STORIA DELLE RELAZIONI EURO-LATINOAMERICANE - MODULO: MIGRAZIONI Migrazioni nei Caraibi e avvio alle relazioni tra UE e ALC - Coris

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STORIA DELLE RELAZIONI EURO-LATINOAMERICANE - MODULO: MIGRAZIONI Migrazioni nei Caraibi e avvio alle relazioni tra UE e ALC - Coris
STORIA
DELLE RELAZIONI EURO-LATINOAMERICANE
MODULO: MIGRAZIONI

Migrazioni nei Caraibi e avvio alle relazioni tra UE e ALC

Docente: Alessandra Ciurlo
a.a: 2018 - 2019
STORIA DELLE RELAZIONI EURO-LATINOAMERICANE - MODULO: MIGRAZIONI Migrazioni nei Caraibi e avvio alle relazioni tra UE e ALC - Coris
MIGRAZIONI NEI CARAIBI
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L’area caraibica
È una subregione del
continente che si trova nel
mar dei Caraibi ed è un
insieme di isole, sono escluse
le aree costiere continentali
Al nord confina con la Florida,
ad est con la penisola di
Yucatán, al sud con la
Repubblica del Venezuela. Al
centro si trova l’isola
denominata la “Española”
all’epoca della conquista, che
è formata da Haiti e
Repubblica Dominicana

La popolazione nel 2015 era
all’incirca 43 milioni di
abitanti, il 94% della
popolazione è concentrata in
nelle 6 territori isole più grandi
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L’area caraibica
Sono 13 paesi
indipendenti e 17 aree
amministrative
dipendenti (denominate
territori):
5 appartengono al
Regno Unito
6 ai Paesi Bassi
4 alla Francia
2 agli USA
(non tutti sono
considerati paesi
latinoamericani)

Area con forte diversità
geografica, storica,
culturale, demografica e
socio economica
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Aspetti salienti dei flussi nell’area
• È una regione di origine, transito e destinazione di flussi migratori
    extra regionali e intra regionali
•   La migrazione ha modellato la storia di questa sub-regione
•   I dati delle Nazioni Unite (2015) indicano che quasi 8 milioni di
    caraibici sono emigrati mentre nel loro territorio ci sono circa un
    1.300.000 immigrati
•   La zona si colloca al secondo posto dopo l’Africa Centrale per
    intenzionalità ad emigrare
•   Molte isole appartengono a paesi europei e quindi la loro popolazione
    può circolare liberamente nell’UE, infatti, il 9,2% dei migranti si dirige
    proprio verso l’Europa
•   Le destinazioni più importanti sono però, USA e Canada che
    raccolgono il 77,5% dei casi, mentre il 10,4% rimane nella stessa
    area geografica e il 2,9% si dirige verso il sub continente
    latinoamericano
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Aspetti salienti dei flussi nell’area
• La zona è interessata da una forte migrazione intra regionale:
  dinamiche in entrata e uscita
• Tra gli immigrati il 51% proviene dalla stessa sub-regione, circa il
  20% viene dagli USA, il 10% dall’America del Sud e il resto si
  distribuisce tra vari paesi
• Essendo alcuni paesi della regione tra i paesi “sviluppati”, essi
  rappresentano un fattore di attrazione per i flussi di immigrati del
  resto dell’area
• Sono anche notevoli i flussi di haitiani verso la Repubblica
  Dominicana, ultimamente haitiani verso il Brasile e il Cile con flussi
  di proporzioni minori ma sempre in aumento
  •   In Brasile si è passati da 13 haitiani nel 2014 a 10.622 nel 2014, e 43.871
      haitiani residenti permanenti nel 2016
• Negli ultimi tempi ci sono flussi di venezuelani verso i Caraibi,
 specialmente verso la Repubblica Dominicana, frutto della crisi di
 questo paese e chi si protrae già da qualche anno
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Deportazioni
• Le migrazioni di questa sub-regione si collocano nel sistema migratorio USA
    dell’America Centrale
•   Sono abituali le deportazioni dagli USA, meno numerose che in Centro America, ma
    sono per certi versi più drammatiche perché spesso i migranti fanno giri notevoli per
    arrivare a destinazione (spesso mandati indietro nel paese da dove arrivano e non nel
    paese di origine)
•   Ci sono anche molte deportazioni di haitiani dalla Repubblica Dominicana: nel
    2017 sono state 44.971 (problema storico tra i due paesi)
•   Dopo il terremoto in Haiti nel 2010 e fino al 2016, i flussi hanno goduto di uno statuto
    di protezione temporanea da parte degli USA e Canada per l’arrivo di profughi. A
    programma finito, i flussi sono continuati senza però avere un trattamento preferenziale
