Consiglio Nazionale dei Geologi - aprile 2018 - Consiglio Nazionale dei ...

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Consiglio Nazionale dei Geologi

         21-22-23 aprile 2018
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Quotidiano   Data     22-04-2018
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Quotidiano   Data     22-04-2018
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23/4/2018                                      Giornata mondiale Terra, I geologi: Degrado del suolo provocato dall’attività antropica - AGV

    Interni

    Giornata mondiale Terra, I geologi:
    Degrado del suolo provocato dall’attività
    antropica
    Presidente Peduto: Superati i punti di non ritorno nella
    gestione dell’ecosistema terrestre in molte zone del pianeta
    Roma, 21 aprile 2018 - 19:19
    fonte: AGV - Agenzia Giornalistica il Velino
    di Red
    L’allarme è già stato lanciato: il 75 per cento del suolo sul pianeta è fortemente degradato ed entro il 2050 la
    percentuale potrebbe raggiungere il 95 per cento costringendo 4 miliardi di persone a vivere in terre prive
    d’acqua. I dati emergono dal primo rapporto mondiale sul degrado del suolo condotto da Ipbes, la
    “piattaforma intergovernativa scientifico-politica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici” avviata nel 2012
    dall’Unep, il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. Un fenomeno preoccupante di cui dobbiamo tener
    conto anche (e non soltanto) nel giorno in cui si celebra la Giornata mondiale della Terra (Earth day) istituita il
    22 aprile 1970 proprio per evidenziare l’importanza delle risorse naturali alla base della sopravvivenza sul
    pianeta.

    “Le cause sono ovviamente tutte da ricercare nell’attività antropica dove l’uomo crea e distrugge allo stesso
    tempo” dichiara Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. “Ormai le criticità
    riguardano ampie fasce della superficie terrestre, caratterizzata da una gestione non sostenibile che, in alcuni
    casi, ha raggiunto dei punti di non ritorno. Non a caso, l’obiettivo 15 dell’Agenda 2030 dell’Onu è quello di
    proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre” conclude il Presidente CNG.

    Ad aumentare significativamente il ritmo di erosione del suolo è la deforestazione che è responsabile del
    rilascio di gran parte delle emissioni di gas a effetto serra nell’atmosfera. La distruzione delle foreste da parte
    dell’uomo avrebbe molteplici conseguenze negative: innanzitutto una drastica riduzione di assorbimento di
    anidride carbonica; repentini e continui cambiamenti climatici; una perdita della biodiversità ed estinzione di
    numerose specie vegetali e animali oltre che un considerevole aumento dei rischi idrogeologici.

https://agvilvelino.it/article/2018/04/21/giornata-mondiale-terra-i-geologi-degrado-del-suolo-provocato-dallattivita-antropica/                1/1
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Giornata mondiale della Terra, i geologi:
degrado del suolo provocato dall’attività
antropica
CNG 23/04/2018

Francesco Peduto, Presidente CNG: superati i punti di non ritorno nella gestione
dell’ecosistema terrestre in molte zone del pianeta

L’allarme è già stato lanciato: il 75 per cento del suolo sul pianeta è fortemente degradato ed
entro il 2050 la percentuale potrebbe raggiungere il 95 per cento costringendo 4 miliardi di
persone a vivere in terre prive d’acqua.

I dati emergono dal primo rapporto mondiale sul degrado del suolo condotto da Ipbes, la
“piattaforma intergovernativa scientifico-politica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici” avviata nel
2012 dall’Unep, il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. Un fenomeno preoccupante di cui
dobbiamo tener conto anche (e non soltanto) nel giorno in cui si celebra la Giornata mondiale della
Terra (Earth day) istituita il 22 aprile 1970 proprio per evidenziare l’importanza delle risorse naturali alla
base della sopravvivenza sul pianeta.

“Le cause sono ovviamente tutte da ricercare nell’attività antropica dove l’uomo crea e distrugge
allo stesso tempo” dichiara Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. “Ormai
le criticità riguardano ampie fasce della superficie terrestre, caratterizzata da una gestione non
sostenibile che, in alcuni casi, ha raggiunto dei punti di non ritorno. Non a caso, l’obiettivo 15
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dell’Agenda 2030 dell’Onu è quello di proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile
dell’ecosistema terrestre” conclude il Presidente CNG.

Ad aumentare significativamente il ritmo di erosione del suolo è la deforestazione che è responsabile
del rilascio di gran parte delle emissioni di gas a effetto serra nell'atmosfera. La distruzione delle
foreste da parte dell’uomo avrebbe molteplici conseguenze negative: innanzitutto una drastica
riduzione di assorbimento di anidride carbonica; repentini e continui cambiamenti climatici; una perdita
della biodiversità ed estinzione di numerose specie vegetali e animali oltre che un considerevole
aumento dei rischi idrogeologici.
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Giornata mondiale della Terra, i geologi:
degrado del suolo provocato dall’attività
antropica
Redazione 21 Aprile 2018

Francesco Peduto, Presidente CNG: superati
   i punti di non ritorno nella gestione del
     l’ecosistema terrestre in molte zone del
                     pianeta.
In occasione della giornata mondiale del pianeta Terra, il Consiglio Nazionale dei Geologi,
con un comunicato stampa, ribadisce che l’allarme è già stato lanciato: il 75 per cento del
suolo sul pianeta è fortemente degradato ed entro il 2050 la percentuale potrebbe
raggiungere il 95 per cento costringendo 4 miliardi di persone a vivere in terre prive
d’acqua. I dati emergono dal primo rapporto mondiale sul degrado del suolo condotto da
Ipbes, la “piattaforma intergovernativa scientifico-politica sulla biodiversità e i servizi
ecosistemici” avviata nel 2012 dall’Unep, il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente.
Un fenomeno preoccupante di cui dobbiamo tener conto anche (e non soltanto) nel giorno
in cui si celebra la Giornata mondiale della Terra (Earth day) istituita il 22 aprile 1970
proprio per evidenziare l’importanza delle risorse naturali alla base della sopravvivenza sul
pianeta.

“Le cause sono ovviamente tutte da ricercare nell’attività antropica dove l’uomo
crea e distrugge allo stesso tempo” dichiara Francesco Peduto, Presidente del
Consiglio Nazionale dei Geologi. “Ormai le criticità riguardano ampie fasce della
superficie terrestre, caratterizzata da una gestione non sostenibile che, in alcuni
casi, ha raggiunto dei punti di non ritorno. Non a caso, l’obiettivo 15 dell’Agenda
2030 dell’Onu è quello di proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile
dell’ecosistema terrestre”,conclude il Presidente CNG.
Consiglio Nazionale dei Geologi - aprile 2018 - Consiglio Nazionale dei ...
Francesco Peduto, presidente
CNG
Ad aumentare significativamente il ritmo di erosione del suolo è la deforestazione che è
responsabile del rilascio di gran parte delle emissioni di gas a effetto serra nell’atmosfera.
La distruzione delle foreste da parte dell’uomo avrebbe molteplici conseguenze negative:
innanzitutto una drastica riduzione di assorbimento di anidride carbonica; repentini e
continui cambiamenti climatici; una perdita della biodiversità ed estinzione di numerose
specie vegetali e animali oltre che un considerevole aumento dei rischi idrogeologici.

