TERAPIA DEL DOLORE L'UNITÀ OPERATIVA DI - GUIDA AL SERVIZIO 2018

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TERAPIA DEL DOLORE L'UNITÀ OPERATIVA DI - GUIDA AL SERVIZIO 2018
L’UNITÀ OPERATIVA DI

TERAPIA DEL DOLORE

       GUIDA AL SERVIZIO
             2018

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TERAPIA DEL DOLORE L'UNITÀ OPERATIVA DI - GUIDA AL SERVIZIO 2018
INDICE

INDICE

PERCHÉ UN SERVIZIO PER LA TERAPIA DEL DOLORE?    pag. 3

A QUALI MALATI SI RIVOLGE?                       pag. 3

QUALI PRESTAZIONI FORNISCE?                      pag. 4

COM’È STRUTTURATA L’U.O. DI TERAPIA DEL DOLORE   pag. 5

ALCUNE DELLE PATOLOGIE TRATTATE                  pag. 7

COME PRENOTARE                                   pag. 16

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TERAPIA DEL DOLORE L'UNITÀ OPERATIVA DI - GUIDA AL SERVIZIO 2018
PERCHÉ UN SERVIZIO PER LA TERAPIA DEL DOLORE?

Il dolore è una sensazione che
l'uomo ben conosce e sperimenta
nel corso della vita ed è
indispensabile per preservare
l'organismo da ogni sorta di
lesioni (da traumi, calore ecc.).
Il dolore d'altra parte accompagna
quasi tutte le malattie, per cui
ogni operatore sanitario dovrebbe
essere in grado di lenire il dolore
dei malati.
Normalmente il dolore, per
quanto intenso, è limitato nel
tempo e cessa con l’interruzione
dello stimolo che lo provoca.

Talvolta però il dolore perde il suo significato utile di allarme per l'integrità
dell'organismo e persiste anche dopo che la causa iniziale è cessata: in questo modo
diviene esso stesso una malattia.
Altre volte il dolore è determinato da malattie croniche o progressive, per le quali non
si hanno possibilità di guarigione.

In questi casi il dolore costituisce un'inutile sofferenza e riuscire a controllarlo significa
restituire alle persone una vita vivibile e serena.
Per questi motivi, in tutto il mondo attualmente si ritiene che la possibilità di
controllare il dolore sia una priorità in campo sanitario.
In Italia esiste una specifica normativa, la legge 38 del 2010, che sancisce il diritto di
ogni persona ad accedere alla Terapia del Dolore.
L’Ospedale di Vicenza è attivo fin dagli anni ’60 nel campo della Terapia del Dolore e
dal 1988 ha istituito un reparto autonomo totalmente dedicato a questo scopo.

A QUALI MALATI SI RIVOLGE?
                      Il dolore è così comune che tutti i professionisti della
                      Sanità devono essere in grado di gestirlo, almeno in una
                      fase iniziale
                      Certamente non è giustificato che tutte le persone che
                      soffrono di un dolore si rivolgano subito a questa Unità
                      Operativa.
                      Nella grande maggioranza dei casi potranno ricevere una
                      soluzione adeguata dal loro medico di base, che
                      eventualmente potrà richiedere una consulenza anche ad
                      altri specialisti, a seconda dei casi, come il fisiatra,
                      l’ortopedico, il reumatologo, il neurologo…

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L’Unità Operativa di Terapia del Dolore
interviene per le persone il cui dolore è
diventato cronico e/o resiste alle terapie
messe in atto dagli altri professionisti, e
inoltre quando il dolore è particolarmente
complesso o non si riconosce una causa ben
evidente.

In sostanza questa Unità Operativa tratta
prevalentemente il dolore che dura da lungo
tempo e quello che sembra resistente agli
usuali trattamenti.

È opportuno che, prima di rivolgersi a questo
centro, siano stati effettuati gli accertamenti
che il Medico Curante e/o altri Specialisti
ritengano necessari e opportuni nella
specifica situazione.
Questi accertamenti devono essere mostrati in occasione della visita specialistica.

