La staccia BUONE VACANZE - arrivederci al prossimo anno scolastico

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La staccia BUONE VACANZE - arrivederci al prossimo anno scolastico
La Staccia - I.C. G. Carducci

                                       Anno 2008/2009—Numero II

La staccia

      BUONE VACANZE
                    e. . .
                arrivederci
                al prossimo
              anno scolastico

La Staccia –periodico di informazione a diffusione
                     interna-
            I.C. G. Carducci di Ginosa
      A cura di prof.ssa Lucrezia Divitofrancesco
La staccia BUONE VACANZE - arrivederci al prossimo anno scolastico
La Staccia - I.C. G. Carducci

                            La voce del Preside
Nonostante le difficoltà, la tentazione di un atteggiamento reazionario è forte:
di fronte allo “spappolamento” della cultura di ieri, alla concorrenza dei media,
alle spinte efficientistiche, alcu-
ni vedono nel ritorno all’antico,
solido e collaudato, l’unica strada
possibile per restituire dignità e
sicurezza alla “scricchiolante”
istituzione scolastica.
Molti degli “ammodernamenti”
introdotti negli ultimi decenni,
sotto la spinta di un pedagogismo
disorientato e velleitario, si sono
dimostrati            deleteri:
l’insiemistica invece delle tabelli-
ne;      la     soppressione
dell’apprendimento a memoria che ha privato i docenti e gli alunni di un prezioso
serbatoio lessicale; le fumosità verbali delle valutazioni, che si vorrebbero og-
gettive e sono soltanto esercizi di sofistica; la didattica “teorica”, che ha tra-
sformato i docenti in passacarte degli esperti; l’introduzione del “laboratorio”
anche nelle ore umanistiche; l’attribuzione dei fallimenti individuali alla
“responsabilità del sistema scolastico”; il rigoglioso imperversare di certi scien-
ziati del “vuoto pneumatico” che hanno contribuito al regresso delle conoscenze
e delle abilità di utilità quotidiana; la pedissequa adozione delle tecnologie nuo-
ve. Di qui la necessità di tornare indietro!
Prima di tutto serve informarsi e formarsi, aggiornarsi, rimettersi in gioco, por-
si dubbi. Quest’Istituto ha la grande capacità di rivedere il proprio ambito, di
rispondere alle attese di una società in continua trasformazione con efficacia,
di far diventare strategico il tema riguardante il ruolo del sapere, della cono-
scenza e dell’apprendimento nelle organizzazioni. In tal senso in questi ultimi an-
ni sono state realizzate esperienze che hanno portato alla definizione di scuola
aperta, al servizio del territorio e della cultura del territorio, al servizio degli
alunni in ordine alle professionalità presenti, al servizio dello Stato. Si è tratta-
to, è bene sottolinearlo, di proposte che hanno avuto valore di studio e di ricer-
ca e che, se condivise ed adottate su larga scala, possono costituire un’occasione
per un’azione comune di riflessione e di confronto, di futuro. Ringrazio per il la-
voro svolto tutta la comunità della scuola, l’Amministrazione Comunale, le asso-
ciazioni culturali e sportive del territorio e, nell’augurio che l’estate possa servi-
re a rigenerarsi, pongo l’arrivederci all’anno scolastico 2009-2010.
Il Dirigente Scolastico Prof. Vitantonio Petronella

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La staccia BUONE VACANZE - arrivederci al prossimo anno scolastico
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                      La gita...indimenticabile, speciale
Per cominciare questo numero, con il quale ci salutiamo per le vacanze estive, riportiamo gli arti-
coli prodotti dai ragazzi per uno dei momenti più attesi di tutto l’anno scolastico: il viaggio di
istruzione, meglio noto come gita.

