Elementi di disegno Sylvie Duvernoy - 12 lezioni di disegno dell'Architettura - Casa editrice Le Lettere
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Elementi di disegno 8-02-2011 16:33 Pagina 3 Sylvie Duvernoy Elementi di disegno 12 lezioni di disegno dell’Architettura (with english texts) Le Lettere
Elementi di disegno 8-02-2011 16:33 Pagina 7 INDICE PARTE PRIMA: CONCETTI INTRODUTTIVI LEZIONE 1 LESSON 1 I vari tipi di disegno e loro destinatari p. 12 Sketches, drafts and drawings p. 25 1. Il disegno di progetto » 13 1. Design drawings » 25 2. Il disegno di rilievo » 17 2. Survey drawings » 26 3. Strumenti grafici e tecniche 3. Drafting tools della rappresentazione » 22 and representation techniques » 26 Approfondimenti » 23 Further reading » 26 LEZIONE 2 LESSON 2 Storia dei metodi della rappresentazione » 27 History of representation techniques » 48 1. L’antichità classica » 28 1. Classical antiquity » 48 2. Il Medioevo » 31 2. Middle Ages » 49 3. Il Rinascimento » 35 3. Renaissance » 50 4. Dal Cinquecento al Settecento » 39 4. Late Renaissance, seventeenth 5. L’Ottocento » 43 and eighteenth centuries » 50 6. Sviluppi recenti » 45 5. Nineteenth century » 51 Approfondimenti » 46 6. Recent developments » 51 Note » 46 Further reading » 51 PARTE SECONDA: LA GEOMETRIA DELLA RAPPRESENTAZIONE LEZIONE 3 LESSON 3 Le proiezioni ortogonali bidimensionali » 55 2D projections » 71 1. La pianta » 56 1. The plan » 71 2. La sezione » 60 2. The section » 71 3. Il prospetto » 62 3. The exterior elevation » 72 4. Principi di rappresentazione 4. Codes of representation » 72 e convenzioni grafiche » 62 5. Reduction scales » 72 5. Le scale di rappresentazione » 69 Further reading » 73 Approfondimenti » 70 Note » 70 LEZIONE 4 LESSON 4 La prospettiva » 74 Perspective » 102 1. Gli albori della prospettiva » 75 1. A brief history of perspective » 102 7
Elementi di disegno 8-02-2011 16:33 Pagina 8 .SOMMARIO 2. La prospettiva a quadro verticale: 2. Linear perspective on a vertical costruzione della rappresentazione p. 83 picture plane p. 103 3. Determinazione dei punti di fuga » 86 3. Locating the vanishing points 4. Concetto di omologia » 92 on the drawing » 104 5. I punti misuratori » 93 4. The concept of homology » 104 6. La prospettiva a quadro orizzontale » 97 5. The measuring points » 104 7. La prospettiva a quadro inclinato » 98 6. Linear perspective 8. Valore della rappresentazione on a horizontal picture plane » 104 in prospettiva » 99 7. Linear perspective on an oblique Approfondimenti » 100 picture plane » 105 Note » 101 8. Value and meaning of perspective drawing » 105 Further reading » 105 LEZIONE 5 LESSON 5 L’anamorfosi » 106 Anamorphosis » 121 1. Il trompe-l’œil: prospettiva e anamorfosi » 107 1. Trompe-l’œil paintings » 121 2. L’anamorfosi diretta » 109 2. Direct anamorphoses » 122 3. L’anamorfosi catottrica » 118 3. Catoptrical anamorphoses » 123 4. Conclusione » 119 Further reading » 123 Approfondimenti » 120 Note » 120 LEZIONE 6 LESSON 6 L’assonometria » 124 Axonometric views » 139 1. Concetti preliminari » 124 1. Preliminary Concepts » 139 2. L’assonometria obliqua » 126 2. Oblique axonometry » 140 3. L’assonometria ortogonale » 132 3. Orthogonal axonometry » 140 4. Valore e significato dell’icona degli assi » 136 4. The coordinate system icon » 141 5. In conclusione » 137 5. Fantastic visualizations » 141 Approfondimenti » 137 Further reading » 141 Note » 138 PARTE TERZA: LA GEOMETRIA DEL DISEGNO DI PROGETTO LEZIONE 7 LESSON 7 Symmetria e proporzione » 145 Symmetry and proportions » 164 1. Introduzione » 145 1. Relationship between mathematics and architecture in antiquity » 164 8
Elementi di disegno 8-02-2011 16:33 Pagina 9 SOMMARIO 2. Origine antica delle relazioni 2. Beauty in mathematics p. 165 fra matematica e architettura p. 146 3. Beauty in architecture » 166 3. Il concetto di “bello”nella matematica antica » 153 4. The three classical mathematical 4. Il concetto di “bello”nell’architettura classica» 155 problems » 166 5. I tre grandi problemi 5. Architectural solution to problems della matematica classica » 156 of incommensurability » 166 6. La gestione architettonica dell’irrazionalità 6. Posterity and cultural continuity » 167 e incommensurabilità » 159 Further reading » 167 7. Continuità culturale nel Rinascimento, e oltre » 161 Approfondimenti » 163 Note » 163 LEZIONE 8 LESSON 8 I tracciati regolatori » 168 Geometric patterns » 190 1. Introduzione » 168 1. Introduction » 190 2. Tracciati regolatori legati al cerchio 2. Circular and polygonal patterns » 191 e ai poligoni regolari » 169 3. The golden mean » 191 3. La sezione aurea nel tardo Rinascimento » 174 4. Ellipses