L’accesso urgente alla Terapia del Dolore è quindi raramente giustificato nel dolore
acuto: fanno eccezione quadri particolari come l’Herpes Zoster e le radicolopatie
acute da ernia discale (radiologicamente documentata) dove trattamenti specifici di
questa Unità Operativa vanno praticati prima possibile per limitare i danni e
controllare il dolore

QUALI SONO LE PRESTAZIONI CHE FORNISCE?

  • Visita medica finalizzata alla comprensione dei meccanismi che provocano il
    dolore, attraverso la descrizione che il paziente fa dei suoi disturbi, l’esame
    fisico, la visione degli accertamenti già eseguiti (radiografie, altri esami);
  • Prescrizione dei farmaci e delle indagini eventualmente richieste
  • Teletermografia, solo su prescrizione interna
  • Proposta e indicazione delle terapie farmacologiche, fisiche, infiltrative,
    chirurgiche più opportune
  • Esecuzione di terapie infiltrative ed altre terapie specialistiche ambulatoriali di
    neurolesione, neuromodulazione e neurostimolazione (presso la sede di
    Vicenza) sotto controllo radioscopico o ecografico
  • Interventi di posizionamento di apparecchi impiantabili sottocute (pompe per
    somministrazione continua di farmaci, neurostimolatori midollari e periferici);
    monitoraggio e gestione degli apparecchi impiantati
  • Visite di controllo per monitoraggio efficacia ed effetti collaterali

L’U.O. non effettua terapie fisiche, per le quali occorre rivolgersi ai centri di
fisioterapia, e non dispone di letti di degenza ordinaria.

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COM'È STRUTTURATA L’UNITÀ DI TERAPIA DEL DOLORE

L’U.O. di Terapia del Dolore svolge la sua attività negli ospedali di Vicenza e di
Valdagno.
Le due sedi sono collegate per cui utilizzano una cartella informatizzata comune
per la condivisione dei dati, il che consente di seguire i pazienti indifferentemente
nelle due sedi a seconda delle necessità tecniche e per il maggior comfort
dell’utenza.

Vicenza
l’Unità Operativa è situata all’interno dell’Ospedale San Bortolo, nell’area storica
del chiostro (area “L”), al terzo piano.

È presente un ascensore accessibile dal piano stradale (livello 0) e dal livello del
chiostro (livello 1).
Per persone non autosufficienti è prevista la possibilità di entrare con l’autovettura
dall’accesso di viale Rodolfi fino davanti alla porta dell’ascensore al livello 0, dove
sono previsti dei posti auto riservati.

L’Unità Operativa è composta da:
        - accettazione;
        - sala di attesa, servizio per il pubblico, servizio per disabili
        - 5 ambulatori per visite e per procedure diagnostiche e terapeutiche;
        - area di sosta dotata di alcuni letti per accogliere per alcune ore i pazienti
          che eseguono terapie ambulatoriali particolari;
        - area di segreteria, studi medici;
        - altri locali di servizio.
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Alcune attività vengono svolte al di fuori della sede principale:
       - in sala operatoria per particolari interventi inerenti alla specialità
       - in ambulatorio di endoscopia per infiltrazioni e tecniche di
           neuromodulazione/neurolesione di precisione sotto controllo radiologico;
       - consulenze per tutte le Unità Ospedaliere di degenza;

Nell’U.O. di Terapia del Dolore operano:
        - 5 medici (compreso il Direttore), specialisti con provata esperienza nello
           studio e nel trattamento delle varie forme di dolore e nelle cure
           palliative;
        - 5 infermiere (compresa la Coordinatrice) con formazione ed esperienza
           nello stesso campo di attività;
        - 1 segretaria;
        - collaborano inoltre Psicologi con preparazione specifica nella terapia del
           dolore e nelle cure palliative, dipendenti dall’U.O. di Psicologia
           Ospedaliera

