"Ero straniero e mi avete accolto" - Le parrocchie di Bresso e gli stranieri - Comunità pastorale ...

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"Ero straniero e mi avete accolto" - Le parrocchie di Bresso e gli stranieri - Comunità pastorale ...
Squilla otto 2015:La Squilla Maggio 2013   29-09-2015   8:42   Pagina 1

           «Ero straniero
         e mi avete accolto»
                    Le parrocchie di Bresso e gli stranieri

                                                               Anno LXXXVI - Numero 10 - Ottobre 2015
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     Le parrocchie si aprono all’accoglienza dei profughi
     La risposta di comunità e istituti religiosi all’appello del cardinale Scola di
     offrire ospitalità. Anche il Centro storico si interroga e invita alla solidarietà

    N
                 on è caduto nel vuoto l’appello             In Diocesi sono 28 i centri di accoglienza
                 del cardinale Angelo Scola, lan-            gestiti da Caritas Ambrosiana attraverso le
                 ciato lo scorso 2 settembre du-             cooperative sociali convenzionate con le
                 rante la presentazione della sua            prefetture e che in totale riescono a ospi-
     nuova Lettera pastorale ai decani della Dio-            tare fino a 456 persone. Sono invece 18 le
     cesi, di aprire le porte ai profughi. Da parte          strutture che rientrano nel Sistema di pro-
     sua la Diocesi ha già messo a disposizione              tezione per richiedenti asilo e rifugiati
     6 immobili, tra case e strutture per un totale          (Sprar) grazie a un accordo tra Comune e
     di 130 posti, mentre diverse realtà hanno               ministero degli Interni: un’operazione che
     già raccolto l’invito: finora le parrocchie am-         garantisce al momento 325 posti letti. In
     brosiane hanno messo a disposizione 28                  questi giorni anche le parrocchie del Cen-
     alloggi (di cui 15 solo a Milano), mentre 7             tro storico di Milano vogliono fare qualcosa.
     istituti religiosi si sono aperte all’ospitalità.       Continua su: www.incrocinews.it

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     Scene di vita diocesana

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     MILANO                                                  13:26 PM – 24 Sett 15 #visitascola @angelo-
     «Trasmettiamo agli altri la gioia                       scola “Gli adulti hanno perso tanto perché la-
     che ci dà lo Spirito Santo»                             sciati confondere dalla vita frammentata”
     Nicola Lamberti spiega il motto che ha ac-              13:23 PM – 24 Sett 15 #visitascola @angelo-
     compagnato l’ordinazione diaconale dei 25               scola “L’oratorio fenomeno formidabile di for-
     seminaristi ambrosiani e di un giovane pro-             mazione dei ragazzi”
     veniente dalla diocesi di Catanzaro...                  10:48 AM – 24 Sett 15 Le diocesi lombarde
     Continua su: www.incrocinews.it                         ospitano oltre 3.000 richiedenti asilo
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     LA PAROLA DEL PARROCO
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     Il peccato di Sodoma

    Q
                  uest’estate siamo stati tutti tur-        siamo dimenticare che siamo cristiani, e
                  bati dalle vicende dei profughi. E        pensare solo ai nostri interessi, ai nostri af-
                  continuiamo a esserlo. Anche lo-          fari, fino a insultare chi ci richiama ai nostri
                  calmente, vista la presenza del           doveri cristiani. Non possiamo pensare
     campo di via Clerici. Proprio quest’estate             solo al nostro comodo star bene. I pro-
     chi è andato a Messa domenica 21 giugno                blemi dell’emigrazione, dell’accoglienza in-
     ha sentito proclamare la Parola di Dio sul             telligente e della giusta integrazione sono
     peccato di Sodoma (Genesi, capitoli 18-                serissimi e molto onerosi; ma non pos-
     19). Una pagina dura, che parla di esclu-              siamo non usare tutta l’intelligenza e la re-
     sioni, di distruzioni, di rovina. Sodoma e             sponsabilità per affrontare un fenomeno di
     Gomorra sono distrutte con un fuoco che                portata epocale, che durerà per molti altri
     cade dal cielo a causa del loro peccato,               anni. Se non lo facciamo, la storia giudi-
     “che – dice la Bibbia – è troppo grave e               cherà la nostra ignavia e la nostra irre-
     troppo alto è il loro grido”. Ma che ha fatto          sponsabilità, e le giudicherà anche Dio. E
     mai questa gente di Sodoma e Gomorra                   giudicherà anche le parole, i sentimenti e le
     per meritare una sorte così dura? Qual è il            azioni di cuori duri e senza pietà.
     loro peccato? Non è quello che possiamo                Se dobbiamo manifestare diffidenza e sde-
     immaginare: il peccato di Sodoma e Go-                 gno, questi atteggiamenti non vanno diretti
     morra è aver mancato al dovere del-                    sui profughi, ma su altri soggetti, che
     l’ospitalità. Di aver chiuso il cuore                  stanno silenziosamente nell’ombra. Per
     davanti a stranieri che chiedevano ac-                 esempio: chi ha prodotto, venduto e com-
     coglienza, di averne violato e devastato               prato le armi che causano le guerre nei loro
     la dignità.                                            Paesi? Da quali banche passano le transa-
     Questo è il peccato di Sodoma e Gomorra.               zioni finanziarie per tali operazioni? Chi pro-
     Ci chiediamo se è solo il peccato di queste            tegge ed esercita quella vera e propria
     due città: o è anche quello delle nostre               tratta di esseri umani che è questa fuga for-
     terre illuminate e cristiane, davanti ai profu-        zata verso i Paesi dove c’è pane? Chi vi
     ghi del Sud del mondo che chiedono ospi-               guadagna? E chi la tollera, per non avven-
     talità alla nostra sempre pur benestante               turarsi in gineprai in cui è difficile (e costoso)
     Europa.                                                addentrarsi? Andiamo avanti: potremmo
     Noi abbiamo da quasi due millenni la gra-              farci domande su chi specula sulle risorse
     zia di essere invitati alla festa del regno di         e sulle materie prime e crea miseria in que-
     Dio, poiché siamo credenti in Gesù: ma in              sti Paesi da cui i migranti fuggono. Sulle
     questa gravissima e serissima vicenda che              classi dirigenti corrotte di molti Paesi con
     è l’emigrazione di disperati, ci sono anche            cui i Paesi ricchi fanno indifferentemente af-
     cristiani che si comportano come quelli che            fari. Sui governi dei Paesi ricchi che hanno
     rifiutano l’invito alla festa: “Ma quelli non se       tagliato e tagliano risorse destinate a pro-
     ne curarono e andarono chi al proprio                  getti di solidarietà e sviluppo per i Paesi po-
     campo, chi ai propri affari; altri poi presero         veri (altro che “Aiutiamoli a casa loro”). Su
     i suoi servi, li insultarono e li uccisero” (Mt        chi specula o dissipa le risorse loro desti-
     22,5).                                                 nate.
     In questa vicenda dei profughi non pos-                Su tutti costoro i profeti dell’Antico Testa-
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                                                                 LA PAROLA DEL PARROCO
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     mento e Gesù stesso avrebbero letteral-             per le persone e le istituzioni che chiudono
     mente tuonato. Ma non su questi poveri              la porta a questa gente che cerca una fa-
     cristi in fuga. Mai.                                miglia, che cerca di essere custodita.
     Oggi più che mai viviamo in una “casa co-           Dio non voglia che la nostra civiltà si di-
     mune”, dice il Papa nella sua Enciclica Lau-        strugga a causa della chiusura del cuore e
     dato si’, e non possiamo pensare solo alla          dell’intelligenza davanti ai richiami del Van-
     nostra comoda stanzetta. Ha detto il Papa           gelo e davanti a “tanti fratelli e sorelle che
     nell’udienza dello scorso mercoledì 17 giu-         cercano rifugio”.
     gno (2015): Preghiamo per tanti fratelli e          Fratelli e sorelle, appunto, dove ci sono
     sorelle che cercano rifugio lontano dalla           buoni e cattivi: la gente di tutti i Paesi del
     loro terra, che cercano una casa dove               mondo è così: ce ne stupiamo? Proprio in
     poter vivere senza timore, perché siano             questa estate così tragica per la sorte di
     sempre rispettati nella loro dignità. Inco-         tanti profughi, la Parola di Dio ci ha provvi-
     raggio l’opera di quanti portano loro un            denzialmente raggiunto.
     aiuto e auspico che la comunità internazio-         Accogliamola e pensiamoci su, fratelli,
     nale agisca in maniera concorde ed effi-            prima di dire parole di cui un domani ci ver-
     cace per prevenire le cause delle migrazioni        gogneremo amaramente.
     forzate. E vi invito tutti a chiedere perdono                            Il prevosto don Angelo

