ECONOMIA DELL'UNIONE EUROPEA - Prof. Elisabetta CROCI ANGELINI A.A. 2020-2021

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ECONOMIA DELL'UNIONE EUROPEA - Prof. Elisabetta CROCI ANGELINI A.A. 2020-2021
Prof. Elisabetta CROCI ANGELINI
croci@unimc.it
A.A. 2020-2021
Capitolo 2

ECONOMIA DELL’UNIONE
EUROPEA
ECONOMIA DELL'UNIONE EUROPEA - Prof. Elisabetta CROCI ANGELINI A.A. 2020-2021
Il Bilancio dell’Unione Europea
          • Le principali fonti di entrata
•   Prelievi agricoli, che includevano anche
    l’imposta sulla produzione di zucchero
•   Dazi doganali
•   IVA comunitaria che impone un’aliquota su
    una base potenziale
•   Quarta risorsa è proporzionale al RNL dei
    paesi membri e viene stabilita a copertura
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L’evoluzione delle entrate
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                      90000

                      80000

                      70000

                      60000
milioni di Ecu/Euro

                      50000

                      40000

                      30000

                      20000

                      10000

                           0
                                 1980 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999

                                                       Prelievi agricoli   Dazi doganali          Percentuale IVA   IV fonte-PNL

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Fonti di finanziamento del
                                    bilancio dell’UE (%PIL)

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Entrate del bilancio
                                    comune per paese

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E in futuro?

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Il Bilancio dell’Unione Europea
              • Le principali aree di spesa
                  • Tradizionalmente
•      Politica Agricola Comune (PAC)
               • Successivamente anche
•       Operazioni strutturali
•       Politiche interne
•       Azione esterna

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L’evoluzione delle uscite
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                      100000

                       90000

                       80000

                       70000
milioni di Ecu/euro

                       60000

                       50000

                       40000

                       30000

                       20000

                       10000

                              0
                                     1988     1989    1990       1991      1992       1993            1994   1995     1996     1997     1998     1999

                                      1.PAC    2.azioni strutturali   3.politiche interne       4.azioni esterne    5.spese amministrative   6.riserve

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1. Crescita sostenibile 2. Conservazione delle risorse naturali 3. Cittadinanza, libertà, sicurezza, giustizia 4. UE come fattore globale 5. Amministrazione
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Spese del bilancio generale
                       2007     2008        2009           2010       2011       2012       2013

Crescita sostenibile   43713     45611         44683        48828     54732      61585      71238

Risorse naturali       54648     54813         55877        56647     57374      59096      59524

Ci:adinanza, libertà    1050      1311            1993       1373      1827       2374       1883

EU partner globale      7292      7311            7983       7486      7102       7064       7055

Amministrazione         6806      7292            7615       7896      8359       8564       8693

Compensazioni            444       207              209           0          0          0      75

totale                 113953   116544        118361       122231     129395 138683         148469

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i fondi della politica di coesione

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5 Fondi Strutturali e di Investimento Europei

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Saldi medi 2014-16

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Allocazione dei fondi per paese

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Il bilancio di previsione dell’Unione europea nel 2012 (pagamenti - miliardi di euro)
                                                                                  Mld     Comp. %

Spese

Crescita sostenibile                                                              57,7    43,5
Conservazione delle risorse naturali                                              57,9    43,6
Cittadinanza, libertà, sicurezza, giustizia                                       1,5     1,1
Ue come fattore globale                                                           7,3     5,5
Amministrazione                                                                   8,3     6,3
Totale spese                                                                      132,7   100,0
Entrate (risorse proprie)

Dazi doganali, dazi agricoli e imposta sugli zuccheri                             19,3    14,5
Iva comunitaria                                                                   14,5    10,9
Quarta risorsa                                                                    97,3    73,3
Altre                                                                             1,6     1,2
Totale entrate                                                                    132,7   100,0
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Le proposte della Commissione

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L’accordo raggiunto
 QFP 1074,3
 NGEU 750
 Totale 1823,3

 Maggiore della
 proposta di 1279,4 che
 però non prevedeva
 NGEU

 Una parte di NGEU si
 finanzierà sul mercato,
 anziché dalle risorse
 proprie, quindi non
 compare sul bilancio

