CURA E COMUNITÀ - Azienda Ospedaliera di Alessandria

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CURA E COMUNITÀ - Azienda Ospedaliera di Alessandria
ISSN 2282-6130
                                                Quaderni dell’Ospedale
                                                [Online]

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                                                2019

QUADERNI
Infrastruttura Ricerca, Formazione,
Innovazione AO Alessandria

       Azienda Ospedaliera Nazionale
       Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo
       Alessandria

CURA E COMUNITÀ
850 anni di Ospedali di Alessandria

                                                                   1
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                                                                                                    CURA E COMUNITÀ
                                                                                                    850 anni di Ospedali di
                                                                                                    Alessandria

                                                                                                    Gli ospedali da luoghi di carità a centri di ricerca:
                                                                                                    il valore aggiunto dell’Università

                                                                                                    LECTIO MAGISTRALIS di Giancarlo Avanzi, Magnifico
                                                                                                    Rettore Università degli studi del Piemonte Orientale

                                                                                                    Cura e comunità: 850 anni di Ospedali di
                                                                                                    Alessandria

                                                                                                    Antonio Maconi, Responsabile Infrastruttura Ricerca e
                                                                                                    Formazione AO Al
                                                                                                    Roberto Livraghi, Direttore di Palazzo Monferrato
                                                                                                    Giulio Massobrio, Storico
                                                                                                    Massimo Desperati, Direttore medico dei presidi AO Al
                                                                                                    Claudio Pesce Ufficio tecnico AO Al
                                                                                                    Giacomo Centini, Direttore Generale AO Al

    La serie di QU aziendali è una         Comitato editoriale:
    pubblicazione multi disciplinare in    Dott. Antonio Maconi
    Health Care Management.                Dott. Alfredo Muni
    Rientra nella politica editoriale      Dott.ssa Mariateresa Dacquino
    tutto quello che può migliorare la
    salute della comunità attraverso il
    miglioramento delle performance        Responsabile:
    dell’Azienda Ospedaliera, sia con      Dott. Antonio Maconi
    riferimento agli aspetti clinico-sa-   email: amaconi@ospedale.al.it
    nitari e di assistenza, sia con ri-
    ferimento all’implementazione di       Segreteria:
    metodi e strumenti di tipo orga-       Mariateresa Dacquino, Mariasilvia Como, Laura Gatti                Pubblicazione curata da
    nizzativo-gestionali.                  email: mdacquino@ospedale.al.it; lgatti@ospedale.al.it             Dott. Antonio Maconi
                                                                                                              Dott.ssa Mariateresa Dacquino
                                           Progettazione e realizzazione grafica
                                           Emanuela Bovo

2                                                                                                                                                           3
CURA E COMUNITÀ - Azienda Ospedaliera di Alessandria
Quaderni dell’Ospedale

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                         Saluti istituzionali
                         e presentazione
                                                               GIACOMO CENTINI
                                                                    Direttore Generale
                                                                         ASO AL

                                                Per aprire questa settimana di celebrazioni del Patrono
                                                dell’Azienda Ospedaliera Sant’Antonio, un importante
                                                e ormai tradizionale appuntamento per l’intera città,
                                                partiamo dal passato, dalla ricostruzione della storia
                                                dell’Ospedale e dei percorsi di cura per gettare le basi
                                                della valorizzazione del futuro. Il nostro Presidio Infantile,
                                                ad esempio, è tra i più antichi d’Italia e costituisce solo
                                                una delle tante ricchezze di cui siamo orgogliosi.

                                                Ritengo infatti che sia fondamentale ricordare le radici
                                                e seguire con determinazione i progetti per il futuro
                                                che abbiamo predisposto con il Piano Strategico,
                                                nell’ottica delle tante progettualità che si presentano
                                                davanti a noi come la riorganizzazione degli spazi,
                                                la collaborazione con l’Università e il percorso verso
                                                l’IRCCS. Questa deve essere la nostra traiettoria: un
                                                continuo sviluppo posto al servizio del paziente.

                                                Colgo infine l’occasione di questa cerimonia vissuta dai
                                                dipendenti e da tutta la comunità, che si riunisce intorno
                                                al suo ospedale, per ringraziare i nostri professionisti,
                                                andati ora in pensione, per l’impegno e la passione
                                                profusi durante gli anni di servizio e tutti i benefattori
                                                che hanno contribuito alla crescita quotidiana della
                                                nostra Azienda.

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CURA E COMUNITÀ - Azienda Ospedaliera di Alessandria
Quaderni dell’Ospedale

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                         Atti del convegno                GLI OSPEDALI DA LUOGHI DI CARITÀ
                                                          A CENTRI DI RICERCA:
                                                          il valore aggiunto dell’Università
                         CURA E COMUNITÀ
                         850 anni di Ospedali di          Giancarlo Avanzi, Magnifico Rettore Università degli studi del Piemonte
                                                          Orientale
                         Alessandria
                         14 gennaio 2019

                                                   LECTIO MAGISTRALIS

                                                          Giorgio Cosmacini, medico, filosofo e storico, scrittore saggista
                                                          e docente di Storia della medicina presso l’Università Vita-Salu-
                                                          te San Raffaele e l’Università degli Studi di Milano, scrive: «il valore
                                                          dell’ospitalità era solo marginalmente noto nel mondo classico. Era
                                                          il Medioevo cristiano a dare fondamento etico alla hospitalitas:
                                                          questo stesso nome, conosciuto sì dagli antichi, ma solo come atti-
                                                          tudine od opzione individuale e come obbligo giuridico nei confron-
                                                          ti dell’ospite, si affermava nella bassa latinità come comandamento
                                                          condiviso, come servizio reso al bisognoso e al sofferente nell’am-
                                                          bito di un cristianesimo che si proclamava religione dei poveri […].
                                                          Tali opere ricevevano una loro organizzazione da parte della Chiesa
                                                          primitiva: i diaconi erano “ministri” delegati dai vescovi ad ammini-
                                                          strare la distribuzione di viveri ed elemosine, l’assistenza a vedove
                                                          ed orfani, l’alloggio a poveri e ammalati. Le prime “case ospitali” o
                                                          domus episcopi, sorte accanto alle residenze vescovili, erano gli ar-
                                                          chetipi delle istituzioni ospitaliere […]. Sotto l’autorità di un vescovo
                                                          nascevano case ospitali urbane, sotto l’autorità di un abate, stanze
                                                          ospitali venivano allestite nei monasteri»

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CURA E COMUNITÀ - Azienda Ospedaliera di Alessandria
Quaderni dell’Ospedale

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                                                                                                                                                                     850 anni di Ospedali
     2019
                                                                                                                                                                           di Alessandria

                GLI OSPEDALI DA LUOGHI DI CARITÀ
                A CENTRI DI RICERCA:                                                                  In parallelo col concentrarsi in poche mani del potere politico si re-
                                                                                                      alizzava cosi anche la concentrazione in uniche e grandi istituzioni
                il valore aggiunto dell’Università                                                    ospedaliere delle molte e sparse istituzioni assistenziali sorte nel
                                                                                                      medioevo per la cura e l’assistenza a poveri e malati affetti da par-
                                                                                                      ticolari morbi, coll’intento di garantire una migliore e piu omoge-
                         Gli ospedali medievali erano specificamente destinati alla raccolta,         nea cura agli indigenti anche attraverso una piu sicura disponibilità
                         al ricovero, alla cura e all’assistenza dei malati poveri e, alla impreci-   finanziaria: si concentrava in un unico ceppo dotato di unica am-
                         sa identificazione del morbo- più volte sconfinante in una infermità         ministrazione la molteplicità delle dotazioni precedenti, fornendo
                         causata da indigenza o da vecchiaia- si accompagnava una ambigua             inoltre uno sbocco univoco alle future elargizioni caritative.
                         definizione della cura che se era cura del corpo (per lo più costituita
                                                                                                      Questo è quello che avviene in Italia, ma anche in Europa, soprat-
                         da un vitto appropriato, tisane, salassi o clisteri e piccoli interventi
                                                                                                      tutto in Francia, ad Opera dei Frati Ospitalieri che a capo avevano
                         chirurgici) non poteva mai andare disgiunta dalla solerte ed assidua
                                                                                                      Guido da Montpellier. In Francia molti ospedali avevano lasciti e
                         cura dell’anima. Lo scopo era quello di portar sollievo ai ceti popolari,
                                                                                                      terreni coltivati a vite e si sostenevano con le vendite dei vini, come
                         fornendo un contenitore che agisse anche come strumento di con-
                                                                                                      avviene ancor oggi per l’Hotel-Dieu di Beaune in Borgogna.
                         trollo sociale, istituzionalizzando la carità.

