LO STRANO CONNUBIO TRA TORINO E L'ANTICO EGITTO - 14 aprile 2021 Renato Valentini - Webinostrum

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LO STRANO CONNUBIO TRA TORINO E L'ANTICO EGITTO - 14 aprile 2021 Renato Valentini - Webinostrum
LO STRANO CONNUBIO TRA
TORINO E L’ANTICO EGITTO

                           Un’iniziativa:

  Renato Valentini
   14 aprile 2021
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   TORINO E ANTICO EGITTO

Una storia che inizia 3400 anni fa?
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PRIMA PARTE

  Le origini
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Che origini antiche ha Torino?

La storia ufficiale pone le origine della
città intorno al 58 AC quale avamposto
militare romano strategico sul percorso
verso le Gallie voluto da Caio Giulio
Cesare. Il «castrum» divenne poi città
sotto Augusto, probabilmente tra il 25 e il
15 a.C., acquisendo il nome di Iulia
Augusta Taurinorum.
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E prima?
           • Le fonti ufficiali sono scarse, ma l’ipotesi
             più diffusa è che prima dei Romani ci fu la
             presenza di piccoli villaggi della tribù
             celtica dei «Taurini», posti alla confluenza
             tra il Po e la Dora. Il loro nome
             deriverebbe dalla parola indoeuropea taur,
             a sua volta legata al greco antico ορος
             (oros) ovvero        montagna, anche se
             l’attinenza con il toro, simbolo di Torino, è
             curiosa.
           • Secondo Polibio, storico romano, già nel
             III secolo a.C. era però presente un
             grande villaggio, chiamato Taurasia, che
             resistette per ben tre giorni, nel 218 a.C.,
             all’assalto delle ingenti truppe del
             condottiero cartaginese Annibale, sceso
             dalle Alpi. Forse, allora, non era un banale
             «villaggio».
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Saltiamo ora molti secoli ed arriviamo al XVI quando…
                 • Emanuele Filiberto I di Savoia (il cosiddetto «Testa
                   di Ferro» vincitore della battaglia di San Quintino)
                   riuscì a ripristinare la completa autonomia del
                   Ducato, a fronte del trattato di pace di Cateau-
                   Cambrésis siglato nel 1559 e che concluse le
                   guerre d'Italia tra la Francia e gli Asburgo di
                   Spagna e Austria
                 • Capendo di non poter più mirare alla Francia come
                   terreno di espansione, spostò il baricentro del
                   ducato in Piemonte, e la capitale passò da
                   Chambery a Torino, considerata punto geografico
                   strategico.
                 • Torino divenne quindi capitale del Ducato nel 1563
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Filiberto Pingone
• Con    Torino divenuta capitale, si
  narra che Emanuele Filiberto ordinò
  ad alcuni studiosi di ripercorrere la
  storia della città per dargli quel
  «lustro» che si doveva alla capitale.
• Tra gli studiosi venne chiamato
  Filiberto Pingone, già attivo presso
  la corte sabauda, la cui casa si
  trovava vicino alle porte palatine. Un
  torrione ancora esistente è l’edificio
  più antico della città
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Augusta Taurinorum