    rispetto ad altri profughi del mondo
•   Per chi è già entrato ed entra in USA e Canada con lo status di richiedente asilo, sono
    stati allestiti campi profughi perché le persone siano raggruppate (ghetti)
•   Cresce la discriminazione e xenofobia verso i caraibici, anche per chi è residente
    permanente o è cittadino americano (Puerto Rico)
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Detenzioni e non ammissione negli USA
   di cittadini provenienti dai Caraibi
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Tratta di persone
•   È una area geografica dove il numero di vittime di traffico e di tratta è molto
    elevato, le vittime di tratta vengono sfruttate nel lavoro forzato e lavoro
    sessuale
•   Secondo il Trafficking in Persons Report del 2017, paesi come Repubblica
    Dominicana mostrano un panorama allarmante perché non rispettano le norme
    minime della Legge di Protezione delle Vittime di Tratta delle convenzioni
    internazionali (Protocolli di Palermo)
•   In modo simile si trovano Haiti e Cuba, anche se i loro governi stanno facendo
    degli sforzi per adeguarsi alle normative e convenzioni internazionali
•   Molti paesi non hanno procedure nazionali efficaci di asilo e leggi che
    permettono il riconoscimento dello status di rifugiato, fattore che limita la capacità
    degli Stati a rispondere alle necessità specifiche dei richiedenti asilo, dei rifugiati,
    dei profughi e delle persone vulnerabili
•   Il forte movimento di migrazioni irregolari nella sub-regione insieme alle
    persone in cerca di asilo in aree così arretrate in materia di diritto, rendono le
    dinamiche migratorie molto pericolose esponendo i migranti a violazioni
    sistematiche dei diritti umani
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Migrazioni
qualificate
- Interessa tutta l’area
- Una delle categorie più
importanti è quella del
settore sanitario:
medici e infermieri
-Si tratta di un flusso
diretto non solo verso
USA e Canada, ma
anche verso il Regno
Unito
-I paesi di accoglienza
riescono ad ottenere
personale altamente
qualificato investendo
poche risorse ed
inoltre, assicurarsi il
fabbisogno di
manodopera in settori
lavorativi nei quali
storicamente è sempre
stato insufficiente
Migrazioni qualificate
•   Ci sono molti medici cubani in diversi paesi grazie ad
    accordi che il loro governo ha stabilito con 62 Stati
    mediante la Comercializadora de Servicios Médicos
    Cubanos, S.A., una forma di commercio di
    manodopera specializzata
•   Nel 2014, c’erano 50.000 lavoratori della salute cubani
    prestando i loro servizi fuori dal proprio paese, tra loro,
    la metà erano medici
•   Le implicazioni dell’emigrazione di personale sanitario
    per la sub-regione sono diverse e cambiano da paese a
    paese. Variano anche a seconda delle condizioni nel
    migrare, del loro status e dei paesi di accoglienza
•   È indubbio il contributo vitale dei Caraibi nel colmare
    il deficit mondiale di personale nel campo della salute
•   Nel 2035 si stima che il personale in questo settore
    dovrebbe essere pari a circa 13 milioni di persone
•   Nell’ambito degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, si
    è stabilito che si devono fare grossi investimenti nel
    settore
Le rimesse
-Le rimesse sono una
fonte di reddito
notevole per tutta l’area
-C’è una tendenza alla
crescita (6,5%
d’incremento nel 2016)
con ritmi diversi tra i
diversi paesi
-Servono per la
sopravvivenza
giornaliera, le spese di
educazione e solo in
pochi casi per il
risparmio o l’acquisto di
abitazioni
-A livello macro
economico creano una
forte dipendenza,
specialmente ad Haiti
Le rimesse
Le dinamiche produttive
specialmente delle
realtà più piccole, che
obbediscono in gran
parte allo sfruttamento
degli idrocarburi e del
turismo, sono soggette
a variazioni importanti
dei prezzi internazionali

Inoltre, sono sensibili
alle variazioni
climatiche, creando
oscillazioni e un alto
grado di vulnerabilità
dell’economia, del
mercato del lavoro e dei
livelli di occupazione      Fonte: Banca Mondiale, esclusi i paesi di altro reddito
SISTEMI DI INTEGRAZIONE NEI
CARAIBI E IN AMERICA LATINA
Integrazione in America
•   Le diverse nazioni una volta raggiunta l’indipendenza, vanno alla ricerca della
    propria identità e di una collocazione nel nuovo assetto internazionale
