Consiglio Nazionale dei Geologi - 30 gennaio 2019

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Consiglio Nazionale dei Geologi - 30 gennaio 2019
Consiglio Nazionale dei Geologi

        30 gennaio 2019
Consiglio Nazionale dei Geologi - 30 gennaio 2019
Gas radon in tribunale a Isernia, esperti a confronto per
trovare soluzioni
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soluzioni/
Gas radon in tribunale a Isernia, esperti a confronto per trovare soluzioni Domani il nuovo vertice convocato da Di
Giacomo a cui prenderanno parte anche due geologi. Archivio ancora off limits in Attualità — di Ppm — 29 gennaio
2019 Trovare una soluzione adeguata a risolvere le criticità legate alla presenza di gas radon nei locali del piano
seminterrato che ospitano gli archivi del tribunale di Isernia. Prezioso in tal senso il contributo degli esperti ed è
per questo che alla riunione indetta per domani mattina a Palazzo di Giustizia, il presidente Vincenzo Di Giacomo
ha invitato anche il vice presidente e coordinatore della Commissione Ambiente del Consiglio Nazionale dei Geologi
Vincenzo Giovine, considerato tra i massimi esperti in campo nazionale in materia di radon. Insieme a lui sarà
presente al summit il geologo molisano (past president dell’Ordine dei Geologi del Molise) Domenico Angelone.
Alla riunione, presieduta da Di Giacomo, parteciperanno tra gli altri il procuratore capo Carlo Fucci, il presidente
dell’Ordine degli Avvocati Maurizio Carugno, il prefetto Cinzia Guercio, il sindaco Giacomo D’Apollonio, i
responsabili dell’Arpa, dell’Asrem, dei Vigili del Fuoco e dei sindacati. Dopo un primo incontro, tenuto venerdì
scorso, domani si farà il punto sulla situazione e si stabiliranno le cause, ma anche i rimedi ai fini dell’immediata
risoluzione del problema. Infatti, secondo la Relazione depositata dall’Arpa su richiesta del Presidente del
Tribunale, si è accertato che negli archivi del Palazzo di Giustizia della città molisana la concentrazione annua di
radon è superiore al limite dei 500Bq/m3 consentito e previsto dal D.Lgs 241/200, essendo risultata pari a 761
Bq/m3. «La riunione – spiega in una nota l’Ordine dei Geologi – sarà quindi anche un’occasione per suggerire
analoghe soluzioni anche in tutte le consimili situazioni nelle quali versino immobili pubblici e privati, a livello sia
locale che in ambito nazionale. Il radon è un gas nobile radioattivo naturale che deriva dal decadimento dell’uranio,
si trova in natura in piccole quantità nel suolo e nelle rocce, è incolore, insapore e inodore. Per porre l’attenzione
mediatica su tale argomento, il Consiglio Nazionale dei Geologi aveva anche organizzato lo scorso 26 ottobre 2018
il convegno Nazionale “Radon rischio geologico dalla terra un pericolo invisibile per la salute: quanti lo
conoscono?” presso la sede del Cnr di Roma. In quell’occasione, i Geologi avevano ribadito la pericolosità del
radon, considerato la seconda causa di tumore ai polmoni dopo il fumo da sigaretta». Intanto i locali dell’archivio
resteranno chiusi a scopo precauzionale fino a domani, in attesa che venga individuata una soluzione idonea.
Quello del radon è una delle tante problematiche con cui il Palazzo di Giustizia fa i conti da anni. Per questo da
tempo il presidente Di Giacomo è al lavoro per garantire massima sicurezza al personale in servizio, ma anche a
cittadini e ai professionisti che ogni giorno frequentano la struttura. E per questo è stato avviato un confronto
richiesto dalle organizzazioni sindacali, «dopo che l’Arpa Molise – ha spiegato Di Giacomo – ha depositato una
relazione che avevo chiesto già nel 2016 e poi più volte sollecitata anche all’Asrem per verificare la possibile
presenza di gas radon nello stabile. Questo rientra in un discorso più generale, che riguarda più campi, da quello
antisismico. A breve, infatti, cominceranno i carotaggi. Ci siamo interessati anche di altri uffici da me diretti, come
quello del Giudice di Pace. Come si ricorderà a causa delle sue pessime condizioni igienico sanitarie è stato chiuso
con ordinanza sindacale e ora abbiamo già trovato una nuova soluzione, dando locazione in tribunale. Il problema
del radon si inserisce in questo contesto più generale». Share on: WhatsApp Tweet Articoli Correlati Fondi ai centri
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Trovare una soluzione adeguata a risolvere le criticità legate alla presenza di gas radon nei
locali del piano seminterrato che ospitano gli archivi del tribunale di Isernia.
Prezioso in tal senso il contributo degli esperti ed è per questo che alla riunione indetta
per domani mattina a Palazzo di Giustizia, il presidente Vincenzo Di Giacomo ha invitato
anche
il vice presidente e coordinatore della Commissione Ambiente del Consiglio Nazionale dei
Geologi Vincenzo Giovine, considerato tra i massimi esperti in campo nazionale in materia
di radon. Insieme a lui sarà presente al summit il geologo molisano (past president
dell’Ordine dei Geologi del Molise) Domenico Angelone.
Alla riunione, presieduta da Di Giacomo, parteciperanno tra gli altri il procuratore capo
Carlo Fucci, il presidente dell’Ordine degli Avvocati Maurizio Carugno, il prefetto Cinzia
Guercio, il sindaco Giacomo D’Apollonio, i responsabili dell’Arpa, dell’Asrem, dei Vigili del
                                                                                                                           1/2
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Fuoco e dei sindacati.
Dopo un primo incontro, tenuto venerdì scorso, domani si farà il punto sulla situazione e si
stabiliranno le cause, ma anche i rimedi ai fini dell’immediata risoluzione del problema.
Infatti, secondo la Relazione depositata dall’Arpa su richiesta del Presidente del Tribunale,
si è accertato che negli archivi del Palazzo di Giustizia della città molisana la
concentrazione annua di radon è superiore al limite dei 500Bq/m3 consentito e previsto
dal D.Lgs 241/200, essendo risultata pari a 761 Bq/m3.
«La riunione – spiega in una nota l’Ordine dei Geologi – sarà quindi anche un’occasione
per suggerire analoghe soluzioni anche in tutte le consimili situazioni nelle quali versino
immobili pubblici e privati, a livello sia locale che in ambito nazionale.
Il radon è un gas nobile radioattivo naturale che deriva dal decadimento dell’uranio, si
trova in natura in piccole quantità nel suolo e nelle rocce, è incolore, insapore e inodore.
Per porre l’attenzione mediatica su tale argomento, il Consiglio Nazionale dei Geologi
aveva anche organizzato lo scorso 26 ottobre 2018 il convegno Nazionale “Radon rischio
geologico dalla terra un pericolo invisibile per la salute: quanti lo conoscono?” presso la
sede del Cnr di Roma. In quell’occasione, i Geologi avevano ribadito la pericolosità del
radon, considerato la seconda causa di tumore ai polmoni dopo il fumo da sigaretta».
Intanto i locali dell’archivio resteranno chiusi a scopo precauzionale fino a domani, in
attesa che venga individuata una soluzione idonea.
Quello del radon è una delle tante problematiche con cui il Palazzo di Giustizia fa i conti da
anni. Per questo da tempo il presidente Di Giacomo è al lavoro per garantire massima
sicurezza al personale in servizio, ma anche a cittadini e ai professionisti che ogni giorno
frequentano la struttura. E per questo è stato avviato un confronto richiesto dalle
organizzazioni sindacali, «dopo che l’Arpa Molise – ha spiegato Di Giacomo – ha
depositato una relazione che avevo chiesto già nel 2016 e poi più volte sollecitata anche
all’Asrem per verificare la possibile presenza di gas radon nello stabile. Questo rientra in
un discorso più generale, che riguarda più campi, da quello antisismico.
A breve, infatti, cominceranno i carotaggi. Ci siamo interessati anche di altri uffici da me
diretti, come quello del Giudice di Pace. Come si ricorderà a causa delle sue pessime
condizioni igienico sanitarie è stato chiuso con ordinanza sindacale e ora abbiamo già
trovato una nuova soluzione, dando locazione in tribunale. Il problema del radon si
inserisce in questo contesto più generale».
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Isernia: gas radon in Tribunale, Consiglio Nazionale Geologi al
vertice con Presidente Di Giacomo
Inserito da DentroSalerno on 28 gennaio 2019 – 09:29