                    Le Tremiti

Il giorno 9-5-09 con la nostra scuola siamo anda-
ti in gita alle isole Tremiti. Siamo partiti alle
4:30 da Ginosa e siamo arrivati a Termoli alle
8:20, lì abbiamo preso il traghetto alle 8:40 e
siamo arrivati alle isole Tremiti alle 9:10. Appena
siamo arrivati ci siamo imbarcati su una barca molto particolare per visitare le
isole. Il fondo della barca era di vetro, e quindi era possibile guardare il fondale
marino. C’erano delle grotte bellissime con tanti granchi rossi. Poi il barcaiolo ci
ha detto che sotto il mare ci sono i coralli e tantissimi pesci da pescare. Le isole
si chiamano: San Domino, la più grande dove c’era il comune, isola Caprera, dove
c’era la piantagione di capperi e infine l’ isola di San Nicola dove c’era un centro
storico. Abbiamo visitato la chiesa di San Domino in cui è custodito lo scheletro
del parroco morto nel 1999 e quindi dalla sua morte sono passati dieci anni. Nel
primo pomeriggio siamo andati all’isola di San Domino, siamo andati sulla spiaggia
dove ci siamo bagnati i piedi nell’acqua e abbiamo anche giocato a pallone. Poi ab-
biamo conosciuto una ragazza che veniva da Londra, e faceva la giornalista e al-
tre tre ragazze che venivano dalla nostra provincia, cioè Taranto. Passata una
mezz’oretta ci siamo imbarcati sul traghetto per Termoli e siamo arrivati alle
ore 18: 30. Da Termoli a Ginosa abbiamo impiegato tre ore per tutte le fermate.
Secondo noi questa è stata la gita più bella fatta in vita nostra. Dario Canora,
Francesco Didio, Angelo Dell’Orco I B.