•   Il primo tentativo, il progetto federativo iniziale di Simón Bolivar promosso già nel
    1826 nel Congresso di Panama, fallisce
•   Il processo è continuato in modo travagliato, molti tentativi naufragano grazie alle
    lotte politiche, guerre civili, interventi stranieri e perché le élites al potere erano
    restie a lasciare i propri privilegi
•   Dopo molti fallimenti, gli USA, con sempre più influenza nella zona, convocano a
    Washington la “Prima Conferenza Panamericana” creando l’“Unione
    Panamericana” (1890)
•   Le Conferenze Panamericane annuali, conformano nella prima metà del secolo
    XX, un sistema di cooperazione commerciale e tecnico tra i paesi americani
•   Poi esse evolvono nella OEA (1949): l’apparato legislativo e diplomatico di tutta la
    regione
Integrazione in America
• Negli anni ’60 con lo sviluppo delle economie nazionali e l’auge del
  pensiero “bolivariano” che aveva come aspirazione una maggior
  autonomia dagli USA, i paesi latinoamericani e caraibici, elaborano i
  propri organismi e processi di integrazione
• Tentano di consolidare i vincoli storici, politici e culturali ed economici
  nell’area
• Nasce a livello interamericano l’Associazione Latinoamericana di
  Libero Commercio ALALC (1960) trasformata poi nell’Associazione
  Latinoamericana di Integrazione ALADI (1980), il Sistema Economico
  Latinoamericano e dei Caraibi SELA (1975) e poi anche l’ALCA Area
  di Libero Commercio delle Americhe (1994) sotto il volere degli USA,
  coinvolgendo tutti i paesi de continente con esclusione di Cuba
Integrazione nei Caraibi
CARICOM
• Organismo sovranazionale sub-regionale fondato nel 1973
• Lo integrano le ex-colonie inglesi Antigua, Bahamas, Barbados, Belice,
  Dominica, Granada, Guyana, Jamaica, Montserrat (colonia britannica),
  San Cristóbal e Nieves, San Vicente e le Granadine, Santa Lucia,
  Surinam (antica Guyana olandese), Trinidad e Tobago, e per ultimo Haiti
• I paesi associati sono Anguila, Bermuda, Isole Cayman, Isole Vergini,
  Turks e Caicos.
• I paesi osservatori sono Colombia, Venezuela, Messico, Aruba, Porto
  Rico, Sint Marteen e Repubblica Dominicana. Anche se Cuba non ne fa
  parte, ha siglato un accordo commerciale e di cooperazione economica
• Istanza di coordinamento delle politiche estere e di diverse forme di
  cooperazione sia facendo fronte a disastri naturali ed emergenze tipiche
  della zona geografica (uragani ecc), che nel settore economico,
  industriale, culturale e dell’educazione
Integrazione in Centro America
MERCATO COMUNE CENTRO AMERICANO MCCA
• Nasce a Managua nel 1960 con l’impegno di creare un mercato
  comune, un sistema di dazi agevolati e di libero commercio dei
  prodotti della regione. Ne fanno parte Guatemala, El Salvador,
  Honduras, Nicaragua e Costa Rica
• È stato molto importante per fare fronte alla diverse crisi nella sub-
  regione a superare la concorrenza di altri blocchi commerciali nella
  regione. È riuscito negli anni, ad affinare gli strumenti legali che lo
  reggono per raggiungere una maggior efficienza
• È un organismo che fornisce diverse opportunità per il
  consolidamento delle relazioni commerciali tra i membri, per
  l’ampliamento dei loro mercati con la UE e per la ricezione di
  assistenza tecnica attraverso la cooperazione internazionale
Integrazione in Centro America
SICA
• Si costituisce a Tegucigalpa nel 1991 da sette paesi membri: Costa
  Rica, El Salvador, Guatemala, Nicaragua, Panamá, Honduras y
  Belice. Nel 2013, si aggiunge anche la Repubblica Dominicana
• Il trattato più importante della sub-regione, cerca integrazione
  economica e nella sua agenda tratta temi sociali, politici, culturali,
  ambientali, di genere e per il rispetto dei diritti umani
• Si è consolidato come un attore di rilievo nei negoziati con la UE e
  con il MERCOSUR in materia di accordi commerciali
• In materia migratoria il SICA ha raggiunto l’Accordo Presidenziale CA-
  4 che permette ai cittadini di El Salvador, Guatemala, Honduras e
  Nicaragua, di muoversi nella sub-regione senza la necessità di usare
  il passaporto
Integrazione in Sud America
CAN Comunità Andina
• Organismo sovranazionale che nasce nel 1969 dal Patto Andino, sotto l’influsso del
    modello d’integrazione europea
•   I suoi membri sono Bolivia, Colombia, Ecuador, Perù, Cile fino al 1976, momento in