FONTE: COMUNICATO STAMPA CNG DEL 21 aprile 2018
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23/4/2018                              Giornata mondiale della Terra, i geologi: “Degrado del suolo provocato dall’attività antropica”

            Giornata mondiale della Terra, i geologi: “Degrado del suolo
            provocato dall’attività antropica”
                irpinia24.it/wp/blog/2018/04/21/giornata‑mondiale‑della‑terra‑i‑geologi‑degrado‑del‑suolo‑provocato‑
            dallattivita‑antropica/
            Roma ‑ L’allarme è già stato lanciato: il 75 per cento del suolo sul
            pianeta è fortemente degradato ed entro il 2050 la percentuale
            potrebbe raggiungere il 95 per cento costringendo 4 miliardi di
            persone a vivere in terre prive d’acqua. I dati emergono dal primo
            rapporto mondiale sul degrado del suolo condotto da Ipbes,
            la “piattaforma intergovernativa scientifico‑politica sulla biodiversità
            e i servizi ecosistemici” avviata nel 2012 dall’Unep, il programma
            delle Nazioni Unite per l’ambiente. Un fenomeno preoccupante di
            cui dobbiamo tener conto anche (e non soltanto) nel giorno in cui si
            celebra la Giornata mondiale della Terra (Earth day) istituita il 22 aprile 1970 proprio per
            evidenziare l’importanza delle risorse naturali alla base della sopravvivenza sul pianeta.
            “Le cause sono ovviamente tutte da ricercare nell’attività antropica dove l’uomo crea e
            distrugge allo stesso tempo” dichiara Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale
            dei Geologi. “Ormai le criticità riguardano ampie fasce della superficie terrestre,
            caratterizzata da una gestione non sostenibile che, in alcuni casi, ha raggiunto dei punti di
            non ritorno. Non a caso, l’obiettivo 15 dell’Agenda 2030 dell’Onu è quello di proteggere,
            ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre” conclude il Presidente
            CNG.
            Ad aumentare significativamente il ritmo di erosione del suolo è la deforestazione che è
            responsabile del rilascio di gran parte delle emissioni di gas a effetto serra nell’atmosfera. La
            distruzione delle foreste da parte dell’uomo avrebbe molteplici conseguenze negative:
            innanzitutto una drastica riduzione di assorbimento di anidride carbonica; repentini e
            continui cambiamenti climatici; una perdita della biodiversità ed estinzione di numerose
            specie vegetali e animali oltre che un considerevole aumento dei rischi idrogeologici.

                                                                                                                                         1/1
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23/4/2018                                       www.ladigetto.it - I geologi: «Degrado del suolo provocato dall’attività antropica»

 I geologi: «Degrado del suolo provocato
 dall’attività antropica»
                                                                                                                                      21/04/2018
 Giornata mondiale della Terra, Francesco Peduto: «Superati i punti di non ritorno
 nella gestione dell’ecosistema terrestre in molte zone del pianeta»

 L’allarme è già stato lanciato: il 75 per cento del suolo sul pianeta è fortemente degradato ed entro il 2050 la
 percentuale potrebbe raggiungere il 95 per cento costringendo 4 miliardi di persone a vivere in terre prive
 d’acqua.
 I dati emergono dal primo rapporto mondiale sul degrado del suolo condotto da Ipbes, la «piattaforma
 intergovernativa scientifico-politica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici» avviata nel 2012 dall’Unep, il
 programma delle Nazioni Unite per l’ambiente.
 Un fenomeno preoccupante di cui dobbiamo tener conto anche (e non soltanto) nel giorno in cui si celebra la
 Giornata mondiale della Terra (Earth day) istituita il 22 aprile 1970 proprio per evidenziare l’importanza delle
 risorse naturali alla base della sopravvivenza sul pianeta.

 «Le cause sono ovviamente tutte da ricercare nell’attività antropica dove l’uomo crea e distrugge allo stesso
 tempo, – dichiara Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. – Ormai le criticità
 riguardano ampie fasce della superficie terrestre, caratterizzata da una gestione non sostenibile che, in alcuni
 casi, ha raggiunto dei punti di non ritorno.
 «Non a caso – conclude il Presidente CNG, – l’obiettivo 15 dell’Agenda 2030 dell’Onu è quello di proteggere,
 ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre.»

 Ad aumentare significativamente il ritmo di erosione del suolo è la deforestazione che è responsabile del
 rilascio di gran parte delle emissioni di gas a effetto serra nell'atmosfera.
 La distruzione delle foreste da parte dell’uomo avrebbe molteplici conseguenze negative: innanzitutto una
 drastica riduzione di assorbimento di anidride carbonica; repentini e continui cambiamenti climatici; una
 perdita della biodiversità ed estinzione di numerose specie vegetali e animali oltre che un considerevole
 aumento dei rischi idrogeologici.

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23/4/2018                            Roma. Giornata mondiale della Terra, i geologi: "Degrado del suolo provocato dall’attività antropica" - V-news.it

    COMUNICATI STAMPA

  Home › Comunicati Stampa › Roma. Giornata mondiale della Terra, i geologi: “Degrado del suolo provocato dall’attività antropica”

  ROMA. GIORNATA MONDIALE
  DELLA TERRA, I GEOLOGI:
  “DEGRADO DEL SUOLO PROVOCATO
  DALL’ATTIVITÀ ANTROPICA”
  BY COMUNICATO STAMPA 21 APRILE 2018 0

  ROMA. L’allarme è già stato lanciato:
  il 75 per cento del suolo sul pianeta è fortemente
  degradato ed entro il 2050 la percentuale potrebbe
  raggiungere il 95 per cento costringendo 4 miliardi di
  persone a vivere in terre prive d’acqua.
  I dati emergono dal primo rapporto mondiale sul degrado del suolo condotto da Ipbes, la “piattaforma intergovernativa scientifico-
  politica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici” avviata nel 2012 dall’Unep, il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. Un
  fenomeno preoccupante di cui dobbiamo tener conto anche (e non soltanto) nel giorno in cui si celebra la Giornata mondiale della
  Terra (Earth day) istituita il 22 aprile 1970 proprio per evidenziare l’importanza delle risorse naturali alla base della sopravvivenza
  sul pianeta.