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QFP & NGEU
7 linee di spesa:
1)     Mercato unico,
       innovazione e agenda
       digitale è 143,4
2)     Coesione, resilienza e
       valori è 1099,7
3)     Risorse naturali e
       ambiente è 373,9
4)     Migrazione e gestione
       delle frontiere è 22,7
5)     Sicurezza e difesa è
       13,2
6)     Vicinato e resto del
       mondo è 98,4
7)     Pubblica amministrazione
       europea è 73,1

Solo all’ultima non partecipa
NGEU

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Le 7 voci
di spesa
sono
espresse in
miliardi di
euro del
2018 e
coprono
tutto il
settennio
di
programma
zione

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Politiche comuni,
priorità,
programmi e
fondi
 Le spese si dividono in tre
 parti quasi uguali tra:
 1. Politica agricola comune
     è FEAGA & FEASR
     (Risorse naturali e
     ambiente)
 2. Politica di coesione è
     FESR, FSE, FC
     (Coesione, resilienza e
     valori)
 3. Priorità è tanti
     interventi diversi a
     carico di ognuna delle
     sette voci di spesa

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NGEU
Per la maggior
parte, con la sua
dotazione di 750
euro integra le
azioni intraprese
dalla politica di
coesione
Due parti minori
sono destinate
rispettivamente
1. alla politica agricola
   comune e
2. al mercato unico

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La politica di coesione
• politica strutturale è per l’obiettivo:
         – Trattato di Roma è la necessità di uno
           sviluppo armonioso
         – Atto Unico Europeo è la coesione
           economica e sociale

• Finalità redistributiva: dalle regioni più
  ricche a quelle più povere

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I fondi strutturali
• La politica di coesione si fondava sui seguenti:
                 • Fondo Sociale Europeo (FSE)
                 • Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR)
                 • Fondo Europeo di Orientamento e Garanzia per l’Agricoltura
                   (FEOGA)
• A questi si aggiunsero:
                 • 1992 Fondo di Coesione (FC)
                 • 1993 Strumento finanziario di orientamento nella pesca (SFOP)
• Dal 2007 il FEOGA è stato suddiviso in
    • FEAGA e FEASR
• Lo SFOP ha spesso cambiato nome
    • 2007-13 è FEP, 2014-20 è FEAMP
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I finanziamenti fino al 1988
• conferiti ai governi nazionali
  – li gestiscono autonomamente
  – li utilizzano a volte per finanziare iniziative già avviate

• accesso per i paesi dell’Europa del Sud a più basso
  livello di sviluppo
• la costruzione del mercato unico e il divario tra le
  regioni più ricche e le regioni più povere

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La riforma del 1988
• Crescita del finanziamento, nel 1988 raddoppiato
       e ha continuato a crescere
• Unificazione dei fondi principali
         – FSE
         – FEOGA
         – FESR
• Fissati 4 principi di base per i fondi:
         –     Concentrazione è in pochi obiettivi e non a pioggia
         –     Addizionalità è non sostitutivi di fondi nazionali
         –     Programmazione è pluriennale
         –     Parternariato è co-finanziamento
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CONCENTRAZIONE
• Le politiche sono centrate su regioni-
  obiettivo in difficoltà identificate in base a
  precisi parametri.
• La maggior parte dei fondi è destinata alle
  regioni OBIETTIVO 1, il cui PIL pro capite è
  inferiore al 75% della media comunitaria
• Il 9% dei fondi è dedicata alle INIZIATIVE
  COMUNITARIE dirette a obiettivi specifici
  individuati dalla Commissione (INTERREG,
  URBAN, LEADER)

  a.a. 2020/21         e. croci angelini      32
ADDIZIONALITA’
• I fondi europei devono essere aggiuntivi, non
  sostitutivi, rispetto ai fondi nazionali
• Il co-finanziamento è sempre richiesto al
  paese che riceve i fondi europei, ma la
  percentuale varia in base a criteri concordati

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PROGRAMMAZIONE
• I finanziamenti concessi in base ai programmi
  pluriennali complessivi (piuttosto che a una pluralità
  d’iniziative singole tra loro non coordinate, come
  avveniva in passato).
• I programmi nazionali sono adottati dalla Commissione
  sulla base dei “Quadri Comunitari di Sostegno”
  negoziati tra la Commissione e i governi nazionali, a
  partire dai Piani di Sviluppo Regionale elaborati dai
  governi nazionali in parternariato con i governi regionali.
• La programmazione semplificata con la riforma del 1993,
  la presentazione da parte dei governi nazionali di un
  Documento Unico di Programmazione, con una
  riduzione del ruolo della Commissione nella
  programmazione.

