Consiglio Nazionale dei Geologi - aprile 2018 - Consiglio Nazionale dei ...
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23/4/2018 Giornata mondiale Terra, I geologi: Degrado del suolo provocato dall’attività antropica - AGV Interni Giornata mondiale Terra, I geologi: Degrado del suolo provocato dall’attività antropica Presidente Peduto: Superati i punti di non ritorno nella gestione dell’ecosistema terrestre in molte zone del pianeta Roma, 21 aprile 2018 - 19:19 fonte: AGV - Agenzia Giornalistica il Velino di Red L’allarme è già stato lanciato: il 75 per cento del suolo sul pianeta è fortemente degradato ed entro il 2050 la percentuale potrebbe raggiungere il 95 per cento costringendo 4 miliardi di persone a vivere in terre prive d’acqua. I dati emergono dal primo rapporto mondiale sul degrado del suolo condotto da Ipbes, la “piattaforma intergovernativa scientifico-politica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici” avviata nel 2012 dall’Unep, il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. Un fenomeno preoccupante di cui dobbiamo tener conto anche (e non soltanto) nel giorno in cui si celebra la Giornata mondiale della Terra (Earth day) istituita il 22 aprile 1970 proprio per evidenziare l’importanza delle risorse naturali alla base della sopravvivenza sul pianeta. “Le cause sono ovviamente tutte da ricercare nell’attività antropica dove l’uomo crea e distrugge allo stesso tempo” dichiara Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. “Ormai le criticità riguardano ampie fasce della superficie terrestre, caratterizzata da una gestione non sostenibile che, in alcuni casi, ha raggiunto dei punti di non ritorno. Non a caso, l’obiettivo 15 dell’Agenda 2030 dell’Onu è quello di proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre” conclude il Presidente CNG. Ad aumentare significativamente il ritmo di erosione del suolo è la deforestazione che è responsabile del rilascio di gran parte delle emissioni di gas a effetto serra nell’atmosfera. La distruzione delle foreste da parte dell’uomo avrebbe molteplici conseguenze negative: innanzitutto una drastica riduzione di assorbimento di anidride carbonica; repentini e continui cambiamenti climatici; una perdita della biodiversità ed estinzione di numerose specie vegetali e animali oltre che un considerevole aumento dei rischi idrogeologici. https://agvilvelino.it/article/2018/04/21/giornata-mondiale-terra-i-geologi-degrado-del-suolo-provocato-dallattivita-antropica/ 1/1
Giornata mondiale della Terra, i geologi: degrado del suolo provocato dall’attività antropica CNG 23/04/2018 Francesco Peduto, Presidente CNG: superati i punti di non ritorno nella gestione dell’ecosistema terrestre in molte zone del pianeta L’allarme è già stato lanciato: il 75 per cento del suolo sul pianeta è fortemente degradato ed entro il 2050 la percentuale potrebbe raggiungere il 95 per cento costringendo 4 miliardi di persone a vivere in terre prive d’acqua. I dati emergono dal primo rapporto mondiale sul degrado del suolo condotto da Ipbes, la “piattaforma intergovernativa scientifico-politica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici” avviata nel 2012 dall’Unep, il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. Un fenomeno preoccupante di cui dobbiamo tener conto anche (e non soltanto) nel giorno in cui si celebra la Giornata mondiale della Terra (Earth day) istituita il 22 aprile 1970 proprio per evidenziare l’importanza delle risorse naturali alla base della sopravvivenza sul pianeta. “Le cause sono ovviamente tutte da ricercare nell’attività antropica dove l’uomo crea e distrugge allo stesso tempo” dichiara Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. “Ormai le criticità riguardano ampie fasce della superficie terrestre, caratterizzata da una gestione non sostenibile che, in alcuni casi, ha raggiunto dei punti di non ritorno. Non a caso, l’obiettivo 15
dell’Agenda 2030 dell’Onu è quello di proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre” conclude il Presidente CNG. Ad aumentare significativamente il ritmo di erosione del suolo è la deforestazione che è responsabile del rilascio di gran parte delle emissioni di gas a effetto serra nell'atmosfera. La distruzione delle foreste da parte dell’uomo avrebbe molteplici conseguenze negative: innanzitutto una drastica riduzione di assorbimento di anidride carbonica; repentini e continui cambiamenti climatici; una perdita della biodiversità ed estinzione di numerose specie vegetali e animali oltre che un considerevole aumento dei rischi idrogeologici.
Giornata mondiale della Terra, i geologi: degrado del suolo provocato dall’attività antropica Redazione 21 Aprile 2018 Francesco Peduto, Presidente CNG: superati i punti di non ritorno nella gestione del l’ecosistema terrestre in molte zone del pianeta. In occasione della giornata mondiale del pianeta Terra, il Consiglio Nazionale dei Geologi, con un comunicato stampa, ribadisce che l’allarme è già stato lanciato: il 75 per cento del suolo sul pianeta è fortemente degradato ed entro il 2050 la percentuale potrebbe raggiungere il 95 per cento costringendo 4 miliardi di persone a vivere in terre prive d’acqua. I dati emergono dal primo rapporto mondiale sul degrado del suolo condotto da Ipbes, la “piattaforma intergovernativa scientifico-politica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici” avviata nel 2012 dall’Unep, il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. Un fenomeno preoccupante di cui dobbiamo tener conto anche (e non soltanto) nel giorno in cui si celebra la Giornata mondiale della Terra (Earth day) istituita il 22 aprile 1970 proprio per evidenziare l’importanza delle risorse naturali alla base della sopravvivenza sul pianeta. “Le cause sono ovviamente tutte da ricercare nell’attività antropica dove l’uomo crea e distrugge allo stesso tempo” dichiara Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. “Ormai le criticità riguardano ampie fasce della superficie terrestre, caratterizzata da una gestione non sostenibile che, in alcuni casi, ha raggiunto dei punti di non ritorno. Non a caso, l’obiettivo 15 dell’Agenda 2030 dell’Onu è quello di proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre”,conclude il Presidente CNG.