                     Pingone scrisse allora il primo trattato
                     sulla storia della città. Nacque così
                     l'"Augusta Taurinorum. In particolare
                     Pingone narrò la vicenda di Eridano,
                     che si confondeva con il mito di
                     Fetonte e che dà corpo all’inizio dello
                     «strano connubio tra Torino ed
                     Egitto»
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Mito di Fetonte
Figura della mitologia greca, figlio del Sole e di
Climene, divinità delle acque. Epafo, altro
giovane dio dell’Olimpo, insinuò che non era il
vero figlio del Sole. Fetonte allora si recò dalla
madre per sapere la verità e Climene chiese al
Sole che permettesse al figlio di guidare
almeno una volta il fiammeggiante carro
solare, quale dimostrazione delle capacità che
gli avrebbe trasmesso. Il padre acconsentì a
malincuore, ma poi Fetonte, bramoso di
dimostrare il proprio valore, esagerò e non
riuscì a trattenere sul giusto cammino la
quadriga di fuoco e quindi cominciò a sfiorare il
terreno rischiando di distruggere tutta la Terra.
Per questo motivo fu allora che Zeus, padre
degli dei, vibrò un fulmine sul carro e Fetonte
in fiamme precipitò nel fiume Eridano.
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Ed ora il mito di Eridano descritto da Pingone…
                          Circa sette secoli prima della
                          fondazione di Roma un principe
                          egizio, di nome Eridano, dovette
                          lasciare la sua terra natale a
                          fronte di un’aspra guerra di
                          religione. Navigò a lungo nel
                          mediterraneo insieme ai suoi fidi
                          e ad alcuni sacerdoti, per poi
                          sbarcare in Liguria…
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Ed ora il mito di Eridano descritto da Pingone…
                      …una volta sceso si mosse verso nord
                      e dopo aver varcato gli appennini e
                      spintosi nella pianura padana verso le
                      montagne si trovò alla confluenza di
                      due fiumi di cui uno, in particolare, gli
                      ricordava il Nilo. Allora chiese ai
                      sacerdoti di valutare se quello avesse
                      potuto essere il posto giusto per
                      rimanere e fondere una nuova città…
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Ed ora il mito di Eridano descritto da Pingone…
I sacerdoti confermarono che quello
poteva essere il posto giusto e dissero
al Principe che avrebbe dovuto però
essere dedicato al dio Api di Menfi, il
cui simbolo era il toro!
Così fu, ma non molto tempo dopo il
principe morì a seguito di un incidente
in una corsa di bighe lungo il fiume
Po, nei pressi di dove oggi sorge la
fontana delle dodici stagione. Fiume
che prende anche il nome di Eridano.
Vi ricorda qualcosa di quanto scritto
prima?
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Ma non solo Pingone…
Un secolo dopo anche un altro
storico torinese, Emanuele Tesauro
riprende la vicenda in un altro
trattato, "Historia di Torino" del 1679.
Cita la stessa vicenda con ulteriori
dettagli, in particolare su un reperto
ritrovato durante i lavori della
cittadella     (fortificazione   militare
pentagonale costruita all’apice delle
mura di sud ovest).
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Ma ben prima, anche Giovanni Boccaccio…
Nella «Genealogia degli Dei» (1360) così scrisse:

"Al tempo di Spareto re degli Assiri, Eridano -
Fetonte figlio del Sole Egizio - con una moltitudine
di genti e navi, risalendo il Nilo pervenne al mare,
ed aiutato dai venti sbarcò nel seno ligustico,
quindi passati i monti pervenne ad una vasta e
fertile pianura attraversata dal Po ed abitata da
gente rude. Sulle rive del fiume fonda la città di
Eridano poi detta Torino. Infine muore annegando
nello stesso fiume che prende il suo nome."
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C’è qualche attinenza con la realtà storica?
                    E’ interessante notare che proprio nel XIV
                    secolo prima di Cristo ci fu in Egitto un
                    periodo di grande perturbazione a fronte
                    della decisione del re Akhenaton di
                    obbligare il regno ad un unico culto
                    monoteista (Aton ovvero il Sole) dopo
                    secoli di politeismo. Una decisione che fu
                    molto contrastata. Alla sua morte si
                    ritornò alle tradizioni religiose precedenti.
                    In ogni caso Akhenaton è una figura
                    molto misteriosa…
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 SECONDA PARTE

Al tempo dei Romani
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Iside
        Iside, dea dell'amore e della maternità, figlia
        della dea del cielo Nut ed il dio della terra
        Geb, sin da quando era nel ventre materno
        amava il fratello Osiride e i due, dopo la
        nascita, divennero faraoni e civilizzarono il
        mondo. Iside è spesso rappresentata con in
        braccio il figlio Horus. Non per nulla veniva
        anche chiamata la «Grande Madre»

        Vi ricorda qualcosa?
18

Il culto di Iside nell’antica Roma
In età Romana, il culto isiaco si
diffuse ampiamente in tutte le parti
dell’impero.
Tale culto fu molto presente anche
nell’Augusta Taurinorum. Si narra
della costruzione di almeno due
templi dedicati alla dea: in centro
alla città e fuori le mura nei pressi
del Po, forse        dove ora sorge
proprio la «Gran Madre» (altra
coincidenza con l’altro nome dato
ad Iside)
19

Un reperto particolare?

