Consiglio Nazionale dei Geologi - 30 gennaio 2019
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Gas radon in tribunale a Isernia, esperti a confronto per trovare soluzioni primopianomolise.it/attualita/74016/gas‑radon‑in‑tribunale‑a‑isernia‑esperti‑a‑confronto‑per‑trovare‑ soluzioni/ Gas radon in tribunale a Isernia, esperti a confronto per trovare soluzioni Domani il nuovo vertice convocato da Di Giacomo a cui prenderanno parte anche due geologi. Archivio ancora off limits in Attualità — di Ppm — 29 gennaio 2019 Trovare una soluzione adeguata a risolvere le criticità legate alla presenza di gas radon nei locali del piano seminterrato che ospitano gli archivi del tribunale di Isernia. Prezioso in tal senso il contributo degli esperti ed è per questo che alla riunione indetta per domani mattina a Palazzo di Giustizia, il presidente Vincenzo Di Giacomo ha invitato anche il vice presidente e coordinatore della Commissione Ambiente del Consiglio Nazionale dei Geologi Vincenzo Giovine, considerato tra i massimi esperti in campo nazionale in materia di radon. Insieme a lui sarà presente al summit il geologo molisano (past president dell’Ordine dei Geologi del Molise) Domenico Angelone. Alla riunione, presieduta da Di Giacomo, parteciperanno tra gli altri il procuratore capo Carlo Fucci, il presidente dell’Ordine degli Avvocati Maurizio Carugno, il prefetto Cinzia Guercio, il sindaco Giacomo D’Apollonio, i responsabili dell’Arpa, dell’Asrem, dei Vigili del Fuoco e dei sindacati. Dopo un primo incontro, tenuto venerdì scorso, domani si farà il punto sulla situazione e si stabiliranno le cause, ma anche i rimedi ai fini dell’immediata risoluzione del problema. Infatti, secondo la Relazione depositata dall’Arpa su richiesta del Presidente del Tribunale, si è accertato che negli archivi del Palazzo di Giustizia della città molisana la concentrazione annua di radon è superiore al limite dei 500Bq/m3 consentito e previsto dal D.Lgs 241/200, essendo risultata pari a 761 Bq/m3. «La riunione – spiega in una nota l’Ordine dei Geologi – sarà quindi anche un’occasione per suggerire analoghe soluzioni anche in tutte le consimili situazioni nelle quali versino immobili pubblici e privati, a livello sia locale che in ambito nazionale. Il radon è un gas nobile radioattivo naturale che deriva dal decadimento dell’uranio, si trova in natura in piccole quantità nel suolo e nelle rocce, è incolore, insapore e inodore. Per porre l’attenzione mediatica su tale argomento, il Consiglio Nazionale dei Geologi aveva anche organizzato lo scorso 26 ottobre 2018 il convegno Nazionale “Radon rischio geologico dalla terra un pericolo invisibile per la salute: quanti lo conoscono?” presso la sede del Cnr di Roma. In quell’occasione, i Geologi avevano ribadito la pericolosità del radon, considerato la seconda causa di tumore ai polmoni dopo il fumo da sigaretta». Intanto i locali dell’archivio resteranno chiusi a scopo precauzionale fino a domani, in attesa che venga individuata una soluzione idonea. Quello del radon è una delle tante problematiche con cui il Palazzo di Giustizia fa i conti da anni. Per questo da tempo il presidente Di Giacomo è al lavoro per garantire massima sicurezza al personale in servizio, ma anche a cittadini e ai professionisti che ogni giorno frequentano la struttura. E per questo è stato avviato un confronto richiesto dalle organizzazioni sindacali, «dopo che l’Arpa Molise – ha spiegato Di Giacomo – ha depositato una relazione che avevo chiesto già nel 2016 e poi più volte sollecitata anche all’Asrem per verificare la possibile presenza di gas radon nello stabile. Questo rientra in un discorso più generale, che riguarda più campi, da quello antisismico. A breve, infatti, cominceranno i carotaggi. Ci siamo interessati anche di altri uffici da me diretti, come quello del Giudice di Pace. Come si ricorderà a causa delle sue pessime condizioni igienico sanitarie è stato chiuso con ordinanza sindacale e ora abbiamo già trovato una nuova soluzione, dando locazione in tribunale. Il problema del radon si inserisce in questo contesto più generale». Share on: WhatsApp Tweet Articoli Correlati Fondi ai centri fino a 20mila abitanti, ecco i beneficiari Sea Watch come la Diciotti, pronto il ricorso contro Salvini Carresi, primo step in prefettura: sindaci chiamati al confronto Sicurezza, guardia alta nelle zone di confine Commenta Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati * Commenta Il tuo Nome * La tua E‑ Mail * Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati . January 29, 2019 Trovare una soluzione adeguata a risolvere le criticità legate alla presenza di gas radon nei locali del piano seminterrato che ospitano gli archivi del tribunale di Isernia. Prezioso in tal senso il contributo degli esperti ed è per questo che alla riunione indetta per domani mattina a Palazzo di Giustizia, il presidente Vincenzo Di Giacomo ha invitato anche il vice presidente e coordinatore della Commissione Ambiente del Consiglio Nazionale dei Geologi Vincenzo Giovine, considerato tra i massimi esperti in campo nazionale in materia di radon. Insieme a lui sarà presente al summit il geologo molisano (past president dell’Ordine dei Geologi del Molise) Domenico Angelone. Alla riunione, presieduta da Di Giacomo, parteciperanno tra gli altri il procuratore capo Carlo Fucci, il presidente dell’Ordine degli Avvocati Maurizio Carugno, il prefetto Cinzia Guercio, il sindaco Giacomo D’Apollonio, i responsabili dell’Arpa, dell’Asrem, dei Vigili del 1/2
Fuoco e dei sindacati. Dopo un primo incontro, tenuto venerdì scorso, domani si farà il punto sulla situazione e si stabiliranno le cause, ma anche i rimedi ai fini dell’immediata risoluzione del problema. Infatti, secondo la Relazione depositata dall’Arpa su richiesta del Presidente del Tribunale, si è accertato che negli archivi del Palazzo di Giustizia della città molisana la concentrazione annua di radon è superiore al limite dei 500Bq/m3 consentito e previsto dal D.Lgs 241/200, essendo risultata pari a 761 Bq/m3. «La riunione – spiega in una nota l’Ordine dei Geologi – sarà quindi anche un’occasione per suggerire analoghe soluzioni anche in tutte le consimili situazioni nelle quali versino immobili pubblici e privati, a livello sia locale che in ambito nazionale. Il radon è un gas nobile radioattivo naturale che deriva dal decadimento dell’uranio, si trova in natura in piccole quantità nel suolo e nelle rocce, è incolore, insapore e inodore. Per porre l’attenzione mediatica su tale argomento, il Consiglio Nazionale dei Geologi aveva anche organizzato lo scorso 26 ottobre 2018 il convegno Nazionale “Radon rischio geologico dalla terra un pericolo invisibile per la salute: quanti lo conoscono?” presso la sede del Cnr di Roma. In quell’occasione, i Geologi avevano ribadito la pericolosità del radon, considerato la seconda causa di tumore ai polmoni dopo