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PARTERNARIATO
• L’accesso ai fondi richiede una strategia di
  intervento concordata tra la Commissione, i
  governi nazionali e le regioni eleggibili
  (parternariato verticale)
• e al livello regionale era richiesta la
  costruzione di parternariati tra i settori
  pubblico, privato e in alcuni casi il terzo
  settore (parternariato orizzontale).

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La scorsa programmazione
                        2014-2020
• Approvazione:
• Febbraio 2013: dopo una “maratona” di 25 ore al
  Consiglio europeo si sono stabiliti i punti
  dell’accordo
• Per la prima volta il bilancio viene tagliato
• L’ammontare massimo previsto è di 960 miliardi
  di euro per gli impegni e 908 per i pagamenti
• Non passa la proposta del PE che chiedeva
  maggiori risorse
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reddito, spesa pubblica
                                                   e bilancio comune (2016)
Il bilancio annuale dell’Unione Europea (155 miliardi di euro)
a confronto con
il reddito totale dell’Unione Europea (14791 miliardi di euro)
la spesa pubblica totale dei 28 paesi membri (6906 miliardi di euro)

                                                      16491 UE-28 nel 2019

                                                                    45,8%

                                                                       1%

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Il bilancio comune in
                                           percentuale del PNL
I limiti posti alla dimensione del bilancio comune
dell’Unione Europea nelle ultime programmazioni

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Il bilancio federale
                                     negli Stati Uniti

a.a. 2020/21   e. croci angelini                      39
Quadri Finanziari Pluriennali
• la definizione del bilancio dell’Unione (prima
  chiamate Prospettive Finanziarie Settennali
  prossimamente Quadri Finanziari Pluriennali) è un
  processo che inizia diversi anni prima del periodo
  cui si riferisce.
   – La Commissione propone un testo
   – lunga trattativa fra gli Stati membri nel
     Consiglio
   – il Parlamento Europeo ha un importante potere
     di co-decisione
 a.a. 2020/21           e. croci angelini          40
La procedura di
               approvazione del bilancio

a.a. 2020/21   e. croci angelini     41
Le spese dell’Unione europea
• Non vengono deliberate per paese di
  destinazione, ma per obiettivi politici.
• Ogni politica comunitaria ha regole
  proprie, che determinano chi (e quindi
  quale paese) beneficia degli interventi
• L’identità del beneficiario deriva
  dall’applicazione della regola.

a.a. 2020/21        e. croci angelini        42
I beneficiari
• Tutte le spese dell’Unione europea sono
  effettuate seguendo le politiche comuni
  sul territorio dei diversi Stati membri,
  che così ne risultano “beneficiari”.
         – Dalle spese effettivamente realizzate si
           risale all’identità dei paesi “beneficiari”.
         – I principali beneficiari sono generalmente i
           paesi meno avanzati e relativamente piccoli
           perché in tali paesi la spesa comune è
           maggiore in proporzione al loro PIL.
         – Non si tratta dell’unico indicatore.
a.a. 2020/21                e. croci angelini                   43
Il saldo netto
• ciascun paese prende posizione sulle
  questioni relative al bilancio UE in base a
  considerazioni prevalentemente nazionali
  (ruolo decisionale del Consiglio):
         a) quali politiche si faranno a vantaggio del
            proprio paese
         b) quanto sarà la dimensione del bilancio e di
            riflesso il contributo nazionale
         c) quali politiche possono essere utili per
            l’intera UE

a.a. 2020/21                e. croci angelini               44
Entrate e uscite
• Contributi e spese sono indipendenti.
         – viene calcolato informalmente un “saldo
           netto” per ciascun paese.
         – Vi sono così
               • paesi “contribuenti netti” è i paesi più ricchi
                 dell’Unione europea
               • paesi “beneficiari netti” è secondi i più poveri
         – il rapporto fra reddito pro-capite e
           contributo/beneficio non è lineare, né deve
           esserlo
         – L’Italia è contribuente netto del bilancio UE
a.a. 2020/21                       e. croci angelini                45
Bilancio 2020

