Due continenti in un piatto' - Storia dei Tognola e dei Bignasca Genealogia - tre valli
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Anno 44 - Nr. 418 - novembre 2020 Rivista di informazione delle valli Riviera, Blenio e Leventina Genealogia Storia dei Tognola e dei Bignasca Giovani Un aiuto per chi si sente ‘tagliato fuori’ ‘Due continenti in un piatto’
Anno 44 - Nr. 418 - novembre 2020 Rivista di informazione delle valli Riviera, Blenio e Leventina 5 genealogia Cognomi di Biasca Alessia Saglini, chef, si è formata a Pa- 6 gastronomia Scoprire il mondo grazie alla cucina rigi, Usa e Messico. Una delle sue spe- cialità è il taco con la luganiga. (p. 6) Pensieri di montagna 8 l’Ospite Patrizia Pusterla, 25 anni al Museo della Valle di Blenio 10 le aziende informano Abbonamento 2021 Era mercoledì pomeriggio, 17 ottobre, e tornavo da un funerale. Un Un partner finanziario in Leventina 11 numeri fr. 55.– vicino alla popolazione bellissimo funerale: di quelli in cui sono presenti solo i parenti, che si Abbonamento sostenitore abbracciano per salutare una prozia di novant’anni che ha avuto una 12 giovani fr. 70.– e oltre Un progetto Mentoring sbarca vita felice. Ci guardavamo negli occhi intensamente, perché porta- Abbonamento estero nelle Tre Valli vamo tutti la mascherina. Siamo diventati più espressivi da quando fr. 65.– / Via aerea fr. 100.– sono visibili solo gli occhi. 13 società Numero separato Era mercoledì pomeriggio, 17 ottobre, tornavo a casa con una dolce Airolo città dell’energia fr. 6.– + spese tristezza e ho saputo: Erminio Ferrari è morto. Erminio era la pagina Numero separato arretrato 14 erboristeria fr. 7.– + spese degli Esteri della Regione. Lavorava da inizio pomeriggio a mezza- Calma, cuore e sonni tranquilli, notte, ogni giorno. Quando ci lavoravo anche io, lui aveva la sua così ci aiuta il B Amministrazione, redazione stanza, quella con un computer speciale che dava le notizie di agenzia. e pubblicità 17 territorio Era accogliente, quella stanza, perché c’era lui. E quando arrivava la La casa dei pagani di Dongio Edizioni Tre Valli Sagl Via Cantonale 47 - 6526 Prosito sera e si rimaneva in pochi, si parlava. Di libri, di gente, di montagna. Del mondo. Con amarezza ma con amore, sempre. 18 quiz tel. 091 - 863 19 19 fax 091 - 863 27 64 Erminio è stato uno dei pochi a non aver sorriso quando gli ho detto 21 le aziende informano e-mail: info@3valli.com che me ne andavo alla Rivista 3valli. Mi ha guardata sinceramente Intervista a Tecla Pedretti, responsabile www.3valli.com dell’agenzia BancaStato ad Airolo contento e ha detto: Che bello. Lo farei anche io. Editore Aveva cominciato come giardiniere, curava le piante. Mi aveva rac- 22 ricordi contato che spesso andava a lavorare in Valle Maggia. Lì si era messo Ra Boscerina Edizioni Tre Valli Sagl, Biasca Facciamo parlare due fotografie... a chiacchierare con i sindaci, con i consiglieri comunali, con le per- Responsabile di redazione sone dei paesi. Così aveva iniziato a scrivere per l’Eco di Locarno di 24 eco delle valli Sara Rossi Guidicelli quello che percepiva della vita di valle. Lo avevano poi assunto e non 31 minime La responsabilità degli articoli firmati aveva più fatto il giardiniere: negli anni è diventato la miglior firma è dei singoli autori. del Cantone e ha preso la responsabilità della pagina degli Esteri alla 32 in memoria © Riproduzione anche parziale Regione. Ancora oggi, dopo dieci anni che non siamo più colleghi, 33 album del nonno solo con l’autorizzazione quando fatico a trovare un titolo penso: Dai, dai, cosa direbbe l’Ermi- della redazione. nio? E cerco le sue direzioni. Anche con i titoli era il migliore. 34 agenda Diceva cose bellissime della montagna (Oltre la cima è un Laser, su 35 cruciverba Stampa: Parole crociate delle Tre Valli Rete Due, che va ascoltato e poi ci sono i suoi libri, per chi è interes- Jam SA - 6526 Prosito sato al tema). Secondo lui, per esempio, vivere sui confini è una delle Rivista 3valli Ultimo termine per la consegna cose più interessanti che ci siano; perché sai chi sei e sai anche che sei seguici su del materiale da pubblicare un po’ di più di quello. Le montagne sono un magnifico confine, di- sulla Rivista 3valli numero 12-2020: ceva, quindi, cerchiamo di fare tesoro di questa fortuna. 15 novembre 2020 Sara Rossi Guidicelli novembre 2020 - rivista 3valli 3