     P.S.: In questo numero ci sono articoli che raccontano che cosa fanno i cristiani di Bresso
     e le nostre parrocchie per questo dramma. E non da oggi. Non amiamo parlarne troppo, per-
     ché “non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra” (Mt 6,3).
     Ma siamo persuasi che il racconto del ruscello della carità operosa e intelligente, che per for-
     tuna percorre sempre la storia, oggi possa svelenire il clima, schiarire i cuori confusi e inco-
     raggiare tutti al bene.
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     LA NOSTRA COMUNITÀ
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     Rinati al fonte battesimale
     DE CAPITANI Lorenzo         GRASSI Francesco              MASSTRONARDI Michele Giuseppe
     MAZZONI Aurora              PERRONE Asia                  ZAVAGLIA Ilaria
     ZINI Rachele Alessia        MANCINO Angelica              VIANI Marco

     Sposati nel Signore
     VIANI STEFANO con RIVA MONICA
     PEDOTE Luca con SPERA Valentina
     VACCA Daniele con BATTISTA Jessica
     Riposano in Cristo                                CASSAGHI Rosanna di anni 80
     CAZZETTA Francesco di anni 65                     MILANA Francesco Paolo di anni 78
     PITZOLU Bruna di anni 73                          BERARA Olga di anni 80
     CASALGRANDI Laura di anni 82                      RIVIERA Lina di anni 84
     BIGAZZI Lina di anni 97                           MARVARDI Elisa di anni 96
     DINUBILA Rosa di anni 96                          DINUBILA Rosa di anni 96

                                      Legati del mese di ottobre
          2      ore     7        LOVATI Felicita, TAGLIABUE Alessandro e Radegonda
          3      ore     9        Defunti gruppo missionario
          5      ore     7        GABBIANI Vittorio e Angela
         13      ore     7        BRAMBILLA PISONI Luigi, Angelo e TORRICELLI Fiorina
         14      ore     7        ANNONI Candido e RECALCATI Maria
         16      ore     7        COMOTTI Pierina e ROSSINI Giuseppe
         17      ore     9        DE PONTI Vincenzo e LOVATI Cesarina
         19      ore     9        STRADA Luigi
         20      ore     7        AULETTA Antonio e AGOVINO Saveria
         21      ore     7        BRENNA Francesco e Clemente, BRAMBILLA Emilia e GATTI Rosa
         23      ore     9        DONZELLI Alfredo e STRADA Ida
         27      ore     7        CALLONI Maria, Suor Adele e Giovanna
         29      ore     7        STRADA Carlo e DE PONTI Antonia

                                     Legati del mese di novembre
          7      ore     9        MORA Everardo e SCARAMARI Iole
         11      ore     9        Famiglia RIBOLDI
         12      ore     9        VILLA Giuseppe e Luigina
         23      ore     9        Famiglia NATALE Giuseppe, Antonio e Anna
         24      ore     7        BIANCHI Carlo e SAVINI Sandra
         28      ore     18.30    MARTELLI Francesco e ZAGHENO Anita
         30      ore     9        FORMAGLIO Angelo e DALL’ARMI Olga

          Per verificare il calendario 2016 dei legati i parenti- qualora non l’avessero già fatto
                 gli scorsi anni - passino in Segreteria Parrocchiale (lun-ven h. 17.30-19).
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                                                                                           NOTIZIARIO
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     Le feste degli oratori                                 Ci ha lasciato in punta dei piedi
     Settembre è un mese che ci precipita su-               Con la stessa discrezione con cui aveva
     bito nel tempo bellissimo e impegnativo                vissuto, il giorno 3 settembre u.s., la si-
     della preparazione delle feste degli orato-            gnora Ada Cazzaniga, classe 1928 e
     rio. È come quando, la domenica, una                   mamma del nostro Prevosto, è tornata alla
     madre stende la tovaglia per accogliere i              Casa del Padre: improvvisamente, per un
     propri figli a pranzo: così la Comunità cri-           malore mentre era a casa della sorella a
     stiana si adopera perché i suoi figli più gio-         Montesiro di Besana Brianza. Un’esistenza
     vani trovino esperienze e accoglienza                  vissuta al servizio dell’intera famiglia (due
     stimolante il cammino che inizia. Preparare            figli e il marito) e negli ultimi tempi del solo
     una festa dell’oratorio è impegnativo: figu-           don Angelo. Sempre in secondo piano,
     riamoci tre...                                         dopo il figlio sacerdote e il marito Alessan-
     Ma come una mamma che prepara il                       dro, con umiltà e con quella infinita dispo-
     pranzo della festa non lo fa per poter dire            nibilità tipica della mamme di questa
     “Come sono brava!” così una festa del-                 generazione. Schiva e talmente discreta da
     l’oratorio non è per mostrare la potenza               non osare nemmeno chiedere al figlio dove
     della nostra organizzazione, ma per far                andasse durante le sue numerose uscite
     sentire ai ragazzi e alle loro famiglie il buon        da casa per il suo servizio in Parrocchia. A
     profumo di Vangelo, incoraggiandoci vi-                volte e solo se interrogata sull’assenza di
     cendevolmente a viverlo ogni giorno.                   don Angelo, ci rispondeva: “Non so dove
     Un grazie a tutti: in prima fila le famiglie, i        sia, mi ha detto solo che non torna a cena”.
     giovani e gli adolescenti che hanno fatto              Ora, si è riunita al marito Alessandro che
     percepire un vivace e accogliente clima fra-           l’aveva preceduta nel 2013, e dal quel
     terno in tutti e tre gli oratori.                      Luogo, sicuramente accompagnerà an-
                                                            cora, in un modo tutto speciale, i suoi figli.
     Don Gianfranco finalmente fuori dalla                                                      La redazione
     terapia intensiva
     Già abbiamo raccontato della.. vacanza a
     Niguarda di don Gianfranco Radice: dopo
     l’operazione al cuore, più di due mesi in te-
     rapia intensiva, dal 22 luglio al 28 settem-
     bre. Ma ora, nel momento in cui scriviamo
     è finalmente arrivato al luogo della sua ria-
     bilitazione, l’istituto Palazzolo di Milano. Gli
     insegneranno di nuovo, oltre ad attivare
     una terapia cardiaca, a respirare, deglutire
     e camminare: sembra impossibile, ma pos-
     siamo “dimenticare” come si fa.
     La sua pazienza è ammirevole, e il suo mo-
     rale alto: non passava giorno che dalla te-
     rapia intensiva non chiedesse “Cosa
     succede in parrocchia e nel mondo?”.
     Adesso si ricomincia a respirare, carissimo
     don Gianfranco…letteralmente!
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     NOTIZIARIO
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        Martedì     6 ottobre              Dio è Padre. Nostro, non mio.
        Martedì     13 ottobre             La tua volontà è la mia gioia
        Martedì     20 ottobre             Il pane quotidiano. Nostro pane.
        Martedì     27 ottobre             I debiti con il Padre e tra i fratelli.
        Martedì     3 novembre             Il male e Dio.
     La Lectio divina di Avvento e Quaresima avranno lo stesso tema

        In chiesa S. Carlo e SS. Nazaro e Celso alle ore 15 e alle ore 21
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                      a
     NOTIZIARIO 3 ETÀ
                                                                                               9

                              Gruppo parrocchiale Terza Età
                             Programma attività mese di Ottobre

         Giovedì       1:   Ore       15 Festa dei nonni
         Domenica      4:   Sagra del Pilastrello:
                            Punto di incontro ed esposizione di un cartellone del gruppo,
                            nell’area delle associazioni
         Giovedì      8:    Ore       15 Pomeriggio enigmistico
         Giovedì     15:    Ore       15 Raccontiamoci... EXPO
         Giovedì     22:    Ore       15 Andiamo all’OPERA
         Giovedì     29:    Ore       15 Tombolata

            Inoltre si ricorda che tutti i mercoledì, alle ore 15, chi vuole può partecipare
                        ai lavori a maglia e in stoffa a favore dei nostri missionari.