L’U.O. è dotata delle seguenti attrezzature:
   • Ecografo
   • Apparecchio per teletermografia digitale computerizzata
   • Pompe infusionali fisse e portatili (PCA)
   • Sistema di monitoraggio multiparametrico e saturimetro portatile
   • Dotazione per tecniche interventistiche in radioscopia (eseguite presso la
      piastra endoscopica)
   • Generatore di radiofrequenza per trattamenti di neurolesione-
      neuromodulazione a radiofrequenza continuua (CRF) o pulsata (PRF)
   • Apparecchiatura per trattamenti di criolisi
   • Sistemi di programmazione e di rifornimento per apparecchi impiantabili quali:
      pompe infusionali programmabili e non, sistemi di neurostimolazione spinali
      (SCS) e periferici

L’attività ambulatoriale si svolge tutti i giorni dal lunedì al venerdì e inoltre al al
sabato mattina (solo per controlli programmati)

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Valdagno
Gli ambulatori di Terapia del Dolore si trovano al 4° piano dell’Ospedale San
Lorenzo, all’interno dell’area di Day Service della Medicina.

L’UO dispone di due ambulatori dove opera a rotazione un medico, proveniente da
Vicenza, svolgendo attività di diagnosi, prescrizione di terapia, controllo e
monitoraggio, nonché esecuzione di tecniche antalgiche minori anche ecoassistite.
L’attività si avvale del supporto del personale infermieristico del Day Service.

Il presidio è dotato delle seguenti attrezzature:
     • Due ambulatori
     • Ecografo
     • Pompe infusionali fisse
     • Sistema di monitoraggio multiparametrico e saturimetro portatile
     • Sistemi di programmazione e di rifornimento per apparecchi impiantabili
       (pompe infusionali programmabili, sistemi di neurostimolazione spinali e
       periferici)

L’ambulatorio è aperto al martedì e al venerdì dalle 9 alle 16

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ALCUNE DELLE PATOLOGIE TRATTATE

Come evidente e a tutti noto, il dolore è un sintomo costante e presente in un
enorme numero di patologie, che non è possibile elencare in questa sede.
Di seguito quindi elenchiamo solo alcuni quadri clinici dolorosi, più o meno comuni,
che sono solo una parte di quello che l’Unità Operativa di Terapia del Dolore
quotidianamente tratta.

OSTEOARTROSI
                                    In linea di principio va sempre fatto ricorso alla
                                    fisiochinesiterapia.
                                    Farmaci e tecniche infiltrative possono alleviare il
                                    sintomo ma, dato il carattere progressivo e
                                    frequentemente generalizzato della malattia, i
                                    risultati a lungo termine delle terapie infiltrative
                                    sono modesti, ma in una fase non
                                    particolarmente avanzata le tecniche di
                                    infiltrazione articolare possono risultare utili: tali
                                    tecniche non sono patrimonio caratteristico
                                    dell’antalgologo quanto dell’ortopedico, cui
                                    rimandiamo per competenza.
                                    Quando però il dolore è diffuso a diversi gruppi
                                    articolari la tecnica infiltrativa diventa uno
                                    strumento scomodo e poco efficace, per cui
                                    l’indicazione     è    quella   di  una     terapia
farmacologica combinata, che sia sostenibile nel tempo, avuto riguardo per le
concomitanti patologie del paziente e degli altri farmaci che assume.
Tecniche avanzate di neurolisi o neuromodulazione possono dare una prolungata
attenuazione del dolore, in particolare nelle situazioni dove un intervento chirurgico
(p.es. protesi di ginocchio odi anca, chirurgia vertebrale) sarebbe indicato ma non è
praticabile a causa delle condizioni generali del paziente.

RADICOLOPATIE(cervicobrachialgie, lombosciatalgie)
Dovute a compressione da parte di ernie discali,
osteofiti, stenosi canalari, fibrosi da precedenti
interventi ed altre cause compressive, spesso non
necessitano di intervento chirurgico, che d’altra
parte non è sempre proponibile. In associazione
con un corretto approccio fisiatrico, un intervento
antalgologico, oltre a determinare un rapido sollievo,
può risolvere la situazione in modo durevole sia in
fase acuta (talvolta evitando l’intervento) sia nel
dolore cronico con farmaci, infiltrazioni e, se
necessario, tecniche di neuromodulazione o
neurostimolazione midollare.