l’Ospite Patrizia Pusterla, personaggi della valle, i fondatori del museo, gli intellettuali, Giovanni Genucchi, don Gallizia, Lycia Gianella e così via. Non 25 anni al Museo cadevo di certo dalle nuvole. Mi sono ac- corta che il lavoro del museo era l’attività della Valle di Blenio che più mi si confaceva, perché sono un tipo pragmatico, pratico; i lunghi lavori di ri- cerca non facevano più per me, visti gli im- pegni famigliari. I corsi di museologia in Buongiorno Patrizia. Lei ha curato il raccogliere ancora tanto materiale che in- Svizzera non c’erano forse ancora, seguivo Museo etnografico della Valle di Blenio vece si è perso... congressi e giornate di formazione, visitavo per 25 anni. Ci può dire qualcosa della Ti sembrerà strano, ma studiando storia musei e colleghi. Tra i 10 (oggi 11) musei et- sua formazione e passione per questa dell’arte ho in un certo modo disubbidito a nografici, il nostro faceva parte del gruppo materia? mio padre – l’ho scoperto in seguito – che in coda dei piccoli musei, la locomotiva era Dopo il Liceo mi sarebbe piaciuto studiare voleva studiassi letteratura italiana ‘come le Cevio, l’esempio da seguire. Lottigna, dopo sia architettura, sia arte contemporanea. In ragazze di buona famiglia in Ticino’. Mio la grande mostra di G. Genucchi nel 1983 e casa mi si sconsigliava architettura - non era padre era un artista, oltre che architetto, col- una piccola mostra del pittore G. Gianella, una professione adatta a una donna (!); stu- lezionista, appassionato d’arte; si interes- viveva della fama dell’armeria. Come detto, diare arte contemporanea in Italia non en- sava di storia e io ho respirato quell’am- non aveva le forze per sviluppare la parte et- trava in linea di conto, era l’epoca della con- biente fin da piccola. E così ho studiato sto- nografica, organizzare eventi e attirare l’in- testazione. Mi sono ritrovata a Friburgo alla ria dell’arte. Non capivo invece l’araldica, al- teresse dei bleniesi. facoltà di lettere, seguendo storia dell’arte lora, mentre invece oggi mi piacerebbe stu- (che fatica il tedesco), letteratura italiana, diarla. Sentir parlare in casa dei due musei e E come hai gestito il Museo all’inizio? con Padre Pozzi e archeologia cristiana. Mi delle loro vicissitudini era pane quotidiano. Bisognava cambiare. Ho praticato l’out- sono trasferita all’Unversità di Ginevra, Ho conosciuto persone notevoli e grandi sourcing, attingendo a ricerche esterne che scrivendo una ricerca sugli affreschi del 1400 di S. Maria in Selva a Locarno e il Go- tico internazionale. Se avessi saputo che avrei diretto Lottigna, avrei studiato anche storia svizzera, o etnografia, ma a Friburgo non davano queste materie. In Ticino sono diventata insegnante perché non c’erano possibilità di lavoro nel mio campo. Mi sono sposata, ho avuto due bambini e ho lasciato la scuola. Ci potresti parlare di tuo padre Gastone Cambin, promotore del Museo Cà da Rivoi nel 1969 e del Museo di Lottigna nel 1979 e di come tutto questo è arrivato a te? Mio padre aveva costruito una casa di va- canza a Olivone. Su incarico di Ottie Jacob- Piazza, fondatrice e mecenate della Cà da Rivöi, aveva creato e guidato il museo di S. Martino e dieci anni dopo quello di Lotti- gna. Con mia grande sorpresa, l’Ente turi- stico nel ‘92 mi ha chiesto di prendere in mano quest’ultimo dopo la scomparsa di mio padre (anche lui si sarebbe sorpreso). Si trattava di un incarico che pareva poco im- pegnativo, con un compenso simbolico. Ero entusiasta di potermi dedicare a questo nuovo lavoro. Mi fu proposto anche il Museo di Olivone, ma per me era troppo. La catalogazione era appena iniziata, c’e- rano montagne di carte, foto e informazioni sparse, nessuno si occupava di ampliare la collezione: qualcuno avrebbe potuto affian- care mio padre per la parte etnografica (lui si era occupato soprattutto dell’armeria) ma forse aveva creduto di poter fare tutto da Patrizia Pusterla-Cambin, ex direttrice del Museo etnografico di Lottigna, che a lei e a suo padre Gastone Cambin deve quasi tutto. solo. Soprattutto qualcuno avrebbe dovuto Oggi il direttore del Museo della Valle di Blenio è Cristian Scapozza. 8 rivista 3valli - novembre 2020
ho tradotto in mostra, perché noi non ave- vamo né tempo né mezzi. ‘La casa bleniese’ del 1993 è stata la prima, grazie alla pubbli- cazione di G.Buzzi dell’Atlante dell’edilizia rurale. Avevo solo macchina per scrivere, te- lefono, fax e un anziano custode e non avevo mai usato un pc (i computer da noi non erano ancora molto diffusi). Internet non c’era, era agli albori. Amici imprenditori mi hanno prestato un portatile e ho dovuto ar- rangiarmi, la mostra doveva essere organiz- zata. E così è andata per le successive. Facevo tutto, grafica, allestimento, vetrine, pittura, ricerca sponsor, segretariato, articoli e co- municati stampa, contatti. Claude Lapaire, tra i fondatori della museologia in Svizzera, diceva che il