and ovals » 192 4. Le derivazioni del cerchio: ellissi 5. Spirals » 192 e curve policentriche » 176 6. Modern interpretation » 192 5. Tracciati a quattro dimensioni: le spirali » 182 Further reading » 193 6. L’interpretazione moderna » 186 Approfondimenti » 188 Note » 188 PARTE QUARTA: LE TECNICHE ESPRESSIVE LEZIONE 9 LESSON 9 Il colore: teoria e applicazioni » 196 Color » 213 1. La scientifizzazione del colore » 197 1. The science of colors » 213 2. La comunicazione e la riproduzione 2. Naming and communicating colors » 214 del colore » 201 3. The perception of colors » 215 3. La percezione del colore » 205 4. Colors in architectural drawing » 215 4. Il colore nella rappresentazione Futher reading » 216 dell’architettura » 208 5. Gli strumenti di disegno » 212 Approfondimenti » 212 9
Elementi di disegno 8-02-2011 16:33 Pagina 10 SOMMARIO LEZIONE 10 LESSON 10 Il disegno delle ombre p. 217 Shade and Shadows p. 230 1. Ombre sulle proiezioni ortogonali 1. Shadows on 2D-drawings » 230 bidimensionali: elevati e planimetrie » 220 2. Shadows in axonometric views » 231 2. Ombre in assonometria » 223 3. Shadows in perspective views » 230 3. Ombre in prospettiva » 226 4. Tonal values of shades and shadows » 230 4. Il chiaroscuro e la prospettiva aerea » 227 Approfondimenti » 228 PARTE QUINTA: IL DISEGNO DEL VERDE, DAL PAESAGGIO ALLE CARTE E RECIPROCAMENTE Lezione 11 LESSON 11 Rappresentazione del verde: Gardens and landscapes » 247 dal giardino al paesaggio » 234 1. Introduction » 247 1. Introduzione » 234 2. Drawing gardens » 247 2. La rappresentazione del giardino » 234 3. Drawing the geographical environment » 247 3. La rappresentazione del paesaggio » 240 4. Conclusion » 248 4. Conclusione » 245 Further reading » 248 Approfondimenti » 245 Note » 246 Lezione 12 LESSON 12 Le proiezioni cartografiche, Map projections » 266 nozioni elementari » 249 1. Introduction » 266 1. Considerazioni introduttive » 249 2. General conventions » 267 2. Prime convenzioni » 251 3. Map projections » 267 3. Le diverse tecniche di proiezione » 252 4. Conformity and measurability » 268 4. Corrispondenza e misurabilità » 258 5. Two special projections » 268 5. Due rappresentazioni speciali » 261 6. The international standard: U.T.M – U.P.S. » 268 6. Il sistema internazionale: U.T.M. – U.P.S. » 262 7. Conclusion » 268 7. In conclusione » 264 Further reading » 269 Approfondimenti » 265 10
Elementi di disegno 8-02-2011 16:33 Pagina 11 PARTE PRIMA CONCETTI INTRODUTTIVI
Elementi di disegno 8-02-2011 16:33 Pagina 12 Lezione 1 I VARI TIPI DI DISEGNO E I LORO DESTINATARI Nell’ambito della progettazione architettonica, la parola “disegno” ricopre una varietà di operazioni grafiche che non hanno tutte la stessa funzione e producono risultati formali diversi. Ogni fase della progettazione architettonica si appoggia a delle tec- niche di rappresentazione e tecniche grafiche diver- se e a esse vengono demandati dei compiti distinti. Si può considerare che un iter progettuale si svilup- pi comunemente secondo una sequenza di fasi di avanzamento che inizi con l’ideazione e la ricerca della forma, prosegua con la comunicazione dei risultati della ricerca, e si concluda con la realizza- zione dell’oggetto progettato. Durante le fasi di questo processo, il disegno assume dei ruoli distin- ti, fungendo sia da strumento di studio che da stru- mento di comunicazione. Il disegno si rivolge inol- tre a degli interlocutori che variano con l’avanza- mento dell’iter progettuale, caricandosi di forze emotive diverse. Da “introverso” diventa sempre più “estroverso”, mentre matura l’idea progettuale e la definizione dei suoi particolari. Simili differenziazioni caratterizzano anche le operazioni grafiche che scandiscono i lavori di rilie- vo che gli architetti sono occasionalmente chiamati a compiere. In questo caso, il lavoro consiste nello studio e nel riconoscimento di una forma esistente – e non più nel progetto di una forma nuova – per poi illustrarne graficamente le caratteristiche. Di nuovo, lo studio dell’oggetto e la sua rappresenta- 1-01: Strada a Sliema-Malta, 1989. 12