il fumo da sigaretta». Intanto i locali dell’archivio resteranno chiusi a scopo precauzionale fino a domani, in attesa che venga individuata una soluzione idonea. Quello del radon è una delle tante problematiche con cui il Palazzo di Giustizia fa i conti da anni. Per questo da tempo il presidente Di Giacomo è al lavoro per garantire massima sicurezza al personale in servizio, ma anche a cittadini e ai professionisti che ogni giorno frequentano la struttura. E per questo è stato avviato un confronto richiesto dalle organizzazioni sindacali, «dopo che l’Arpa Molise – ha spiegato Di Giacomo – ha depositato una relazione che avevo chiesto già nel 2016 e poi più volte sollecitata anche all’Asrem per verificare la possibile presenza di gas radon nello stabile. Questo rientra in un discorso più generale, che riguarda più campi, da quello antisismico. A breve, infatti, cominceranno i carotaggi. Ci siamo interessati anche di altri uffici da me diretti, come quello del Giudice di Pace. Come si ricorderà a causa delle sue pessime condizioni igienico sanitarie è stato chiuso con ordinanza sindacale e ora abbiamo già trovato una nuova soluzione, dando locazione in tribunale. Il problema del radon si inserisce in questo contesto più generale». Copyright © 2014 | Cooperativa Editoriale Giornalisti Molisani s.c.a r.l. ‑ P.Iva e C.F. 01561630706 | Privacy Policy Sede: Contrada Colle delle Api, 106/N int. 19 ‑ 86100 ‑ Campobasso (CB) Tel.: +39.0874.483400 / +39.0874.618827 / Fax: +39.0874.484626 Designed and Powered by Giuseppe Socci & Ivan K Candela 2/2
Isernia: gas radon in Tribunale, Consiglio Nazionale Geologi al vertice con Presidente Di Giacomo Inserito da DentroSalerno on 28 gennaio 2019 – 09:29 Dopo la decisione presa dal presidente del Tribunale di Isernia, Vincenzo Di Giacomo, di chiudere l’archivio del Tribunale per cinque giorni a causa dell’elevata concentrazione di gas radon nei locali seminterrati della struttura, il Vice Presidente e Coordinatore della Commissione Ambiente del Consiglio Nazionale dei Geologi, Vincenzo Giovine, che è tra l’altro uno tra i massimi esperti in campo nazionale in materia di radon, e il Tesoriere del Consiglio Nazionale dei Geologi, il Geologo molisano, past President dell’Ordine dei Geologi del Molise, Domenico Angelone sono stati invitati dal Presidente del Tribunale a partecipare al vertice che si terrà Mercoledì 30 gennaio 2019 alle ore 9.30 presso il Palazzo di Giustizia di Isernia. Durante la riunione, presieduta dal Presidente Di Giacomo ed alla quale parteciperanno tra gli altri il Procuratore della Repubblica Carlo Fucci, il Presidente dell’Ordine degli Avvocati Maurizio Carugno, il Prefetto Cinzia Guercio, il Sindaco Giacomo D’Apollonio, i Responsabili dell’ARPA, dell’ASREM, dei Vigili del Fuoco e delle Organizzazioni Sindacali, oltre che appunto il vice Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi Vincenzo Giovine ed il Tesoriere del Consiglio Nazionale dei Geologi Domenico Angelone, si farà il punto sulla situazione e si individueranno cause e rimedi ai fini dell’immediata risoluzione del problema. Infatti, secondo la Relazione depositata dall’Arpa su richiesta del Presidente del Tribunale, si è accertato che negli archivi del Palazzo di Giustizia della città molisana la concentrazione annua di radon è superiore al limite dei 500Bq/m3 consentito e previsto dal D.Lgs 241/200, essendo risultata pari a 761 Bq/m3. La riunione sarà quindi anche occasione per suggerire analoghe soluzioni anche in tutte le consimili situazioni nelle quali versino immobili pubblici e privati, a livello sia locale che in ambito nazionale. Il radon è un gas nobile radioattivo naturale che deriva dal decadimento dell’uranio, si trova in natura in piccole quantità nel suolo e nelle rocce, è incolore, insapore e inodore. Per porre l’attenzione mediatica su tale argomento, il Consiglio Nazionale dei Geologi aveva anche organizzato lo scorso 26 ottobre 2018 il convegno Nazionale “Radon rischio geologico dalla terra un pericolo invisibile per la salute: quanti lo conoscono?”presso la sede del CNR di Roma. In quell’occasione, i Geologi avevano ribadito la pericolosità del radon, considerato la seconda causa di tumore ai polmoni dopo il fumo da sigaretta.
30 Gen 2019 Dl semplificazioni, via libera al Senato: il nuovo registro elettronico rifiuti gestito dall’Ambiente Carmine Fotina e Marco Mobili Via libera dell’assemblea del Senato al decreto semplificazioni con 142 sì e 74 contrari (10 astenuti) . Il provvedimento “omnibus” passa alla Camera dopo essere stato fortemente ridimensionato per le perplessità del Quirinale in merito agli oltre 80 emendamenti approvati su 24 macro-argomenti diversi. Ultime novità A sorpresa l’Aula approva il nuovo Registro elettronico nazionale per la tracciabilità dei rifiuti, che sarà gestito direttamente dal ministero dell’Ambiente. Le imprese, che avevano accolto con favore l’abolizione del vecchio meccanismo Sistri a partire dal 2019, dovranno comunque corrispondere diritti di segreteria e contributi annuali, con i quali coprire i costi di funzionamento del nuovo sistema. Il registro partirà con l’entrata in vigore della legge di conversione, nel frattempo le aziende dovranno assicurare la tracciabilità dei rifiuti con il vecchio metodo cartaceo. Via libera anche alla norma voluta dai 5 Stelle e preannunciata da Alessandro Di Battista nei giorni scorsi che, nei fatti, frena le aste sugli immobili pignorati. Con una modifica al codice di procedura civile, si introduce il diritto di tutti i debitori (e non solo di quelli che hanno crediti con la Pa) e dei loro familiari conviventi a restare nella casa fino al decreto di trasferimento che conclude l’espropriazione forzata, a patto di mantenerlo in buone condizioni e accettare le visite dei potenziali compratori. Confermati i nuovi vincoli per il noleggio con conducente, ma con un piccolo ritocco che cancella, sia per gli Ncc sia per i taxi, la possibilità di affidare a terzi la macchina anche in caso di perdita dell’abilitazione professionale alla guida. Approvata la norma per lo scorrimento della graduatoria della prova scritta di esame del concorso pubblico per l’assunzione di allievi agenti di Polizia, bandito nel maggio 2017. Si parla di 1.851 assunzioni, ma con modifiche «a bandi aperti e concorsi in parte svolti» attacca il Pd. Ma è proseguita nel frattempo la cura dimagrante del decreto chiesta dal Quirinale e ieri proseguita per i rilievi della commissione Bilancio su input della Ragioneria dello Stato. Tra le misure per le imprese saltano l’apertura ai professionisti della sezione del Fondo di garanzia per le Pmi in difficoltà a causa dei crediti con la Pa; la definizione di «gravemente iniqui» dei pagamenti tra grandi e piccole aziende oltre i 60 giorni; l’estensione da 3 a 24 mesi del termine per mettersi in regola con i contributi ai fini del Durc. Parere contrario del governo sull’annullamento dei lotti ancora assegnati della gara Agea per il nuovo Sistema informativo agricolo nazionale (Sian). Nulla di fatto poi per la nuova “Società di investimento semplice”, fortemente voluta dal vicepremier Di Maio per far decollare il venture capital. Accompagnato da un duro attacco della maggioranza nei confronti della Ragioneria, salta e viene trasformato in un ordine del giorno l’emendamento sponsorizzato dalla Lega che dava al ministero della Salute 1/2
