STORIA DELLE RELAZIONI EURO-LATINOAMERICANE - MODULO: MIGRAZIONI Migrazioni nei Caraibi e avvio alle relazioni tra UE e ALC - Coris
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STORIA DELLE RELAZIONI EURO-LATINOAMERICANE MODULO: MIGRAZIONI Migrazioni nei Caraibi e avvio alle relazioni tra UE e ALC Docente: Alessandra Ciurlo a.a: 2018 - 2019
L’area caraibica È una subregione del continente che si trova nel mar dei Caraibi ed è un insieme di isole, sono escluse le aree costiere continentali Al nord confina con la Florida, ad est con la penisola di Yucatán, al sud con la Repubblica del Venezuela. Al centro si trova l’isola denominata la “Española” all’epoca della conquista, che è formata da Haiti e Repubblica Dominicana La popolazione nel 2015 era all’incirca 43 milioni di abitanti, il 94% della popolazione è concentrata in nelle 6 territori isole più grandi
L’area caraibica Sono 13 paesi indipendenti e 17 aree amministrative dipendenti (denominate territori): 5 appartengono al Regno Unito 6 ai Paesi Bassi 4 alla Francia 2 agli USA (non tutti sono considerati paesi latinoamericani) Area con forte diversità geografica, storica, culturale, demografica e socio economica
Aspetti salienti dei flussi nell’area • È una regione di origine, transito e destinazione di flussi migratori extra regionali e intra regionali • La migrazione ha modellato la storia di questa sub-regione • I dati delle Nazioni Unite (2015) indicano che quasi 8 milioni di caraibici sono emigrati mentre nel loro territorio ci sono circa un 1.300.000 immigrati • La zona si colloca al secondo posto dopo l’Africa Centrale per intenzionalità ad emigrare • Molte isole appartengono a paesi europei e quindi la loro popolazione può circolare liberamente nell’UE, infatti, il 9,2% dei migranti si dirige proprio verso l’Europa • Le destinazioni più importanti sono però, USA e Canada che raccolgono il 77,5% dei casi, mentre il 10,4% rimane nella stessa area geografica e il 2,9% si dirige verso il sub continente latinoamericano
Aspetti salienti dei flussi nell’area • La zona è interessata da una forte migrazione intra regionale: dinamiche in entrata e uscita • Tra gli immigrati il 51% proviene dalla stessa sub-regione, circa il 20% viene dagli USA, il 10% dall’America del Sud e il resto si distribuisce tra vari paesi • Essendo alcuni paesi della regione tra i paesi “sviluppati”, essi rappresentano un fattore di attrazione per i flussi di immigrati del resto dell’area • Sono anche notevoli i flussi di haitiani verso la Repubblica Dominicana, ultimamente haitiani verso il Brasile e il Cile con flussi di proporzioni minori ma sempre in aumento • In Brasile si è passati da 13 haitiani nel 2014 a 10.622 nel 2014, e 43.871 haitiani residenti permanenti nel 2016 • Negli ultimi tempi ci sono flussi di venezuelani verso i Caraibi, specialmente verso la Repubblica Dominicana, frutto della crisi di questo paese e chi si protrae già da qualche anno
Deportazioni • Le migrazioni di questa sub-regione si collocano nel sistema migratorio USA dell’America Centrale • Sono abituali le deportazioni dagli USA, meno numerose che in Centro America, ma sono per certi versi più drammatiche perché spesso i migranti fanno giri notevoli per arrivare a destinazione (spesso mandati indietro nel paese da dove arrivano e non nel paese di origine) • Ci sono anche molte deportazioni di haitiani dalla Repubblica Dominicana: nel 2017 sono state 44.971 (problema storico tra i due paesi) • Dopo il terremoto in Haiti nel 2010 e fino al 2016, i flussi hanno goduto di uno statuto di protezione temporanea da parte degli USA e Canada per l’arrivo di profughi. A programma finito, i flussi sono continuati senza però avere un trattamento preferenziale rispetto ad altri profughi del mondo • Per chi è già entrato ed entra in USA e Canada con lo status di richiedente asilo, sono stati allestiti campi profughi perché le persone siano raggruppate (ghetti) • Cresce la discriminazione e xenofobia verso i caraibici, anche per chi è residente permanente o è cittadino americano (Puerto Rico)
