Mangiar sano, vivere meglio! - Guida per la salute nella terza età - Dr. Giovanni Autiero | Dr. Daniele Marcelli - comites-dortmund.de
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Dr. Giovanni Autiero | Dr. Daniele Marcelli Mangiar sano, vivere meglio! Guida per la salute nella terza età
Edito da: Com.It.Es. Dortmund c/o Auslandsgesellschaft NRW Steinstraße 48 - 44147 Dortmund Tel. 0231 - 838 00 65 Fax 0231 - 838 00 56 info@comites-dortmund.de - www.comites-dortmund.de Presidente: Marilena Rossi Con il patrocinio del consolato di Dortmund Progetto grafico, impaginazione, elaborazione foto: G. Visintainer - www.visigio.de Referenze fotografiche Fotolia.com: in copertina 1a in alto sx, 3a in alto a dx, 2a al centro e a pagg. 8, 11, 21 © ganzoben, 27, 29, 32, 38 © bevangoldswain. G. Visintainer: pag. 17 in alto. Altre foto: archivio di G. Visintainer / Autori Stampa: Druckhaus Dortmund, Drehbrückenstraße 5-11, 44147 Dortmund, Telefon:0231 5342738 © 2013 Com.It.Es. Dortmund 2
INDICE Presentazione 4 Prefazione 5 L’ANZIANO GESTORE DELLA SUA SALUTE 8 LE GIUSTE CALORIE 10 UN APPORTO EQUILIBRATO DI PROTEINE 15 NON ECCEDERE NEI GRASSI 20 IL CONSUMO DEL SALE 28 LE FIBRE NELLA DIETA 33 3
PRESENTAZIONE L o stare a tavola è uno dei piaceri della vita. Lo starci bene, mangiando sano, è una della cose più intelligenti che si possa fare. Coniugando piacere ed intelligenza si è in grado di aumentare notevolmente la qualità della vita. Questa guida pratica al mangiar sano costituisce un elemento prezioso per la salute di tutti e in particolare delle persone che si avviano alla terza età. Il rigoroso aspetto medico e scientifico alla sua base è piacevolmente temperato da una prosa scorrevole e di facile lettura, finalizzata alla divulgazione. Scopo precipuo del Dr. Giovanni Autiero e del Dr. Daniele Marcelli è infatti quello di diffondere una cultura della salute in tutte le componenti della collettività italiana in Germania, in particolare nelle fasce più deboli, mediante informazioni e consigli pratici nella nostra lingua, al fine di aiutare gli interessati a gestire la propria salute a complemento delle prescrizioni mediche. A loro va il nostro grazie per tale utile opera di informazione e di sensibilizzazione, dettata da un marcato trasporto verso le finalità della propria professione nonché da un profondo legame con le proprie radici che si sostanzia precipuamente in una solidale condivisione delle istanze della comunità italiana. Dott. Alfredo Casciello Console di Dortmund 4
PREFAZIONE Q uando iniziammo un po’ di tempo fa ad ospitare nel nostro giornale gli interventi di Daniele Marcelli e Giovanni Autiero sul tema: “La salute dell’anziano”, non immaginavamo il successo che questa rubrica avrebbe ottenuto. Sì, perché il tema è di attualità come pochi altri, visto che la popolazione italiana in Germania invecchia, e molti dei nostri emigrati di prima generazione, spesso poco o nulla scolarizzati, non hanno purtroppo imparato nel corso degli anni una lingua tedesca sufficiente per capire del tutto ciò che dice loro un medico, un avvocato, un impiegato dell’ufficio imposte, un insegnante. La disparità, anzi, il solco sociale che, nel corso dei decenni, si è scavato tra la prima generazioni di migranti e la popolazione locale, comincia proprio da qui. Chi padroneggia la lingua del posto vince sul piano del riconoscimento sociale ed economico. I medici in particolare, si sa, amano quel loro linguaggio vagamente esoterico che Lorenzo Tramaglino, de I promessi Sposi, avrebbe chiamato Latinorum; un linguaggio che serve anche ad aumentare le distanze dai loro clienti (e le parcelle). Ciò accade in tutte le culture del mondo, tanto che anche un malato nato e scolarizzato in Germania (o in Francia, o in Inghilterra), quando va da un medico tedesco (o francese, o inglese), spesso è costretto a chiedere due volte, oppure finge di avere capito, ripromettendosi magari di indagare più tardi su Google. Figuriamoci le difficoltà che può avere qui da noi in Germania uno straniero di prima generazione, dopo aver lavorato per una vita in un cantiere o in una acciaieria; e dopo avere imparato il suo tedesco per strada… E figuriamoci la difficoltà di sua moglie e di molte donne come lei, rimaste a casa tutta la vita per i lavori domestici. Tanto più lodevole è quindi l’iniziativa di questi due medici, i quali, con pazienza e perseveranza, e senza guadagni di qualsivoglia natura, cercano di raggiungere un pubblico di anziani italiani nella maniera la più semplice possibile, usando un linguaggio tanto comune quanto preciso ed impeccabile dal punto di vista scientifico. Si tratta di interventi tematici su alcuni punti importanti della vita quotidiana dell’anziano. Con consigli anche pratici e di semplice realizzazione. Un grazie quindi a questi due studiosi, nella speranza che la loro opera sia diffusa a largo spettro. Mauro Montanari Direttore Corriere d’Italia 5
PREFAZIONE P ellegrino Artusi, il padre della cucina italiana, nella sua Scienza in cucina e arte del mangiar bene scriveva “Il mondo ipocrita non vuol dare importanza al mangiare; ma poi non si fa festa, civile o religiosa, che non si distenda la tovaglia e non si cerchi di pappare del meglio.” Il cibo è rimasto per tutti noi, che a quella cultura apparteniamo, un grande piacere. I cambiamenti economici, scientifici e socioculturali lo hanno poi fatto diventare nel tempo anche requisito fondamentale sul quale costruire il futuro. Non a caso il tema del prossimo Expo che si terrà a Milano nel 2015 è “Nutrire il pianeta”. Come Comites abbiamo quindi accolto con piacere l’iniziativa del dottor Giovanni Autiero e Daniele Marcelli di scrivere una guida al mangiar sano dedicata a quegli italiani che da molti anni vivono in Germania, ma che hanno ancora profonde radici nel nostro paese. A loro si rivolgono i consigli per vivere meglio attraverso un’alimentazione più consapevole e sempre a loro va il nostro augurio di una vecchiaia sana e felice, che passa anche e soprattutto da buone abitudini in cucina. Marilena Rossi Presidente Com.It.Es. Dortmund 6