         Il pomeriggio di arte e fede all’Abbazia di Casoretto:
                     la bellezza a Kilometro zero!
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       10
     Un’esperienza di ospitalità nelle nostre parrocchie

     Bresso. Rifugiati in parrocchia
     e poi al lavoro.
     Da 17 anni
     Nella chiesa di San Carlo un appartamento
     a disposizione per tre profughi.
     “Un’esperienza educativa e di evangelizzazione per tutti”.
     Che si regge solo sul volontariato
                                    di Francesco Riccardi, caporedattore centrale di Avvenire

     A
                 ccoglienza e accompagnamento             di soggiorno, quanto l’inserimento succes-
                 a una vita autonoma, a una piena         sivo dei rifugiati nel tessuto sociale. «Da al-
                 integrazione. L’attenzione ai pro-       cuni anni – spiega Giulio Fortunio, referente
                 fughi da parte della parrocchia          di “Dona un sorriso” per il progetto – siamo
     San Carlo di Bresso, nella prima cintura mi-         diventati una struttura di seconda acco-
     lanese, viene da lontano e si è affinata nel         glienza e ci occupiamo non solo di ospitare
     tempo.                                               tre persone rifugiate a rotazione, ma so-
     L’esperienza prende avvio nel 1998,                  prattutto di progettare con loro un percorso
     quando si rende disponibile un piccolo ap-           di inserimento al lavoro e di vita auto-
     partamento, inserito nello stesso edificio           noma». Grazie ad altre collaborazioni con
     della chiesa, in precedenza occupato dal             realtà di Bresso e Milano, infatti, è stato
     sagrestano e poi temporaneamente da altri            possibile offrire corsi di lingua certificati,
     ospiti. La scelta della parrocchia è di farne        orientamento e borse lavoro agli oltre 30
     una casa per le persone richiedenti asilo.           profughi che si sono avvicendati nella par-
     Un centro di seconda accoglienza, inizial-           rocchia San Carlo. Un’esperienza che po-
     mente, nel quale trovano ospitalità migranti         trebbe essere ampliata, «ma il problema
     in attesa che la commissione, allora unica           non è tanto quello degli spazi disponibili,
     a livello nazionale, riconoscesse loro lo sta-       quanto quello della gestione dell’acco-
     tus di rifugiati. A gestire l’accoglienza è          glienza – spiega ancora Fortunio –. Trovare
     prima l’associazione “Marta Larcher”, pro-           volontari che si occupino di questi rifugiati,
     mossa dalla Caritas ambrosiana, e dal                accompagnarli nell’inserimento, ricercare
     2012 l’onlus “Dona un sorriso”, nata nel             assieme a loro lavoro regolare». Tutte atti-
     territorio di Bresso e già attiva nell’assi-         vità che vengono svolte gratuitamente.
     stenza ai più poveri in America Latina e in          Così come gratuito è il comodato d’uso
     Africa.                                              dell’appartamento messo a disposizione
     Nel tempo, con l’istituzione delle commis-           dalla parrocchia e autogestito dai rifugiati.
     sioni regionali per la concessione dell’asilo        Per questa ospitalità di secondo livello, in-
     politico, la protezione umanitaria o sussi-          fatti, non è prevista la corresponsione di un
     diaria, il problema principale non è più stato       contributo pubblico e l’attività di “Dona un
     la lunga attesa dei documenti e il permesso          sorriso” si regge solo sulle donazioni dei
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     VITA DELLA COMUNITÀ
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     soci e alcune liberalità.                             commenta don Gianfranco Cesana, par-
     In 17 anni a Bresso sono stati ospitati rifu-         roco di San Carlo –.
     giati di molte nazionalità, in particolare dal-       I cristiani non fanno selezione nell’acco-
     l’Africa subsahariana e dal Medio Oriente,            gliere chi ha bisogno. Per questi migranti e
     in gran parte di religione musulmana. «Con            per noi è un’esperienza educativa e di
     alcuni di loro si è creato un rapporto più            evangelizzazione».
     stretto: hanno portato la loro testimonianza                   (Pubblicato su Avvenire l’8/9/2015
     ai parrocchiani e agli studenti delle scuole –                                        a pagina 7)

                                                         www.donaunsorriso.org

      Dalla fine del 2012 DONA UN SORRISO gestisce, oltre all’appartamento situato nello sta-
      bile della parrocchia San Carlo, due altri centri siti nel territorio. Si tratta di due modesti al-
      loggi, non idonei all’edilizia popolare, che il Comune di Bresso ha messo a disposizione
      per l’accompagnamento di altri otto profughi, rifugiati politici o richiedenti asilo. Si tratta
      complessivamente di dodici ospiti, uno dei quali è alloggiato in casa del presidente del-
      l’Associazione. La gestione dei tre centri è affidata a sei bressesi, che operano tutti a ti-
      tolo volontario e che nel tempo hanno acquisito una vasta esperienza in questo settore di
      attività, che non è per niente facile. Come per ogni cosa, anche per questo serve co-
      munque un apporto economico. Molti ospiti non hanno lavoro e DONA UN SORRISO for-
      nisce loro un sussidio per la sopravvivenza, l’abbonamento ai mezzi pubblici, la scuola di
      italiano e così via. Purtroppo, è recentemente giunta la notizia del venir meno di un finan-
      ziamento su cui si contava per la prosecuzione dell’attività e che ha permesso sinora di
      evitare di ricorrere alla generosità dei Bressesi. Sarà quindi molto probabile che in futuro,
      almeno in parte, venga chiesto alla nostra Comunità di contribuire anche a questo.
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       12
     “Centro Incontro” per l’integrazione degli stranieri

     Una solidarietà
     che va oltre la semplice accoglienza
     Una storia di servizio qualificato che parte dalla parrocchia
     della Madonna della Misericordia
                                                                                  di Francesco Boso

    F
             orse non tutti sanno di questa bella         stranieri come i corsi di facilitazione lingui-
             storia. Ce la racconta Silvia Accurso,       stica e aiuto ai compiti; laboratori come
             31 anni. Ci parla del Centro Incon-          l’arteterapia con i minori ricongiunti alla fa-
             tro, oggi uno dei più qualificati luo-       miglia, per aiutarli a integrarsi nel nuovo
     ghi bressesi di attenzione agli stranieri e ai       contesto di vita a loro sconosciuto.
     profughi.                                            Ci sono classi di sole donne presso la par-
     Come nasce il Centro Incontro? Chi vi                rocchia di Cormano. E un servizio di orien-
     lavora?                                                                     tamento al lavoro per
     Il Centro Incontro è at-                                                    coloro che hanno ot-
     tivo da quasi 5 anni e                                                      tenuto il permesso di
     ha sede presso la                                                           protezione umanita-
     parrocchia Madonna                                                          ria e asilo politico, in-
     della      Misericordia.                                                    sieme a “Dona un
     Nasce da un’idea che                                                        sorriso”. Non man-
     già circolava al Centro                                                     cano collaborazioni
     della Famiglia e alla                                                       con associazioni ed
     Commissione          Mi-                                                    enti del territorio.
     granti: aiutare i molti                                                     Quali risorse vi so-
     stranieri a integrarsi                                                      stengono?
     nel nostro paese, an-                                                       Le risorse sono
     dando oltre la semplice accoglienza. Inizia          quelle di tanti volontari che gravitano in-
     così la nostra avventura.                            torno alle tre persone regolarmente as-
     Che servizio avete offerto e offrite agli            sunte. Perché è bello segnalare che da
     stranieri?                                           questa solidarietà sono nati posti di lavoro
     Siamo partiti con l’offerta di corsi di lingua       per alcuni giovani locali. La partecipazione
     italiana, poi allargati all’educazione civica,       a bandi ci permette di sostenere economi-
     che permettono di avviare migliori condi-            camente la nostra attività, unitamente a do-
     zioni di cittadinanza e di inserimento sociale       nazioni che nella discrezione della carità ci
     e lavorativo. C’è una piccola quota da pa-           vengono offerte.
     gare, perché attraverso la nostra solidarietà        Quanti stranieri e profughi avete acco-
     cresca la loro responsabilità: ma l’indigenza        stato in questi anni?
     non è mai un impedimento per parteci-                Gli studenti che passano dalla nostra
     parvi, naturalmente.                                 scuola sono circa 130 all’anno. Il servizio di
     Altre attività?                                      orientamento al lavoro coinvolge 20-30 ra-
     Certo. Sono nati un servizio per i minori            gazzi annualmente. E avanti così.
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     VITA DELLA COMUNITÀ
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     In oratorio San Giuseppe