                                                 Dopo la decisione presa dal presidente del Tribunale di Isernia,
Vincenzo Di Giacomo, di chiudere l’archivio del Tribunale per cinque giorni a causa dell’elevata
concentrazione di gas radon nei locali seminterrati della struttura, il Vice Presidente e Coordinatore della
Commissione Ambiente del Consiglio Nazionale dei Geologi, Vincenzo Giovine, che è tra l’altro uno tra i
massimi esperti in campo nazionale in materia di radon, e il Tesoriere del Consiglio Nazionale dei Geologi, il
Geologo molisano, past President dell’Ordine dei Geologi del Molise, Domenico Angelone sono stati
invitati dal Presidente del Tribunale a partecipare al vertice che si terrà Mercoledì 30 gennaio 2019 alle ore
9.30 presso il Palazzo di Giustizia di Isernia.

Durante la riunione, presieduta dal Presidente Di Giacomo ed alla quale parteciperanno tra gli altri il
Procuratore della Repubblica Carlo Fucci, il Presidente dell’Ordine degli Avvocati Maurizio Carugno, il
Prefetto Cinzia Guercio, il Sindaco Giacomo D’Apollonio, i Responsabili dell’ARPA, dell’ASREM, dei
Vigili del Fuoco e delle Organizzazioni Sindacali, oltre che appunto il vice Presidente del Consiglio
Nazionale dei Geologi Vincenzo Giovine ed il Tesoriere del Consiglio Nazionale dei Geologi Domenico
Angelone, si farà il punto sulla situazione e si individueranno cause e rimedi ai fini
dell’immediata risoluzione del problema. Infatti, secondo la Relazione depositata dall’Arpa su richiesta del
Presidente del Tribunale, si è accertato che negli archivi del Palazzo di Giustizia della città molisana la
concentrazione annua di radon è superiore al limite dei 500Bq/m3 consentito e previsto dal D.Lgs 241/200,
essendo risultata pari a 761 Bq/m3.

La riunione sarà quindi anche occasione per suggerire analoghe soluzioni anche in tutte le consimili
situazioni nelle quali versino immobili pubblici e privati, a livello sia locale che in ambito nazionale.

Il radon è un gas nobile radioattivo naturale che deriva dal decadimento dell’uranio, si trova in natura in
piccole quantità nel suolo e nelle rocce, è incolore, insapore e inodore. Per porre l’attenzione mediatica su
tale argomento, il Consiglio Nazionale dei Geologi aveva anche organizzato lo scorso 26 ottobre 2018 il
convegno Nazionale “Radon rischio geologico dalla terra un pericolo invisibile per la salute: quanti lo
conoscono?”presso la sede del CNR di Roma. In quell’occasione, i Geologi avevano ribadito la pericolosità
del radon, considerato la seconda causa di tumore ai polmoni dopo il fumo da sigaretta.
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30 Gen 2019

Dl semplificazioni, via libera al Senato: il
nuovo registro elettronico rifiuti gestito
dall’Ambiente
Carmine Fotina e Marco Mobili

Via libera dell’assemblea del Senato al decreto semplificazioni con 142 sì e 74 contrari (10
astenuti) . Il provvedimento “omnibus” passa alla Camera dopo essere stato fortemente
ridimensionato per le perplessità del Quirinale in merito agli oltre 80 emendamenti approvati
su 24 macro-argomenti diversi.
Ultime novità
A sorpresa l’Aula approva il nuovo Registro elettronico nazionale per la tracciabilità dei rifiuti,
che sarà gestito direttamente dal ministero dell’Ambiente. Le imprese, che avevano accolto con
favore l’abolizione del vecchio meccanismo Sistri a partire dal 2019, dovranno comunque
corrispondere diritti di segreteria e contributi annuali, con i quali coprire i costi di
funzionamento del nuovo sistema. Il registro partirà con l’entrata in vigore della legge di
conversione, nel frattempo le aziende dovranno assicurare la tracciabilità dei rifiuti con il
vecchio metodo cartaceo. Via libera anche alla norma voluta dai 5 Stelle e preannunciata da
Alessandro Di Battista nei giorni scorsi che, nei fatti, frena le aste sugli immobili pignorati. Con
una modifica al codice di procedura civile, si introduce il diritto di tutti i debitori (e non solo di
quelli che hanno crediti con la Pa) e dei loro familiari conviventi a restare nella casa fino al
decreto di trasferimento che conclude l’espropriazione forzata, a patto di mantenerlo in buone
condizioni e accettare le visite dei potenziali compratori. Confermati i nuovi vincoli per il
noleggio con conducente, ma con un piccolo ritocco che cancella, sia per gli Ncc sia per i taxi, la
possibilità di affidare a terzi la macchina anche in caso di perdita dell’abilitazione professionale
alla guida. Approvata la norma per lo scorrimento della graduatoria della prova scritta di esame
del concorso pubblico per l’assunzione di allievi agenti di Polizia, bandito nel maggio 2017. Si
parla di 1.851 assunzioni, ma con modifiche «a bandi aperti e concorsi in parte svolti» attacca il
Pd.
Ma è proseguita nel frattempo la cura dimagrante del decreto chiesta dal Quirinale e ieri
proseguita per i rilievi della commissione Bilancio su input della Ragioneria dello Stato. Tra le
misure per le imprese saltano l’apertura ai professionisti della sezione del Fondo di garanzia per
le Pmi in difficoltà a causa dei crediti con la Pa; la definizione di «gravemente iniqui» dei
pagamenti tra grandi e piccole aziende oltre i 60 giorni; l’estensione da 3 a 24 mesi del termine
per mettersi in regola con i contributi ai fini del Durc. Parere contrario del governo
sull’annullamento dei lotti ancora assegnati della gara Agea per il nuovo Sistema informativo
agricolo nazionale (Sian). Nulla di fatto poi per la nuova “Società di investimento semplice”,
fortemente voluta dal vicepremier Di Maio per far decollare il venture capital. Accompagnato da
un duro attacco della maggioranza nei confronti della Ragioneria, salta e viene trasformato in
un ordine del giorno l’emendamento sponsorizzato dalla Lega che dava al ministero della Salute

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40 giorni per determinare il fabbisogno di personale degli enti del Servizio sanitario nazionale,
allo scopo di superare il vincolo di assunzioni.
Resta da definire l’eventuale ripescaggio delle norme stralciate, o almeno di una parte di esse.
Per il capogruppo del Carroccio in Senato, Massimiliano Romeo, si punta a un disegno di legge
dedicato.