40 giorni per determinare il fabbisogno di personale degli enti del Servizio sanitario nazionale, allo scopo di superare il vincolo di assunzioni. Resta da definire l’eventuale ripescaggio delle norme stralciate, o almeno di una parte di esse. Per il capogruppo del Carroccio in Senato, Massimiliano Romeo, si punta a un disegno di legge dedicato. Le conferme Tra gli emendamenti che erano già passati in commissione, si registra il via libera dell’Aula al ripristino dell’Ires ridotta al 12% per il no profit; la possibilità di aderire alla rottamazione ter delle cartelle anche per chi non ha versato le rate del 2018; le semplificazioni condominiali per l’allaccio di collegamenti a banda ultralarga e le estensioni sull’etichettatura d’origine per gli alimenti. Disco verde ai 300 milioni per il Fondo Imu-Tasi per i Comuni, con la possibilità per i sindaci di non vincolarli alla spesa per gli investimenti. Ok allo “scambio” M5S-Lega sulla moratoria (parziale) per le trivellazioni e la regionalizzazione delle centrali idroelettriche. Ma, dopo la revisione al ribasso dell’aumento dei canoni dovuti dalle compagnie petrolifere, la norma sulle trivelle prevede ora un fondo ridotto per fronteggiare eventuali indennizzi: da 20 a 15 milioni. Passano anche le semplificazioni per le startup innovative; la deburocratizzazione per le Zone economiche speciali con regime di sospensione Iva; il chiarimento interpretativo sul rimborso del prestito Alitalia da 900 milioni e le norme sul passaggio delle competenze in materia di Agenda digitale, dal 2020, direttamente al presidente del Consiglio. Per l’opposizione la norma, prevedendo anche il passaggio a Palazzo Chigi di risorse già destinate all’Agenzia per il digitale (che dipende dal ministro della Pa in quota Lega, Giulia Bongiorno), è di fatto una concessione a M5S. Nascerà una Spa pubblica per gestire i pagamenti dei cittadini con la Pa. Inoltre, la presidenza del consiglio si potrà avvalere di un team di esperti, anche esterni, con una spesa di 6 milioni di euro annui. P.I. 00777910159 - Copyright Il Sole 24 Ore - All rights reserved 2/2
30 Gen 2019 Appalti per il sistema scolastico, dal bando al collaudo: arriva il vademecum del Miur Massimo Frontera Bandi di gare di forniture, servizi e lavori, per importi da zero a infinito, con o senza ricorso alle convenzioni Consip. Il ministero dell’Istruzione corre in soccorso di comuni, province fino ad arrivare ai e presidi fornendo una articolata guida operativa per orientarsi tra le norme del codice appalti. Sul sito del Miur è stato da poco pubblicato il quaderno n.1 dedicato alle “Istruzioni di carattere generale relative all'applicazione del Codice dei Contratti Pubblici”. Un agile guida operativa per mettere in grado i decisori, il Rup e i commissari di gara di non perdere la bussola sull’intero arco della procedura. Appalti, “free zone” fino a 40mila euro Nelle circa 100 pagine del documento del Miur, si passano in rassegna in modo chiaro i percorsi da seguire a seconda che si voglia acquisire un servizio o appaltare un lavoro. Il principale criterio guida è quello dell’importo. Per le istituzioni scolastiche gli appalti devono tenere conto dei seguenti valori: 10mila euro, livello oltre il quale il Consiglio di Istituto delibera sulle attività negoziali per appalti di importo fino a 40mila euro. Per importi inferiori ai 10mila euro, la scuola «individua l’operatore affidatario - si legge nella guida - con le modalità ritenute opportune». «Tale attività - suggerisce la guida - potrà essere svolta tramite l’acquisizione di preventivi, la consultazione di elenchi di operatori, la pubblicazione di un avviso di indagine di mercato ecc.». Servizi e forniture, trattativa privata per il sottosoglia Tra i 40mila e e 144mila euro (soglia, quest’ultima, individuata dal Miur quale soglia comunitaria rilevante per le Istituzioni Scolastiche ai fini dell'affidamento di appalti pubblici di forniture e di servizi) si possono acquisire servizi e fornitore con procedura negoziata, previa consultazione, ove esistenti, di almeno cinque operatori economici. Sempre, beninteso, che non sia attiva una convenzione Consip Lavori, procedura negoziata tra 40mila e 150mila euro Anche per appaltare lavori di importo tra 40mila e 150mila euro, le scuole potranno ricorrere alla procedura negoziata, previa consultazione, ove esistenti, di almeno dieci operatori economici. La procedura negoziata è applicabile anche agli appalti di lavori di importo tra 50mila euro e un milione di euro, previa consultazione di almeno quindici operatori, ove esistenti. Appalti soprasoglia Per tutti gli affidamenti di servizi e forniture di importo superiore ai 144mila euro e di lavori di importo superiore a un milione di euro, le cose si complicano perché l’istituzione scolastica ha a disposizione una gamma di diverse possibilità: procedura aperta (art. 60); procedura ristretta 1/2
(art. 61); procedura negoziata senza bando (art. 63); procedura competitiva con negoziazione (art. 62); dialogo competitivo (art. 64); partenariato per l'innovazione (art. 65). Per ciascuna procedura la guida del Miur indica i passi da fare. Esclusioni e anomalia, indicazioni pratiche Per facilitare il compito ai presidi, il Miur ha sintetizzato in due tabelle dedicate (pubblicate nell’appendice in allegato al vademecum) un utile specchietto sia per individuare le cause di esclusione dalla gara, sia per impostare correttamente la verifica dell’anomalia. Per quanto riguarda la complessa applicazione dell’articolo 80 del codice, la tabella indica, per ciascun tipo di “causa ostativa” e i “mezzi di accertamento”, i documenti da acquisire, le figure sulle quali procedere all’accertamento e, infine, lo strumento per farlo (Avcpass o richiesta al casellario giudiziale del tribunale. Infine, la guida - e in particolare l’appendice in allegato - fornisce 14 format di determine per i vari passaggi della procedura (indizione della gara, aggiudicazione, acquisto, nomina commissari). LA GUIDA DEL MIUR L’APPENDICE IN ALLEGATO P.I. 00777910159 - Copyright Il Sole 24 Ore - All rights reserved 2/2