Elementi di disegno 8-02-2011 16:33 Pagina 13 I VARI TIPI DI DISEGNO E I LORO DESTINATARI zione finale si realizzano tramite operazioni grafiche in cui il disegno funge da strumento di conoscenza prima e strumento di comunicazione poi. Inevitabilmente, la forma plastica di un disegno architettonico dipende dalla sua funzione, cioè dallo scopo perseguito dal suo autore nel momento in cui lo realizza, e dal destinatario a cui si rivolge. Anche nel campo della rappresentazione la forma consegue dalla funzione. Ma più dello strumento grafico scelto per la sua realizzazione (matita, acquarello, calcolatore elettronico ecc.), è la carica emotiva contenuta in un disegno a determinarne la forma plastica. Indipendentemente dal livello di astrazione della rappresentazione, sarà la forza 1-02: Mario Botta, schizzo di studio per il progetto di una espressiva del disegno a garantire l’efficacia della casa unifamiliare a Daro, 1989-1992. comunicazione e lo scopo del disegno sarà raggiun- to sia che l’identificazione fra rappresentazione e oggetto risulti totale, sia che la figurazione risulti astratta e/o simbolica. 1. Il disegno di progetto 1.1. Lo schizzo di progetto Durante la fase di ideazione, fase iniziale di qualun- que iter progettuale, il progettista compie una ricer- ca intellettuale che si svolge quasi sempre a contat- to con la carta. Infatti la genesi di un’intuizione architettonica è prevalentemente di ordine figurati- 1-03: Mies van der Rohe, schizzo di studio per una casa a vo e si esprime pertanto sin dall’inizio tramite lo Magdeburg, Germania, 1935. strumento del disegno. La ricerca della forma, o meglio, delle strategie da applicare alla costruzione tetto con se stesso, durante il quale intende chiarire della forma si compie avvalendosi di schizzi veloci, gli obiettivi e i risultati auspicati della sua ricerca. il cui scopo è quello di una verifica immediata delle La tecnica di rappresentazione adoperata per la intuizioni progettuali in atto, e il cui destinatario è realizzazione di questi grafici varia da autore ad l’autore stesso del disegno. Infatti questi appunti autore. Oltreché le finalità perseguite, nello schizzo grafici iniziali sono l’espressione e la visualizzazione di progetto iniziale si evidenzia anche la dimesti- di un autocolloquio, di un dialogo intimo dell’archi- chezza di ogni autore con una (o più) particolare 13
Elementi di disegno 8-02-2011 16:33 Pagina 14 CONCETTI INTRODUTTIVI tecnica di rappresentazione: quella con la quale meglio riesce a esprimere le sue intenzioni. Alcuni grafici sono a colori, altri sono monocromatici, alcu- ni schizzi sono rappresentazioni tridimensionali (prospettive e/o assonometrie), mentre altre riman- gono nell’ambito del disegno bidimensionale. Ma generalmente l’aderenza alla regola geometrica della rappresentazione e alla tecnica proiettiva risulta poco rigorosa. Non essendo il disegno rivolto a un interlocutore esterno, è sufficiente che sia leggibile dal suo stesso autore. Questi “ideogrammi grafici” rimangono infatti nella sfera intima dello studio e 1-04: Oscar Niemeyer. schizzo degli insediamento costruiti dello studioso. intorno al lago di Pampulha, Belo Horizonte, Brasile, 1942. 1-05: Christian de Portzamparc e Georgia Benamo, pro- getto del complesso residenziale delle Hautes-Formes, Parigi, 1975. Il disegno evidenzia sia la forma dello spazio urbano che la distribuzione interna degli alloggi. 14
Elementi di disegno 8-02-2011 16:33 Pagina 15 I VARI TIPI DI DISEGNO E I LORO DESTINATARI Anche se ricoprono tutti la stessa funzione di momento della sua massima tensione. Le monogra- controllo dell’idea, la forma che essi assumono è, fie dedicate allo studio di architetture specifiche dunque, molto variabile e testimonia delle preoccu- pubblicano volentieri queste immagini: il loro acco- pazioni principali del progettista all’inizio del suo stamento con le fotografie dell’opera costruita, o lavoro. Se per esempio la ricerca è di ordine distri- con i disegni esecutivi finali, risultando particolar- butivo, allora lo schizzo iniziale sarà uno schema, mente significativo. Pubblicazioni sempre più eventualmente colorato. Se la ricerca è invece preva- numerose si dedicano quasi esclusivamente a questo lentemente formale allora si esprimerà tramite tipo di disegno. schizzi prospettici o immagini dove i valori plastici predominano. Una caratteristica comune a tutti 1.2.Il disegno di presentazione questi disegni è quella di essere rappresentazioni Il disegno di presentazione interviene quando la senza precisa scala di riduzione, ma dove la ricerca fase di ideazione è compiuta, e quando diventa dimensionale si attua tramite la definizione di rap- necessario comunicare i risultati della ricerca e le porti proporzionali – di superfici e/o volumi – intenzioni progettuali agli interlocutori esterni quanto più precisi possibili. all’ufficio professionale. Lo schizzo di studio, Non sempre questi schizzi vengono realizzati spesso disordinato e confuso, si deve trasformare entro le quattro mura dello studio professionale, ma in un elaborato leggibile anche da non professioni- la loro esecuzione può avvenire anche in momenti sti. La rappresentazione a scopo divulgativo, non di intensa ispirazione, tanto da