                                                                                                                                                    CORSIA
                     ICONOGRAFIA                                                                                                                    ALL’HOPICE
              OSPEDALI MEDIEVALI                                                                                                                    DE BEAUNE
                                                                                                      Corsia all’Hopice de Beaune, Borgogna,
                                                                                                      Francia

                                                                                                      Dall’unione di una destinazione «universale» derivò anche l’ubica-
                         Proprio per questo la fondazione di gran parte degli edifici ospeda-
                                                                                                      zione quattrocentesca delle fabbriche ospedaliere: esse sorsero
                         lieri risale al periodo di evoluzione delle forme del potere politico
                                                                                                      cosi dentro il perimetro delle città, nel cuore stesso di esse o pres-
                         da una società comunale ad una organizzazione signorile, con netto
                                                                                                      so le mura, dov’era più facile avere a disposizione ampi spazi; ad
                         predominio di una famiglia e con una oligarchia ristretta di ammini-
                                                                                                      una ubicazione emergente anche per la vastità del lotto necessario
                         stratori; gli stessi ospedali erano amministrati da gruppi di laici nobili
                                                                                                      accompagnarono la monumentalità della struttura architettonica e
                         o affidati a gestione ecclesiastica.
                                                                                                      soluzioni di grande dignità formale.

      8                                                                                                                                                                               9
CURA E COMUNITÀ - Azienda Ospedaliera di Alessandria
Quaderni dell’Ospedale

      01                                                                                                                                                                                          CURA E COMUNITÀ
                                                                                                                                                                                                 850 anni di Ospedali
     2019
                                                                                                                                                                                                       di Alessandria

                GLI OSPEDALI DA LUOGHI DI CARITÀ                                                                                  Le lunghe corsie rettangolari che si incrociavano in un quadrato
                                                                                                                                  centrale erano un mezzo per distinguere e separare i malati, in base
                A CENTRI DI RICERCA:                                                                                              al sesso ma anche in base alla malattia se medica (febbri) o chirur-
                                                                                                                                  gica (ferite) e la centralità dell’altare offriva contemporaneamente
                il valore aggiunto dell’Università                                                                                e continuativamente ai malati un mezzo di edificazione spirituale.

                         L’esempio più illustre è forse la fabbrica dell’Ospedale sforzesco a
                         Milano, progettata dal Filarete ma analogamente monumentali risul-
                         tarono il San Matteo di Pavia, l’ospedale cremonese, il Santo Spirito
                         di Roma o gli edifici fiorentini, perché erano spesso i più prestigiosi
                         architetti ad occuparsi delle costruzioni ospedaliere.

                                                                                                             La costruzione
                                                                                                             dell'edificio
                                                                                                             prese avvio nella
                                                                                                             seconda metà
                                                                                                             del
                                                                                                             Quattrocento, su
                                                                                                             impulso del Duca
                                                                                                             di Milano
                                                                                                             Francesco Sforza,

                   MONUMENTALITÀ                                                                             allo scopo di
                                                                                                             dotare la città di
                                                                                                             un unico grande

                  DELLE STRUTTURE
                                                                                                             ospedale per il

                                                                                                                                                                  RAZIONALE
                                                                                                             ricovero e la cura
                                                                                                             dei malati, che
                                                                                                             precedentement
                                                                                                             e venivano

                                                                                                                                                                  SALUBRITÀ
                                                                                                             ospitati in vari
                                                                                                             ospizi sparsi per
                                                                                                             la città.

                                                         La Ca' Granda, all'epoca sede dell'Ospedale
                                                         Maggiore di Milano,
                                                         nel giorno della Festa del Perdono (fine del XVII
                                                         secolo)                                                                  Il declino dell’Italia nel ‘500 insieme alle varie guerre ed al passag-
                                                                                                                                  gio di truppe (franco-spagnole) lungo la penisola, la crisi econo-
                         La monumentalità delle strutture non andava però disgiunta da                                            mica, aggravatasi a partire dalla metà del secolo, determinarono
                         una razionale salubrità: le lunghe ed alte crociere, con le loro aper-                                   un aumento dei poveri e il massiccio inurbamento delle plebi rurali
                         ture nella parte superiore delle pareti, assicuravano all’ospedale un                                    ebbe come conseguenza la necessità di disporre di ospizi e di strut-
                         ricambio d’aria sufficiente, anche relativamente al gran numero di                                       ture ricettive più abbondanti.
                         malati in esse raccolti (anche 200-300); la distribuzione in origine
                                                                                                                                  Le fondazioni ospedaliere quattrocentesche dovettero ammassare
                         abbastanza distanziata dei letti e la presenza in alcuni casi (come a
                                                                                                                                  malati nelle corsie, il che determinò un progressivo degrado della
                         Milano) di un organico sistema di latrine (poste in un corridoio adia-
                                                                                                                                  funzionalità e dell’igiene dei vari ambienti con conseguente neces-
                         cente le infermerie e con scarico immediato e diretto nei canali sot-
                                                                                                                                  sità di ampliamento di diversi ospedali che non risultavano più ade-
                         terranei costantemente lavati da acqua che scorreva rapidamente)
                                                                                                                                  guati all’accoglimento dei numerosi malati e soprattutto poveri e
                         garantivano un buon controllo sanitario.
                                                                                                                                  indigenti.

    10                                                                                                                                                                                                            11
CURA E COMUNITÀ - Azienda Ospedaliera di Alessandria
Quaderni dell’Ospedale

      01                                                                                                                                                                                                CURA E COMUNITÀ
                                                                                                                                                                                                       850 anni di Ospedali
     2019
                                                                                                                                                                                                             di Alessandria

                GLI OSPEDALI DA LUOGHI DI CARITÀ
                A CENTRI DI RICERCA:                                                                                            La medicina, nonostante la sua imperfetta rispondenza all’ideale
                                                                                                                                aristotelico di scientia, si impone come disciplina universitaria nel
                il valore aggiunto dell’Università                                                                              tardo Medioevo, adottando i metodi della scolastica, incentrati su
                                                                                                                                lectio e disputatio, expositio, dubia, quaestio, e su un corpus te-
                                                                                                                                stuale proveniente dall’antichità e stabilizzato intorno a due autori
                         Un significativo cambiamento nella politica dell’ospedalizzazione si                                   di riferimento, Galeno e Aristotele, che rappresentano l’alleanza tra
                         verificò nel tra la fine del ‘600 e per tutto il ‘700: la separazione tra                              filosofia naturale e medicina. Uno dei punti cruciali (deboli direm-
                         malati e poveri con l’istituzione di speciali contenitori come l’albergo                               mo oggi) della medicina antica è lo statuto stesso del complesso
                         dei Poveri istituito a Genova da Emanuele Brignole e la distribuzione                                  dottrinale di riferimento. In Italia il curriculum universitario di base
                         dei malati a seconda delle malattie (curabili, non curabili, lebbrosi e                                si stabilizza intorno a Galeno (Ars medica), Ippocrate (Aforismi) e
                         contagiosi) custoditi in separati ospedali.                                                            si mantiene in questa forma per un periodo assai lungo. La tradi-
                                                                                                                                zione medica antica è arricchita anche dall’apporto della cultura
                                                                                                                                medica araba, con Avicenna (primo fen del Canon), erede a sua
                                                                                                       La sua prima             volta, oltre che della medicina galenica, della tradizione tardoantica
                                                                                                       edificazione si ebbe     e bizantina. Nonostante questo importante complesso dottrinale di
                                                                                                       nel 1652 per volere      riferimento, il rapporto tra la dottrina, quindi la didattica formale e
                                                                                                       di Emanuele Brignole
                                                                                                       che, assieme a           la pratica medica non è scontato.
                                                                                                       Oberto Della Torre,
                                                                                                       fu scelto dalla                                                                         Il testo arabo del Qanun di Avicenna è
                                                                                                       Repubblica di                                                                           stato tradotto in latino come Canon
                                                                                                                                                                                               medicinae da Gerardo da Cremona o da
                                                                                                       Genova per seguire                                                                      Gerardo da Sabbioneta (non si conosce
                                                                                                       la costruzione di un                                                                    con certezza chi dei due effettuò la
                                                                                                       nuovo ricovero ove                                                                      traduzione, ma sembra più probabile
                                                                                                                                                                                               sia stato il secondo) nel XII secolo. Da
                                                                                                       ospitare i poveri                                                                       allora il Qanun è stato usato come
                                                                                                       della città. Nel 1656,                                                                  guida principale per la scienza medica
                                                                                                                                                                                               nell'occidente e si dice che abbia
                                                                                                       i lavori furono                                                                         influenzato Leonardo da Vinci.
                                                                                                       sospesi a causa di
                                                                                                       una violenta                                                                            Il suo contenuto enciclopedico, la sua
                                                                                                                                                                                               disposizione sistematica e il suo
                                                                                                       epidemia di peste                                                                       schema filosofico lo hanno portato
                                                                                                       che decimò la                                                                           molto presto in una posizione di
                                                                                                                                                                                               primaria importanza nella letteratura
                                                                                                       popolazione                                                                             europea, sostituendosi ai lavori di
                                       L'Albergo dei Poveri in un acquerello del pittore Luigi Garibbo genovese.                                                                               Galeno e diventando il manuale per
                                                                                                                                                                                               l'educazione medica nelle scuole
                                                                                                                                                                                               europee.
                                                                                                                                                               Scuola di Medicina di Salerno