Le conferme
Tra gli emendamenti che erano già passati in commissione, si registra il via libera dell’Aula al
ripristino dell’Ires ridotta al 12% per il no profit; la possibilità di aderire alla rottamazione ter
delle cartelle anche per chi non ha versato le rate del 2018; le semplificazioni condominiali per
l’allaccio di collegamenti a banda ultralarga e le estensioni sull’etichettatura d’origine per gli
alimenti. Disco verde ai 300 milioni per il Fondo Imu-Tasi per i Comuni, con la possibilità per i
sindaci di non vincolarli alla spesa per gli investimenti. Ok allo “scambio” M5S-Lega sulla
moratoria (parziale) per le trivellazioni e la regionalizzazione delle centrali idroelettriche. Ma,
dopo la revisione al ribasso dell’aumento dei canoni dovuti dalle compagnie petrolifere, la
norma sulle trivelle prevede ora un fondo ridotto per fronteggiare eventuali indennizzi: da 20 a
15 milioni. Passano anche le semplificazioni per le startup innovative; la deburocratizzazione
per le Zone economiche speciali con regime di sospensione Iva; il chiarimento interpretativo sul
rimborso del prestito Alitalia da 900 milioni e le norme sul passaggio delle competenze in
materia di Agenda digitale, dal 2020, direttamente al presidente del Consiglio. Per l’opposizione
la norma, prevedendo anche il passaggio a Palazzo Chigi di risorse già destinate all’Agenzia per
il digitale (che dipende dal ministro della Pa in quota Lega, Giulia Bongiorno), è di fatto una
concessione a M5S. Nascerà una Spa pubblica per gestire i pagamenti dei cittadini con la Pa.
Inoltre, la presidenza del consiglio si potrà avvalere di un team di esperti, anche esterni, con una
spesa di 6 milioni di euro annui.

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30 Gen 2019

Appalti per il sistema scolastico, dal bando
al collaudo: arriva il vademecum del Miur
Massimo Frontera

Bandi di gare di forniture, servizi e lavori, per importi da zero a infinito, con o senza ricorso alle
convenzioni Consip. Il ministero dell’Istruzione corre in soccorso di comuni, province fino ad
arrivare ai e presidi fornendo una articolata guida operativa per orientarsi tra le norme del
codice appalti. Sul sito del Miur è stato da poco pubblicato il quaderno n.1 dedicato alle
“Istruzioni di carattere generale relative all'applicazione del Codice dei Contratti Pubblici”. Un
agile guida operativa per mettere in grado i decisori, il Rup e i commissari di gara di non perdere
la bussola sull’intero arco della procedura.

Appalti, “free zone” fino a 40mila euro
Nelle circa 100 pagine del documento del Miur, si passano in rassegna in modo chiaro i percorsi
da seguire a seconda che si voglia acquisire un servizio o appaltare un lavoro. Il principale
criterio guida è quello dell’importo. Per le istituzioni scolastiche gli appalti devono tenere conto
dei seguenti valori: 10mila euro, livello oltre il quale il Consiglio di Istituto delibera sulle attività
negoziali per appalti di importo fino a 40mila euro. Per importi inferiori ai 10mila euro, la
scuola «individua l’operatore affidatario - si legge nella guida - con le modalità ritenute
opportune». «Tale attività - suggerisce la guida - potrà essere svolta tramite l’acquisizione di
preventivi, la consultazione di elenchi di operatori, la pubblicazione di un avviso di indagine di
mercato ecc.».

Servizi e forniture, trattativa privata per il sottosoglia
Tra i 40mila e e 144mila euro (soglia, quest’ultima, individuata dal Miur quale soglia comunitaria
rilevante per le Istituzioni Scolastiche ai fini dell'affidamento di appalti pubblici di forniture e di
servizi) si possono acquisire servizi e fornitore con procedura negoziata, previa consultazione,
ove esistenti, di almeno cinque operatori economici. Sempre, beninteso, che non sia attiva una
convenzione Consip

Lavori, procedura negoziata tra 40mila e 150mila euro
Anche per appaltare lavori di importo tra 40mila e 150mila euro, le scuole potranno ricorrere
alla procedura negoziata, previa consultazione, ove esistenti, di almeno dieci operatori
economici. La procedura negoziata è applicabile anche agli appalti di lavori di importo tra
50mila euro e un milione di euro, previa consultazione di almeno quindici operatori, ove
esistenti.

Appalti soprasoglia
Per tutti gli affidamenti di servizi e forniture di importo superiore ai 144mila euro e di lavori di
importo superiore a un milione di euro, le cose si complicano perché l’istituzione scolastica ha a
disposizione una gamma di diverse possibilità: procedura aperta (art. 60); procedura ristretta
                                                                                                       1/2
(art. 61); procedura negoziata senza bando (art. 63); procedura competitiva con negoziazione
(art. 62); dialogo competitivo (art. 64); partenariato per l'innovazione (art. 65). Per ciascuna
procedura la guida del Miur indica i passi da fare.

Esclusioni e anomalia, indicazioni pratiche
Per facilitare il compito ai presidi, il Miur ha sintetizzato in due tabelle dedicate (pubblicate
nell’appendice in allegato al vademecum) un utile specchietto sia per individuare le cause di
esclusione dalla gara, sia per impostare correttamente la verifica dell’anomalia. Per quanto
riguarda la complessa applicazione dell’articolo 80 del codice, la tabella indica, per ciascun tipo
di “causa ostativa” e i “mezzi di accertamento”, i documenti da acquisire, le figure sulle quali
procedere all’accertamento e, infine, lo strumento per farlo (Avcpass o richiesta al casellario
giudiziale del tribunale. Infine, la guida - e in particolare l’appendice in allegato - fornisce 14
format di determine per i vari passaggi della procedura (indizione della gara, aggiudicazione,
acquisto, nomina commissari).

LA GUIDA DEL MIUR L’APPENDICE IN ALLEGATO

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30 Gen 2019

Cantone: molto preoccupato per gli
affidamenti diretti fino a 150mila euro
Q. E. T.