30 Gen 2019 Cantone: molto preoccupato per gli affidamenti diretti fino a 150mila euro Q. E. T. «Bisogna monitorare con grande attenzione gli appalti pubblici, perché è evidente che sono il settore a più alto rischio. Bisogna evitare di incidere sulle regole. Sono molto preoccupato dalla norma che, per esempio, ha consentito di fare affidamenti diretti fino a centocinquantamila euro. È una norma che è stata giustificata in una logica eccezionale ma è una norma pericolosa». Lo ha detto il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone su Sky Tg24. «Questo - ha aggiunto - è un clima un po' contraddittorio dal punto di vista legislativo, perché da un lato con il disegno di legge Bonafede si è intervenuti con una logica di forte contrasto alla corruzione e poi d'altro lato si intravedono segnali un po' contraddittori quando si garantisce un eccesso di mano libera alla pubblica amministrazione, soprattutto agli enti locali, negli affidamenti». P.I. 00777910159 - Copyright Il Sole 24 Ore - All rights reserved 1/1
30 Gen 2019 Agli ingegneri spettano le opere e le sistemazioni idrauliche Francesco Longo Le competenze degli ingegneri, rispetto a quelle degli architetti vanno individuate in base alle opere ed agli interventi che devono essere in concreto eseguiti. In particolare, la generale competenza spettante agli ingegneri riguarda le costruzioni stradali, le opere igienico sanitarie (depuratori, acquedotti, fognatura e simile), gli impianti elettrici, le opere idrauliche, le operazioni di estimo, le estrazioni di materiali, le opere industriali; la competenza esclusiva degli architetti riguarda la progettazione delle opere civili, che presentino rilevanti caratteri artistici e monumentali, con concorrente competenza degli ingegneri per la parte tecnica degli interventi costruttivi; sono di competenza comune le sole opere di edilizia civile. Quanto indicato emerge dall'articolata sentenza del 21 novembre 2018, n. 6593, della quinta sezione del Consiglio di Stato con cui si è ulteriormente chiarito, delimitandole, le rispettive competenze tra architetti ed ingegneri; ed in particolar modo per gli interventi di sistemazione idraulica. La questione era insorta in relazione ad un bando di gara per l'esecuzione di opere complementari rispetto a opere idrauliche già esistenti. P.I. 00777910159 - Copyright Il Sole 24 Ore - All rights reserved 1/1
30 Gen 2019 Infrastrutture dimenticate: dalla Tirrenica alla E45/55. Le principali opere rimaste nel cassetto Silvia Pieraccini e Giorgio Santilli Non ci sono solo le opere bloccate, per varie ragioni, dai finanziamenti a singhiozzo alle complessità procedurali. In Italia la prassi di abbandonare i programmi infrastrutturali prioritari delle precedenti maggioranze di governo ha prodotto anche una stratificazione di opere dimenticate.Il centro-sinistra ha seppellito la legge obiettivo, cavallo di battaglia del centro- destra, e con lei numerose opere di quel programma faraonico, soprattutto autostradali. E la maggioranza attuale, nella sua componente grillina, non vede l'ora di archiviare le grandi opere ferroviarie del centro-sinistra, a partire dalla Tav (ma è a rischio anche un'opera sacrosanta come la Brescia-Padova). Si moltiplicano così sulla carta dell'Italia (si veda a fianco) opere considerate un tempo priorità, ora rimaste senza padre né madre. Abbandonate. Dimenticate. Al Nord un esempio è la bretella autostradale della Val Trompia, richiesta a gran voce dalle attività economiche della zona. Scomparsa dai radar. Stesso discorso, in materia stradale, per il collegamento Rho-Pero. Ufficialmente la Genova-Ventimiglia è sempre nei programmi Fs, ma da anni ha smesso di essere citata. Una delle maggiori opere dimenticate d'Italia è la Civitavecchia-Orte-Ravenna-Mestre (E45/55). Arteria proposta in project financing autostradale ai tempi in cui era considerata un'alternativa di valico appenninico alla A1, poi ridimensionata alla sola E45, infine uscita dalle priorità. Anche se le proposte stanno sempre lì e nessuna decisione è stata presa per annullare l'intervento. In cima alle Regioni con più opere dimenticate c'è però la Toscana. Tre su tutte: la stazione fiorentina dell'Alta velocità col passante ferroviario (807 milioni); l'autostrada “Tirrenica” A12 Livorno- Civitavecchia (1.290 milioni); il completamento della superstrada “Due Mari” E78 Grosseto-Fano (828 milioni), innanzitutto nel tratto Grosseto-Siena. La stazione AV firmata da Norman Foster è finita in un vicolo cieco dopo i dubbi di Fs e istituzioni locali sul progetto originario (alla fine confermato con modifiche per creare un hub della mobilità ferro-gomma), cui ha fatto seguito la crisi del gruppo romano Condotte che ha l'appalto del nodo fiorentino Av. Oggi i lavori sono fermi, senza ipotesi di riavvio. Tutto fermo anche sulla “Tirrenica”, attesa da 50 anni, oggetto di (ennesima) revisione progettuale da parte del ministero delle Infrastrutture. Il problema, da anni, è definire un tracciato – in particolare nella zona di Capalbio - che metta d'accordo enti locali, Regione e Anas. Sull'opera pende anche la sentenza (in arrivo) della Corte di giustizia Ue sulla decisione di Roma di prorogare fino al 2046 la concessione alla società (gruppo Autostrade) per la gestione dell'arteria, senza gara d'appalto. Infine la Grosseto-Siena a quattro corsie: mancano da realizzare due lotti, il 4 (2,8 km per un valore 80 milioni), il cui bando è appena stato aggiudicato da Anas; e il lotto 9 (11,8 km per un valore di 162 milioni), oggetto di una modifica progettuale che ha allungato i tempi di approvazione prima di indire il bando. P.I. 00777910159 - Copyright Il Sole 24 Ore - All rights reserved
30 Gen 2019 Opere pubbliche, il Mit lancia l’archivio informatico Q.E.T. Il Mit informa che è disponibile la versione beta dell'archivio informatico nazionale delle opere pubbliche (Ainop), che permette di censire il patrimonio delle opere pubbliche di competenza degli enti e delle amministrazioni centrali e periferiche dello Stato, delle Regioni, delle autonomie locali (Province autonome, Province, Città metropolitane) e di tutti i Comuni d’Italia. Il sistema informativo - avverte il Mit - non rappresenta la versione definitiva, «ma viene messa a disposizione per valutarne l'utilizzo e le eventuali migliorie da apportare in fase conclusiva». L'obiettivo finale non è solo il censimento, ma l’effettivo monitoraggio e controllo durante l’intero ciclo di vita. Le informazioni rappresentano il «fascicolo dell'opera» contenente «gli elementi per individuare le opere da mettere in sicurezza con interventi ad hoc, classificandole anche in base alle priorità d'urgenza». Al momento, l’archivio prevede nove categorie: ponti, viadotti e cavalcavia stradali; ponti, viadotti e cavalcavia ferroviari; strade; ferrovie nazionali e regionali e metropolitane; aeroporti; dighe e acquedotti; gallerie ferroviarie e gallerie stradali; porti e infrastrutture portuali; edilizia pubblica. P.I. 00777910159 - Copyright Il Sole 24 Ore - All rights reserved 1/1