curatore di un piccolo museo doveva essere ‘capace di far di tutto’. E biso- gnava leggere, studiare l’argomento, andare in biblioteca, per certe mostre in Archivio di Stato, ma mi piaceva, perché secondo me è il mestiere più bello del mondo. Nei mesi ‘caldi’, quelli precedenti le inaugurazioni, lavoravo anche all’80/100%, sere e weekend compresi, senza limiti. Mio marito cucinava e faceva anche la spesa (!). Dal tuo lavoro cosa hai tratto come cono- scenza della Valle? Cosa ti ha colpita nel rapporto con i suoi abitanti? Mi sono resa conto che ogni paese faceva per l’armeria. Sono convinta che, dopo anni di Senza dimenticare che i musei devono acco- sé, che c’erano rivalità, anche se non si può sforzi da parte di tutti noi, la mentalità è gliere ora anche la cultura immateriale e, generalizzare, con una grande divisione tra cambiata. dove possibile, essere presenti sul territorio la Bassa, Media e Alta Valle. Solo un esem- in vari modi. pio: molti ragazzi di Malvaglia non avevano Qual è stata secondo te la mostra più in- L’istituzione dell’Associazione nel ’97 è mai visitato il Museo di Olivone! teressante che hai proposto? stato il punto di partenza giuridico per ac- Per quanto mi riguarda, ho cercato il con- Sono state tutte interessanti: la casa bleniese, crescere la partecipazione e sostenere il tatto con gli abitanti, il che non era semplice, le decorazioni pittoriche, segni e presenze museo. L’inevitabile burocrazia, che esige temevo sempre di essere considerata una del sacro, la ferrovia B-A, le milizie, le terme, redazioni di contratti di prestazione, pro- ‘straniera’. Anche perché non so parlare in i ghiacciai, giochi e giocattoli e la perma- grammi quadriennali, preventivi e consun- dialetto. Eppure ho conosciuto molte belle nente su Mosè Bertoni, il crocifisso con Ne- tivi, documenti preceduti da riunioni varie e persone, generose e aperte. Per esempio, grentino e vivere in montagna, ma più di assemblee dei soci a scadenze regolari, è un quando ho annunciato su Voce di Blenio tutte quella sull’oro bruno, la parte che ha po’ ‘la giusta punizione’ per i curatori di che Ballemberg cercava materiale per arre- posto l’accento sull’emigrazione dei ciocco- museo, immersi in nuovi progetti, e le cura- dare Casa S. Carlo, si sono fatti avanti in latieri. trici, che sognano allestimenti favolosi. Ma è molti. Hanno capito anche il valore intrin- così. Senza l’aiuto del nostro presidente For- seco delle cose che regalavano: in esse c’era E come sono cambiati in questi anni i tunato Pezzatti, che mi lasciava carta bianca memoria, tradizione, identità. Ma non è musei etnografici? negli allestimenti e si occupava, sempre di stato sempre così. Si sono buttati via oggetti In Ticino abbiamo avuto e abbiamo la for- più negli anni, di varie incombenze, non sa- e bruciati documenti e fotografie per di- tuna di essere consigliati, stimolati, anche remmo riusciti a ottenere certi risultati. menticare un passato di miseria. controllati e finanziati (in parte), dal Centro I rapporti degli abitanti verso il museo non di dialettologia e di etnografia, che ci ha con- E ora ci sarà un direttore unico per i sono sempre stati facili: si diceva che era dotti verso il rinnovamento. Niente più musei di Olivone e Lottigna... stato ‘calato un po’ dall’alto’ dall’élite della musei polverosi e statici, ma luoghi dina- Sì, a Bellinzona ci hanno assegnato il com- valle. Oppure che certi anziani il museo non mici, punti d’incontro e aggregazione, gra- pito di occuparci del Museo di S. Martino a lo volevano visitare, per non ricordare i zie a sempre nuove mostre, conferenze, Olivone, un tesoro della valle da salvare. Se- tempi grami. E poi tanti erano persuasi che il eventi. Le esposizioni permanenti e tempo- condo me logico e doveroso. È un modo per museo era ormai fatto, che non si racco- ranee sono diventate interattive, poiché pre- allargarci, per essere maggiormente pre- glieva più niente. Oppure che al museo vedono la partecipazione dei visitatori tra- senti sul territorio. Oltretutto ereditiamo erano esposte solo armi. L’armeria in questo mite supporti visivi, sonori, tattili, digitali e una magnifica casa bleniese: un bell’esem- senso è stata un handicap. Tanti adulti che tramite la mediazione culturale. Ma tutto pio di costruzione in sasso e legno, anche se avevano visitato il Palazzo dei landfogti con questo implica di solito l’intervento di pro- un bel po’ più ricca ed elaborata come casa la scuola, tornati al museo ricordavano solo fessionisti esterni e un aumento dei costi. del Priore. novembre 2020 - rivista 3valli 9
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