a.a. 2020/21   e. croci angelini               46
Le politiche e il bilancio
• Il “Saldo netto” è molto popolare ma in
  termini economici non ha molto senso
         1. il vantaggio dalla partecipazione all’UE non
         dipende tanto dalle spese quanto dalle regole
         comuni.
         2. gli effetti delle politiche a vantaggio di un
         paese coinvolgono anche gli altri: ad esempio
         politica regionale UE in Polonia determina
         crescita della domanda interna e quindi delle
         esportazioni tedesche in Germania.
a.a. 2020/21                 e. croci angelini              47
Il bilancio futuro: 2021-27
• Rappresenta ancora circa
         – l’1% del Reddito Nazionale Lordo (RNL)
           dell’Unione Europea
         – il 2% della spesa pubblica totale
• Si mantiene la programmazione almeno
  quinquennale in Quadri Finanziari
  Pluriennali (QFP)
• Non può contrarre prestiti, come
  sempre, ma NGEU lo farà
a.a. 2020/21               e. croci angelini        48
I QFP dal 1988

a.a. 2020/21   e. croci angelini    49
le principali voci di spesa
• Politica agricola comune e pesca è è stato il
  primo capitolo di spesa
• Coesione economica, sociale e territoriale è
  ha affiancato il precedente dopo 20 anni
• Altri programmi è non sono definiti nei
  trattati
• Pubblica amministrazione europea è le
  agenzie, gli organi e le istituzioni comunitarie

  a.a. 2020/21              e. croci angelini   50
Perché la politica di coesione?
• La politica di coesione è probabilmente l’aspetto
  più visibile dell’impatto positivo dell’Unione sulla
  vita dei cittadini dei paesi (legittimità dell’output)
• L’integrazione europea è politicamente più
  difficile con la presenza di un differenziale di
  sviluppo tra nuovi e vecchi membri (eterogeneità
  dei paesi)
• L’allargamento non dovrebbe generare conflitti
  tra vecchi e nuovi beneficiari delle politiche
  strutturali
 a.a. 2020/21                e. croci angelini       51
La politica strutturale impone
           una governance a più livelli
• in molti settori di politica pubblica e in particolare
  nella politica regionale che interessa direttamente i
  territori la Commissione è stata autorizzata ad
  operare mettendo in moto procedure decisionali e di
  attuazione delle politiche in modo anche autonomo
• Questi interventi coinvolgevano direttamente una
  moltitudine di attori, tra i quali i governi regionali e
  locali costretti a cooperare tra loro
• Queste pratiche sono state una palestra.
  a.a. 2020/21            e. croci angelini           52
PRINCIPI DI GESTIONE DEI
           FONDI STRUTTURALI
• Con la riforma dei fondi strutturali
  vengono introdotti principi per la
  gestione dei programmi sconosciuti o
  poco praticati in molte amministrazioni
  regionali e locali: programmazione,
  partnernariato, valutazione e
  monitoraggio.
• Queste pratiche finiscono col costituire un
  patrimonio informale di consuetudine e familiarità
  a.a. 2020/21          e. croci angelini          53
La sfida dell’allargamento per
            la politica di coesione
• Il reddito medio pro capite dei PECO entrati nel 2004
  è il 46% di quello comunitario. Il 92% della popolazione
  vive in regioni con un reddito inferiore al 75% della
  media comunitaria, due terzi in regioni in cui è inferiore
  al 50% della media comunitaria.
• L’ingresso di paesi nettamente più poveri fa scendere il
  reddito medio della UE e di conseguenza gran parte
  delle regioni dei 15 eleggibili ai finanziamenti comunitari
  prima dell’allargamento, rischiano di venire escluse
  dall’accesso ai finanziamenti dopo l’allargamento
  (“effetto statistico”)

 a.a. 2020/21              e. croci angelini                54
Fondi
Strutturali
2004-2006

   Aree
Obiettivo 1
   rosso
phasing out
31/1272005
     lilla
phasing out
31/12/2006
  cremisi
programmi
  speciali
 amaranto