«Bisogna monitorare con grande attenzione gli appalti pubblici, perché è evidente che sono il
settore a più alto rischio. Bisogna evitare di incidere sulle regole. Sono molto preoccupato dalla
norma che, per esempio, ha consentito di fare affidamenti diretti fino a centocinquantamila
euro. È una norma che è stata giustificata in una logica eccezionale ma è una norma pericolosa».

Lo ha detto il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone su Sky Tg24.
«Questo - ha aggiunto - è un clima un po' contraddittorio dal punto di vista legislativo, perché
da un lato con il disegno di legge Bonafede si è intervenuti con una logica di forte contrasto alla
corruzione e poi d'altro lato si intravedono segnali un po' contraddittori quando si garantisce un
eccesso di mano libera alla pubblica amministrazione, soprattutto agli enti locali, negli
affidamenti».

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30 Gen 2019

Agli ingegneri spettano le opere e le
sistemazioni idrauliche
Francesco Longo

Le competenze degli ingegneri, rispetto a quelle degli architetti vanno individuate in base alle
opere ed agli interventi che devono essere in concreto eseguiti. In particolare, la generale
competenza spettante agli ingegneri riguarda le costruzioni stradali, le opere igienico sanitarie
(depuratori, acquedotti, fognatura e simile), gli impianti elettrici, le opere idrauliche, le
operazioni di estimo, le estrazioni di materiali, le opere industriali; la competenza esclusiva
degli architetti riguarda la progettazione delle opere civili, che presentino rilevanti caratteri
artistici e monumentali, con concorrente competenza degli ingegneri per la parte tecnica degli
interventi costruttivi; sono di competenza comune le sole opere di edilizia civile. Quanto
indicato emerge dall'articolata sentenza del 21 novembre 2018, n. 6593, della quinta sezione del
Consiglio di Stato con cui si è ulteriormente chiarito, delimitandole, le rispettive competenze tra
architetti ed ingegneri; ed in particolar modo per gli interventi di sistemazione idraulica. La
questione era insorta in relazione ad un bando di gara per l'esecuzione di opere complementari
rispetto a opere idrauliche già esistenti.

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30 Gen 2019

Infrastrutture dimenticate: dalla Tirrenica
alla E45/55. Le principali opere rimaste nel
cassetto
Silvia Pieraccini e Giorgio Santilli

Non ci sono solo le opere bloccate, per varie ragioni, dai finanziamenti a singhiozzo alle
complessità procedurali. In Italia la prassi di abbandonare i programmi infrastrutturali prioritari
delle precedenti maggioranze di governo ha prodotto anche una stratificazione di opere
dimenticate.Il centro-sinistra ha seppellito la legge obiettivo, cavallo di battaglia del centro-
destra, e con lei numerose opere di quel programma faraonico, soprattutto autostradali. E la
maggioranza attuale, nella sua componente grillina, non vede l'ora di archiviare le grandi opere
ferroviarie del centro-sinistra, a partire dalla Tav (ma è a rischio anche un'opera sacrosanta
come la Brescia-Padova). Si moltiplicano così sulla carta dell'Italia (si veda a fianco) opere
considerate un tempo priorità, ora rimaste senza padre né madre.

Abbandonate. Dimenticate. Al Nord un esempio è la bretella autostradale della Val Trompia,
richiesta a gran voce dalle attività economiche della zona. Scomparsa dai radar. Stesso discorso,
in materia stradale, per il collegamento Rho-Pero. Ufficialmente la Genova-Ventimiglia è
sempre nei programmi Fs, ma da anni ha smesso di essere citata. Una delle maggiori opere
dimenticate d'Italia è la Civitavecchia-Orte-Ravenna-Mestre (E45/55). Arteria proposta in
project financing autostradale ai tempi in cui era considerata un'alternativa di valico
appenninico alla A1, poi ridimensionata alla sola E45, infine uscita dalle priorità. Anche se le
proposte stanno sempre lì e nessuna decisione è stata presa per annullare l'intervento. In cima
alle Regioni con più opere dimenticate c'è però la Toscana. Tre su tutte: la stazione fiorentina
dell'Alta velocità col passante ferroviario (807 milioni); l'autostrada “Tirrenica” A12 Livorno-
Civitavecchia (1.290 milioni); il completamento della superstrada “Due Mari” E78 Grosseto-Fano
(828 milioni), innanzitutto nel tratto Grosseto-Siena.

La stazione AV firmata da Norman Foster è finita in un vicolo cieco dopo i dubbi di Fs e
istituzioni locali sul progetto originario (alla fine confermato con modifiche per creare un hub
della mobilità ferro-gomma), cui ha fatto seguito la crisi del gruppo romano Condotte che ha
l'appalto del nodo fiorentino Av. Oggi i lavori sono fermi, senza ipotesi di riavvio. Tutto fermo
anche sulla “Tirrenica”, attesa da 50 anni, oggetto di (ennesima) revisione progettuale da parte
del ministero delle Infrastrutture. Il problema, da anni, è definire un tracciato – in particolare
nella zona di Capalbio - che metta d'accordo enti locali, Regione e Anas. Sull'opera pende anche
la sentenza (in arrivo) della Corte di giustizia Ue sulla decisione di Roma di prorogare fino al
2046 la concessione alla società (gruppo Autostrade) per la gestione dell'arteria, senza gara
d'appalto. Infine la Grosseto-Siena a quattro corsie: mancano da realizzare due lotti, il 4 (2,8 km
per un valore 80 milioni), il cui bando è appena stato aggiudicato da Anas; e il lotto 9 (11,8 km

per un valore di 162 milioni), oggetto di una modifica progettuale che ha allungato i tempi di
approvazione prima di indire il bando.

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30 Gen 2019

Opere pubbliche, il Mit lancia l’archivio
informatico
Q.E.T.

Il Mit informa che è disponibile la versione beta dell'archivio informatico nazionale delle opere
pubbliche (Ainop), che permette di censire il patrimonio delle opere pubbliche di competenza
degli enti e delle amministrazioni centrali e periferiche dello Stato, delle Regioni, delle
autonomie locali (Province autonome, Province, Città metropolitane) e di tutti i Comuni d’Italia.
Il sistema informativo - avverte il Mit - non rappresenta la versione definitiva, «ma viene messa
a disposizione per valutarne l'utilizzo e le eventuali migliorie da apportare in fase conclusiva».

L'obiettivo finale non è solo il censimento, ma l’effettivo monitoraggio e controllo durante
l’intero ciclo di vita. Le informazioni rappresentano il «fascicolo dell'opera» contenente «gli
elementi per individuare le opere da mettere in sicurezza con interventi ad hoc, classificandole
anche in base alle priorità d'urgenza». Al momento, l’archivio prevede nove categorie: ponti,
viadotti e cavalcavia stradali; ponti, viadotti e cavalcavia ferroviari; strade; ferrovie nazionali e
regionali e metropolitane; aeroporti; dighe e acquedotti; gallerie ferroviarie e gallerie stradali;
porti e infrastrutture portuali; edilizia pubblica.