Francesco Peduto, presidente CNG Ad aumentare significativamente il ritmo di erosione del suolo è la deforestazione che è responsabile del rilascio di gran parte delle emissioni di gas a effetto serra nell’atmosfera. La distruzione delle foreste da parte dell’uomo avrebbe molteplici conseguenze negative: innanzitutto una drastica riduzione di assorbimento di anidride carbonica; repentini e continui cambiamenti climatici; una perdita della biodiversità ed estinzione di numerose specie vegetali e animali oltre che un considerevole aumento dei rischi idrogeologici. FONTE: COMUNICATO STAMPA CNG DEL 21 aprile 2018
23/4/2018 Giornata mondiale della Terra, i geologi: “Degrado del suolo provocato dall’attività antropica” Giornata mondiale della Terra, i geologi: “Degrado del suolo provocato dall’attività antropica” irpinia24.it/wp/blog/2018/04/21/giornata‑mondiale‑della‑terra‑i‑geologi‑degrado‑del‑suolo‑provocato‑ dallattivita‑antropica/ Roma ‑ L’allarme è già stato lanciato: il 75 per cento del suolo sul pianeta è fortemente degradato ed entro il 2050 la percentuale potrebbe raggiungere il 95 per cento costringendo 4 miliardi di persone a vivere in terre prive d’acqua. I dati emergono dal primo rapporto mondiale sul degrado del suolo condotto da Ipbes, la “piattaforma intergovernativa scientifico‑politica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici” avviata nel 2012 dall’Unep, il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. Un fenomeno preoccupante di cui dobbiamo tener conto anche (e non soltanto) nel giorno in cui si celebra la Giornata mondiale della Terra (Earth day) istituita il 22 aprile 1970 proprio per evidenziare l’importanza delle risorse naturali alla base della sopravvivenza sul pianeta. “Le cause sono ovviamente tutte da ricercare nell’attività antropica dove l’uomo crea e distrugge allo stesso tempo” dichiara Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. “Ormai le criticità riguardano ampie fasce della superficie terrestre, caratterizzata da una gestione non sostenibile che, in alcuni casi, ha raggiunto dei punti di non ritorno. Non a caso, l’obiettivo 15 dell’Agenda 2030 dell’Onu è quello di proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre” conclude il Presidente CNG. Ad aumentare significativamente il ritmo di erosione del suolo è la deforestazione che è responsabile del rilascio di gran parte delle emissioni di gas a effetto serra nell’atmosfera. La distruzione delle foreste da parte dell’uomo avrebbe molteplici conseguenze negative: innanzitutto una drastica riduzione di assorbimento di anidride carbonica; repentini e continui cambiamenti climatici; una perdita della biodiversità ed estinzione di numerose specie vegetali e animali oltre che un considerevole aumento dei rischi idrogeologici. 1/1
23/4/2018 www.ladigetto.it - I geologi: «Degrado del suolo provocato dall’attività antropica» I geologi: «Degrado del suolo provocato dall’attività antropica» 21/04/2018 Giornata mondiale della Terra, Francesco Peduto: «Superati i punti di non ritorno nella gestione dell’ecosistema terrestre in molte zone del pianeta» L’allarme è già stato lanciato: il 75 per cento del suolo sul pianeta è fortemente degradato ed entro il 2050 la percentuale potrebbe raggiungere il 95 per cento costringendo 4 miliardi di persone a vivere in terre prive d’acqua. I dati emergono dal primo rapporto mondiale sul degrado del suolo condotto da Ipbes, la «piattaforma intergovernativa scientifico-politica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici» avviata nel 2012 dall’Unep, il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. Un fenomeno preoccupante di cui dobbiamo tener conto anche (e non soltanto) nel giorno in cui si celebra la Giornata mondiale della Terra (Earth day) istituita il 22 aprile 1970 proprio per evidenziare l’importanza delle risorse naturali alla base della sopravvivenza sul pianeta. «Le cause sono ovviamente tutte da ricercare nell’attività antropica dove l’uomo crea e distrugge allo stesso tempo, – dichiara Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. – Ormai le criticità riguardano ampie fasce della superficie terrestre, caratterizzata da una gestione non sostenibile che, in alcuni casi, ha raggiunto dei punti di non ritorno. «Non a caso – conclude il Presidente CNG, – l’obiettivo 15 dell’Agenda 2030 dell’Onu è quello di proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre.» Ad aumentare significativamente il ritmo di erosione del suolo è la deforestazione che è responsabile del rilascio di gran parte delle emissioni di gas a effetto serra nell'atmosfera. La distruzione delle foreste da parte dell’uomo avrebbe molteplici conseguenze negative: innanzitutto una drastica riduzione di assorbimento di anidride carbonica; repentini e continui cambiamenti climatici; una perdita della biodiversità ed estinzione di numerose specie vegetali e animali oltre che un considerevole aumento dei rischi idrogeologici. © Riproduzione riservata https://www.ladigetto.it/permalink/75171.html 1/1