     Scuola di italiano
     e non solo
     Dalla Caritas e dalla San Vincenzo un’attenzione alle mamme
                                                                                         di Flavio Campetti

    Q
                  uando arriva in oratorio un ragazzo          Tra i molti vorrei ricordare l’orgoglio con cui
                  straniero, spesso è accompagnato             una mamma del Marocco diceva di potersela
                  da una mamma che parla meno                  ormai cavare egregiamente in Posta o in Co-
                  bene di lui la nostra lingua. Ecco che       mune. Per lei era un segno di grande dignità
     l’occhio attento dei nostri giovani preti diventa         femminile: era riuscita a iscrivere alla scuola
     una proposta: “Signora, se vuole imparare                 superiore la propria figlia senza l’aiuto di nes-
     l’italiano, venga pure qui da noi”. Comincia              suno. Oppure l’accompagnamento dai me-
     così il racconto di una volontaria della Scuola           dici, in ospedale o negli uffici pubblici. E ci
     di italiano per stranieri “Ero straniero”.                invitano fraternamente a frequentare le loro
     Come mai una scuola così?                                 case.
     È una storia interessante: le intuizioni di servi-        Avete lavorato anche con i profughi?
     zio agli stranieri prendono corpo negli stessi            Certo. Nel 2012 il Comune aveva chiesto alla
     mesi nelle nostre parrocchie, e percorrono vie            Caritas cittadina di farsi carico di 10 profughi
     differenti e complementari. La nostra piccola             che la Prefettura aveva mandato a Bresso. In
     scuola è affidata a volontari pensionati, che si          piccoli e umili alloggi del Comune (due dei
     prendono cura di chi ha orari difficilmente               quali oggi gestiti da “Dona un sorriso”: vedi
     compatibili con corsi in classi con orari precisi,        l’articolo), con le nostre Associazioni abbiamo
     a cui sono rimandati per i livelli successivi. In         provveduto ad allestire per loro una sistema-
     sostanza, i nostri “alunni” sono mamme, che si            zione dignitosa, aiutandoli a districarsi nei mi-
     giostrano tra le molte faccende di una famiglia           steriosi meandri di una casa occidentale,
     spesso con figli piccoli o con lavoretti a sin-           dall’uso della lavatrice alla raccolta differen-
     ghiozzo. A volte ci sono anche i loro bimbi pic-          ziata. E come scuola ci siamo preoccupati di
     colissimi, che stanno in braccio agli insegnanti          avviarli alla conoscenza della nostra lingua e
     mentre le mamme scrivono.                                 della nostra cultura.
     Come lavorate con loro?                                   In questo ambito è nata la Festa delle genti,
     Innanzitutto creando rapporti di familiarità, con         che ha collegato le realtà a servizio di stranieri
     quella complicità femminile che smorza le ini-            e profughi nate sul territorio e che ha visto la
     ziali diffidenze e paure. Dentro di essi si svolge        loro stessa collaborazione: dovevate vedere
     l’insegnamento della lingua italiana, che esse            con quale orgoglio offrivano assaggi dei loro
     desiderano e in cui si impegnano intensa-                 cibi etnici o sfoggiavano i loro vestiti tradizio-
     mente. Le diversità sono reali, ma, conoscen-             nali!
     dosi, non impediscono di stare insieme                    Quante persone avete incontrato in questi
     fraternamente. È l’incontro umano che ci con-             anni?
     traddistingue, vogliamo essere una presenza               Qualche centinaio. Lo scorso anno, per esem-
     che accompagna.                                           pio, sono arrivate 25 donne con relativi bimbi
     Qualche episodio?                                         o in gravidanza. C’è futuro, come vedete!
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       14
     Un torneo di calcio estivo promosso dal Comune

     Non più locali o stranieri:
     sul campo di calcio
     ci sono solo giovani
     Anche le tre realtà sportive delle nostre parrocchie
     si sono spese per l’ospitalità e l’organizzazione
                                                                                     dalla Redazione

    C
                 ol declinare dell’estate il sindaco       base sono un’ottima occasione di integra-
                 ha voluto fortemente un torneo di         zione di ragazzi e giovani. Nelle tre realtà
                 calcio per mostrare ai profughi e         sportive gemmate nei nostri oratori non
                 alla città che occorre “dare un           mancano presenze di ragazzi provenienti
     calcio ai pregiudizi”. Così ha interpellato le        da altri Paesi. La loro dedizione a un torneo
     società di calcio bressesi per organizzare il         che stempera le tensioni estive sul campo
     torneo Nelson Mandela: qualificazioni in              profughi viene da una sensibilità che ha
     oratorio San Giuseppe e finale nel centro             consuetudine con l’accoglienza.
     sportivo di via Deledda, con squadre miste            Un tecnico di queste nostre società confi-
     composte da giocatori locali e da profughi.           dava, in mezzo al tripudio della squadra
     Quel bianco-nero in campo raccontava già              vincitrice del Torneo Mandela: “I mille punti
     molto. Anche i mass media si sono accorti             di domanda sul futuro di questi ragazzi, ca-
     di questa iniziativa, che ha coinvolto il pre-        tapultati a Bresso, rimangono intatti. Ma
     fetto di Milano e i sindaci dei comuni vicini.        qui hanno potuto incrociare una ventata di
     Il sito del Comune di Bresso lo racconta nei          umanità attenta alle loro persone. E sono
     dettagli.                                             orgoglioso di esserci stato”. Certo, non
     Vorremmo sottolineare come, accanto alla              basta un torneo di calcio, ma aiuta. Ec-
     scuola e agli oratori, le realtà sportive di          come.
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     VITA DELLA COMUNITÀ
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     L’obiezione infondata che accende una guerra tra poveri

     “Aiutate gli stranieri,
     e niente per gli italiani!”
     La storia tutta bressese di quattro anni di “Adotta una Famiglia”.
     E non solo
                                                                                         dalla Redazione

