una presenza Qualche centinaio. Lo scorso anno, per esem- che accompagna. pio, sono arrivate 25 donne con relativi bimbi Qualche episodio? o in gravidanza. C’è futuro, come vedete!
Squilla otto 2015:La Squilla Maggio 2013 29-09-2015 8:43 Pagina 14 VITA DELLA COMUNITÀ 14 Un torneo di calcio estivo promosso dal Comune Non più locali o stranieri: sul campo di calcio ci sono solo giovani Anche le tre realtà sportive delle nostre parrocchie si sono spese per l’ospitalità e l’organizzazione dalla Redazione C ol declinare dell’estate il sindaco base sono un’ottima occasione di integra- ha voluto fortemente un torneo di zione di ragazzi e giovani. Nelle tre realtà calcio per mostrare ai profughi e sportive gemmate nei nostri oratori non alla città che occorre “dare un mancano presenze di ragazzi provenienti calcio ai pregiudizi”. Così ha interpellato le da altri Paesi. La loro dedizione a un torneo società di calcio bressesi per organizzare il che stempera le tensioni estive sul campo torneo Nelson Mandela: qualificazioni in profughi viene da una sensibilità che ha oratorio San Giuseppe e finale nel centro consuetudine con l’accoglienza. sportivo di via Deledda, con squadre miste Un tecnico di queste nostre società confi- composte da giocatori locali e da profughi. dava, in mezzo al tripudio della squadra Quel bianco-nero in campo raccontava già vincitrice del Torneo Mandela: “I mille punti molto. Anche i mass media si sono accorti di domanda sul futuro di questi ragazzi, ca- di questa iniziativa, che ha coinvolto il pre- tapultati a Bresso, rimangono intatti. Ma fetto di Milano e i sindaci dei comuni vicini. qui hanno potuto incrociare una ventata di Il sito del Comune di Bresso lo racconta nei umanità attenta alle loro persone. E sono dettagli. orgoglioso di esserci stato”. Certo, non Vorremmo sottolineare come, accanto alla basta un torneo di calcio, ma aiuta. Ec- scuola e agli oratori, le realtà sportive di come.
Squilla otto 2015:La Squilla Maggio 2013 29-09-2015 8:43 Pagina 15 VITA DELLA COMUNITÀ 15 L’obiezione infondata che accende una guerra tra poveri “Aiutate gli stranieri, e niente per gli italiani!” La storia tutta bressese di quattro anni di “Adotta una Famiglia”. E non solo dalla Redazione “A iutate gli stranieri, e non date resima 2015 hanno raccolto e inviato ai no- niente per gli italiani!”. “Altro stri missionari nel mondo € 20.800. Noi vo- che poveretti, i profughi: gliamo raccontare e agire, insomma, non guardate che cellulari hanno far proclami. Abbiamo davanti persone in mano!”. “E poi buttano via il cibo che gli come noi, che non esitiamo a chiamare fra- diamo noi: che tornino a casa loro se non telli, dove c’è il buono e il furbetto, l’onesto gli piace!” . “Bisogna aiutarli a casa loro, e l’inaffidabile. Accomunati tutti da tragedie non qua!”. Sono ritornelli che gli operatori di cui non vogliono parlare, se non col Caritas si sentono dire tutti i santi giorni. tempo e con l’amicizia. Ecco perché abbiamo intervistato Gaetano Come fate davanti a queste urgenze? Giordano, responsabile del Centro di Ci teniamo a dirlo: non facciamo proclami, Ascolto Caritas della nostra città. tanto meno facciamo polemica politica con Che cosa rispondete a queste obiezioni nessuno. Semplicemente ci ricordiamo che così frequenti? il Signore ci giudicherà, tutti, se avremo Rispondiamo raccontando e agendo. Per dato da mangiare a chi ha fame, vestiti a esempio, diciamo che l’unico legame con i chi è nudo, ospitalità a chi è straniero. E loro cari è dato dal cellulare: noi, che non cerchiamo di agire, saggiamente e opero- usciamo di casa senza il telefonino, ne fa- samente, di conseguenza. La carità è sem- remmo a meno se dovessimo affrontare pre intelligente o non è carità. viaggi così insidiosi e così lontani da casa? Sul cibo: le abitudini alimentari non sono uno sfizio: per quanto tempo il nostro fisico e la nostra psiche resisterebbero a una alimentazione africana o asiatica a cui non siamo avvezzi? Quando siamo all’estero, dopo un po’ la voglia di pasta o di un buon caffè diventa insosteni- bile… Circa l’aiuto a casa loro, doverosissimo: ogni parrocchia, da sempre, sostiene sostanzio- samente e continuativamente i missionari per lo sviluppo di quei paesi lontani: le nostre tre par- rocchie, per esempio nella Qua-