                         L’ulteriore trasformazione dell’Ospedale da ricovero per moribondi
                         o poveri in “fabbrica della salute” si è resa concretamente possibile                                  Le università italiane in quell’epoca sono state considerate, a lungo
                         tra la fine del ‘700 e la prima metà dell’800, grazie soprattutto alla                                 e in parte a torto, luoghi di stagnazione del sapere scientifico, di
                         rivoluzione del sapere medico-scientifico, ma su questo argomento                                      trasmissione di cognizioni e teorie libresche, obsolete e uniforme-
                         torneremo più tardi.                                                                                   mente tradizionaliste.

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CURA E COMUNITÀ - Azienda Ospedaliera di Alessandria
Quaderni dell’Ospedale

      01                                                                                                                                                                                                 CURA E COMUNITÀ
                                                                                                                                                                                                        850 anni di Ospedali
     2019
                                                                                                                                                                                                              di Alessandria

                GLI OSPEDALI DA LUOGHI DI CARITÀ
                A CENTRI DI RICERCA:                                                                                medico sul terreno della filosofia naturale e lo predispone, più di
                                                                                                                    altre figure professionali, alla conoscenza, se non all’accettazione,
                il valore aggiunto dell’Università                                                                  delle novità introdotte nelle discipline scientifiche che si stavano
                                                                                                                    affacciando.

                                                                                                                    L’ospedale italiano è stato al centro dell’attività di curanti illustri
                         A partire dal Quattrocento l’irruzione dell’Umanesimo sulla scena
                                                                                                                    e meno illustri, educati all’università, come i medici physici, ma è
                         della formazione e della cultura medica segna una novità significa-
                                                                                                                    stato soprattutto il luogo privilegiato di formazione e di attività
                         tiva. A Ferrara insegna Niccolò Leoniceno, uno dei capofila di un
                                                                                                                    dei praticanti la medicina considerati di livello inferiore poiché non
                         recupero critico dei testi antichi, volto a leggerli con attenzione per
                                                                                                                    indottrinati nelle università, in quanto dediti ad attività ‘manuali’,
                         ristabilire la correttezza della nomenclatura e del suo riferimento a
                                                                                                                    come i chirurghi nelle loro diverse gerarchie e specializzazioni, i
                         oggetti precisi (oltre che in campo anatomico e patologico, anche in
                                                                                                                    barbieri-chirurghi, le ostetriche, gli speziali, i membri degli ordini
                         campo farmacologico e botanico).
                                                                                                                    religiosi o delle associazioni devozionali laiche che si dedicavano in
                                                                                                                    maniera privilegiata o esclusiva all’assistenza agli infermi.

                                                                                                                    L’università non poteva tuttavia isolarsi rispetto a questo mondo
                                                                                                                    esterno, ricco di stimoli e anche intellettualmente vivace, anzi spes-
                                                                                                                    so è l’università stessa ad aprirsi a lezioni o attività svolte fuori dagli
                                                                                                                    spazi tradizionali. La costruzione cinquecentesca degli orti botanici
                                                                                                                    e dei teatri anatomici rappresenta già una significativa articolazio-
                                                                                                                    ne di questi spazi.

                                                                                                                    Le università italiane, come Bologna o Padova, furono, nel cin-
                                                                    Frontespizio del De Plinii, & plurium aliorum   quecento, all’avanguardia dell’insegnamento medico e anatomico,
                                                                    medicorum in medicina erroribus opus
                                                                    primum                                          impartito a studenti provenienti dall’Inghilterra e dalla Germania,
                                                                                                                    dall’impero asburgico e da zone ancor più periferiche.

                         Le opere di Galeno, Ippocrate, Teofrasto, Dioscoride, degli enciclope-
                         disti tardoantichi e bizantini, ma anche quelle dell’Aristotele greco e
                         dei suoi commentatori greci, si possono finalmente leggere in edizioni
                         accurate e libere dalle incrostazioni che vi si erano accumulate. La
                         stampa produce capolavori come l’edizione Aldina del testo greco di
                         Galeno (1525) e di Ippocrate (1526).

                         La stretta connessione tra studi di filosofia naturale e quelli medici,
                         accanto all’assenza o al ruolo minoritario delle facoltà di Teologia,
                         è una caratteristica tipica delle università italiane, che se da un lato
                         conduce all’accentuazione degli aspetti logici, filosofici e metodolo-
                         gici della medicina, rafforza dall’altro la competenza e l’impegno del                                                        Teatro anatomico dell’Archiginnasio di Bologna
                                                                                                                                                       costruito nel 1637

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CURA E COMUNITÀ - Azienda Ospedaliera di Alessandria
Quaderni dell’Ospedale

      01                                                                                                                                                                       CURA E COMUNITÀ
                                                                                                                                                                              850 anni di Ospedali
     2019
                                                                                                                                                                                    di Alessandria

                GLI OSPEDALI DA LUOGHI DI CARITÀ                                                                           GIOVANNI BATTISTA
                                                                                                                           DA MONTE
                A CENTRI DI RICERCA:
                il valore aggiunto dell’Università
                                                                                                                           Giovanni Battista Monte nacque a Verona
                                                                                                                           nel 1498 e divenne amico del pioniere
                                                                                                                           dell'anatomia Andrea Vesalio.

                                                                                                                           Egli introdusse l'esame autoptico come
                                                                                                                           mezzo per acquisire le conoscenze
                                                                                                                           anatomiche e fondò il primo "teatro
                                                                                                                           anatomico" permanente, ove Gabriele
                                                                                                                           Falloppio, Andrea Vesalio, Girolamo
                                                                                        Quello di Padova                   Fabrizio ed altri portarono a compimento i
                                                                                                                           loro studi.
                                                                                        è il più antico
                                                                                        teatro anatomico
                                                                                        stabile al mondo,
                                                                                        voluto da
                                                                                        Girolamo Fabrici
                                                                                        d'Acquapendente
                                                                                        nel 1594, è                                        GIOVANNI MARIA
                                                                                        ancora
                                                                                        perfettamente
                                                                                                                                                 LANCISI
                                                                                        conservato.
                                                                                        Può essere
                                                                                        visitato al Palazzo
                                                                                        del Bo                L’uso dell’ospedale per l’insegnamento continua per tutto il secolo
                                                                                        dell'Università
                                                                                        degli Studi di
                                                                                                              e oltre, Marco degli Oddi, medico primario all’ospedale di S. Fran-
                                                                                        Padova                cesco di Padova, e Albertino Bottoni, che tiene la prima cattedra
                                                                                                              di medicina practica straordinaria, sono incaricati di discutere in
                                                                                                              giorni prestabiliti i casi clinici in compagnia degli studenti, esempli-
                                                                                                              ficando la complessa logica della semeiotica, della prognostica e
                         Il numero degli studenti stranieri si contrasse significativamente nel               della terapeutica con casi concreti.
                         corso del Seicento, anche in seguito alle norme restrittive in mate-
                         ria religiosa imposte dopo il Concilio di Trento. Nonostante il rilievo              L’interazione fra ospedale e didattica universitaria non è però esclu-
                         di questi fenomeni, la storiografia tradizionale non ha però messo                   siva di Padova, ma si trova realizzata anche in altri centri, tra cui
                         sufficientemente in luce la funzione che le università continuarono a                Roma, Bologna e Napoli.
                         svolgere fino al Settecento di luoghi di scambio di informazioni e di
                                                                                                              Giovanni Maria Lancisi, medico romano e archiatra pontificio, let-
                         pratiche, nonché di terreno di conflitto tra visioni anatomiche, fisio-
                                                                                                              tore alla Sapienza e impegnato nella vivace vita culturale e scien-
                         logiche e patologiche divergenti e talora incompatibili.
                                                                                                              tifica della Roma di Clemente XI, nel 1715 pubblica una prolusione
                         Una novità significativa si registra a Padova nel Cinquecento: Giovanni              sull’educazione dei medici che è anche un manifesto per una nuova
                         Battista Da Monte divenne professore di pratica medica presso l’Uni-                 dislocazione degli spazi dell’insegnamento e della pratica, la Dis-
                         versità di Ferrara e dal 1539 presso quella di Padova. La sua grande                 sertatio de recta medicorum studiorum ratione instituenda. Nella
                         innovazione fu quella d’introdurre la medicina clinica nel curriculum                Dissertatio caldamente raccomanda, per un medico ‘moderno’, che
                         degli studenti di medicina, come mezzo per integrare teoria e prati-                 sia istruito nel metodo sperimentale matematico-geometrico, nella
                         ca medica. Egli era solito tenere le sue lezioni cliniche in presenza dei            chimica e nell’anatomia, nella zootomia e nella botanica, ma che
                         pazienti presso l’Ospedale San Francesco di Padova arricchendo le                    non otterrà la necessaria esperienza e forza d’animo nell’affrontare
                         osservazioni che vi svolge al letto del malato con i casi della propria              i mali dei pazienti se non attraverso una prolungata, diuturna fre-
                         pratica privata.                                                                     quentazione al letto dei pazienti riuniti in ospedale.