PREFAZIONE I n un mondo in cui Internet sembra chiarirci ogni dubbio, sarebbe oppor- tuno anche cominciare a valutare l’affidabilità delle informazioni che circola- no sul web. “Mangiar sano e viver meglio” è la risposta concreta rivolta ad un pubbli- co che ha bisogno di consigli utili affinché la qualità della vita, nella terza età possa essere migliorata con piccoli accorgimenti. Il rapporto dieta-anziano, è sempre molto difficile, soprattutto se per una vita intera non si sono osservate tante regole alimentari. Il primo messaggio di questo manuale è che non è mai troppo tardi per migliorare, inoltre alcune sane abitudini potrebbero essere da sprono per coloro che, giunti ad una certa età credono di essere poco utili alla società e alla famiglia. Nella cultura italiana il cibo oltre che un momento di gioia è anche un grande atto d’amore. Preparare un piatto per la famiglia, è un momento di completa dedizione e poterlo fare con gli alimenti giusti e salutari significa anche proteggere chi ci sta accanto. È emozionante poter ammirare come attraverso il linguaggio medico il Dr. Giovanni Autiero e il Dr. Daniele Marcelli abbiano trovato il filo diretto tra due fenomeni sociali che sembrano distanti nel tempo…perché ci sono tanti modi per tenere unita l’Italia. Avv. Daria Iavarone 7
L’ANZIANO GESTORE DELLA SUA SALUTE C on l’approssimarsi della terza età la probabilità di scoprirsi sovrappeso, di sentirsi dire dal medico che la pressione arteriosa o il colesterolo sono troppo alti è considerato normale. Le prescrizioni del medico sono già conosciute, e normalmente di scarso effetto, perché vanno ad incidere sulle nostre abitudini, consolidate nel corso di tutta una vita. “Dovrebbe smettere di fumare”, “dovrebbe seguire questa dieta”, “dovrebbe fare esercizio fisico”, sono frasi ripetute giornalmente decine di volte in tutti gli ambulatori medici con scarso successo. Purtroppo, perseverando con abitudini non salutari ci si espone a rischi via via crescenti, con conseguenze che possono arrivare all’ictus, all’infarto miocardico o all’insufficienza renale tanto per citare alcune malattie che possono essere anche fatali. Contrariamente al passato, oggi il paziente non accetta facilmente le prescrizioni mediche, e spesso rifiuta le indicazioni con frasi del tipo: “tanto di qualcosa bisogna morire” o “non voglio rinunciare al mio stile di vita”.Il medico si trova sempre più impotente di fronte al paziente che arriva anche a rifiutare i farmaci o a non assumerli in modo corretto. Il deterioramento del rapporto medico/ paziente è stato facilitato anche dalla necessità di ridurre i costi sanitari che ha comportato visite mediche brevi, riducendo il contatto umano al minimo necessario. Il medico non dispone perciò del tempo necessario per convincere il paziente dell’importanza di una buona aderenza alle prescrizioni. Per 8
L’ANZIANO GESTORE DELLA SUA SALUTE il paziente anziano, oggi spesso solo, le difficoltà sono ancora maggiori. Con il genuino intento di affrontare i problemi più frequenti della terza età, abbiamo pensato all’approccio chiamato “potenziamento del paziente”, dall’inglese “Patient empowerment”. È interessante notare che la parola “empowerment” deriva dalla radice latina “passe”, da cui derivano “Potenza” e “Libertà”. IN COSA CONSISTE? È una strategia che attraverso l’educazione sanitaria e la promozione dei comportamenti favorevoli alla salute fornisce ai pazienti gli strumenti critici per prendere le decisioni migliori per il loro benessere, riducendo così le disuguaglianze culturali e sociali. Il paziente partecipa attivamente al trattamento della sua malattia, divenendo una componente consapevole nel rapporto medico- paziente. È quindi una sorta di “terapia informativa” che punta a ridurre, nel limite del possibile, l’asimmetria di conoscenze tra il medico ed il paziente ma anche a ridimensionare le aspettative irrealistiche che poi si concretizzano in consumi crescenti di prestazioni sanitarie, spesso inadeguate, in gran parte indotte dal marketing sanitario. Il presente fascicolo vorrebbe essere il primo di una serie dedicati al miglioramento delle conoscenze dell’anziano al fine di aiutarlo a gestire correttamente la sua salute. Abbiamo deciso di iniziare con argomenti nutrizionali. Il motivo alla base di questa scelta è dovuto alla grande importanza della dieta nella genesi delle malattie croniche tipica della attuale società, basti citare il diabete mellito dell’anziano la cui relazione con l’obesità è provata al di la di ogni ragionevole dubbio. Nei prossimi fascicoli tratteremo altri argomenti importanti come le malattie più frequenti nell’età anziana ma anche come adattarsi alle nuove situazioni imposte dall’età che avanza. 9
LE GIUSTE CALORIE L a dieta non deve essere intesa come un regime alimentare re- strittivo ma, al contrario, un apporto alimentare ottimale, dal punto di vista nutrizionale e gustativo, che consente il migliore utilizzo de- gli alimenti in condizioni fisiologiche o patologiche. Una dieta idonea, prevenendo patologie croniche come il diabete, è uno dei pilastri basilari per raggiungere una sana longevità, dando anni alla vita e, soprattutto, dando vita agli anni. Quindi, la dieta quotidiana è indissolubilmente legata alla qualità della vita in un’area essenziale: la conservazione della salute. Una dieta idonea e sana deve fornire: ❱ Tutte le sostanze nutritive essenziali e non ❱ Energia ❱ Elementi antiossidanti Quindi una dieta deve essere: ❱ Sufficiente: con le calorie e le sostanze nutritive necessarie ❱ Armonica: con proporzione dei principi nutritivi ❱ Adeguata: adattata alle condizioni individuali La conservazione della salute è una responsabilità personale, e l’educazione ad una nutrizione corretta inizia con l’infanzia, abituando il bambino a mangiare alimenti naturali in uno schema dietetico variato e bilanciato. Non è comunque mai troppo tardi per cambiare la propria dieta: c’è sempre l’opportunità per migliorare le proprie abitudini di vita, anche durante la terza età. La formazione e l’informazione sulle abitudini alimentari salutari sono sempre un investimento proficuo. La 10