Squilla otto 2015:La Squilla Maggio 2013 29-09-2015 8:43 Pagina 16 VITA DELLA COMUNITÀ 16 È vero che si dà agli stranieri e si toglie Nelle tre parrocchie, Caritas, San Vincenzo agli italiani? e Movimento per la Vita si prendono cura di Basta vedere le cifre e i numeri del Fondo chi ha fame con un pacco di viveri mensile. “Adotta una Famiglia”, che è attivo a Oggi si aiutano così 211 famiglie. . Lo sto- Bresso dal 2011: a tutt’oggi sono state ac- maco di un italiano o di uno straniero ha gli compagnate 193 famiglie (561 persone, di stessi bisogni... La partecipazione alle Col- cui 214 minori), 99 italiane e 94 di naziona- lette del Banco alimentare e farmaceutico è lità estera, con un totale erogato di € una tradizione per la comunità cristiana 337.000 raccolti dai bressesi per le fami- bressese. Nella parrocchia dei ss Nazaro e glie bressesi. La gran parte degli aiuti, che Celso abbiamo appena allestito un’area di una commissione controlla con cura caso stoccaggio e di distribuzione viveri che a per caso, è finalizzata al pagamento del- breve sarà in funzione, trasferendovi que- l’affitto per qualche mese, permettendo alle sta attività dalla fatiscente “casa del sagre- famiglie una boccata d’ossigeno. La prima stano”, che presto sarà demolita. Non cosa è la casa, che tante famiglie hanno dimentichiamoci che c’è anche un fornito potuto mantenere grazie a questa solida- guardaroba per la raccolta e la distribu- rietà. Quando si condivide, si moltiplicano zione degli abiti che avviene settimanal- le risorse: è quando si trattiene solo per sé mente, di cui si avvalgono soprattutto che non bastano mai. I primi a essere sor- stranieri. presi da questa generosità siamo noi: non Vediamo ogni giorno fiumane di profu- avremmo mai immaginato di poter racco- ghi che arrivano da noi. È vero che gliere e distribuire una somma così. I biso- siamo sotto invasione? gni, comunque, sono sempre tanti. Vi do i dati diffusi recentemente da Caritas. E il cibo? E gli abiti? Nella classifica dei Paesi industrializzati che
Squilla otto 2015:La Squilla Maggio 2013 29-09-2015 8:43 Pagina 17 VITA DELLA COMUNITÀ 17 accolgono i profughi, nel 2014 l’Italia era al sistema dei rimpatri è assolutamente inef- 18° posto come incidenza delle domande ficiente e nei fatti demagogico: non si inve- di protezione in rapporto alla popolazione ste in modo significativo coi Paesi di residente con 2.600 domande ogni milione provenienza, pertanto è di fatto impossibile di abitanti. Al 1° posto c’è la Svezia con attuarli. 24.400 domande per milione di abitanti e Grossi problemi, dunque. la Germania al 9° con 2.100. L’Italia ha ri- Certo; complessi, vengono da lontano e di cevuto il 10% delle domande presentate lunga durata. La carità è doverosa nei con- nell’Unione Europea contro il 30% della fronti di questa gente che scappa dove ci Germania. Se poi vediamo il mondo, in Li- sono pace e pane, però è allo stesso modo bano è rifugiato 1 persona su 4 (25%), in doverosa per i Paesi europei una politica Giordania 1 su 10, mentre in Italia l’inci- condivisa, lungimirante e sicuramente one- denza dei rifugiati sul numero di abitanti è rosa. Ma la storia ci riserva questa sfida: in- compresa tra lo 0,15 e lo 0,2. Dunque: sieme possiamo, dobbiamo rispondervi. nessuna invasione. Ultima domanda: ma dove prendete i soldi? (Gaetano ride di gusto) Mi aspettavo la do- manda: è la nostra gente che si fida e li af- fida a Caritas. E il lavoro è tutto del volontariato. Mi sembra così normale… Ma quanto dura l’accoglienza dei profu- ghi? Questa è una delle debolezze inaccettabili del sistema italiano. La durata dell’acco- glienza dipende dal tempo che lo Stato im- piega per esaminare le domande e oggi la procedura dura dai 2 ai 3 anni. Capiamo l’esasperazione che scoppia tra questi gio- vani. I quali, sia chiaro, non possono lavo- rare, se non dopo 6 mesi e solo se è scritto sul permesso di soggiorno. Tutto ciò dà un inaccettabile carattere assistenziale all’ac- coglienza, che non favorisce certo i per- corsi di autonomia delle persone. Infine il