   Aree
Obiettivo 2
 totali blu
  parziali
  azzurro
phasing out
31/12/2005
  senape

     a.a. 2020/21   e. croci angelini   55
La stessa mappa
                                   disaggregata per regioni

a.a. 2020/21   e. croci angelini                      56
Centro e periferia nel 2014 PIL pc

 a.a. 2020/21   e. croci angelini   57
EFFETTI DELL’ALLARGAMENTO SULLA POLITICA DI
                      COESIONE (con le regole per 2001-2006)

• I paesi di nuova adesione e quasi tutte le regioni che li
  compongono sono eleggibili per i fondi di coesione e l’obiettivo 1
  dei fondi strutturali.
• L’ingresso di nuovi paesi fa abbassare il reddito medio UE del
  16% circa: questo implica che Irlanda e Spagna non potrebbero
  più beneficiare dei fondi di coesione e che una buona parte delle
  regioni dell’Europa eleggibili per l’obiettivo 1 nel 2001-2006 non
  lo sarebbero più (“effetto statistico”).
• L’esito combinato sarebbe una crescita della spesa per fondi
  strutturali, che non farebbe sforare il tetto del 1,27% del PIL al
  bilancio comunitario ma genererebbe conflitti tra paesi

 a.a. 2020/21                     e. croci angelini               58
La riflessione sulla politica strutturale 2001-06
               La posizione della Commissione 1
•     Rapporti della Commissone (2001-2002)
•     Mantenimento della centralità delle politiche strutturali
      anche dopo l’allargamento
•     Continuare le politiche di coesione anche nelle aree
      deboli dei 15 paesi pre-esistenti l’ampliamento a Est per
      evitare conflitti tra vecchi e nuovi paesi.
•     Mantenimento delle regioni come destinatarie dei
      finanziamenti
•     Mantenimento del criterio del 75% del PIL per definire
      le regioni eleggibili (obiettivo 1)

    a.a. 2020/21               e. croci angelini              59
Le posizioni dei paesi
• Le “cohesion countries”
• Spagna à sostiene un accrescimento della
  dotazione finanziaria della politica di coesione per
  evitare che le aree colpite dall’“effetto statistico”
  perdano con l’allargamento risorse necessarie per
  colmare il ritardo di sviluppo.
• Italia à contro la rinazionalizzazione delle
  politiche e per il mantenimento degli aiuti anche
  per le regioni in ritardo dei 15
 a.a. 2020/21            e. croci angelini           60
Le posizioni dei paesi
    • Germania :
               – Divisa tra Laender orientali (beneficiari di
                 coesione) e Laender più ricchi che chiedono
                 una riduzione
               – Non c’è una posizione ufficiale del governo, ma
                 un thin tank ad esso vicino, il Deutsch Institut
                 fuer Wirtschafsforshuung (DIW) sostiene che
                 occorra una maggiore concentrazione degli
                 aiuti nelle regioni in ritardo di sviluppo.

a.a. 2020/21                       e. croci angelini                61
Le posizioni dei paesi
• Per il superamento del modello esistente e per la
  rinazionalizzazione delle politiche (autonomia dei
  governi)
• UK à maggiore libertà di scelta dei governi per aree da
  finanziare e progetti; livello comunitario si deve limitare
  a fissare obiettivi generali e a favorire apprendimento e
  scambio di buone prassi
• NL à riforma radicale e superamento del carattere
  regionale della politica
• SV à superamento dei principi della politica strutturale
 a.a. 2020/21               e. croci angelini               62
Riforma della politica strutturale
         La proposta della Commissione
    • Aumentare dotazione finanziaria
    • OBIETTIVO CONVERGENZA
      Eleggibilità: à regioni
      “convergenza”(
Riforma della politica strutturale
  e agenda dell’Unione Europea
    • La questione della riforma della politica di
      coesione per il 2006 si intreccia con altre 2
      questioni dell’agenda europea:
    • La definizione della Prospettiva Finanziaria
      2007-2013
    • La revisione dell’Agenda di Lisbona

a.a. 2020/21             e. croci angelini            64
L’Agenda di Lisbona
• Concordata nel marzo 2000 al Consiglio Europeo di
  Lisbona “fare dell’Europa l’economia fondata sulla
  conoscenza più competitiva del mondo”
• Fissa targets:
     – occupazione (70% complessivo, 60% donne, 50% anziani)
     – ricerca (3% PIL)
     – inclusione sociale, istruzione (es: dimezzare la dispersione
       scolastica)
• Strumenti per la realizzazione: stimolo a riforme
  economiche e sociali a livello nazionale
  (coordinamento aperto), mercato unico, politiche per
  la ricerca e tecnologia