Tratta di persone • È una area geografica dove il numero di vittime di traffico e di tratta è molto elevato, le vittime di tratta vengono sfruttate nel lavoro forzato e lavoro sessuale • Secondo il Trafficking in Persons Report del 2017, paesi come Repubblica Dominicana mostrano un panorama allarmante perché non rispettano le norme minime della Legge di Protezione delle Vittime di Tratta delle convenzioni internazionali (Protocolli di Palermo) • In modo simile si trovano Haiti e Cuba, anche se i loro governi stanno facendo degli sforzi per adeguarsi alle normative e convenzioni internazionali • Molti paesi non hanno procedure nazionali efficaci di asilo e leggi che permettono il riconoscimento dello status di rifugiato, fattore che limita la capacità degli Stati a rispondere alle necessità specifiche dei richiedenti asilo, dei rifugiati, dei profughi e delle persone vulnerabili • Il forte movimento di migrazioni irregolari nella sub-regione insieme alle persone in cerca di asilo in aree così arretrate in materia di diritto, rendono le dinamiche migratorie molto pericolose esponendo i migranti a violazioni sistematiche dei diritti umani
Migrazioni qualificate - Interessa tutta l’area - Una delle categorie più importanti è quella del settore sanitario: medici e infermieri -Si tratta di un flusso diretto non solo verso USA e Canada, ma anche verso il Regno Unito -I paesi di accoglienza riescono ad ottenere personale altamente qualificato investendo poche risorse ed inoltre, assicurarsi il fabbisogno di manodopera in settori lavorativi nei quali storicamente è sempre stato insufficiente
Migrazioni qualificate • Ci sono molti medici cubani in diversi paesi grazie ad accordi che il loro governo ha stabilito con 62 Stati mediante la Comercializadora de Servicios Médicos Cubanos, S.A., una forma di commercio di manodopera specializzata • Nel 2014, c’erano 50.000 lavoratori della salute cubani prestando i loro servizi fuori dal proprio paese, tra loro, la metà erano medici • Le implicazioni dell’emigrazione di personale sanitario per la sub-regione sono diverse e cambiano da paese a paese. Variano anche a seconda delle condizioni nel migrare, del loro status e dei paesi di accoglienza • È indubbio il contributo vitale dei Caraibi nel colmare il deficit mondiale di personale nel campo della salute • Nel 2035 si stima che il personale in questo settore dovrebbe essere pari a circa 13 milioni di persone • Nell’ambito degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, si è stabilito che si devono fare grossi investimenti nel settore
Le rimesse -Le rimesse sono una fonte di reddito notevole per tutta l’area -C’è una tendenza alla crescita (6,5% d’incremento nel 2016) con ritmi diversi tra i diversi paesi -Servono per la sopravvivenza giornaliera, le spese di educazione e solo in pochi casi per il risparmio o l’acquisto di abitazioni -A livello macro economico creano una forte dipendenza, specialmente ad Haiti
Le rimesse Le dinamiche produttive specialmente delle realtà più piccole, che obbediscono in gran parte allo sfruttamento degli idrocarburi e del turismo, sono soggette a variazioni importanti dei prezzi internazionali Inoltre, sono sensibili alle variazioni climatiche, creando oscillazioni e un alto grado di vulnerabilità dell’economia, del mercato del lavoro e dei livelli di occupazione Fonte: Banca Mondiale, esclusi i paesi di altro reddito
SISTEMI DI INTEGRAZIONE NEI CARAIBI E IN AMERICA LATINA