Squilla otto 2015:La Squilla Maggio 2013 29-09-2015 8:43 Pagina 18 VITA DELLA COMUNITÀ 18 Una comunità in Romania In viaggio sui Carpazi Una vera sorpresa oltre al pregiudizio di Alba Lo Piccolo e Katia Zanti L a nostra comunità quest’estate ha asburgico, abitate anche dalla minoranza proposto un viaggio in Romania. In ungherese. Vediamole. Sibiu: una tra le più Romania?!, ci si chiedeva, senza na- belle città della Transilvania, il cui centro scondere quel sottile pregiudizio (a storico è, grazie all’Unesco, patrimonio volte non tanto sottile) nei confronti di que- mondiale dell’umanità. Sighisoara: arroc- sta terra e di questo popolo. Sì, proprio in cata intorno alle sue torri aguzze, è la città Romania! E vi assicuriamo che per i 35 par- natale di Vlad l’impalatore, che la lettera- tecipanti è stata un’avventura che è andata tura ottocentesca ha trasformato in Dra- oltre il pregiudizio di una nazione arretrata, cula, ma che qui è un principe che lottò per senza storia e senza cultura. la libertà delle sue terre. Lasciata la Transil- I LUOGHI vania, si scende nella Moldavia romena e Atterrati a Bucarest, abbiamo attraversato si giunge in Bucovina, con i suoi splendidi la Transilvania e la dorsale dei Carpazi, terra monasteri, gloria del popolo romeno, che caratterizzata dal colore dei fiori. Fiori sui la fede ortodossa è riuscita a sottrarre alla davanzali dei balconi, delle finestre, sui pali follia di Ceausescu, che voleva chiuderli o della luce, dappertutto composizioni floreali venderli! E ancora, attraverso i Carpazi, le ad abbellire un ambiente a volte dimesso. gole di Bicaz, il Lago Rosso, la città di Bra- Risalendo fino alla Bucovina, ai confini con sov; Sinaia, la perla dei Carpazi, con il ca- l’Ucraina, e poi di nuovo in giù fino a Buca- stello Peles, residenza estiva della famiglia rest. La visita della Transilvania ci ha riem- reale. E infine Bucarest, con il palazzo del pito gli occhi di immagini di foreste di faggio Parlamento, secondo edificio più grande e abeti e tanti pascoli, castelli. Magnifiche le del mondo dopo il Pentagono, pazzesco antiche città fondate dai coloni tedeschi sogno di megalomani dittatori. (quanti lo sanno?), abbellite dal barocco LE PERSONE Spesso si fa confusione tra Rom e Romeni. Grazie alla nostra guida abbiamo imparato che con la parola «Romeno» si indica comunemente il cittadino della Romania, mentre il termine «Rom» identifica una minoranza etnico-linguistica. I «Rom» sono diffusi in tutti i Paesi d’Europa e hanno perciò varie nazionalità: esistono così Rom italiani, citta- dini a pieno titolo del nostro Paese, nati da famiglie italiane e cresciuti in Italia, Rom spagnoli,
Squilla otto 2015:La Squilla Maggio 2013 29-09-2015 8:43 Pagina 19 VITA DELLA COMUNITÀ 19 Rom serbi e così via. dare i nostri anni ’50. Tutto questo è stato In Romania, la minoranza Rom è molto nu- approfondito in un giorno e mezzo di sosta merosa: i suoi componenti sono cittadini a Bucarest, grande città affamata di busi- romeni che, oltre alla lingua nazionale del ness, con monumenti storici ottocenteschi loro Paese (il romeno, appunto), parlano di- accanto a brutte case di stile sovietico. versi dialetti della loro lingua romanés. Per- Tra le persone incontrate non si può di- ciò, detto in estrema sintesi, tutti i Rom menticare un vero personaggio, suor Ta- romeni sono