venire denominati in essendo pertanto più fortemente sottesa da una questo caso napkin sketches nel gergo professionale tensione creativa personale, può essere delegata, anglosassone: disegni realizzati su pezzetti di carta come spesso accade, a dei collaboratori di studio, di fortuna, durante un pasto fuori o altra situazione addirittura subappaltata all’esterno dell’ufficio. similmente atipica. Un’oggettività maggiore deve sostituire la sogget- Il napkin sketch, o schizzo di progetto in genera- tività iniziale. Nella maggior parte dei casi, il dise- le, è per sua natura molto fragile e fuggevole. Si trat- gno di presentazione non viene realizzato dal pro- ta di un disegno autografo originale in copia unica gettista stesso, anche se viene comunque control- che troppo spesso viene distrutto con l’avanzamen- lato e diretto da lui. Il disegno non è più autogra- to del lavoro, durante le fasi successive della ricerca. fo e nel processo della sua pubblicazione viene Ciò accade per volontà stessa dell’architetto, preoc- riprodotto in varie copie. cupato di selezionare quali confidenze intime rende- Contrariamente allo schizzo di studio, il disegno re pubbliche e quali, invece, pudicamente nasconde- di presentazione deve essere realizzato in una preci- re. Queste immagini sono invece molto preziose e sa scala di riduzione e aderire strettamente alle rego- molto ricercate dagli studiosi dell’opera di uno o le della rappresentazione codificata, in modo da più architetti, in quanto sono immagini cariche di risultare comprensibile a tutti i suoi destinatari, emotività, che più di ogni altra figurazione avvicina- siano essi professionisti, “addetti ai lavori”, oppure no l’osservatore ai segreti del momento creativo e lo no. La comunicazione fra le parti, per essere effica- rendono partecipe di una ricerca artistica nel ce, si deve appoggiare ai codici del linguaggio 15
Elementi di disegno 8-02-2011 16:34 Pagina 102 Lesson 4 PERSPECTIVE The purpose of perspective is to draw 3D objects Aeschylus on the back wall of a theatre stage. The exactly as we see them. The so-called “linear per- painting created the illusion of space, and (seeming- spective” is the best approximation of optical reali- ly) depicted imaginary buildings. Vitruvius adds that ty; it can be used as a scientific design tool. books were written by contemporary scientists (Anaxagoras and Democritus) about this drawing 1. A brief history of perspective technique but unfortunately, none of those survived. In the introduction of book VII of the De Around 300 B.C., the Greek mathematician Architectura Vitruvius reports that, in the 5th century Euclid wrote a short text entitled Optics, which is the B.C., a Greek artist, Agatharchus, painted scenery for most ancient still extant book about the nature of 4-36: Mario Botta: Palazzo del cinema alla Biennale di Venezia, 1990. Prospettiva di presentazione. La linea di orizzonte è evidenziata dalla posizione degli occhi dei per- sonaggi rappresentati. 102
Elementi di disegno 8-02-2011 16:34 Pagina 103 PERSPECTIVE visual perception. Euclid scientifically analyses the shows the fundamental geometrical elements of lin- difference between reality and natural vision, pointing ear perspective. out how parallel lines in space appear to bend and – the horizontal ground plane on which the observ- converge towards some centres. He also proves that er (usually) stands; the apparent sizes of two equal and parallel objects – the Horizon plane at the height of the observer’s are not proportional to their distances from the eye. eye; Beautiful “trompe l’oeil” frescoes dating back to – the vertical picture plane on which the image is Roman times can be seen on the walls of some large projected; villas in Pompeii. Various studies have been conduct- – the ground line: the intersection between the ed to try to understand what kind of perspective ground plane and the picture plane; technique and perspective theories were known to – the “horizon line”: the intersection between the the Romans in the 1st century B.C., but definite con- horizon plane and the picture plane; clusions are hard to draw, and the debate continues. – the point P: the orthogonal projection of the eye The first scientific, mathematical definition of lin- of the observer PV on the picture plane, which ear perspective is due to the artists and scientists of obviously lies on the horizon line; the Florentine Renaissance. Practical experiments – the “distance circle” which intersects the horizon were conducted in full scale by Filippo Brunelleschi line at two points I1 and I2 which are the “diagonal in the first half of the Quattrocento, and in 1475, points”; Piero della Francesca (both a painter and a mathe- – the cone of vision inside of which the final image matician) wrote the first scientific treatise on linear should fit. perspective: De Prospectiva Pingendi, which only deals with the problem of one-point perspective. 