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DOLORE VERTEBRALE (lombalgia, cervicalgia)
Il dolore che ha origine in sede
vertebrale è spesso complesso, dato
che può originare da molteplici strutture:
muscoli,        articolazioni,      dischi
intervertebrali, tendini e legamenti,
radici nervose e midollo spinale, che
possono essere coinvolte in processi
artrosici, degenerativi, infiammatori, con
fenomeni di contrattura, compressione,
instabilità, restringimento del canale
vertebrale o dei canali radicolari.
Ogni singolo caso va quindi studiato
con attenzione per poter proporre la
terapia più appropriata.
Senza mai trascurare il trattamento
rieducativo e riabilitativo, le terapie
possibili sono numerose, come numerose sono le possibili cause del dolore e
vanno dall’approccio psicofisiologico alle più avanzate tecniche di infiltrazione sotto
guida radioscopia o ecografica, neurostimolazione, neuromodulazione e
neurolesione, oltre ad un appropriata e ben personalizzata terapia farmacologica

SINDROMI CANALICOLARI
                                Compressione di tronchi nervosi all’interno di
                                passaggi osteotendinei (s. del tunnel carpale, del
                                tunnel tarsale, del canale ulnare, meralgia
                                parestesica, s. del piriforme…), con alterazioni della
                                sensibilità, formicolii e tardivamente anche deficit
                                motorio. Le metodiche di Terapia del Dolore
                                possono essere utili quando non è indicato
                                l’intervento chirurgico di decompressione o in
                                attesa dello stesso, e consistono prevalentemente
                                nella medicazione con cortisonico con infiltrazioni
                                mirate, anche con l’ausilio della guida ecografica o
                                tecniche di stimolazione antalgica.
                                Le tecniche infiltrative sono utili solo in fase acuta:
                                in caso di cronicizzazione e danno neurologico si
                                configura una neuropatia post traumatica (vedi più
avanti)

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CEFALEE
                                                    I vari tipi di mal di testa vanno
                                                    differenziati al fine di instaurare
                                                    una terapia adeguata ed efficace;
                                                    il mondo delle cefalee è infatti
                                                    estremamente          vario       e
                                                    differenziato e solo il corretto
                                                    inquadramento       consente     un
                                                    efficace trattamento.
                                                    Spesso si tratta di pazienti in
                                                    trattamento polifarmacologico e
                                                    che tendono ad abusare dei
                                                    medicamenti; è noto inoltre come
                                                    situazioni stressanti possano
                                                    incidere sull’insorgenza e sulla
                                                    cronicizzazione della cefalea, che
a sua volta è causa di stress, in un circolo vizioso che autoalimenta.
Il nostro approccio a chi soffre di cefalea è particolare in quanto prevede la
valutazione sia da parte del medico che dello psicologo; il caso viene poi discusso
in comune al fine di indicare il trattamento più appropriato, farmacologico e non,
tenendo conto delle caratteristiche del dolore e di quelle psicofisiche del singolo
paziente, avvalendosi di numerose alternative farmacologiche e di tecniche non
farmacologiche psicologiche e fisiche

NEVRALGIA TRIGEMINALE
                                                          È      caratterizzata      da
                                                          parossismi dolorosi simili a
                                                          scosse elettriche, molto
                                                          intensi, di solito unilaterali,
                                                          al viso, nel territorio di
                                                          distribuzione di una o più
                                                          branche       del       nervo
                                                          trigemino.
                                                          Ne sono colpiti ogni anno
                                                          7-8 persone su 100.000
                                                          abitanti.
                                                          È più frequente nelle
                                                          donne che negli uomini.
Rara sotto i 30 anni, è più comune tra cinquantenni e sessantenni.
Le crisi dolorose spesso sono scatenate dal parlare, dal mangiare, dal toccare un
punto preciso del viso. La sintomatologia va incontro a periodi di remissione e ad
altri di riacutizzazione.
Il trattamento è primariamente farmacologico ma se questo non fosse sufficiente
esistono svariate opzioni terapeutiche più o meno invasive, da eseguire in
progressione, fino all’intervento di decompressione, se indicato.