                                                                                                                               “Le cause sono ovviamente tutte da
  ricercare nell’attività antropica dove l’uomo crea e distrugge allo stesso tempo” dichiara Francesco Peduto, Presidente del
  Consiglio Nazionale dei Geologi. “Ormai le criticità riguardano ampie fasce della superficie terrestre, caratterizzata da una gestione
  non sostenibile che, in alcuni casi, ha raggiunto dei punti di non ritorno. Non a caso, l’obiettivo 15 dell’Agenda 2030 dell’Onu è
  quello di proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre” conclude il Presidente CNG.

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23/4/2018                            Roma. Giornata mondiale della Terra, i geologi: "Degrado del suolo provocato dall’attività antropica" - V-news.it

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  ritmo di erosione del suolo è la deforestazione che è responsabile del rilascio di gran parte delle emissioni di gas a effetto serra
  nell’atmosfera. La distruzione delle foreste da parte dell’uomo avrebbe molteplici conseguenze negative: innanzitutto una drastica
  riduzione di assorbimento di anidride carbonica; repentini e continui cambiamenti climatici; una perdita della biodiversità ed
  estinzione di numerose specie vegetali e animali oltre che un considerevole aumento dei rischi idrogeologici.

  Francesco PEDUTO, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi

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23/4/2018                                     Giornata mondiale della Terra, i geologi: degrado del suolo provocato dall’attività antropica

  Giornata mondiale della Terra, i geologi: degrado del suolo provocato dall’attività
  antropica

   23 aprile 2018       umbriaecultura

  L’allarme è già stato lanciato: il 75 per cento del suolo sul pianeta è fortemente
  degradato ed entro il 2050 la percentuale potrebbe raggiungere il 95 per cento
  costringendo 4 miliardi di persone a vivere in terre prive d’acqua. I dati emergono dal
  primo rapporto mondiale sul degrado del suolo condotto da Ipbes, la “piattaforma
  intergovernativa scientifico-politica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici” avviata
  nel 2012 dall’Unep, il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. Un fenomeno
  preoccupante di cui dobbiamo tener conto anche (e non soltanto) nel giorno in cui si
  celebra la Giornata mondiale della Terra (Earth day) istituita il 22 aprile 1970 proprio
  per evidenziare l’importanza delle risorse naturali alla base della sopravvivenza sul
  pianeta.

  “Le cause sono ovviamente tutte da ricercare nell’attività antropica dove l’uomo crea
  e distrugge allo stesso tempo” dichiara Francesco Peduto, Presidente del Consiglio
  Nazionale dei Geologi. “Ormai le criticità riguardano ampie fasce della superficie
  terrestre, caratterizzata da una gestione non sostenibile che, in alcuni casi, ha
  raggiunto dei punti di non ritorno. Non a caso, l’obiettivo 15 dell’Agenda 2030
  dell’Onu è quello di proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile
  dell’ecosistema terrestre” conclude il Presidente CNG.

  Ad aumentare significativamente il ritmo di erosione del suolo è la deforestazione che
  è responsabile del rilascio di gran parte delle emissioni di gas a effetto serra
  nell’atmosfera. La distruzione delle foreste da parte dell’uomo avrebbe molteplici
  conseguenze negative: innanzitutto una drastica riduzione di assorbimento di anidride
  carbonica; repentini e continui cambiamenti climatici; una perdita della biodiversità
  ed estinzione di numerose specie vegetali e animali oltre che un considerevole
  aumento dei rischi idrogeologici.

http://www.umbriaecultura.it/giornata-mondiale-terra-degrado-suolo/
Giornata mondiale della Terra, i geologi: degrado del suolo provocato

    dall'attività antropicaAmbiente

•      21/04/2018

    L’allarme è già stato lanciato: il 75 per cento del suolo sul pianeta è fortemente degradato ed
    entro il 2050 la percentuale potrebbe raggiungere il 95 per cento costringendo 4 miliardi di
    persone a vivere in terre prive d’acqua. I dati emergono dal primo rapporto mondiale sul
    degrado del suolo condotto da Ipbes, la “piattaforma intergovernativa scientifico-politica sulla
    biodiversità e i servizi ecosistemici” avviata nel 2012 dall’Unep, il programma delle Nazioni
    Unite per l’ambiente. Un fenomeno preoccupante di cui dobbiamo tener conto anche (e non
    soltanto) nel giorno in cui si celebra la Giornata mondiale della Terra (Earth day) istituita il 22
    aprile 1970 proprio per evidenziare l’importanza delle risorse naturali alla base della
    sopravvivenza sul pianeta.
    “Le cause sono ovviamente tutte da ricercare nell’attività antropica dove l’uomo crea e
    distrugge allo stesso tempo” dichiara Francesco Peduto, presidente del Consiglio Nazionale
    dei Geologi. “Ormai le criticità riguardano ampie fasce della superficie terrestre, caratterizzata
    da una gestione non sostenibile che, in alcuni casi, ha raggiunto dei punti di non ritorno. Non a
    caso, l’obiettivo 15 dell’Agenda 2030 dell’Onu è quello di proteggere, ripristinare e favorire un
    uso sostenibile dell’ecosistema terrestre” conclude il presidente CNG.
    Ad aumentare significativamente il ritmo di erosione del suolo è la deforestazione che è
    responsabile del rilascio di gran parte delle emissioni di gas a effetto serra nell'atmosfera. La
    distruzione delle foreste da parte dell’uomo avrebbe molteplici conseguenze negative:
    innanzitutto una drastica riduzione di assorbimento di anidride carbonica; repentini e
    continui cambiamenti climatici; una perdita della biodiversità ed estinzione di numerose
    specie vegetali e animali oltre che un considerevole aumento dei rischi idrogeologici.
23/4/2018                                     Attualità. Sabato prossimo sarà celebrata la giornata mondiale della Terra | www.caserta24ore.it

  Attualità. Sabato prossimo sarà celebrata la
  giornata mondiale della Terra
  21 aprile 2018                                                                                                                                     attualità

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                                                                                                                                    l’agricoltura e
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                                                                                                                                    Nazione. Questo tema
                                                                                                                                    insieme alle prospettive
                                                                                                                                    di sviluppo
                                                                                                                                    dell’Agricoltura
                                                                                                                                    regionale e nazionale
                                                                                                                                    saranno affrontati in un
                                                                                                                                    convegno che si terra
                                                                                                                                    sabato 28 aprile dalle
                                                                                                                                    10:30 presso l’Hotel
                                                                                                                                    Ramada a Napoli dove

