Cure palliative Lavoro d'équipe - Insieme a Marzo 2021 - VIDAS
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
CAMBIANO II COLORI. CAMBIANO COLORI. ILNOSTRO IL NOSTRO IMPEGNO IMPEGNO NON CAMBIA CAMBIA MAI. MAI. Il IlCoronavirus Coronavirushahacambiato cambiatolelegiornate, giornate,le leprospettive prospettive ee ha ha reso reso ancora ancora più più fragili fragilile le vitedei vite deimalati malatiinguaribili. inguaribili.Per Perquesto questoVIDAS VIDAS non non si si èè mai mai fermata, fermata, nemmeno nemmenoper perunun maggiori attenzioni per garantire la sicurezza degli operatori e dei pazienti. maggiori attenzioni per garantire la sicurezza degli operatori e dei pazienti. Per questo le nostre équipe sociosanitarie prendono tutte le precauzioni necessarie Per questo le nostre équipe sociosanitarie prendono tutte le precauzioni necessarie per evitare il contagio e proteggere i malati durante le visite a casa. Nonostante per evitare il contagio e proteggere i malati durante le visite a casa. Nonostante giorno assistiamo più di 200 pazienti, oltre il 10% in più rispetto all’attività ordinaria. giorno assistiamo più di 200 pazienti, oltre il 10% in più rispetto all’attività ordinaria. #VIDASnonsiferma #VIDASnonsiferma Dona su www.vidas.it Dona su www.vidas.it
INSIEME A VIDAS CONTATTI Editoriale Notiziario quadrimestrale Casa Vidas Giovanna Cavazzoni di Giuseppe Ceretti dell’associazione via Ojetti 66 VIDAS Onlus 20151 Milano Aut. del Trib. di Milano tel. 02 72511 1 N° 301 del 17-04-1990 Fax 02 72511237 info@vidas.it www.vidas.it Direttore responsabile GIUSEPPE CERETTI giuseppe.ceretti@vidas.it Direttore editoriale RAFFAELLA GAY raffaella.gay@vidas.it Caporedattore COME DONARE Con carta di credito Come pastelli colorati DANIELA NAVA telefonando allo 02.72.511.203 daniela.nava@vidas.it Sono innumerevoli le metafore che la nostra Tramite bonifico bancario Hanno collaborato (indicando nella causale“NOTIZIARIO” meravigliosa lingua suggerisce per indicare il Stefania Bastianello, Angelo Bono, e i dati anagrafici completi) destinato a lavoro collettivo di un’impresa del bene qual Patrizia Borsellino, Ferruccio de VIDAS presso Banco BPM Spa è VIDAS: la somma degli sguardi, il viaggio in Bortoli, Emilia De Biasi, Elio Franzini, IBAN:IT43M0503401738000000008475 Giada Lonati, Elisa Merullo, Lucia Bic/Swift: BAPPIT21667 compagnia, l’orchestra. Moneta, Donatella Pozzi, Barbara Rizzi, Ermes Schiocchet, Marta Sul C/C postale n° 23128200 Il lavoro d’équipe è al centro dell’analisi di questo Scrignaro, Roberta Tocchio, Stefano intestato a VIDAS – Volontari Italiani numero, un naturale riflesso che spinge a tornare Zecchillo Domiciliari per l’Assistenza ai Sofferenti Progetto grafico MIND:IN alle radici profonde e primarie del nostro impe- science in customer experience In contanti gno, al di là delle difficoltà imposte dalla lunga presso la sede Casa Vidas Grafica MARTÍN CAEZZA stagione del Covid. Con assegno Foto ROBERTO MORELLI non trasferibile Nel coro di voci di coloro che lavorano giorno Foto di copertina ROBERTO MORELLI intestato a VIDAS dopo giorno, mi piace sottolineare quella di Marta: “Sarebbe impossibile lavorare se non sapessi di essere insieme a ciascuno dei miei colleghi –spiega– in un’impresa mai uguale all’altra”. IN QUESTO NUMERO: Perché? “Perché siamo come i pastelli colorati che su di me hanno sempre esercitato un immenso Notizie pag. 4 fascino. Ciascuno di noi operatori è come quei #VIDASnonsiferma pag. 6 pastelli, con il proprio colore, la propria punta, il proprio impasto: insieme realizziamo un ritratto unico e irripetibile. Sarebbe impossibile tale perpetuo ricominciare se non sapessi d’essere insieme ad altri pastelli, accanto ai miei colleghi”. Marta ci conduce con questa metafora così In primo piano – Il 5x1000 pag. 8 luminosa, alle radici di VIDAS, all’impegno Cover story – Perché serve un’équipe pag. 10 collettivo che si rinnova nell’unicità degli esseri umani incontrati che chiedono il nostro aiuto. Infine un ricordo. Troppo presto è morta Emilia De Biasi, la relatrice che con il suo tenace impe- gno ha reso possibile l’approvazione della legge sul biotestamento. Volontari pag. 16 Terza pagina pag. 17 I nostri donatori pag. 21 Emilia, grazie per il tuo coraggio, la tua voglia di La parola al testatore pag. 22 non arrendersi. Che la terra ti sia lieve. 3
Notizie Il nostro nuovo sito Il congresso SICP 2020 pieno di storie di vita Virtuale ma non freddo di Roberta Tocchio di Barbara Rizzi Il sito di VIDAS cambia veste, mettendo al centro della Ricorderemo il 2020 anche per il primo congresso comunicazione le persone con testimonianze, volti, interamente virtual nella storia delle cure palliative. nomi, di chi ogni giorno è in prima linea e dei beneficiari A organizzarlo la Società Italiana di Cure Palliative dei nostri servizi. (SICP) che ha fatto proprio il bisogno di confronto dei palliativisti offrendo loro uno spazio di dialogo e studio. La home page è stata totalmente ridisegnata per Un respiro di quasi normalità al termine di un anno presentare l’estensione delle attività di VIDAS in modo davvero molto difficile per tutti. Anche e soprattutto per più chiaro e narrativamente coinvolgente, rendendo i professionisti di area sanitaria. la navigazione il più possibile semplice per l’utente. In apertura di pagina sono presenti fin da subito le Non è stato certo come incontrare le persone de informazioni per accedere al servizio di assistenza e visu ma l’organizzazione e il supporto tecnico sono quelle per sostenerlo. Presentazioni istituzionali si stati impeccabili permettendoci di seguire i lavori alternano a racconti e esperienze. congressuali seduti davanti ai nostri PC. Accanto al tema originale Le cure palliative 4.0 è stato dato inevitabilmente E la novità è proprio l’area editoriale Storie&News, spazio anche alla riflessione sul ruolo delle cure palliative all’interno della quale sono stati trasferiti i contenuti nell’ambito dell’emergenza sanitaria. del blog esterno Noi di VIDAS. Questo spazio diventa un elemento narrativo centrale, i cui contributi sono VIDAS ha partecipato al XXVII Congresso SICP virtual richiamati anche in altre pagine del sito stesso. Due attraverso il contributo di alcuni professionisti e volontari principali sezioni raccolgono da un lato i racconti, che hanno stimolato i partecipanti su diverse tematiche dall’altro le novità; uno spazio è poi