                                              10
ALGIE FACCIALI ATIPICHE
Si tratta di sindromi dolorose di difficile inquadramento (“atipiche” appunto) spesso
interpretate e curate come altre patologie (spesso come “nevralgia del trigemino”),
di lunga durata, che compromettono la vita attiva e di relazione di chi ne è affetto;
sono comunque da considerare casi molto difficili per i quali spesso l’obiettivo
perseguibile è una convivenza accettabile con il sintomo senza poterne ottenere la
completa abolizione, essenzialmente con terapie farmacologiche.

HERPES ZOSTER E NEVRALGIA POST- ERPETICA
Si tratta di una malattia infettiva causata dalla riattivazione di virus contratti con una
precedente infezione di
varicella e rimasti quiescenti
nell’organismo per molti
anni.
Insorge       a    volte      in
concomitanza        con      un
abbassamento delle difese
immunitarie.
È più frequente nell’anziano
ed in quest’ultimo è più
probabile la cronicizzazione.
Si manifesta sotto forma di
un’eruzione sulla pelle, più o
meno circoscritta e limitata ad un solo lato del corpo, con formazione di vescicole e
poi croste nel giro di 15-30 giorni; contemporaneamente è presente sintomatologia
dolorosa di solito intensa (fase acuta di herpes zoster). In questa fase può talvolta
essere utile la somministrazione di cortisonico per via peridurale.
Una volta guarita l’eruzione cutanea con residue macchie il dolore di solito
scompare, ma talvolta può persistere anche a lungo (mesi, anni), con
caratteristiche brucianti, pruriginose, scatenato anche dal semplice sfioramento
della pelle (NPH: nevralgia post-herpetica). Il trattamento è sia sistemico con il
ricorso a farmaci, che locale con applicazioni locali di anestetico locale e/o di
diversi farmaci per attenuare l’ipersensibilità della zona dolente

NEUROPATIE PERIFERICHE (INFETTIVA, DIABETICA, VASCOLARE…)
                                         Sono dovute alla sofferenza delle piccole
                                         fibre nervose periferiche, causata dai più
                                         diversi    fattori   eziologici. Colpiscono
                                         soprattutto le estremità degli arti inferiori
                                         con diminuzione della sensibilità della
                                         pelle, formicolii e bruciore continui o
                                         intermittenti; talora si accompagnano ad
                                         atrofia muscolare e a lesioni cutanee
                                         anche gravi. Le opzioni terapeutiche vanno
dai farmaci alle tecniche di neurostimolazione periferica o spinale
                                               11
NEVRALGIE POST-TRAUMATICHE E POST-CHIRURGICHE
                         Fanno seguito a lesioni di nervi periferici
                         determinate da eventi traumatici o nel corso di
                         interventi chirurgici.
                         Sono caratterizzate dagli stessi sintomi delle
                         nevralgie periferiche ma monolaterali e limitati a
                         una sede specifica, la cui estensione può
                         essere limitata ad un piccolo nervo periferico o
                         estesa a strutture più importanti come tronchi o
                         interi plessi nervosi interessati da traumi
                         maggiori, come nel caso di avulsione traumatica
                         o di amputazione. Il trattamento può essere sia
                         locale che sistemico, farmacologico o di
                         neurostimolazine

DOLORE IN CORSO DI MALATTIE NEUROLOGICHE
Dolore avvertito in svariate regioni del corpo, mono o bilaterale, simmetrico o
asimmetrico, in seguito a lesioni o disfunzioni del sistema nervoso centrale
(accidenti cerebrovascolari, danni midollari, sclerosi multipla, siringomielia,
malformazioni       vascolari,     malattie     demielinizzanti…);     può        insorgere
immediatamente ma più spesso dopo un intervallo di settimane o mesi (raramente
anni) dopo la lesione; spesso ma non sempre si accompagna ad alterazioni locali
della sensibilità e/o della motilità (spasticità o flaccidità muscolare). Il trattamento è
complesso e prevalentemente farmacologico, anche con ricorso a pompe
infusionali impiantabili