cittadini della Romania, ma tiana, del monastero di Voronet, la Sistina certo non tutti i Romeni sono Rom. dell’Oriente: sembrava non respirare tra I Romeni sono belle persone, schive e ri- una frase e l’altra, talmente era forte il suo servate, che solo dopo che hanno cono- desiderio di raccontarci la storia più bella sciuto il loro interlocutore riescono a mai raccontata, quella biblica. Lo ha fatto in comunicare. Dividono la storia in prima e maniera semplice e forte allo stesso dopo il dicembre 1989, perché gli anni duri tempo, e dopo un’ora eravamo sazi, ma e bui del comunismo hanno segnato la co- non stanchi. Diversissime le Suore del Mo- scienza e la vita di tutti. Le atrocità com- nastero di Agapia che, invece, con la loro messe dai servizi segreti erano tali da non minuziosa pazienza e maestria, creano consentire di fidarsi neppure di amici e pa- splendide icone e stupendi tappeti. renti, con modalità che cercavano con ogni Al castello di Peles ha guidato la nostra vi- mezzo di appiattire l’intelligenza, i senti- sita una ragazza che sembrava venuta fuori menti, la volontà. dai fumetti e che, con il suo cortese “Si- Oggi è un’altra storia. Ma non meno diffi- gnore e Signori”, ci invitava alla visita della cile. Lo stipendio medio in Romania è di sala successiva facendoci immaginare di circa € 250, appena sufficiente per la so- condividere momenti della giornata con la pravvivenza di un popolo ricco di giovani, vita della famiglia reale. ma spesso mancanti di iniziativa per uscire In visita al centro di Marginea, laboratorio da una dignitosa povertà, che ci fa ricor- di produzione della ceramica nera, gli ope-
Squilla otto 2015:La Squilla Maggio 2013 29-09-2015 8:43 Pagina 20 VITA DELLA COMUNITÀ 20 rai plasmavano l’argilla con gli stessi iden- Per tutti i partecipanti, in particolare per gli tici gesti, ma con risultati unici per ogni operatori Caritas presenti, questo viaggio pezzo: nessun vaso o altro oggetto è iden- è stato illuminante perché ci ha permesso tico all’altro. di conoscere un po’ di più tutte quelle per- Oltre il passo di Borgo, un incontro ina- sone che da questa terra arrivano e si ri- spettato. Fermato il pullman per scattare volgono anche ai nostri centri Caritas, che alcune foto allo stupendo panorama, due incontriamo negli oratori, a scuola, nelle so- bambine ci vengono incontro per vendere cietà sportive, poiché i romeni in Italia sono le uova dipinte caratteristiche del posto. Un più di 1 milione e 100.000, il 22% degli im- indimenticabile squarcio di semplicità e migrati. candore che s’intonava con l’austero e no- Desideriamo concludere con le parole di bile panorama circostante. Papa Francesco, al Consiglio d’Europa nel LA CHIESA ORTODOSSA 2014: “Per conquistare il bene della pace La Chiesa ortodossa romena è la seconda occorre anzitutto educare a essa allonta- Chiesa ortodossa per numero di fedeli, nando una cultura del conflitto, che mira dopo quella russa. È la sola Chiesa orto- alla paura dell’altro, all’emarginazione di chi dossa che usa una lingua romanza nella li- pensa o vive in maniera differente. È vero turgia. Ha quasi venti milioni di fedeli, che il conflitto non può essere ignorato o guidati dal patriarca Daniel, con sede a Bu- dissimulato, dev’essere assunto. carest. È divisa in sei metropolìe, che com- Ma se rimaniamo bloccati in esso per- prendono ventisei diocesi, molte fondate o diamo prospettiva, gli orizzonti si limitano, rifondate dopo i cambiamenti politici del la realtà stessa rimane frammentata. 1989. Ci sono in Romania più di 14.500 Quando ci fermiamo nella situazione con- chiese per gli ortodossi romeni, nostri fra- flittuale perdiamo il senso dell’unità pro- telli, poiché la fede cristiana è comune e fonda della realtà, fermiamo la storia e prima o poi si arriverà a condividere anche cadiamo nei logoramenti interni di contrad- lo stesso Pane eucaristico. dizioni sterili”.
