Elementi di disegno Sylvie Duvernoy - 12 lezioni di disegno dell'Architettura - Casa editrice Le Lettere

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Elementi di disegno   8-02-2011   16:33   Pagina 3

                                                     Sylvie Duvernoy

                                          Elementi di disegno
                                           12 lezioni di disegno dell’Architettura
                                                     (with english texts)

                                                       Le Lettere
Elementi di disegno    8-02-2011     16:33    Pagina 7

           INDICE
           PARTE PRIMA: CONCETTI INTRODUTTIVI
           LEZIONE 1                                              LESSON 1
           I vari tipi di disegno e loro destinatari     p. 12    Sketches, drafts and drawings          p. 25
           1. Il disegno di progetto                     » 13     1. Design drawings                     » 25
           2. Il disegno di rilievo                      » 17     2. Survey drawings                     » 26
           3. Strumenti grafici e tecniche                        3. Drafting tools
              della rappresentazione                     »   22      and representation techniques       »   26
           Approfondimenti                               »   23   Further reading                        »   26
           LEZIONE 2                                              LESSON 2
           Storia dei metodi della rappresentazione      »   27   History of representation techniques   »   48
           1. L’antichità classica                       »   28   1. Classical antiquity                 »   48
           2. Il Medioevo                                »   31   2. Middle Ages                         »   49
           3. Il Rinascimento                            »   35   3. Renaissance                         »   50
           4. Dal Cinquecento al Settecento              »   39   4. Late Renaissance, seventeenth
           5. L’Ottocento                                »   43      and eighteenth centuries            »   50
           6. Sviluppi recenti                           »   45   5. Nineteenth century                  »   51
           Approfondimenti                               »   46   6. Recent developments                 »   51
           Note                                          »   46   Further reading                        »   51
           PARTE SECONDA: LA GEOMETRIA DELLA RAPPRESENTAZIONE
           LEZIONE 3                                              LESSON 3
           Le proiezioni ortogonali bidimensionali       »   55   2D projections                         »   71
           1. La pianta                                  »   56   1. The plan                            »   71
           2. La sezione                                 »   60   2. The section                         »   71
           3. Il prospetto                               »   62   3. The exterior elevation              »   72
           4. Principi di rappresentazione                        4. Codes of representation             »   72
              e convenzioni grafiche                     »   62   5. Reduction scales                    »   72
           5. Le scale di rappresentazione               »   69   Further reading                        »   73
           Approfondimenti                               »   70
           Note                                          »   70

           LEZIONE 4                                              LESSON 4
           La prospettiva                                »   74   Perspective                            » 102
           1. Gli albori della prospettiva               »   75   1. A brief history of perspective      » 102

                                                                                                              7
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                                                               .SOMMARIO

          2. La prospettiva a quadro verticale:                      2. Linear perspective on a vertical
             costruzione della rappresentazione           p.    83      picture plane                      p. 103
          3. Determinazione dei punti di fuga             »     86   3. Locating the vanishing points
          4. Concetto di omologia                         »     92      on the drawing                     » 104
          5. I punti misuratori                           »     93   4. The concept of homology            » 104
          6. La prospettiva a quadro orizzontale          »     97   5. The measuring points               » 104
          7. La prospettiva a quadro inclinato            »     98   6. Linear perspective
          8. Valore della rappresentazione                              on a horizontal picture plane      » 104
             in prospettiva                               » 99       7. Linear perspective on an oblique
          Approfondimenti                                 » 100         picture plane                      » 105
          Note                                            » 101      8. Value and meaning of perspective
                                                                        drawing                            » 105
                                                                     Further reading                       » 105
          LEZIONE 5                                                  LESSON 5
          L’anamorfosi                                    »    106   Anamorphosis                          »   121
          1. Il trompe-l’œil: prospettiva e anamorfosi    »    107   1. Trompe-l’œil paintings             »   121
          2. L’anamorfosi diretta                         »    109   2. Direct anamorphoses                »   122
          3. L’anamorfosi catottrica                      »    118   3. Catoptrical anamorphoses           »   123
          4. Conclusione                                  »    119   Further reading                       »   123
          Approfondimenti                                 »    120
          Note                                            »    120
          LEZIONE 6                                                  LESSON 6
          L’assonometria                                  »    124   Axonometric views                     »   139
          1. Concetti preliminari                         »    124   1. Preliminary Concepts               »   139
          2. L’assonometria obliqua                       »    126   2. Oblique axonometry                 »   140
          3. L’assonometria ortogonale                    »    132   3. Orthogonal axonometry              »   140
          4. Valore e significato dell’icona degli assi   »    136   4. The coordinate system icon         »   141
          5. In conclusione                               »    137   5. Fantastic visualizations           »   141
          Approfondimenti                                 »    137   Further reading                       »   141
          Note                                            »    138
          PARTE TERZA: LA GEOMETRIA DEL DISEGNO DI PROGETTO
          LEZIONE 7                                                  LESSON 7
          Symmetria e proporzione                         » 145      Symmetry and proportions              » 164
          1. Introduzione                                 » 145      1. Relationship between mathematics
                                                                        and architecture in antiquity      » 164