                                                si confronteranno esperti di
                                                settore e rappresentanti
  politici.
  Questa Giornata della Terra, ci aiuterà ad affrontare le
  mutevoli esigenze del settore agricolo, rurale e trovare le
  strategie per la gestione della nostra Provincia attraverso il
  lavoro nella terra, preservando cosi l’ambiente per le
  generazioni a venire. Cosi il Rappresentante della Consulta
  Nazionale dell’Agricoltura, già Delegato della Provincia, per
  il settore Agricoltura,componente del Dipartimento
  Nazionale Ambiente Agricoltura Turismo del MNS, Rosario
  Lopa a margine della Giornata Mondiale della Terra. I
  cambiamenti climatici rappresentano la più grande sfida dei
  nostri tempi, ma anche la più grande delle opportunità,
  un’opportunità senza precedenti di costruire una società
  salubre, prospera e con energie pulite. Avviare la
  realizzazione di una serie progetti idrici e delle acque
  reflue, per dimostrare come possiamo contribuire a fornire                                 V1.30000
  servizi essenziali per le comunità rurali che hanno il
  vantaggio di proteggere l’ambiente. Abbiamo l’obbligo di sensibilizzare l’opinione pubblica circa il ruolo che ogni
  persona può giocare a protezione delle risorse naturali vitali e salvaguardare l’ambiente. Dobbiamo ripensare ai
  nostri comportamenti, dedicando più tempo a capire cosa possiamo fare per la Terra, partendo dai nostri consumi
  e stili di vita per diventare più sostenibili, ed insegnare la sostenibilità. È fondamentale che le comunità di tutto il
  nostro territorio devono avere acqua affidabile, pulita e abbondante. Con le nuove tecniche agricole innovative,
  ha concluso l’esponente dell’Agricoltura, potremo ridurre l’erosione del suolo, l’uso di carburante e le emissioni di
  gas serra. Questo tema insieme alle prospettive di sviluppo dell’Agricoltura regionale e nazionale saranno

https://caserta24ore.altervista.org/21042018/attualita-sabato-prossimo-sara-celebrata-la-giornata-mondiale-della-terra/                                      1/2
23/4/2018                                     Attualità. Sabato prossimo sarà celebrata la giornata mondiale della Terra | www.caserta24ore.it

  affrontati in un convegno che si terra sabato 28 aprile dalle 10:30 presso l’Hotel Ramada a Napoli dove si
  confronteranno esperti di settore e rappresentanti politici.
  Intanto anche i geologi marcano ildegrado del suolo provocato dall’attività antropica.
  Francesco Peduto, Presidente CNG: superati i punti di non ritorno nella gestione dell’ecosistema terrestre in
  molte zone del pianeta
  L’allarme è già stato lanciato: il 75 per cento del suolo sul pianeta è fortemente degradato ed entro il 2050 la
  percentuale potrebbe raggiungere il 95 per cento costringendo 4 miliardi di persone a vivere in terre prive
  d’acqua. I dati emergono dal primo rapporto mondiale sul degrado del suolo condotto da Ipbes, la “piattaforma
  intergovernativa scientifico-politica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici” avviata nel 2012 dall’Unep, il
  programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. Un fenomeno preoccupante di cui dobbiamo tener conto anche (e
  non soltanto) nel giorno in cui si celebra la Giornata mondiale della Terra (Earth day) istituita il 22 aprile 1970
  proprio per evidenziare l’importanza delle risorse naturali alla base della sopravvivenza sul pianeta.
  “Le cause sono ovviamente tutte da ricercare nell’attività antropica dove l’uomo crea e distrugge allo stesso
  tempo” dichiara Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. “Ormai le criticità riguardano
  ampie fasce della superficie terrestre, caratterizzata da una gestione non sostenibile che, in alcuni casi, ha
  raggiunto dei punti di non ritorno. Non a caso, l’obiettivo 15 dell’Agenda 2030 dell’Onu è quello di proteggere,
  ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre” conclude il Presidente CNG.
  Ad aumentare significativamente il ritmo di erosione del suolo è la deforestazione che è responsabile del rilascio
  di gran parte delle emissioni di gas a effetto serra nell’atmosfera. La distruzione delle foreste da parte dell’uomo
  avrebbe molteplici conseguenze negative: innanzitutto una drastica riduzione di assorbimento di anidride
  carbonica; repentini e continui cambiamenti climatici; una perdita della biodiversità ed estinzione di numerose
  specie vegetali e animali oltre che un considerevole aumento dei rischi idrogeologici.

https://caserta24ore.altervista.org/21042018/attualita-sabato-prossimo-sara-celebrata-la-giornata-mondiale-della-terra/                          2/2
23/4/2018                            Giornata mondiale della Terra, i geologi: degrado del suolo provocato dall’attività antropica-improntalaquila.com

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  ECOLOGIA ­ AMBIENTE > IN RILIEVO

  Giornata mondiale della
  Terra, i geologi: degrado
  del suolo provocato
  dall’attività antropica
  L’allarme è già stato lanciato: il 75 per cento del suolo sul
  pianeta è fortemente degradato ed entro il 2050 la percentuale
  potrebbe raggiungere il 95 per cento costringendo 4 miliardi di
  persone a vivere in terre prive d’acqua. I dati emergono dal
  primo rapporto mondiale sul degrado del suolo condotto da
  Ipbes, la “piattaforma […]

  22 aprile 2018                                                   0 Commenti | 
  L’allarme è già stato lanciato: il 75 per cento del suolo
  sul pianeta è fortemente degradato ed entro il 2050 la
  percentuale potrebbe raggiungere il 95 per cento
  costringendo 4 miliardi di persone a vivere in terre
  prive d’acqua. I dati emergono dal primo rapporto
  mondiale sul degrado del suolo condotto da Ipbes, la
  “piattaforma intergovernativa scientifico-politica sulla
  biodiversità e i servizi ecosistemici” avviata nel 2012

http://www.improntalaquila.com/2018/04/22/giornata-mondiale-della-terra-i-geologi-degrado-del-suolo-provocato-dallattivita-antropica/
23/4/2018                           Giornata mondiale della Terra, i geologi: degrado del suolo provocato dall’attività antropica-improntalaquila.com

  dall’Unep, il programma delle Nazioni Unite per
  l’ambiente. Un fenomeno preoccupante di cui
  dobbiamo tener conto anche (e non soltanto) nel
  giorno in cui si celebra la Giornata mondiale della
  Terra (Earth day) istituita il 22 aprile 1970 proprio per
  evidenziare l’importanza delle risorse naturali alla
  base della sopravvivenza sul pianeta.

  “Le cause sono ovviamente tutte da ricercare
  nell’attività antropica dove l’uomo crea e distrugge
  allo stesso tempo” dichiara Francesco Peduto,
  Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi.
  “Ormai le criticità riguardano ampie fasce della
  superficie terrestre, caratterizzata da una gestione non
  sostenibile che, in alcuni casi, ha raggiunto dei punti
  di non ritorno. Non a caso, l’obiettivo 15 dell’Agenda
  2030 dell’Onu è quello di proteggere, ripristinare e
  favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre”
  conclude il Presidente CNG.