Squilla otto 2015:La Squilla Maggio 2013 29-09-2015 8:43 Pagina 21 VITA DELLA COMUNITÀ 21 Fra’ Cristiano diventa diacono La Chiesa mi sceglie e mi invia Cristo ci chiede coerenza di vita tra quello che annunciamo e quello che facciamo di fr. Cristiano Castegnaro I n questi ultimi anni è un susseguirsi di cerdozio ma per il servizio, cioè sono chia- eventi che stanno cambiando la mia vita: mati ad animare-dirigere (=pascere) nella meno di un anno fa la professione so- carità la Chiesa, quindi il diacono non è or- lenne nell’Ordine dei frati minori, dopo un dinato al servizio della Chiesa, ma a gui- cammino di discernimento durato sei anni; dare il servire della Chiesa. Se il vescovo tra poco, il 10 ottobre, l’ordinazione diaco- riassume ambedue i ministeri, quello del nale. Vi devo confidare che, se la prepara- sacerdozio e quello del servizio, il diacono, zione alla professione solenne è avvenuta insieme al presbitero, rappresenta le brac- con tranquillità e convinzione, per quello cia dell’azione del vescovo. È bello pensare che riguarda l’ordinazione diaconale c’è in- che nel sacramento dell’Ordine il primo vece uno stato di timore misto a inadegua- grado sia il servizio, la diaconia: è come il tezza. Sempre di più mi rendo conto che con il primo grado del sacramento dell’Or- dine la Chiesa mi sceglie e mi manda a vi- vere in modo più prossimo la mia appartenenza a Cristo. Tutti noi apparte- niamo a Lui, ma solo alcuni con modalità diverse decidono di seguirlo in modo più esclusivo. In questa scelta c’è una moda- lità di dimorare presso di Lui che è appa- gante, ma che ti chiede un “sì” totale. Nei documenti conciliari del Vaticano II si parla del ministero diaconale. In particolar modo, nella Lumen gentium al n. 29 si dice: “In un grado inferiore della gerarchia stanno i diaconi, ai quali vengono imposte le mani ‘non per il sacerdozio, ma per il ser- vizio’. Sostenuti dalla grazia sacramentale, in comunione col vescovo e col suo pre- sbiterio, essi sono al servizio del popolo di Dio nella diaconia della liturgia, della parola e della carità”. Questo capoverso mette bene in evidenza quali sono le peculiarità richieste al diacono: in primis viene detto che i diaconi sono ordinati non per il sa-
Squilla otto 2015:La Squilla Maggio 2013 29-09-2015 8:43 Pagina 22 VITA DELLA COMUNITÀ 22 cammino che Gesù ha fatto fare ai suoi di- della Chiesa e quindi deve essere pesata, scepoli in quei tre anni di vita con loro; ha meditata, vissuta. Ecco perché il servizio insegnato che cosa vuol dire essere servi, della carità non è un optional; esso ti mette che cosa vuol dire essere in ascolto del suo in gioco, ti prova con la pazienza, con il popolo, fino ad arrivare a quel gesto della fuoco in quello che dici e fai. I poveri sa- lavanda dei piedi che riassume tutto il suo ranno sempre con noi e i poveri talvolta cammino ormai prossimo alla croce. sono rompiscatole, pesanti, insistenti, ven- Sono tre gli ambiti in cui si attua la diaconia: gono sempre quando vorresti stare in la liturgia, la parola e la carità; questi tre pace, eppure sono coloro che danno un ambiti vengono specificati anche nella litur- senso al nostro modo di agire. Di fronte a gia dell’ordinazione diaconale nel momento un Dio che si prende cura di noi a tutte le delle interrogazioni e promesse di obbe- ore, che non si stanca mai di perdonarci, dienza. Leggendo le interrogazioni mi ri- noi non possiamo fare diversamente. Di trovo a pensare a quello che sarò chiamato fronte a questo ministero, di fronte al sì pro- a fare, soprattutto all’annuncio della Parola nunciato un anno fa, il Signore prende sul e al servizio della carità, due elementi che a serio quello che ho promesso e normal- mio parere sono strettamente legati. L’an- mente ci manda là dove non vorremmo an- nuncio della