Integrazione in America • Le diverse nazioni una volta raggiunta l’indipendenza, vanno alla ricerca della propria identità e di una collocazione nel nuovo assetto internazionale • Il primo tentativo, il progetto federativo iniziale di Simón Bolivar promosso già nel 1826 nel Congresso di Panama, fallisce • Il processo è continuato in modo travagliato, molti tentativi naufragano grazie alle lotte politiche, guerre civili, interventi stranieri e perché le élites al potere erano restie a lasciare i propri privilegi • Dopo molti fallimenti, gli USA, con sempre più influenza nella zona, convocano a Washington la “Prima Conferenza Panamericana” creando l’“Unione Panamericana” (1890) • Le Conferenze Panamericane annuali, conformano nella prima metà del secolo XX, un sistema di cooperazione commerciale e tecnico tra i paesi americani • Poi esse evolvono nella OEA (1949): l’apparato legislativo e diplomatico di tutta la regione
Integrazione in America • Negli anni ’60 con lo sviluppo delle economie nazionali e l’auge del pensiero “bolivariano” che aveva come aspirazione una maggior autonomia dagli USA, i paesi latinoamericani e caraibici, elaborano i propri organismi e processi di integrazione • Tentano di consolidare i vincoli storici, politici e culturali ed economici nell’area • Nasce a livello interamericano l’Associazione Latinoamericana di Libero Commercio ALALC (1960) trasformata poi nell’Associazione Latinoamericana di Integrazione ALADI (1980), il Sistema Economico Latinoamericano e dei Caraibi SELA (1975) e poi anche l’ALCA Area di Libero Commercio delle Americhe (1994) sotto il volere degli USA, coinvolgendo tutti i paesi de continente con esclusione di Cuba
Integrazione nei Caraibi CARICOM • Organismo sovranazionale sub-regionale fondato nel 1973 • Lo integrano le ex-colonie inglesi Antigua, Bahamas, Barbados, Belice, Dominica, Granada, Guyana, Jamaica, Montserrat (colonia britannica), San Cristóbal e Nieves, San Vicente e le Granadine, Santa Lucia, Surinam (antica Guyana olandese), Trinidad e Tobago, e per ultimo Haiti • I paesi associati sono Anguila, Bermuda, Isole Cayman, Isole Vergini, Turks e Caicos. • I paesi osservatori sono Colombia, Venezuela, Messico, Aruba, Porto Rico, Sint Marteen e Repubblica Dominicana. Anche se Cuba non ne fa parte, ha siglato un accordo commerciale e di cooperazione economica • Istanza di coordinamento delle politiche estere e di diverse forme di cooperazione sia facendo fronte a disastri naturali ed emergenze tipiche della zona geografica (uragani ecc), che nel settore economico, industriale, culturale e dell’educazione
Integrazione in Centro America MERCATO COMUNE CENTRO AMERICANO MCCA • Nasce a Managua nel 1960 con l’impegno di creare un mercato comune, un sistema di dazi agevolati e di libero commercio dei prodotti della regione. Ne fanno parte Guatemala, El Salvador, Honduras, Nicaragua e Costa Rica • È stato molto importante per fare fronte alla diverse crisi nella sub- regione a superare la concorrenza di altri blocchi commerciali nella regione. È riuscito negli anni, ad affinare gli strumenti legali che lo reggono per raggiungere una maggior efficienza • È un organismo che fornisce diverse opportunità per il consolidamento delle relazioni commerciali tra i membri, per l’ampliamento dei loro mercati con la UE e per la ricezione di assistenza tecnica attraverso la cooperazione internazionale
Integrazione in Centro America SICA • Si costituisce a Tegucigalpa nel 1991 da sette paesi membri: Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Nicaragua, Panamá, Honduras y Belice. Nel 2013, si aggiunge anche la Repubblica Dominicana • Il trattato più importante della sub-regione, cerca integrazione economica e nella sua agenda tratta temi sociali, politici, culturali, ambientali, di genere e per il rispetto dei diritti umani • Si è consolidato come un attore di rilievo nei negoziati con la UE e con il MERCOSUR in materia di accordi commerciali • In materia migratoria il SICA ha raggiunto l’Accordo Presidenziale CA- 4 che permette ai cittadini di El Salvador, Guatemala, Honduras e Nicaragua, di muoversi nella sub-regione senza la necessità di usare il passaporto