dedicato alle “Cose spaziando dalla mindfulness, quale strumento per il da sapere”, approfondimenti su specifici argomenti benessere psicofisico, alla proposta di nuovi strumenti legati alle nostre attività e all’area culturale con per l’équipe di cure palliative pediatriche, dall’impatto riflessioni, consigli di lettura e molto altro. della pandemia sull’intero servizio di assistenza fino alla condivisione dei risultati di alcuni progetti di Ampio spazio alle foto e video per raccontare momenti formazione e ricerca. Non solo: VIDAS ha condotto una di assistenza e spazi interni delle strutture, ma anche sezione scientifica durante la quale è stato presentato il testimonianze dirette di chi è stato curato da VIDAS. documentario Quando sei con me, frutto di un progetto dell’Associazione in collaborazione con la Civica Scuola L’obiettivo centrale diventa dunque non soltanto di Cinema Luchino Visconti di Milano. Una produzione informare sui servizi e le attività dell’Associazione e realizzata all’interno dell’hospice Casa Vidas. ‘Presenti’ della Fondazione, ma anche coinvolgere l’interlocutore all’incontro il regista Andrés Testa Herranz e Matteo Asti consentendogli di partecipare direttamente attraverso docente di storia del cinema che, dopo la proiezione, la condivisione di testimonianze e aggiornamenti, tutto hanno presentato il progetto analizzandone contenuti, a portata di click! stile narrativo, tecniche cinematografiche e dialogando con il pubblico. Vi aspettiamo su vidas.it Il documentario è disponibile su richiesta scrivendo a La tua info@vidas.it. raccol ta fon Attiva rsi in p di in 5 rima p mosse Sul sito, nell’area Formazione e cultura | Progetto giovani, 1. Scegli l’ erso na è se è possibile vedere il trailer. occasio mplice 2. Dai ne per : un tito cui ap lo coin rire la 3. Agg vo lg raccolt iungi u e nte all a fond n’imm a tua r i onlin 4. Dai agine accolt e il buon o un v a fond e sem ideo e i e imp 5. Con pio fac spiega osta u dividi endo la perché n obie la tua p rim so st ttivo e Apri o ca m p a a d o n ie ni VID conom ra la tu gna, co azione AS ico rag a racc n una rich giungib olta fo iesta p ile ndi co ersonale n VIDA S, vai s , via so u insie cial o me.vid il pass as.it aparo la
#VIDASnonsiferma Le due ali di Casa Vidas L a seconda ondata, con le maggiori libertà di movimento e socialità, ha ‘colpito al cuore’ la degenza dei pazienti adulti. L’hospice familiare per ogni paziente, ndr] e è stato riorganizzato dopo l’esplosione di un alcuni operatori. focolaio Covid ma, in quattro settimane, è Com’è stata riorganizzata l’assi- tornato ad accogliere nuovi pazienti. stenza? Abbiamo diviso la degenza in due ali, Torniamo a raccontare Casa Vidas medico responsabile di hospice e day quella Covid (in gergo sporca) e quel- e il modo in cui pazienti e familiari hospice (quest’ultimo, che comprende la Covid-free (pulita), trasferendo qui stanno attraversando questo tem- i servizi ambulatoriali e le terapie di tutti i pazienti salvo i due positivi e po limitante e incerto, dove l’emer- supporto ai pazienti assistiti a domi- bloccando gli accessi di nuovi ma- genza sanitaria, tornata virulenta, cilio, è chiuso dallo scorso marzo). lati. Abbiamo spostato gli studi me- detta routine nuove, disarticola riti, dici nell’ala pulita e riorganizzato le reinventa ritmi. Dall’estate qui sottoponiamo ope- attività quotidiane in modo che un ratori, pazienti e familiari a con- medico e un infermiere fossero de- Qual è stato, dunque, l’impatto della trolli periodici – così, il 27 dicem- dicati ai soli positivi, in parte per evi- seconda ondata del Covid sull’area bre scorso, abbiamo scoperto un tare contaminazioni, in parte perché degenza dei pazienti adulti? focolaio in Casa Vidas. Coinvolti, l’assistenza era più laboriosa per via due pazienti, il familiare di uno dei dell’utilizzo dei dispositivi di prote- Lo abbiamo chiesto a Simona Ianna, due [da marzo è ammesso un solo zione e delle misure di sanificazione. 6
Quant’è durata questa situazione? confinato alla sua camera, beneficia per il cuore e abbiamo installato un del contatto con più familiari. maxischermo nel soggiorno perché Un mese circa – durante il quale tut- i pazienti possano guardare la tv te- ti i pazienti non hanno potuto vivere Com’è stato, in generale, l’andamen- nendo le distanze, quando ammessi gli spazi comuni. Quattro settimane to degli ingressi nell’ultimo anno? negli spazi comuni. di isolamento. Finché uno dei due pazienti positivi non si è negativiz- Direi che, dopo un aumento dell’atti- È difficile far rispettare le regole? zato e l’altro, purtroppo, è morto, vità nei primi mesi Covid, tra marzo Non nego che i familiari facciano fati- troppo debole per resistere anche al e giugno, in cui abbiamo curato fino ca, ognuno vorrebbe essere l’eccezio- virus. a 40 pazienti al mese, il numero di ne – con fermezza, confermiamo le prese in carico si è stabilizzato sui 25 precauzioni ogni volta che serve. Te- La degenza è stata colpita al cuore. malati circa ogni mese, riducendosi niamo le distanze e facciamo tamponi negli ultimi tre mesi per malattia con regolarità. Unica deroga, i pazienti Sì, possiamo dirlo. È stato necessario degli operatori. non indossano la mascherina perché cambiare le abitudini, aggiungere potrebbero avere problemi respirato- nuove restrizioni a quelle già impo- Com’è il colore emotivo di questo ho- ri. Durante questo lungo inverno di ste dalla pandemia, che ci aveva tolto spice di necessità impoverito? chiusura, non abbiamo mai chiuso volontari e attività ludico-terapeuti- la porta al familiare, ancorché unico, che. Le stanze sono diventate l’oriz- Abbiamo cercato di riempire il vuoto perché vogliamo dare priorità al desi- zonte in cui doveva svolgersi tutta per conservare un colore di vita. Ab- derio di incontrare i propri affetti. La la vita e questo ha reso la degenza, biamo rinunciato alle ferie e ai riposi protezione viene di conseguenza. da ambiente di movimento e rela- e costruito momenti di distensione, il zione, un setting più prescrittivo del pianoforte viene suonato dagli opera- domicilio, dove, se il malato è spesso tori perché la musica è una medicina di Daniela Nava A sinistra, la signora Rosita, una paziente dell'hospice; qui sopra, con lei c'è Simona, medico palliativista e responsabile della degenza, che racconta come sia stato gestito un focolaio Covid scoperto a fine anno. 7