Parola non è sicuramente un dare, perché ci vuole aiutare a crescere, a compito facile, non si tratta semplicemente essere cristiani adulti, capaci di lasciare di leggere ma di vivere giorno dopo giorno tutto solo per ricevere una vita piena. Per- quello che il Signore ci insegna. Il Vangelo ché vi dico tutto questo? Perché a settem- è un messaggio rivoluzionario, chiede di bre sarò spostato in un convento di Milano prendere posizione, perché non si può ri- e in un servizio in cui ho sempre fatto fa- manere neutrali. Cristo ci chiede coerenza tica. Ma io la vedo come una opportunità di vita tra quello che annunciamo e quello che il Signore mi dà perché mi ama e vuole che facciamo. Ogni parola proclamata du- aiutarmi in questo cammino di felicità. Ri- rante le celebrazioni eucaristiche non è la cordiamoci che il suo “potare” è per dare parola di fr. Cristiano, ma è Parola di Dio e più frutto. Ora vi chiedo, in questo tempo che rimane all’ordinazione diaconale, di pregare per me e per il mio confratello, perché questo ministero possa essere occasione di cre- scita per noi e per chi incontreremo, e fin d’ora vi invito all’ordinazione diaconale del 10 ottobre a Chiampo (VI), affinché questo giorno di festa possa essere condiviso con ciascuno di voi. Il Signore vi dia Pace. Fr. Cristiano Castegnaro annuncia la sua ordinazione diaconale sabato 10 ottobre, ore 15.30, a Chiampo (Vicenza)
Squilla otto 2015:La Squilla Maggio 2013 29-09-2015 8:43 Pagina 23 COLORI DEGLI ORATORI 23 L’omelia di saluto di Don Pier Il Signore mi ha custodito attraverso la cura di molti di voi Vi affido al Signore, l’unico che non perde nulla di quanto ha ricevuto di don Pierpaolo Zannini C ari amici, la notizia della mia par- Mistero, che professiamo Buono, Paterno. tenza per un nuovo incarico, mi Il partire per una nuova missione è dunque ha portato più volte in questi mesi una chiamata che mi chiede di rinnovare la a “sostare” con la memoria da- fiducia nel Signore, l’unico che è fedele e vanti al tempo vissuto insieme, agli eventi che resta lo stesso ieri, oggi, nei secoli. Del accaduti, alle scelte compiute… resto tutto ciò l’ho potuto constatare in Devo dire che dopo un primo momento di questi anni qui tra voi, quando penso da smarrimento ho iniziato a pensare che il una parte al fatto di aver incontrato molte fatto fosse – per forza – rivelativo di una persone, che in nome di una fede semplice nuova chiamata, o vocazione, di Dio; per- si sono avvicinate con generosità, bontà, ché con gli occhi della fede siamo costretti disponibilità, e hanno accompagnato e so- a giudicare sempre gli eventi come una stenuto la mia presenza e il mio agire, ma pro-vocazione che il Signore ci pone per dall’altra quando penso al cammino inte- crescere. Noi, non possiamo, infatti cre- riore, alla crescita sapiente e profonda dei dere insieme al “caso” e alla “provvidenza”. ragazzi e genitori che ho aiutato e guidato, E vorrei allora esprimermi alcuni sentimenti perché incontrassero il Signore e potessero che mi accompagnano, perché intuisco seguirlo come vero maestro. che questi brevi ma intensi anni sono stati Posso allora dire che Cristo ha degli amici, un segno che il Signore ci ha posto di dei discepoli anche qui a Bresso, e mi ha fronte, perché scoprissimo il suo disegno. dato la possibilità di incontrarli, conoscerli, Anzitutto rinnovare sempre la fede amarli, perché diventassero quel segno Coraggio lasciare tutto indietro e andare concreto del centuplo in padri, madri, fra- Partire per ricominciare telli e sorelle, che vengono “regalati” a chi lo Che sei ci pensi siamo solo di passaggio segue. Il Signore è fedele, mi ha custodito E per quanta strada ancora c’è da fare attraverso la cura di molti di voi! In questo Amerai il finale senso tanti volti di ragazzi e adulti