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                                                                   SOMMARIO

           2. Origine antica delle relazioni                             2. Beauty in mathematics                p. 165
              fra matematica e architettura                   p.   146   3. Beauty in architecture               » 166
           3. Il concetto di “bello”nella matematica antica »      153   4. The three classical mathematical
           4. Il concetto di “bello”nell’architettura classica»    155      problems                             » 166
           5. I tre grandi problemi                                      5. Architectural solution to problems
              della matematica classica                       »    156      of incommensurability                » 166
           6. La gestione architettonica dell’irrazionalità              6. Posterity and cultural continuity    » 167
              e incommensurabilità                            »    159   Further reading                         » 167
           7. Continuità culturale nel Rinascimento,
              e oltre                                         »    161
           Approfondimenti                                    »    163
           Note                                               »    163
           LEZIONE 8                                                     LESSON 8
           I tracciati regolatori                            » 168       Geometric patterns                      »   190
           1. Introduzione                                   » 168       1. Introduction                         »   190
           2. Tracciati regolatori legati al cerchio                     2. Circular and polygonal patterns      »   191
              e ai poligoni regolari                         » 169       3. The golden mean                      »   191
           3. La sezione aurea nel tardo Rinascimento        » 174       4. Ellipses and ovals                   »   192
           4. Le derivazioni del cerchio: ellissi                        5. Spirals                              »   192
              e curve policentriche                          »     176   6. Modern interpretation                »   192
           5. Tracciati a quattro dimensioni: le spirali     »     182   Further reading                         »   193
           6. L’interpretazione moderna                      »     186
           Approfondimenti                                   »     188
           Note                                              »     188
           PARTE QUARTA: LE TECNICHE ESPRESSIVE
           LEZIONE 9                                                     LESSON 9
           Il colore: teoria e applicazioni                  » 196       Color                                   »   213
           1. La scientifizzazione del colore                » 197       1. The science of colors                »   213
           2. La comunicazione e la riproduzione                         2. Naming and communicating colors      »   214
               del colore                                    » 201       3. The perception of colors             »   215
           3. La percezione del colore                       » 205       4. Colors in architectural drawing      »   215
           4. Il colore nella rappresentazione                           Futher reading                          »   216
               dell’architettura                             » 208
           5. Gli strumenti di disegno                       » 212
           Approfondimenti                                   » 212

                                                                                                                       9
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                                                            SOMMARIO

          LEZIONE 10                                              LESSON 10
          Il disegno delle ombre                       p. 217     Shade and Shadows                               p.   230
          1. Ombre sulle proiezioni ortogonali                    1. Shadows on 2D-drawings                       »    230
             bidimensionali: elevati e planimetrie     »    220   2. Shadows in axonometric views                 »    231
          2. Ombre in assonometria                     »    223   3. Shadows in perspective views                 »    230
          3. Ombre in prospettiva                      »    226   4. Tonal values of shades and shadows           »    230
          4. Il chiaroscuro e la prospettiva aerea     »    227
          Approfondimenti                              »    228
          PARTE QUINTA: IL DISEGNO DEL VERDE, DAL PAESAGGIO ALLE CARTE E RECIPROCAMENTE

          Lezione 11                                              LESSON 11
          Rappresentazione del verde:                             Gardens and landscapes                          »    247
          dal giardino al paesaggio                    »    234   1. Introduction                                 »    247
          1. Introduzione                              »    234   2. Drawing gardens                              »    247
          2. La rappresentazione del giardino          »    234   3. Drawing the geographical environment         »    247
          3. La rappresentazione del paesaggio         »    240   4. Conclusion                                   »    248
          4. Conclusione                               »    245   Further reading                                 »    248
          Approfondimenti                              »    245
          Note                                         »    246
          Lezione 12                                              LESSON 12
          Le proiezioni cartografiche,                            Map projections                                 »    266
          nozioni elementari                            »   249   1. Introduction                                 »    266
          1. Considerazioni introduttive                »   249   2. General conventions                          »    267
          2. Prime convenzioni                          »   251   3. Map projections                              »    267
          3. Le diverse tecniche di proiezione          »   252   4. Conformity and measurability                 »    268
          4. Corrispondenza e misurabilità              »   258   5. Two special projections                      »    268
          5. Due rappresentazioni speciali              »   261   6. The international standard: U.T.M – U.P.S.   »    268
          6. Il sistema internazionale: U.T.M. – U.P.S. »   262   7. Conclusion                                   »    268
          7. In conclusione                             »   264   Further reading                                 »    269
          Approfondimenti                               »   265

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                                                    PARTE PRIMA
                                               CONCETTI INTRODUTTIVI
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                                                        Lezione 1
                                    I VARI TIPI DI DISEGNO E I LORO DESTINATARI