In primo piano 5x1000, la tua firma fa la differenza L ’erogazione doppia nel 2020 (anticipando il contributo di quest’anno) ha evitato il rosso a bilancio dovuto alla contrazione di entrate da raccolta fondi e all'aumento dei costi di assistenza, in particolare per l'apertura di Casa Sollievo Bimbi. La testimonianza di Stefania, mamma di Nicolò, un piccolo paziente. Nel 2020, anno eccezionale e di avremmo visto un profondo rosso e, nell’ultimo anno e mezzo, hospice deroga a tutte le regole, tra quelle nel 2020, per la concomitanza di una pediatrico di VIDAS. apprezzabili va registrata la doppia contrazione della raccolta fondi, a erogazione del 5x1000 alle organizza- causa della pandemia, e dell'aumen- “Ma sono tutti normali qui? Gentili, zioni del Terzo Settore. Quelle titolate to dei costi per l'attività assistenziale: affettuosi, dolci, professionali. Sono a ricevere il contributo sono oggi ol- per gli adulti, stabilmente al di sopra esseri umani o arrivano da un altro tre 46mila – più del doppio dall’istitu- della media di circa il 10%, e soprat- pianeta?” zione del beneficio, creato nel 2006. tutto per quella rivolta ai minori con l'apertura dell'hospice pediatrico È la domanda che ho fatto a mio ma- Dopo l’erogazione di aprile, a fine oggi funzionante a pieno regime”. rito –pensando ai medici, infermie- ottobre è stato versato anche il ri, operatori– alla fine della prima contributo espresso dalle preferenze Grazie di cuore ai 30.000 firma- giornata a Casa Sollievo Bimbi, lo delle dichiarazioni 2019. VIDAS ha tari che ogni anno scelgono di scorso agosto. ricevuto prima € 1.608.142, grazie a essere a fianco dei nostri opera- 28.991 firme, poi € 1.575.416 a fronte tori accanto ad adulti, ragazzi e Ci hanno indirizzato qui dall’ospeda- di 29.380. bambini con malattie inguaribili. le Buzzi, al termine di un lunghissimo ricovero [dopo il primo ricovero, la fa- “Un risultato straordinario per una Pensando in particolare ai piccoli pa- miglia Caruso è stata una seconda vol- realtà di servizio a connotazione lo- zienti dell’hospice pediatrico di VIDAS, ta, in autunno, a Casa Sollievo Bimbi. cale come la nostra”, afferma Giorgio accolti insieme alle loro famiglie, Oggi Nicolò è curato a domicilio, ndr]. Trojsi, direttore generale VIDAS. i destinatari del secondo contributo, “Siamo beneficiari del 5x1000 da condividiamo le parole di Stefania, Al momento della diagnosi, la pro- sempre e rappresenta una quota ri- mamma di Giorgia, 9 anni, e del piccolo gnosi, infausta, non dava a Nicolò levante dei proventi dell'associazio- Nicolò, 6. Nicolò è uno dei sessanta neanche tre anni. Siamo a sei dall’i- ne. L’erogazione di aprile è superio- italiani, adulti e bambini, portatori nizio della convivenza con il mostro, re all’11% delle entrate ordinarie nel di sindrome di Alexander, una forma come lo chiamiamo noi, e ogni ipotesi rendiconto economico del 2019”. molto rara di leucodistrofia neurodege- sul futuro è sospesa. nerativa che colpisce la sostanza bianca La seconda erogazione ha rappre- del cervello. La diagnosi, ricevuta a Casa Sollievo Bimbi è come casa. Pos- sentato un sostegno provvidenziale. otto mesi, ha cambiato la vita di tutta siamo appoggiarci a tutta l’équipe e, “Senza queste risorse –spiega Trojsi– la famiglia, divisa tra casa, ospedale a distanza di tanti mesi, ho capito 8
perché non sono normali –stare a Apprezzo di non sentirmi giudicata meno paura. Se non fosse il mostro contatto con tanta sofferenza e tan- qui. Le dovessi definire io, direi che che ti porta via tuo figlio. Quando te famiglie, ognuna con un bagaglio le cure palliative pediatriche sono Nicolò arriverà a quel momento, e pesante, dà una marcia in più. Non un sollievo del corpo e dell’anima non sappiamo quando, però, ecco, si arriva qui per curare l’influenza, [Stefania dà un lungo respiro. Poi, vorrei che fosse qui. Che accadesse l’appendicite– neanche per il cancro sorride, ndr]. A differenza di quando in questo posto. che guarisce. Con queste malattie sei in ospedale e hai paura, paura non si può vincere. della morte, qui è come se facesse a cura della redazione Donare il tuo 5X1000 a VIDAS è semplice e non ti costa nulla Puoi farlo attraverso i diversi moduli di Dichiarazione dei redditi (Certificazione Unica, 730, Unico). • Firma nel riquadro indicato come “Sostegno del volontariato...” • Inserisci la tua firma e il codice fiscale di VIDAS Mario Rossi 9 7 0 1 9 3 5 0 1 5 2 9
Cover story Perché serve un’équipe C ome sono nate le équipe multidisciplinari e qual’è la loro forza, nelle parole dei nostri operatori. Prendersi cura della sofferenza Ogni voce un punto di vista, ogni sguardo un alla fine della vita significa farsi elemento, come il tassello di un puzzle. carico di un dolore globale che riguarda paziente e famiglia Uno spazio di confronto e reciproco sostegno. e in cui la dimensione fisica, psicologica, sociale e spirituale Un proverbio africano dice: ‘Se vuoi andare veloce, si mescolano e sovrappongono viaggia da solo. Se vuoi andare lontano, viaggia in diventando talvolta indistinguibili. compagnia’. Non a caso le cure palliative sono considerate Lavorare in un’équipe di cure palliative significa paradigma della complessità. intraprendere un viaggio, anzi molti viaggi –tanti quante sono le vite dei pazienti che incontriamo– in compagnia. Una complessità oggettiva che si affronta attraverso risposte tecniche di alto livello. È questo lo spazio del- Non si tratta di un percorso facile, non sempre la competenza professionale, in cui ogni membro almeno, ma è l’unico possibile. dell’équipe deve sapere e saper fare. Il dolore fisico può 10