    16                                                                                                                                                                                         17
CURA E COMUNITÀ - Azienda Ospedaliera di Alessandria
Quaderni dell’Ospedale

      01                                                                                                                                                                                  CURA E COMUNITÀ
                                                                                                                                                                                         850 anni di Ospedali
     2019
                                                                                                                                                                                               di Alessandria

                GLI OSPEDALI DA LUOGHI DI CARITÀ
                A CENTRI DI RICERCA:                                                                un’estrema pena nella penuria de’ libri, ove tanta era l’abbondanza
                                                                                                    degl’infermi; e sì frequenti le occasioni di attentamente osservarli,
                il valore aggiunto dell’Università                                                  e di esperimentare in essi ogni rimedio»
                                                                                                                                                                                    Le collezioni consistono
                                                                                                                                                                                    in circa 19.000 volumi
                                                                                                                                                                                    (inventario in corso di
                         La distanza tra il medico physicus e il suo paziente poteva infatti                                                                                        revisione), tra cui
                         essere davvero notevole, come si evince anche dallo studio di uno                                                                                          incunaboli, circa 1600
                                                                                                                                                                                    cinquecentine,
                         dei generi medici più diffusi, quello del consulto: la pratica della                                                                                       numerose edizioni del
                         cura ‘per lettera’, il Consultum, prevedeva che il medico curante                                                                                          ‘600, del ‘700 e
                                                                                                                                                                                    dell’800 e manoscritti
                         descrivesse in dettaglio i sintomi e i segni del paziente, perché un                                                                                       risalenti ai secoli
                         collega più esperto, o più illustre, gli rispondesse proponendo a                                                                                          XIV-XIX tra cui il codice
                                                                                                                                                                                    miniato
                         sua volta una diagnosi e una terapia.                                                                                                                      “Liber Fraternitatis
                                                                                                                                                                                    Sanctis Spiritus in Saxia
                         Tra il 500 e il 600 si è anche verificata l’ascesa di un genere epi-                                                                                       de Urbe”

                         stemico, le Observationes, (raccolte di casi-storie cliniche) che
                                                                                                                        Biblioteca Lancisiana presso il Complesso Monumentale del S. Spirito a Roma
                         sono diventate una forma primaria di scrittura medica del diciot-
                         tesimo secolo. Il genere si sviluppò inizialmente come una forma
                                                                                                    La Biblioteca Lancisiana fu aperta nel 1714, ma era stata concepita
                         di auto-referenzialità da parte dei medici di corte e di città, che
                                                                                                    nei decenni precedenti, ed è un caso significativo, e in Italia qua-
                         sottolineavano il successo nella pratica, al di là dell’apprendimen-
                                                                                                    si unico, prima della fondazione della biblioteca dell’Istituto delle
                         to accademico, come elemento fondamentale della loro identi-
                                                                                                    scienze di Bologna, di raccolta libraria specializzata nei campi della
                         tà professionale. Una sorta di pubblicità “ante litteram”. Questa
                                                                                                    medicina e nelle discipline connesse.
                         enfasi senza precedenti sulla pratica, come fonte di conoscen-
                         za, è rimasta una caratteristica chiave delle Osservazioni nel suo         L’ospedale cominciava a fornire la possibilità concreta di lavorare
                         sviluppo successivo. Man mano che il genere si evolveva, l’enfasi          isolando le patologie, osservate attraverso sintomi specifici, dalle
                         iniziale sul successo terapeutico lasciò il posto a una nuova atten-       caratteristiche individuali, o ‘costituzioni’, dei singoli individui – da
                         zione alla conoscenza descrittiva della malattia attraverso l’osser-       quei dati, cioè, da cui partivano la semeiotica e la patologia tradi-
                         vazione dettagliata. L’identità autoriale proiettata dagli scrittori       zionali, di impronta umoralista, che ne avevano codificato la raccol-
                         di Observationes era sempre più quella dell’osservatore colto ma           ta, con risultati di grande virtuosismo, nel corso del Cinquecento.
                         esperto clinico, decisa a confrontare le note e condividere i suoi         Certo non è l’ospedale l’unica sede di questa lenta trasformazione,
                         casi con i colleghi membri della res publica medica. Lo sviluppo           che sposta l’attenzione dalle caratteristiche dell’individuo a quella
                         di questo genere ha contribuito al nuovo valore epistemologico             delle entità nosologiche, autonome nella loro classificazione, con
                         dell’osservazione nell’era della rivoluzione scientifica.                  uno specifico quadro sintomatico e anatomopatologico, ripetibile.

                         Intorno ai primi anni del 1700, scrivendo a Giovan Battista Morgagni,      Tuttavia, specialmente in Italia, è l’ospedale a offrire un quadro isti-
                         Lancisi gli annunciava la decisione di collocare, proprio nell’ospe-       tuzionale e un impulso decisivo a questo spostamento, che avviene
                         dale di S. Spirito, una ricca biblioteca – in parte costituita dalla       proprio attraverso la grande ‘abbondanza di infermi’ che Lancisi
                         propria raccolta personale – al servizio di medici e chirurghi: «provavo   contrappone alla penuria dei libri.

    18                                                                                                                                                                                                          19
Quaderni dell’Ospedale

      01                                                                                                                                                                  CURA E COMUNITÀ
                                                                                                                                                                         850 anni di Ospedali
     2019
                                                                                                                                                                               di Alessandria