          Nell’ambito della progettazione architettonica, la
          parola “disegno” ricopre una varietà di operazioni
          grafiche che non hanno tutte la stessa funzione e
          producono risultati formali diversi. Ogni fase della
          progettazione architettonica si appoggia a delle tec-
          niche di rappresentazione e tecniche grafiche diver-
          se e a esse vengono demandati dei compiti distinti.
          Si può considerare che un iter progettuale si svilup-
          pi comunemente secondo una sequenza di fasi di
          avanzamento che inizi con l’ideazione e la ricerca
          della forma, prosegua con la comunicazione dei
          risultati della ricerca, e si concluda con la realizza-
          zione dell’oggetto progettato. Durante le fasi di
          questo processo, il disegno assume dei ruoli distin-
          ti, fungendo sia da strumento di studio che da stru-
          mento di comunicazione. Il disegno si rivolge inol-
          tre a degli interlocutori che variano con l’avanza-
          mento dell’iter progettuale, caricandosi di forze
          emotive diverse. Da “introverso” diventa sempre
          più “estroverso”, mentre matura l’idea progettuale
          e la definizione dei suoi particolari.
               Simili differenziazioni caratterizzano anche le
          operazioni grafiche che scandiscono i lavori di rilie-
          vo che gli architetti sono occasionalmente chiamati
          a compiere. In questo caso, il lavoro consiste nello
          studio e nel riconoscimento di una forma esistente
          – e non più nel progetto di una forma nuova – per
          poi illustrarne graficamente le caratteristiche. Di
          nuovo, lo studio dell’oggetto e la sua rappresenta-       1-01: Strada a Sliema-Malta, 1989.

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                                                I VARI TIPI DI DISEGNO E I LORO DESTINATARI

           zione finale si realizzano tramite operazioni grafiche
           in cui il disegno funge da strumento di conoscenza
           prima e strumento di comunicazione poi.
               Inevitabilmente, la forma plastica di un disegno
           architettonico dipende dalla sua funzione, cioè
           dallo scopo perseguito dal suo autore nel momento
           in cui lo realizza, e dal destinatario a cui si rivolge.
           Anche nel campo della rappresentazione la forma
           consegue dalla funzione. Ma più dello strumento
           grafico scelto per la sua realizzazione (matita,
           acquarello, calcolatore elettronico ecc.), è la carica
           emotiva contenuta in un disegno a determinarne la
           forma plastica. Indipendentemente dal livello di
           astrazione della rappresentazione, sarà la forza            1-02: Mario Botta, schizzo di studio per il progetto di una
           espressiva del disegno a garantire l’efficacia della        casa unifamiliare a Daro, 1989-1992.
           comunicazione e lo scopo del disegno sarà raggiun-
           to sia che l’identificazione fra rappresentazione e
           oggetto risulti totale, sia che la figurazione risulti
           astratta e/o simbolica.

           1. Il disegno di progetto

           1.1. Lo schizzo di progetto
           Durante la fase di ideazione, fase iniziale di qualun-
           que iter progettuale, il progettista compie una ricer-
           ca intellettuale che si svolge quasi sempre a contat-
           to con la carta. Infatti la genesi di un’intuizione
           architettonica è prevalentemente di ordine figurati-        1-03: Mies van der Rohe, schizzo di studio per una casa a
           vo e si esprime pertanto sin dall’inizio tramite lo         Magdeburg, Germania, 1935.
           strumento del disegno. La ricerca della forma, o
           meglio, delle strategie da applicare alla costruzione       tetto con se stesso, durante il quale intende chiarire
           della forma si compie avvalendosi di schizzi veloci,        gli obiettivi e i risultati auspicati della sua ricerca.
           il cui scopo è quello di una verifica immediata delle           La tecnica di rappresentazione adoperata per la
           intuizioni progettuali in atto, e il cui destinatario è     realizzazione di questi grafici varia da autore ad
           l’autore stesso del disegno. Infatti questi appunti         autore. Oltreché le finalità perseguite, nello schizzo
           grafici iniziali sono l’espressione e la visualizzazione    di progetto iniziale si evidenzia anche la dimesti-
           di un autocolloquio, di un dialogo intimo dell’archi-       chezza di ogni autore con una (o più) particolare

                                                                                                                                13
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                                                       CONCETTI INTRODUTTIVI

          tecnica di rappresentazione: quella con la quale
          meglio riesce a esprimere le sue intenzioni. Alcuni
          grafici sono a colori, altri sono monocromatici, alcu-
          ni schizzi sono rappresentazioni tridimensionali
          (prospettive e/o assonometrie), mentre altre riman-
          gono nell’ambito del disegno bidimensionale. Ma
          generalmente l’aderenza alla regola geometrica della
          rappresentazione e alla tecnica proiettiva risulta
          poco rigorosa. Non essendo il disegno rivolto a un
          interlocutore esterno, è sufficiente che sia leggibile
          dal suo stesso autore. Questi “ideogrammi grafici”
          rimangono infatti nella sfera intima dello studio e      1-04: Oscar Niemeyer. schizzo degli insediamento costruiti
          dello studioso.                                          intorno al lago di Pampulha, Belo Horizonte, Brasile, 1942.

                                                                   1-05: Christian de Portzamparc e Georgia Benamo, pro-
                                                                   getto del complesso residenziale delle Hautes-Formes,
                                                                   Parigi, 1975. Il disegno evidenzia sia la forma dello spazio
                                                                   urbano che la distribuzione interna degli alloggi.