LE GIUSTE CALORIE dieta è la fonte di energia per tutte le attività giornaliere, e l’energia è normalmente espressa in calorie, oggi spesso riportata sulla confezione degli alimenti che acquistiamo. Impariamo a leggere l’etichetta degli alimenti che compriamo! La colazione dovrebbe essere il pasto più energetico della giornata per compiere le attività più importanti. La cena dovrebbe essere il pasto meno energetico della giornata perché dopo cena vengono fatte poche attività. La dieta dovrebbe considerare anche le calorie, a seconda delle condizioni individuali. In accordo con l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’apporto di calorie giornaliero ha l’obiettivo di mantenere un “indice di massa corporea” fra 20 e 25. L’indice di massa corporea è ottenuto dal rapporto del peso in chilogrammi rispetto al quadrato dell’altezza in metri. Per facilitare l’autovalutazione rispetto a questo indice, si può fare riferimento alla figura sotto, dove si vede che per essere nell’area dell’indice di massa corporea ottimale, un uomo o una donna alta 160 cm dovrebbe avere un peso fra un minimo di circa 50 kg e un massimo di 65 kg. Un peso fra i 65 e i 75 kg è nell’area del sovrappeso, un peso oltre i 75 kg nell’area dell’obesità, con aumento di rischio per diabete e malattie cardiovascolari. Al contrario, sotto i 50 kg si cade nell’area della de- nutrizione, esponendo l’anziano ad un maggior rischio di malattie, fra le quali le malattie infettive come per esempio la polmonite. L’apporto giornaliero di calorie deve essere 11
LE GIUSTE CALORIE bilanciato non solo alla massa corporea ma anche all’attività fisica. Una attività fisica modesta richiederà una minore quantità di calorie, mentre al contrario una attività fisica intensa dovrà essere bilanciata da un apporto calorico più elevato. Analizzando la tabella a lato si può vedere come attività molto semplici e comuni fra gli anziani come prendersi cura dei nipoti, curare il proprio giardino, fare le pulizie della casa o anche semplicemente passeggiare, comportino un significativo consumo calorico. Ovviamente le attività più faticose come il nuoto per esempio, sono associate a consumi più elevati. Inoltre, il consumo calorico è in proporzione al peso corporeo, quindi un uomo di 70 kg consuma più calorie, a parità di attività fisica, di una donna di 50 kg. Fare attività fisica, anche da anziani, non solo mantiene in forma dal punto di vista muscolare, ma procura anche un sano appetito e facilita il mantenimento di un peso corporeo nei limiti raccomandati dalla Organizzazione Mondiale della Sanità. Dopo una bella passeggiata di un’ora si potrà soddisfare il crescente appetito con uno spuntino senza paura di incrementare la circonferenza addominale, che dovrebbe essere inferiore a 88 cm per la donna e 102 cm per l’uomo. Quando fa freddo l’organismo ha bisogno di una maggiore quantità di calorie per mantenere una temperatura corporea costante sui 37° C. Al contrario, quando fa caldo occorre meno energia. Dobbiamo inoltre ricordare che, a differenza di un motore il quale, se rimane fermo, non consuma, l’organismo non si riposa mai: tutte le funzioni vitali, come ad esempio il battito del cuore o la respirazione, non cessano mai e quindi esiste sempre un consumo minimo di energia. Questo consumo viene definito metabolismo basale. È stato calcolato sperimentalmente che un anziano sano di 70 kg, in riposo assoluto e a digiuno, 12
LE GIUSTE CALORIE Esempio di consumo di calorie per attività fisica Peso Corporeo (kg) Attività (1 ora) Kcal/kg/ora 50 70 Acqua gym 4 200 280 Bicicletta,
LE GIUSTE CALORIE fabbisogno calorico giornaliero si parte perciò da questo valore minimo e si aggiungono poi le calorie necessarie per svolgere tutte le attività che l’individuo conduce nel corso della giornata. L’argomento nutrizionale è molto complesso, e necessita di essere trattato in dettaglio. Per concludere questa introduzione dedicata soprattutto all’apporto calorico, ricordiamo anche che: ❱ E’ necessario mangiare un’ampia varietà di cibo (ma non in grandi quantità). ❱ Occorre evitare un consumo eccessivo di grassi animali. ❱ È più salutare optare per il pesce poiché non ha grassi saturi che possono essere dannosi per le arterie. ❱ Mangiare abbastanza cibo ricco di carboidrati complessi, fibre, vitamine e minerali. Si deve perciò dare la preferenza a frutta, verdura, farine (pasta). ❱ Il consumo di zucchero deve essere limitato: c’è già natural- mente nella frutta. ❱ Il vino deve essere bevuto con moderazione (1 bicchiere al giorno, preferibilmente ai pasti) e le bevande super alcoliche devono essere evitate. In conclusione, in qualche modo “noi siamo quello che mangiamo” e mangiare nel modo corretto si traduce in un investimento in termini di salute. In questo campo è sempre difficile correggere oggi gli errori di ieri, ma anche nella terza età è possibile migliorare la dieta quotidiana migliorando così la vita di domani. 14
UN APPORTO EQUILIBRATO DI PROTEINE I l progressivo allungamento della vita media, e lo stato di buo- na salute di molti anziani ha spostato l’attenzione di nutrizionisti e ricercatori sulla possibilità di capire meglio, prevenire e trattare la cosidetta “Sarcopenia” vale a dire la diminuzione della massa muscolare nell’anziano. Una diminuita massa muscolare è una delle cause dello scarso equilibrio tipico della terza età e può favorire le cadu- te con conseguenti fratture agli arti inferiori, soprattutto femore. Il declino della massa muscolare non è l’unico indicatore del calo proteico legato all’età anziana, in quanto anche proteine ematiche quali le immunoglobuline mostrano la stessa evoluzione. La conseguenza più importante di questo cambiamento metabolico è la diminuita necessità calorica, già trattata nel capitolo precedente, in quanto allorché il compartimento muscolare si riduce, la necessità calorica per mantenere i tessuti proteici diminuisce sensibilmente. La riduzione dei compartimenti proteici causa ulteriori complicanze dell’età anziana, quali la difficoltà a combattere le infezioni e un certo grado di debolezza, che dipende non solo dalla diminuita massa muscolare ma anche da un diminuito numero di globuli rossi. Come tutti ricordiamo dalla cronaca quotidiana, il primo doping dei ciclisti professionisti è proprio quello di aumentare i globuli rossi, che contengono la proteina emoglobina, specializzata al trasporto di ossigeno. Ma cos’è una proteina? È una molecola formata da una lunga catena di unità chiamate aminoacidi, molecole base contenenti un residuo carbossilico (come l’acido acetico) e un residuo amminico (azoto). Alcuni di questi aminoacidi possono essere sintetizzati dal nostro organismo e quindi sono chiamati non-essenziali, mentre altri 15