                GLI OSPEDALI DA LUOGHI DI CARITÀ
                A CENTRI DI RICERCA:                                                                    De sedibus et causis morborum per anatomen indagatis. È una
                                                                                                        delle opere più celebri ed importanti della storia della medicina che
                il valore aggiunto dell’Università                                                      pose le basi di un nuovo sistema fondato su un rigoroso metodo in
                                                                                                        modo tale che la patologia poté finalmente diventare una scienza
                                                                                                        sperimentale.
                         Il rilancio dell’istituzione ospedaliera nel Settecento non venne quindi
                         dalla carità ma dalla scienza: la rivoluzione partì dalla «clinica» e cioè
                         da una impostazione dell’assistenza e della cura al malato come studio
                         delle affezioni morbose in un quadro nosocomiale complessivo affidato
                         alla diretta ispezione medica che ricercasse le radici del male senza
                         limitarsi a curare gli effetti. Premessa per questo rinnovamento della
                         medicina erano l’analisi del corpo attraverso sistematiche indagini
                         anatomiche su cadaveri, il confronto sui metodi di cura, una migliore
                         analisi chimica delle materie prime costituenti i medicamenti e delle
                                                                                                        Il titolo stesso riassume l’essenza del metodo anatomo-clinico: morbus
                         esalazioni e manifestazioni morbose dei malati stessi. Necessario ed
                                                                                                        è il quadro clinico presentato dal paziente; causis per anatomen
                         indispensabile si presentava cosi il collegamento fra l’insegnamento
                                                                                                        indagatis è l’alterazione organica dimostrata dall’esame autoptico.
                         delle discipline mediche e chirurgiche con la pratica nosocomiale; e
                         ciò comportò una classificazione dei morbi progressivamente sem-               La rivoluzione effettuata da Giovanni Battista Morgagni consiste
                         pre maggiore, con raggruppamenti il piu possibile omogenei, e una              nella ricerca delle alterazioni, nello studio delle sedi e delle cause
                         maggiore cura per la ventilazione e l’igiene generale delle corsie, alla       dei mali, quali solo l’anatomia sa rintracciare e dimostrare: la com-
                         cui inadeguatezza si imputavano le frequenti febbri e affezioni mor-           pletezza del “De sedibus”, ritenuto “il libro” dell’anatomia clinica e
                         bose che colpivano, a volte mortalmente, i ricoverati.                         non solo patologica, risiede nel fatto che Morgagni si servì non solo
                                                                                                        di 60 anni di esperienza personale, ma anche di osservazioni di pre-
                         Apparve cosi indispensabile separare nettamente dagli altri ricove-
                                                                                                        decessori e contemporanei.
                         rati le donne gravide e le partorienti, i folli e gli insani; sembrò inoltre
                         opportuno avere a disposizione sale separate per eseguire le opera-            L’ospedale si conferma così come la sede di ricerche di punta, cor-
                         zioni chirurgiche, evitando di farle al letto stesso del malato. Queste        roborate e incoraggiate da una struttura istituzionale forte, che
                         considerazioni non potevano mancare di influenzare direttamente i              consente di passare dal paziente individuale a una visione più am-
                         numerosi lavori che dalla metà del settecento si fecero in molti ospe-         pia, in cui i casi sono numerosi e registrati, in cui la generalizzazione
                         dali della penisola, anche in relazione al fatto che il progressivo au-        sulla malattia comincia ad affiancarsi a una visione del corpo ‘so-
                         mento della popolazione cittadina rendeva del tutto insufficienti i            lidista’ più che umoralista, e in cui un’anatomia che si concentra di
                         vecchi nosocomi. Oltre a rimaneggiamenti per la costituzione di più            preferenza sul patologico piuttosto che sul normale apre la strada
                         efficienti farmacie e locali di amministrazione, progetti di rammoder-         a quella che è stata considerata la “rivoluzione di Morgagni”, e che
                         namento delle infermerie vennero, se non attuati, almeno predisposti           forse è stata in verità soprattutto la sistematizzazione di una lenta,
                         per quasi tutti i più importanti ospedali italiani.                            faticosa ricerca delle generazioni di curanti – medici e chirurghi –
                                                                                                        che l’hanno preceduta.

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Quaderni dell’Ospedale

      01                                                                                                                                                                 CURA E COMUNITÀ
                                                                                                                                                                        850 anni di Ospedali
     2019
                                                                                                                                                                              di Alessandria

                GLI OSPEDALI DA LUOGHI DI CARITÀ
                A CENTRI DI RICERCA:                                                                 A mio avviso è superata da tempo la dicotomia secolare tra “theorica,
                                                                                                     o speculativa” a carico degli universitari e “practica” prerogativa
                il valore aggiunto dell’Università                                                   degli ospedalieri. Esiste tuttavia, ancora una traccia di questa dif-
                                                                                                     ferenza, che consente di distinguere, anche se a tinte meno nette,
                                                                                                     un connotato di maggiore propensione alla speculazione ed alla
                         Questa rivoluzione ha visto cooperare e nel contempo trasformarsi           ricerca, soprattutto a quella di base o traslazionale, da parte del
                         due entità, l’Ospedale che da mero ricovero per malati ed indigenti si      professore universitario, rispetto ad una maggiore, ed in alcuni casi
                         trasforma in una fonte di casistica utile alla scienza ed alla sperimen-    esclusiva, propensione alla clinica da parte dell’ospedaliero.
                         tazione, l’Università che dalla turris eburnea si cala nella “palestra-o-
                         spedale” portando il contributo di conoscenza di altre discipline ed il     Questi due ambiti possono tuttavia convivere felicemente in figure
                         metodo critico e acquisendo conoscenza sul paziente e dal paziente.         di professori clinici che manifestano entrambe le qualità, talvolta
                                                                                                     con risultati davvero sorprendenti.
                         Il contagio delle idee, parola d’ordine del nostro Ateneo che io ho
                         proposto come Leitmotiv della mia visione dell’ Università del Pie-         La vera, utilissima, funzione dell’Università, nell’ambito della sanità,
                         monte Orientale, è il motore di questa complementarietà. Parola             non è semplicemente riconducibile al valore di questa nella propen-
                         d’ordine che desidero venga estesa a quante più discipline universi-        sione alla ricerca ma essenzialmente nella capacità di ammaestra-
                         tarie possibile in modo da arricchire di idee e contenuti una cultura       mento alla ricerca, come diffusione e pratica del metodo scientifico.
                         universitaria che, come nell’ospedale, a causa delle iper-specializza-      La conoscenza e la pratica quotidiana del metodo scientifico nella
                         zioni, rischia di perdere di vista il necessario olismo dell’uomo e della   ricerca sono il vero valore aggiunto dell’università in ambito clinico.
                         natura.
                                                                                                     Amo sempre ricordare ai miei allievi, studenti o specializzandi che
                                                                    UNIVERSITAS
                                                                                                     siano, che la sperimentazione di laboratorio condotta con meto-
                                                                                     HOSPITALIS
                                                                                                     do rigoroso è il miglior maestro per una buona clinica, per alcune
                                                                                                     banali ma fondamentali ragioni: consente, anzi obbliga il ricercato-
                                                                                                     re a fare i conti con il fallimento di un esperimento, lo costringe a
                                                                                                     mettere alla prova di revisori i propri risultati e quindi lo abitua alle
                                                                                                     sconfitte o alle sorprese di risultati inattesi ed alla necessità che si
                                                                                                     debba mettere in discussione il presupposto sul quale si fondava il
                                                                                                     proprio esperimento costringendolo a mutare i propri paradigmi,
                                                                                                     inoltre abitua o meglio impone al ricercatore di collaborare per av-
                                                                                                     valersi degli studi o delle maestrie dei colleghi.
                         Qual è dunque il valore aggiunto, odierno, se esiste, della Scuola di
                         Medicina o meglio, dell’Università, nell’ambito della sanità?               Questo genera nel futuro medico propensione alla critica sui propri
                                                                                                     e sugli altrui risultati clinici ed alla accettazione dei propri limiti ol-
                         In un mondo ospedaliero in continua evoluzione e costantemente
                                                                                                     tre che alla maggiore attitudine alla collaborazione con altri medici
                         legato alle innovazioni ed alle scoperte scientifiche e ormai sempre
                                                                                                     e ad una più ordinata condotta clinica, rispettosa di alcune regole
                         più frequentemente dedito anche alla ricerca, esiste ancora un ruolo
                                                                                                     auree come quella che a fronte di un insuccesso terapeutico occorra
                         distintivo dell’Università?

   22                                                                                                                                                                                    23
Quaderni dell’Ospedale

      01                                                                                                                                                                                        CURA E COMUNITÀ
                                                                                                                                                                                               850 anni di Ospedali
     2019
                                                                                                                                                                                                     di Alessandria

                GLI OSPEDALI DA LUOGHI DI CARITÀ
                A CENTRI DI RICERCA:                                                                                     La miglior lezione rimane quella al letto del malato sul quale lo
                                                                                                                         studente viene condotto ad apprendere il metodo clinico e attra-
                il valore aggiunto dell’Università                                                                       verso il quale il professore può tramettere la propria esperienza e
                                                                                                                         la propria conoscenza allo studente. Spesso purtroppo la frenesia
                                                                                                                         dell’attività di corsia dei nostri ospedali mal si adatta con la neces-
                         cambiare una sola variabile alla volta o quella, banale se vogliamo, di                         saria serenità dell’insegnamento clinico che richiede tempo, pazien-
                         mettere in discussione il dato di laboratorio conoscendo le fallacie dei                        za e anche maggior dispendio di risorse, sia umane che materiali.
                         metodi e degli strumenti di analisi.

                         I grandi ospedali universitari si sono dotati di centri di ricerca di base
                         all’interno o nei pressi delle loro mura, ci sono esempi illustri. Questo
                         serve sia a mantenere un forte collegamento tra gli insegnamenti co-
                         siddetti pre-clinici con quelli clinici ma soprattutto a consentire lo svi-
                         luppo della ricerca di base che è motore di ogni scoperta scientifica.