Cover story essere lenito anche dalle parole ma queste non possono assistente sociale, medico e infermiere, si confronta sostituire una corretta prescrizione di farmaci e una le- anche tutti i giorni, qualche volta più volte al giorno. sione va trattata con le medicazioni più adeguate intan- In una situazione in cui c’era da gestire il dopo (per to che ci si occupa di instaurare una relazione che cura. i bambini sono stati attivati i servizi del territorio per le pratiche di affido), la compattezza dell’équipe Casomai il gioco delicato è mettere continuamente la è funzionale sia per l’assistenza al paziente su tutti i tecnica al servizio della relazione. fronti sia per il reciproco sostegno come operatori. Il gruppo ha una forte componente nell’assorbire Qui il ruolo dell’équipe è fondamentale, perché e ridurre i livelli di angoscia dati dal peso emotivo è mettere sé stessi al servizio di un bene più grande. delle situazioni. Considero le riunioni di équipe [in È comprendere che solo dalla somma degli sguardi streaming da marzo, ndr] un irrinunciabile momento può scaturire una visione più autentica, più vicina al di crescita, un’occasione di confronto e supporto, da vero, più capace di dare risposte ai bisogni unici del cui imparare sempre. morente e della sua famiglia. Elisa Merullo, assistente sociale L’équipe è fatta di sguardi quindi, ma anche di ascolto. In VIDAS da gennaio 2014 Del paziente, dei suoi familiari, certamente, e dei colleghi. Perché ascoltando ci si sintonizza, si acqui- sisce una complementarietà necessaria e ci si arric- chisce contaminandosi vicendevolmente senza mai Lavorare in équipe si impara facendolo, è una uscire dal proprio ambito professionale. È lo spazio forma mentis, organizzativa e concreta, non un’a- in cui saper essere. strazione. Io mi occupo di coordinare il lavoro di tutti gli operatori del domicilio –18 infermieri, Per me infine, chiamata come medico a prendere 22 medici e 5 OSS a cui si aggiungono le figure decisioni difficili, l’équipe è anche il luogo in cui non specifiche– e sono l’interfaccia per i nostri sentirsi soli di fronte all’enormità dei problemi, alla tirocinanti (medici, infermieri, psicologi), loro irrisolvibilità, alla sensazione di impotenza e di provenienti da università e master post lauream. frustrazione che può scaturirne. È il luogo in cui as- sumersi la propria responsabilità sapendo che alla radice di ogni scelta c’è una risposta condivisa. Giada Lonati, medico palliativista e direttrice sociosanitaria In VIDAS da novembre 2005 Abbiamo assistito di recente una giovane donna di origine rumena, con un tumore molto avanzato. Mamma di due bimbi di quattro e sei anni, viveva separata in casa (con un ex marito violento, già finito in carcere). La situazione era tale da richiedere monitoraggio costante e la cooperazione di tutte le nostre competenze è stata determinante. La micro-équipe, composta di 11
Cover story 12
Cover story Gli osservatori esterni sono colpiti dal modello, Prima di arrivare in VIDAS, ho fatto il mio lavoro di tutti concordano nel sentire forte la presenza operatore sociosanitario in una comunità di persone dell’équipe. Per i colleghi che lavorano qui, spesso malate e con problemi di dipendenza. Lavoravo di da diversi anni, ricorrente è l’affermazione di fare notte, solo con i pazienti, senza una vera collaborazione bene il proprio lavoro, di poter impiegare il tempo con gli altri operatori, che incontravo a inizio turno, per dare qualità al proprio lavoro. L’abitudine a alle 18, e smontando, alle 8 del mattino. Dover gestire condividere quello che si sente e confrontarsi è una pazienti complessi senza poter condividere problemi costante: l’espressione dell’équipe è un collettivo che raccoglie la visione degli aspetti clinici, sociali, psicologici, emotivi, nessuno slegato. Richiede fiducia negli altri, data e confermata La genesi di un modello di cura costantemente, coinvolgimento, convinzione da parte di tutti, senza deroghe. Nel 1988, a sei anni dalla nascita dell’Associazione, lo stato dell’arte sull’équipe è già illuminante di una direzione. Ermes Schiocchet, responsabile setting domiciliare In VIDAS da giugno 2006 “Un volontariato socio-sanitario per l’assistenza agli inguaribili di cancro con compiti tanto Il tema della tesi del mio master in Cure Palliati- delicati non poteva che realizzarsi nella ve, scritta 15 anni fa, era il potere all'interno logica e nell’allargata cooperazione di équipe dell'équipe. Potere come possibilità di modificare specialistiche. Il compito degli organizzatori non l'impatto negativo della malattia e della morte fu e non è facile considerando l’eterogeneità nella storia del morente e della sua famiglia. delle caratteristiche sia del gruppo volontario Dopo 25 anni trascorsi come strumentista in sala (età, estrazione sociale, cultura), sia di quella operatoria, il master è stato il mio traghetto per dell’équipe stessa formata da figure professionali vivere la professione in un'ottica multidisciplinare. non omogenee e atipicamente riunite. [..] Si Ho cercato l’équipe negli ultimi 15 anni, insomma, giunse al completamento di quella che pare e ho trovato in VIDAS, cinque anni fa, l’ambiente oggi la struttura dell’équipe più funzionale ideale dove la legittimazione del gruppo è la e rappresentativa. Essa è costituita da 2 centratura sui problemi di ogni paziente e gli coordinatrici, 5 infermiere, 3 medici, 2 psicologi, obiettivi che vengono di conseguenza. Realizzare 1 assistente sociale guidati da un responsabile questi obiettivi si ottiene grazie a competenze sanitario. In casi particolari VIDAS può contare professionali specifiche e collettive nella dialettica sul contributo di specialisti esterni”. di un confronto paritetico. Questo è il contesto dove l’alleanza tra i membri, il riconoscimento, Nel ’92, la nascita della seconda équipe, la comunicazione di informazioni e vissuti, lo ‘finanziata attraverso un’ampia sottoscrizione’ sviluppo relazionale e la conoscenza di sé diventano (così l’apertura del notiziario del dicembre ’93) potere di modificare il percorso assistenziale e di per poter estendere il numero di prese in carico indirizzarlo, ogni volta, verso l'eccellenza. (si passava da 400 pazienti nel ’92 a 450 nel ’93) e la base territoriale di intervento. A dieci anni Donatella Pozzi, infermiera al domicilio dalla sua fondazione, VIDAS era già riconosciuta In VIDAS da maggio 2015 come esempio di avanguardia da esportare fuori da Milano in altre città d’Italia: “Si realizza In apertura operatori e operatrici in Casa Vidas, accanto Ermes, la diffusione di un modello assistenziale, ma qui a lato Donatella con il piccolo Giacomo e Marco, medico (che soprattutto quella di un’idea e di un umanissimo abbiamo già presentato), a seguire Marta in Casa Sollievo Bimbi impegno; il rispetto e la cura dovuta a ogni e, dulcis in fondo, Stefano, il logopedista. persone fino all’ultima ora della vita”. 13