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30 Gen 2019

Gestori ambientali, il ministero chiarisce i
compiti del responsabile tecnico
M.Fr.

Arrivano le indicazioni sui compiti del responsabile tecnico nella gestione ambientale. I
chiarimenti arrivano dal Comitato nazionale dell'Albo dei gestori ambientali e sono contenute
nella delibera n.1/2019pubblicata sul sito del Comitato nazionale lo scorso 23 gennaio.

Tra i principali compiti del responsabile tecnico c’è: il coordinamento dell'attività degli addetti
dell'impresa; la definizione delle procedure per la gestione delle situazioni di urgenza; la
vigilanza sulla corretta osservanza delle prescrizioni contenute nei provvedimenti di iscrizione
all'Albo stesso; la verifica della validità delle iscrizioni e delle autorizzazioni in capo ai soggetti ai
quali vengono affidati i rifiuti.

Per ciascuna categoria di iscrizione all’albo, la delibera specifica nel dettaglio compiti e attività
del responsabile tecnico, a seconda della diversa fase della gestione dei diversi rifiuti. Per quanto
riguarda il trasporto, si precisa, per esempio, l’obbligo di redigere e sottoscrivere l'attestazione
relativa all'idoneità tecnica dei mezzi di trasporto e verificarne la permanenza.

Allo stesso modo, per quanto riguarda la bonifica dei siti, si prevede che la verifica del
mantenimento dell'idoneità delle attrezzature utilizzate dall'impresa autorizzata a svolgere
l’attività, competa al responsabile tecnico. Il quale deve inoltre predisporre, congiuntamente con
il legale rappresentante dell'impresa stessa, una dichiarazione sostitutiva di atto notorio con la
quale siano indicate le tipologie e il valore di acquisto delle attrezzature.

L'Albo, infine, chiarisce che nel caso in cui un responsabile ricopra contemporaneamente lo
stesso ruolo presso più imprese è tenuto a informare ciascuna impresa degli altri incarichi
svolti, mediante un apposito modello di dichiarazione. Questa dichiarazione deve essere
comunicata alla sezione dell'Albo, pena la dichiarazione di improcedibilità della domanda per
una nuova iscrizione o per la variazione/rinnovo di altra precedente. Infine, la delibera, riporta
anche il format per dichiarare la compatibilità temporale nello svolgimento dell’incarico.

LA DELIBERA N.1/2019 DEL COMITATO NAZIONALE ALBO GESTORI AMBIENTALI

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Codice Contratti Pubblici: Istruzioni operative
Miur
30/01/2019

Il Miur (Ministero dell’Istruzione, dell’Univerità e della Ricerca) ha diramato la circolare
n. 1711 del 28 gennaio 2019, avente ad oggetto “Istruzioni di carattere generali relative
alla applicazione del Codice dei Contratti Pubblici (D.Lgs. 50/2016 e ss.mm.ii) - Quaderno
n. 1 e Appendice” in cui il Ministero ha comunicato di aver predisposto Linee Guida, ovvero
Istruzioni operative che contengono raccomandazioni di comportamento, elaborate con lo
scopo di supportare ed orientare le Istituzioni scolastiche nell’ideazione strategica,
nell’affidamento e nell’esecuzione di contratti pubblici di lavori, servizi e forniture.
Il quaderno contenete le Linee guida, dopo la Prefazione ed il Quadro normativo di
riferimento definisce in due parti la fase la procedura di affidamento di lavori, servizi e
forniture (parte prima) e la Fase di esecuzione del contratto (parte seconda).
Nella prima parte relativa alla fase la procedura di affidamento di lavori, servizi e
forniture vengono trattati:

   •   Sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti
   •   Soglie e tipologie di procedure
   •   Obblighi di acquisto in forma centralizzata
   •   Possibilità di deroga all’obbligo normativo di ricorso alle convenzioni quadro
       stipulate da consip s.p.a
   •   Le tipologie di procedure
   •   Programmazione e progettazione della procedura
   •   Presupposti e ideazione strategica della procedura
   •   Redazione degli atti di gara
   •   Suddivisione in lotti
   •   Criteri ambientali minimi
   •   Scelta dei requisiti di partecipazione
   •   Avvalimento
   •   Scelta del criterio di aggiudicazione
   •   Avvio della procedura
•   Pubblicazione della gara
   •   Termini di presentazione delle domande di partecipazione e delle offerte
   •   Il documento di gara unico europeo (dgue)
   •   Informazioni complementari
   •   La commissione di gara
   •   Valutazione delle offerte e aggiudicazione
   •   Controlli sul possesso dei requisiti di carattere generale e speciale

Nella seconda parte relativa alla Fase di esecuzione del contratto vengono trattati i
seguenti argomenti:

   •   Stipula del contratto
   •   Subappalti
   •   Modifiche in corso di esecuzione
   •   Risoluzione del contratto
   •   Applicazione delle penali