                                                                            AZIENDA
                                                                          OSPEDALIERO-
                                                                          UNIVERSITARIA

                                                                                           Il D.Lgs. 517/1999,
                                                                                           tuttora vigente, norma i
                                                                                           rapporti tra SSN e
                                                                                           università, riunificando in
                                                                                           un unico modello,
                                                                                                                         Di quanto poi sia “utile o utilitaristico” avere l’Università all’interno di un
                                                                                           l’Azienda ospedaliero–
                                                                                           Universitaria (AOU), le
                                                                                                                         Ospedale ho già detto in altre occasioni, ricordo solo in sommi capi,
                                                                                           funzioni di assistenza,
                                                                                           ricerca e didattica.          per brevità, che la presenza di giovani in formazione, sia studenti
                                                                                                                         che specializzandi, determina un circolo virtuoso nei medici che si
                                                                                                                         vedono costretti a ri-studiare se non altro per saper rispondere alle
                         Esiste inoltre un altro grande valore aggiunto che si potrebbe para-                            innumerevoli domande ed angosce degli studenti, incrementa la ri-
                         frasare come l’uovo di colombo: la necessità ineluttabile, da parte                             cerca e la produttività della stessa, porta a maggiori possibilità e a
                         del professore universitario, di dover studiare e rimanere aggiornato                           maggiore acquisizione di fondi per la ricerca ed alla fidelizzazione
                         finalizzando la propria preparazione non solo al mantenimento o al                              delle giovani leve, creando l’ambiente della scuola.
                         miglioramento delle conoscenze ma anche alla divulgazione del sa-
                                                                                                                         Gli aspetti negativi sono solo due, i costi che aumentano, e la pre-
                         pere. Questo esercizio non è banale poiché costringe il professore a
                                                                                                                         senza degli universitari che dopo gli entusiasmi iniziali, non si sa
                         dover capire per essere in grado di spiegare.
                                                                                                                         ancora per quale ragione, vengono inesorabilmente a perdere i loro
                         Un grande giornalista, di cui non ricordo il nome, nel tentativo, in-                           connotati positivi.
                         fruttuoso, di difendere la categoria dei professori universitari sulle
                         pagine di un illustre quotidiano, affermava di non comprendere “l’a-
                         credine con la quale vengono criticati i Professori Universitari che, in
                         fin dei conti, sono soggetti pacati, che tengono dotte e spesso com-
                         prensibili lezioni”.

   24                                                                                                                                                                                                           25
Quaderni dell’Ospedale

      01                                                                                                                                                                                        CURA E COMUNITÀ
                                                                                                                                                                                               850 anni di Ospedali
     2019
                                                                                                                                                                                                     di Alessandria

                         BIBLIOGRAFIA
                         G.G. Gilino, La relazione ai deputati dell’Ospedale di Milano (1508), rist. dell’ed. in    S. De Renzi, “A fountain for the thirsty” and a bank for the Pope: charity, confli-
                         volgare a cura di S. Spinelli, Milano 1937.                                                cts and medical careers at the hospital of Santo Spirito in seventeenth-century
                                                                                                                    Rome, in Health care and poor relief in counter-reformation Europe, ed. O. Grell,
                         F. Imperato, Discorsi intorno all’origine, regimento e Stato della Gran Casa della         A. Cunningham, J. Arrizabalaga, London-New York 1999, pp. 102-31.
                         Santissima Annunziata di Napoli, Napoli 1629.
                                                                                                                    N. Terpstra, Competing visions of the state and social welfare: the Medici dukes,
                         G. Balestra, Gli accidenti più gravi del mal contagioso osservati nel Lazzaretto           the Bigallo magistrates, and local hospitals in sixteenth-century Tuscany, «Re-
                         all’Isola con la specialità de’ medicamenti profittevoli, esperimentati per lo spatio      naissance quarterly», 2001, 54, 4, pp. 1319-55.
                         di sette mesi, Roma 1657.
                                                                                                                    O. Keel, L’avènement de la médecine clinique moderne en Europe, 1750-1815:
                         B. Genga, Anatomia chirurgica cioè Istoria anatomica dell’ossa, e muscoli del              politiques, institutions et savoirs, Genève-Montréal 2002.
                         corpo humano, con la descrittione de vasi piu riguardeuoli che scorrono per le
                         parti esterne, & un breue trattato del moto, che chiamano circolatione del san-            I. MacLean, Logic, signs and nature in the Renaissance. The case of learned me-
                         gue, Roma 1672.                                                                            dicine, Cambridge 2002.

                         Th. Bartholin, De peregrinatione medica, Hafniae 1674.                                     M. Garbellotti, Ospedali e storia nell’Italia moderna: percorsi di ricerca, «Medici-
                                                                                                                    na e storia», 2003, 6, pp. 115-38.
                         C.B. Piazza, Eusebologion. Euseuologio romano […], Roma 1699.
                                                                                                                    J. Henderson, The Renaissance hospital. Healing the body and healing the soul,
                         G.M. Lancisi, Dissertatio de recta medicorum studiorum ratione instituenda,                New Haven-London 2006.
                         Roma 1715.
                                                                                                                    S. Cavallo, Artisans of the body in early modern Italy: identities, families and
                         G.G. Pescaglia, In lode del signore Sebastiano Fuini da Loreto, chirurgo sostituto         masculinities, Manchester 2007.
                         decano nel Ven. arciospedale di S. Spirito in Sassia di Roma. Canzone dedicata
                         all’Illustriss., e Reverendiss. Signore Monsignore Gio. Maria Lancisi […], Roma 1718.      The impact of hospitals, 300-2000, ed. J. Henderson, P. Horden, A. Pastore,
                                                                                                                    Bern 2007.
                         V. Magnati, Teatro della carità istorico, legale, mistico, politico in cui si dimostrano
                         le opre tutte della Real Casa Santa degl’Incurabili, Venezia 1729.                         M. Conforti, S. De Renzi, Sapere anatomico negli ospedali romani. Formazione
                                                                                                                    dei chirurghi e pratiche sperimentali (1620-1720), in Rome et la science moder-
                         Delli tumori preternaturali dettati dal Ecc.mo Sig.r Bernardino Genga chirurgo             ne, éd. A. Romano, Rome 2008, pp. 433-72.
                         celeberrimo in Roma scritti da me Agostino Cencelli l’An. MDCXCII, London, Wel-
                         lcome Library, ms. 2494-2495.                                                              G. Pomata, Sharing cases: the observationes in early modern medicine, «Early
                                                                                                                    science and medicine», 2010, 3, pp. 193-236.
                         Regolamento dei regi spedali di Santa Maria Nuova e di Bonifazio, Firenze 1789;
                         poi a cura di E. Diana, M. Geddes da Filicaia, Firenze 2010.                               Aurora Scotti, malati e strutture ospedaliere dall’età dei lumi all’Unità. Storia
                                                                                                                    d’Italia, annali 7 Malattia e Medicina. ed. Einaudi pp 235-247.
                         P. Pericoli, L’ospedale di S. Maria della Consolazione di Roma dalle sue origini ai
                         nostri giorni, Imola 1879.                                                                 M. Conforti - Il Contributo italiano alla storia del Pensiero – Scienze (2013)
                                                                                                                    Ospedali, universita e medicina http://www.treccani.it/enciclopedia/univer-
                         C. da Langasco, Gli ospedali degli Incurabili, Genova 1938.                                sita-e-medicina-ospedali_%28Il-Contributo-italiano-alla-storia-del-Pensie-
                                                                                                                    ro:-Scienze%29/
                         J.J. Bylebyl, The school of Padua: humanistic medicine in the sixteenth century,
                         in Health, medicine and mortality in the sixteenth century, ed. Ch. Webster, Cam-          M. Foucault Nascita della clinica, una archeologia dello sguardo medico. Edi-
                         bridge 1979, pp. 335-70.                                                                   zioni Einaudi, 1998.

                         R. Grégoire, Servizio dell’anima e del corpo nell’ospedale romano di Santo Spiri-          G. Cosmacini, L’arte lunga. La storia della medicina dall’antichità a oggi, Laterza
                         to (1623), in Ricerche per la storia religiosa di Roma, 3° vol., a cura di L. Fiorani,     2009, pp. 118,120.
                         Roma 1979, pp. 221-54.
                                                                                                                    G. Pomata, Sharing Cases: The Observationes in Early Modern Medicine Early
                         A. Wear, Explorations in Renaissance writings on the practice of medicine, in The          Science and Medicine Vol. 15, No. 3 (2010), pp. 193-236 (44 pages)
                         medical Renaissance of the sixteenth century, Cambridge 1985, pp. 118-45.

                         J.J. Bylebyl, Teaching methodus medendi in the Renaissance, in Galen’s mehod of
                         healing, ed. F. Kudlien, R.J. Durling, Leiden 1991, pp. 157-89.