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                                                I VARI TIPI DI DISEGNO E I LORO DESTINATARI

               Anche se ricoprono tutti la stessa funzione di          momento della sua massima tensione. Le monogra-
           controllo dell’idea, la forma che essi assumono è,          fie dedicate allo studio di architetture specifiche
           dunque, molto variabile e testimonia delle preoccu-         pubblicano volentieri queste immagini: il loro acco-
           pazioni principali del progettista all’inizio del suo       stamento con le fotografie dell’opera costruita, o
           lavoro. Se per esempio la ricerca è di ordine distri-       con i disegni esecutivi finali, risultando particolar-
           butivo, allora lo schizzo iniziale sarà uno schema,         mente significativo. Pubblicazioni sempre più
           eventualmente colorato. Se la ricerca è invece preva-       numerose si dedicano quasi esclusivamente a questo
           lentemente formale allora si esprimerà tramite              tipo di disegno.
           schizzi prospettici o immagini dove i valori plastici
           predominano. Una caratteristica comune a tutti              1.2.Il disegno di presentazione
           questi disegni è quella di essere rappresentazioni          Il disegno di presentazione interviene quando la
           senza precisa scala di riduzione, ma dove la ricerca        fase di ideazione è compiuta, e quando diventa
           dimensionale si attua tramite la definizione di rap-        necessario comunicare i risultati della ricerca e le
           porti proporzionali – di superfici e/o volumi –             intenzioni progettuali agli interlocutori esterni
           quanto più precisi possibili.                               all’ufficio professionale. Lo schizzo di studio,
               Non sempre questi schizzi vengono realizzati            spesso disordinato e confuso, si deve trasformare
           entro le quattro mura dello studio professionale, ma        in un elaborato leggibile anche da non professioni-
           la loro esecuzione può avvenire anche in momenti            sti. La rappresentazione a scopo divulgativo, non
           di intensa ispirazione, tanto da venire denominati in       essendo pertanto più fortemente sottesa da una
           questo caso napkin sketches nel gergo professionale         tensione creativa personale, può essere delegata,
           anglosassone: disegni realizzati su pezzetti di carta       come spesso accade, a dei collaboratori di studio,
           di fortuna, durante un pasto fuori o altra situazione       addirittura subappaltata all’esterno dell’ufficio.
           similmente atipica.                                         Un’oggettività maggiore deve sostituire la sogget-
               Il napkin sketch, o schizzo di progetto in genera-      tività iniziale. Nella maggior parte dei casi, il dise-
           le, è per sua natura molto fragile e fuggevole. Si trat-    gno di presentazione non viene realizzato dal pro-
           ta di un disegno autografo originale in copia unica         gettista stesso, anche se viene comunque control-
           che troppo spesso viene distrutto con l’avanzamen-          lato e diretto da lui. Il disegno non è più autogra-
           to del lavoro, durante le fasi successive della ricerca.    fo e nel processo della sua pubblicazione viene
           Ciò accade per volontà stessa dell’architetto, preoc-       riprodotto in varie copie.
           cupato di selezionare quali confidenze intime rende-            Contrariamente allo schizzo di studio, il disegno
           re pubbliche e quali, invece, pudicamente nasconde-         di presentazione deve essere realizzato in una preci-
           re. Queste immagini sono invece molto preziose e            sa scala di riduzione e aderire strettamente alle rego-
           molto ricercate dagli studiosi dell’opera di uno o          le della rappresentazione codificata, in modo da
           più architetti, in quanto sono immagini cariche di          risultare comprensibile a tutti i suoi destinatari,
           emotività, che più di ogni altra figurazione avvicina-      siano essi professionisti, “addetti ai lavori”, oppure
           no l’osservatore ai segreti del momento creativo e lo       no. La comunicazione fra le parti, per essere effica-
           rendono partecipe di una ricerca artistica nel              ce, si deve appoggiare ai codici del linguaggio

                                                                                                                           15
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                                                              Lesson 4
                                                            PERSPECTIVE

          The purpose of perspective is to draw 3D objects          Aeschylus on the back wall of a theatre stage. The
          exactly as we see them. The so-called “linear per-        painting created the illusion of space, and (seeming-
          spective” is the best approximation of optical reali-     ly) depicted imaginary buildings. Vitruvius adds that
          ty; it can be used as a scientific design tool.           books were written by contemporary scientists
                                                                    (Anaxagoras and Democritus) about this drawing
          1. A brief history of perspective                         technique but unfortunately, none of those survived.
          In the introduction of book VII of the De                     Around 300 B.C., the Greek mathematician
          Architectura Vitruvius reports that, in the 5th century   Euclid wrote a short text entitled Optics, which is the
          B.C., a Greek artist, Agatharchus, painted scenery for    most ancient still extant book about the nature of

          4-36: Mario Botta: Palazzo
          del cinema alla Biennale di
          Venezia, 1990. Prospettiva
          di presentazione. La linea di
          orizzonte è evidenziata dalla
          posizione degli occhi dei per-
          sonaggi rappresentati.