Integrazione in Sud America CAN Comunità Andina • Organismo sovranazionale che nasce nel 1969 dal Patto Andino, sotto l’influsso del modello d’integrazione europea • I suoi membri sono Bolivia, Colombia, Ecuador, Perù, Cile fino al 1976, momento in cui è diventato paese associato per volere di Pinochet, e per ultimo Venezuela dal 1973 fino al 2006 quando Chávez decide di ritirarsi come forma di protesta agli accordi di libero scambio tra Colombia, Perù con gli USA, perché danneggiavano la Comunità (entra in crisi) • Paesi associati sono Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Messico e Panama come osservatori. • Stipolato un ordinamento giuridico comunitario con norme sovranazionali e vincolanti per gli Stati (organizzazione complessa) • Nel 1983 si crea Tribunale Andino per il controllo delle norme comunitarie • Obiettivi: integrazione commerciale, cooperazione politica, risoluzione dei problemi sociali per lo sviluppo dell’area, gestione dei flussi migratori • Traguardi ottenuti: accordi commerciali e di circolazione di beni, servizi e persone • Passaporto Andino 2001 • Libera circolazione dei cittadini dei paesi membri 2005 • Accordo di libero scambio con MERCOSUR 2006
Ambito migratorio nei Caraibi • Trattandosi di un’area cosi eterogena e con la presenza di diversi Stati coinvolti che si trovano fuori geograficamente, la gestione dei flussi migratori è alquanto complessa • Non ci sono accordi chiari e definiti a livello sub-regionale, e vige l’interesse di ogni paese sull’altro • Non c’è un Foro unico che integri i diversi paesi e territori e nel quale sia possibile un dialogo per affrontare le diverse questioni che accadono nella zona Difficile la lotta alla tratta e al traffico di esseri umani, la tutela dei diritti dei lavoratori migranti e dei flussi irregolari, flussi che spesso sono in transito verso gli Usa e anche verso l’Europa
Spazi di integrazione, cooperazione e dialogo multilaterale nei Caraibi
RELAZIONI TRA AMERICA LATINA E CARAIBICA - ALC ED EUROPA - UE
Origini del dialogo UE - ALC • Le relazioni istituzionali tra l’America Latina e l’Europa – come organizzazione internazionale politica ed economica la cui formazione risale al 1957 con il Trattato di Roma (CE) e consolidata con l’Accordo di Maastricht nel 1992 – risalgono agli anni ’80 • In quel momento l’America Latina appare per la prima volta nell’agenda estera dell’allora Comunità Economica Europea • Prima gli interessi comunitari si limitavano alla sub-regione Caraibica in particolare ai processi di decolonizzazione da parte di alcuni degli stati membri: Francia, Regno Unito e Paesi Bassi • Alla fine degli anni ‘70 la CEE raggruppa i paesi caraibici nel gruppo ACP, Paesi dell’Africa, Caraibi e Pacifico che interessavano direttamente all’Europa • Stabilisce con essi la Convenzione di Lomé nel 1975 e successivamente nel 2000, l’Accordo di Cotonou (valido fino al 2020)
Accordo di Cotonou • Rappresenta il quadro di riferimento delle relazioni tra l’Europa e i paesi ACP tra cui i paesi e territori dei Caraibi non di lingua spagnola, nella loro maggioranza, paesi poveri, giovani e dipendenti economicamente dal vecchio continente • L’Accordo ha lo scopo di ridurre la povertà e di contribuire all’integrazione progressiva dei paesi ACP nell’economia mondiale • Si basa su tre pilastri: la cooperazione allo sviluppo, la cooperazione economica-commerciale e la cooperazione politica • L’accordo in America Caraibica agisce principalmente sugli ambiti commerciale e sociale: • Da accesso preferenziale nel Mercato Comune Europeo, alle esportazioni dei territori caraibici • Elargisce risorse destinate allo sviluppo provenienti dal Fondo Europeo di Sviluppo FES