   26                                                                                                                                                                                                           27
Quaderni dell’Ospedale

      01
     2019

                         Atti del convegno                 MEDICI E LUOGHI DI CURA AD
                                                           ALESSANDRIA:
                         CURA E COMUNITÀ                   una storia di 850 anni
                         850 anni di Ospedali di
                                                           Roberto Livraghi, Direttore di Palazzo Monferrato
                         Alessandria
                         14 gennaio 2019
                                                   Focus dell’incontro:

                                                               Il testo che segue costituisce una sorta di sintetica
                                                               introduzione alla storia dei luoghi di cura della città
                                                               di Alessandria. Una rassegna di notizie che, doven-
                                                               dosi collocare all’interno di un convegno a più voci,
                                                               si impone particolari limiti di spazio e cronologici.
                                                               Per quanto riguarda il primo ambito, quello delle esigenze di
                                                               spazio, occorre precisare che ciascuno degli aspetti trattati me-
                                                               riterebbe un approfondimento da condurre sia per via bibliogra-
                                                               fica (a partire dalle fonti indicate in bibliografia), sia, soprattutto
                                                               per via archivistica, utilizzando le basi documentarie conserva-
                                                               te nell’archivio storico dell’Ospedale (in gran parte depositato
                                                               presso l’Archivio di Stato di Alessandria).

                                                               Per quel che concerne i limiti cronologici, l’esposizione riguarda
                                                               soltanto il periodo di sei secoli che va dalla fondazione della
                                                               città (la cui data di nascita, come è noto, è convenzionalmente
                                                               fissata al 1168) fino alla costruzione del nuovo ospedale cittadi-
                                                               no negli anni novanta del XVIII secolo. Con l’Ottocento, infatti,
                                                               muta profondamente anche la concezione delle cure e i pro-
                                                               gressi della scienza medica definiscono un nuovo orizzonte che
                                                               sarà trattato da altre relazioni nel corso della presente giornata.

   28                                                                                                                                    29
Quaderni dell’Ospedale

      01                                                                                                                                                                    CURA E COMUNITÀ
                                                                                                                                                                           850 anni di Ospedali
     2019
                                                                                                                                                                                 di Alessandria

               LA MEDICINA IN ALESSANDRIA
               dalla fondazione al Concilio di                                                           Il più antico di questi ospedali, secondo il Ghilini, fu quello di
                                                                                                         Sant’Antonio in Bergoglio, fondato forse fin dal 1295 insieme alla
               Trento (1168-1565).                                                                       chiesa omonima presso la porta delle Vigne da Giannino Guasco,
                                                                                                         esponente di una eminente famiglia del quartiere. Fu successiva-
                                                                                                         mente affidato ai Canonici di Sant’Antonio di Vienne, specialisti nel-
                         Sostanzialmente scarse sono le notizie sulla situazione della medi-
                                                                                                         la cura del “fuoco sacro”.
                         cina in Alessandria nei primi quattro secoli della sua storia. Eppure
                         la vitalità delle istituzioni sanitarie (ne sono note poco meno di una          Degli altri due ospedali borgogliesi non si conosce la data di fonda-
                         dozzina) e l’azione dei medici (i primi nomi risalgono alla metà del            zione: quello di San Giovanni passò a metà Quattrocento tra i beni
                         Quattrocento) dovettero essere molto sviluppate.                                della “mensa vescovile”, cioè del patrimonio immobiliare a disposi-
                                                                                                         zione del vescovo; quello di San Cristoforo nel 1566 ebbe i propri beni
                         La più antica informazione documentaria disponibile risale alla metà
                                                                                                         utilizzati per finanziare l’ampliamento di un altro ospedale cittadino.
                         del XIV secolo, quando un catalogo di chiese esistenti in città nelle
                         due date del 1350 e del 1355 riporta cinque “chiese di spedale”, cioè           Nei cataloghi di metà Trecento non compare una sede ospedaliera
                         edifici religiosi con annesso un ospedale (precisando subito che il             di grande importanza storica, l’ospedale di San Giacomo di Altopascio,
                         concetto di “ospedale” a metà del Trecento coincideva più con quel-             fondato nel 1335 da Guglielmo Gambarini nel quartiere di Maren-
                         lo di “xenodochium”, cioè luoghi di sosta e ristoro per pellegrini, che         go, nell’area ove è collocata attualmente la casa di riposo di corso
                         con quello di sede per la cura delle malattie). Di modeste dimensioni,          Lamarmora. Questo ospedale di San Giacomo, rimasto per quat-
                         difficilmente potevano accogliere più di otto-dieci ospiti.                     trocento anni di patronato della famiglia Gambarini, fu trasformato
                                                                                                         nel 1777 in un “ospedale per pazzerelli”, l’antenato del manicomio.
                                                  Le chiese registrate nel catalogo (conservato          Nel 1881 fu trasferito nella nuova sede di via Venezia, mantenendo
                                                  presso l’Archivio Capitolare della Cattedrale          la denominazione di San Giacomo.
                                                  e noto al Chenna, che lo commentò) sono: la
                                                                                                         Altro ospedale trecentesco è sicuramente quello di San Bartolomeo
                                                  ecclesia Sancti Lazari de Marengo; l’ecclesia
                                                                                                         dei Pellegrini, fondato nel 1389 da Fiorino Castellani de’ Merlani, la
                                                  Sancti Cristophori de porta Januae o Januensis
                                                                                                         cui famiglia ne conservò il patronato fino al 1773. L’edificio si tro-
                                                  (chiamata anche xenodochium et rectoriam
                                                                                                         vava nel quartiere Marengo, nell’attuale via Parma, sul lato sinistro
                                                  Sancti Cristophori extra portam genuensem)
                                                                                                         dell’allora chiesa di San Marco.
                                                  di patronato della famiglia Dal Pozzo; l’ecclesia
                                                  Sancti Joannis de porta Alexii; l’ecclesia Sancti      Di fondazione più tarda, risalente al 1575, l’ospedale di San Giacomo
                                                  Cristophori de Bergolio (chiamata anche                degli Spagnoli, istituito ad Asti nel 1546 e trasferito trent’anni dopo
                                                  hospitale S. Cristophori); l’ecclesia Sancti Antonii   in Alessandria. Questo secondo ospedale di San Giacomo, situato
                                                  de Bergolio. Le ultime tre facevano parte del          nell’attuale via Trotti, tra via Legnano e via Bergamo, era militare,
                                                  quartiere di Bergoglio.                                riservato cioè ai soldati di nazionalità spagnola (in una visita pastorale

  30                                                                                                                                                                                        31
Quaderni dell’Ospedale

      01                                                                                                                                                                 CURA E COMUNITÀ
                                                                                                                                                                        850 anni di Ospedali
     2019
                                                                                                                                                                              di Alessandria

               LA MEDICINA IN ALESSANDRIA
               dalla fondazione al Concilio di                                                       L’ospedale di Sant’Antonio, anch’esso in Rovereto ma posto nell’at-
                                                                                                     tuale via Treviso, è già ricordato in atti di fine Quattrocento. Era for-
               Trento (1168-1565).                                                                   se il più importante tra gli ospedali cittadini del XVI secolo e in esso
                                                                                                     venne incorporato intorno al 1566 l’ospedale di San Biagio.