    cui è diventato paese associato per volere di Pinochet, e per ultimo Venezuela dal
    1973 fino al 2006 quando Chávez decide di ritirarsi come forma di protesta agli accordi
    di libero scambio tra Colombia, Perù con gli USA, perché danneggiavano la Comunità
    (entra in crisi)
•   Paesi associati sono Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Messico e Panama
    come osservatori.
•   Stipolato un ordinamento giuridico comunitario con norme sovranazionali e vincolanti
    per gli Stati (organizzazione complessa)
•   Nel 1983 si crea Tribunale Andino per il controllo delle norme comunitarie
•   Obiettivi: integrazione commerciale, cooperazione politica, risoluzione dei problemi
    sociali per lo sviluppo dell’area, gestione dei flussi migratori
•   Traguardi ottenuti: accordi commerciali e di circolazione di beni, servizi e persone
     • Passaporto Andino 2001
     • Libera circolazione dei cittadini dei paesi membri 2005
     • Accordo di libero scambio con MERCOSUR 2006
Ambito migratorio nei Caraibi
• Trattandosi di un’area cosi eterogena e con la presenza di diversi Stati coinvolti che si
  trovano fuori geograficamente, la gestione dei flussi migratori è alquanto complessa
• Non ci sono accordi chiari e definiti a livello sub-regionale, e vige l’interesse di ogni
  paese sull’altro
• Non c’è un Foro unico che integri i diversi paesi e territori e nel quale sia possibile un
  dialogo per affrontare le diverse questioni che accadono nella zona

                                                                      Difficile la lotta alla
                                                                      tratta e al traffico di
                                                                      esseri umani, la tutela
                                                                      dei diritti dei lavoratori
                                                                      migranti e dei flussi
                                                                      irregolari, flussi che
                                                                      spesso sono in transito
                                                                      verso gli Usa e anche
                                                                      verso l’Europa
Spazi di integrazione, cooperazione e dialogo multilaterale nei Caraibi
RELAZIONI TRA AMERICA
LATINA E CARAIBICA - ALC
ED EUROPA - UE
Origini del dialogo UE - ALC
• Le relazioni istituzionali tra l’America Latina e l’Europa – come
  organizzazione internazionale politica ed economica la cui
  formazione risale al 1957 con il Trattato di Roma (CE) e consolidata
  con l’Accordo di Maastricht nel 1992 – risalgono agli anni ’80
• In quel momento l’America Latina appare per la prima volta
  nell’agenda estera dell’allora Comunità Economica Europea
• Prima gli interessi comunitari si limitavano alla sub-regione Caraibica
  in particolare ai processi di decolonizzazione da parte di alcuni
  degli stati membri: Francia, Regno Unito e Paesi Bassi
  • Alla fine degli anni ‘70 la CEE raggruppa i paesi caraibici nel gruppo ACP,
    Paesi dell’Africa, Caraibi e Pacifico che interessavano direttamente all’Europa
  • Stabilisce con essi la Convenzione di Lomé nel 1975 e successivamente nel
    2000, l’Accordo di Cotonou (valido fino al 2020)
Accordo di Cotonou
• Rappresenta il quadro di riferimento delle relazioni tra l’Europa e i
  paesi ACP tra cui i paesi e territori dei Caraibi non di lingua spagnola,
  nella loro maggioranza, paesi poveri, giovani e dipendenti
  economicamente dal vecchio continente
• L’Accordo ha lo scopo di ridurre la povertà e di contribuire
  all’integrazione progressiva dei paesi ACP nell’economia mondiale
• Si basa su tre pilastri: la cooperazione allo sviluppo, la cooperazione
  economica-commerciale e la cooperazione politica
• L’accordo in America Caraibica agisce principalmente sugli ambiti
  commerciale e sociale:
  • Da accesso preferenziale nel Mercato Comune Europeo, alle esportazioni dei
    territori caraibici
  • Elargisce risorse destinate allo sviluppo provenienti dal Fondo Europeo di
    Sviluppo FES
Accordo di
Cotonou
Gli aiuti allo sviluppo
verso il resto
dell’America Latina
arrivano da fondi
dove la CEE/UE
versa contributi
nell’ambito degli Aiuti
Pubblici allo Sviluppo
APS da distribuire a
livello globale.