                          Come accennato precedentemente,
                          Pingone prima e Tesauro poi,
                          scrissero che durante gli scavi per la
                          costruzione della Cittadella, intorno
                          al 1570, fu ritrovata una targa in
                          marmo, alla base di una statua, con
                          un’iscrizione dedicata ad Iside.
                          Reperto mai ritrovato ma che fu di
                          ulteriore «spinta» per l’ipotesi delle
                          origini egizie della città, come prima
                          raccontato
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Ma anche poco fuori di Torino
Nell'odierno comune di Monteu
da Po, è stata ritrovata un’antica
colonia romana, Industria, dove
è stato riportato in luce anche un
santuario, dedicato ad Iside e ad
un’altra     divinità     orientale,
Serapide. Nell'area sacra si
trovavano anche una struttura
per la purificazione e le
abitazioni dei sacerdoti.
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Con l’avvento dell’impero di Costantino

                          Che sancì il Cristianesimo come
                          religione di Stato, perseguendo i
                          precedenti culti, anche la venerazione
                          verso Iside venne messa al bando in
                          tutto l’Impero, salvo che a Torino, cosa
                          alquanto curiosa.
                          Forse fu un regalo di Costantino alla
                          città che lo aiutò a sconfiggere
                          Massenzio nel 312 DC, imprimendogli
                          un colpo decisivo che poi divenne fatale
                          nella battaglia finale sul Ponte Milvio?
                          Chissà.
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Battaglia di Torino…in hoc signo vinces?
Può interessare sapere infatti che gli abitanti di
Augusta Taurinorum si rifiutarono di dare asilo alle
truppe in ritirata di Massenzio nel 312 d.C. ,
chiudendo loro le porte di accesso alla città. Al
contrario applaudirono le truppe di Costantino,
dopo che queste avevano ucciso i soldati di
Massenzio, intrappolati contro le mura. Dopo la
battaglia, Costantino entrò in città per essere
acclamato dai suoi abitanti.
Secondo una leggenda locale sarebbe stata alla
vigilia di questa battaglia, che Costantino avrebbe
avuto una visione con la comparsa in cielo di una
croce con la scritta «in hoc signo vices». Successe
sopra il Monte Musinè dove a valle, in vicinanza
dell’odierna Pianezza, erano accampate le truppe.
Per celebrare l'apparizione, nel 1901, proprio sul
Monte Musinè, venne edificata su ordine del Re
Vittorio Emanuele III una gigantesca croce, ancora
in piedi e visibile da tutta la pianura torinese.
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Ma anche i primi Santi protettori della città…
                           I santi Avventore, Ottavio e Solutore sono
                           ritenuti i primi martiri di Torino,
                           martirizzati nel III secolo DC perché si
                           erano rifiutati di uccidere dei cristiani.
                           Caso vuole che appartenevano alla
                           leggendaria legione tebana di stanza
                           proprio a Tebe, Egitto.
                           Un altro curioso legame.
                           Tra l’altro a loro è dedicata la chiesa dei
                           Santi Martiri in Via Garibaldi, che ne
                           custodisce le reliquie fin dal 1584. Chiesa
                           gesuitica particolarmente esoterica e che,
                           forse, sorge proprio dove un tempo c’era
                           un tempio consacrato ad Iside. Altra
                           coincidenza?
24

TERZA PARTE

Il museo egizio
25

Dopo Pingone e Tesauro…

Probabilmente proprio per le ipotesi
sostenute dai due storici, la corte
sabauda continuò a celebrare in
epoca barocca le leggendarie origine
di una Torino egizia. In particolare
con l’utilizzo di maschere riferentesi
a quell’antico periodo durante feste e
celebrazioni, dove spiccava il
personaggio del mitico Fetonte-
Eridano con li suo carro del sole.
26