23/4/2018 Roma. Giornata mondiale della Terra, i geologi: "Degrado del suolo provocato dall’attività antropica" - V-news.it COMUNICATI STAMPA Home › Comunicati Stampa › Roma. Giornata mondiale della Terra, i geologi: “Degrado del suolo provocato dall’attività antropica” ROMA. GIORNATA MONDIALE DELLA TERRA, I GEOLOGI: “DEGRADO DEL SUOLO PROVOCATO DALL’ATTIVITÀ ANTROPICA” BY COMUNICATO STAMPA 21 APRILE 2018 0 ROMA. L’allarme è già stato lanciato: il 75 per cento del suolo sul pianeta è fortemente degradato ed entro il 2050 la percentuale potrebbe raggiungere il 95 per cento costringendo 4 miliardi di persone a vivere in terre prive d’acqua. I dati emergono dal primo rapporto mondiale sul degrado del suolo condotto da Ipbes, la “piattaforma intergovernativa scientifico- politica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici” avviata nel 2012 dall’Unep, il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. Un fenomeno preoccupante di cui dobbiamo tener conto anche (e non soltanto) nel giorno in cui si celebra la Giornata mondiale della Terra (Earth day) istituita il 22 aprile 1970 proprio per evidenziare l’importanza delle risorse naturali alla base della sopravvivenza sul pianeta. “Le cause sono ovviamente tutte da ricercare nell’attività antropica dove l’uomo crea e distrugge allo stesso tempo” dichiara Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. “Ormai le criticità riguardano ampie fasce della superficie terrestre, caratterizzata da una gestione non sostenibile che, in alcuni casi, ha raggiunto dei punti di non ritorno. Non a caso, l’obiettivo 15 dell’Agenda 2030 dell’Onu è quello di proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre” conclude il Presidente CNG. http://www.v-news.it/roma-giornata-mondiale-della-terra-i-geologi-degrado-del-suolo-provocato-dallattivita-antropica/ 1/2
23/4/2018 Roma. Giornata mondiale della Terra, i geologi: "Degrado del suolo provocato dall’attività antropica" - V-news.it Ad aumentare significativamente il ritmo di erosione del suolo è la deforestazione che è responsabile del rilascio di gran parte delle emissioni di gas a effetto serra nell’atmosfera. La distruzione delle foreste da parte dell’uomo avrebbe molteplici conseguenze negative: innanzitutto una drastica riduzione di assorbimento di anidride carbonica; repentini e continui cambiamenti climatici; una perdita della biodiversità ed estinzione di numerose specie vegetali e animali oltre che un considerevole aumento dei rischi idrogeologici. Francesco PEDUTO, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi http://www.v-news.it/roma-giornata-mondiale-della-terra-i-geologi-degrado-del-suolo-provocato-dallattivita-antropica/ 2/2
23/4/2018 Giornata mondiale della Terra, i geologi: degrado del suolo provocato dall’attività antropica Giornata mondiale della Terra, i geologi: degrado del suolo provocato dall’attività antropica 23 aprile 2018 umbriaecultura L’allarme è già stato lanciato: il 75 per cento del suolo sul pianeta è fortemente degradato ed entro il 2050 la percentuale potrebbe raggiungere il 95 per cento costringendo 4 miliardi di persone a vivere in terre prive d’acqua. I dati emergono dal primo rapporto mondiale sul degrado del suolo condotto da Ipbes, la “piattaforma intergovernativa scientifico-politica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici” avviata nel 2012 dall’Unep, il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. Un fenomeno preoccupante di cui dobbiamo tener conto anche (e non soltanto) nel giorno in cui si celebra la Giornata mondiale della Terra (Earth day) istituita il 22 aprile 1970 proprio per evidenziare l’importanza delle risorse naturali alla base della sopravvivenza sul pianeta. “Le cause sono ovviamente tutte da ricercare nell’attività antropica dove l’uomo crea e distrugge allo stesso tempo” dichiara Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. “Ormai le criticità riguardano ampie fasce della superficie terrestre, caratterizzata da una gestione non sostenibile che, in alcuni casi, ha raggiunto dei punti di non ritorno. Non a caso, l’obiettivo 15 dell’Agenda 2030 dell’Onu è quello di proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre” conclude il Presidente CNG. Ad aumentare significativamente il ritmo di erosione del suolo è la deforestazione che è responsabile del rilascio di gran parte delle emissioni di gas a effetto serra nell’atmosfera. La distruzione delle foreste da parte dell’uomo avrebbe molteplici conseguenze negative: innanzitutto una drastica riduzione di assorbimento di anidride carbonica; repentini e continui cambiamenti climatici; una perdita della biodiversità ed estinzione di numerose specie vegetali e animali oltre che un considerevole aumento dei rischi idrogeologici. http://www.umbriaecultura.it/giornata-mondiale-terra-degrado-suolo/
Giornata mondiale della Terra, i geologi: degrado del suolo provocato dall'attività antropicaAmbiente • 21/04/2018 L’allarme è già stato lanciato: il 75 per cento del suolo sul pianeta è fortemente degradato ed entro il 2050 la percentuale potrebbe raggiungere il 95 per cento costringendo 4 miliardi di persone a vivere in terre prive d’acqua. I dati emergono dal primo rapporto mondiale sul degrado del suolo condotto da Ipbes, la “piattaforma intergovernativa scientifico-politica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici” avviata nel 2012 dall’Unep, il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. Un fenomeno preoccupante di cui dobbiamo tener conto anche (e non soltanto) nel giorno in cui si celebra la Giornata mondiale della Terra (Earth day) istituita il 22 aprile 1970 proprio per evidenziare l’importanza delle risorse naturali alla base della sopravvivenza sul pianeta. “Le cause sono ovviamente tutte da ricercare nell’attività antropica dove l’uomo crea e distrugge allo stesso tempo” dichiara Francesco Peduto, presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. “Ormai le criticità riguardano ampie fasce della superficie terrestre, caratterizzata da una gestione non sostenibile che, in alcuni casi, ha raggiunto dei punti di non ritorno. Non a caso, l’obiettivo 15 dell’Agenda 2030 dell’Onu è quello di proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre” conclude il presidente CNG. Ad aumentare significativamente il ritmo di erosione del suolo è la deforestazione che è responsabile del rilascio di gran parte delle emissioni di gas a effetto serra nell'atmosfera. La distruzione delle foreste da parte dell’uomo avrebbe molteplici conseguenze negative: innanzitutto una drastica riduzione di assorbimento di anidride carbonica; repentini e continui cambiamenti climatici; una perdita della biodiversità ed estinzione di numerose specie vegetali e animali oltre che un considerevole aumento dei rischi idrogeologici.