  a.a. 2020/21                    e. croci angelini                   65
Le posizioni dei paesi sulle
                 prospettive finanziarie
• Gruppo dei 6 (dicembre 2003) è Francia,
  Svezia, Olanda, Regno Unito, Germania,
  Austria reclama che il nuovo budget non superi
  l’1% del PIL comunitario
• Spagna, Portogallo, Grecia, Polonia e Belgio
  sostengono le proposte della Commissione
• Italia difende la politica di coesione (che
  dovrebbe essere finanziata attraverso tagli
  ad altri capitoli di spesa) pur essendo sensibile
  alla questione del contenimento del bilancio
a.a. 2020/21               e. croci angelini      66
Trattative sul bilancio
• Il Parlamento approva nel 2005 le proposte della
  Commissione con una lieve riduzione delle spese
• La trattativa tra gli stati membri fallisce al
  Consiglio Europeo di Bruxelles del 2005 e a
  quello di Lussemburgo del giugno 2006 per
  l’intransigenza del governo inglese sulla
  questione dei “rebates” britannici à stallo della
  politica di coesione per l’incertezza finanziaria
• Un accordo viene raggiunto sotto la presidenza
  inglese nel dicembre 2006 su un ammontare
  dell’1,045% del PIL comunitario
 a.a. 2020/21             e. croci angelini       67
La dimensione dei paesi non è
                           irrilevante

a.a. 2020/21   e. croci angelini             68
Potere d’acquisto 2017
Ø Prodotto Interno Lordo (PIL)
Ø Prodotto Interno Lordo pro
  capite (PILpc)
Ø Prodotto Nazionale Lordo (PNL)
Ø Prodotto Nazionale Lordo pro
  capite (PNLpc)
u Valuta nazionale
u Euro
u Parità di Potere d’Acquisto
  (PPP o PPA o PPS)
• Prodotto Interno Netto
• Reddito Nazionale Lordo
• Reddito Interno Lordo

  a.a. 2020/21                 e. croci angelini   69
PIL per abitante 2016
• Calcolato in parità di potere
  d’acquisto in rapporto alla media
  dell’Unione Europea a 28 paesi
  posta uguale a 100
• La media europea?
         •     media dei 28 paesi
         •     media delle oltre 200 regioni
                •   NUTS1
                •   NUTS2
                •   NUTS3
         •     media degli oltre 500 milioni di
               abitanti

a.a. 2020/21                                e. croci angelini   70
Valore aggiunto lordo
per ora lavorata 2016
• Calcolato in euro per
  ora lavorata in
  rapporto alla media
  dell’Unione Europea
  a 28 paesi posta
  uguale a 100
• Ora lavorata è Ora
  retribuita
• Valore aggiunto

a.a. 2020/21              e. croci angelini   71
Confronto 2016
                                   Valore aggiunto lordo per ora
PIL per abitante                   lavorata

a.a. 2020/21            e. croci angelini                          72
PIL pc PPS
                                         2016
                                    pc è pro capite
                                    PPS è parità di potere
                                    d’acquisto
                                    Quintili: 5 gruppi
                                    ugualmente numerosi

a.a. 2020/21   e. croci angelini                             73
La politica di coesione e la crisi finanziaria
                Comunicazione della Commissione 16 dicembre 2008
• Concessione di anticipi nei finanziamenti a partire
  dall’inizio del 2009
• Utilizzazione delle risorse della politica di
  coesione per contrasto a disoccupazione
  (flexecurity, occupabilità, ridirezionare risorse FSE
  su gruppi più vulnerabili, miglioramento delle
  istituzioni del mercato del lavoro)
• Garantire finanziamento soprattutto a PMI
• Concentrare investimenti in infrastrutture e in
  risparmio energetico
 a.a. 2020/21                      e. croci angelini               74
IL PATTO DI
          STABILITA’ E CRESCITA
    I paesi si impegnano a:
    • “rispettare l’obiettivo di una situazione di
       bilancio a medio-termine comportante un saldo
       vicino al pareggio o positivo”
    • adottare le misure correttive del bilancio che
       ritengono necessarie per conseguire gli obiettivi
       dei programmi di stabilità o convergenza
a.a. 2020/21                      75
                            e. croci angelini              75
RAGIONI DEL PATTO DI
             STABILITA’
• Strumento addizionale di protezione della BCE da
  pressioni a soccorrere paesi in difficoltà con
  conseguenti pressioni inflazionistiche
• Ulteriore ragioni di prudenza verso le tendenze
  alla dilatazione dei disavanzi pubblici
• Internalizzare gli effetti di spillover sui tassi di
  interesse derivanti da politiche nazionali poco
  caute
 a.a. 2020/21                 76
                        e. croci angelini           76
I criteri riferiti alla finanza pubblica alla data di ammissione all’UME
• Tre paesi (Belgio, Italia e Grecia)                                          Maastricht fiscal criteria 1997
  avevano un debito pubblico quasi                                  120