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Le perle dell’Adriatico
Le Isole Tremiti sono chiamate “Le Perle
dell’Adriatico” per la loro bellezza, e o-
gni anno è meta di molti turisti. Si trova-
no a Nord del Promontorio Garganico e
sono formate da: San Nicola, San Do-
mino, Crepaccio, Caparra, Pianosa.
Vengono anche chiamate “Diomede” per-
chè secondo la leggenda, dopo la famosa
guerra di Troia, vi arrivò Diomede, figlio
del Re Etolia. Il collegamento principale è quello del traghetto Termoli-San Do-
mino e durante la stagione turistica è collegata anche da Rodi Gargani-
co,Peschici,Vieste e Manfredonia.Nel 1989 è stata stabilita la riserva naturale
marina delle ISOLE TREMITI.
                                     L’ISOLA DI SAN NICOLA ha le rocce rosse,
                                     è alta a picco ed è la più importante dal pun-
                                     to di vista storico ed amministrativo. Infatti,
                                     su quest’isola c’è il Municipio, gli uffici prin-
                                     cipali e risiede la maggior parte degli abitan-
                                     ti. Ma è proprio l’opera monumentale “Santa
                                     Maria” a caratterizzare l’isola. Oltre al
                                     “Santuario di Santa Maria a Mare” in cui ci
                                     sono testimonianze sui monaci Benedettini e i
                                     Cistercensi che l’ hanno custodita ci sono la
Cisterna della Meridiana e la sua Loggia, il Torrione Angioino, il Castello dei
Badiani il Torrione del Cavaliere del Crocifisso, tutto ciò è circondata da mura.
Ora l’isola è abitata da circa 470 abitanti e in estate diventa un centro abitato
da molti turisti.
L’ISOLA DI SAN DOMINO è la più grande e i Monaci Benedettini le attribuirono
il nome “Orto di paradiso” per la sua fertilità. Il villaggio è inghirlandato dai
fiori di ogni colore che nascono spontanei e dall’ombrosa pineta. L’isola offre
strutture moderne come porto, eliporto, alberghi, ristoranti, villaggi-vacanza,
camping e diving-center. La costa presenta cale, punte, scogli e grotte, tra cui
possiamo ricordare lo Scoglio dell’Elefante,la Grotta delle Viole, La Grotta
del Bue Marino, la Grotta delle Rondinelle, la Grotta delle Murene e la
Grotta del Coccodrillo. Tra le cale possiamo ricordare la Cala delle Arene,la
Cala degli Inglesi, la Cala Tonda,e la Cala dei Benedettini.
L’ISOLOTTO DEL CRETACCIO è giallo per la natura argillosa che sta scomparen-
do a causa degli agenti atmosferici e marini.
L’ISOLA DI CAPRARA è disabitata, e ha rocce granitiche che permettono lo svi-
luppo dei capperi da cui deriva il suo altro nome “Capperaia” o Caprara. A Nord-
Est sulla Punta         Secca     c’è un faro ancora oggi funzionante.
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Claudia Bongermino 1 A
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                                     chiesa. Nella chiesa abbiamo osservato
                                     molte statue, un piccolo altare, lo sche-
                                     letro di Tobia, un grande mosaico che
                                     occupava il pavimento e sul quale non si
                                     poteva passare, e molte altre cose stu-
                                     pende; con grande felicità poi abbiamo
                                     osservato da un alto balcone la bellissi-
                                     ma costa. Abbiamo ripreso il traghetto
                                     e con i nostri prof. siamo sbarcati su
                                     una meravigliosa spiaggia. Dalla voglia
                                     immensa di farci un bagno abbiamo
                                     chiesto loro se potevamo bagnarci i
Il giorno 9 maggio 2009 le classi prime
                                     piedi. Ci siamo schizzati e divertiti e
della scuola G. Carducci sono partitepoi con un umore triste siamo saliti e ci
per le isole Tremiti. Alle ore 4:00 in
                                     siamo fermati in un parco giochi. Siamo
punto eravamo tutti a Piazza Nusco per
                                     scesi e subito abbiamo preso il tra-
aspettare l’autobus. Tutti entusiastighetto per Termoli. Con grande tri-
nell’autobus abbiamo canta-          stezza dopo 45 minuti siamo saliti
to,chiacchierato e ci siamo divertitisull’autobus per ritornare a casa. Era-
moltissimo aspettando di arrivare al vamo esausti ma comunque abbiamo
porto di Termoli. Alle ore 8:15 siamopassato una lunga e bella giornata!!! 1B
arrivati a Termoli, finalmente abbiamo Carmen Catucci,Stefania        Rosset-
preso il battello per andare alle I. Tre- ti,Cecilia Matarrese.
miti; dopo 45 minuti di ansia siamo
giunti nello stupendo luogo. Abbiamo
fatto il pranzo a sacco e ci siamo im-
barcati per il giro delle tre stupende
isole. Il sole splendeva e noi eravamo
sul traghetto ad osservare la meravi-
gliosa isola di “SAN DOMINO”,era bel-
lissima,stupenda,maestosa con scogli
meravigliosi. Navigando navigando ab-
biamo osservato molte grotte, tra cui
la grotta del bue marino, la grotta delle
viole e la roccia dell’elefante. E’ una
roccia che col passare del tempo è sta-
ta modellata dagli agenti atmosferici
ed ha preso la forma di un elefante.
Subito dopo siamo andati all’isola di
San Nicola dove siamo saliti per una
lunga scalinata che ci ha condotto alla