23/4/2018 Attualità. Sabato prossimo sarà celebrata la giornata mondiale della Terra | www.caserta24ore.it Attualità. Sabato prossimo sarà celebrata la giornata mondiale della Terra 21 aprile 2018 attualità Lopa: salvare l’agricoltura e l’ambiente della nostra Nazione. Questo tema insieme alle prospettive di sviluppo dell’Agricoltura regionale e nazionale saranno affrontati in un convegno che si terra sabato 28 aprile dalle 10:30 presso l’Hotel Ramada a Napoli dove si confronteranno esperti di settore e rappresentanti politici. Questa Giornata della Terra, ci aiuterà ad affrontare le mutevoli esigenze del settore agricolo, rurale e trovare le strategie per la gestione della nostra Provincia attraverso il lavoro nella terra, preservando cosi l’ambiente per le generazioni a venire. Cosi il Rappresentante della Consulta Nazionale dell’Agricoltura, già Delegato della Provincia, per il settore Agricoltura,componente del Dipartimento Nazionale Ambiente Agricoltura Turismo del MNS, Rosario Lopa a margine della Giornata Mondiale della Terra. I cambiamenti climatici rappresentano la più grande sfida dei nostri tempi, ma anche la più grande delle opportunità, un’opportunità senza precedenti di costruire una società salubre, prospera e con energie pulite. Avviare la realizzazione di una serie progetti idrici e delle acque reflue, per dimostrare come possiamo contribuire a fornire V1.30000 servizi essenziali per le comunità rurali che hanno il vantaggio di proteggere l’ambiente. Abbiamo l’obbligo di sensibilizzare l’opinione pubblica circa il ruolo che ogni persona può giocare a protezione delle risorse naturali vitali e salvaguardare l’ambiente. Dobbiamo ripensare ai nostri comportamenti, dedicando più tempo a capire cosa possiamo fare per la Terra, partendo dai nostri consumi e stili di vita per diventare più sostenibili, ed insegnare la sostenibilità. È fondamentale che le comunità di tutto il nostro territorio devono avere acqua affidabile, pulita e abbondante. Con le nuove tecniche agricole innovative, ha concluso l’esponente dell’Agricoltura, potremo ridurre l’erosione del suolo, l’uso di carburante e le emissioni di gas serra. Questo tema insieme alle prospettive di sviluppo dell’Agricoltura regionale e nazionale saranno https://caserta24ore.altervista.org/21042018/attualita-sabato-prossimo-sara-celebrata-la-giornata-mondiale-della-terra/ 1/2
23/4/2018 Attualità. Sabato prossimo sarà celebrata la giornata mondiale della Terra | www.caserta24ore.it affrontati in un convegno che si terra sabato 28 aprile dalle 10:30 presso l’Hotel Ramada a Napoli dove si confronteranno esperti di settore e rappresentanti politici. Intanto anche i geologi marcano ildegrado del suolo provocato dall’attività antropica. Francesco Peduto, Presidente CNG: superati i punti di non ritorno nella gestione dell’ecosistema terrestre in molte zone del pianeta L’allarme è già stato lanciato: il 75 per cento del suolo sul pianeta è fortemente degradato ed entro il 2050 la percentuale potrebbe raggiungere il 95 per cento costringendo 4 miliardi di persone a vivere in terre prive d’acqua. I dati emergono dal primo rapporto mondiale sul degrado del suolo condotto da Ipbes, la “piattaforma intergovernativa scientifico-politica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici” avviata nel 2012 dall’Unep, il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. Un fenomeno preoccupante di cui dobbiamo tener conto anche (e non soltanto) nel giorno in cui si celebra la Giornata mondiale della Terra (Earth day) istituita il 22 aprile 1970 proprio per evidenziare l’importanza delle risorse naturali alla base della sopravvivenza sul pianeta. “Le cause sono ovviamente tutte da ricercare nell’attività antropica dove l’uomo crea e distrugge allo stesso tempo” dichiara Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. “Ormai le criticità riguardano ampie fasce della superficie terrestre, caratterizzata da una gestione non sostenibile che, in alcuni casi, ha raggiunto dei punti di non ritorno. Non a caso, l’obiettivo 15 dell’Agenda 2030 dell’Onu è quello di proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre” conclude il Presidente CNG. Ad aumentare significativamente il ritmo di erosione del suolo è la deforestazione che è responsabile del rilascio di gran parte delle emissioni di gas a effetto serra nell’atmosfera. La distruzione delle foreste da parte dell’uomo avrebbe molteplici conseguenze negative: innanzitutto una drastica riduzione di assorbimento di anidride carbonica; repentini e continui cambiamenti climatici; una perdita della biodiversità ed estinzione di numerose specie vegetali e animali oltre che un considerevole aumento dei rischi idrogeologici. https://caserta24ore.altervista.org/21042018/attualita-sabato-prossimo-sara-celebrata-la-giornata-mondiale-della-terra/ 2/2
23/4/2018 Giornata mondiale della Terra, i geologi: degrado del suolo provocato dall’attività antropica-improntalaquila.com HOME CONTATTI METEO CATALOGO FOTOGRAFICO – L’AQUILA RIFLESSA LAVORA CON NOI LA BOTTEGA DEI GIOVANI ARTISTI ECOLOGIA AMBIENTE > IN RILIEVO Giornata mondiale della Terra, i geologi: degrado del suolo provocato dall’attività antropica L’allarme è già stato lanciato: il 75 per cento del suolo sul pianeta è fortemente degradato ed entro il 2050 la percentuale potrebbe raggiungere il 95 per cento costringendo 4 miliardi di persone a vivere in terre prive d’acqua. I dati emergono dal primo rapporto mondiale sul degrado del suolo condotto da Ipbes, la “piattaforma […] 22 aprile 2018 0 Commenti | L’allarme è già stato lanciato: il 75 per cento del suolo sul pianeta è fortemente degradato ed entro il 2050 la percentuale potrebbe raggiungere il 95 per cento costringendo 4 miliardi di persone a vivere in terre prive d’acqua. I dati emergono dal primo rapporto mondiale sul degrado del suolo condotto da Ipbes, la “piattaforma intergovernativa scientifico-politica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici” avviata nel 2012 http://www.improntalaquila.com/2018/04/22/giornata-mondiale-della-terra-i-geologi-degrado-del-suolo-provocato-dallattivita-antropica/
23/4/2018 Giornata mondiale della Terra, i geologi: degrado del suolo provocato dall’attività antropica-improntalaquila.com dall’Unep, il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. Un fenomeno preoccupante di cui dobbiamo tener conto anche (e non soltanto) nel giorno in cui si celebra la Giornata mondiale della Terra (Earth day) istituita il 22 aprile 1970 proprio per evidenziare l’importanza delle risorse naturali alla base della sopravvivenza sul pianeta. “Le cause sono ovviamente tutte da ricercare nell’attività antropica dove l’uomo crea e distrugge allo stesso tempo” dichiara Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. “Ormai le criticità riguardano ampie fasce della superficie terrestre, caratterizzata da una gestione non sostenibile che, in alcuni casi, ha raggiunto dei punti di non ritorno. Non a caso, l’obiettivo 15 dell’Agenda 2030 dell’Onu è quello di proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre” conclude il Presidente CNG. Ad aumentare significativamente il ritmo di erosione del suolo è la deforestazione che è responsabile del rilascio di gran parte delle emissioni di gas a effetto serra nell’atmosfera. La distruzione delle foreste da parte dell’uomo avrebbe molteplici conseguenze negative: innanzitutto una drastica riduzione di assorbimento di anidride carbonica; repentini e continui cambiamenti climatici; una perdita della biodiversità ed estinzione di numerose specie vegetali e animali oltre che un considerevole aumento dei rischi idrogeologici. TAG:GEOLOGI, GIORNATA MONDIALE DELLA TERRA, PIANETA http://www.improntalaquila.com/2018/04/22/giornata-mondiale-della-terra-i-geologi-degrado-del-suolo-provocato-dallattivita-antropica/
Ambiente, allarme geologi: “Degradato il 75% del suolo a causa dell’uomo” E' allarme per le sorti ambientali del Pianeta. Il 75% del suolo infatti risulta fortemente degradato ed entro il 2050 la percentuale potrebbe raggiungere il 95% A cura di Antonella Petris 21 aprile 2018 - 17:36 E’ allarme per le sorti ambientali del Pianeta. Il 75% del suolo infatti risulta fortemente degradato ed entro il 2050 la percentuale potrebbe raggiungere il 95%, costringendo così 4 miliardi di persone a vivere in terre prive d’acqua. I dati emergono dal primo rapporto mondiale sul degrado del suolo condotto da Ipbes, la “piattaforma intergovernativa scientifico-politica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici” avviata nel 2012 dall’Unep, il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. Un fenomeno preoccupante di cui tener conto anche, e non soltanto, nel giorno in cui si celebra la Giornata mondiale della Terra (Earth day) istituita il 22 aprile 1970 proprio per evidenziare l’importanza delle risorse naturali alla base della sopravvivenza sul pianeta.