e strategie è gravoso, è stato uno dei motivi che mi delicate. A Casa Sollievo Bimbi, dove l’intera famiglia hanno spinto a cercare altrove. La complicità che ho è ricoverata e monitorata nella quotidianità, posso con i miei colleghi adesso, che, qualsiasi domanda, intervenire sul potenziale dei piccoli pazienti, che dubbio o pensiero abbia, mi lasciano lo spazio di di norma hanno un tempo lungo, anche se incerto, esprimermi e da cui sono riconosciuto, mi dà enorme davanti. Azioni semplici come muoverli dal letto, soddisfazione. La comunicazione è un filo costante, metterli nella giusta posizione durante il sonno, tutti i giorni. Abbiamo spazi di confronto quotidiani stimolarli al gioco, che è un esercizio terapeutico prestabiliti ma, in ogni minuto del lavoro, posso importante, si possono fare con le persone che si fermarmi e confrontarmi con il medico, l’infermiere, occuperanno di loro una volta rientrati a casa. Tutta il volontario – e vengo ascoltato. l’équipe collabora per costruire dimissioni protette. Medico e infermiere formano i genitori perché Angelo Bono, OSS in degenza Casa Vidas possano gestire i presidi da cui spesso dipende la vita In VIDAS da febbraio 2017 dei loro figli, l’OSS può dare strumenti per le pratiche quotidiane legate all’igiene e ai pasti, l’assistente sociale valuta quali risorse territoriali possono dare supporto, io, anche con l’educatrice, se gli spazi di È bello lavorare a VIDAS perché si lavora in équipe e casa sono o possono essere resi più funzionali. In una in un’équipe vera. Si lavora con un tempo di qualità, efficace, straordinaria integrazione di sguardi. discriminante nel mio lavoro di fisioterapista perché ho bisogno di osservare. È gratificante, si lavora Lucia Moneta, insieme e ognuno rispetta la professionalità dell’altro, fisioterapista e responsabile area riabilitativa su un obiettivo che è di dare benessere in fasi sempre In VIDAS da febbraio 2008 14
Cover story Dieci mani, tutte insieme, le nostre, quelle che hanno Ho sempre subìto il fascino dei pastelli colorati. accompagnato e sostenuto la famiglia di una giovane Da piccola sostavo a lungo davanti alla vetrina del donna, che ci ha lasciato poche settimane fa. Un cer- colorificio del mio quartiere ammirando le confezioni chio, un abbraccio che ha stretto i familiari e non li ha mai di latta aperte, i pastelli in gradazione mi sembravano fatti sentire soli e, al tempo stesso, ha dato modo a tutte una tastiera di pianoforte con cui realizzare complesse noi, medico, infermiera, OSS, fisioterapista e psicologa, melodie cromatiche. di creare uno spazio di contenimento, un luogo nostro in cui poter affrontare ed esprimere dubbi, paure e Lavorare in équipe ha questo sapore, questo gusto. domande. Ci siamo avvicinate al dolore di una mamma Medici, infermieri, OSS, fisioterapisti, psicologi, che stava lasciando la propria piccola di sette anni; ci assistenti sociali, educatori, logopedisti, dietisti, siamo illuse di poter ingannare il tempo e poi ancora volontari, ciascuno è nella quotidianità professio- insieme abbiamo accolto e tradotto in parole la fine. nale come uno di quei pastelli, con i propri colore, punta, impasto. Questa unicità e pluralità permette Questo il senso della parola équipe, noi direttamente alle famiglie che incontriamo di realizzare il proprio coinvolte e il gruppo allargato delle riunioni ritratto unico e irripetibile. Sarebbe per me impossi- domiciliari: camminare insieme su per la montagna, bile quel viaggio che ricomincia a ogni nuova presa cogliere i segnali passo per passo, stringersi quando in carico se non sapessi di essere insieme a ognuno la salita si fa dura, fermarsi, ripartire, aspettarsi, e una dei miei colleghi. Come recita un detto africano che volta in cima guardare coi propri occhi ciò che è stato, fa una buona sintesi dell’essenza di essere équipe, ‘Se consapevoli che solo la forza di tutti ha permesso di si sogna da soli è solo un sogno. Se si sogna insieme è assaporare quel panorama. la realtà che comincia’. Annamaria Pastori, psicologa Marta Scrignaro, educatrice In VIDAS da agosto 2016 In VIDAS da maggio 2019 a cura della redazione Lavorare in équipe è un concerto dove ogni protago- nista è sia direttore d’orchestra sia musicista. Il gruppo risponde a due dinamiche molto importanti che influenzano la qualità della cura: la crescente complessità delle conoscenze mediche, che porta a una frammentazione del sapere non gestibile singolarmente, e il bisogno di condividere le difficoltà e le incertezze che si incontrano nell’assistenza. In cure palliative, dove l’obiettivo è affrontare il delicato passaggio tra vita e morte, è ancora più importante. Data l’alta complessità dei quadri clinici e il delicato equilibrio del nucleo familiare da supportare e sostenere, spesso il paziente e i suoi cari si sentono sperduti, come in un labirinto. Il lavorare insieme ci permette di restare uniti e orientati, aiuta a trovare la strada, curva dopo curva, anche alle persone che assistiamo. Stefano Zecchillo, logopedista In VIDAS da novembre 2015
Volontari La seconda volta (di Monica e Federica) È apprezzato il privilegio di stare accanto ai pazienti, passato un anno da quando, essendo più simili a loro, più vicine. Questa comunan- a causa dell'emergenza za attiva spesso la comunicazione profonda, urgente, sanitaria, ai volontari non è intima”. stato più possibile accedere alle case dei pazienti e alla degenza. Monica e Federica, dismessi i panni delle volontarie, sono diventate coordinatrici rispettivamente dei volon- Da qualche mese accanto ai tari attivi in degenza (nel solo hospice adulti Casa Vidas), pazienti di Casa Vidas (e Monica al domicilio e in day hospice. Nell’ultimo anno Monica anche in Casa Sollievo Bimbi) ci e Federica hanno continuato a tenere il filo della comu- sono due 'volontarie' di ritorno. nicazione, sentendoli tutti, motivando, ascoltando. A luglio, di fronte alla seconda ondata e all'impossi- “Abbiamo iniziato da volontarie ma io sono sempre bilità del rientro dei volontari, sono state ammesse in stata in hospice, Federica al domicilio”. Monica degenza tornando loro stesse accanto ai pazienti. Pontremoli torna al momento, lontano 13 anni, in cui “ho pensato al volontariato come a una forma di Oggi fanno turni quotidiani nei due hospice, tornate a riconoscenza. Restituire a chi era meno fortunato una routine che è “vita di comunità dove si condivide l’extra di felicità che mi era toccato in sorte”. Conosceva ora per ora la situazione di ogni paziente”. Monica con- VIDAS da sempre, la mamma di una compagna di liceo fessa di aver vinto “la paura più grande: stare accanto era stata una delle prime volontarie, a metà degli anni ai bambini malati. Considero un privilegio il tempo 80. Federica Giussani ha scoperto l’Associazione per trascorso a Casa Sollievo Bimbi. Provo tanta gratitu- caso, una ventina di anni fa. “Ho visto la pubblicità dine per le ore in cui mi sono sentita una di famiglia, di VIDAS al cinema. Qualche anno dopo, mi sono la zia a cui non c’è bisogno di spiegare e che non ha presentata alle selezioni”. bisogno di dire niente, nessuna frase di circostanza, nessun gesto forzato.” La scelta di VIDAS ha le stesse ragioni per entrambe: “Era una delle poche realtà a considerare i volon- tari membri dell’équipe e, da volontarie, abbiamo a cura della redazione 16