A corredo delle Linee Guida, viene altresì messa a disposizione la seguente documentazione
(contenuta nel documento denominato “Appendice”):
Allegato 1: Tabella riepilogativa delle cause ostative e relativa documentazione di
accertamento;
Allegato 2: Tabelle per la procedura di verifica dell’anomalia;
Allegato 3: Format di “Regolamento per la nomina delle commissioni di gara, ai sensi degli
artt. 77, 78 e 216, comma 12, del decreto legislativo 18 aprile 2016 n. 50”;
Allegato 4: Format di “Determina di nomina della Commissione giudicatrice”;
Allegato 5: Format di “Dichiarazione di accettazione dell’incarico e contestuale
dichiarazione di inesistenza di cause di incompatibilità e di astensione (resa nelle forme di
cui agli artt. 46 e 47 del d.p.r. n. 445 del 28 dicembre 2000)”;
Allegato 6: Format di “Determina per l’affidamento diretto ai sensi dell’art. 36, comma 2,
lettera a) del D.Lgs. 50/2016, mediante Trattativa Diretta sul Mercato Elettronico della
Pubblica Amministrazione (MEPA)”;
Allegato 7: Format di “Determina per l’affidamento diretto ai sensi dell’art. 36, comma 2,
lettera a) del D.Lgs. 50/2016, mediante Ordine Diretto sul Mercato Elettronico della
Pubblica Amministrazione (MEPA)";
Allegato 8: Format di “Determina per l’affidamento diretto ai sensi dell’art. 36, comma 2,
lettera a) del D.Lgs. 50/2016, mediante richiesta di preventivi”;
Allegato 9: Format di “Determina per l’affidamento diretto ai sensi dell’art. 36, comma 2,
lettera a) del D.Lgs. 50/2016, mediante pubblicazione di avviso”;
Allegato 10: Format di “Determina per l’indizione di procedura negoziata senza bando, ai
sensi dell’art. 36 comma 2, lettera b), del D.Lgs n. 50/2016 e ss.mm.ii., mediante Richiesta
di Offerta (RdO) sul Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione (MEPA)”;
Allegato 11: Format di “Determina di aggiudicazione di procedura negoziata senza bando,
ai sensi dell’art. 36 comma 2, lettera b), del D.Lgs n. 50/2016 e ss.mm.ii., mediante
Richiesta di Offerta (RdO) sul Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione
(MEPA)”;
Allegato 12: Format di “Determina per l’indizione di procedura negoziata senza bando, ai
sensi dell’art. 36 comma 2, lettera b), del D.Lgs n. 50/2016, con previo preavviso”;
Allegato 13: Format di “Determina per l’indizione di procedura negoziata sotto soglia ai
sensi dell’art. 36 comma 2, lettera b), del D.Lgs n. 50/2016, senza preavviso”;
Allegato 14: Format di “Determina di aggiudicazione di procedura negoziata senza bando,
ai sensi dell’art. 36 comma 2, lettera b), del D.Lgs n. 50/2016”;
Allegato 15: Format di “Determina per l’indizione di procedura aperta, ai sensi dell’art. 60,
del D.Lgs n. 50/2016”;
Allegato 16: Format di “Determina di aggiudicazione di procedura aperta, ai sensi dell’art.
60, del D.Lgs n. 50/2016”.
Si precisa che gli Allegati 1 e 2 contengono, rispettivamente, una tabella riepilogativa delle
cause ostative e relativa documentazione di accertamento ed una tabella per la procedura di
verifica dell’anomalia.
I rimanenti Allegati (dal 3 al 16) costituiscono format di provvedimenti che dovranno essere
utilizzati dalle istituzioni scolastiche a seconda della procedura di gara (affidamento diretto,
procedura negoziata, procedura aperta) e dello strumento utilizzato (es. MEPA). Questi
ultimi Allegati dovranno essere modificati/integrati dalle singole istituzioni scolastiche sulla
base delle caratteristiche peculiari della scuola e della tipologia di affidamento.
                                                      A cura di Redazione LavoriPubblici.it
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Documenti Allegati
Circolare MIUR 28 gennaio 2019, n. 1171
Quaderno n. 1
Appendice al quaderno con Allegati
Decreto semplificazioni: Approvato dal Senato
passa alla Camera dei deputati
30/01/2019

L'Assemblea del Senato ha approvato ieri il disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge
14 dicembre 2018, n. 135, recante disposizioni urgenti in materia di sostegno e semplificazione per le
imprese e per la pubblica amministrazione. Il testo nella nuova versione con gli emendamenti
approvati passa alla Camera.

Mentre la maggior parte degli emendamenti approvati dalle Commissioni riunite 1aed
8 a sono stati dichiarati improponibili, l’Aula ha approvato i seguenti emendamenti:

   •   1.34 (testo 3) che ripristina l'Ires agevolata per il terzo settore;
   •   1.44 (testo 3), che estende ai professionisti che vantano crediti nei confronti della
       pubblica amministrazione l'accesso alla sezione speciale del fondo di garanzia;
   •   1.0.500 (testo 2) riguardante l'allargamento dei termini per la nuova rottamazione
       delle cartelle esattoriali;
   •   2.1000
   •   3.23 (testo 2)
   •   3.47 (testo 2) sui dati del fascicolo aziendale acquisiti dal sistema informativo
       agricolo nazionale;
   •   3.500 che definisce inique le clausole che prevedono termini di pagamento per le
       piccole imprese superiori ai 60 giorni;
   •   3.0.1 (testo 4) che prevede altre misure di sburocratizzazione per le imprese;
   •   3.0.8 sul certificato di agibilità dei lavoratori dello spettacolo;
   •   3.0.700 (testo 2) sull'indicazione nell'etichettatura del luogo di origine dei prodotti
       alimentari;
•   3.0.136 (testo 3) che prevede semplificazioni per le zone economiche speciali e le
        zone logistiche semplificate;
    •   4.3 (testo 3) che modifica l'articolo 560 del codice di procedura civile, prevedendo
        che il debitore e il suo nucleo familiare conservano il bene pignorato fino al
        trasferimento dell'immobile;
    •   4.0.1000 che stanzia 10 milioni per il 2019 in favore dei familiari delle vittime e
        superstiti del disastro di Rigopiano;
    •   6.3 (testo 3) che istituisce il Registro elettronico nazionale per la tracciabilità dei
        rifiuti;
    •   8.100 riguardante le risorse dell'Agenzia digitale;
    •   8.0.3 relativo alla tecnologia basata su registri distribuiti e smart contract;
    •   8.500 che dal 2020 trasferisce i compiti del commissario per l'Agenda digitale al
        Presidente del Consiglio;
    •   8.0.500 (testo corretto) che reca misure di semplificazione per l'innovazione e la
        banda ultralarga;
    •   9.0.500 (testo 2) riguardante semplificazioni in materia di personale del Servizio
        sanitario nazionale e di fatturazione elettronica per gli operatori sanitari;
    •   10.0.1000 recante misure urgenti per il servizio di noleggio con conducente, con il
        subemendamento 10.0.1000/600;
    •   11.17 (testo 4) riguardante l'assunzione degli allievi agenti della Polizia di Stato, e gli
        emendamenti delle Commissioni riunite;
    •   11.0.43 (testo 4), che prevede un piano per la transizione energetica sostenibile e
        sospende i permessi di prospezione o ricerca degli idrocarburi liquidi;
    •   11.0.95 (testo 3) che prevede il passaggio alle Regioni delle concessioni di grandi
        derivazioni idroelettriche, con il subemendamento 11.0.95 (testo 3)/600;
    •   11.0.172 (testo 3) recante disposizioni urgenti in materia di enti del terzo settore;
    •   11.0.500 (testo 4) recante misure di semplificazione in materia contabile per gli enti
        locali (incremento del fondo Imu-Tasi per i comuni);
    •   11.0.600 (testo 2) che dispone forme di assistenza e agevolazione per gli orfani del
        disastro di Rigopiano;
    •   11.0.1000 riguardante l'interpretazione autentica di una norma sui consigli degli
        ordini circondariali degli avvocati.

L’articolo 5 del provvedimento che riguarda le “Norme in materia di semplificazione e
accelerazione delle procedure negli appalti pubblici sotto soglia comunitaria” è rimasto nella
versione originaria senza alcun emendamento ed è semplice notare come l’unico articolo che avrebbe
potuto essere integrato ed emendato senza incorrere in perplessità del Quirinale e senza alcun problema di
improponibilità e di inammissibilità di cui all’articolo 97 del Regolamento del Senato sarebbe stato proprio
l’articolo 5che avrebbe potuto contenere quelle modifiche al Codice dei contratti ritenute da
più parti necessarie ed urgenti; ma così non è stato perché nella trattazione in
commisisone tutti gli emandamenti all’articolo 5 presentati dalla maggioranza sono stati ritirati mentre quelli
presentati dalle opposizioni sono stati respinti anche in riferimento alla dichiarazione del
Senatore Patuanelli che nel corso della seduta n. 8 del 21 gennaio 2019 delle due commissioni
riunite (1a ed 8 a) ha dichiarato “che è intenzione del Governo e delle forze politiche di
maggioranza procedere al varo di una legge delega relativa alla revisione del codice dei
contratti pubblici. Parallelamente, si procederà al varo di un disegno di legge volto, nelle
more della riforma generale della disciplina, a introdurre nell'ordinamento le disposizioni
più urgenti, al fine di venire incontro alle numerose ed impellenti esigenze rappresentate
dagli operatori economici”. Il Governo, quindi, a distanza di 8 mesi dall’insediamento e dopo tanti
annunci (leggi articolo) sembra che abbia deciso di intraprendere due strade paralle che speriamo
siano convergenti e che sono quelle di un primo disegno di legge per le disposizionioì più urgenti e di un
disegno di legge delega relativo alla revisone del Codice dei contratti.