30 Gen 2019 Gestori ambientali, il ministero chiarisce i compiti del responsabile tecnico M.Fr. Arrivano le indicazioni sui compiti del responsabile tecnico nella gestione ambientale. I chiarimenti arrivano dal Comitato nazionale dell'Albo dei gestori ambientali e sono contenute nella delibera n.1/2019pubblicata sul sito del Comitato nazionale lo scorso 23 gennaio. Tra i principali compiti del responsabile tecnico c’è: il coordinamento dell'attività degli addetti dell'impresa; la definizione delle procedure per la gestione delle situazioni di urgenza; la vigilanza sulla corretta osservanza delle prescrizioni contenute nei provvedimenti di iscrizione all'Albo stesso; la verifica della validità delle iscrizioni e delle autorizzazioni in capo ai soggetti ai quali vengono affidati i rifiuti. Per ciascuna categoria di iscrizione all’albo, la delibera specifica nel dettaglio compiti e attività del responsabile tecnico, a seconda della diversa fase della gestione dei diversi rifiuti. Per quanto riguarda il trasporto, si precisa, per esempio, l’obbligo di redigere e sottoscrivere l'attestazione relativa all'idoneità tecnica dei mezzi di trasporto e verificarne la permanenza. Allo stesso modo, per quanto riguarda la bonifica dei siti, si prevede che la verifica del mantenimento dell'idoneità delle attrezzature utilizzate dall'impresa autorizzata a svolgere l’attività, competa al responsabile tecnico. Il quale deve inoltre predisporre, congiuntamente con il legale rappresentante dell'impresa stessa, una dichiarazione sostitutiva di atto notorio con la quale siano indicate le tipologie e il valore di acquisto delle attrezzature. L'Albo, infine, chiarisce che nel caso in cui un responsabile ricopra contemporaneamente lo stesso ruolo presso più imprese è tenuto a informare ciascuna impresa degli altri incarichi svolti, mediante un apposito modello di dichiarazione. Questa dichiarazione deve essere comunicata alla sezione dell'Albo, pena la dichiarazione di improcedibilità della domanda per una nuova iscrizione o per la variazione/rinnovo di altra precedente. Infine, la delibera, riporta anche il format per dichiarare la compatibilità temporale nello svolgimento dell’incarico. LA DELIBERA N.1/2019 DEL COMITATO NAZIONALE ALBO GESTORI AMBIENTALI P.I. 00777910159 - Copyright Il Sole 24 Ore - All rights reserved 1/1
Codice Contratti Pubblici: Istruzioni operative Miur 30/01/2019 Il Miur (Ministero dell’Istruzione, dell’Univerità e della Ricerca) ha diramato la circolare n. 1711 del 28 gennaio 2019, avente ad oggetto “Istruzioni di carattere generali relative alla applicazione del Codice dei Contratti Pubblici (D.Lgs. 50/2016 e ss.mm.ii) - Quaderno n. 1 e Appendice” in cui il Ministero ha comunicato di aver predisposto Linee Guida, ovvero Istruzioni operative che contengono raccomandazioni di comportamento, elaborate con lo scopo di supportare ed orientare le Istituzioni scolastiche nell’ideazione strategica, nell’affidamento e nell’esecuzione di contratti pubblici di lavori, servizi e forniture. Il quaderno contenete le Linee guida, dopo la Prefazione ed il Quadro normativo di riferimento definisce in due parti la fase la procedura di affidamento di lavori, servizi e forniture (parte prima) e la Fase di esecuzione del contratto (parte seconda). Nella prima parte relativa alla fase la procedura di affidamento di lavori, servizi e forniture vengono trattati: • Sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti • Soglie e tipologie di procedure • Obblighi di acquisto in forma centralizzata • Possibilità di deroga all’obbligo normativo di ricorso alle convenzioni quadro stipulate da consip s.p.a • Le tipologie di procedure • Programmazione e progettazione della procedura • Presupposti e ideazione strategica della procedura • Redazione degli atti di gara • Suddivisione in lotti • Criteri ambientali minimi • Scelta dei requisiti di partecipazione • Avvalimento • Scelta del criterio di aggiudicazione • Avvio della procedura
• Pubblicazione della gara • Termini di presentazione delle domande di partecipazione e delle offerte • Il documento di gara unico europeo (dgue) • Informazioni complementari • La commissione di gara • Valutazione delle offerte e aggiudicazione • Controlli sul possesso dei requisiti di carattere generale e speciale Nella seconda parte relativa alla Fase di esecuzione del contratto vengono trattati i seguenti argomenti: • Stipula del contratto • Subappalti • Modifiche in corso di esecuzione • Risoluzione del contratto • Applicazione delle penali A corredo delle Linee Guida, viene altresì messa a disposizione la seguente documentazione (contenuta nel documento denominato “Appendice”): Allegato 1: Tabella riepilogativa delle cause ostative e relativa documentazione di accertamento; Allegato 2: Tabelle per la procedura di verifica dell’anomalia; Allegato 3: Format di “Regolamento per la nomina delle commissioni di gara, ai sensi degli artt. 77, 78 e 216, comma 12, del decreto legislativo 18 aprile 2016 n. 50”; Allegato 4: Format di “Determina di nomina della Commissione giudicatrice”; Allegato 5: Format di “Dichiarazione di accettazione dell’incarico e contestuale dichiarazione di inesistenza di cause di incompatibilità e di astensione (resa nelle forme di cui agli artt. 46 e 47 del d.p.r. n. 445 del 28 dicembre 2000)”; Allegato 6: Format di “Determina per l’affidamento diretto ai sensi dell’art. 36, comma 2, lettera a) del D.Lgs. 50/2016, mediante Trattativa Diretta sul Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione (MEPA)”; Allegato 7: Format di “Determina per l’affidamento diretto ai sensi dell’art. 36, comma 2, lettera a) del D.Lgs. 50/2016, mediante Ordine Diretto sul Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione (MEPA)"; Allegato 8: Format di “Determina per l’affidamento diretto ai sensi dell’art. 36, comma 2, lettera a) del D.Lgs. 50/2016, mediante richiesta di preventivi”; Allegato 9: Format di “Determina per l’affidamento diretto ai sensi dell’art. 36, comma 2, lettera a) del D.Lgs. 50/2016, mediante pubblicazione di avviso”; Allegato 10: Format di “Determina per l’indizione di procedura negoziata senza bando, ai sensi dell’art. 36 comma 2, lettera b), del D.Lgs n. 50/2016 e ss.mm.ii., mediante Richiesta di Offerta (RdO) sul Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione (MEPA)”;