Terza Pagina Biotestamento: vivere, morire, scegliere, i nostri diritti A bbiamo celebrato il terzo anniversario dell’approvazione della legge 219 con un convegno sul diritto di scegliere. L'incontro, patrocinato dall'Università Statale di Milano, è stato introdotto e moderato dal professor Nicola Montano. Nella foto Emilia De Biasi è accaduto in questo triennio, delle leggi, ricorda come la legge tenendo lo sguardo rivolto alle debba seguire la natura delle cose cure palliative, nel loro legame con che è legata alle circostanze in cui il diritto alla cura irrinunciabile i soggetti vivono, connessa alla per ogni essere umano seppure in assenza di guarigione. Se è vero “ che siamo accomunati da una sola certezza, la nostra morte, quando Soltanto 157.000 siamo nell’orizzonte delle cure italiani [dato palliative, gestiamo una dimensio- Sole24Ore] hanno ne di incertezza assoluta. Da qui si sottoscritto e depositato le DAT ” muove questa discussione, dove le opinioni non sono uguali nel con- testo della società civile, dell’etica ELIO FRANZINI e della cultura. L’idea che il sogget- Rettore Università degli Studi di Milano to possa e debba esercitare il libero storia. Il diritto di vivere e di mo- arbitrio è nata nel tempo, come rire sono estremamente connessi, Sono tre anni oggi dall'approvazio- dimensione culturale, figlia della da inserirsi nel quadro del diritto ne della legge 219 e mai convegno modernità. Montesquieu, padre di scegliere. fu così pronto a ricordare quanto del diritto moderno, nello Spirito 17
Terza Pagina civile, e in particolar modo dei alla salute di cui all’art. 32 della mezzi di informazione, di impe- Costituzione. Nei mesi scorsi, gnarsi a far conoscere una buona abbiamo sperimentato essere legge. Buona perché permette, spesso minimo, se non nullo, lo senza obbligare, di esercitare un spazio di comunicazione con il diritto che riguarda innanzitutto paziente. Come se ci si fosse di- la vita. Una legge di civiltà di cui menticati di una legge che offriva essere orgogliosi anziché viverla un prezioso serbatoio di criteri a come inserita a forza nel nostro cui improntare la pratica di cura. ordinamento. Nel percorso che ha portato all’ap- provazione della 219 fu chiaro che la sfida era di tutelare la vita come FERRUCCIO DE BORTOLI diritto piuttosto che come dovere e Presidente VIDAS di riconoscerne il valore biografico e non solo biologico. Tutela che Da presidente VIDAS, cerco di per essere realizzata necessita del capire perché una legge di civiltà coinvolgimento di coloro a cui faccia fatica a entrare nella nor- la vita appartiene per compiere malità istituzionale, nella pratica le scelte che ne influenzano lo comune, e resti un elemento svolgersi e possono valorizzarne o vissuto ancora come estraneo. Se sminuirne la dignità. anche nei Paesi più avanzati [come si legge nel saggio Biotestamento Dentro i confini della relazione di firmato da due colleghe VIDAS, cura disegnata dalla 219, si supera Giada Lonati e Barbara Rizzi, per anche la contrapposizione tra due Editrice Bibliografica, ndr], il grado PATRIZIA BORSELLINO principi spesso presentati come di adesione resta basso, molto Ordinario Filosofia del Diritto opposti: autonomia e beneficien- credo dipenda, da quella che mi Università Bicocca e membro Comitato za. La valorizzazione dell’auto- sembra essere la fatica del pensiero Scientifico VIDAS nomia coinvolge il soggetto nelle su questo tema. C’è una fatica nel decisioni sulle cure e gli assegna pensare, programmare, figurare se La legge 219 è una sfida straor- la prerogativa di avere la parola stessi in una situazione di inabilità dinaria che pone l’attenzione al ultima rispetto alla messa in atto irreversibile perché contrasta con benessere e agli stati soggettivi dei o interruzione di terapie, pur la nostra naturale pulsione di vita, malati e alla considerazione che si riconoscendo un ruolo primario ai che rimuove l’idea della morte, e la deve loro come persone in qualun- curanti che, lungi dall’essere puri estromette dalle preoccupazioni que situazione di malattia. esecutori della volontà dei pazien- giornaliere. Il biotestamento ti, mantengono la prerogativa di continua ad avere una dimensione Nel terzo anniversario dalla individuare opzioni diagnostiche elitaria, come se la sua attivazione sua approvazione, lo scenario e terapeutiche valutandone l’ap- richiedesse una speciale prepara- riflessivo di riferimento è tuttavia propriatezza. Se la legge richiama zione culturale o fosse prerogativa l’inattesa, precipitosa e non su- il dovere di astenersi da ogni osti- di chi può permettersi il lusso di perata pandemia, che ha travolto nazione irragionevole, dovere dei pensare a un risvolto eventuale e i nostri abiti di vita consolidati curanti è di attivarsi anche in caso remoto. L’appello che mi sento di infrangendo l’aspettativa di poter di revoca del consenso al tratta- fare, come giornalista, è a una pre- contare su un sistema sanitario mento sanitario, facendosi carico sa di responsabilità della società garante del diritto fondamentale della sofferenza dei loro pazienti. 18