2.2 Initial settings After that, from the early 16th century on, stud- A perspective view is the result of the reciprocal posi- ies flourished in all Western and Northern Europe, tions of the observer, the object and the picture plane: all of them bringing additional improvements, and therefore, while starting to draw, the first step consists contributing to the enlargement of scientific knowl- in establishing these positions. If any of these is altered, edge, especially by addressing the general problem the projection procedure changes and the final view is of two-point and three-point perspective. German different. Figures 4-15 and 4-16 show how, by chang- painter Albrecht Dürer is famous for having built ing the position of only the projecting plane, the final (around 1525) a machine that made it possible to image grows or shrinks, as if taking a photograph pic- draw perspectives mechanically (fig. 4-11). ture with a zoom, or a wide-angle objective. Perspective views can be either “one-point per- 2. Linear perspective on a vertical picture plane spective”, when the object is set with a main face par- allel to the picture plane (fig. 4-17), or “two-point 2.1. Basic concepts perspective” when the object is in a random position Perspective is a conic projection: the centre of the (fig. 4-18). However the actual number of vanishing projection is the eye of the observer. Figure 4-12 points depends on the shape of the object itself. 103
Elementi di disegno 8-02-2011 16:34 Pagina 104 GEOMETRY OF REPRESENTATION 3. Locating the vanishing points on the drawing 4. The concept of homology Given sets of parallel lines converge to their own In geometry, two triangles are homologic if, when vanishing point on the drawing. the sides of each triangle are extended, they meet at Lines that are horizontal and perpendicular to three collinear points. The line which goes through the picture plane converge to P. the three points is known as the perspective/homol- Lines that are horizontal, but form an angle with ogy axis. The point at which the lines joining the the picture plane, converge to a vanishing point Fn vertices of the two triangles intersect is called the which lies on the horizon line (fig. 4-13, 4-14). perspective/homology centre. Lines that form an angle ? with the horizontal In perspective, the object and its image are ground plane, and belong to vertical planes that are homologic: the axis is the ground line and the cen- perpendicular to the picture plane, converge to a tre is the point of view PV (fig. 4-26). The perspec- vanishing point S? that lies on the vertical line (S) tive drawing can be constructed by using the prop- that contains P (fig. 4-20). erties of the homologic transformation. This tech- Lines (r) that form an angle ? with the horizon- nique is sometimes quicker, and reduces the num- tal ground plane and an angle ? with the picture ber of construction lines. plane converge to a vanishing point Fr which is determined from S? and F? (fig. 4-21, 4-22, 4-23). 5. The measuring points Lines that are parallel to the picture plane The measuring points are found by rotating the (either horizontal, vertical or rotated) do not con- point of view PV on the picture plane from the van- verge to any vanishing point. They remain parallel ishing points. They lie on the horizon line and are on the final image. centres of planar homologic transformations occur- ring in the picture plane. They make it possible to 3.1. Drawing measure the real length of a segment by projecting Once all the necessary vanishing points are located, its extremities to the ground line where the dis- the drawing is easily constructed by superimposing tances can be read in full scale (fig. 4-27, 4-28). on the sheet of paper the horizontal ground plane Reciprocally, they make it possible to draw a precise which contains the plan view and the picture plane view of an object of given dimensions. In the case of on which the image is drawn. The superposition is one-point perspective, the measuring points are the achieved by rotating the picture plane around the diagonal points I1 and I2 (fig. 4-31). ground line which is common to both planes. Points lying on the ground line (and more generally on the 6. Linear perspective on a horizontal picture plane picture plane) are invariant, thus the perspective of When the picture plane is horizontal and the view is any line is found by joining its vanishing point with bottom-up or top-down, the ground line and the its intersecting point with the ground line. horizon line disappear. In this case, in order to facil- All the elements lying on the picture plane are itate the construction of the view, the picture plane seen in full size and can thus be measured (especial- must be set in a precise position corresponding to ly heights). 104