     “A
                     iutate gli stranieri, e non date        resima 2015 hanno raccolto e inviato ai no-
                     niente per gli italiani!”. “Altro       stri missionari nel mondo € 20.800. Noi vo-
                     che poveretti, i profughi:              gliamo raccontare e agire, insomma, non
                     guardate che cellulari hanno            far proclami. Abbiamo davanti persone
     in mano!”. “E poi buttano via il cibo che gli           come noi, che non esitiamo a chiamare fra-
     diamo noi: che tornino a casa loro se non               telli, dove c’è il buono e il furbetto, l’onesto
     gli piace!” . “Bisogna aiutarli a casa loro,            e l’inaffidabile. Accomunati tutti da tragedie
     non qua!”. Sono ritornelli che gli operatori            di cui non vogliono parlare, se non col
     Caritas si sentono dire tutti i santi giorni.           tempo e con l’amicizia.
     Ecco perché abbiamo intervistato Gaetano                Come fate davanti a queste urgenze?
     Giordano, responsabile del Centro di                    Ci teniamo a dirlo: non facciamo proclami,
     Ascolto Caritas della nostra città.                     tanto meno facciamo polemica politica con
     Che cosa rispondete a queste obiezioni                  nessuno. Semplicemente ci ricordiamo che
     così frequenti?                                         il Signore ci giudicherà, tutti, se avremo
     Rispondiamo raccontando e agendo. Per                   dato da mangiare a chi ha fame, vestiti a
     esempio, diciamo che l’unico legame con i               chi è nudo, ospitalità a chi è straniero. E
     loro cari è dato dal cellulare: noi, che non            cerchiamo di agire, saggiamente e opero-
     usciamo di casa senza il telefonino, ne fa-             samente, di conseguenza. La carità è sem-
     remmo a meno se dovessimo affrontare                    pre intelligente o non è carità.
     viaggi così insidiosi e così lontani
     da casa? Sul cibo: le abitudini
     alimentari non sono uno sfizio:
     per quanto tempo il nostro fisico
     e la nostra psiche resisterebbero
     a una alimentazione africana o
     asiatica a cui non siamo avvezzi?
     Quando siamo all’estero, dopo
     un po’ la voglia di pasta o di un
     buon caffè diventa insosteni-
     bile… Circa l’aiuto a casa loro,
     doverosissimo: ogni parrocchia,
     da sempre, sostiene sostanzio-
     samente e continuativamente i
     missionari per lo sviluppo di quei
     paesi lontani: le nostre tre par-
     rocchie, per esempio nella Qua-
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                                                                      VITA DELLA COMUNITÀ
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     È vero che si dà agli stranieri e si toglie         Nelle tre parrocchie, Caritas, San Vincenzo
     agli italiani?                                      e Movimento per la Vita si prendono cura di
     Basta vedere le cifre e i numeri del Fondo          chi ha fame con un pacco di viveri mensile.
     “Adotta una Famiglia”, che è attivo a               Oggi si aiutano così 211 famiglie. . Lo sto-
     Bresso dal 2011: a tutt’oggi sono state ac-         maco di un italiano o di uno straniero ha gli
     compagnate 193 famiglie (561 persone, di            stessi bisogni... La partecipazione alle Col-
     cui 214 minori), 99 italiane e 94 di naziona-       lette del Banco alimentare e farmaceutico è
     lità estera, con un totale erogato di €             una tradizione per la comunità cristiana
     337.000 raccolti dai bressesi per le fami-          bressese. Nella parrocchia dei ss Nazaro e
     glie bressesi. La gran parte degli aiuti, che       Celso abbiamo appena allestito un’area di
     una commissione controlla con cura caso             stoccaggio e di distribuzione viveri che a
     per caso, è finalizzata al pagamento del-           breve sarà in funzione, trasferendovi que-
     l’affitto per qualche mese, permettendo alle        sta attività dalla fatiscente “casa del sagre-
     famiglie una boccata d’ossigeno. La prima           stano”, che presto sarà demolita. Non
     cosa è la casa, che tante famiglie hanno            dimentichiamoci che c’è anche un fornito
     potuto mantenere grazie a questa solida-            guardaroba per la raccolta e la distribu-
     rietà. Quando si condivide, si moltiplicano         zione degli abiti che avviene settimanal-
     le risorse: è quando si trattiene solo per sé       mente, di cui si avvalgono soprattutto
     che non bastano mai. I primi a essere sor-          stranieri.

     presi da questa generosità siamo noi: non           Vediamo ogni giorno fiumane di profu-
     avremmo mai immaginato di poter racco-              ghi che arrivano da noi. È vero che
     gliere e distribuire una somma così. I biso-        siamo sotto invasione?
     gni, comunque, sono sempre tanti.                   Vi do i dati diffusi recentemente da Caritas.
     E il cibo? E gli abiti?                             Nella classifica dei Paesi industrializzati che
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     VITA DELLA COMUNITÀ
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     accolgono i profughi, nel 2014 l’Italia era al       sistema dei rimpatri è assolutamente inef-
     18° posto come incidenza delle domande               ficiente e nei fatti demagogico: non si inve-
     di protezione in rapporto alla popolazione           ste in modo significativo coi Paesi di
     residente con 2.600 domande ogni milione             provenienza, pertanto è di fatto impossibile
     di abitanti. Al 1° posto c’è la Svezia con           attuarli.
     24.400 domande per milione di abitanti e             Grossi problemi, dunque.
     la Germania al 9° con 2.100. L’Italia ha ri-         Certo; complessi, vengono da lontano e di
     cevuto il 10% delle domande presentate               lunga durata. La carità è doverosa nei con-
     nell’Unione Europea contro il 30% della              fronti di questa gente che scappa dove ci
     Germania. Se poi vediamo il mondo, in Li-            sono pace e pane, però è allo stesso modo
     bano è rifugiato 1 persona su 4 (25%), in            doverosa per i Paesi europei una politica
     Giordania 1 su 10, mentre in Italia l’inci-          condivisa, lungimirante e sicuramente one-
     denza dei rifugiati sul numero di abitanti è         rosa. Ma la storia ci riserva questa sfida: in-
     compresa tra lo 0,15 e lo 0,2. Dunque:               sieme possiamo, dobbiamo rispondervi.
     nessuna invasione.                                   Ultima domanda: ma dove prendete i
                                                          soldi?
                                                          (Gaetano ride di gusto) Mi aspettavo la do-
                                                          manda: è la nostra gente che si fida e li af-
                                                          fida a Caritas. E il lavoro è tutto del
                                                          volontariato. Mi sembra così normale…

     Ma quanto dura l’accoglienza dei profu-
     ghi?
     Questa è una delle debolezze inaccettabili
     del sistema italiano. La durata dell’acco-
     glienza dipende dal tempo che lo Stato im-
     piega per esaminare le domande e oggi la
     procedura dura dai 2 ai 3 anni. Capiamo
     l’esasperazione che scoppia tra questi gio-
     vani. I quali, sia chiaro, non possono lavo-
     rare, se non dopo 6 mesi e solo se è scritto
     sul permesso di soggiorno. Tutto ciò dà un
     inaccettabile carattere assistenziale all’ac-
     coglienza, che non favorisce certo i per-
     corsi di autonomia delle persone. Infine il
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     Una comunità in Romania