UN APPORTO EQUILIBRATO DI PROTEINE possono essere solo introdotti con la dieta e sono definiti essenziali. Un introito dietetico di proteine adeguato nell’anziano è reso più problematico non solo per il costo degli alimenti ricchi di proteine ma, anche per la difficoltà di masticazione degli alimenti fibrosi nonché per la paura di introdurre un eccesso di grassi saturi e colesterolo. Quando la dentatura è in disordine, o la protesi non è perfetta non si può più scegliere tutto quello che si vorrebbe mangiare per difficoltà a masticare i cibi. Se il cibo non è ben masticato poi, la digestione diventa più difficoltosa e più lunga, con problemi di gonfiore o pesantezza che a lungo andare possono diventare sempre più frequenti. Ovviamente, la soluzione corretta è di risolvere i problemi odontoiatrici con l’aiuto del dentista di fiducia. Tuttavia, anche nel caso di problemi di masticazione di difficile soluzione si può riuscire a seguire ugualmente una dieta equilibrata e possibilmente gustosa. Gli alimenti che possono creare maggiori difficoltà a chi ha problemi di masticazione sono soprattutto carne, pesce, prosciutto crudo, bresa- ola, salumi, alcuni formaggi a pasta semi dura o dura, e certi tipi di frutta e ortaggi come mele e carote: sono per lo più alimenti ricchi in proteine, sostanze indispensabili anche nell’anziano, tanto che in questa situazione è facile andare incontro a carenza. La prima cosa da fare, molto semplice, è quella di frullare gli alimenti. Si possono scegliere delle ricette che prevedono l’uso di alimenti tritati come ragù, polpette di carne o di pesce, frutta cotta, mousse di prosciutto, sformati di carne e verdure con besciamella, polenta, uova strapazzate, zuppe di verdure e legumi. 16
UN APPORTO EQUILIBRATO DI PROTEINE Gli alimenti possono anche essere cucinati come d’abitudine e poi frullati: in questo modo si mantiene il gusto originario del piatto, anche se non sempre il risultato è soddisfacente, più che altro perché si sta mangiando qualcosa che non ricorda, se non nel sapore, il piatto a cui si è abituati. Un’alternativa che fa risparmiare tempo, ma che valorizza ancor meno il gusto è quella di ricorrere agli omogeneizzati: ce ne sono di tutti i gusti e c’è solo l’imbarazzo della scelta. Sono prodotti equilibrati dal punto di vista nutritivo, non contengono additivi e le materie prime utilizzate sono ben controllate, anche se ovviamente la quantità è quella indicata per un bambino. Tanto per dare una idea, per assumere la giusta porzione di carne, una persona anziana dovrebbe mangiare almeno due vasetti di omogeneizzato di carne. Un’altra possibilità, da usare solo in casi di persone che rifiutano il cibo, hanno difficoltà a deglutire oltre che a masticare o sono costretti a letto, sono dei preparati che si acquistano in farmacia: si presentano liquidi e hanno diversi gusti, solitamente di frutta. La loro composizione può variare, anche se sono tutti classi- ficati come “alimenti dietetici destinati a fini speciali”. Forniscono in media 150 Kcalorie per 100 grammi e sono per lo più bilanciati nei diversi nutrienti necessari e presenti nelle giuste proporzioni. Non possono sostituire completamente un pasto, ma possono integrarlo nel caso di difficoltà di masticazione o di deglutizione, soprattutto per l’apporto proteico. E’ quindi possibile nonostante i problemi di dentizione 17
UN APPORTO EQUILIBRATO DI PROTEINE mantenere una dieta equilibrata, variando il più possibile le proprie scelte alimentari. Carne e salumi sono la fonte primaria di proteine di alto valore biologico, ovvero quelle proteine che contengono tutti gli aminoaci- di essenziali in un rapporto corretto, ma non solo, contenendo anche ferro, vitamina B12, acido folico. Questi nutrienti sono componenti fondamentali nella creazione di nuovi globuli rossi e quindi nell’evi- tare uno stato anemico che come abbiamo già detto è un’altro fattore che contribuisce alla mancanza di forza nell’anziano. Le proteine di origine vegetale non hanno in genere un profilo di aminoacidi completo e perciò sono considerate di basso valore biologico. La maggior parte degli alimenti vegetali, con l’eccezione della soia, seppur ricchi di proteine, richiedono di essere integrati miscelando diverse fonti proteiche con profili aminoacidici complementari. Un esempio di come miscelare proteine per ottenere un pasto proteico di alto valore biologico è la combinazione di riso e fagioli, dove i profili aminoacidici sono complementari. In realtà, il modo più efficente per ottenere un adeguato introito proteico è legato alle proteine animali. Il profilo aminoacidico dell’uovo è considerato standard. In confronto con altre sorgenti proteiche quali carne bovina, pollame e pesce, le uova sono più economiche, fattore molto importante per gli anziani che spesso versano in condizioni socioeconomiche disagiate. D’altro canto il livello di conoscenza richiesto per miscelare vegetali in modo corretto è alquanto sofisticato. 18
UN APPORTO EQUILIBRATO DI PROTEINE In alternativa, piatti fondamentalmente vegetariani integrati da un’uovo possono costituire un metodo economico e semplice per preparare alimenti completi. L’importanza dell’apporto dietetico proteico negli anziani non deve essere sottostimato. Un apporto dietetico inadeguato contribuisce a diminuire le funzioni di difesa da infezioni, più lunga ripresa da malattie e un’aumentata fragilità cutanea. L’apporto proteico raccomandato dalle linee guida internazionali è da molti anni 0,8 grammi per chilogrammo di peso corporeo. Ma, attenzione, si parla di peso corporeo ideale, non di peso reale. Un uomo alto 170 cm dovrebbe avere un apporto di 0.8 g per 70 kg ovvero 56 g. Questo valore è basato su studi che hanno stimato che questo è l’apporto minimo necessario per mantener un bilancio azotato neutro. Ricordiamo che le proteine contengono azoto, che quindi viene utilizzato come indicatore di bilancio. 19