rimar- L’arrivare o il partire in una parrocchia è ranno sempre nella mia memoria, con gra- sempre un momento di fede. È necessario titudine e preghiera. credere che è Dio a portare avanti la nostra Custodire il senso della storia. vita e a condurci! Anche nella vita di chi non Una delle debolezze più grandi del nostro è prete il Signore “conduce” tra continue tempo e in particolare della vita dei nostri novità; perché ogni giorno con i suoi fatti giovani – dicono gli esperti – è il fatto che più facili o difficili diventa il luogo in cui im- siano alla ricerca sempre di nuovi eventi, pariamo ad affidarci e a consegnarci ad un nuove emozioni, sempre “effervescenti” e
Squilla otto 2015:La Squilla Maggio 2013 29-09-2015 8:43 Pagina 24 COLORI DEGLI ORATORI 24 in nome di questo a prendere sempre piccoli passi, sguardi, proposte, correzioni, nuove direzioni, senza riuscire invece a rac- esortazioni ripetuti ogni giorno…è la frater- cogliere il senso degli avvenimenti che vi- nità. Per questo motivo dobbiamo preoc- vono e trasformarli in storia. cuparci della nostra vita quotidiana, delle Dico questo perché vorrei invece che, esperienze che facciamo giorno dopo come afferma san Paolo “tante esperienze giorno, delle amicizie che scegliamo… non fossero fatte invano”. Non è infatti suf- Ringraziare per le amicizie vocazionali ficiente aver passato del tempo insieme, Prendo spunto da un libro a me molto caro aver compiuto tante belle iniziative, per dire sul concetto di amicizia. “siamo cresciuti”. Ad un prete, infatti, inte- L’amicizia nasce quando in due o tre (che ressa che ogni cosa sia circostanza per sono alla pari)…si guarda nella stessa dire- crescere e non solo riempitivo di tempo. zione e ci si accorge che in questo sguardo L’esperienza cristiana, infatti, non è qual- l’uno aiuta l’altro a capire, a camminare di cosa che resta alle spalle, ma è qualcosa più. Per questo l’amico si riceve come che viene nel presente (e nel futuro) dono gratuito…ma attraente. “Egli mi aiuta quando si permette a Dio di parlare e di a camminare più profondamente nella ri- guidare anche la nostra vita. Ciò significa cerca del Vero- Bello- Buono; non voglio al- che noi tutti abbiamo un compito: ripen- lora perderlo. L’amicizia vera allora resiste sare a cosa è avvenuto tra noi in questi se è “vocazionale”, cioè se l’uno sa e può brevi anni, ricordarlo (cioè farlo entrare nel richiamare l’altro…in ogni momento…per- cuore) e custodirlo perché possa conti- ché gli è “Vicino” per ciò che conta. nuare a parlare e ad “ammaestrare”. Carissimo fratelli ecco tutto! Io ripenso a molte cose accadute, a fatti Vi ringrazio di ogni bene che mi avete mo- gioiosi o difficili, a persone felici o a situa- strato (tanto, tantissimo!); mi scuso di ogni zioni faticose, ai ragazzi incontrati e che mancanza di attenzione che ho avuto. Vi hanno camminato e a quelli indifferenti o affido al Signore, l’unico che non perde che si sono allontanati e mi dico così: “che nulla di quanto ha ricevuto! Grazie. grande responsabi- lità abbiamo verso la nostra vita, con le scelte che fac- ciamo”. E vorrei che questa consapevo- lezza venisse vista da tutti: ciascuno verso se stesso, gli educatori verso i loro ragazzi, i geni- tori verso i figli, un oratorio intero verso le nuove generazioni che si presentano. La nostra vita di- venta storia (buona) attraverso i molti