     In viaggio sui Carpazi
     Una vera sorpresa oltre al pregiudizio
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    L
              a nostra comunità quest’estate ha             asburgico, abitate anche dalla minoranza
              proposto un viaggio in Romania. In            ungherese. Vediamole. Sibiu: una tra le più
              Romania?!, ci si chiedeva, senza na-          belle città della Transilvania, il cui centro
              scondere quel sottile pregiudizio (a          storico è, grazie all’Unesco, patrimonio
     volte non tanto sottile) nei confronti di que-         mondiale dell’umanità. Sighisoara: arroc-
     sta terra e di questo popolo. Sì, proprio in           cata intorno alle sue torri aguzze, è la città
     Romania! E vi assicuriamo che per i 35 par-            natale di Vlad l’impalatore, che la lettera-
     tecipanti è stata un’avventura che è andata            tura ottocentesca ha trasformato in Dra-
     oltre il pregiudizio di una nazione arretrata,         cula, ma che qui è un principe che lottò per
     senza storia e senza cultura.                          la libertà delle sue terre. Lasciata la Transil-
     I LUOGHI                                               vania, si scende nella Moldavia romena e
     Atterrati a Bucarest, abbiamo attraversato             si giunge in Bucovina, con i suoi splendidi
     la Transilvania e la dorsale dei Carpazi, terra        monasteri, gloria del popolo romeno, che
     caratterizzata dal colore dei fiori. Fiori sui         la fede ortodossa è riuscita a sottrarre alla
     davanzali dei balconi, delle finestre, sui pali        follia di Ceausescu, che voleva chiuderli o
     della luce, dappertutto composizioni floreali          venderli! E ancora, attraverso i Carpazi, le
     ad abbellire un ambiente a volte dimesso.              gole di Bicaz, il Lago Rosso, la città di Bra-
     Risalendo fino alla Bucovina, ai confini con           sov; Sinaia, la perla dei Carpazi, con il ca-
     l’Ucraina, e poi di nuovo in giù fino a Buca-          stello Peles, residenza estiva della famiglia
     rest. La visita della Transilvania ci ha riem-         reale. E infine Bucarest, con il palazzo del
     pito gli occhi di immagini di foreste di faggio        Parlamento, secondo edificio più grande
     e abeti e tanti pascoli, castelli. Magnifiche le       del mondo dopo il Pentagono, pazzesco
     antiche città fondate dai coloni tedeschi              sogno di megalomani dittatori.
     (quanti lo sanno?), abbellite dal barocco              LE PERSONE
                                                                        Spesso si fa confusione tra Rom
                                                                        e Romeni. Grazie alla nostra
                                                                        guida abbiamo imparato che
                                                                        con la parola «Romeno» si indica
                                                                        comunemente il cittadino della
                                                                        Romania, mentre il termine
                                                                        «Rom» identifica una minoranza
                                                                        etnico-linguistica. I «Rom» sono
                                                                        diffusi in tutti i Paesi d’Europa e
                                                                        hanno perciò varie nazionalità:
                                                                        esistono così Rom italiani, citta-
                                                                        dini a pieno titolo del nostro
                                                                        Paese, nati da famiglie italiane e
                                                                        cresciuti in Italia, Rom spagnoli,
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     VITA DELLA COMUNITÀ
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     Rom serbi e così via.                                dare i nostri anni ’50. Tutto questo è stato
     In Romania, la minoranza Rom è molto nu-             approfondito in un giorno e mezzo di sosta
     merosa: i suoi componenti sono cittadini             a Bucarest, grande città affamata di busi-
     romeni che, oltre alla lingua nazionale del          ness, con monumenti storici ottocenteschi
     loro Paese (il romeno, appunto), parlano di-         accanto a brutte case di stile sovietico.
     versi dialetti della loro lingua romanés. Per-       Tra le persone incontrate non si può di-
     ciò, detto in estrema sintesi, tutti i Rom           menticare un vero personaggio, suor Ta-
     romeni sono cittadini della Romania, ma              tiana, del monastero di Voronet, la Sistina
     certo non tutti i Romeni sono Rom.                   dell’Oriente: sembrava non respirare tra
     I Romeni sono belle persone, schive e ri-            una frase e l’altra, talmente era forte il suo
     servate, che solo dopo che hanno cono-               desiderio di raccontarci la storia più bella
     sciuto il loro interlocutore riescono a              mai raccontata, quella biblica. Lo ha fatto in
     comunicare. Dividono la storia in prima e            maniera semplice e forte allo stesso
     dopo il dicembre 1989, perché gli anni duri          tempo, e dopo un’ora eravamo sazi, ma
     e bui del comunismo hanno segnato la co-             non stanchi. Diversissime le Suore del Mo-
     scienza e la vita di tutti. Le atrocità com-         nastero di Agapia che, invece, con la loro
     messe dai servizi segreti erano tali da non          minuziosa pazienza e maestria, creano
     consentire di fidarsi neppure di amici e pa-         splendide icone e stupendi tappeti.
     renti, con modalità che cercavano con ogni           Al castello di Peles ha guidato la nostra vi-
     mezzo di appiattire l’intelligenza, i senti-         sita una ragazza che sembrava venuta fuori
     menti, la volontà.                                   dai fumetti e che, con il suo cortese “Si-
     Oggi è un’altra storia. Ma non meno diffi-           gnore e Signori”, ci invitava alla visita della
     cile. Lo stipendio medio in Romania è di             sala successiva facendoci immaginare di
     circa € 250, appena sufficiente per la so-           condividere momenti della giornata con la
     pravvivenza di un popolo ricco di giovani,           vita della famiglia reale.
     ma spesso mancanti di iniziativa per uscire          In visita al centro di Marginea, laboratorio
     da una dignitosa povertà, che ci fa ricor-           di produzione della ceramica nera, gli ope-
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     rai plasmavano l’argilla con gli stessi iden-       Per tutti i partecipanti, in particolare per gli
     tici gesti, ma con risultati unici per ogni         operatori Caritas presenti, questo viaggio
     pezzo: nessun vaso o altro oggetto è iden-          è stato illuminante perché ci ha permesso
     tico all’altro.                                     di conoscere un po’ di più tutte quelle per-
     Oltre il passo di Borgo, un incontro ina-           sone che da questa terra arrivano e si ri-
     spettato. Fermato il pullman per scattare           volgono anche ai nostri centri Caritas, che
     alcune foto allo stupendo panorama, due             incontriamo negli oratori, a scuola, nelle so-
     bambine ci vengono incontro per vendere             cietà sportive, poiché i romeni in Italia sono
     le uova dipinte caratteristiche del posto. Un       più di 1 milione e 100.000, il 22% degli im-
     indimenticabile squarcio di semplicità e            migrati.
     candore che s’intonava con l’austero e no-          Desideriamo concludere con le parole di
     bile panorama circostante.                          Papa Francesco, al Consiglio d’Europa nel
     LA CHIESA ORTODOSSA                                 2014: “Per conquistare il bene della pace
     La Chiesa ortodossa romena è la seconda             occorre anzitutto educare a essa allonta-
     Chiesa ortodossa per numero di fedeli,              nando una cultura del conflitto, che mira
     dopo quella russa. È la sola Chiesa orto-           alla paura dell’altro, all’emarginazione di chi
     dossa che usa una lingua romanza nella li-          pensa o vive in maniera differente. È vero
     turgia. Ha quasi venti milioni di fedeli,           che il conflitto non può essere ignorato o
     guidati dal patriarca Daniel, con sede a Bu-        dissimulato, dev’essere assunto.
     carest. È divisa in sei metropolìe, che com-        Ma se rimaniamo bloccati in esso per-
     prendono ventisei diocesi, molte fondate o          diamo prospettiva, gli orizzonti si limitano,
     rifondate dopo i cambiamenti politici del           la realtà stessa rimane frammentata.
     1989. Ci sono in Romania più di 14.500              Quando ci fermiamo nella situazione con-
     chiese per gli ortodossi romeni, nostri fra-        flittuale perdiamo il senso dell’unità pro-
     telli, poiché la fede cristiana è comune e          fonda della realtà, fermiamo la storia e
     prima o poi si arriverà a condividere anche         cadiamo nei logoramenti interni di contrad-
     lo stesso Pane eucaristico.                         dizioni sterili”.
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     VITA DELLA COMUNITÀ
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     Fra’ Cristiano diventa diacono

     La Chiesa mi sceglie
     e mi invia
     Cristo ci chiede coerenza di vita
     tra quello che annunciamo e quello che facciamo
                                                                          di fr. Cristiano Castegnaro

    I
         n questi ultimi anni è un susseguirsi di          cerdozio ma per il servizio, cioè sono chia-
         eventi che stanno cambiando la mia vita:          mati ad animare-dirigere (=pascere) nella
         meno di un anno fa la professione so-             carità la Chiesa, quindi il diacono non è or-
         lenne nell’Ordine dei frati minori, dopo un       dinato al servizio della Chiesa, ma a gui-
     cammino di discernimento durato sei anni;             dare il servire della Chiesa. Se il vescovo
     tra poco, il 10 ottobre, l’ordinazione diaco-         riassume ambedue i ministeri, quello del
     nale. Vi devo confidare che, se la prepara-           sacerdozio e quello del servizio, il diacono,
     zione alla professione solenne è avvenuta             insieme al presbitero, rappresenta le brac-
     con tranquillità e convinzione, per quello            cia dell’azione del vescovo. È bello pensare
     che riguarda l’ordinazione diaconale c’è in-          che nel sacramento dell’Ordine il primo
     vece uno stato di timore misto a inadegua-            grado sia il servizio, la diaconia: è come il
     tezza. Sempre di più mi rendo conto che
     con il primo grado del sacramento dell’Or-
     dine la Chiesa mi sceglie e mi manda a vi-
     vere in modo più prossimo la mia
     appartenenza a Cristo. Tutti noi apparte-
     niamo a Lui, ma solo alcuni con modalità
     diverse decidono di seguirlo in modo più
     esclusivo. In questa scelta c’è una moda-
     lità di dimorare presso di Lui che è appa-
     gante, ma che ti chiede un “sì” totale.
     Nei documenti conciliari del Vaticano II si
     parla del ministero diaconale. In particolar
     modo, nella Lumen gentium al n. 29 si
     dice: “In un grado inferiore della gerarchia
     stanno i diaconi, ai quali vengono imposte
     le mani ‘non per il sacerdozio, ma per il ser-
     vizio’. Sostenuti dalla grazia sacramentale,
     in comunione col vescovo e col suo pre-
     sbiterio, essi sono al servizio del popolo di
     Dio nella diaconia della liturgia, della parola
     e della carità”. Questo capoverso mette
     bene in evidenza quali sono le peculiarità
     richieste al diacono: in primis viene detto
     che i diaconi sono ordinati non per il sa-
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                                                                         VITA DELLA COMUNITÀ
      22