Allegato 11: Format di “Determina di aggiudicazione di procedura negoziata senza bando, ai sensi dell’art. 36 comma 2, lettera b), del D.Lgs n. 50/2016 e ss.mm.ii., mediante Richiesta di Offerta (RdO) sul Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione (MEPA)”; Allegato 12: Format di “Determina per l’indizione di procedura negoziata senza bando, ai sensi dell’art. 36 comma 2, lettera b), del D.Lgs n. 50/2016, con previo preavviso”; Allegato 13: Format di “Determina per l’indizione di procedura negoziata sotto soglia ai sensi dell’art. 36 comma 2, lettera b), del D.Lgs n. 50/2016, senza preavviso”; Allegato 14: Format di “Determina di aggiudicazione di procedura negoziata senza bando, ai sensi dell’art. 36 comma 2, lettera b), del D.Lgs n. 50/2016”; Allegato 15: Format di “Determina per l’indizione di procedura aperta, ai sensi dell’art. 60, del D.Lgs n. 50/2016”; Allegato 16: Format di “Determina di aggiudicazione di procedura aperta, ai sensi dell’art. 60, del D.Lgs n. 50/2016”. Si precisa che gli Allegati 1 e 2 contengono, rispettivamente, una tabella riepilogativa delle cause ostative e relativa documentazione di accertamento ed una tabella per la procedura di verifica dell’anomalia. I rimanenti Allegati (dal 3 al 16) costituiscono format di provvedimenti che dovranno essere utilizzati dalle istituzioni scolastiche a seconda della procedura di gara (affidamento diretto, procedura negoziata, procedura aperta) e dello strumento utilizzato (es. MEPA). Questi ultimi Allegati dovranno essere modificati/integrati dalle singole istituzioni scolastiche sulla base delle caratteristiche peculiari della scuola e della tipologia di affidamento. A cura di Redazione LavoriPubblici.it © Riproduzione riservata Documenti Allegati Circolare MIUR 28 gennaio 2019, n. 1171 Quaderno n. 1 Appendice al quaderno con Allegati
Decreto semplificazioni: Approvato dal Senato passa alla Camera dei deputati 30/01/2019 L'Assemblea del Senato ha approvato ieri il disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 14 dicembre 2018, n. 135, recante disposizioni urgenti in materia di sostegno e semplificazione per le imprese e per la pubblica amministrazione. Il testo nella nuova versione con gli emendamenti approvati passa alla Camera. Mentre la maggior parte degli emendamenti approvati dalle Commissioni riunite 1aed 8 a sono stati dichiarati improponibili, l’Aula ha approvato i seguenti emendamenti: • 1.34 (testo 3) che ripristina l'Ires agevolata per il terzo settore; • 1.44 (testo 3), che estende ai professionisti che vantano crediti nei confronti della pubblica amministrazione l'accesso alla sezione speciale del fondo di garanzia; • 1.0.500 (testo 2) riguardante l'allargamento dei termini per la nuova rottamazione delle cartelle esattoriali; • 2.1000 • 3.23 (testo 2) • 3.47 (testo 2) sui dati del fascicolo aziendale acquisiti dal sistema informativo agricolo nazionale; • 3.500 che definisce inique le clausole che prevedono termini di pagamento per le piccole imprese superiori ai 60 giorni; • 3.0.1 (testo 4) che prevede altre misure di sburocratizzazione per le imprese; • 3.0.8 sul certificato di agibilità dei lavoratori dello spettacolo; • 3.0.700 (testo 2) sull'indicazione nell'etichettatura del luogo di origine dei prodotti alimentari;
• 3.0.136 (testo 3) che prevede semplificazioni per le zone economiche speciali e le zone logistiche semplificate; • 4.3 (testo 3) che modifica l'articolo 560 del codice di procedura civile, prevedendo che il debitore e il suo nucleo familiare conservano il bene pignorato fino al trasferimento dell'immobile; • 4.0.1000 che stanzia 10 milioni per il 2019 in favore dei familiari delle vittime e superstiti del disastro di Rigopiano; • 6.3 (testo 3) che istituisce il Registro elettronico nazionale per la tracciabilità dei rifiuti; • 8.100 riguardante le risorse dell'Agenzia digitale; • 8.0.3 relativo alla tecnologia basata su registri distribuiti e smart contract; • 8.500 che dal 2020 trasferisce i compiti del commissario per l'Agenda digitale al Presidente del Consiglio; • 8.0.500 (testo corretto) che reca misure di semplificazione per l'innovazione e la banda ultralarga; • 9.0.500 (testo 2) riguardante semplificazioni in materia di personale del Servizio sanitario nazionale e di fatturazione elettronica per gli operatori sanitari; • 10.0.1000 recante misure urgenti per il servizio di noleggio con conducente, con il subemendamento 10.0.1000/600; • 11.17 (testo 4) riguardante l'assunzione degli allievi agenti della Polizia di Stato, e gli emendamenti delle Commissioni riunite; • 11.0.43 (testo 4), che prevede un piano per la transizione energetica sostenibile e sospende i permessi di prospezione o ricerca degli idrocarburi liquidi; • 11.0.95 (testo 3) che prevede il passaggio alle Regioni delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche, con il subemendamento 11.0.95 (testo 3)/600; • 11.0.172 (testo 3) recante disposizioni urgenti in materia di enti del terzo settore; • 11.0.500 (testo 4) recante misure di semplificazione in materia contabile per gli enti locali (incremento del fondo Imu-Tasi per i comuni); • 11.0.600 (testo 2) che dispone forme di assistenza e agevolazione per gli orfani del disastro di Rigopiano; • 11.0.1000 riguardante l'interpretazione autentica di una norma sui consigli degli ordini circondariali degli avvocati. L’articolo 5 del provvedimento che riguarda le “Norme in materia di semplificazione e accelerazione delle procedure negli appalti pubblici sotto soglia comunitaria” è rimasto nella versione originaria senza alcun emendamento ed è semplice notare come l’unico articolo che avrebbe potuto essere integrato ed emendato senza incorrere in perplessità del Quirinale e senza alcun problema di improponibilità e di inammissibilità di cui all’articolo 97 del Regolamento del Senato sarebbe stato proprio
l’articolo 5che avrebbe potuto contenere quelle modifiche al Codice dei contratti ritenute da più parti necessarie ed urgenti; ma così non è stato perché nella trattazione in commisisone tutti gli emandamenti all’articolo 5 presentati dalla maggioranza sono stati ritirati mentre quelli presentati dalle opposizioni sono stati respinti anche in riferimento alla dichiarazione del Senatore Patuanelli che nel corso della seduta n. 8 del 21 gennaio 2019 delle due commissioni riunite (1a ed 8 a) ha dichiarato “che è intenzione del Governo e delle forze politiche di maggioranza procedere al varo di una legge delega relativa alla revisione del codice dei contratti pubblici. Parallelamente, si procederà al varo di un disegno di legge volto, nelle more della riforma generale della disciplina, a introdurre nell'ordinamento le disposizioni più urgenti, al fine di venire incontro alle numerose ed impellenti esigenze rappresentate dagli operatori economici”. Il Governo, quindi, a distanza di 8 mesi dall’insediamento e dopo tanti annunci (leggi articolo) sembra che abbia deciso di intraprendere due strade paralle che speriamo siano convergenti e che sono quelle di un primo disegno di legge per le disposizionioì più urgenti e di un disegno di legge delega relativo alla revisone del Codice dei contratti. Ricordiamo, per ultimo che l'emendamento 3.0.81 (testo 3) sulla disciplina del DURCe l'estensione a 24 mesi del termine per regolarizzare i contributi è stato trasformato in un ordine del giorno. In allegato il file con gli emendamenti approvati. A cura di Redazione LavoriPubblici.it © Riproduzione riservata Documenti Allegati Emendamenti approvati