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                                                               PERSPECTIVE

           visual perception. Euclid scientifically analyses the       shows the fundamental geometrical elements of lin-
           difference between reality and natural vision, pointing     ear perspective.
           out how parallel lines in space appear to bend and          – the horizontal ground plane on which the observ-
           converge towards some centres. He also proves that          er (usually) stands;
           the apparent sizes of two equal and parallel objects        – the Horizon plane at the height of the observer’s
           are not proportional to their distances from the eye.       eye;
               Beautiful “trompe l’oeil” frescoes dating back to       – the vertical picture plane on which the image is
           Roman times can be seen on the walls of some large          projected;
           villas in Pompeii. Various studies have been conduct-       – the ground line: the intersection between the
           ed to try to understand what kind of perspective            ground plane and the picture plane;
           technique and perspective theories were known to            – the “horizon line”: the intersection between the
           the Romans in the 1st century B.C., but definite con-       horizon plane and the picture plane;
           clusions are hard to draw, and the debate continues.        – the point P: the orthogonal projection of the eye
               The first scientific, mathematical definition of lin-   of the observer PV on the picture plane, which
           ear perspective is due to the artists and scientists of     obviously lies on the horizon line;
           the Florentine Renaissance. Practical experiments           – the “distance circle” which intersects the horizon
           were conducted in full scale by Filippo Brunelleschi        line at two points I1 and I2 which are the “diagonal
           in the first half of the Quattrocento, and in 1475,         points”;
           Piero della Francesca (both a painter and a mathe-          – the cone of vision inside of which the final image
           matician) wrote the first scientific treatise on linear     should fit.
           perspective: De Prospectiva Pingendi, which only
           deals with the problem of one-point perspective.            2.2 Initial settings
               After that, from the early 16th century on, stud-       A perspective view is the result of the reciprocal posi-
           ies flourished in all Western and Northern Europe,          tions of the observer, the object and the picture plane:
           all of them bringing additional improvements, and           therefore, while starting to draw, the first step consists
           contributing to the enlargement of scientific knowl-        in establishing these positions. If any of these is altered,
           edge, especially by addressing the general problem          the projection procedure changes and the final view is
           of two-point and three-point perspective. German            different. Figures 4-15 and 4-16 show how, by chang-
           painter Albrecht Dürer is famous for having built           ing the position of only the projecting plane, the final
           (around 1525) a machine that made it possible to            image grows or shrinks, as if taking a photograph pic-
           draw perspectives mechanically (fig. 4-11).                 ture with a zoom, or a wide-angle objective.
                                                                           Perspective views can be either “one-point per-
           2. Linear perspective on a vertical picture plane           spective”, when the object is set with a main face par-
                                                                       allel to the picture plane (fig. 4-17), or “two-point
           2.1. Basic concepts                                         perspective” when the object is in a random position
           Perspective is a conic projection: the centre of the        (fig. 4-18). However the actual number of vanishing
           projection is the eye of the observer. Figure 4-12          points depends on the shape of the object itself.

                                                                                                                              103
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                                                  GEOMETRY OF REPRESENTATION

          3. Locating the vanishing points on the drawing         4. The concept of homology
          Given sets of parallel lines converge to their own      In geometry, two triangles are homologic if, when
          vanishing point on the drawing.                         the sides of each triangle are extended, they meet at
              Lines that are horizontal and perpendicular to      three collinear points. The line which goes through
          the picture plane converge to P.                        the three points is known as the perspective/homol-
              Lines that are horizontal, but form an angle with   ogy axis. The point at which the lines joining the
          the picture plane, converge to a vanishing point Fn     vertices of the two triangles intersect is called the
          which lies on the horizon line (fig. 4-13, 4-14).       perspective/homology centre.
              Lines that form an angle ? with the horizontal          In perspective, the object and its image are
          ground plane, and belong to vertical planes that are    homologic: the axis is the ground line and the cen-
          perpendicular to the picture plane, converge to a       tre is the point of view PV (fig. 4-26). The perspec-
          vanishing point S? that lies on the vertical line (S)   tive drawing can be constructed by using the prop-
          that contains P (fig. 4-20).                            erties of the homologic transformation. This tech-
              Lines (r) that form an angle ? with the horizon-    nique is sometimes quicker, and reduces the num-
          tal ground plane and an angle ? with the picture        ber of construction lines.
          plane converge to a vanishing point Fr which is
          determined from S? and F? (fig. 4-21, 4-22, 4-23).      5. The measuring points
              Lines that are parallel to the picture plane        The measuring points are found by rotating the
          (either horizontal, vertical or rotated) do not con-    point of view PV on the picture plane from the van-
          verge to any vanishing point. They remain parallel      ishing points. They lie on the horizon line and are
          on the final image.                                     centres of planar homologic transformations occur-
                                                                  ring in the picture plane. They make it possible to
          3.1. Drawing
                                                                  measure the real length of a segment by projecting
          Once all the necessary vanishing points are located,    its extremities to the ground line where the dis-
          the drawing is easily constructed by superimposing      tances can be read in full scale (fig. 4-27, 4-28).
          on the sheet of paper the horizontal ground plane       Reciprocally, they make it possible to draw a precise
          which contains the plan view and the picture plane      view of an object of given dimensions. In the case of
          on which the image is drawn. The superposition is       one-point perspective, the measuring points are the
          achieved by rotating the picture plane around the       diagonal points I1 and I2 (fig. 4-31).
          ground line which is common to both planes. Points
          lying on the ground line (and more generally on the     6. Linear perspective on a horizontal picture plane
          picture plane) are invariant, thus the perspective of   When the picture plane is horizontal and the view is
          any line is found by joining its vanishing point with   bottom-up or top-down, the ground line and the
          its intersecting point with the ground line.            horizon line disappear. In this case, in order to facil-
               All the elements lying on the picture plane are    itate the construction of the view, the picture plane
          seen in full size and can thus be measured (especial-   must be set in a precise position corresponding to
          ly heights).