Elementi di disegno 8-02-2011 16:34 Pagina 105 PERSPECTIVE the floor or ceiling surface. The point P gives the ing is very communicative and makes it possible to position of the point of view PV, and the distance explain shapes, forms, textures and materials to those circle gives its distance from the picture plane. who are not specialists or professionals. This is why Perspectives on horizontal picture planes are usual- the perspective view is usually the most important ly one-point perspectives. presentation drawing in a competition setting 7. Linear perspective on an oblique picture plane When the picture plane is neither vertical nor hori- FURTHER READING zontal, the final image is a so-called “three-point DAMISCH, HUBERT, The Origin of Perspective, trans- perspective” in which the vertical lines are no lated by J.Goodman, MIT Press, Cambridge-MA, longer parallel but converge to their own vanishing 1994. point (fig. 4-33). EVANS, ROBIN, The Projective Cast: Architecture and Its Three Geometries, MIT Press, Cambridge-MA 8. Value and meaning of perspective drawing 1995. A perspective view is a highly subjective image which GILL, ROBERT W., Perspective, from basic to creative, requires some artistic talent on the part of the Thames and Hudson, London 2006. draughtsperson. Modern perspectives are usually PANOFSKY, ERWIN, Perspective as symbolic form, digital “renderings”. These are still long and translated by C.S. Wood, ed. Zone Books, New York, painstaking to create: computer technology did not 1994. make the construction procedure of individual draw- http://www.math.utah.edu/~treiberg/Perspect/Perspe ings easier or quicker. However a perspective draw- ct.htm#ProjGeom. 105
Elementi di disegno 8-02-2011 16:34 Pagina 106 Lezione 5 L’ANAMORFOSI Già dal tardo Quattrocento la tecnica della prospettiva, mente – a simulare l’esistenza di spazi illusori, la pro- ormai scientificamente matura, evolve velocemente spettiva viene sfruttata come tecnica di arredo, recupe- verso campi applicativi variegati che superano gli stret- rando così una delle sue più antiche funzioni: quella ti limiti della pittura su tavoletta, o disegno cartaceo. della scenografia teatrale, ovvero la rappresentazione in Per la sua capacità di riprodurre in modo esatto la natu- vera grandezza di architetture immaginarie. Nascono rale percezione di spazi costruiti oppure – reciproca- così le arti del trompe-l’œil e del quadraturismo. 5-01: Hans Hamngren, la pompa dell’acqua, 1981. Anamorfosi cilindrica. 106
Elementi di disegno 8-02-2011 16:34 Pagina 107 L’ANAMORFOSI 1. Il Trompe l’œil : prospettiva e anamorfosi chiesa, coperta da una simile volta cassettonata. L’inganno è totale quando lo spettatore si posiziona 1.1. Il trompe-l’œil prospettico nel punto esatto dello spazio reale dove il pittore ha posizionato il suo osservatore virtuale per costruire Trompe-l’œil è la dicitura francese (comunemente la prospettiva sul muro dietro all’altare. L’abside usata anche oltre i confini francesi) per caratterizzare dipinta appare allora come l’estensione naturale l’inganno visivo che alcune decorazioni parietali, rap- dello spazio reale della chiesa, con una perfetta presentanti finti spazi architettonici, intendono pro- continuità di forme, di ritmi e di modanature archi- durre nell’occhio e nella mente dei fruitori degli tettoniche. ambienti dove queste decorazioni vengono realizzate. La condizione dell’efficacia dell’inganno prodot- Fra i primissimi esempi eccellenti di trompe- to da una decorazione parietale a trompe-l’œil, è lega- l’œil quattrocenteschi spicca la finta abside della ta al fatto di essere vista da una posizione particola- chiesa di Santa Maria presso San Satiro a Milano, re, cioè dal “punto di stazione” dell’osservatore vir- realizzata da Donato Bramante nel 1483, cioè dieci tuale ipotizzato per costruire l’immagine pittorica anni soltanto dopo la pubblicazione del trattato di Piero della Francesca De Prospectiva Pingendi. Giunto a Milano dopo essersi formato ad Urbino alla corte di Federico da Montefeltro, Bramante ricevette da Ludovico Sforza l’incarico di ristruttu- rare un antico oratorio esistente, di forma stretta e lunga. Questa richiesta fornì a Bramante l’occasio- ne di