“Le cause sono ovviamente tutte da ricercare nell’attività antropica dove l’uomo crea e distrugge allo stesso tempo” dichiara Francesco Peduto, presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. “Ormai le criticità riguardano ampie fasce della superficie terrestre, caratterizzata da una gestione non sostenibile che, in alcuni casi, ha raggiunto dei punti di non ritorno. Non a caso, l’obiettivo 15 dell’Agenda 2030 dell’Onu è quello di proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre” conclude il Presidente CNG. Ad aumentare significativamente il ritmo di erosione del suolo è la deforestazione che è responsabile del rilascio di gran parte delle emissioni di gas a effetto serra nell’atmosfera. La distruzione delle foreste da parte dell’uomo avrebbe molteplici conseguenze negative: innanzitutto una drastica riduzione di assorbimento di anidride carbonica; repentini e continui cambiamenti climatici; una perdita della biodiversità ed estinzione di numerose specie vegetali e animali oltre che un considerevole aumento dei rischi idrogeologici. A cura di Antonella Petris
23/4/2018 Giornata Mondiale della Terra: il 75% del suolo è degradato Home → Italia Home Iscriviti alla newsletter Redazione Pubblicità Condizioni e termini Privacy Policy Cookie Policy HOME COMUNI CRONACA ATTUALITÀ POLITICA SPORT VIDEO TUTTE LE SEZIONI Ambiente Giornata Mondiale della Terra: il 75% del suolo è degradato Entro il 2050 potrebbe raggiungere il 95 % REDAZIONE 22/04/2018 - 00:45 L’allarme è già stato lanciato: il 75 per cento del suolo sul pianeta è fortemente degradato ed entro il 2050 la percentuale potrebbe raggiungere il 95 per cento costringendo 4 miliardi di persone a vivere in terre prive d’acqua. I dati emergono dal primo rapporto mondiale sul degrado del suolo condotto da Ipbes, la “piattaforma intergovernativa scientifico-politica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici” avviata nel 2012 dall’Unep, il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. Un fenomeno preoccupante di cui dobbiamo tener conto anche (e non soltanto) nel giorno in cui si celebra la Giornata mondiale della Terra (Earth day) istituita il 22 aprile 1970 proprio per evidenziare l’importanza delle risorse naturali alla base della sopravvivenza sul pianeta. “Le cause sono ovviamente tutte da ricercare nell’attività antropica dove l’uomo crea e distrugge allo stesso tempo” dichiara Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. “Ormai le criticità riguardano ampie fasce della superficie terrestre, caratterizzata da una gestione non sostenibile che, in alcuni casi, ha raggiunto dei punti di non ritorno. Non a caso, l’obiettivo 15 dell’Agenda 2030 dell’Onu è quello di proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre” conclude il Presidente CNG. Ad aumentare significativamente il ritmo di erosione del suolo è la deforestazione che è responsabile del rilascio di gran parte delle emissioni di gas a effetto serra nell'atmosfera. La distruzione delle foreste da parte dell’uomo avrebbe molteplici conseguenze negative: innanzitutto una drastica riduzione di assorbimento di anidride carbonica; repentini e continui cambiamenti climatici; una perdita della biodiversità ed estinzione di numerose specie vegetali e animali oltre che un considerevole aumento dei rischi idrogeologici.