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                                                            PERSPECTIVE

           the floor or ceiling surface. The point P gives the     ing is very communicative and makes it possible to
           position of the point of view PV, and the distance      explain shapes, forms, textures and materials to those
           circle gives its distance from the picture plane.       who are not specialists or professionals. This is why
           Perspectives on horizontal picture planes are usual-    the perspective view is usually the most important
           ly one-point perspectives.                              presentation drawing in a competition setting

           7. Linear perspective on an oblique picture plane
           When the picture plane is neither vertical nor hori-    FURTHER READING
           zontal, the final image is a so-called “three-point     DAMISCH, HUBERT, The Origin of Perspective, trans-
           perspective” in which the vertical lines are no         lated by J.Goodman, MIT Press, Cambridge-MA,
           longer parallel but converge to their own vanishing     1994.
           point (fig. 4-33).                                      EVANS, ROBIN, The Projective Cast: Architecture and
                                                                   Its Three Geometries, MIT Press, Cambridge-MA
           8. Value and meaning of perspective drawing             1995.
           A perspective view is a highly subjective image which   GILL, ROBERT W., Perspective, from basic to creative,
           requires some artistic talent on the part of the        Thames and Hudson, London 2006.
           draughtsperson. Modern perspectives are usually         PANOFSKY, ERWIN, Perspective as symbolic form,
           digital “renderings”. These are still long and          translated by C.S. Wood, ed. Zone Books, New York,
           painstaking to create: computer technology did not      1994.
           make the construction procedure of individual draw-     http://www.math.utah.edu/~treiberg/Perspect/Perspe
           ings easier or quicker. However a perspective draw-     ct.htm#ProjGeom.

                                                                                                                     105
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                                                             Lezione 5
                                                          L’ANAMORFOSI

          Già dal tardo Quattrocento la tecnica della prospettiva,    mente – a simulare l’esistenza di spazi illusori, la pro-
          ormai scientificamente matura, evolve velocemente           spettiva viene sfruttata come tecnica di arredo, recupe-
          verso campi applicativi variegati che superano gli stret-   rando così una delle sue più antiche funzioni: quella
          ti limiti della pittura su tavoletta, o disegno cartaceo.   della scenografia teatrale, ovvero la rappresentazione in
          Per la sua capacità di riprodurre in modo esatto la natu-   vera grandezza di architetture immaginarie. Nascono
          rale percezione di spazi costruiti oppure – reciproca-      così le arti del trompe-l’œil e del quadraturismo.

          5-01: Hans Hamngren, la
          pompa dell’acqua, 1981.
          Anamorfosi cilindrica.

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                                                              L’ANAMORFOSI

           1. Il Trompe l’œil : prospettiva e anamorfosi              chiesa, coperta da una simile volta cassettonata.
                                                                      L’inganno è totale quando lo spettatore si posiziona
           1.1. Il trompe-l’œil prospettico                           nel punto esatto dello spazio reale dove il pittore ha
                                                                      posizionato il suo osservatore virtuale per costruire
           Trompe-l’œil è la dicitura francese (comunemente           la prospettiva sul muro dietro all’altare. L’abside
           usata anche oltre i confini francesi) per caratterizzare   dipinta appare allora come l’estensione naturale
           l’inganno visivo che alcune decorazioni parietali, rap-    dello spazio reale della chiesa, con una perfetta
           presentanti finti spazi architettonici, intendono pro-     continuità di forme, di ritmi e di modanature archi-
           durre nell’occhio e nella mente dei fruitori degli         tettoniche.
           ambienti dove queste decorazioni vengono realizzate.           La condizione dell’efficacia dell’inganno prodot-
               Fra i primissimi esempi eccellenti di trompe-          to da una decorazione parietale a trompe-l’œil, è lega-
           l’œil quattrocenteschi spicca la finta abside della        ta al fatto di essere vista da una posizione particola-
           chiesa di Santa Maria presso San Satiro a Milano,          re, cioè dal “punto di stazione” dell’osservatore vir-
           realizzata da Donato Bramante nel 1483, cioè dieci         tuale ipotizzato per costruire l’immagine pittorica
           anni soltanto dopo la pubblicazione del trattato di
           Piero della Francesca De Prospectiva Pingendi.
           Giunto a Milano dopo essersi formato ad Urbino
           alla corte di Federico da Montefeltro, Bramante
           ricevette da Ludovico Sforza l’incarico di ristruttu-
           rare un antico oratorio esistente, di forma stretta e
           lunga. Questa richiesta fornì a Bramante l’occasio-
           ne di applicare e sperimentare in un unico lavoro
           sia le teorie contemporanee sulla forma dei templi
           ideali, sia i progressi recentemente conseguiti nel
           campo della rappresentazione prospettica.
           L’architetto decise di monumentalizzare il volume
           esistente trasformandolo visivamente in una chiesa
           a pianta centrale – modello ritenuto perfetto dagli
           umanisti del tempo – conferendo allo spazio l’ap-
           parenza di un impianto a croce greca. L’esistenza
           del quarto braccio della croce, impossibile da rea-
           lizzarsi effettivamente per mancanza di disponibili-
           tà di spazio urbano, viene simulata grazie ad un
           perfetto trompe-l’œil, realizzato sulla parete retro-
           stante l’altare, il quale rappresenta uno spazio illu-     5-02: Andrea Pozzo, trompe l’œil anamorfico sul soffitto
           sorio longitudinale, coperto con volta a botte, cor-       piano della chiesa di Sant’Ignazio a Roma, 1685.
           rispettivo simmetrico della navata principale della        Anamorfosi obliqua piana.