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Quest’anno le classi 1^B e 1^A hanno partecipa-
to a una gita di istruzione alle Isole Tremiti. La
partenza è stata prevista alle ore 04:00 in Piaz-
za Nusco, ci hanno assistito: il prof. Verzillo,la
prof.ssa Mele e alcuni collaboratori della scuola
“G.Carducci”; entrati nel pullman, dopo esserci
accomodati, ci siamo diretti a Laterza dove a-
spettavano con molta ansia i nostri collaboratori
e il professore. Quando il prof. Verzillo entrò
nel pullman tutti lo accogliemmo con un caloroso
applauso, dopo poco tempo partimmo per Termo-
li. Dopo un’ora e mezza di viaggio, l’autista si ac-
costò per 10 minuti per riprendere energia. Su-
bito dopo ripartimmo per Termoli. Quando arri-
vammo la prof.ssa Mele andò nella biglietteria
per ritirare i biglietti. In quell’ istante giunse il traghetto e tutti entrammo
dentro creando un’atmosfera di eccitazione, dopo un breve riposo, scendemmo
alle Isole Tremiti dove ci attendeva una barca. Saliti su questa barca visitammo:
la grotta delle Viole e una roccia che assomigliava a un elefante disteso sul mare
con la proboscide rivolta verso il basso. Nella grotta delle Viole si potevano am-
mirare le alghe color viola e pesci azzurri e giallino, poi entrammo in una grotta
dove crescevano pomodori marini. Scesi sulla terraferma iniziammo a comperare
souvenir per le nostre famiglie, dopo salimmo scale che sembravano non finire
mai e qualche alunno ammirava lo splendido paesaggio tramite le feritoie. Arri-
vati sopra al castello entrammo a vedere una chiesa costruita e abitata da mo-
naci Benedettini. Il pavimento era ricoperto da mosaici e sull’altare era rappre-
sentata l’incoronazione di Maria, nella navata laterale, in una stanza era stato
riposto un reperto archeologico: il corpo del Beato Tobia di Como.
Dopo scendemmo giù nel parco dove si svolse un piccolo pic-nic, erano le ore 13:
55 e la barca ci attendeva per andare in spiaggia. Arrivati ci riposammo un po’
                                         giocando a pallone. Poi salimmo su per una
                                         pineta e raggiungemmo una baita, andam-
                                         mo in un parco giochi e ci divertimmo tan-
                                         to. Ritornammo al porto dove ci attendeva
                                         il traghetto per ritornare a Termoli. Una
                                         volta giunti a Termoli prendemmo il pul-
                                         lman e verso le 23: 00 arrivammo a Ginosa
                                         tutti assonnati e qualcuno anche abbron-
                                         zato. E’ stata una gita davvero INDI-
                                         MENTICABILE! Rucci Ilaria, Gigante Nico,
                                         Nigro Carmine IB

                                                                                   6
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                                                 qualche panino. I maschi hanno gioca-
                                                 to a pallone e le femmine a palla a vo-
                                                 lo. Poi siamo andati sulla spiaggia dove
                                                 alcuni di noi si sono bagnati solo i pie-
                                                 di e c’era chi con il cappello da messi-
                                                 cano si sdraiava sulla roccia e si face-
                                                 va un sonnellino. Alla fine siamo andati
                                                 di nuovo a prendere il traghetto per
                                                 metterci in viaggio per Ginosa. Dopo 1
                                                 ora di navigazione sull’acqua siamo an-
Le classi 1B e 1A sono partite alle 4,30.        dati sul nostro pullman (i viaggi del
Saliti nel pullman eravamo un po’ stan-          Pavone) e ci siamo messi in viaggio per
chi ed essendo in compagnia non riusci-          ritornare a casa. Arrivati a Laterza
vamo a dormire.Arrivati a Laterza ab-            abbiamo lasciato i nostri collabora-
biamo preso i nostri collaboratori sco-          tori scolastici e il professore e siamo
lastici, Vito e Giovanni, con le proprie         ripartiti, finalmente siamo arrivati
famiglie e il nostro professore Antonio          con il pensiero che il lunedì saremmo
Verzillo e siamo partiti per le mitiche          tornati a scuola. Mariano Traetta e
isole TREMITI. Superato il confine               Giuseppe Ferrara 1b
della Puglia, abbiamo sostato per 15 mi-
nuti alla stazione di servizio. Poi abbia-
mo ripreso il nostro percorso e siamo
arrivati a Termoli alle 8 ,00. Io e Ange-
lo abbiamo chiesto a un pescatore di
potergli fare una foto con la canna da
pesca in mano. Abbiamo preso il tra-
ghetto alle 8,30. Dopo un’ ora di viaggio
siamo arrivati a San Domino dove ab-
biamo preso la barca per fare il giro
delle 3 isole, ma alcune erano disabita-
te. Siamo andati a vedere un’ isola che
aveva uno scoglio a forma di elefante
inginocchiato, poi siamo andati a vedere
l’isola delle viole perché di estate sopra
gli scogli nascono tantissime viole, dopo
siamo andati a vedere un’ isola che
tempo fa era abitata da foche marine,
dopo abbiamo visto un’ isola con un alga
viola sotto l’acqua e qui c’erano anche i
ricci di mare. Alle 3 siamo arrivati ad
un parco giochi dove abbiamo mangiato