                         del 1584 si legge che il vescovo vi trovò “multi hispani iacentes in                                 La ristrutturazione durò circa un quinquennio
                         lectis”). Ai primi del Seicento il dottor Francisco Garcilopez, medico                               dal 1566, primo anno di pontificato del papa
                         regio, aveva il titolo di conservatore di questo ospedale, che venne                                 alessandrino Pio V Ghislieri, al 1570.
                         trasferito in cittadella nel 1782, assumendo la nuova denominazione
                                                                                                                              Fu finanziata con una concessione di indul-
                         di “Beato Amedeo di Savoia”.
                                                                                                                              genze voluta dal pontefice e con i redditi
                         L’elenco delle chiese ospedaliere dovrebbe in realtà contemplarne                                    della chiesa e ospedale di San Cristoforo
                         altre, non citate nel catalogo perché non in possesso di un ricono-                                  in Bergoglio e della chiesa di San Siro degli
                         scimento ufficiale pontificio. Ad esse si deve comunque aggiungere                                   Umiliati.
                         nei decenni finali del XVI secolo almeno la chiesa della Confraternita
                         della SS. Trinità, per la quale si dispone del contratto di costruzione     Altri ospedali speciali venivano attivati in caso di epidemie perico-
                         di un “hospitale” nel chiostro della stessa. Il contratto viene stipulato   lose, principalmente allo scopo di impedire il contagio. Tra questi, i
                         dai confratelli con il capomastro Alessandro Amarotto il 17 giugno          lebbrosari (posti sotto la protezione di San Lazzaro); i lazzaretti (ne
                         1587. Quest’ospedale, che si trovava nel quartiere Gamondio, nell’at-       è testimoniato uno intorno a metà XIV secolo nel quartiere di Ma-
                         tuale via Alfieri, veniva anche chiamato dei Santi Giacomo e Filippo        rengo), gli ospedali degli incurabili (in una prima fase solo i sifilitici)
                         degli Spandonari (quindi di patronato dell’antica famiglia cittadina        che ad Alessandria diedero origine a inizio Ottocento all’Opera Pia
                         che portava questo nome).                                                   Incurabili. Infine, vanno ricordati gli ospizi per le convertite (ovvero
                                                                                                     le prostitute che abbandonavano la loro professione): un istituto
                         Il panorama dei nosocomi alessandrini deve essere completato con i due
                                                                                                     di questo genere fu creato in città nel 1579 su legato Thorez e poi
                         dalla cui unione nacque in epoca tridentina lo “Spedal Grande”, antenato
                                                                                                     trasformato in “orfanotrofio di Santa Marta”.
                         del nostro ospedale: quello di San Biagio e quello di Sant’Antonio.
                                                                                                     Il binomio assistenza-sanità, in cui il primo termine prevale – non solo
                         L’ospedale di San Biagio, già documentato in un atto del 1353, era
                                                                                                     perché la malattia è vista anzitutto come malattia dello spirito, ma an-
                         situato nel quartiere Rovereto e occupava l’angolo nord-ovest dell’i-
                                                                                                     che perché gli strumenti della medicina non possono quasi nulla – resta
                         solato posto all’incrocio delle attuali vie Milano e Verona: ospitava
                                                                                                     la chiave di volta della storia di quest’ospedale (G. Massobrio, 1991).
                         soltanto ricoverati maschi. Venne abbattuto nel 1579: al suo posto
                         sorse la chiesa dell’Annunziata, affidata ai Gesuiti che poco distante      L’ospedale è visto per secoli come “il luogo ove si va per morire”.
                         costruirono anche il loro convento e il collegio.                           Ma è anche il luogo ove far convergere la beneficenza pubblica e

   32                                                                                                                                                                                    33
Quaderni dell’Ospedale

      01                                                                                                                                                              CURA E COMUNITÀ
                                                                                                                                                                     850 anni di Ospedali
     2019
                                                                                                                                                                           di Alessandria

               LA MEDICINA IN ALESSANDRIA
               dalla fondazione al Concilio di                                                         provvedimenti necessari a contenere il contagio della peste. È le-
                                                                                                       cito pensare che atti di questo genere siano stati assunti con una
               Trento (1168-1565).                                                                     certa frequenza nei secoli XV, XVI e XVII.

                                                                                                       Risale invece a metà del Cinquecento la testimonianza dell’esisten-
                         privata come mezzo di espiazione di peccati individuali e collettivi:         za di un organismo di rappresentanza corporativa della classe me-
                         dotare l’ospedale, farlo erede e beneficiario nel testamento, legargli        dica. Nel 1567, infatti, il re di Spagna Filippo II approvò gli statu-
                         beni e rendite costituisce un uso corrente dei ceti abbienti.                 ti del “Collegio professionale dei medici di Alessandria”, sorto in
                                                                                                       quell’anno, in concomitanza con la fondazione dello Spedal Grande.
                         In questo modo l’ospedale viene ad essere un soggetto economico
                                                                                                       Il Collegio, di cui conosciamo gli Statuti in un’edizione del 1640,
                         di primaria importanza nella vita sociale della città e del territorio. La
                                                                                                       era l’organismo professionale che regolava l’attività dei “doctorum
                         crescita della sua importanza tra Sei e Settecento appare continua e
                                                                                                       physicorum”: nello Stato di Milano simili collegi esistevano a Milano,
                         inarrestabile.
                                                                                                       Novara, Pavia e Alessandria.
                         E la classe medica? La vicinanza dell’ateneo pavese, ove fin dal 1361 era
                         attiva una fiorente scuola medica – e dal 1386 quella chirurgica - non
                         poteva non avere riflessi sulla formazione dei professionisti cittadini
                         della medicina, specialmente ove si consideri che nei primi due secoli
                         del millennio l’esercizio di tale disciplina era libero.

                         Il Ghilini nei suoi Annali di Alessandria riporta i nomi di illustri medici
                         alessandrini attivi tra la metà del Quattrocento e i primi anni del
                         Cinquecento. Tra questi: Antonio Ferrari, che guarì da una grave ma-
                         lattia il duca Francesco Sforza; Giovanni Berruti, che esercitò in Ales-
                         sandria, guadagnandosi l’esenzione dalle imposte; Guglielmo Nizia,
                         Lanzarotto Claro e Francesco Panizoni, che godettero dello stesso
                         privilegio; Luchino Santi, che fu definito “dottore espertissimo” atti-
                         vo in Alessandria; Bernardino Scribani, che fu “eccellentissimo me-
                         dico, poeta, filosofo e teologo”; Girardo de Berneriis, che fu “medico
                         egregio e pubblico lettore all’Università di Pavia” e autore di un breve
                         trattato sulla peste.

                         Il 9 luglio 1500 fu istituito in Alessandria una sorta di “ufficio di sa-
                         nità”, composto da 4 membri del Consiglio generale per adottare i

   34                                                                                                                                                                                 35
Quaderni dell’Ospedale

      01                                                                                                                                                               CURA E COMUNITÀ
                                                                                                                                                                      850 anni di Ospedali
     2019
                                                                                                                                                                            di Alessandria

               LO SPEDAL GRANDE DI VIA TREVISO
               e le Opere Pie annesse (1566-1790).                                                 Nel 1584 fu creata una Congregazione generale, presieduta dal
                                                                                                   vescovo o dal suo vicario, e sottoposta al controllo pontificio.
                                                                                                   Quest’organo amministrativo aveva sede presso il palazzo vescovi-
                                                                                                   le e, dal numero dei suoi componenti, veniva anche chiamato “Con-
                                                                                                   gregazione dei Quaranta”. Essa procedeva ogni anno ad eleggere la
                         Lo Spedal Grande intitolato ai Santi Antonio e Biagio nasce tra il
                                                                                                   Congregazione dell’Ospedale, composta da un Priore (di solito un
                         1566 e il 1567. La doppia dedica rispondeva a una logica precisa: porre
                                                                                                   medico del Collegio cittadino) e da quattro deputati o regolatori. I
                         l’ospedale, e quindi la città dei sofferenti, sotto la protezione dei
                                                                                                   compiti della Congregazione dell’ospedale erano molteplici e inte-
                         due principali santi della pietà medievale. La creazione dello Spedal
                                                                                                   ressavano sia il campo amministrativo sia quello sanitario, assisten-
                         Grande avviene negli anni di pontificato e su sollecitazione di Pio V.
                                                                                                   ziale e anche religioso.

                                                                                                   Nel 1589 la Congregazione compilò un regolamento (“Ordini stabili-
                                                                                                   ti per il buon funzionamento del Ven. Hospitale di S. Antonio e S. Bia-
                                                                                                   gio della Città di Alessandria”), poi rivisto nel 1616 (“Ordini riformati
                                                                                                   …”) a seguito dell’ampliamento dei compiti dell’ospedale. Quest’ul-
                                          SANTI                                                    timo documento nella sostanza rimase in vigore fino al 1873. Figure
                                                                                                   fondamentali per il funzionamento dell’ospedale erano il “Maggior-
                                       ANTONIO                                                     domo” e la “Governatrice”; il personale amministrativo comprendeva

                                       E BIAGIO                                                    il “Fattore generale”, il “Ragionato”, il “Thesoriero, ossia Cassiero”, il
                                                                                                   cancelliere, l’avvocato, il procuratore, il notaio e lo scrivano. Il perso-
                                                                                                   nale sanitario era composto da “un Medico, un Cirugico e uno Spe-
                         L’ospedale occupava un intero                                             tiaro”. Il Cappellano o Rettore, era eletto dal vescovo, dal priore e dai
                         isolato di circa 6.000 mq tra le                                          deputati. Nel 1589 lo Spedal Grande aveva 19 dipendenti per circa 30
                         attuali vie Treviso (ove sorgeva                                          posti letto.
                         l’ingresso principale), via Vochie-
                         ri, corso Virginia Marini e largo Vi-
                         cenza. Era dotato di una piccola
                         chiesa presso la quale aveva sede
                         una confraternita laicale istituita
                         nel 1585 “per compiere opere di
                         pietà e misericordia verso i poveri
                         ricoverati”.

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