Le relazioni tra la UE
ed i Caraibi non di
lingua spagnola sono
molto strette ma
segnate da forti toni
post-coloniali
Aspetti critici
• Le antiche metropoli europee si rapportano ai territori dei Caraibi all’interno della loro
  politica interna. Si evidenziano relazioni di potere asimmetriche molto di più rispetto
  agli altri paesi latinoamericani dato che sono gestite tutt’oggi, da strumenti ed
  istituzioni particolari interne e con obiettivi molto specifici
• Il resto dell’AL ha avuto maggior autonomia ma allo stesso tempo, minor interesse
  da parte dell’Europa, nessun supporto nell’ambito delle istituzioni comunitarie (fino agli
  anni ’80) e i loro prodotti non hanno usufruito di un sistema commerciale preferenziale
• Sia le convenzioni di Lomé che l’Accordo di Cotonou nel tempo hanno risultati misti:
    • Non sono riusciti del tutto a modificare il modello tradizionale di specializzazione
      dei paesi caraibici come esportatore di prodotti primari (soltanto 10 prodotti): non
      si è sviluppata una produzione con maggior valore aggiunto
    • Sembrano aver contribuito a rafforzare la sindrome di dipendenza e a ritardare la
      partecipazione dei paesi caraibici al mercato ed economia mondiale
    • Hanno condizionato la possibilità di fare accordi con altri paesi e gruppi di paesi, e
      trattati di libero commercio TLC
Inizio del dialogo formale UE - ALC
•   Anni ‘70 e ’80: El Salvador, Nicaragua e Guatemala hanno conflitti interni tra
    governi autoritari e milizie paramilitari di taglio conservatore e anticomunista e
    gruppi ribelli insorgenti di sinistra (ambito della guerra fredda)
•   Risultato: migliaia di morti, violazioni dei diritti umani in tutta l’area e crisi
    umanitaria in diversi paesi
•   Il primo passo della CEE per accorciare la distanza con il resto del sub-continente
    americano, è l’interessamento al Processo di pace in America Centrale:
    negoziati diplomatici e politiche voluti dal Costa Rica
•   L’Europa appoggia formalmente il Processo di pace e si impegna a sostenere la
    risoluzione pacifica delle controversie e all’applicazione del diritto internazionale
•   Anche se la Spagna non faceva ancora parte della CEE, con Felipe González
    (1982-1997) alla presidenza, sostenuto da Mitterrand in Francia e il partito social
    democratico tedesco, la CEE intraprende insieme uno dei primi progetti di politica
    estera, inserito nella Cooperazione Politica Europea CPE
Inizio del dialogo formale UE - ALC
• Impulso al processo di pace anche dalla
  relazione Messico/Spagna
• Messico apparteneva al “Gruppo di
  Contadora” (istanza multilaterale creata
  nel 1983, con Colombia e la
  partecipazione di Panama e Venezuela:
  obiettivo la pace nella regione)
• Il gruppo, insieme al “Gruppo di
  appoggio a Contadora” o “Gruppo di
  Lima” formato nel 1985 da Argentina,
  Brasile, Perù e Uruguay si
  contrapponevano all’estremismo
  unilaterale degli USA che sosteneva
  tutti i gruppi che combattevano perché
  non si istaurassero governi socialisti
  nella regione
Inizio del dialogo formale UE - ALC
• Il processo del Gruppo di Contadora porta all'avvio del Dialogo di
    San José nel 1984 processo di dialogo politico tra CEE ed alcuni
    paesi della sub-regione: Costa Rica, El Salvador, Guatemala,
    Honduras, Nicaragua e Panama
•   Nell’ambito delle relazioni multilaterali si decide di stabilire riunioni
    annuali per porre fine all’instabilità nella sub-regione
•   Obiettivo: promuovere lo sviluppo economico sociale, la giustizia
    sociale, il rispetto dei diritti umani e la democrazia
•   Nel 1986 in America Latina, si crea il “Gruppo di Rio” per dare