  doppio del limite concordato
                                                                    100

• Cinque paesi (Austria, Francia,
  Germania, Spagna e Portogallo)                                    80

                                               Public Debt (%GDP)
  rispettavano i limiti abbastanza,                                 60

  ma solo due completamente
                                                                    40

• Quattro (Irlanda, Finlandia,
  Danimarca e Regno Unito) in                                       20

  surplus e con un rapporto                                          0
                                                                          -3   -2   -1       0      1      2   3   4        5

  debito/PIL
SHOCK SIMMETRICI
L’ Unione Monetaria ha a disposizione gli strumenti della:
     – moneta
     – cambio
La politica di bilancio potrebbe essere realizzata
  attraverso:
• una politica centrale europea èpiù ampie dimensioni
  del bilancio comune
• il coordinamento delle politiche nazionali è difficile
  maturare consenso su politiche discrezionali o
  comunque sull’intensità dei rimedi da portare se il
  ciclo è sfasato

 a.a. 2020/21                   78
                          e. croci angelini            78
SHOCK ASIMMETRICI
Lasciare maggiori gradi di libertà agli stati nazionali
Difficoltà
• Carattere settoriale e non nazionale degli shock
  asimmetrici
• Resistenza a deroghe alle regole
• Preferenza per ricette fondate sulla flessibilità dei
  salari reali

a.a. 2020/21                    79
                          e. croci angelini               79
I punti fondamentali della riforma del 2005

• Nuova interpretazione dei criterio del deficit è
si adotta il deficit aggiustato per il ciclo,
al netto delle misure una tantum e temporanee

•Per i paesi che non sono in regola col vincolo del deficit
o del debito, si impone l’adozione di misure dello 0,5%
del Pil annue in media sul ciclo.

• si contrasta l’uso di politiche fiscali una tantum a cui
molti paesi, e in particolare l’Italia, hanno fatto
ricorso per migliorare temporaneamente il deficit.
a.a. 2020/21                     80
                           e. croci angelini                  80
I punti fondamentali della riforma del 2005
• In caso di deficit eccessivo, si ammette una
definizione più edulcorata di “severa crisi economica”. E’
ammesso un debordo dal 3% anche solo in presenza di un
tasso di crescita negativo o di una perdita cumulata di
prodotto durante un periodo protratto di basso sviluppo
rispetto al potenziale.
• Nella valutazione delle situazione di un paese, la
Commissione si riserva di tenere conto delle eventuali
riforme messe in atto dai governi nazionali per garantire
al sostenibilità di lungo periodo delle loro finanze, con
particolare riguardo alle riforme pensionistiche che si
muovano verso sistemi di finanziamento a più pilastri
obbligatori, ma a capitalizzazione.
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I punti fondamentali della riforma del 2005
tra il 2009 e il 2010 tutti i paesi dell’Unione monetaria (ad
esclusione del Lussemburgo) si ritrovano sottoposti a PDE

Sanzioni.
Si introduce maggiore flessibilità nei tempi di rientro.
La correzione di un deficit, che dovrebbe avvenire entro
due anni dal suo accadimento,
può essere spostata in speciali circostanze, anch’esse
discrezionali, ancora di un anno.

Gli orientamenti effettivi dipenderanno in misura maggiore
dall’orientamento politico e dalla capacità di mediazione
politica dei policy-maker nazionali ed europei.
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La nuova governance
               fiscale e macroeconomica europea
La crisi del 2007 ha stimolato interventi di varia natura.