Ricordiamo, per ultimo che l'emendamento 3.0.81 (testo 3) sulla disciplina del DURCe
l'estensione a 24 mesi del termine per regolarizzare i contributi è stato trasformato in un
ordine del giorno.

In allegato il file con gli emendamenti approvati.

                                                                       A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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Emendamenti approvati
Decreto Parametri e Testo Unico Edilizia: il DL
Semplificazioni fa dietrofront
30/01/2019

L'approvazione da parte dell'Assemblea del Senato del disegno di legge di conversione
del decreto-legge n. 135/2018 (c.d. Decreto Semplificazioni) recante "Disposizioni urgenti
in materia di sostegno e semplificazione per le imprese e per la pubblica amministrazione"
ha fatto tirare un sospiro di sollievo ai professionisti soprattutto in merito alla paventata
ipotesi di un'eventuale abolizione dell'obbligo di utilizzo del Decreto Parametri per la
determinazione dell'importo da porre a base di gara per i servizi di architettura e ingegneria.

Eventualità che, come già rilevato (leggi articolo) avrebbe determinato un'incertezza nella
determinazione delle soglie di affidamento delle gare e quindi anche delle relative procedure
di gara. Sull'argomento abbiamo intervistato il Vicepresidente del Consiglio Nazionale degli
Architetti, Rino La Mendola, che ha seguito l’evoluzione dei fatti anche nel ruolo di
Coordinatore del Tavolo Lavori Pubblici della stessa Rete delle Professioni Tecniche.

D. La politica non perde l’abitudine di utilizzare leggi omnibus per modificare il
codice dei contratti. Qual è la vostra opinione in merito?
R. Siamo davvero perplessi per un modo di legiferare casuale e senza una visione di
insieme, che rischia di compromettere l’identità di testi unici e norme di riferimento
specifiche, che devono essere migliorate, ma con una revisione organica dei testi e non con
l’introduzione casuale di emendamenti in leggi omnibus, che rischiano di peggiorare gli
strumenti normativi che regolano una materia difficile come quella dei lavori pubblici.
Siamo però soddisfatti in quanto alla fine ha prevalso il buon senso e gli emendamenti da
noi contestati sono stati dichiarati inammissibili.

D. Una delle conquiste più importanti della Rete delle Professioni Tecniche, il ricorso
obbligatorio al decreto parametri per calcolare l’importo a base di gara, ha rischiato
di essere cancellata, almeno per gli affidamenti diretti di cui all’art.31 comma 8 del
codice.

R. Si! Abbiamo trovato l’emendamento 5.27 paradossale e privo di senso in quanto il
decreto di cui all’art.24 comma 8 del codice (c.d. decreto parametri) costituisce uno
strumento indispensabile per calcolare l’importo a base di gara, in funzione del quale si
adottano procedure di affidamento diverse. Quindi, per potere procedere all’affidamento
diretto, le stazioni appaltanti devono necessariamente dimostrare che l’importo del
corrispettivo del servizio da affidare è inferiore a 40.000 euro. Questo è possibile solo
utilizzando regole certe, come il suddetto decreto parametri; a meno che la politica non
voglia fare un passo indietro ed alimentare quella discrezionalità dilagante nelle stazioni
appaltanti, che è inconciliabile con i principi più elementari della trasparenza e della
legalità. Per fortuna, l’emendamento - che avrebbe, da un lato, mortificato la
professionalità dei liberi professionisti e, dall’altro, alimentato dubbi, incertezze e
contenziosi - è stato ritenuto inammissibile.

D. Il Consiglio Nazionale degli Architetti è anche intervenuto esprimendo le proprie
perplessità per l’emendamento 5.0.2, che sarebbe entrato a gamba tesa sul testo unico
per l’edilizia.

R. L’emendamento, perseguendo una illusoria semplificazione nell’ambito del testo unico
per l’edilizia, avrebbe complicato notevolmente le procedure per il deposito di progetti
strutturali agli Uffici della Regione (Uffici del Genio Civile), per tramite dello sportello
unico. Infatti, mentre il testo unico vigente prescrive l’autorizzazione preventiva solo per gli
interventi strutturali nelle zone ad alta sismicità, per effetto dell’emendamento,
l’autorizzazione preventiva sarebbe stata necessaria anche per le nuove costruzioni
ricadenti in zona a bassa sismicità, se ritenute “rilevanti dal punto di vista della pubblica
incolumità”. Ciò avrebbe appesantito, specie in zone a bassa sismicità, le procedure
attualmente adottate dagli addetti ai lavori, attribuendo notevoli responsabilità al
professionista incaricato che, in relazione all’intervento progettato, avrebbe dovuto
assumere la decisione di procedere al semplice deposito o, al contrario, richiedere
l’autorizzazione preventiva. Sappiamo bene che in questi casi il libero professionista
sarebbe stato il capro espiatorio, nel caso in cui avesse giudicato “non rilevante” un
intervento per il quale invece gli Uffici preposti avrebbero potuto ritenere l’intervento tra
quelli da sottoporre a “rilascio di autorizzazione preventiva”. Siamo dunque soddisfatti del
fatto che anche questo emendamento sia stato ritenuto inammissibile.

D. La Commissione Ue ha aperto una procedura di infrazione per il codice dei
contratti. Ci sono elementi che riguardano gli affidamenti di servizi di architettura e
ingegneria?

R. Non abbiamo ancora studiato nel dettaglio il rapporto della Commissione Ue, ma, da
una prima lettura, non sembra ci siano elementi che riguardano specificatamente il tema
dei servizi di architettura e ingegneria; tuttavia coglieremo l’occasione per proporre a
governo e parlamento una riforma organica del codice dei contratti, al fine di superarne le
criticità, salvaguardando però gli elementi positivi, come per l’appunto l’obbligatorietà,
per le stazioni appaltanti, di ricorrere al decreto parametri per calcolare l’importo a base
di gara, al fine di scongiurare il rischio che si possano ripetere casi scandalosi come quello
di Catanzaro, in cui è stato affidato uno strumento urbanistico a fronte di un compenso di
un euro.

Ringrazio il Vicepresidente La Mendola per il prezioso contributo e lascio come sempre a
voi ogni commento.