    continuità al lavoro dei gruppi di Contadora e di appoggio: un
    meccanismo di consulta e concertazione politica in America Latina e
    Caraibica
•   Il processo di dialogo gioca un ruolo determinante nel conseguimento
    della pace e nel ripristino della democrazia nei paesi dell’America
    centrale agli inizi degli anni Novanta
Inizio del dialogo formale UE - ALC
Accordi di San José: meccanismo sul quale
si basa la cooperazione regionale tra Unione
europea e America Latina
• Si siglano diversi accordi di cooperazione
   nel 1984 e 1985 e dal 1986, con l’ingresso
   della Spagna e del Portogallo nella CEE e il
   loro proposito è di privilegiare le relazioni
   con le ex-colonie
• In questo modo l’America Latina entra in
   modo permanente nell’agenda
   comunitaria
• Nel 1993 con la nuova situazione di pace
   nell’America Centrale, il SICA (1991)in
   Centro America rinnova gli accordi con la
   UE per rafforzare i legami economici
Inizio del dialogo formale UE - ALC
• Le riunioni annuali avviate tra i rappresentati degli esteri dei paesi
  partecipanti al Dialogo di San José, continuano in modo regolare lungo
  gli anni 90
• Nel Consiglio europeo nel 1996, riguardo all’America Latina si
  raggiunge:
• L’avvicinamento con il MERCOSUR, l’apertura di negoziati con il
  Messico, l’avviamento delle relazioni con CAN e l’incontro con
  CARICOM
• Inoltre, con la “Dichiarazione di Firenze” la UE si impegna al rinnovo del
  Dialogo di San José con l’America Centrale mediante la cooperazione
  che è orientata su tre linee:
  1.   La promozione dello Stato di diritto, il supporto alle politiche sociali e
       l’ampliamento delle possibilità̀ per i paesi centroamericani di inserirsi nel quadro
       economico internazionale
  2.   La riorganizzazione del rapporto di cooperazione in base a metodi improntati a
       un maggior grado di partecipazione, soprattutto per quanto riguarda i beneficiari
  3.   La razionalizzazione degli incontri
Dialogo UE - ALC
•   Nel 1999 con il l’interessamento
    dei paesi latinoamericani
    appartenenti ai diversi processi e
    sistemi di integrazione,
•   Con lo stimolo dato dalla
    Francia e dal Brasile, si tiene il
    Primo Vertice tra i capi di stato
    dei governi di tutta l'America
    Latina e Caraibica con l'Unione
    europea
•   Da questo incontro deriva la
    Dichiarazione di Rio
Dialogo UE - ALC
Dichiarazione di Rio (1999)
• I capi di stato consapevoli della storia comune e delle sue
  profonde eredità culturali, si propongono, mediante incontri
  ogni due anni, di promuovere e sviluppare le loro relazioni e
  consolidare l’associazione strategica bi-regionale
• Una associazione che non riguarda solo lo sviluppo di uno
  spazio di libero commercio, ma la configurazione di un
  modello socio-economico in grado di sradicare la povertà
  e garantire lo sviluppo delle due regioni mediante il dialogo
  politico e la cooperazione
• Il bi-regionalismo punta anche ad elevare il peso di
  negoziazione dei soci nel panorama internazionale
Bibliografia
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  integración regional en América Latina: un enfoque político”. En: Revista de
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• CEPAL, NU, OIM. 2017. Informe preliminar de la reunión regional latinoamericana
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  pacto mundial para una migración segura, ordenada y regular. Santiago de Chile.
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  abril, pp. 69-87.
https://revistadigital.sre.gob.mx/images/stories/numeros/n112/ruano.pdf
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