Accordo di Cotonou Gli aiuti allo sviluppo verso il resto dell’America Latina arrivano da fondi dove la CEE/UE versa contributi nell’ambito degli Aiuti Pubblici allo Sviluppo APS da distribuire a livello globale. Le relazioni tra la UE ed i Caraibi non di lingua spagnola sono molto strette ma segnate da forti toni post-coloniali
Aspetti critici • Le antiche metropoli europee si rapportano ai territori dei Caraibi all’interno della loro politica interna. Si evidenziano relazioni di potere asimmetriche molto di più rispetto agli altri paesi latinoamericani dato che sono gestite tutt’oggi, da strumenti ed istituzioni particolari interne e con obiettivi molto specifici • Il resto dell’AL ha avuto maggior autonomia ma allo stesso tempo, minor interesse da parte dell’Europa, nessun supporto nell’ambito delle istituzioni comunitarie (fino agli anni ’80) e i loro prodotti non hanno usufruito di un sistema commerciale preferenziale • Sia le convenzioni di Lomé che l’Accordo di Cotonou nel tempo hanno risultati misti: • Non sono riusciti del tutto a modificare il modello tradizionale di specializzazione dei paesi caraibici come esportatore di prodotti primari (soltanto 10 prodotti): non si è sviluppata una produzione con maggior valore aggiunto • Sembrano aver contribuito a rafforzare la sindrome di dipendenza e a ritardare la partecipazione dei paesi caraibici al mercato ed economia mondiale • Hanno condizionato la possibilità di fare accordi con altri paesi e gruppi di paesi, e trattati di libero commercio TLC
Inizio del dialogo formale UE - ALC • Anni ‘70 e ’80: El Salvador, Nicaragua e Guatemala hanno conflitti interni tra governi autoritari e milizie paramilitari di taglio conservatore e anticomunista e gruppi ribelli insorgenti di sinistra (ambito della guerra fredda) • Risultato: migliaia di morti, violazioni dei diritti umani in tutta l’area e crisi umanitaria in diversi paesi • Il primo passo della CEE per accorciare la distanza con il resto del sub-continente americano, è l’interessamento al Processo di pace in America Centrale: negoziati diplomatici e politiche voluti dal Costa Rica • L’Europa appoggia formalmente il Processo di pace e si impegna a sostenere la risoluzione pacifica delle controversie e all’applicazione del diritto internazionale • Anche se la Spagna non faceva ancora parte della CEE, con Felipe González (1982-1997) alla presidenza, sostenuto da Mitterrand in Francia e il partito social democratico tedesco, la CEE intraprende insieme uno dei primi progetti di politica estera, inserito nella Cooperazione Politica Europea CPE
Inizio del dialogo formale UE - ALC • Impulso al processo di pace anche dalla relazione Messico/Spagna • Messico apparteneva al “Gruppo di Contadora” (istanza multilaterale creata nel 1983, con Colombia e la partecipazione di Panama e Venezuela: obiettivo la pace nella regione) • Il gruppo, insieme al “Gruppo di appoggio a Contadora” o “Gruppo di Lima” formato nel 1985 da Argentina, Brasile, Perù e Uruguay si contrapponevano all’estremismo unilaterale degli USA che sosteneva tutti i gruppi che combattevano perché non si istaurassero governi socialisti nella regione
Inizio del dialogo formale UE - ALC • Il processo del Gruppo di Contadora porta all'avvio del Dialogo di San José nel 1984 processo di dialogo politico tra CEE ed alcuni paesi della sub-regione: Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua e Panama • Nell’ambito delle relazioni multilaterali si decide di stabilire riunioni annuali per porre fine all’instabilità nella sub-regione • Obiettivo: promuovere lo sviluppo economico sociale, la giustizia sociale, il rispetto dei diritti umani e la democrazia • Nel 1986 in America Latina, si crea il “Gruppo di Rio” per dare continuità al lavoro dei gruppi di Contadora e di appoggio: un meccanismo di consulta e concertazione politica in America Latina e Caraibica • Il processo di dialogo gioca un ruolo determinante nel conseguimento della pace e nel ripristino della democrazia nei paesi dell’America centrale agli inizi degli anni Novanta