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La nostra 1° gita con l’ istituto comprensivo GIOSUE’ CARDUCCI è stata una gi-
ta molto aspettata da noi ragazzi perché è stata rimandata a causa del maltem-
po. Però dopo 2 settimane è arrivato il gran momento! La nostra meta sono state
le ISOLE TREMITI. Una volta arrivati al porto di Temoli, alle ore 8:30 abbiamo
preso un traghetto che ci portava all’ isola di San Domino e abbiamo visitato le
sue bellezze. La visione più bella è stato quella del mare calmo a prima mattina!!!
A San Domino abbiamo fatto una bella scalinata e ci siamo molto stancati; lungo
il percorso, nel muro che costeggiava la scalinata abbiamo viso certi punti in cui
c’erano feritoie dalle quali si poteva sparare in difesa del castello. Una volta ar-
rivati sopra c’era un parco in cui ci siamo fermati e riposati ed abbiamo aspetta-
to il traghetto per andare a visitare le altre isole. Nel frattempo abbiamo man-
giato e ci siamo fatti un giro alle giostre. Siamo andati a fare una passeggiata e
siamo entrati in una chiesa in cui c’era una stanza dove era posto lo scheletro
del monaco Tobia. Usciti dalla chiesa abbiamo incominciato a incamminarci per
andare a prendere il traghetto. Abbiamo preso il traghetto e siamo entrati den-
tro la grotta dell’ elefante: viene chiamata cosi’ perchè all’ entrata c’è uno sco-
glio che assomiglia a un elefante. Abbiamo fatto un altro giro e siamo entrati
nella grotta delle viole perché ancora oggi nascono le viole. Per tornare a Ginosa
mancavano ancora 3 ore così siamo andati sulla spiaggia e alcuni si sono tolti le
scarpe e si sono bagnati i piedi, è stata una sensazione bellissima. Passate le 3
ore siamo andati al porto per prendere il traghetto. Arrivati al porto abbiamo
preso il pulman che ci riportava a Ginosa. Lungo il viaggio eravamo tutti assonna-
ti, ma grazie ad alcuni compagni vivaci abbiamo scherzato e giocato. La nostra 1°
gita è stata molto bella e piena di cose nuove!!! Panico Alexia, Mutidieri Anna
Chiara classe IB

La nostra gita alle isole Tremiti è sta molto emozionante e molto divertente an-
che se è stata dura alzarsi alle 3.30. All’inizio avevo un po’ di paura al pensiero
di dover salire sulla barca ma una volta salita non avevo più quella paura che
sentivo. Siamo arrivati alle 8.15 a Termoli e poi di lì ci siamo imbarcati sul tra-
ghetto per andare alle isole. Arrivati abbiamo fatto colazione e poi siamo saliti
sulla barca per fare il giro intorno alle isole. Sabato era una bella giorata di sole
e io avevo molto caldo perché avevo indossato la maglia a maniche lunghe. Il ma-
re lì era stupendo, l’ acqua era fresca e qualche volta immergevo le mani per rin-
frescarmi. Nella barca c’ era un pavimento di vetro dal quale si vedeva tutta la
barriera corallina Alle 12.00 siamo scesi dalla barca sull’isola di San Nicola e ab-
biamo pranzato e poi ci siamo incamminati verso la Chiesa. E’ stata molto dura
salire ma arrivati in cima abbiamo visitato prima la Chiesa e poi ci siamo seduti
e abbiamo fatto un altro spuntino. In seguito siamo andati a visitare i vari par-
chi che c’erano e ci fermavamo un po’ per giocare con la palla. Più tardi siamo
scesi per prendere il traghetto e tornare a casa. Arrivate le 20.30 ci siamo fer-