NON ECCEDERE NEI GRASSI I n questo capitolo parleremo del consumo di grassi. La prima caratteristica da considerare è il loro elevato apporto calorico. Questo aspetto non ci deve sorprendere, in quanto nel mondo animale i grassi sono un sistema di accumulo di energia. Nei momenti di abbondanza nel mondo animale si accumulano grassi che serviranno poi per soprav- vivere nei momenti di carestia, di solito nella stagione invernale. Nel corso della storia l’uomo ha inventato metodi per conservare l’ener- gia degli alimenti al di fuori del proprio organismo: la salatura, l’es- sicazione, la conservazione con zuccheri ed in tempi più recenti la conservazione con il freddo (congelatori e frigoriferi). L’uomo, oggi, non avrebbe motivi per accumulare grassi nel proprio corpo! Tornando agli alimenti grassi, se è vero che è necessario mangiare un’ampia varietà di cibo (ma non in grandi quantità), è anche vero che nella piramide per una alimentazione sana i grassi occupano la parte medio-alta della piramide, e quindi il loro consumo deve essere saltuario. I GRASSI SONO TUTTI UGUALI? In realtà no, potendoli dividere in grassi di origine animale e vegetale. Quando un alimento grasso ha origine nel mondo animale (es lardo, pancetta etc) è composto da grassi detti saturi e contiene Colesterolo (tabella a pag. 22: elenco alimenti con contenuto colesterolo). Una dieta ricca di grassi saturi e Cole- sterolo è associata ad un rischio elevato per malattie cardiovascolari come l’infarto miocardico e l’ictus. Fra gli esami del sangue, trigliceridi e 20
NON ECCEDERE NEI GRASSI Piramide alimentare Dolci e grassi in Calcio, vitamina D, moderate quantità vitamina B12 Carne Pesce Yogurt Formaggi, latte Verdura Frutta Cereali e patate Integrale è meglio Acqua colesterolo sono i più noti indicatori di una dieta sbilanciata nei confronti dei grassi (ma non solo!). Pochi sanno che un terzo degli europei ha i trigliceridi troppo alti. Il 70% degli individui di età superiore ai 65 anni ha il colesterolo elevato e in un caso su due non si cura a sufficienza. Il colesterolo è suddiviso in colesterolo HDL (quello “buono”) e LDL (quello “cattivo”). Le linee guida segnalano che il colesterolo “cattivo”, è ancora il sorvegliato speciale numero uno. Cambiano però le soglie di riferimento e secondo le nuove linee guida il colesterolo LDL non dovrebbe superare i 70 mg/dl in chi è ad altissimo rischio, ad esempio perché è iperteso, diabetico o ha già avuto un infarto; soglia aumentata a 100 mg/dl per chi è a rischio cardiovascolare alto, limite a 115 mg/dl per chi è a rischio moderato. Quindi un anziano con colesterolo LDL elevato (normalmente ben 21
NON ECCEDERE NEI GRASSI Categoria Alimento Contenuto Colesterolo (mg/100 g) Latte e formaggi Latte vaccino, UHT scemato 2 Latte vaccino, UHT intero 11 Yogurt intero 11 grana 109 Parmigiano 91 Pecorino 90 Fontina 82 Emmenthal 79 Provolone 73 Ricotta vaccina 57 Crescenza 53 Mozzarella vaccina 46 Uova uova gallina, intera 371 uova gallina, tuorlo 1337 Carne Fresca carne tacchino 195 carne pollo 119 carne agnello 110 filetto vitello 99 bistecca maiale 89 lombo maiale 88 carne coniglio 60 carne cavallo 61 bovino adulto 60 22
NON ECCEDERE NEI GRASSI Categoria Alimento Contenuto Colesterolo (mg/100 g) Carne Trasformata Salame, cacciatore 99 Cotechino 98 Coppa 96 Speck 90 Pancetta tesa 80 Prosciutto Crudo 72 Bresaola 67 Wustel 62 Prodotti Pesca Gamberi 150 Acciuga 114 Sgombro 95 Merluzzo 62 Tonno 70 Orata 68 Sardine 65 Calamaro 64 Trota 55 Sogliola 25 Olii e grassi Burro 250 Olio di oliva 0 23
NON ECCEDERE NEI GRASSI segnalato dal laboratorio), dovrà diminuire i cibi di origine animale, soprattutto se grassi. Se l’anziano è anche iperteso e/o diabetico l’attenzione sul livello di Colesterolo dovrà essere ancora maggiore. In uno dei prossimi capitoli tratteremo anche il tema del sale e del suo legame con l’ipertensione, ma fin da ora ci preme ricordare che alcu- ni alimenti molto grassi come generalmente i salumi, benché molto buoni dal punto di vista organolettico, se assunti frequentemente possono aumentare il rischio di malattie cardiovascolari attraverso due meccanismi, con l’aumento di colesterolo e trigliceridi e con l’azione sinergica sulla pressione arteriosa. I grassi di origine vegetale non contengono colesterolo, ma la corrispondente molecola del mondo vegetale, il fitosterolo, che non ha effetti negativi sulla salute umana. Inoltre, gli oli vegetali sono, al contrario dei grassi animali, “polinsaturi”. Il fitosterolo e gli oli vegetali sono in grado di diminuire il colesterolo. Inoltre, questi oli possono essere arricchiti con importanti vitamine liposolubili. Gli oli vegetali, partendo dal nostro prezioso olio di oliva extravergine, sono ottenuti per semplice spremitura meccanica senza alcuna correzione chimca dell’acidità naturale. Le caratteristiche di palatabilità dell’olio di oliva sono ben note fin dall’antichità e sono uno dei cardini principali della dieta mediterranea. Noi italiani in Germania dovremmo essere gli ambasciatori delle buone abitudini dietetiche del sud dell’Europa, non a caso associate alla più alta aspettativa di vita. Tuttavia anche dell’olio di oliva non bisogna abusare, in quanto rimane comunque un alimento molto calorico. Esistono poi altri oli, prodotti da semi (girasole, mais etc). Questi oli sono ugualmente molto ricchi dei benefici grassi 24
NON ECCEDERE NEI GRASSI “polinsaturi”, tuttavia non sono prodotti per semplice spremitura ma devono essere distillati con dei solventi chimici, che poi vengono rimossi nella seconda fase della lavorazione. È quindi nostra opinione che pur avendo delle buone caratteristiche, non sono superiori all’olio di oliva extravergine soprattutto per un utilizzo diretto quale condimento. Una dieta molto energetica, sbilanciata rispetto al fabbisogno calorico del soggetto, soprattutto se sedentario, porta tipicamente ad obesità. L’obesità maschile e femminile sono tipicamente differenti, in quanto l’uomo tende a distribuire l’adipe soprattutto a livello addominale, la donna sui fianchi. Non deve quindi sorprendere che un altro tipico indicatore di rischio di malattie cardiovascolari può essere misurato con il metro del sarto: la circonferenza addominale. Una circonferenza addominale “abbondante”, superiore a 88 cm nella donna e 102 cm nell’uomo, è considerata dai cardiologi un importante fattore di rischio. Provate a misurare la vostra circonferenza addominale: se misura più del limite, avete un motivo in più per ascoltare il vostro medico che vi invita ad avere più attenzione al vostro stile di vita. QUAL’È LA DIETA MIGLIORE DI UN ANZIANO DAL PUNTO DI VISTA “GRASSI”? In primo luogo occorre ridurre l’apporto di alimenti di origine animale: burro, formaggi, uova, creme, gelati, salumi, carne in generale (sopratutto se grassa). Inoltre, occorre porre particolare attenzione ai metodi di cottura (ovviamente la frittura è la meno indicata, quella al forno o bollita sicuramente da preferire), ed ai condimenti. 25