ARTERIOPATIA OBLITERANTE DEGLI ARTI INFERIORI
Nonostante i progressi della
terapia rivascolarizzante chirurgica
molti pazienti rimangono affetti da
forme ischemiche croniche che
determinano conseguenze di varia
gravità,       dalla      “claudicatio
intermittens”, al dolore notturno
agli arti inferiori, alle ulcere
distrofiche fino alla necrosi e
gangrena.
Quando non sono più possibili o
comunque vengono esclusi gli
interventi di rivascolarizzazione, la
terapia del dolore con analgesici e con tecniche di neuromodulazione o
neurostimolazione può contribuire a migliorare la qualità di vita di questi malati e a
prevenire quadri di arto fantasma doloroso quando la patologia dovesse esitare in
amputazione

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MALATTIA DI RAYNAUD, FENOMENO DI RAYNAUD
Consistono in attacchi episodici
di dolore ad una o più estremità
dovuti      a    vasocostrizione
arteriosa in risposta a stimoli
calorici (freddo) od emotivi: Si
sviluppano tipicamente in tre
fasi consecutive: di pallore, di
cianosi e di rossore.
Mentre la malattia di Raynaud
non ha una causa nota, il
fenomeno di Raynaud fa
seguito      a    malattie    più
generalizzate       come       la
sclerodermia. A lungo andare
queste affezioni possono provocare invalidità per le lesioni cutanee che possono
produrre.
Il trattamento può spaziare dalla terapia farmacologica a tecniche di modulazione o
di blocco del sistema nervoso autonomo simpatico a livello periferico o gangliare, a
tecniche di elettrostimolazione midollare peridurale con sistemi totalmente
impiantabili

ALGODISTROFIE O DISTROFIE SIMPATICO-RIFLESSE O SINDROMI
DOLOROSE REGIONALI COMPLESSE
Fanno seguito di solito a traumi che possono aver leso o meno tronchi nervosi, ma
talora anche all’immobilità dovuta a malattie come le coronaropatie acute e gli
attacchi ischemici cerebrali. La sintomatologia dolorosa spesso è sproporzionata
                                            all’entità degli eventi precipitanti e
                                            facilmente diventa cronica e talvolta
                                            invalidante.
                                            Il dolore si può associare inizialmente a
                                            gonfiore, arrossamento, calore (fase
                                            florida), e successivamente ad atrofia di
                                            muscoli e cute (fase atrofica), al tipico
                                            riassorbimento osseo lacunare, ed
                                            inoltre ad alterazioni della circolazione
                                            ematica e della sudorazione nella
                                            regione colpita.
                                            La diagnosi è primariamente clinica ma
si avvale della teletermografia sia in fase diagnostica che di monitoraggio. La
terapia è particolarmente complessa e fa ricorso a farmaci sia per via generale e
locale, che per via endovenosa locale (blocco regionale endovenoso di un arto),
nonché della elettrostimolazione midollare (SCS)

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DOLORE IN CORSO DI MALATTIE REUMATOLOGICHE
                                                   Il dolore è un sintomo
                                                   comune e spesso invalidante
                                                   di        molte        malattie
                                                   reumatologiche           (artrite
                                                   reumatoide ed altre artriti,
                                                   spondilite        anchilosante,
                                                   sclerodermia…).
                                                   Ovviamente la cura della
                                                   malattia è la prima terapia del
                                                   sintomo, tuttavia è spesso
                                                   necessario     intervenire      a
                                                   supporto      della     terapia
                                                   principale per il controllo del
                                                   dolore, che può richiedere il
ricorso a tecniche di infiltrazione articolare e periarticolare, a tecniche di
neuromodulazine e di neurolesione antalgica e ovviamente alla terapia analgesica
farmacologica fino al ricorso a sistemi infusionali impiantabili per la
somministrazione continua di farmaci analgesici