                                                                                                                           107
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                                                 LA GEOMETRIA DELLA RAPPRESENTAZIONE

          (vedi Lezione 4). La prospettiva della finta abside di       1.2. Il trompe l’œil anamorfico
          Santa Maria presso San Satiro è una prospettiva              Quando il trompe-l’œil è concepito in modo tale da
          centrale, con punto di fuga principale P sull’asse           ingannare un osservatore il cui sguardo è obliquo,
          mediano della composizione, e va pertanto vista con          addirittura radente, rispetto alla superficie dipinta,
          uno sguardo orientato secondo una direzione per-             allora nasce l’anamorfosi.
          pendicolare alla superficie sulla quale essa è realiz-           La finta cupola di Sant’Ignazio di Loyola a Roma,
          zata1, e da un punto di stazione situato nel centro          dipinta sul soffitto piano della chiesa, dal padre gesui-
          della navata, poco oltre la porta d’ingresso della           ta Andrea Pozzo nel 1685, è un famoso esempio di
          chiesa. Vista da altre posizioni, la decorazione parie-      trompe-l’œil anamorfico (fig. 5-02). Similmente a
          tale perde significato e provoca senso di squilibrio         Bramante, Andrea Pozzo simula con una abile rap-
          nella mente dell’osservatore.                                presentazione pittorica la presenza di un volume

          5-03: Andrea Pozzo, decorazione della volta della navata della chiesa di Sant’Ignazio a Roma, 1685. Anamorfosi su
          superficie curva.

          108
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                                                              L’ANAMORFOSI

           architettonico non esistente nella realtà: una cupola      2. L’anamorfosi diretta
           sovrastante il coro della chiesa. Ma, contrariamente a
           quello di Bramante, il dipinto del Pozzo non è una         Mentre la prospettiva è la proiezione dello spazio
           prospettiva centrale pensata per essere vista con uno      sul piano, l’anamorfosi diretta è una proiezione dal
           sguardo la cui direzione è rivolta perpendicolarmente      piano allo spazio. Più precisamente, consiste nella
           al piano di proiezione. Vista “da sotto in su” la pro-     proiezione di un’immagine qualunque da un centro
           spettiva del Pozzo, realizzata sul quadro orizzontale      proprio su una o più superfici, di modo che la forma
           del soffitto, appare deforme. L’inganno visivo è desti-    dell’immagine si perda o svanisca, ma possa sempre
           nato a un osservatore situato in un punto di stazione      essere ricostituita, quando vista dal suo centro di
           posto (come in Santa Maria presso San Satiro) lungo        proiezione. Si tratta di una forma di vera e propria
           l’asse centrale della navata principale, poco dopo la      proiezione prospettica, trasformata attraverso un’ap-
           porta d’ingresso della chiesa. La direzione dello          plicazione particolare delle sue leggi geometriche.
           sguardo dell’osservatore è allora inclinata rispetto al    La caratteristica particolare dell’anamorfosi è la
           piano del soffitto sul quale è realizzata l’immagine. Il   posizione inconsueta dell’osservatore rispetto
           pittore ha proiettato su un quadro orizzontale posto       all’immagine, e la direzione inconsueta che lo sguar-
           in lontananza al di sopra dell’occhio dell’osservatore     do deve assumere rispetto all’immagine, per poter-
           un’immagine predefinita della cupola come vista su         ne cogliere il significato, altrimenti nascosto alla
           quadro verticale: proiezione eseguita da un centro         vista e all’intelletto. L’anamorfosi non va mai guar-
           proprio situato nel punto di stazione prescelto.           data in posizione frontale ma sempre di scorcio.
           Questa doppia proiezione prospettica è la procedura
           geometrica che prende il nome di anamorfosi (oppu-
           re anche proiezione bi-centrale).
               La parola anamorfosi è un termine proveniente
           dal greco, costituito dal prefisso ana che significa
           “all’indietro”, oppure “inversamente”, e dal sostan-
           tivo morfo che significa “forma”, oppure anche
           “idea formale”. Il termine stesso evidenzia dunque
           lo scopo della rappresentazione che consiste nel
           creare una deformazione scientificamente controlla-
           ta per ottenere effetti speciali.
               Gli sviluppi storici dell’arte dell’anamorfosi, e
           dei giochi scientifici a esso legati, suggeriscono di
           dividere le rappresentazioni anamorfiche in catego-
           rie distinte, individuando due principali tecniche di
           rappresentazione: l’anamorfosi diretta e l’anamorfo-
           si catottrica, in cui subentrano effetti di riflessi su    5-04: Jean François Niceron, anamorfosi oblique piane di
           superfici specchianti.                                     ritratti,1638.