Terza Pagina capacità di offrire risposte alle avere tempo perché sia il malato a domande dei pazienti, prospettare governare il flusso di informazioni come si evolverà la loro patologia per sè. Tempo per conoscere, nel tempo, quali risorse, obiettivi pensare, scegliere. Tempo per terapeutici, vantaggi e rischi si coinvolgere familiari, amici e il avranno in caso di scelta o, vicever- proprio ambiente sociale. Per fare sa, di mancata attivazione di tera- questo occorre pensare a un nuovo pie e interventi medici e sanitari. modello di cure palliative che Solo quando la persona malata anticipino la presa in carico del dichiara di aver ricevuto adeguate paziente rispetto agli ultimi giorni informazioni può rilasciare il di vita. Questo favorirebbe la pia- consenso, anche per mezzo di nificazione condivisa delle cure STEFANIA BASTIANELLO videoregistrazione o strumenti di (art. 5, L291/2017) che nei paesi Presidente Federazione Cure Palliative comunicazione aumentativa, e re- nei quali è già prassi (Regno Unito, sta sempre revocabile. Allo stesso Usa, Australia, Canada) ha visto Nelle cure palliative il consenso tempo, può indicare una persona ridurre lo stress degli operatori informato è anche un modulo da nominandola referente per tutti i sociosanitari, il contenzioso legato firmare ma rappresenta l’ultimo membri dell’équipe sanitaria. alla responsabilità medica, i tassi atto di un percorso dove hanno dei ricoveri ospedalieri, la spesa un ruolo fondamentale i profes- Fondamentale, in questo processo, sanitaria migliorando la qualità sionisti della cura. Esprime la loro è la variabile tempo: è essenziale dell’assistenza e della vita residua. Biotestamento, il libro di Giada Lonati e Barbara Rizzi PRENDERSI CURA DEL tandoci non già a scoprire l’ovvio, le: perché “il concetto che sta alla DOLORE DELL’ALTRO ovvero che in natura tutto ciò che base della pianificazione anticipa- è vivo è destinato a morire, ma ta delle cure è semplice e chiaro Giada Lonati e Barbara Rizzi, medi- a ricordarci che non è l’uomo al ma altrettanto complesse sono le ci palliativisti, con Biotestamento servizio della tecnologia, ma il suo decisioni che si prendono alla fine propongono una lucida ricognizio- esatto contrario. d’una vita”. ne del contrastato itinerario che di Giuseppe Ceretti ha condotto all’approvazione della In un libro intenso Giada e Barbara legge 219 sul consenso informato raccontano storie straordinarie nel- e le disposizioni anticipate di trat- la loro umanità: Adriana, Rodolfo e tamento. altri ancora. La dicotomia bene-ma- le o buono-cattivo cede il posto ad La distorsione collettiva indotta altre declinazioni, su tutte appro- dagli straordinari progressi in priato-inappropriato o, se vi pare, campo medico, la sconfitta di proporzionato-sproporzionato. tante malattie hanno generato un perfetto ossimoro: l’illusoria scon- Le autrici, che si sono spese per fitta della morte di noi mortali. l’affermazione di una legge così Giada Lonati e Barbara Rizzi importante (come dimenticare Biotestamento Proprio sull’evoluzione e trasfor- l’impegno di Patrizia Borsellino, Editrice Bibliografica mazione di tale concetto si esercita autrice della prefazione?), sanno Pagg. 162 euro 9,90 la riflessione delle due autrici, aiu- bene quanto l’itinerario sia diffici- 19
Terza Pagina le cure palliative non si possono avanti con ricadute sulla medicina erogare offrendo solo competenza territoriale e, direi, di prossimità. tecnica perché i pazienti, in pros- Questa medicina può far sì che le simità della morte, necessitano di cure palliative, come accade nel risposte complesse che implicano resto del mondo, seguendo le indi- ascolto e relazione. cazioni dell’OMS, divengano cure non soltanto per la terminalità ma di sostegno alla cronicità. Il cuore di questa legge è il consen- BARBARA RIZZI so informato da cui parte la con- Medico palliativista e direttrice scienti- sapevolezza dell’individuo, con fica VIDAS la possibilità di scegliere e a cui sottende un modello di relazione Faccio mie le parole del giurista di cura che richiede un impianto Stefano Canestrari che definì la organizzativo ancora inesistente. 219 una ‘buona legge’ buona sot- Se resta importante il ruolo dei tolineando come alcuni passaggi Comuni e dei notai, discriminante siano rivoluzionari perché capaci è l’integrazione delle volontà, gra- di cambiare in meglio la qualità zie alla digitalizzazione, all’inter- di vita delle persone e la qualità EMILIA DE BIASI no della rete del Servizio Sanitario delle loro relazioni. Perché lo sia Politica e relatrice della legge 219 Nazionale, a partire dai primi davvero, però, è necessario che sia nodi, i medici di base. Mancano conosciuta e applicata. Mi fa tanto piacere che la conclu- il linguaggio, il luogo e la verifica sione della nostra battaglia parla- per disporre le DAT, manca una La 219 è una legge che tutela il mentare, lunga e faticosa, abbia rete tra le Regioni. diritto alla vita, alla salute, alla prodotto dei fatti, forse pochi e dignità e all’autodeterminazione da migliorare, ma sentiti come Le leggi vivono se si applicano e per di ciascuno. positivi. È nata una buona legge e applicare leggi particolari come oggi è stata data tanta enfasi alla questa bisogna considerarle non Inoltre, il comma 8 dell’art. 1 recita parte su cui ho lavorato con più obblighi ma momenti di libertà e di che il tempo della comunicazione soddisfazione in questi anni: le responsabilità dell’individuo che tra medico e paziente costituisce cure palliative. La 219 rappresenta può decidere sulla propria dignità. tempo di cura. Da medico palliati- il compimento della legge stessa vista di esperienza ventennale è un sulle cure palliative e oggi abbiamo Il video integrale del convegno è disponibi- concetto chiaro e anche familiare: anche una cattedra: grandi passi in le sul canale YouTube di VIDAS EMILIA, IL NOSTRO RICORDO “È stata davvero una grande battaglia, anche sapere far prevalere l’interesse anche di grande generosità. Lei per con una quantità di emendamenti generale, non l’interesse particolare”. VIDAS c’era sempre, per interviste, spaventosi, più di 3.000 emendamen- Questa era Emilia De Biasi. Nelle sue approfondimenti, conferenze stam- ti, con rischi incredibili, al punto che parole, la forza di una donna di grande pa o anche solo per un consiglio. Ci per portare in aula la legge ho dovuto competenza e serietà, una donna che mancherà la sua energia, la sua capar- dimettermi da relatrice. Io l’ho fatto credeva profondamente nella politica bietà e la sua straordinaria umanità. Ci convinta, come sono ancora convinta e nella responsabilità di mettersi al mancherà Emilia, che ha amato la vita oggi di aver fatto bene. Perché bisogna servizio del bene comune. Una donna fino alla fine. 20