SINDROMI MIOFASCIALI E FIBROMIALGICHE
La dolenzia muscolare, il dolore al movimento e la sensazione di fatica
contraddistinguono queste sindromi che possono essere localizzate o
generalizzate, primitive o secondarie ad altre patologie (osteoartrosi, vizi posturali,
stiramenti muscolari, contratture ed alterazioni del tono muscolare di varia origine,
ecc).
La     fibromialgia     è    ormai
unanimemente riconosciuta non
più     come      una     patologia
muscolotendinea periferica, ma
come      una     condizione     di
sensibilizzazione centrale il cui
trattamento è in rapido divenire,
con introduzione di sempre nuovi
farmaci e tecniche sulle quali la
nostra     unità    operativa     è
costantemente aggiornata.
Una     corretta    gestione    del
problema      non      può    però
prescindere dal mettere il paziente al centro della sua condizione come
protagonista attivo e non soggetto passivo della terapia, integrando anche un
percorso psicologico di gestione della malattia e dei suoi sintomi.

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DOLORE IN CORSO DI NEOPLASIE

Il dolore provocato dalla crescita di
neoplasie ha caratteristiche che
variano a seconda del tipo di
tumore, della sede, dello stato di
evoluzione e dei tessuti ed organi
interessati, con una estrema
variabilità di meccanismi causali e
di manifestazioni
Caratteristica tipica del dolore
neoplastico è quella di variare nel tempo, sicché il trattamento antidolorifico deve
essere aggiornato spesso, tanto in aumento quanto in riduzione, a seconda della
sua evoluzione, che non necessariamente corrisponde all’evoluzione della malattia.
Il dolore infatti può essere provocato anche dalle stesse terapie antitumorali
(neuropatia periferica da chemioterapici o da radioterapia) o dagli esiti di interventi
chirurgici.
Occorre anche porre grande attenzione ai sintomi che possono anche essere
causati dalla stessa terapia analgesica (p.es. sonnolenza e stitichezza da oppioidi).
Inoltre, per una migliore qualità di vita, non è sufficiente ottenere il controllo del
dolore, ma anche dei numerosi altri sintomi e cause di sofferenza (sia fisiche che
psicologiche e sociali) che accompagnano queste malattie.
Per questi motivi i sanitari di questo Servizio conformano la propria attività ai
principi delle Cure Palliative, che questa UO ha introdotto e pratica da oltre un
trentennio, seguendo costantemente questi pazienti quanto più precocemente
possibile e durante l’evoluzione della loro malattia con un ambulatorio loro
dedicato, ed operando in stretta collaborazione con gli oncologi, i medici di
medicina generale, lo psicologo e con la rete delle Cure Palliative.

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UNITA’ OPERATIVA DI TERAPIA DEL DOLORE

COME ACCEDERE AL SERVIZIO
L’attività ambulatoriale avviene su appuntamento da richiedere:

A Vicenza
telefonando al n. 0444 753833
dal lunedì al venerdì dalle ore 9:00 alle ore 12.00.

A Valdagno
telefonando al n. 0445 484851
dal lunedì al venerdì dalle ore 9:00 alle ore 12.00

     Non si accordano appuntamenti per effettuare terapie non prescritte da
     questa unità operativa, cioè non si praticano terapie su indicazione di
     altri specialisti: ogni trattamento viene eseguito esclusivamente dopo
     una visita e su indicazione dei Medici della UOC di Terapia del Dolore.

     Le numerose attività svolte in diverse sedi non consentono di garantire
     che ogni paziente sia visto sempre dallo stesso medico; per ogni visita
     viene compilata una dettagliata cartella ambulatoriale e le situazioni più
     complesse vengono discusse e condivise in riunioni di èquipe.
     Ciascun medico è quindi nelle condizioni ottimali per seguire ogni
     paziente, garantendo la migliore continuità assitenziale: i pazienti non
     sono seguiti da un singolo medico o infermiere, ma dall’Unità Operativa
     di Terapia del Dolore nel suo insieme professionale ed organizzativo

DA NON DIMENTICARE

Visite ambulatoriali
Si raccomanda, in occasione di ogni visita, di portare la documentazione relativa a:
        - precedenti ricoveri ospedalieri,
        - visite specialistiche,
        - esami e radiografie ,
        - medicine che vengono assunte a casa.

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