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mati sull’ Autogrill per comprare qualcosa e poi siamo risaliti sul pulman e siamo
ritornati a Ginosa. Il viaggio è stato entusiasmante e me lo ricorderò perché
questa è stata la mia gita più bella. Anna Larocca classe I B

Il 9 maggio 09 sarà una data indimenticabile. La I˚B e la I˚A sono andate in gita alla
scoperta delle isole Tremiti. Nonostante l’orario di partenza, fuori dal comune per noi
ragazzi, è stata una esperienza divertente. La prima tappa è stata a Laterza, dove ab-
biamo accolto con un caloroso chiasso il prof. Verzillo e i collaboratori Vito e Giovanni.
Dopo la lunga strada siamo arrivati a Termoli alle 08:30, subito dopo ci siamo imbarcati
su un traghetto che ci ha portato dritti dritti alle isole Tremiti. Dopo circa 50 minuti di
ansia siamo arrivati all’ isola di San Domino. Dopo altri 10 minuti è arrivato un barcaiolo
                                                                          che ci ha fatto
                                                                          fare un giro turi-
                                                                          stico tra le isole
                                                                          ed abbiamo visto
                                                                          la roccia dello
                                                                          elefante,       la
                                                                         grotta delle vio-
                                                                         le, quella delle
                                                                         rondinelle, quella
                                                                         del bue marino e
                                                                         tante altre. Dopo
                                                                         questo stupendo
                                                                         giro siamo sbar-
                                                                         cati all’ isola di
                                                                         San Nicola dove
                                                                         abbiamo passeg-
                                                                         giato sulla spiag-
gia e abbiamo visitato un castello e una chiesa. Verso le 14:00 siamo andati all’isola di
San Domino dove siamo andati in spiaggia. Qui i prof. ci hanno lasciato immergere i piedi
nell’acqua. Successivamente siamo andati ad un bar dove abbiamo consumato soldi e ci-
bo. Osservando la spiaggia, alcuni dei ragazzi hanno visto delle belle ragazze con le quali
hanno fatto i cascamorti ma non ha avuto successo. Dopo questo episodio buffo siamo
andati su una collina dove c’era un parco e abbiamo giocato. Dopo un po’ di tempo siamo
andati nuovamente giù. Ci siamo intrattenuti ad i tavolini di un bar, abbiamo fatto com-
pere e dopo di che ci siamo imbarcati per Termoli. Una volta arrivati a destinazione sia-
mo saliti sul pullman e eravamo pronti per tornare a Ginosa. Al ritorno quasi tutto il pul-
lman dormiva. Questa gita non la dimenticheremo mai, perché ci siamo divertiti un mon-
do.                                                   Conte Claudio, Sgobba Francesco

                                                                                          9
La staccia BUONE VACANZE - arrivederci al prossimo anno scolastico
La Staccia - I.C. G. Carducci
E’ stata, davvero speciale la gita
svolta qui alla Carducci. Abbiamo
aspettato il grande momento per
molto tempo, ansiosi di scoprire le
isole Tremiti. Il giorno della gita
credevamo non fosse vero, erava-
mo pieni di emozioni, pronti a sco-
prire le bellezze delle isole. Nel
pullman eravamo tutti assonnati,
ma grazie ai più vivaci ci siamo ti-
rati su e ci siamo divertiti con
canti. Ci siamo fermati a vari au-
togrill dove ci siamo riforniti di cibo. Arrivati a Termoli, città meravigliosa, ab-
biamo preso il traghetto per le isole. Arrivati ci siamo guardati intorno e abbia-
mo notato che la vita lì e molto diversa dalla nostra, non ci sono molte macchine
e non c’è lo smog che qui abbiamo in abbondanza, l’ambiente è più salubre e ci
vivono specialmente anziani. Preso il battello abbiamo visitato le grotte che si
trovavano nel mare, una di queste è a forma di elefante. Finito il giro in mare
siamo andati a visitare il castello, dopo molta strada siamo arrivati alla chiesa
che si trova su S.Domino, decorata da mosaici posti sul pavimento. Usciti siamo
per i negozietti a comprare ricordi di questo bellissimo viaggio. Dopo tutto que-
sto ci siamo rilassati e poi siamo tornati di nuovo alla carica. Per tornare al pun-
to di partenza abbiamo visto tante altre cose. Abbiamo visto molti turisti di na-
zionalità differenti da noi, e molti dei nostri amici volevano fare amicizia con
loro. I nostri cari professori ci hanno lasciati liberi per un po’ di tempo nei par-
chi delle isole, per divertirci e svagarci un po’. Passato un po’ di tempo la profes-
soressa Mele Damiana ci ha annunciato che era ora di tornare a casa. In pullman
eravamo tutti tristi di aver lasciato quelle magnifiche isole ma entusiasti di ri-
vedere i nostri parenti per potergli raccontare le meraviglie del nostro viaggio e
quanto ci siamo divertiti in compagnia dei nostri compagni e professori!!!!!!!
Nunziatella Di Gregorio, Valentina Urbano I B