applicare e sperimentare in un unico lavoro sia le teorie contemporanee sulla forma dei templi ideali, sia i progressi recentemente conseguiti nel campo della rappresentazione prospettica. L’architetto decise di monumentalizzare il volume esistente trasformandolo visivamente in una chiesa a pianta centrale – modello ritenuto perfetto dagli umanisti del tempo – conferendo allo spazio l’ap- parenza di un impianto a croce greca. L’esistenza del quarto braccio della croce, impossibile da rea- lizzarsi effettivamente per mancanza di disponibili- tà di spazio urbano, viene simulata grazie ad un perfetto trompe-l’œil, realizzato sulla parete retro- stante l’altare, il quale rappresenta uno spazio illu- 5-02: Andrea Pozzo, trompe l’œil anamorfico sul soffitto sorio longitudinale, coperto con volta a botte, cor- piano della chiesa di Sant’Ignazio a Roma, 1685. rispettivo simmetrico della navata principale della Anamorfosi obliqua piana. 107
Elementi di disegno 8-02-2011 16:34 Pagina 108 LA GEOMETRIA DELLA RAPPRESENTAZIONE (vedi Lezione 4). La prospettiva della finta abside di 1.2. Il trompe l’œil anamorfico Santa Maria presso San Satiro è una prospettiva Quando il trompe-l’œil è concepito in modo tale da centrale, con punto di fuga principale P sull’asse ingannare un osservatore il cui sguardo è obliquo, mediano della composizione, e va pertanto vista con addirittura radente, rispetto alla superficie dipinta, uno sguardo orientato secondo una direzione per- allora nasce l’anamorfosi. pendicolare alla superficie sulla quale essa è realiz- La finta cupola di Sant’Ignazio di Loyola a Roma, zata1, e da un punto di stazione situato nel centro dipinta sul soffitto piano della chiesa, dal padre gesui- della navata, poco oltre la porta d’ingresso della ta Andrea Pozzo nel 1685, è un famoso esempio di chiesa. Vista da altre posizioni, la decorazione parie- trompe-l’œil anamorfico (fig. 5-02). Similmente a tale perde significato e provoca senso di squilibrio Bramante, Andrea Pozzo simula con una abile rap- nella mente dell’osservatore. presentazione pittorica la presenza di un volume 5-03: Andrea Pozzo, decorazione della volta della navata della chiesa di Sant’Ignazio a Roma, 1685. Anamorfosi su superficie curva. 108
Elementi di disegno 8-02-2011 16:34 Pagina 109 L’ANAMORFOSI architettonico non esistente nella realtà: una cupola 2. L’anamorfosi diretta sovrastante il coro della chiesa. Ma, contrariamente a quello di Bramante, il dipinto del Pozzo non è una Mentre la prospettiva è la proiezione dello spazio prospettiva centrale pensata per essere vista con uno sul piano, l’anamorfosi diretta è una proiezione dal sguardo la cui direzione è rivolta perpendicolarmente piano allo spazio. Più precisamente, consiste nella al piano di proiezione. Vista “da sotto in su” la pro- proiezione di un’immagine qualunque da un centro spettiva del Pozzo, realizzata sul quadro orizzontale proprio su una o più superfici, di modo che la forma del soffitto, appare deforme. L’inganno visivo è desti- dell’immagine si perda o svanisca, ma possa sempre nato a un osservatore situato in un punto di stazione essere ricostituita, quando vista dal suo centro di posto (come in Santa Maria presso San Satiro) lungo proiezione. Si tratta di una forma di vera e propria l’asse centrale della navata principale, poco dopo la proiezione prospettica, trasformata attraverso un’ap- porta d’ingresso della chiesa. La direzione dello plicazione particolare delle sue leggi geometriche. sguardo dell’osservatore è allora inclinata rispetto al La caratteristica particolare dell’anamorfosi è la piano del soffitto sul quale è realizzata l’immagine. Il posizione inconsueta dell’osservatore rispetto pittore ha proiettato su un quadro orizzontale posto all’immagine, e la direzione inconsueta che lo sguar- in lontananza al di sopra dell’occhio dell’osservatore do deve assumere rispetto all’immagine, per poter- un’immagine predefinita della cupola come vista su ne cogliere il significato, altrimenti nascosto alla quadro verticale: proiezione eseguita da un centro vista e all’intelletto. L’anamorfosi non va mai guar- proprio situato nel punto di stazione prescelto. data in posizione frontale ma sempre di scorcio. Questa doppia proiezione prospettica è la procedura geometrica che prende il nome di anamorfosi (oppu- re anche proiezione bi-centrale). La parola anamorfosi è un termine proveniente dal greco, costituito dal prefisso ana che significa “all’indietro”, oppure “inversamente”, e dal sostan- tivo morfo che significa “forma”, oppure anche “idea formale”. Il termine stesso evidenzia dunque lo scopo della rappresentazione che consiste nel creare una deformazione scientificamente controlla- ta per ottenere effetti speciali. Gli sviluppi storici dell’arte dell’anamorfosi, e dei giochi scientifici a esso legati, suggeriscono di dividere le rappresentazioni anamorfiche in catego- rie distinte, individuando due principali tecniche di rappresentazione: l’anamorfosi diretta e l’anamorfo- si catottrica, in cui subentrano effetti di riflessi su 5-04: Jean François Niceron, anamorfosi oblique piane di superfici specchianti. ritratti,1638. 109