NON ECCEDERE NEI GRASSI In Germania è abitudine aggiungere creme grasse e ipercaloriche per arricchire il gusto degli alimenti (esempio la salsa verde di Francoforte per il bollito). È diffuso malvezzo aggiungere creme ricche di colesterolo anche a piatti originariamente salutari come l’insalata. Evitate queste cattive abitudini: i sapori della natura non devono essere coperti da salse che trasformano tutti i piatti in qualcosa che sa di fast food. Normalmente queste pratiche, come anche l’uso antico di speziare gli alimenti, servono per coprire il gusto di alimenti di bassa qualità. Almeno una volta la settimana un salutare piatto di pesce dovrebbe sostituire la carne, avendo cura di evitare i prodotti della pesca più ricchi di colesterolo (esempio: gamberi). Infine vorremmo trattare anche l’argomento piatti pronti, spesso molto appettitosi ma anche non altrettanto salutari rispetto ai piatti preparati in casa con tanta cura partendo da prodotti freschi. Questi ultimi sono da preferire in quanto non solo si evita di ingerire conservanti chimici normalmente aggiunti al cibo industriale, ma è possibile controllare il contenuto di grassi, molto spesso saturi, e di sale di cui i cibi pronti abbondano. Un parallelo apporto di verdure verdi, soprattutto se crude o bollite, può aiutare a contenere l’apporto di grassi. Per un anziano con livello di colesterolo e trigliceridi oltre i limiti della norma, il farmaco non è mai la prima scelta. Le statine sono prescritte al fine di contrastare i livelli di colesterolo “cattivo” (LDL) nel sangue e sono utili per il controllo delle dislipidemie dopo avere instaurato un regime dietetico salutare. Inoltre, possono essere usati anche la niacina, gli inibitori dell’assorbimento del colesterolo 26
NON ECCEDERE NEI GRASSI e i farmaci che “sequestrano” la bile per espellerla meglio e non far rientrare in circolo il colesterolo che contiene. Per i pazienti che hanno i trigliceridi alti, spesso basta il controllo della dieta e del consumo di alcol; quando non è sufficiente, fibrati, niacina e acidi grassi omega-3 in associazione alle statine possono essere efficaci. Una buona prevenzione nasce a tavola, selezionando e prepa- rando con cura gli alimenti che entrano nella dieta quotidiana, si inve- ste tempo nella nostra salute. Inoltre, preparare il pasto per la nostra famiglia è anche un modo molto concreto per dire a chi divide con noi la nostra vita quanto li amiamo. Nel precedente capitolo si faceva notare il consumo di calorie associato con l’attività di “giardinaggio nell’orto”. Qui in Germania è possibile affittare piccoli appezzamenti di terra per farci l’orto e il frutteto. È una sana attività che riempie il nostro tempo libero e produce alimenti sani e a km zero. Pensateci! 27
IL CONSUMO DEL SALE I l sale, chimicamente noto come Cloruro di Sodio, formula chi- mica NaCl, è utilizzato nell’alimentazione umana da circa 10.000 anni. Il motivo principale per l’introduzione del sale nella dieta umana è legato alla necessità di conservare prodotti deperibili come carne e pesce. L’uomo si adattò presto al gusto del sale, e lo introdusse an- che nella preparazione dei cibi. Le fonti del sale sono i depositi di salgemma da dove viene estratto e le saline, dove viene prodotto facendo cristallizzare l’acqua di mare mediante evaporazione (foto: antiche saline dell’isola di Gozo nell’arcipelago Maltese). Nell’antichità il commercio del sale era molto importante e fonte di ricchezza per chi lo praticava. Nell’antica Roma, i soldati delle legioni potevano essere pagati in sale, e da questo deriva il termine “salario”. Ben nota è anche la strada che proprio dal sale prendeva il suo nome, la Via Salaria, attraverso la quale questo prodotto giungeva da Roma sino alle zone più interne della penisola. Il sale, dunque, condizionò profondamente lo sviluppo delle società antiche; la sua centralità nella vita dell’uo- mo è largamente testimoniata nella letteratura, nella mitologia e nella religione. Valga per tutti un passo del Discorso della Montagna in cui Gesù, rivolgendosi agli Apostoli, dice: ”Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse sapore, con che cosa lo si potrà rendere salato?” (Matteo 5,13). Nella dieta quotidiana il consumo di sale è spesso eccessivo e a discapito della salute. Infatti, nel mondo occidentale si consumano quantità di sale in eccesso rispetto a quelle 28
IL CONSUMO DEL SALE realmente necessarie all’organismo, favorendo così la ritenzione di liquidi e l’insorgenza di malattie come l’ipertensione arteriosa, così frequente fra gli anziani. Inoltre, la ricerca medica sostiene che un largo consumo di sale nella dieta quotidiana sia da associarsi ad un aumentato rischio di sviluppare tumori dello stomaco, osteoporosi e diverse malattie cardiache. Pertanto, la pericolosità di un consumo spropositato di sale nella dieta di tutti i giorni deve indurre ad una maggiore conoscenza di questo alimento, delle quantità ideali da impiegare in cucina e dei modi per prevenire ed impedire che un suo uso scorretto intacchi il benessere dell’organismo. Ridurre il consumo del sale nella dieta di tutti i giorni è una importantissima misura di prevenzione nei confronti di nume- rose malattie cardiovascolari, ma quanto ne sappiamo del sale? Al fine di conoscere meglio questo alimento, vi proponiamo delle domande e risposte per sfatare falsi miti sull’impiego del sale nella dieta e con le quali sarà più facile proteggere la propria salute. QUANTO SALE È POSSIBILE ASSUMERE AL GIORNO? I nutrizionisti ritengono che un consumo medio di sale al di sotto di 6 g al giorno (corrispondente a circa 2,4 g di sodio) sia un buon compromesso tra la soddisfazione del palato e la prevenzione dei rischi legati al sale. Tuttavia va precisato che all’organismo basterebbe l’assunzione del solo sale presente naturalmente negli alimenti freschi per soddisfare il proprio fabbisogno. Dunque, è bene non eccedere e cercare di non superare mai le quantità sopra indicate. 29