Giornata mondiale della Terra, i geologi: degrado del suolo provocato dall’attività antropica Pubblicato il 23 aprile 2018 in Ambiente L’allarme è già stato lanciato: il 75 per cento del suolo sul pianeta è fortemente degradato ed entro il 2050 la percentuale potrebbe raggiungere il 95 per cento costringendo 4 miliardi di persone a vivere in terre prive d’acqua. I dati emergono dal primo rapporto mondiale sul degrado del suolo condotto da Ipbes, la “piattaforma intergovernativa scientifico-politica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici” avviata nel 2012 dall’Unep, il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. Un fenomeno preoccupante di cui dobbiamo tener conto anche (e non soltanto) nel giorno in cui si celebra la Giornata mondiale della Terra (Earth day) istituita il 22 aprile 1970 proprio per evidenziare l’importanza delle risorse naturali alla base della sopravvivenza sul pianeta. “Le cause sono ovviamente tutte da ricercare nell’attività antropica dove l’uomo crea e distrugge allo stesso tempo” dichiara Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. “Ormai le criticità riguardano ampie fasce della superficie terrestre, caratterizzata da una gestione non sostenibile che, in alcuni casi, ha raggiunto dei punti di non ritorno. Non a caso, l’obiettivo 15 dell’Agenda 2030 dell’Onu è quello di proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre” conclude il Presidente CNG. Ad aumentare significativamente il ritmo di erosione del suolo è la deforestazione che è responsabile del rilascio di gran parte delle emissioni di gas a effetto serra nell’atmosfera. La distruzione delle foreste da parte dell’uomo avrebbe molteplici conseguenze negative: innanzitutto una drastica riduzione di assorbimento di anidride carbonica; repentini e continui cambiamenti climatici; una perdita della biodiversità ed estinzione di numerose specie vegetali e animali oltre che un considerevole aumento dei rischi idrogeologici. Fonte :CNG
23/4/2018 Giornata mondiale della Terra, i Geologi: il suolo è fortemente degradato, entro il 2050 4miliardi di persone vivranno in terre prive d’acqua - ilCir… NOTIZIARIO DEL COMPRENSORIO CALABRESE Giornata mondiale della Terra, i Geologi: il suolo è fortemente degradato, entro il 2050 4miliardi di persone vivranno in terre prive d’acqua Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geolog: superati i punti di non ritorno nella gestione dell’ecosistema terrestre in molte zone del pianeta ROMA, lunedì 23 aprile 2018 L’allarme è già stato lanciato: il 75 per cento del suolo sul pianeta è fortemente degradato ed entro il 2050 la percentuale potrebbe raggiungere il 95 per cento costringendo 4 miliardi di persone a vivere in terre prive d’acqua. I dati emergono dal primo rapporto mondiale sul degrado del suolo condotto da Ipbes, la “piattaforma intergovernativa scientifico-politica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici” avviata nel 2012 dall’Unep, il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. Un fenomeno preoccupante di cui dobbiamo tener conto anche (e non soltanto) nel giorno in cui si celebra la Giornata mondiale della Terra (Earth day) istituita il 22 aprile 1970 proprio per evidenziare l’importanza delle risorse naturali alla base della sopravvivenza sul pianeta. “Le cause sono ovviamente tutte da ricercare nell’attività antropica dove Francesco PEDUTO, Presidente del l’uomo crea e distrugge allo stesso tempo” dichiara Francesco Peduto, Consiglio Nazionale dei Geologi Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. “Ormai le criticità riguardano ampie fasce della superficie terrestre, caratterizzata da una gestione non sostenibile che, in alcuni casi, ha raggiunto dei punti di non ritorno. Non a caso, l’obiettivo 15 dell’Agenda 2030 dell’Onu è quello di proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre” conclude il Presidente CNG. Ad aumentare significativamente il ritmo di erosione del suolo è la deforestazione che è responsabile del rilascio di gran parte delle emissioni di gas a effetto serra nell’atmosfera. La distruzione delle foreste da parte dell’uomo avrebbe molteplici conseguenze negative: innanzitutto una drastica riduzione di assorbimento di anidride carbonica; repentini e continui cambiamenti climatici; una perdita della biodiversità ed estinzione di numerose specie vegetali e animali oltre che un considerevole aumento dei rischi idrogeologici. La Redazione http://www.ilcirotano.it/2018/04/23/giornata-mondiale-della-terra-i-geologi-il-suolo-e-fortemente-degradato-entro-il-2050-4miliardi-di-persone-vivranno-in-terre-prive-dacqua/?p
23/4/2018 Giornata mondiale della Terra, i geologi: degrado del suolo provocato dall’attività antropica | News Della Valle Giornata mondiale della Terra, i geologi: degrado del suolo provocato dall’attività antropica Francesco Peduto, Presidente CNG: superati i punti di non ritorno nella gestione dell’ecosistema terrestre in molte zone del pianeta L’allarme è già stato lanciato: il 75 per cento del suolo sul pianeta è fortemente degradato ed entro il 2050 la percentuale potrebbe raggiungere il 95 per cento costringendo 4 miliardi di persone a vivere in terre prive d’acqua. I dati emergono dal primo rapporto mondiale sul degrado del suolo condotto da Ipbes, la “piattaforma intergovernativa scientificopolitica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici” avviata http://www.newsdellavalle.com/2018/04/22/giornata-mondiale-della-terra-i-geologi-degrado-del-suolo-provocato-dallattivita-antropica/
23/4/2018 Giornata mondiale della Terra, i geologi: degrado del suolo provocato dall’attività antropica | News Della Valle nel 2012 dall’Unep, il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. Un fenomeno preoccupante di cui dobbiamo tener conto anche (e non soltanto) nel giorno in cui si celebra la Giornata mondiale della Terra (Earth day) istituita il 22 aprile 1970 proprio per evidenziare l’importanza delle risorse naturali alla base della sopravvivenza sul pianeta. “Le cause sono ovviamente tutte da ricercare nell’attività antropica dove l’uomo crea e distrugge allo stesso tempo” dichiara Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. “Ormai le criticità riguardano ampie fasce della superficie terrestre, caratterizzata da una gestione non sostenibile che, in alcuni casi, ha raggiunto dei punti di non ritorno. Non a caso, l’obiettivo 15 dell’Agenda 2030 dell’Onu è quello di proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre” conclude il Presidente CNG. Ad aumentare significativamente il ritmo di erosione del suolo è la deforestazione che è responsabile del rilascio di gran parte delle emissioni di gas a effetto serra nell’atmosfera. La distruzione delle foreste da parte dell’uomo avrebbe molteplici conseguenze negative: innanzitutto una drastica riduzione di assorbimento di anidride carbonica; repentini e continui cambiamenti climatici; una perdita della biodiversità ed estinzione di numerose specie vegetali e animali oltre che un considerevole aumento dei rischi idrogeologici. (47) http://www.newsdellavalle.com/2018/04/22/giornata-mondiale-della-terra-i-geologi-degrado-del-suolo-provocato-dallattivita-antropica/