Il primo reperto: la Mensa Isiaca
                           Nel 1629 il Duca Carlo Emanuele I acquistò
                           dai Gonzaga una collezione di reperti egizi, si
                           narra di un numero intorno ai trecento.
                           Il primo oggetto che incuriosì particolarmente
                           il Duca fu una tavola di bronzo con incisioni
                           in oro e argento raffiguranti divinità egizie tra
                           cui, al centro, Iside (ancora lei!).
                           Soprannominata come “Mensa Isiaca”, e
                           tuttora conservata presso il Museo Egizio di
                           Torino (primo reperto che si può vedere
                           all’ingresso del rinnovato e bellissimo museo)
                           non è però di origine egizie, ma romane con i
                           geroglifici che non hanno alcun senso e
                           quindi a scopo puramente ornamentale. Ha
                           comunque una storia travagliata perché si
                           narra che fu recuperata, e salvata dalla
                           distruzione, durante il sacco di Roma del
                           1527 a opera dei Lanzichenecchi
27

  La collezione prosegue…
• L’interesse dei Savoia per l’antico Egitto
  crebbe esponenzialmente: intorno alla metà
  del XVIII secolo Carlo Emanuele III ordinò
  all’archeologo Vitaliano Donati di riportare
  dall’Egitto «…qualche pezzo d’antichità o
  manoscritto raro o anche qualche Mummia
  delle più conservate…» cosa che Donati
  riuscì a fare
• La collezione crebbe poi in modo notevole in
  epoca napoleonica grazie a Bernardino
  Drovetti, militare e diplomatico piemontese,
  che in vent’anni raccolse in Egitto diverse
  migliaia di oggetti antichi, tra cui statue, papiri
  e mummie.
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Ecco allora nascere il Museo Egizio!
                         • Fu a Re Carlo Felice di Savoia, che dobbiamo
                           la nascita del Regio Museo delle Antichità
                           Egizie nel 1824 (quindi tra pochi anni il museo
                           farà ben duecento anni!) nello stesso stabile in
                           cui risiede tuttora. Il museo fu aperto al pubblico
                           nel 1832.
                         • Si arricchì ancor di più successivamente grazie
                           alle     ulteriori    acquisizioni   di     Ernesto
                           Schiapparelli, facendo diventare il museo una
                           delle più importanti collezioni egizie del mondo,
                           seconda solo al Museo del Cairo.
                         • Jean-François Champollion, il decifratore dei
                           geroglifici egizi, venendo a visitare il museo
                           appena aperto ebbe a dire che “la strada per
                           Menfi e Tebe passa da Torino”.
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Misteri del museo?
Sono parecchi a credere che nel Museo
Egizio siano conservati oggetti magici.
In effetti ci sono vari amuleti che si
congettura possiedano misteriose energie
(positive e negative secondo i casi) oltre
ad emettere particolari radiazioni.
Ma      l’oggetto    esotericamente     più
misterioso è senz’altro il Libro dei Morti
di Iuefankh, un papiro di epoca
tolemaica contenente le formule per
assicurare ai defunti il corretto viaggio
nell’eternità. (e si fantastica anche sul
possibile percorso inverso)
30

La maledizione del Faraone anche a Torino?
                     Nel 2002 sia su quotidiani locali che nazionali
                     incuriosì molto la notizia di alcuni malori
                     riscontrati da visitatori del Museo: emicrania,
                     nausea, vomito e svenimenti. Furono ben undici
                     casi riscontrati in quell’anno e molti di questi
                     bambini.
                     Un’anomala quantità di monossido di carbonio
                     trovata nel sangue di una di queste persone
                     portò all’ipotesi di una cattiva aerazione di alcuni
                     locali, in particolare nei momenti di grande
                     affollamento, ma si ipotizzò anche di altre
                     sostanze tossiche, come la trielina usata per
                     conservare i reperti.
                     In ogni caso tutto finì di colpo e da quando il
                     Museo è stato rinnovato completamente nulla è
                     più accaduto, ma chissà?
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  In ogni caso…visitate il Museo Egizio

  https://www.museoegizio.it/

                                https://virtualtour.museoegizio.it/

Sarà un’esperienza affascinante e bellissima
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GRAZIE DA RENATO
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