  Ad aumentare significativamente il ritmo di erosione
  del suolo è la deforestazione che è responsabile del
  rilascio di gran parte delle emissioni di gas a effetto
  serra nell’atmosfera. La distruzione delle foreste da
  parte dell’uomo avrebbe molteplici conseguenze
  negative: innanzitutto una drastica riduzione di
  assorbimento di anidride carbonica; repentini e
  continui cambiamenti climatici; una perdita della
  biodiversità ed estinzione di numerose specie vegetali
  e animali oltre che un considerevole aumento dei
  rischi idrogeologici.

  TAG:GEOLOGI, GIORNATA MONDIALE DELLA TERRA, PIANETA

http://www.improntalaquila.com/2018/04/22/giornata-mondiale-della-terra-i-geologi-degrado-del-suolo-provocato-dallattivita-antropica/
Ambiente, allarme geologi: “Degradato il 75% del
suolo a causa dell’uomo”
E' allarme per le sorti ambientali del Pianeta. Il 75% del suolo infatti risulta fortemente
degradato ed entro il 2050 la percentuale potrebbe raggiungere il 95%
A cura di Antonella Petris

21 aprile 2018 - 17:36

E’ allarme per le sorti ambientali del Pianeta. Il 75% del suolo infatti risulta fortemente degradato ed entro il 2050
la percentuale potrebbe raggiungere il 95%, costringendo così 4 miliardi di persone a vivere in terre prive d’acqua.
I dati emergono dal primo rapporto mondiale sul degrado del suolo condotto da Ipbes, la “piattaforma
intergovernativa scientifico-politica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici” avviata nel 2012 dall’Unep, il
programma delle Nazioni Unite per l’ambiente.

Un fenomeno preoccupante di cui tener conto anche, e non soltanto, nel giorno in cui si celebra la Giornata
mondiale della Terra (Earth day) istituita il 22 aprile 1970 proprio per evidenziare l’importanza delle risorse
naturali alla base della sopravvivenza sul pianeta.
“Le cause sono ovviamente tutte da ricercare nell’attività antropica dove l’uomo crea e distrugge allo stesso
tempo” dichiara Francesco Peduto, presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. “Ormai le criticità riguardano
ampie fasce della superficie terrestre, caratterizzata da una gestione non sostenibile che, in alcuni casi, ha
raggiunto dei punti di non ritorno. Non a caso, l’obiettivo 15 dell’Agenda 2030 dell’Onu è quello di proteggere,
ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre” conclude il Presidente CNG.

Ad aumentare significativamente il ritmo di erosione del suolo è la deforestazione che è responsabile del rilascio
di gran parte delle emissioni di gas a effetto serra nell’atmosfera. La distruzione delle foreste da parte dell’uomo
avrebbe molteplici conseguenze negative: innanzitutto una drastica riduzione di assorbimento di anidride
carbonica; repentini e continui cambiamenti climatici; una perdita della biodiversità ed estinzione di numerose
specie vegetali e animali oltre che un considerevole aumento dei rischi idrogeologici.

A cura di Antonella Petris
23/4/2018                                                                  Giornata Mondiale della Terra: il 75% del suolo è degradato

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Ambiente

Giornata Mondiale della Terra: il 75% del
suolo è degradato
Entro il 2050 potrebbe raggiungere il 95 %
 REDAZIONE        22/04/2018 - 00:45

L’allarme è già stato lanciato: il 75 per cento del suolo sul pianeta è fortemente degradato ed entro il
2050 la percentuale potrebbe raggiungere il 95 per cento costringendo 4 miliardi di persone a vivere in
terre prive d’acqua.

   I dati emergono dal primo rapporto mondiale sul degrado del suolo condotto da Ipbes, la
“piattaforma intergovernativa scientifico-politica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici” avviata nel
2012 dall’Unep, il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. Un fenomeno preoccupante di cui
dobbiamo tener conto anche (e non soltanto) nel giorno in cui si celebra la Giornata mondiale della Terra
(Earth day) istituita il 22 aprile 1970 proprio per evidenziare l’importanza
                                                                                                             
                                               delle risorse naturali alla base della sopravvivenza sul pianeta.

   “Le cause sono ovviamente tutte da ricercare nell’attività antropica dove l’uomo crea e distrugge allo
stesso tempo” dichiara Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. “Ormai le
criticità riguardano ampie fasce della superficie terrestre, caratterizzata da una gestione non sostenibile
che, in alcuni casi, ha raggiunto dei punti di non ritorno. Non a caso, l’obiettivo 15 dell’Agenda 2030
dell’Onu è quello di proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre”
conclude il Presidente CNG.

   Ad aumentare significativamente il ritmo di erosione del suolo è la deforestazione che è
responsabile del rilascio di gran parte delle emissioni di gas a effetto serra nell'atmosfera. La distruzione
delle foreste da parte dell’uomo avrebbe molteplici conseguenze negative: innanzitutto una drastica
riduzione di assorbimento di anidride carbonica; repentini e continui cambiamenti climatici; una perdita
della biodiversità ed estinzione di numerose specie vegetali e animali oltre che un considerevole aumento
dei rischi idrogeologici.
Giornata mondiale della Terra, i geologi:
degrado del suolo provocato dall’attività
antropica
Pubblicato il 23 aprile 2018 in Ambiente

L’allarme è già stato lanciato: il 75 per cento del suolo sul pianeta è fortemente degradato ed entro il 2050 la
percentuale potrebbe raggiungere il 95 per cento costringendo 4 miliardi di persone a vivere in terre prive
d’acqua. I dati emergono dal primo rapporto mondiale sul degrado del suolo condotto da Ipbes, la
“piattaforma intergovernativa scientifico-politica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici” avviata nel 2012
dall’Unep, il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. Un fenomeno preoccupante di cui dobbiamo
tener conto anche (e non soltanto) nel giorno in cui si celebra la Giornata mondiale della Terra (Earth day)
istituita il 22 aprile 1970 proprio per evidenziare l’importanza delle risorse naturali alla base della
sopravvivenza sul pianeta.

“Le cause sono ovviamente tutte da ricercare nell’attività antropica dove l’uomo crea e distrugge allo stesso
tempo” dichiara Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. “Ormai le criticità
riguardano ampie fasce della superficie terrestre, caratterizzata da una gestione non sostenibile che, in
alcuni casi, ha raggiunto dei punti di non ritorno. Non a caso, l’obiettivo 15 dell’Agenda 2030 dell’Onu è
quello di proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre” conclude il
Presidente CNG.