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23/04/2018 Pag. 43 N.17 - 23 aprile 2018
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23/4/2018 Piano della mobilità sostenibile fermato dalla Consulta: serve l'ok delle Regioni 23 Apr 2018 Piano della mobilità sostenibile fermato dalla Consulta: serve l'ok delle Regioni Massimo Frontera Ancora una pronuncia-fotocopia della Consulta sulla illegittimità di norme statali nella parte in cui bypassano l'intesa o il parere di amministrazioni territoriali o locali su alcune materie. Dopo ilpiano di edilizia scolastica innovativa con 100 milioni di fondi Inail (sentenza n.71/2018) e dopo il maxi-fondo della presidenza del Consiglio (n.74/2018), è la volta del piano nazionale strategico di mobilità sostenibile, previsto dalla legge di Bilancio 2017. Anche in questo caso, la questione di legittimità costituzionale - accolta dalla Consulta con la pronuncia n.78/2018 - è stata presentata dalla Regione Veneto. Il trasporto pubblico locale è una materia di competenza regionale residuale: lo Stato può mettere i soldi, ma per decidere come spenderli - afferma la Consulta - serve il coinvolgimento delle Regioni. E non si tratta di pochi soldi. Il programma per la mobilità sostenibile ha uno stanziamento di 200 milioni per l'annualità 2019 e 250 milioni all'anno dal 2020 al 2033. Le risorse servono soprattutto per il ricambio del parco mezzi del Tpl, in particolare per l'acquisto, la riqualificazione elettrica o il noleggio dei veicoli, e poi per finanziare anche varie iniziative a carattere innovativo che prevedono il coinvolgimento di Invitalia e di università. L'attuazione del piano prevede due decreti. Il primo è un Dpcm di approvazione del Piano strategico nazionale della mobilità sostenibile, mai varato. Il secondo è un decreto Sviluppo- Economia-Infrastrutture che sarebbe dovuto uscire entro gennaio 2018 (nuovo termine rispetto al 31 dicembre inizialmente previsto). Secondo i giudici è necessaria una forma di intesa con le Regioni (non meglio precisata) per tutti e due i provvedimenti. «Il Piano, comunque, - si legge nelle sentenza - non solo costituisce strumento di natura strategica e carattere programmatico, ma contiene, altresì, fondamentali indicazioni concretamente operative per lo sviluppo del sistema del trasporto pubblico locale, funzionali a realizzare la mobilità sostenibile, poiché include la ripartizione e l'assegnazione alle diverse finalità delle risorse finanziarie incrementali del Fondo di cui all'art. 1, comma 866, della legge n. 208 del 2015. Già sulla scorta delle predette considerazioni, emergono profili di competenza sia dello Stato, quale la materia ambientale, sia delle Regioni, quale è il trasporto pubblico locale, la cui compresenza conduce a ravvisare l'esigenza che nella definizione stessa del Piano sia prevista la collaborazione delle Regioni. Pur se è evidente che nella predisposizione del Piano l'esecutivo non potrà non confrontarsi con il sistema delle Regioni, l'assenza nel dettato normativo di una esplicita previsione sulla necessità di un coinvolgimento decisionale di tale sistema costituisce sicuramente un vulnus al principio di leale collaborazione». P.I. 00777910159 - Copyright Il Sole 24 Ore - All rights reserved http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/print/AEd1e2bE/0 1/1
23/4/2018 Appalti, niente revoca dell'aggiudicazione per il mancato pagamento del contributo Anac 23 Apr 2018 Appalti, niente revoca dell'aggiudicazione per il mancato pagamento del contributo Anac Francesco Machina Grifeo Il tardivo, o mancato, versamento del contributo per il funzionamento dell'Autorità Nazionale Anticorruzione non può essere causa di revoca dell'aggiudicazione di una gara di appalto. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato, con la sentenza 19 aprile 2018 n. 2386, respingendo il ricorso proposto da Anac e Infn (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) contro la decisione del Tar Lazio (sezione terza, n. 11031/2017) che aveva accolto le ragioni di una Srl esclusa, a causa del pagamento fuori tempo, dalla procedura negoziata, di cui era risultata vincitrice, per l'affidamento dei lavori di realizzazione della schermatura in cemento armato per un acceleratore elettrostatico all'interno laboratori del Gran Sasso. Secondo il tribunale amministrativo ai fini della partecipazione alla gara «è necessario che l'operatore sia registrato presso la piattaforma informatica AVCpass dell'Anac, mentre l'attestazione sul possesso dei requisiti per la singola procedura di affidamento e di pagamento del contributo, PassOE, «può essere prodotto pure in seguito (in particolare, in esito alla procedura del soccorso istruttorio)». Inoltre la lettera di invito non prevedeva il versamento del contributo «quale condizione di partecipazione alla procedura di affidamento». Una motivazione confermata dal Palazzo Spada che ricorda, in merito, la recente decisione della Corte di giustizia (C 27/15). I giudici di Lussemburgo hanno chiarito che «i principi di tutela del legittimo affidamento, certezza del diritto e proporzionalità ostano ad una regola dell'ordinamento di uno Stato membro che consenta di escludere da una procedura di affidamento di un contratto pubblico l'operatore economico non avvedutosi di una simile conseguenza, perché non espressamente indicata dagli atti di gara». Il caso esaminato dalla Corte di giustizia, prosegue la decisione, «appare in termini con quello oggetto del presente giudizio, dal momento che, in primo luogo, esso verte appunto sul medesimo contributo (di cui all'art. 1, comma 67, l. n. 266 del 2005), e in secondo luogo che la lettera di invito con cui la procedura di affidamento è stata indetta non prevedeva in modo espresso l'esclusione per il caso di mancato versamento di tale somma». Inoltre, come evidenziato dal Tar, a rafforzare il convincimento vi è la circostanza che l'Istituto di Fisica «non aveva richiesto alla società originaria ricorrente di provvedere al pagamento del contributo allorché la stessa stazione appaltante si era avveduta del mancato versamento». Né, continua la sentenza, giova richiamare i limiti all'esercizio del potere di "soccorso istruttorio" previsti dalla norma. Sul punto, infatti, argomenta il Consiglio di Stato, sempre la Corte Ue, con una recente pronuncia, ha ritenuto «conforme ai principi di parità di trattamento e di trasparenza nella materia dei contratti pubblici un meccanismo di soccorso istruttorio inteso a salvaguardare la partecipazione alla procedura di affidamento in caso di irregolarità essenziali, purché ciò non avvenga in caso di carenze documentali sanzionate in modo espresso http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/print/AEU7nobE/0 1/2