Elementi di disegno 8-02-2011 16:34 Pagina 110 LA GEOMETRIA DELLA RAPPRESENTAZIONE I vari tipi di anamorfosi diretta sono: geometrica volontariamente distorta? Le prime - l’anamorfosi obliqua piana; immagini anamorfiche piane scaturiscono dall’ap- - l’anamorfosi per proiezione su superfici diffe- plicazione sperimentale di una griglia prospettica renziate (cilindriche, sferiche, ecc.); non più coerente con la visione naturale, perché - l’anamorfosi per decostruzione spaziale. deformata secondo criteri matematicamente con- trollati. I trattati francesi del Seicento riportano 2.1. L’anamorfosi obliqua piana esempi circa questi esperimenti2. L’illustrazione L’anamorfosi obliqua piana deriva direttamente da della figura 5-04, in cui si vedono due ritratti snatu- giochi scientifici basati sulle proprietà matematiche rati, chiarisce i criteri di distorsione applicati. In della prospettiva lineare. Lo studio dell’anamorfosi questi esempi la deformazione della griglia prospet- si sviluppa velocemente, prevalentemente nei paesi tica consiste nel portare il “punto di distanza” (teo- del Nord Europa, in Francia e in Germania, come ricamente il punto di fuga delle diagonali a 45°) corollario allo studio della prospettiva. La curiosità molto vicino al “punto centrico” (proiezione sul scientifica degli artisti spinge loro a indagare sui quadro dell’occhio dell’osservatore). Così facendo limiti e potenzialità di questa nuova tecnica di rap- si crea una situazione innaturale in cui l’osservatore presentazione. Quali risultati produce una regola virtuale si trova in una posizione molto ravvicinata 5-06: Hans Holbein, Gli ambasciatori, 1533, raddrizza- 5-05: Hans Holbein, Gli ambasciatori, 1533. mento dell’anamorfosi del teschio in primo piano. 110
Elementi di disegno 8-02-2011 16:34 Pagina 111 L’ANAMORFOSI rispetto al quadro proiettante, tale che l’immagine marginali” già intuite da Piero della Francesca e finale, di fatto, non rientra più nel cono visivo come menzionate nel suo trattato De Prospectiva Pingendi definito dalla regola della prospettiva lineare. I qua- (vedi Lezione 4). L’anamorfosi piana sfrutta queste drilateri allungati della griglia così ottenuta non evo- discordanze per creare effetti spettacolari e/o ludi- cano più l’aspetto familiare di un reticolo quadrato ci, oppure per correggere e controllare la percezio- regolare visto in prospettiva. I ritratti eseguiti sulla griglia ortogonale di partenza vengono riportati sulla griglia prospettica deformata, e assumono una forma distorta. Per ritrovarne l’aspetto originale occorre inclinare il quadro, per posizionarlo obli- quamente rispetto alla direzione del sguardo e guar- dare l’immagine anamorfica di scorcio. Già nel Cinquecento, il primo scienziato a intui- re il possibile vantaggio offerto da un’anamorfosi così definita fu Leonardo da Vinci il quale consiglia di correggere le prospettive di paesaggi o spazi immaginari dipinti su muri necessariamente visti di scorcio (come le pareti laterali di corridoi o gallerie lunghe e strette) mediante l’applicazione di una deformazione crescente delle forme in lontananza. Lo stiramento sempre più accentuato degli oggetti in profondità permette di annullare l’effetto pro- spettico fisiologico derivante dalla vista di scorcio. Ovviamente questo espediente è valido soltanto per un punto di vista privilegiato, e per una direzione specifica dello sguardo. La “prospettiva lineare” – o anche prospettiva artificiale – quale codificata dai matematici rinasci- mentali, e poi adottata dagli scienziati posteri, per- mette di restituire un’approssimazione grafica della “prospettiva naturale”, ovvero della nostra reale percezione fisiologica dello spazio. Prospettiva arti- ficiale e prospettiva naturale coincidono in modo quasi esatto all’interno di un cono ottico ristretto, ma più il piano prospettico si espande più le discor- 5-07: Emmanuel Maignan, dipinto realizzato sulla parete danze fra rappresentazione grafica e visione natura- del chiostro del Convento dei Minimi di Trinità dei Monti le aumentano, e con loro le cosiddette “aberrazioni a Roma, 1642. Anamorfosi obliqua piana. 111
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