Inizio del dialogo formale UE - ALC Accordi di San José: meccanismo sul quale si basa la cooperazione regionale tra Unione europea e America Latina • Si siglano diversi accordi di cooperazione nel 1984 e 1985 e dal 1986, con l’ingresso della Spagna e del Portogallo nella CEE e il loro proposito è di privilegiare le relazioni con le ex-colonie • In questo modo l’America Latina entra in modo permanente nell’agenda comunitaria • Nel 1993 con la nuova situazione di pace nell’America Centrale, il SICA (1991)in Centro America rinnova gli accordi con la UE per rafforzare i legami economici
Inizio del dialogo formale UE - ALC • Le riunioni annuali avviate tra i rappresentati degli esteri dei paesi partecipanti al Dialogo di San José, continuano in modo regolare lungo gli anni 90 • Nel Consiglio europeo nel 1996, riguardo all’America Latina si raggiunge: • L’avvicinamento con il MERCOSUR, l’apertura di negoziati con il Messico, l’avviamento delle relazioni con CAN e l’incontro con CARICOM • Inoltre, con la “Dichiarazione di Firenze” la UE si impegna al rinnovo del Dialogo di San José con l’America Centrale mediante la cooperazione che è orientata su tre linee: 1. La promozione dello Stato di diritto, il supporto alle politiche sociali e l’ampliamento delle possibilità̀ per i paesi centroamericani di inserirsi nel quadro economico internazionale 2. La riorganizzazione del rapporto di cooperazione in base a metodi improntati a un maggior grado di partecipazione, soprattutto per quanto riguarda i beneficiari 3. La razionalizzazione degli incontri
Dialogo UE - ALC • Nel 1999 con il l’interessamento dei paesi latinoamericani appartenenti ai diversi processi e sistemi di integrazione, • Con lo stimolo dato dalla Francia e dal Brasile, si tiene il Primo Vertice tra i capi di stato dei governi di tutta l'America Latina e Caraibica con l'Unione europea • Da questo incontro deriva la Dichiarazione di Rio
Dialogo UE - ALC Dichiarazione di Rio (1999) • I capi di stato consapevoli della storia comune e delle sue profonde eredità culturali, si propongono, mediante incontri ogni due anni, di promuovere e sviluppare le loro relazioni e consolidare l’associazione strategica bi-regionale • Una associazione che non riguarda solo lo sviluppo di uno spazio di libero commercio, ma la configurazione di un modello socio-economico in grado di sradicare la povertà e garantire lo sviluppo delle due regioni mediante il dialogo politico e la cooperazione • Il bi-regionalismo punta anche ad elevare il peso di negoziazione dei soci nel panorama internazionale
Bibliografia • Ahcar Cabarcas S., Galofre Charris O., González Arana R. (2013). “Procesos de integración regional en América Latina: un enfoque político”. En: Revista de Economía del Caribe, Universidad del Norte Nº11. http://rcientificas.uninorte.edu.co/index.php/economia/article/view/5055/4124 • CEPAL, NU, OIM. 2017. Informe preliminar de la reunión regional latinoamericana y caribeña de expertas y expertos en migración internacional preparatoria del pacto mundial para una migración segura, ordenada y regular. Santiago de Chile. • Herrera Montenegro, L. C. (2018). “Proceso de integración de América Latina y el Caribe”. En: Revista de Ciencias Sociales Universidad de Costa Rica, Nº158, pp. 167-183. https://www.researchgate.net/publication/323885078_PROCESO_DE_INTEGRACI ON_DE_AMERICA_LATINA_Y_EL_CARIBE • Ruano L. 2018. La Unión Europea y América Latina y el Caribe: breve historia de la relación birregional. En: Revista Mexicana de Política Exterior Nº 112, enero- abril, pp. 69-87. https://revistadigital.sre.gob.mx/images/stories/numeros/n112/ruano.pdf
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