Squilla otto 2015:La Squilla Maggio 2013 29-09-2015 8:43 Pagina 25 COLORI DEGLI ORATORI 25 Gli adolescenti dei tre oratori in fiaccolata a Colle don Bosco Una fiaccola per illuminare la vita di Sofia Riccardi C hiunque mi conosce sa che la corsa, per me, è un’inutile tortura. Quindi, di fronte a una proposta come un weekend di “staffetta”, peraltro proprio prima dell’inizio della scuola, ciò che ho pensato come prima cosa è stato: “Perché?”. Eppure, un po’ per fiducia un po’ per stare con i miei amici, alle otto di mattina del 12 settembre ero sul pullman di- retta verso Colle Don Bosco. Dopo il viaggio, come sempre ricco di divertimento, ci siamo fermati a mangiare e, visitato l’interessante dati: due giorni di corsa, due Messe, un museo etnografico salesiano, testimo- oratorio dove dormire (per terra), tanti edu- nianza di una missione che abbraccia il catori impegnati per la guida sui pulmini o mondo intero, abbiamo celebrato la la cucina, un’ambulanza, un numero im- Messa, durante la quale è stata accesa e precisato di caffè improvvisati, un centinaio benedetta la fiaccola. di ragazzi dai quattordici ai diciotto anni dei Da questo luogo così significativo per la tre oratori bressesi e, soprattutto, un’unica storia degli oratori è partito il primo gruppo fiaccola passata di mano in mano ad unirci. di ragazzi. È difficile raccontare nei dettagli Sì, perché nessuno di noi avrebbe potuto la fiaccolata, così mi limiterò a citare alcuni portarla da solo per l’intero tragitto, ma con l’impegno di ciascuno è stato possi- bile far viaggiare la fiaccola per oltre 150 chilometri. Correndo, ho pen- sato che in fondo stare in oratorio è sempre come vivere una fiaccolata, esigente perché richiede fatica, ma se si ha bene in mente l’obiettivo, se- guire e far seguire non una luce umana, ma Gesù, luce del nostro cammino, è eccitante e cambia dav- vero in meglio la nostra vita. Per cui, nonostante i dubbi iniziali, sono pronta per la prossima proposta degli oratori!
Squilla otto 2015:La Squilla Maggio 2013 29-09-2015 8:43 Pagina 26 CIVICA 26 Un’importante istituzione sociale cittadina: la Cooperativa Bressese Case Popolari Siamo arrivati a cento Un agile volumetto, che vedrà la luce in concomitanza con i festeggiamenti del centenario previsti per sabato 10 ottobre, sarà distribuito gratuitamente a tutti i soci di Ambrogio Giussani E ccoci di nuovo a raccontare un altro un fatto molto singolare: nonostante che spicchio di storia locale, dopo le all’epoca Bresso fosse un paese a preva- pubblicazioni riguardanti “Perso- lente vocazione agricola, nessuno tra i fon- naggi e mestieri nella storia di datori esercitava il mestiere del contadino. Bresso” (ed. 1992), “Vie dedicate ai bres- Troviamo infatti impiegati, fattorini, arti- sesi” (ed. 1998) e “Una scuola di vita - 80° giani… ma nessun agricoltore. Anche la dell’oratorio S. Giuseppe ” (ed. 2012). presenza di ben due sacerdoti tra i primi 16 Questa volta, oltre alla consueta passione soci ha destato in me una certa sorpresa, per le proprie radici che ha sempre carat- quasi che fosse un paese di stampo “cleri- terizzato i precedenti lavori, sono stato sti- cale”. Invece, rileggendo attentamente la molato anche dallo scoprire che un mio storia dell’impegno sociale dei cattolici a omonimo sia di nome che di cognome, vis- cavallo tra il XIX e il XX secolo, ho consta- suto a cavallo tra l’800 e il ’900, fosse stato tato che il nostro paese non costituiva af- uno dei soci fondatori della Cooperativa e fatto un’eccezione, in quanto molti altri in seguito presidente della stessa. Pur- preti, in quegli anni, furono tra i principali troppo, questo nostro avo non era un mio animatori e organizzatori del movimento parente; invece, congiunto in linea retta lo cooperativistico cattolico italiano. fu Edoardo Tagliabue (mio nonno da parte Mentre procedevo con i lavori, mi sono ac- di madre), che compare tra i nuovi associati a decor- rere dall’anno 1929. Così, nuovamente galvanizzato, ho in- cominciato a esa- minare tutti i verbali delle assemblee e dei consigli di am- ministrazione, l’atto costitutivo, lo sta- tuto, il libro soci… dalla fondazione ai giorni nostri. Subito mi sono accorto di
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