Decreto Parametri e Testo Unico Edilizia: il DL Semplificazioni fa dietrofront 30/01/2019 L'approvazione da parte dell'Assemblea del Senato del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 135/2018 (c.d. Decreto Semplificazioni) recante "Disposizioni urgenti in materia di sostegno e semplificazione per le imprese e per la pubblica amministrazione" ha fatto tirare un sospiro di sollievo ai professionisti soprattutto in merito alla paventata ipotesi di un'eventuale abolizione dell'obbligo di utilizzo del Decreto Parametri per la determinazione dell'importo da porre a base di gara per i servizi di architettura e ingegneria. Eventualità che, come già rilevato (leggi articolo) avrebbe determinato un'incertezza nella determinazione delle soglie di affidamento delle gare e quindi anche delle relative procedure di gara. Sull'argomento abbiamo intervistato il Vicepresidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Rino La Mendola, che ha seguito l’evoluzione dei fatti anche nel ruolo di Coordinatore del Tavolo Lavori Pubblici della stessa Rete delle Professioni Tecniche. D. La politica non perde l’abitudine di utilizzare leggi omnibus per modificare il codice dei contratti. Qual è la vostra opinione in merito?
R. Siamo davvero perplessi per un modo di legiferare casuale e senza una visione di insieme, che rischia di compromettere l’identità di testi unici e norme di riferimento specifiche, che devono essere migliorate, ma con una revisione organica dei testi e non con l’introduzione casuale di emendamenti in leggi omnibus, che rischiano di peggiorare gli strumenti normativi che regolano una materia difficile come quella dei lavori pubblici. Siamo però soddisfatti in quanto alla fine ha prevalso il buon senso e gli emendamenti da noi contestati sono stati dichiarati inammissibili. D. Una delle conquiste più importanti della Rete delle Professioni Tecniche, il ricorso obbligatorio al decreto parametri per calcolare l’importo a base di gara, ha rischiato di essere cancellata, almeno per gli affidamenti diretti di cui all’art.31 comma 8 del codice. R. Si! Abbiamo trovato l’emendamento 5.27 paradossale e privo di senso in quanto il decreto di cui all’art.24 comma 8 del codice (c.d. decreto parametri) costituisce uno strumento indispensabile per calcolare l’importo a base di gara, in funzione del quale si adottano procedure di affidamento diverse. Quindi, per potere procedere all’affidamento diretto, le stazioni appaltanti devono necessariamente dimostrare che l’importo del corrispettivo del servizio da affidare è inferiore a 40.000 euro. Questo è possibile solo utilizzando regole certe, come il suddetto decreto parametri; a meno che la politica non voglia fare un passo indietro ed alimentare quella discrezionalità dilagante nelle stazioni appaltanti, che è inconciliabile con i principi più elementari della trasparenza e della legalità. Per fortuna, l’emendamento - che avrebbe, da un lato, mortificato la professionalità dei liberi professionisti e, dall’altro, alimentato dubbi, incertezze e contenziosi - è stato ritenuto inammissibile. D. Il Consiglio Nazionale degli Architetti è anche intervenuto esprimendo le proprie perplessità per l’emendamento 5.0.2, che sarebbe entrato a gamba tesa sul testo unico per l’edilizia. R. L’emendamento, perseguendo una illusoria semplificazione nell’ambito del testo unico per l’edilizia, avrebbe complicato notevolmente le procedure per il deposito di progetti strutturali agli Uffici della Regione (Uffici del Genio Civile), per tramite dello sportello unico. Infatti, mentre il testo unico vigente prescrive l’autorizzazione preventiva solo per gli interventi strutturali nelle zone ad alta sismicità, per effetto dell’emendamento, l’autorizzazione preventiva sarebbe stata necessaria anche per le nuove costruzioni ricadenti in zona a bassa sismicità, se ritenute “rilevanti dal punto di vista della pubblica incolumità”. Ciò avrebbe appesantito, specie in zone a bassa sismicità, le procedure attualmente adottate dagli addetti ai lavori, attribuendo notevoli responsabilità al professionista incaricato che, in relazione all’intervento progettato, avrebbe dovuto
assumere la decisione di procedere al semplice deposito o, al contrario, richiedere l’autorizzazione preventiva. Sappiamo bene che in questi casi il libero professionista sarebbe stato il capro espiatorio, nel caso in cui avesse giudicato “non rilevante” un intervento per il quale invece gli Uffici preposti avrebbero potuto ritenere l’intervento tra quelli da sottoporre a “rilascio di autorizzazione preventiva”. Siamo dunque soddisfatti del fatto che anche questo emendamento sia stato ritenuto inammissibile. D. La Commissione Ue ha aperto una procedura di infrazione per il codice dei contratti. Ci sono elementi che riguardano gli affidamenti di servizi di architettura e ingegneria? R. Non abbiamo ancora studiato nel dettaglio il rapporto della Commissione Ue, ma, da una prima lettura, non sembra ci siano elementi che riguardano specificatamente il tema dei servizi di architettura e ingegneria; tuttavia coglieremo l’occasione per proporre a governo e parlamento una riforma organica del codice dei contratti, al fine di superarne le criticità, salvaguardando però gli elementi positivi, come per l’appunto l’obbligatorietà, per le stazioni appaltanti, di ricorrere al decreto parametri per calcolare l’importo a base di gara, al fine di scongiurare il rischio che si possano ripetere casi scandalosi come quello di Catanzaro, in cui è stato affidato uno strumento urbanistico a fronte di un compenso di un euro. Ringrazio il Vicepresidente La Mendola per il prezioso contributo e lascio come sempre a voi ogni commento. A cura di Redazione LavoriPubblici.it © Riproduzione riservata Documenti Allegati DL Semplificazioni: Emendamenti approvati
Principio di segretezza dell'offerta economica: nuovi chiarimenti dal Consiglio di Stato 30/01/2019 La netta separazione e il principio di segretezza dell'offerta economica da quella tecnica è a presidio dell'attuazione dei principi di imparzialità e buon andamento dell'azione amministrativa, per garantire il lineare e libero svolgimento dell’iter che si conclude con il giudizio sull'offerta tecnica e l'attribuzione dei punteggi ai singoli criteri di valutazione. Per tale motivo, è da escludere il concorrente che all'interno dell'offerta tecnica ha inserito chiari riferimenti alla componente economica della propria offerta, in violazione del principio di separazione tra offerta tecnica ed economica. Lo ha chiarito il Consiglio di Stato con la sentenza n. 612 del 24 gennaio 2019 con la quale ha accolto il ricorso presentato avverso una sentenza di primo grado che aveva ritenuto infondato il ricorso incidentale con il quale si censurava l’ammissione alla gara della parte ricorrente, rilevando che nella relazione al cronoprogramma era stata indicata anche la componente economica della propria offerta, in violazione del principio di separazione tra offerta tecnica ed economica.