Ad aumentare significativamente il ritmo di erosione del suolo è la deforestazione che è responsabile del
rilascio di gran parte delle emissioni di gas a effetto serra nell’atmosfera. La distruzione delle foreste da parte
dell’uomo avrebbe molteplici conseguenze negative: innanzitutto una drastica riduzione di assorbimento di
anidride carbonica; repentini e continui cambiamenti climatici; una perdita della biodiversità ed estinzione di
numerose specie vegetali e animali oltre che un considerevole aumento dei rischi idrogeologici.

Fonte :CNG
23/4/2018          Giornata mondiale della Terra, i Geologi: il suolo è fortemente degradato, entro il 2050 4miliardi di persone vivranno in terre prive d’acqua - ilCir…

                                                      NOTIZIARIO DEL COMPRENSORIO CALABRESE

  Giornata mondiale della Terra, i Geologi: il suolo è
  fortemente degradato, entro il 2050 4miliardi di
  persone vivranno in terre prive d’acqua
  Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geolog: superati i punti
  di non ritorno nella gestione dell’ecosistema terrestre in molte zone del pianeta

  ROMA, lunedì 23 aprile 2018

  L’allarme è già stato lanciato: il 75 per cento del suolo sul pianeta è
  fortemente degradato ed entro il 2050 la percentuale potrebbe raggiungere il
  95 per cento costringendo 4 miliardi di persone a vivere in terre prive d’acqua.
  I dati emergono dal primo rapporto mondiale sul degrado del suolo condotto
  da Ipbes, la “piattaforma intergovernativa scientifico-politica sulla
  biodiversità e i servizi ecosistemici” avviata nel 2012 dall’Unep, il
  programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. Un fenomeno preoccupante di
  cui dobbiamo tener conto anche (e non soltanto) nel giorno in cui si celebra la
  Giornata mondiale della Terra (Earth day) istituita il 22 aprile 1970 proprio
  per evidenziare l’importanza delle risorse naturali alla base della
  sopravvivenza sul pianeta.

  “Le cause sono ovviamente tutte da ricercare nell’attività antropica dove Francesco PEDUTO, Presidente del
  l’uomo crea e distrugge allo stesso tempo” dichiara Francesco Peduto, Consiglio Nazionale dei Geologi
  Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. “Ormai le criticità riguardano
  ampie fasce della superficie terrestre, caratterizzata da una gestione non sostenibile che, in alcuni casi, ha raggiunto dei punti
  di non ritorno. Non a caso, l’obiettivo 15 dell’Agenda 2030 dell’Onu è quello di proteggere, ripristinare e favorire un uso
  sostenibile dell’ecosistema terrestre” conclude il Presidente CNG.

  Ad aumentare significativamente il ritmo di erosione del suolo è la deforestazione che è responsabile del rilascio di gran
  parte delle emissioni di gas a effetto serra nell’atmosfera. La distruzione delle foreste da parte dell’uomo avrebbe molteplici
  conseguenze negative: innanzitutto una drastica riduzione di assorbimento di anidride carbonica; repentini e continui
  cambiamenti climatici; una perdita della biodiversità ed estinzione di numerose specie vegetali e animali oltre che un
  considerevole aumento dei rischi idrogeologici.

                                                                                                                                  La Redazione

http://www.ilcirotano.it/2018/04/23/giornata-mondiale-della-terra-i-geologi-il-suolo-e-fortemente-degradato-entro-il-2050-4miliardi-di-persone-vivranno-in-terre-prive-dacqua/?p
23/4/2018                                                                  Giornata mondiale della Terra, i geologi: degrado del suolo provocato dall’attività antropica | News Della Valle

                                     Giornata mondiale della Terra, i
                                     geologi: degrado del suolo provocato
                                     dall’attività antropica

                                                                                  Francesco Peduto, Presidente CNG: superati i punti di non ritorno nella
                                                                                  gestione dell’ecosistema terrestre in molte zone del pianeta

                                                                                  L’allarme è già stato lanciato: il 75 per cento del suolo sul pianeta è fortemente
                                                                                  degradato ed entro il 2050 la percentuale potrebbe raggiungere il 95 per cento
                                                                                  costringendo 4 miliardi di persone a vivere in terre prive d’acqua. I dati emergono
                                                                                  dal primo rapporto mondiale sul degrado del suolo condotto da Ipbes, la “piattaforma
                                                                                  intergovernativa scientifico­politica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici” avviata

http://www.newsdellavalle.com/2018/04/22/giornata-mondiale-della-terra-i-geologi-degrado-del-suolo-provocato-dallattivita-antropica/
23/4/2018                                                                  Giornata mondiale della Terra, i geologi: degrado del suolo provocato dall’attività antropica | News Della Valle

                                                                                  nel 2012 dall’Unep, il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. Un fenomeno
                                                                                  preoccupante di cui dobbiamo tener conto anche (e non soltanto) nel giorno in cui si
                                                                                  celebra la Giornata mondiale della Terra (Earth day) istituita il 22 aprile 1970 proprio
                                                                                  per evidenziare l’importanza delle risorse naturali alla base della sopravvivenza sul
                                                                                  pianeta.

                                                                                  “Le cause sono ovviamente tutte da ricercare nell’attività antropica dove l’uomo crea
                                                                                  e distrugge allo stesso tempo” dichiara Francesco Peduto, Presidente del Consiglio
                                                                                  Nazionale dei Geologi. “Ormai le criticità riguardano ampie fasce della superficie
                                                                                  terrestre, caratterizzata da una gestione non sostenibile che, in alcuni casi, ha
                                                                                  raggiunto dei punti di non ritorno. Non a caso, l’obiettivo 15 dell’Agenda 2030
                                                                                  dell’Onu è quello di proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile
                                                                                  dell’ecosistema terrestre” conclude il Presidente CNG.

                                                                                  Ad aumentare significativamente il ritmo di erosione del suolo è la deforestazione
                                                                                  che è responsabile del rilascio di gran parte delle emissioni di gas a effetto serra
                                                                                  nell’atmosfera. La distruzione delle foreste da parte dell’uomo avrebbe molteplici
                                                                                  conseguenze negative: innanzitutto una drastica riduzione di assorbimento di
                                                                                  anidride carbonica; repentini e continui cambiamenti climatici; una perdita della
                                                                                  biodiversità ed estinzione di numerose specie vegetali e animali oltre che un
                                                                                  considerevole aumento dei rischi idrogeologici.