                                                     A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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Documenti Allegati
DL Semplificazioni: Emendamenti approvati
Principio di segretezza dell'offerta economica:
nuovi chiarimenti dal Consiglio di Stato
30/01/2019

La netta separazione e il principio di segretezza dell'offerta economica da quella tecnica è a
presidio dell'attuazione dei principi di imparzialità e buon andamento dell'azione
amministrativa, per garantire il lineare e libero svolgimento dell’iter che si conclude con il
giudizio sull'offerta tecnica e l'attribuzione dei punteggi ai singoli criteri di valutazione.

Per tale motivo, è da escludere il concorrente che all'interno dell'offerta tecnica ha inserito
chiari riferimenti alla componente economica della propria offerta, in violazione del
principio di separazione tra offerta tecnica ed economica.

Lo ha chiarito il Consiglio di Stato con la sentenza n. 612 del 24 gennaio 2019 con la quale ha
accolto il ricorso presentato avverso una sentenza di primo grado che aveva ritenuto
infondato il ricorso incidentale con il quale si censurava l’ammissione alla gara della parte
ricorrente, rilevando che nella relazione al cronoprogramma era stata indicata anche la
componente economica della propria offerta, in violazione del principio di separazione tra
offerta tecnica ed economica.
La tesi del TAR
Secondo i giudici di prime cure, lo stesso disciplinare di gara imponeva ai partecipanti di
"menzionare nella relazione al cronoprogramma operativo “l’avanzamento economico” dei
lavori ed anche nel dettaglio dell’organizzazione dei mezzi e delle risorse umane “a
cadenza settimanale” e detta indicazione dei costi via via sostenuti nello sviluppo
dell’appalto non poteva violare il principio di separatezza tra offerta economica e ed
offerta tecnica, visto il criterio rigidamente matematico di valutazione de “l’offerta tempo”
e di quella economica, con la conseguente esclusione di ogni apporto discrezionale della
commissione di gara".

La riforma del Consiglio di Stato
I giudici di Palazzo Spada hanno rilevato che il bando di gara prescriveva che il plico
contenente la domanda dovesse contenere quattro buste:

   •   la prima con la documentazione amministrativa;
   •   la seconda contenente l’offerta tecnica;
   •   la terza l’offerta tempo;
   •   la quarta ed ultima l’offerta economica;

con la precisazione che la mancata separazione dell’offerta economica dall’offerta tecnica,
ovvero l’inserimento di elementi concernenti il prezzo in documenti non contenuti nella
busta dedicata all’offerta economica, avrebbe costituito causa di esclusione. A complemento
di detta prescrizione, il bando sulle modalità di espletamento della gara stabiliva l’ordine di
apertura delle buste contenute in ciascuna domanda, ponendo come ultima l’apertura e
l’attribuzione del punteggio per l’offerta economica.
Il bando stabiliva, inoltre, l'esclusione dalla gara, qualora l'offerta temporale, fosse risultata
in un altro documento della gara, in coerenza con la disposizione generale sul divieto di
inserimenti o commistioni tra il prezzo o sue particolarità e gli elementi dell’intera offerta
anzidetti.

Nel caso di specie l’offerta temporale della ricorrente in primo grado, nella definizione del
cronoprogramma, è scandita in caselle aventi dimensioni temporali ed in ognuna delle quali
è riportata tale e a quale la frazione di offerta economica che compone il corrispettivo di
quella determinata fase temporale. Il risultato, del tutto conseguente, resta nella somma di
tale cronoprogramma coincidente con il totale dell’offerta economica, con la palese
violazione della prescrizione della separatezza tra offerta economica e offerta temporale
prescritta dal bando.

Secondo Palazzo Spada "Appare coerente e necessario il richiamo da parte dell’appellante
al consolidato orientamento giurisprudenziale di questa Sezione, laddove la procedura di
gara sia caratterizzata da una netta separazione tra la fase di valutazione dell'offerta
tecnica e quella dell'offerta economica, il principio di segretezza comporta che, fino a
quando non si sia conclusa la valutazione degli elementi tecnici, è interdetta al seggio di
gara la conoscenza di quelli economici, per evitare ogni possibile influenza
sull’apprezzamento dei primi".

Il principio della segretezza dell'offerta economica è a presidio dell'attuazione dei principi di
imparzialità e buon andamento dell'azione amministrativa (art. 97 Cost.), sub specie di
trasparenza e par condicio dei concorrenti, per garantire il lineare e libero svolgimento
dell’iter che si conclude con il giudizio sull'offerta tecnica e l'attribuzione dei punteggi ai
singoli criteri di valutazione.

La sentenza si conclude ricordando che la commissione di gara avrebbe dovuto assegnare i
punteggi relativi all’offerta tecnica sulla base di criteri automatici, con un residuo di
discrezionalità limitata all’accertamento di quanto dichiarato, dunque nel caso di specie la
violazione dei principi fondamentali ricordati appare ancor più pregnante.

                                                              A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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Sentenza Consiglio di Stato 24 gennaio 2019, n. 612

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La Commissione europea ha deciso il 24 gennaio 2019 di inviare una lettera di costituzione
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diritto nazionale della direttiva sull'efficienza energetica (direttiva 2012/27/UE). La direttiva del
2012 stabilisce un quadro comune di misure per la promozione dell'efficienza energetica
nell'UE al fine di garantire il conseguimento dell'obiettivo dell'UE relativo all'efficienza
energetica del 20% entro il 2020 e di gettare le basi per ulteriori miglioramenti
dell'efficienza energetica al di là di tale data. A norma della direttiva, tutti i paesi dell'UE
sono tenuti a utilizzare l'energia in modo più efficiente in tutte le fasi della catena
energetica, dalla produzione al consumo finale. Gli Stati membri dispongono ora di due
mesi per replicare alle argomentazioni addotte dalla Commissione. Se non si attiveranno
entro due mesi, la Commissione potrà inviare un parere motivato alle rispettive autorità.
Ricordiamo che Il 4 dicembre 2012 è entrata in vigore la Direttiva 2012/27/UE del Parlamento
Europea e del Consiglio del 25 ottobre 2012 sull'Efficienza Energeticapubblicata sulla Gazzetta
Ufficiale europea L315 del 14 novembre 2012.
La Direttiva che consta di 30 articoli e di 15 allegati ed avrebbe dovuto essere recepita dagli Stati
membri entro 5 giugno 2014.

La direttiva è suddivisa nei seguenti capi:

    •   Capo I - Oggetto, ambito di applicazione, definizioni e obiettivi di efficienza
        energetica (artt. 1 - 3)
    •   Capo II - Efficienza nell'uso dell'energia (artt. 4 - 13)
    •   Capo III - Efficienza nella fornitura dell'energia (artt. 14 - 15)
    •   Capo IV - Disposizioni orizzontali (artt. 16 - 21)
    •   Capo V - Disposizioni finali (artt. 22 - 30)

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e 5 vengono trattate le “Ristrutturazioni di immobili” ed il “Ruolo esemplare degli edifici degli enti
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