     cammino che Gesù ha fatto fare ai suoi di-             della Chiesa e quindi deve essere pesata,
     scepoli in quei tre anni di vita con loro; ha          meditata, vissuta. Ecco perché il servizio
     insegnato che cosa vuol dire essere servi,             della carità non è un optional; esso ti mette
     che cosa vuol dire essere in ascolto del suo           in gioco, ti prova con la pazienza, con il
     popolo, fino ad arrivare a quel gesto della            fuoco in quello che dici e fai. I poveri sa-
     lavanda dei piedi che riassume tutto il suo            ranno sempre con noi e i poveri talvolta
     cammino ormai prossimo alla croce.                     sono rompiscatole, pesanti, insistenti, ven-
     Sono tre gli ambiti in cui si attua la diaconia:       gono sempre quando vorresti stare in
     la liturgia, la parola e la carità; questi tre         pace, eppure sono coloro che danno un
     ambiti vengono specificati anche nella litur-          senso al nostro modo di agire. Di fronte a
     gia dell’ordinazione diaconale nel momento             un Dio che si prende cura di noi a tutte le
     delle interrogazioni e promesse di obbe-               ore, che non si stanca mai di perdonarci,
     dienza. Leggendo le interrogazioni mi ri-              noi non possiamo fare diversamente. Di
     trovo a pensare a quello che sarò chiamato             fronte a questo ministero, di fronte al sì pro-
     a fare, soprattutto all’annuncio della Parola          nunciato un anno fa, il Signore prende sul
     e al servizio della carità, due elementi che a         serio quello che ho promesso e normal-
     mio parere sono strettamente legati. L’an-             mente ci manda là dove non vorremmo an-
     nuncio della Parola non è sicuramente un               dare, perché ci vuole aiutare a crescere, a
     compito facile, non si tratta semplicemente            essere cristiani adulti, capaci di lasciare
     di leggere ma di vivere giorno dopo giorno             tutto solo per ricevere una vita piena. Per-
     quello che il Signore ci insegna. Il Vangelo           ché vi dico tutto questo? Perché a settem-
     è un messaggio rivoluzionario, chiede di               bre sarò spostato in un convento di Milano
     prendere posizione, perché non si può ri-              e in un servizio in cui ho sempre fatto fa-
     manere neutrali. Cristo ci chiede coerenza             tica. Ma io la vedo come una opportunità
     di vita tra quello che annunciamo e quello             che il Signore mi dà perché mi ama e vuole
     che facciamo. Ogni parola proclamata du-               aiutarmi in questo cammino di felicità. Ri-
     rante le celebrazioni eucaristiche non è la            cordiamoci che il suo “potare” è per dare
     parola di fr. Cristiano, ma è Parola di Dio e          più frutto.
                                                            Ora vi chiedo, in questo tempo che rimane
                                                            all’ordinazione diaconale, di pregare per
                                                            me e per il mio confratello, perché questo
                                                            ministero possa essere occasione di cre-
                                                            scita per noi e per chi incontreremo, e fin
                                                            d’ora vi invito all’ordinazione diaconale del
                                                            10 ottobre a Chiampo (VI), affinché questo
                                                            giorno di festa possa essere condiviso con
                                                            ciascuno di voi.
                                                            Il Signore vi dia Pace.

                                                                   Fr. Cristiano Castegnaro
                                                             annuncia la sua ordinazione diaconale
                                                                sabato 10 ottobre, ore 15.30, a
                                                                       Chiampo (Vicenza)
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     COLORI DEGLI ORATORI
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     L’omelia di saluto di Don Pier

     Il Signore mi ha custodito
     attraverso la cura di molti di voi
     Vi affido al Signore,
     l’unico che non perde nulla
     di quanto ha ricevuto
                                                                                di don Pierpaolo Zannini

    C
                ari amici, la notizia della mia par-          Mistero, che professiamo Buono, Paterno.
                tenza per un nuovo incarico, mi               Il partire per una nuova missione è dunque
                ha portato più volte in questi mesi           una chiamata che mi chiede di rinnovare la
                a “sostare” con la memoria da-                fiducia nel Signore, l’unico che è fedele e
     vanti al tempo vissuto insieme, agli eventi              che resta lo stesso ieri, oggi, nei secoli. Del
     accaduti, alle scelte compiute…                          resto tutto ciò l’ho potuto constatare in
     Devo dire che dopo un primo momento di                   questi anni qui tra voi, quando penso da
     smarrimento ho iniziato a pensare che il                 una parte al fatto di aver incontrato molte
     fatto fosse – per forza – rivelativo di una              persone, che in nome di una fede semplice
     nuova chiamata, o vocazione, di Dio; per-                si sono avvicinate con generosità, bontà,
     ché con gli occhi della fede siamo costretti             disponibilità, e hanno accompagnato e so-
     a giudicare sempre gli eventi come una                   stenuto la mia presenza e il mio agire, ma
     pro-vocazione che il Signore ci pone per                 dall’altra quando penso al cammino inte-
     crescere. Noi, non possiamo, infatti cre-                riore, alla crescita sapiente e profonda dei
     dere insieme al “caso” e alla “provvidenza”.             ragazzi e genitori che ho aiutato e guidato,
     E vorrei allora esprimermi alcuni sentimenti             perché incontrassero il Signore e potessero
     che mi accompagnano, perché intuisco                     seguirlo come vero maestro.
     che questi brevi ma intensi anni sono stati              Posso allora dire che Cristo ha degli amici,
     un segno che il Signore ci ha posto di                   dei discepoli anche qui a Bresso, e mi ha
     fronte, perché scoprissimo il suo disegno.               dato la possibilità di incontrarli, conoscerli,
     Anzitutto rinnovare sempre la fede                       amarli, perché diventassero quel segno
     Coraggio lasciare tutto indietro e andare                concreto del centuplo in padri, madri, fra-
     Partire per ricominciare                                 telli e sorelle, che vengono “regalati” a chi lo
     Che sei ci pensi siamo solo di passaggio                 segue. Il Signore è fedele, mi ha custodito
     E per quanta strada ancora c’è da fare                   attraverso la cura di molti di voi! In questo
     Amerai il finale                                         senso tanti volti di ragazzi e adulti rimar-
     L’arrivare o il partire in una parrocchia è              ranno sempre nella mia memoria, con gra-
     sempre un momento di fede. È necessario                  titudine e preghiera.
     credere che è Dio a portare avanti la nostra             Custodire il senso della storia.
     vita e a condurci! Anche nella vita di chi non           Una delle debolezze più grandi del nostro
     è prete il Signore “conduce” tra continue                tempo e in particolare della vita dei nostri
     novità; perché ogni giorno con i suoi fatti              giovani – dicono gli esperti – è il fatto che
     più facili o difficili diventa il luogo in cui im-       siano alla ricerca sempre di nuovi eventi,
     pariamo ad affidarci e a consegnarci ad un               nuove emozioni, sempre “effervescenti” e
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                                                                        COLORI DEGLI ORATORI
      24