23/4/2018 Appalti, niente revoca dell'aggiudicazione per il mancato pagamento del contributo Anac con l'esclusione o sia così consentito all'operatore economico di formulare nella sostanza una nuova offerta» (sentenze 28 febbraio 2018, C 523/16 e C 536/16). Ebbene, concludono i giudici, «simili evenienze non sono configurabili nel caso di mancato versamento del contributo ai favore dell'Anac, laddove non richiesto a pena di esclusione dalla normativa di gara, dal momento che tale adempimento non inerisce "all'offerta economica e all'offerta tecnica", per il quale la regolarizzazione della domanda di partecipazione alla gara ai sensi dell'art. 83, co. 9, Dlgs. n. 50 del 2016 è preclusa» (nella versione risultante dalle modifiche introdotte con il correttivo al codice dei contratti pubblici, di cui al Dlgs 56/2017). P.I. 00777910159 - Copyright Il Sole 24 Ore - All rights reserved http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/print/AEU7nobE/0 2/2
23/4/2018 Faro di Cantone sulle varianti: costi delle opere lievitati di 1,3 miliardi negli ultimi due anni e mezzo 23 Apr 2018 Faro di Cantone sulle varianti: costi delle opere lievitati di 1,3 miliardi negli ultimi due anni e mezzo Mauro Salerno Due volte su tre fanno recuperare lo sconto sul prezzo a base di gara e sono più frequenti quando l'appalto è aggiudicato con un ribasso «aggressivo». In totale hanno fatto lievitare i costi delle opere di 1,3 miliardi nel giro degli ultimi due anni e mezzo. Chi "maneggia" il settore degli appalti pubblici ha già capito che stiamo parlando delle varianti, le modifiche ai progetti di edifici e infrastrutture, che fanno lievitare i costi delle opere a cantiere già aperto. A fare il punto sulle varianti accordate dalle stazioni appaltanti alle imprese è ancora l'Anac, che attraverso un comunicato del presidente Raffaele Cantone, ha appena aggiornato la prima analisi sul fenomeno condotta a novembre 2014, cioè a pochi mesi dall'introduzione della norma (Dl 90/2014, poi ripresa nel nuovo codice dei contratti) che impone ai responsabili del progetto (Rup) di comunicare all'Autorità l'approvazione delle varianti. Le conferme La nuova analisi riguarda le varianti registrate nella banca dati dell'Autorità al 30 maggio 2017 (in tutto 614) e in sostanza conferma «il sospetto che per il tramite delle varianti le imprese cerchino di recuperare il ribasso offerto in gara», un segnale di anomalia che l'Autorità Anticorruzione aveva già avanzato senza troppi giri di parole quattro anni fa. Nel frattempo è cambiato il codice appalti, con l'obbligo di gara su progetto esecutivo e la preferenza del criterio di aggiudicazione all'offerta più vantaggiosa. Due paletti che, perlomeno in teoria, dovrebbero limitare il fenomeno. Per sapere quanto queste novità avranno funzionato e avere un quadro dell'impatto delle nuove norme bisognerà però attendere un nuovo aggiornamento dei dati raccolti dall'Anac, visto che, come chiarisce Cantone nel comunicato, i dati di dettaglio appena diffusi riguardano varianti riferite ad appalti assegnati con le regole del vecchio codice (Dlgs 163/2006). Le novità Due novità però si possono cogliere subito. La prima è che è che il fatto che la stazione appaltante assegni l'appalto tenendo conto anche della qualità dell'offerta e non solo del prezzo non tutela assolutamente dal rischio variante. Anzi. I dati comunicati dall'Autorità dimostrano «una maggiore ricorrenza delle varianti negli appalti aggiudicati con il criterio dell'offerta più vantaggiosa». Il secondo è che l'incidenza delle varianti è molto più frequente ( e ovviamente dispendiosa) per i progetti di importo più elevato (lavori oltre 20 milioni). Fatto che spinge l'Anac a sottolineare ancora una volta l'opportunità di qualificare le stazioni appaltanti, secondo quanto previsto da una norma del nuovo codice appalti, rimasta finora inattuata. «Per gli appalti di importo elevato - si legge nel comunicato - l'incidenza dell'importo medio delle varianti è superiore rispetto all'analoga percentuale di varianti per tutti gli appalti (28% contro 19%). Ciò - è la conclusione di Cantone - avvalora la previsione del Codice dei contratti circa l'esigenza della http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/print/AEUCoobE/0 1/2
23/4/2018 Faro di Cantone sulle varianti: costi delle opere lievitati di 1,3 miliardi negli ultimi due anni e mezzo qualificazione delle stazioni appaltanti per le attività di progettazione ed esecuzione degli appalti». I dati Come anticipato le varianti registrate nella banca dati nazionali sono in tutto 614. Quattrocento sono state quelle esaminate dall'Anac, perché di importo superiore al 10% del contratto e relative al periodo successivo alla prima analisi effettuata a novembre 2014. Il maggior numero delle varianti (89,5%) riguarda appalti di piccolo e medio importo (fino a 5 milioni). Nelle fasce di importo successivo , che assorbono soltanto il 10,5% delle varianti, si concentrano però le modifiche di maggiore importo (pari a circa 1 miliardo, 75,9%). Restando agli importi, i dati dicono allora che le varianti comunicate all'Anac negli ultimi due anni e mezzo hanno comportato una lievitazione dei costi delle opere pari a circa 1,3 miliardi. E chissà se tutte le varianti approvate sono poi state davvero comunicate all'Autorità. Il sospetto, è sufficientemente legittimo, visto che la stessa Anac ha più volte richiamato al dovere le amministrazioni. Tutti i numeri sono consultabili nel comunicato diffuso da Cantone. Qui ci limitiamo a ricordare i più rilevanti, tra quelli non ancora citati. Il valore medio delle varianti è pari al 19% dell'importo del contratto. Una percentuale che sale al 28% per le opere di maggiore importo. Soprattutto è significativo il dato relativo all'incidenza de lle varianti comunicate all'Anac sui 186 appalti di importo superiore a un milione. I questo caso nel 64% dei casi (circa due su tre) la variante ha permesso di recuperare tra il 50% e il 150% del ribasso di aggiudicazione. «In altre parole, tali dati sembrerebbero avvalorare il sospetto che per il tramite delle varianti le imprese cerchino di recuperare il ribasso offerto in gara», commenta Cantone. Rapporti tra imprese e Pa Considerazione conclusiva. Quando si parla di varianti di solito si parla di imprese che cercano di recuperare promesse di sconto impossibili da mantenere. Anche questa analisi dell'Anac dimostra che è spesso così. Ma le varianti per essere operative devono essere approvate dalle amministrazioni. Forse sarà difficile capire quando si tratta di scelte logiche, legittime e necessarie per mandare avanti i lavori o quando invece entrino in gioco l'incapacità di gestire progetti complessi o addirittura le complicità. Magari però il dibattito sui costi delle opere pubbliche dovrebbe cominciare a tenere conto anche di queste ipotesi. E non è un caso che Cantone questa volta richiami con forza l'esigenza di qualificare le Pa. P.I. 00777910159 - Copyright Il Sole 24 Ore - All rights reserved http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/print/AEUCoobE/0 2/2
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