IL CONSUMO DEL SALE L’ASSORBIMENTO E L’ELIMINAZIONE DI SALE DA PARTE DELL’ORGANISMO È LO STESSO PER OGNI INDIVIDUO? Questo è un falso mito da sfatare. Ogni individuo assorbe di- versamente qualsiasi sostanza ingerita. Pertanto, anche l’uso del sale nella dieta quotidiana deve essere fatto tenendo conto del patrimonio genetico personale e della rapidità con cui l’organismo smaltisce il sodio, soprattutto attraverso i reni. Per semplificare un calcolo che sarebbe troppo puntiglioso, i medici distinguono due gruppi di individui: quelli “sodio-resistenti (che possono assumere una considerevole quantità di sale) e quelli “sodio-sensibili” (che devono limitare notevolmente l’apporto di sodio per non rischiare ritenzione idrica, aumento di peso e malattie cardiache e renali). QUALI CIBI PREDILIGERE PER CONTENERE L’APPORTO DI SODIO? L’apporto di sale nella dieta quotidiana può essere limitato pre- diligendo alcuni cibi più di altri. Carni bianche come pollo, tacchino e coniglio sono povere di sale come anche alcuni tipi di pesce d’acqua dolce tra cui la trota, la carpa, la sogliola, l’orata ed il merluzzo. Per il pane, meglio optare per quello umbro e toscano, privi di sale. Quali alimenti contengono più sale rispetto ad altri? Snack, patatine, cibi preconfezionati (comprese zuppe, risotti dadi etc.), e persino brioche all’apparenza dolci, contengono una quantità di sale altissima, per questo non andrebbero consumati in modo quotidiano, come spesso invece accade. Anche ketchup, senape, salsa di soia, formaggi e insaccati prevedono percentuali di sodio al di sopra della norma. In realtà, tutti i cibi ricchi di conservanti prevedono una presenza di sale consistente e per questo andrebbero evitati il più possibile. Non a caso, 30
IL CONSUMO DEL SALE il 70 per cento della produzione totale di sale è assorbito dall’industria conserviera per la conservazione di carni e verdure e per migliorare i processi di congelamento. Presa conoscenza delle quantità ideali di sale da consumare quo- tidianamente ed elencati i vari cibi poveri o ricchi di sale, esistono altri accorgimenti per impedire che questo alimento pregiudichi la salute? In realtà qualche trucco c’è e va messo in pratica quando si cucina, nello specifico durante il processo di cottura. Non salare troppo l’acqua in cui viene cotta la pasta, poiché già il condimento della stessa darà sapore al piatto. È poi importante non salare mai le fritture in quanto durante il processo di cottura il sale potrebbe scatenare la produzione di sostanze nocive come l’acroleina, dannose per il fegato e le mucose intestinali. Infine, per rendere i cibi saporiti ma senza dover ricorrere al sale, si consiglia di condire le pietanze con condimenti acidi quali aceto balsamico e limone, spezie ed erbe aromatiche. Tra queste vi ricordiamo l’origano, il prezzemolo, il basilico, il finocchio, il dragoncello, il rosmarino, la maggiorana e la menta, freschi o secchi, che aggiungono tanti profumi ai cibi e aiutano a dimenticare il sale, da usare in abbondanza da sole o mescolate tra loro. Non dimentichiamoci che il sale da assuefazione: più saliamo, meno percepiamo con il tempo il gusto salato e quindi tendiamo a salare sempre di più. Analogamente, nel momento in cui iniziamo una dieta iposodica (con poco sale), percepiamo i cibi come insopportabilmente insipidi e occorreranno almeno 15-20 giorni per ritornare a percepire correttamente il gusto degli alimenti. E 31
IL CONSUMO DEL SALE allora stop all’uso incondizionato del sale nella dieta quotidiana e via libera ad una alimentazione più naturale e certamente più salutare! 32
LE FIBRE NELLA DIETA I n questo capitolo affronteremo l’importante argomento delle fibre alimentari, ovvero delle componenti vegetali resistenti all’opera di digestione degli enzimi intestinali. Solo verdura e frutta contengono fibre, tutti gli altri alimenti (esempio: latte, uova, carne) non ne contengono, e perciò l’anziano che non assume alimenti di origine vegetale segue una dieta povera di fibre, con importanti ripercussioni negative sulla sua salute. Esistono due tipi di fibre: solubili in acqua, contenute in piselli, fagioli, carote, mele e agrumi, ed insolubili in acqua, contenute in alimenti quali farina integrale, crusca di grano, noci, cavolfiori, patate. La maggior parte degli alimenti di origine vegetale contiene ambedue i tipi di fibre, ma la proporzione di una o l’altra fibra può variare notevolmente. Ad esempio le prugne contengono fibre insolubili nella buccia e solubili nella polpa. Le fibre possono avere diversi effetti sull’organismo e, sicuramente tra tutti, quello più conosciuto è l’effetto “Anti Fame”. Le fibre, grazie alle loro proprietà di “gonfiarsi (formando un gel viscoso), provocano una stimolazione del centro della sazietà ed una depressione del centro della fame. E’ per questa ragione che i prodotti che contengono fibre grezze possono essere indicati come coadiuvanti nelle diete dimagranti. La fibra non può’ essere assimilata e non può quindi essere utilizzata come fonte di energia anzi, la sua “laboriosa” masticazione ne fa 33
LE FIBRE NELLA DIETA consumare un bel po’ già dalla sua introduzione. Le fibre alimentari aiutano a ridurre la “densità calorica” di un cibo, dando maggiore soddisfazione ai nostri occhi senza aumentare la pancia! Un corretto funzionamento dell’intestino richiede un adeguato apporto quotidiano di fibre e garantisce un transito più veloce del cibo nell’intestino e la formazione di feci facilmente evacuabili. L’effetto lassativo è scatenato dalla massa colloidale (che le fibre formano assorbendo acqua) che rende il bolo intestinale ben idratato e scorrevole; un minor tempo di permanenza del materiale fecale nell’intestino riduce la probabilità di insorgenza di alcune gravi malattie: emorroidi, stitichezza, calcolosi biliare, cancro al colon e al retto. Tra gli anziani sicuramente il più fastidioso e comune è la stitichezza, spesso ostinata e cronica, purtroppo causata non solo dalla poco corretta alimentazione ma soprattutto dai numerosi farmaci, talvolta indi- spensabili, che si è costretti a prendere. (antipertensivi, antidepressivi, farmaci contro l’acidità gastrica a base di alluminio). La soluzione di questo disturbo non è sicuramente l’uso cronico del lassativo, che a lungo termine crea solo ulteriori problematiche. Le fibre alimentari, sopratutto quelle di tipo insolubile, grazie al loro volume intrinseco e al loro effetto spugna con trattenimento di acqua, migliorano la motilità intestinale. In generale, una dieta equilibrata ricca di fibre aiuta a mantenere la salute dell’intestino. Nell’anziano, si possono svilup- pare piccole sacche nel rivestimento del colon e dell’intestino crasso che si 34