                                                                                  (47)

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23/4/2018                                            Piano della mobilità sostenibile fermato dalla Consulta: serve l'ok delle Regioni

            23 Apr 2018

            Piano della mobilità sostenibile fermato
            dalla Consulta: serve l'ok delle Regioni
            Massimo Frontera

            Ancora una pronuncia-fotocopia della Consulta sulla illegittimità di norme statali nella parte in
            cui bypassano l'intesa o il parere di amministrazioni territoriali o locali su alcune materie. Dopo
            ilpiano di edilizia scolastica innovativa con 100 milioni di fondi Inail (sentenza n.71/2018) e
            dopo il maxi-fondo della presidenza del Consiglio (n.74/2018), è la volta del piano nazionale
            strategico di mobilità sostenibile, previsto dalla legge di Bilancio 2017. Anche in questo caso, la
            questione di legittimità costituzionale - accolta dalla Consulta con la pronuncia n.78/2018 - è
            stata presentata dalla Regione Veneto. Il trasporto pubblico locale è una materia di competenza
            regionale residuale: lo Stato può mettere i soldi, ma per decidere come spenderli - afferma la
            Consulta - serve il coinvolgimento delle Regioni.

            E non si tratta di pochi soldi. Il programma per la mobilità sostenibile ha uno stanziamento di
            200 milioni per l'annualità 2019 e 250 milioni all'anno dal 2020 al 2033. Le risorse servono
            soprattutto per il ricambio del parco mezzi del Tpl, in particolare per l'acquisto, la
            riqualificazione elettrica o il noleggio dei veicoli, e poi per finanziare anche varie iniziative a
            carattere innovativo che prevedono il coinvolgimento di Invitalia e di università.
            L'attuazione del piano prevede due decreti. Il primo è un Dpcm di approvazione del Piano
            strategico nazionale della mobilità sostenibile, mai varato. Il secondo è un decreto Sviluppo-
            Economia-Infrastrutture che sarebbe dovuto uscire entro gennaio 2018 (nuovo termine rispetto
            al 31 dicembre inizialmente previsto). Secondo i giudici è necessaria una forma di intesa con le
            Regioni (non meglio precisata) per tutti e due i provvedimenti.

            «Il Piano, comunque, - si legge nelle sentenza - non solo costituisce strumento di natura
            strategica e carattere programmatico, ma contiene, altresì, fondamentali indicazioni
            concretamente operative per lo sviluppo del sistema del trasporto pubblico locale, funzionali a
            realizzare la mobilità sostenibile, poiché include la ripartizione e l'assegnazione alle diverse
            finalità delle risorse finanziarie incrementali del Fondo di cui all'art. 1, comma 866, della legge n.
            208 del 2015. Già sulla scorta delle predette considerazioni, emergono profili di competenza sia
            dello Stato, quale la materia ambientale, sia delle Regioni, quale è il trasporto pubblico locale, la
            cui compresenza conduce a ravvisare l'esigenza che nella definizione stessa del Piano sia
            prevista la collaborazione delle Regioni. Pur se è evidente che nella predisposizione del Piano
            l'esecutivo non potrà non confrontarsi con il sistema delle Regioni, l'assenza nel dettato
            normativo di una esplicita previsione sulla necessità di un coinvolgimento decisionale di tale
            sistema costituisce sicuramente un vulnus al principio di leale collaborazione».

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23/4/2018                                      Appalti, niente revoca dell'aggiudicazione per il mancato pagamento del contributo Anac

            23 Apr 2018

            Appalti, niente revoca dell'aggiudicazione
            per il mancato pagamento del contributo
            Anac
            Francesco Machina Grifeo

            Il tardivo, o mancato, versamento del contributo per il funzionamento dell'Autorità Nazionale
            Anticorruzione non può essere causa di revoca dell'aggiudicazione di una gara di appalto. Lo ha
            stabilito il Consiglio di Stato, con la sentenza 19 aprile 2018 n. 2386, respingendo il ricorso
            proposto da Anac e Infn (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) contro la decisione del Tar Lazio
            (sezione terza, n. 11031/2017) che aveva accolto le ragioni di una Srl esclusa, a causa del
            pagamento fuori tempo, dalla procedura negoziata, di cui era risultata vincitrice, per
            l'affidamento dei lavori di realizzazione della schermatura in cemento armato per un
            acceleratore elettrostatico all'interno laboratori del Gran Sasso.
            Secondo il tribunale amministrativo ai fini della partecipazione alla gara «è necessario che
            l'operatore sia registrato presso la piattaforma informatica AVCpass dell'Anac, mentre
            l'attestazione sul possesso dei requisiti per la singola procedura di affidamento e di pagamento
            del contributo, PassOE, «può essere prodotto pure in seguito (in particolare, in esito alla
            procedura del soccorso istruttorio)». Inoltre la lettera di invito non prevedeva il versamento del
            contributo «quale condizione di partecipazione alla procedura di affidamento».
            Una motivazione confermata dal Palazzo Spada che ricorda, in merito, la recente decisione della
            Corte di giustizia (C 27/15). I giudici di Lussemburgo hanno chiarito che «i principi di tutela del
            legittimo affidamento, certezza del diritto e proporzionalità ostano ad una regola
            dell'ordinamento di uno Stato membro che consenta di escludere da una procedura di
            affidamento di un contratto pubblico l'operatore economico non avvedutosi di una simile
            conseguenza, perché non espressamente indicata dagli atti di gara». Il caso esaminato dalla
            Corte di giustizia, prosegue la decisione, «appare in termini con quello oggetto del presente
            giudizio, dal momento che, in primo luogo, esso verte appunto sul medesimo contributo (di cui
            all'art. 1, comma 67, l. n. 266 del 2005), e in secondo luogo che la lettera di invito con cui la
            procedura di affidamento è stata indetta non prevedeva in modo espresso l'esclusione per il caso
            di mancato versamento di tale somma». Inoltre, come evidenziato dal Tar, a rafforzare il
            convincimento vi è la circostanza che l'Istituto di Fisica «non aveva richiesto alla società
            originaria ricorrente di provvedere al pagamento del contributo allorché la stessa stazione
            appaltante si era avveduta del mancato versamento».
            Né, continua la sentenza, giova richiamare i limiti all'esercizio del potere di "soccorso
            istruttorio" previsti dalla norma. Sul punto, infatti, argomenta il Consiglio di Stato, sempre la
            Corte Ue, con una recente pronuncia, ha ritenuto «conforme ai principi di parità di trattamento
            e di trasparenza nella materia dei contratti pubblici un meccanismo di soccorso istruttorio
            inteso a salvaguardare la partecipazione alla procedura di affidamento in caso di irregolarità
            essenziali, purché ciò non avvenga in caso di carenze documentali sanzionate in modo espresso
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23/4/2018                                      Appalti, niente revoca dell'aggiudicazione per il mancato pagamento del contributo Anac

            con l'esclusione o sia così consentito all'operatore economico di formulare nella sostanza una
            nuova offerta» (sentenze 28 febbraio 2018, C 523/16 e C 536/16).
            Ebbene, concludono i giudici, «simili evenienze non sono configurabili nel caso di mancato
            versamento del contributo ai favore dell'Anac, laddove non richiesto a pena di esclusione dalla
            normativa di gara, dal momento che tale adempimento non inerisce "all'offerta economica e
            all'offerta tecnica", per il quale la regolarizzazione della domanda di partecipazione alla gara ai
            sensi dell'art. 83, co. 9, Dlgs. n. 50 del 2016 è preclusa» (nella versione risultante dalle modifiche
            introdotte con il correttivo al codice dei contratti pubblici, di cui al Dlgs 56/2017).