       1. Misure di carattere straordinario di contrasto della
       crisi finanziaria realizzando nuovi organismi.
       2. Nuove regole di monitoraggio che realizzano una
       stretta interdipendenza tra rendicontazione alla
       Commissione delle performance fiscali e prassi di
       bilancio nazionali (Semestre europeo);
       3. Un nuovo disegno di governance macroeconomica,
       che si integra con quella fiscale costituita dal PSC

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Misure di contrasto alle crisi finanziarie
          Nel maggio 2010, a crisi inoltrata, dopo l’esplosione della crisi
          greca e irlandese, con la cooperazione del FMI sono istituiti:

               – l’European Financial Stabilisation Mechanisms (EFSM) di
                 durata temporanea (sino a giugno 2013), che può fornire
                 prestiti fino ad un massimo di 60 miliardi a paesi in
                 difficoltà, utilizzando direttamente risorse dell’UE.
               – una società veicolo, l’European Financial Stability Facility
                 (EFSF), autorizzata a raccogliere fondi sul mercato
                 emettendo titoli garantiti dai governi dei paesi dell’area
                 euro fino ad un massimo di 440 miliardi. I prestiti concessi
                 sono condizionati all’assunzione da parte del beneficiario di
                 politiche di risanamento.
               – il Securities Market Programme (SMP), promosso dalla
                 BCE, un programma di acquisto di titoli di stati membri in
                 difficoltà con lo scopo di contrastare le tensioni
                 speculative sui mercati.

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La convergenza dei PIL pc
• I modelli di crescita esogena (Solow, 1956)
  fondati sui rendimenti decrescenti dei
  fattori predicono tassi di crescita maggiori
  per i paesi il cui PIL pc è minore.
• Convergenza dei redditi pro capite
         – Assoluta è fra tutti i paesi, data dalla
           condivisione della tecnologia
         – Condizionale è tra paesi simili anche per altri
           caratteristiche (istituzioni, istruzione, capitali…)
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Convergenza beta è i paesi più poveri crescono più velocemente
 dei paesi più ricchi è PIL pc iniziale predice il tasso di crescita
                                        Figure 3. Per capita GDP beta convergence in EU 27 (PPP)
                              3

                                       LV        EE
                            2,5
   Growth rates 1993-2012

                                             LT
                              2               PL      SK
                                       RO
                                        BG
                            1,5
                                                                   IE
                                                      HU
                                                           SI   CY                                         LU
                              1                                    ES FI        SE
                                                           CZ
                                                             PT MT       UK     NL DK AT
                            0,5                                             FR BEDE
                                                               GR
                                                                             IT

                              0
                                   0         5             10              15               20   25   30        35
                            -0,5
                                                                        Per capita GDP 1993

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Un particolare club: i paesi che poi saranno nell’Eurozona
                                     è non c’è evidenza di convergenza beta
                                      Figure 4. Per capita GDP beta convergence in EMU-2002 (PPP)
                            1,6
                                                                IE
                            1,4
   Growth rates 1993-2012

                            1,2
                                                                                                              LU
                             1
                                                                       FI
                                                               ES                NL
                            0,8
                                                     PT                                   DE   AT
                                                                              FR
                            0,6                                                           BE
                                                          GR
                                                                                   IT
                            0,4

                            0,2

                             0
                                  0       5         10                  15                     20   25   30        35
                                                                     Per capita GDP 1993

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Un particolare club: i paesi non Euro e quelli dell’Europa
                              Centro-Orientale è c’è evidenza di convergenza beta
                                      Figure 5. Per capita GDP beta convergence in Non-EMU-2002 (PPP)
                             3

                            2,5          LV EE
   Growth rates 1993-2012

                                              LT
                             2                          SK
                                        RO        PL
                                         BG
                            1,5
                                                       HU    SI
                             1                                         CY
                                                             CZ                                  SE
                                                                  MT                                  DK
                                                                                  UK
                            0,5

                             0
                                  0           5              10                15                      20   25   30   35
                                                                            Per capita GDP 1993

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Convergenza sigma
14
               Figure 6. Per capita GDP sigma convergence EU 27 (PPP)
12

10

  8

  6

  4

  2

  0

                         EMU -2002           Non EMU-2002       EU 27

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