     in nome di questo a prendere sempre                    piccoli passi, sguardi, proposte, correzioni,
     nuove direzioni, senza riuscire invece a rac-          esortazioni ripetuti ogni giorno…è la frater-
     cogliere il senso degli avvenimenti che vi-            nità. Per questo motivo dobbiamo preoc-
     vono e trasformarli in storia.                         cuparci della nostra vita quotidiana, delle
     Dico questo perché vorrei invece che,                  esperienze che facciamo giorno dopo
     come afferma san Paolo “tante esperienze               giorno, delle amicizie che scegliamo…
     non fossero fatte invano”. Non è infatti suf-          Ringraziare per le amicizie vocazionali
     ficiente aver passato del tempo insieme,               Prendo spunto da un libro a me molto caro
     aver compiuto tante belle iniziative, per dire         sul concetto di amicizia.
     “siamo cresciuti”. Ad un prete, infatti, inte-         L’amicizia nasce quando in due o tre (che
     ressa che ogni cosa sia circostanza per                sono alla pari)…si guarda nella stessa dire-
     crescere e non solo riempitivo di tempo.               zione e ci si accorge che in questo sguardo
     L’esperienza cristiana, infatti, non è qual-           l’uno aiuta l’altro a capire, a camminare di
     cosa che resta alle spalle, ma è qualcosa              più. Per questo l’amico si riceve come
     che viene nel presente (e nel futuro)                  dono gratuito…ma attraente. “Egli mi aiuta
     quando si permette a Dio di parlare e di               a camminare più profondamente nella ri-
     guidare anche la nostra vita. Ciò significa            cerca del Vero- Bello- Buono; non voglio al-
     che noi tutti abbiamo un compito: ripen-               lora perderlo. L’amicizia vera allora resiste
     sare a cosa è avvenuto tra noi in questi               se è “vocazionale”, cioè se l’uno sa e può
     brevi anni, ricordarlo (cioè farlo entrare nel         richiamare l’altro…in ogni momento…per-
     cuore) e custodirlo perché possa conti-                ché gli è “Vicino” per ciò che conta.
     nuare a parlare e ad “ammaestrare”.                    Carissimo fratelli ecco tutto!
     Io ripenso a molte cose accadute, a fatti              Vi ringrazio di ogni bene che mi avete mo-
     gioiosi o difficili, a persone felici o a situa-       strato (tanto, tantissimo!); mi scuso di ogni
     zioni faticose, ai ragazzi incontrati e che            mancanza di attenzione che ho avuto. Vi
     hanno camminato e a quelli indifferenti o              affido al Signore, l’unico che non perde
     che si sono allontanati e mi dico così: “che           nulla di quanto ha ricevuto! Grazie.
     grande responsabi-
     lità abbiamo verso la
     nostra vita, con le
     scelte che fac-
     ciamo”. E vorrei che
     questa consapevo-
     lezza venisse vista
     da tutti: ciascuno
     verso se stesso, gli
     educatori verso i
     loro ragazzi, i geni-
     tori verso i figli, un
     oratorio intero verso
     le nuove generazioni
     che si presentano.
     La nostra vita di-
     venta storia (buona)
     attraverso i molti
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     COLORI DEGLI ORATORI
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     Gli adolescenti dei tre oratori in fiaccolata a Colle don Bosco

     Una fiaccola per illuminare la vita
                                                                                      di Sofia Riccardi

    C
                 hiunque mi conosce sa
                 che la corsa, per me, è
                 un’inutile       tortura.
                 Quindi, di fronte a una
     proposta come un weekend di
     “staffetta”, peraltro proprio prima
     dell’inizio della scuola, ciò che ho
     pensato come prima cosa è
     stato: “Perché?”. Eppure, un po’
     per fiducia un po’ per stare con i
     miei amici, alle otto di mattina del
     12 settembre ero sul pullman di-
     retta verso Colle Don Bosco.
     Dopo il viaggio, come sempre
     ricco di divertimento, ci siamo
     fermati a mangiare e, visitato l’interessante         dati: due giorni di corsa, due Messe, un
     museo etnografico salesiano, testimo-                 oratorio dove dormire (per terra), tanti edu-
     nianza di una missione che abbraccia il               catori impegnati per la guida sui pulmini o
     mondo intero, abbiamo celebrato la                    la cucina, un’ambulanza, un numero im-
     Messa, durante la quale è stata accesa e              precisato di caffè improvvisati, un centinaio
     benedetta la fiaccola.                                di ragazzi dai quattordici ai diciotto anni dei
     Da questo luogo così significativo per la             tre oratori bressesi e, soprattutto, un’unica
     storia degli oratori è partito il primo gruppo        fiaccola passata di mano in mano ad unirci.
     di ragazzi. È difficile raccontare nei dettagli       Sì, perché nessuno di noi avrebbe potuto
     la fiaccolata, così mi limiterò a citare alcuni       portarla da solo per l’intero tragitto, ma con
                                                                  l’impegno di ciascuno è stato possi-
                                                                  bile far viaggiare la fiaccola per oltre
                                                                  150 chilometri. Correndo, ho pen-
                                                                  sato che in fondo stare in oratorio è
                                                                  sempre come vivere una fiaccolata,
                                                                  esigente perché richiede fatica, ma
                                                                  se si ha bene in mente l’obiettivo, se-
                                                                  guire e far seguire non una luce
                                                                  umana, ma Gesù, luce del nostro
                                                                  cammino, è eccitante e cambia dav-
                                                                  vero in meglio la nostra vita. Per cui,
                                                                  nonostante i dubbi iniziali, sono
                                                                  pronta per la prossima proposta
                                                                  degli oratori!
Squilla otto 2015:La Squilla Maggio 2013      29-09-2015    8:43   Pagina 26

                                                                                               CIVICA
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     Un’importante istituzione sociale cittadina: la Cooperativa Bressese Case Popolari

     Siamo arrivati a cento
     Un agile volumetto, che vedrà la luce
     in concomitanza con i festeggiamenti del centenario
     previsti per sabato 10 ottobre,
     sarà distribuito gratuitamente a tutti i soci
                                                                               di Ambrogio Giussani

    E
              ccoci di nuovo a raccontare un altro         un fatto molto singolare: nonostante che
              spicchio di storia locale, dopo le           all’epoca Bresso fosse un paese a preva-
              pubblicazioni riguardanti “Perso-            lente vocazione agricola, nessuno tra i fon-
              naggi e mestieri nella storia di             datori esercitava il mestiere del contadino.
     Bresso” (ed. 1992), “Vie dedicate ai bres-            Troviamo infatti impiegati, fattorini, arti-
     sesi” (ed. 1998) e “Una scuola di vita - 80°          giani… ma nessun agricoltore. Anche la
     dell’oratorio S. Giuseppe ” (ed. 2012).               presenza di ben due sacerdoti tra i primi 16
     Questa volta, oltre alla consueta passione            soci ha destato in me una certa sorpresa,
     per le proprie radici che ha sempre carat-            quasi che fosse un paese di stampo “cleri-
     terizzato i precedenti lavori, sono stato sti-        cale”. Invece, rileggendo attentamente la
     molato anche dallo scoprire che un mio                storia dell’impegno sociale dei cattolici a
     omonimo sia di nome che di cognome, vis-              cavallo tra il XIX e il XX secolo, ho consta-
     suto a cavallo tra l’800 e il ’900, fosse stato       tato che il nostro paese non costituiva af-
     uno dei soci fondatori della Cooperativa e            fatto un’eccezione, in quanto molti altri
     in seguito presidente della stessa. Pur-              preti, in quegli anni, furono tra i principali
     troppo, questo nostro avo non era un mio              animatori e organizzatori del movimento
     parente; invece, congiunto in linea retta lo          cooperativistico cattolico italiano.
     fu Edoardo Tagliabue (mio nonno da parte              Mentre procedevo con i lavori, mi sono ac-
     di madre), che
     compare tra i nuovi
     associati a decor-
     rere        dall’anno
     1929.
     Così, nuovamente
     galvanizzato, ho in-
     cominciato a esa-
     minare tutti i verbali
     delle assemblee e
     dei consigli di am-
     ministrazione, l’atto
     costitutivo, lo sta-
     tuto, il libro soci…
     dalla fondazione ai
     giorni nostri. Subito
     mi sono accorto di
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