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23/4/2018                                 Faro di Cantone sulle varianti: costi delle opere lievitati di 1,3 miliardi negli ultimi due anni e mezzo

            23 Apr 2018

            Faro di Cantone sulle varianti: costi delle
            opere lievitati di 1,3 miliardi negli ultimi due
            anni e mezzo
            Mauro Salerno

            Due volte su tre fanno recuperare lo sconto sul prezzo a base di gara e sono più frequenti
            quando l'appalto è aggiudicato con un ribasso «aggressivo». In totale hanno fatto lievitare i costi
            delle opere di 1,3 miliardi nel giro degli ultimi due anni e mezzo. Chi "maneggia" il settore degli
            appalti pubblici ha già capito che stiamo parlando delle varianti, le modifiche ai progetti di
            edifici e infrastrutture, che fanno lievitare i costi delle opere a cantiere già aperto.
            A fare il punto sulle varianti accordate dalle stazioni appaltanti alle imprese è ancora l'Anac, che
            attraverso un comunicato del presidente Raffaele Cantone, ha appena aggiornato la prima
            analisi sul fenomeno condotta a novembre 2014, cioè a pochi mesi dall'introduzione della norma
            (Dl 90/2014, poi ripresa nel nuovo codice dei contratti) che impone ai responsabili del progetto
            (Rup) di comunicare all'Autorità l'approvazione delle varianti.
            Le conferme
            La nuova analisi riguarda le varianti registrate nella banca dati dell'Autorità al 30 maggio 2017
            (in tutto 614) e in sostanza conferma «il sospetto che per il tramite delle varianti le imprese
            cerchino di recuperare il ribasso offerto in gara», un segnale di anomalia che l'Autorità
            Anticorruzione aveva già avanzato senza troppi giri di parole quattro anni fa. Nel frattempo è
            cambiato il codice appalti, con l'obbligo di gara su progetto esecutivo e la preferenza del criterio
            di aggiudicazione all'offerta più vantaggiosa. Due paletti che, perlomeno in teoria, dovrebbero
            limitare il fenomeno. Per sapere quanto queste novità avranno funzionato e avere un quadro
            dell'impatto delle nuove norme bisognerà però attendere un nuovo aggiornamento dei dati
            raccolti dall'Anac, visto che, come chiarisce Cantone nel comunicato, i dati di dettaglio appena
            diffusi riguardano varianti riferite ad appalti assegnati con le regole del vecchio codice (Dlgs
            163/2006).
            Le novità
            Due novità però si possono cogliere subito. La prima è che è che il fatto che la stazione
            appaltante assegni l'appalto tenendo conto anche della qualità dell'offerta e non solo del prezzo
            non tutela assolutamente dal rischio variante. Anzi. I dati comunicati dall'Autorità dimostrano
            «una maggiore ricorrenza delle varianti negli appalti aggiudicati con il criterio dell'offerta più
            vantaggiosa». Il secondo è che l'incidenza delle varianti è molto più frequente ( e ovviamente
            dispendiosa) per i progetti di importo più elevato (lavori oltre 20 milioni). Fatto che spinge
            l'Anac a sottolineare ancora una volta l'opportunità di qualificare le stazioni appaltanti, secondo
            quanto previsto da una norma del nuovo codice appalti, rimasta finora inattuata. «Per gli appalti
            di importo elevato - si legge nel comunicato - l'incidenza dell'importo medio delle varianti è
            superiore rispetto all'analoga percentuale di varianti per tutti gli appalti (28% contro 19%). Ciò -
            è la conclusione di Cantone - avvalora la previsione del Codice dei contratti circa l'esigenza della
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23/4/2018                                 Faro di Cantone sulle varianti: costi delle opere lievitati di 1,3 miliardi negli ultimi due anni e mezzo

            qualificazione delle stazioni appaltanti per le attività di progettazione ed esecuzione degli
            appalti».
            I dati
            Come anticipato le varianti registrate nella banca dati nazionali sono in tutto 614. Quattrocento
            sono state quelle esaminate dall'Anac, perché di importo superiore al 10% del contratto e relative
            al periodo successivo alla prima analisi effettuata a novembre 2014. Il maggior numero delle
            varianti (89,5%) riguarda appalti di piccolo e medio importo (fino a 5 milioni). Nelle fasce di
            importo successivo , che assorbono soltanto il 10,5% delle varianti, si concentrano però le
            modifiche di maggiore importo (pari a circa 1 miliardo, 75,9%). Restando agli importi, i dati
            dicono allora che le varianti comunicate all'Anac negli ultimi due anni e mezzo hanno
            comportato una lievitazione dei costi delle opere pari a circa 1,3 miliardi. E chissà se tutte le
            varianti approvate sono poi state davvero comunicate all'Autorità. Il sospetto, è sufficientemente
            legittimo, visto che la stessa Anac ha più volte richiamato al dovere le amministrazioni.
            Tutti i numeri sono consultabili nel comunicato diffuso da Cantone. Qui ci limitiamo a ricordare
            i più rilevanti, tra quelli non ancora citati. Il valore medio delle varianti è pari al 19% dell'importo
            del contratto. Una percentuale che sale al 28% per le opere di maggiore importo.
            Soprattutto è significativo il dato relativo all'incidenza de lle varianti comunicate all'Anac sui 186
            appalti di importo superiore a un milione. I questo caso nel 64% dei casi (circa due su tre) la
            variante ha permesso di recuperare tra il 50% e il 150% del ribasso di aggiudicazione. «In altre
            parole, tali dati sembrerebbero avvalorare il sospetto che per il tramite delle varianti le imprese
            cerchino di recuperare il ribasso offerto in gara», commenta Cantone.
            Rapporti tra imprese e Pa
            Considerazione conclusiva. Quando si parla di varianti di solito si parla di imprese che cercano
            di recuperare promesse di sconto impossibili da mantenere. Anche questa analisi dell'Anac
            dimostra che è spesso così. Ma le varianti per essere operative devono essere approvate dalle
            amministrazioni. Forse sarà difficile capire quando si tratta di scelte logiche, legittime e
            necessarie per mandare avanti i lavori o quando invece entrino in gioco l'incapacità di gestire
            progetti complessi o addirittura le complicità. Magari però il dibattito sui costi delle opere
            pubbliche dovrebbe cominciare a tenere conto anche di queste ipotesi. E non è un caso che
            Cantone questa volta richiami con forza l'esigenza di qualificare le Pa.

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