I nostri donatori Una storia di impresa e di filantropia: la famiglia Berti U n ricordo di Luciano Berti che, con la moglie Giancarla, è stato accanto a VIDAS nell’ultimo quarto di secolo. Più che donatori, partner, grazie alla loro Fondazione, di tutti i grandi progetti, da Vidas dal 2002, si entusiasmarono primi anni Sessanta, nella presti- Casa Vidas a Casa all’idea, sposandola concreta- giosa Stanford University, grazie a Sollievo Bimbi. mente. Quando, nel maggio 2019, una borsa di studio. Giancarla visitò la struttura appena inaugurata rinnovò lo Il self made man che, appena tren- “Il legame con Luciano Berti e sua stesso gioioso slancio, nella con- tenne, fece crescere una piccola moglie Giancarla, compagna di sapevolezza di aver ben riposto, azienda di lavastoviglie industriali una vita intera, è stato un punto di anche questa volta, la sua fiducia fino a costituire una holding multi- riferimento costante per VIDAS in VIDAS. nazionale riconobbe la stessa prag- lungo un arco di oltre 25 anni. La matica lungimiranza in Giovanna Fondazione che questo impren- La filantropia è stata, per i signori Cavazzoni e la capacità di dare ditore illuminato ha creato ha Berti, il naturale complemento forma a utopie concrete. La moder- sostenuto i nostri grandi progetti della missione imprenditoriale e, nissima cucina attrezzata di Casa in misura, e sento di non esagera- grazie alla Fondazione che porta il Sollievo Bimbi, che anche in tempi re, fondamentale”. Così Ferruccio loro nome, dal 2001 si è tradotta nel di emergenza sanitaria continua a de Bortoli, presidente VIDAS, nel sostegno a decine di importanti dispensare decine di pasti caldi a ricordo di un uomo non comune. istituzioni milanesi, in molti am- operatori, pazienti, familiari, resta biti di attività: sanità, arti, musica. l’ultimo emblema di una generosi- Luciano e Giancarla Berti sono L’attenzione alla propria comunità tà d’eccezione capace di generare stati tra i primi a cui Giovanna e la valorizzazione del talento, valore e restituirlo alla comunità, Cavazzoni raccontò di Casa anche artistico, sono stati oggetto giorno dopo giorno, sotto forma di Sollievo Bimbi, quando era di passione autentica e attenzione frutti altrettanto virtuosi. ancora soltanto un abbozzo pro- costante, in una visione acquisita gettuale. Loro, che avevano già forse già durante gli studi univer- sostenuto la costruzione di Casa sitari che Luciano Berti compì, nei a cura della redazione 21
La parola al testatore Franco, un ragazzo come tanti Com’è stato per Antonio? U na storia di vicinanza ventennale iniziata Abbiamo saputo, sin dall’esordio, della sua malattia, progredita, nel giro di un con un atto di fiducia. anno, al punto da richiedere l’assisten- Riconfermata dopo un’esperienza dolorosa za VIDAS. Ha vissuto un altro anno, sen- e sigillata dal gesto più grande verso za lasciare la sua casa, e, nonostante le un’organizzazione non profit, che la lascia in gravi difficoltà respiratorie (così simili eredità a chi verrà dopo di noi. a quelle dello zio), ha potuto unirsi alle nostre cene fino a poche settimane dal- la morte. Per l’ultima, a inizio luglio, era Classe 1948, il signor Franco coniuga il garbo signori- molto debilitato, stremato ma entusiasta di essere lì. le che si addice alla sua età e la freschezza di spirito del VIDAS ha fatto la differenza. L’idea della donazione ragazzo che è stato. Sarà perché facciamo la sua cono- collettiva è venuta a me ma tutti gli amici avevano la scenza grazie alla donazione in ricordo di Antonio, com- stessa riconoscenza. pagno di classe fino al 1967, anno del loro diploma, ma da allora e fino al 2018, quando il cancro l’ha portato via, Che cosa l’ha spinta a disporre anche un lascito amico fraterno. a VIDAS? Conoscevo questo strumento, prezioso e semplice, Il gesto corale dei Ragazzi del ’67 arriva dopo il suo, come risorsa potente per le organizzazioni non pro- caro Franco. fit con cui finanziare progetti impegnativi di me- Sono un vostro donatore, ogni anno con una piccola ci- dio e lungo periodo. Io ho chiesto al notaio, ma non fra, dal 2002. Per caso, avevo saputo della costruzione è obbligatorio, basterebbe un testamento olografo*. dell’hospice Casa Vidas. Conoscevo bene la malattia on- Non avendo eredi diretti né vincolo alcuno, ho di- cologica, toccata prima alla mia mamma, poi a uno zio sposto tre lasciti ad altrettante organizzazioni non – e la frustrazione dolorosa di non poter lenire le loro ter- profit. Una è VIDAS. Ho toccato anche con mano ribili sofferenze. Qualche volta la buona volontà e l’amore il vostro valore, indicarvi nel mio testamento mi è non bastano. Servono terapie, farmaci, strumenti tecnici. sembrato doveroso. Per maggiori informazioni contattare: Ilenia Cofini, programma lasciti ilenia.cofini@vidas.it 344 095 0186 *glossario tecnico: per testa- mento olografo si intende quel- lo sottoscritto a mano dal testa- tore con indicazione della data e recante la firma per esteso
ALLA FINE, TUTTI ABBIAMO BISOGNO D’AMORE. Fai un lascito testamentario a VIDAS. lasciti.vidas.it Se desideri ricevere maggiori informazioni Nome Puoi contattare Ilenia Cofini a: ilenia.cofini@vidas.it e 344 095 0186 Cognome oppure compila e spedisci a VIDAS, via Ojetti 66, 20151 Milano Indirizzo alla c.a. di Ilenia Cofini il coupon per: essere contattato telefonicamente al seguente numero telefonico n° CAP Città Provincia ricevere gratuitamente a casa la guida “Alla fine, tutti abbiamo Tel. bisogno d’amore” ricevere via mail la guida “Alla fine, tutti abbiamo bisogno d’amore” Data di nascita INFORMATIVA PRIVACY Email Compilando i campi del coupon Lei acconsente al trattamento dei suoi dati personali da parte di Associazione e Fondazione VIDAS con sede in Via Ojetti 66 – 20151 – Milano (di seguito, anche “VIDAS”), in qualità di Co-titolari del trattamento, per inviarle la guida ai lasciti e materiale di comunicazione, informazione, sensibilizzazione, formazione e raccolta fondi di VIDAS ai recapiti indicati nel coupon. Per opporsi all’invio di tali comunicazioni anche a uno solo dei canali e/o per esercitare i Suoi diritti previsti dagli articoli 15 e seguenti del Regolamento UE 679/2016 può scrivere al Responsabile della Protezione dei Dati (DPO) all’indirizzo mail privacy@vidas.it o contattarci presso Data Firma VIDAS, Via Ojetti 66, 20151, Milano. Per ulteriori informazioni può visitare la sezione “Informativa per l’utilizzo dei dati per l’invio di materiale informativo e di raccolta fondi” del sito al link https://www.vidas.it/privacy. Potrai sempre contare sulla massima riservatezza
PERIODICO ANNO TRENTA - NUMERO 1 - POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. L. 27/02/ 2004 N° 46)
Puoi anche leggere