La tesi del TAR Secondo i giudici di prime cure, lo stesso disciplinare di gara imponeva ai partecipanti di "menzionare nella relazione al cronoprogramma operativo “l’avanzamento economico” dei lavori ed anche nel dettaglio dell’organizzazione dei mezzi e delle risorse umane “a cadenza settimanale” e detta indicazione dei costi via via sostenuti nello sviluppo dell’appalto non poteva violare il principio di separatezza tra offerta economica e ed offerta tecnica, visto il criterio rigidamente matematico di valutazione de “l’offerta tempo” e di quella economica, con la conseguente esclusione di ogni apporto discrezionale della commissione di gara". La riforma del Consiglio di Stato I giudici di Palazzo Spada hanno rilevato che il bando di gara prescriveva che il plico contenente la domanda dovesse contenere quattro buste: • la prima con la documentazione amministrativa; • la seconda contenente l’offerta tecnica; • la terza l’offerta tempo; • la quarta ed ultima l’offerta economica; con la precisazione che la mancata separazione dell’offerta economica dall’offerta tecnica, ovvero l’inserimento di elementi concernenti il prezzo in documenti non contenuti nella busta dedicata all’offerta economica, avrebbe costituito causa di esclusione. A complemento di detta prescrizione, il bando sulle modalità di espletamento della gara stabiliva l’ordine di apertura delle buste contenute in ciascuna domanda, ponendo come ultima l’apertura e l’attribuzione del punteggio per l’offerta economica. Il bando stabiliva, inoltre, l'esclusione dalla gara, qualora l'offerta temporale, fosse risultata in un altro documento della gara, in coerenza con la disposizione generale sul divieto di inserimenti o commistioni tra il prezzo o sue particolarità e gli elementi dell’intera offerta anzidetti. Nel caso di specie l’offerta temporale della ricorrente in primo grado, nella definizione del cronoprogramma, è scandita in caselle aventi dimensioni temporali ed in ognuna delle quali è riportata tale e a quale la frazione di offerta economica che compone il corrispettivo di quella determinata fase temporale. Il risultato, del tutto conseguente, resta nella somma di tale cronoprogramma coincidente con il totale dell’offerta economica, con la palese violazione della prescrizione della separatezza tra offerta economica e offerta temporale prescritta dal bando. Secondo Palazzo Spada "Appare coerente e necessario il richiamo da parte dell’appellante al consolidato orientamento giurisprudenziale di questa Sezione, laddove la procedura di
gara sia caratterizzata da una netta separazione tra la fase di valutazione dell'offerta tecnica e quella dell'offerta economica, il principio di segretezza comporta che, fino a quando non si sia conclusa la valutazione degli elementi tecnici, è interdetta al seggio di gara la conoscenza di quelli economici, per evitare ogni possibile influenza sull’apprezzamento dei primi". Il principio della segretezza dell'offerta economica è a presidio dell'attuazione dei principi di imparzialità e buon andamento dell'azione amministrativa (art. 97 Cost.), sub specie di trasparenza e par condicio dei concorrenti, per garantire il lineare e libero svolgimento dell’iter che si conclude con il giudizio sull'offerta tecnica e l'attribuzione dei punteggi ai singoli criteri di valutazione. La sentenza si conclude ricordando che la commissione di gara avrebbe dovuto assegnare i punteggi relativi all’offerta tecnica sulla base di criteri automatici, con un residuo di discrezionalità limitata all’accertamento di quanto dichiarato, dunque nel caso di specie la violazione dei principi fondamentali ricordati appare ancor più pregnante. A cura di Redazione LavoriPubblici.it © Riproduzione riservata Documenti Allegati Sentenza Consiglio di Stato 24 gennaio 2019, n. 612 Link Correlati Accedi allo Speciale Codice dei contratti
Efficienza energetica e direttiva 2012/27/UE: Lettera della UE di ciostituzione in mora all’Italia 30/01/2019 La Commissione europea ha deciso il 24 gennaio 2019 di inviare una lettera di costituzione in mora a Belgio, Bulgaria, Cechia, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Francia, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Polonia e Portogallochiedendo formalmente il corretto recepimento nel diritto nazionale della direttiva sull'efficienza energetica (direttiva 2012/27/UE). La direttiva del 2012 stabilisce un quadro comune di misure per la promozione dell'efficienza energetica nell'UE al fine di garantire il conseguimento dell'obiettivo dell'UE relativo all'efficienza energetica del 20% entro il 2020 e di gettare le basi per ulteriori miglioramenti dell'efficienza energetica al di là di tale data. A norma della direttiva, tutti i paesi dell'UE sono tenuti a utilizzare l'energia in modo più efficiente in tutte le fasi della catena energetica, dalla produzione al consumo finale. Gli Stati membri dispongono ora di due mesi per replicare alle argomentazioni addotte dalla Commissione. Se non si attiveranno entro due mesi, la Commissione potrà inviare un parere motivato alle rispettive autorità. Ricordiamo che Il 4 dicembre 2012 è entrata in vigore la Direttiva 2012/27/UE del Parlamento Europea e del Consiglio del 25 ottobre 2012 sull'Efficienza Energeticapubblicata sulla Gazzetta Ufficiale europea L315 del 14 novembre 2012. La Direttiva che consta di 30 articoli e di 15 allegati ed avrebbe dovuto essere recepita dagli Stati membri entro 5 giugno 2014. La direttiva è suddivisa nei seguenti capi: • Capo I - Oggetto, ambito di applicazione, definizioni e obiettivi di efficienza energetica (artt. 1 - 3) • Capo II - Efficienza nell'uso dell'energia (artt. 4 - 13) • Capo III - Efficienza nella fornitura dell'energia (artt. 14 - 15) • Capo IV - Disposizioni orizzontali (artt. 16 - 21) • Capo V - Disposizioni finali (artt. 22 - 30) Di notevole interesse il Capo II relativo all'efficienza nell'uso dell'energia in cui agli articoli 4 e 5 vengono trattate le “Ristrutturazioni di immobili” ed il “Ruolo esemplare degli edifici degli enti
Puoi anche leggere