                                                                                                                           109
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                                               LA GEOMETRIA DELLA RAPPRESENTAZIONE

             I vari tipi di anamorfosi diretta sono:               geometrica volontariamente distorta? Le prime
             - l’anamorfosi obliqua piana;                         immagini anamorfiche piane scaturiscono dall’ap-
             - l’anamorfosi per proiezione su superfici diffe-     plicazione sperimentale di una griglia prospettica
               renziate (cilindriche, sferiche, ecc.);             non più coerente con la visione naturale, perché
             - l’anamorfosi per decostruzione spaziale.            deformata secondo criteri matematicamente con-
                                                                   trollati. I trattati francesi del Seicento riportano
          2.1. L’anamorfosi obliqua piana                          esempi circa questi esperimenti2. L’illustrazione
          L’anamorfosi obliqua piana deriva direttamente da        della figura 5-04, in cui si vedono due ritratti snatu-
          giochi scientifici basati sulle proprietà matematiche    rati, chiarisce i criteri di distorsione applicati. In
          della prospettiva lineare. Lo studio dell’anamorfosi     questi esempi la deformazione della griglia prospet-
          si sviluppa velocemente, prevalentemente nei paesi       tica consiste nel portare il “punto di distanza” (teo-
          del Nord Europa, in Francia e in Germania, come          ricamente il punto di fuga delle diagonali a 45°)
          corollario allo studio della prospettiva. La curiosità   molto vicino al “punto centrico” (proiezione sul
          scientifica degli artisti spinge loro a indagare sui     quadro dell’occhio dell’osservatore). Così facendo
          limiti e potenzialità di questa nuova tecnica di rap-    si crea una situazione innaturale in cui l’osservatore
          presentazione. Quali risultati produce una regola        virtuale si trova in una posizione molto ravvicinata

                                                                   5-06: Hans Holbein, Gli ambasciatori, 1533, raddrizza-
          5-05: Hans Holbein, Gli ambasciatori, 1533.              mento dell’anamorfosi del teschio in primo piano.

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                                                              L’ANAMORFOSI

           rispetto al quadro proiettante, tale che l’immagine        marginali” già intuite da Piero della Francesca e
           finale, di fatto, non rientra più nel cono visivo come     menzionate nel suo trattato De Prospectiva Pingendi
           definito dalla regola della prospettiva lineare. I qua-    (vedi Lezione 4). L’anamorfosi piana sfrutta queste
           drilateri allungati della griglia così ottenuta non evo-   discordanze per creare effetti spettacolari e/o ludi-
           cano più l’aspetto familiare di un reticolo quadrato       ci, oppure per correggere e controllare la percezio-
           regolare visto in prospettiva. I ritratti eseguiti sulla
           griglia ortogonale di partenza vengono riportati
           sulla griglia prospettica deformata, e assumono una
           forma distorta. Per ritrovarne l’aspetto originale
           occorre inclinare il quadro, per posizionarlo obli-
           quamente rispetto alla direzione del sguardo e guar-
           dare l’immagine anamorfica di scorcio.
               Già nel Cinquecento, il primo scienziato a intui-
           re il possibile vantaggio offerto da un’anamorfosi
           così definita fu Leonardo da Vinci il quale consiglia
           di correggere le prospettive di paesaggi o spazi
           immaginari dipinti su muri necessariamente visti di
           scorcio (come le pareti laterali di corridoi o gallerie
           lunghe e strette) mediante l’applicazione di una
           deformazione crescente delle forme in lontananza.
           Lo stiramento sempre più accentuato degli oggetti
           in profondità permette di annullare l’effetto pro-
           spettico fisiologico derivante dalla vista di scorcio.
           Ovviamente questo espediente è valido soltanto per
           un punto di vista privilegiato, e per una direzione
           specifica dello sguardo.
               La “prospettiva lineare” – o anche prospettiva
           artificiale – quale codificata dai matematici rinasci-
           mentali, e poi adottata dagli scienziati posteri, per-
           mette di restituire un’approssimazione grafica della
           “prospettiva naturale”, ovvero della nostra reale
           percezione fisiologica dello spazio. Prospettiva arti-
           ficiale e prospettiva naturale coincidono in modo
           quasi esatto all’interno di un cono ottico ristretto,
           ma più il piano prospettico si espande più le discor-      5-07: Emmanuel Maignan, dipinto realizzato sulla parete
           danze fra rappresentazione grafica e visione natura-       del chiostro del Convento dei Minimi di Trinità dei Monti
           le aumentano, e con loro le cosiddette “aberrazioni        a Roma, 1642. Anamorfosi obliqua piana.

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