LE FIBRE NELLA DIETA FUNZIONI E BENEFICI DELLE FIBRE ALIMENTARI Tipo di Fibra Funzioni Benefici Tutte Incremento volume Può ridurre l’appetito alimenti senza aumentare il contenuto calorico, dando senso di sazietà Idrosolubile trattenimento acqua con Riduzione picchi di formazione gel durante la glicemia post-prandiale, digestione, rallentando lo possibile riduzione svuotameto gastrico; nel rischio diabete tratto intestinale le fibre alimentari schermano i carboidrati dall’azione enzimatica e rallentano l’assorbimento di glucosio Idrosolubile Diminuzione Colesterolo Riduzione rischio di Totale e LDL eventi cardiovascolari Non Incremento velocità transito regolarizzazione alvo idrosolubile intestinale bolo alimentare, incremento volume fecale Tutte Bilanciamento pH intestinale possibile riduzione e stimolo fermentazione rischio tumori intestinale con produzione colonrettali di acidi grassi a catena corta 35
LE FIBRE NELLA DIETA rigonfiano verso l’esterno attraverso punti deboli dette “Diverticoli“. L’alterazione anatomica porta a conseguenze funzionali, con possibile ristagno di residui alimentari. I diverticoli si comportano come i buchi nel manto stradale, che se profondi possono causare gravi incidenti sopratutto a ciclisti e motociclisti. I residui alimentari dei diverticoli, non rimossi dal flusso intestinale, possono causare infiammazione, chiamata dai medici diverticolite. Ebbene, nonostante il nome che rimanda a fatti leggeri, la diverticolite provoca forti dolori addominali e nei casi più gravi, quando l’infiammazione è importante può causare la perforazione della parete del diverticolo che può evolvere a peritonite con rischio di vita dell’anziano. La prevenzione della diverticolosi si basa su una dieta ricca di fibre mantenuta per tutta la vita ma, anche se avete già ricevuto la diagnosi di diverticolosi, cambiare subito stile di vita aiuta. Infine, nel capitolo precedente abbiamo largamente discusso del rischio cardiovascolare associato ad una dieta a base di grassi animali. Una dieta ricca di fibre idrosolubili, che ricordiamo sono contenute in fagioli e crusca di avena, riduce i livelli ematici di colesterolo LDL, quello “cattivo”. Come? Il meccanismo più accreditato suggerisce che le fibre idrosolubili si legherebbero agli acidi biliari, ricchi di colesterolo, favorendone la loro eliminazione fecale. Alcuni studi suggerirebbero anche che le fibre idrosolubili possiedano effetti anti-infiammatori ed effetti benefici sulla pressione arteriosa. Sopra i 50 anni di età si raccomanda un apporto giornaliero di 30 grammi di fibre alimentari per l’uomo e 21 grammi per la donna. 36
LE FIBRE NELLA DIETA COME SI POSSONO OTTENERE QUESTE QUANTITÀ RACCOMANDATE? Ecco cosa fare per arricchire la dieta con alimenti a più alto contenuto di fibre: 1. Per il panino pane integrale al 100%: aggiunge 3-5 grammi di fibre per porzione. 2. Aggiungere semi di lino all’insalata e alle minestre: risulteranno più fibre e acidi grassi omega-3, che fanno bene al cuore. 3. Frullato con frutta fresca (se non disponibile va bene an- che surgelata). Lasciando la buccia, si possono avere fino a 4 grammi di fibre in più. 4. Aggiungere alcuni fagioli all’insalata: ne bastano 90 grammi per avere fino a 6 grammi di fibre extra. 5. Fare il pieno di verdure, imbottendo il panino con spinaci freschi, pomodori, germogli di soia, cetrioli o peperoni. 6. Bere un po’ di psillio (è una pianta erbacea, i semi si trovano in erboristeria), mescolandolo ad acqua o succo di frutta: risulteranno 2,5 grammi di fibre in più. 7. Sgranocchiare 30 grammi (circa una manciata) di mandorle, arachidi, anacardi, noci pecan o semi di girasole: sono 2-4 grammi di fibre. 8. Per dare più sapore allo yogurt bianco o alla vaniglia, versarci una manciata di frutti di bosco. 70 grammi ne contengono 4 di fibre. 9. Aggiungere alle insalate e alle verdure cotte un paio di cucchiai di cereali integrali sbriciolati o di crusca naturale: sono altri 3,5 grammi di fibre. 10. Per dessert, soddisfare la voglia di dolce con fichi, albicocche o pesche essiccati. Se serve un trail mix ricco di fibre, aggiungere anche della frutta in guscio. 37
LE FIBRE NELLA DIETA Un ultimo consiglio: non cercate vie alternative acquistando in farmacia compresse di fibre. Potrebbero interferire con i farmaci che assumete, ad esempio riducendone l’assorbimento intestinale e quindi l’efficacia. La strada maestra, come già scritto molte volte è una dieta variata ricca di frutta e verdura, e meglio se di buona qualità a km zero. 38
GLI AUTORI Giovanni Autiero è Dottore di Ricerca in Morfologia Clinica e Patologica; dopo una esperienza di ricerca presso l’Università Federico II di Napoli in ambito gastroenterologico si trasferisce per completare la sua formazione professionale in Germania dove attualmente vive e lavora dal 2011 come assistente di Chirurgia generale e viscerale. Diverse sono le pubblicazioni scientifiche pubblicate durante il periodo Universitario su riviste internazionali. Dal 2009 Direttore Editoriale di “Doctor Live News”, periodico medico gratuito di Informazione medica che si arricchisce in territorio tedesco di una versione “Bilingue” pubblicata in tutto il Nordreno-Vestfalia per la comunità dei cittadini italiani all’estero. Collaboratore dal 2012 del Corriere d’Italia ha l’intento di riuscire a rendere accessibile a tutti il linguaggio medico e da sempre sostiene che “è la salute la vera ricchezza che accompagna il buon umore nella vita”. Daniele Marcelli, già nefrologo ospedaliero a Lecco (Italia), vive dal 1999 in Germania e lavora nella direzione medica di una azienda multinazionale con la responsabilità della ricerca epidemiologica. Il campo di interesse è quello della terapia sostitutiva renale (dialisi). Ha al suo attivo più di cento articoli su temi clinici e di politica sanitaria, pubblicati su riviste internazionali. Collabora dal 2012 al Corriere d’Italia. Avendo avuto sempre al centro del proprio interesse il bene del malato, è convinto che la buona medicina si può fare solo con la collaborazione attiva e consapevole del paziente. 39
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