                                          10
La Staccia - I.C. G. Carducci

                              La gita… a Lecce

Giunti alla fine dell’anno, ar-
chiviata la visita d’istruzione
in Umbria-Marche, a causa del
numero dei partecipanti infe-
riore a quello necessario, pur
di trascorrere un giorno insie-
me ai compagni dell’ultimo an-
no di scuola media, il 9 maggio
abbiamo effettuato la gita a
Lecce-Otranto e grotte Zin-
zulusa. Per molti è stato un
ripiego, ma per molti altri la
possibilità di poter partecipa-
re ad una gita, dato il costo
contenuto. Arrivati a Lecce,
abbiamo incontrato la guida
che ci ha condotto tra le stra-
de e i monumenti, facendoci
apprezzare l’arte e la storia della città. Daniela, la nostra guida, spiegava tutto
con un linguaggio semplice e accattivante. Lungo le vie abbiamo potuto ammirare
le decorazioni in pietra leccese che ornano i palazzi pubblici e privati noti con il
nome di “Barocco leccese”. Camminando siamo giunti in Piazza Duomo. La Catte-
drale si apre sulla piazza con due porte: quella frontale alla strada d’ingresso,
molto decorata, con un campanile alto 70 metri, e un'altra laterale costruita
prima non molto decorata rappresenta l’entrata principale. Dedicata al patrono
sant’Oronzo, la cattedrale è formata da 3 navate, è molto decorata. Uscendo
siamo andati alla basilica di sant’Irene, con una sola navata non era molto deco-
rata. Alle 12.00 siamo ripartiti per Otranto e abbiamo visto il castello medievale
con delle mura rotonde per guardare gli invasori che arrivavano dal mare, scesi

                                                                                   11
La Staccia - I.C. G. Carducci
siamo andati in una chiesa molto
particolare, lì non si poteva cam-
minare perché il pavimento era un
mosaico che rappresentava un al-
bero senza radici ma che era sor-
retto da due elefanti bianchi, la
dea    Minerva     che    portava
l’astuccio con le frecce che ucci-
de l’agnello che rappresenta Gesù,
Adamo ed Eva con l’angelo vestito
di rosso porpora e i segni zodiacali. In questa chiesa abbiamo visto, forse per la
prima volta, una cappella che faceva un po’ impressione perché intorno alle mura
non c’erano come sempre santi ma c’erano scheletri dei martiri uccisi dai turchi.
Sotto vi è un’altra chiesetta ricca di colonne che delimitano le navate, lì andava-
no a pregare i più poveri, questa chiesetta era semplice ma sull’altare c’era una
statua della madonna e,su muri, una madonna nera. Usciti dalla chiesa con
l’autobus siamo andati alla grotte di Zinzulusa che avevano un aspetto un po’ te-
tro, forse per le stalagmiti che pendevano e per il muschio. Entrati abbiamo vi-
sto un lago distante una decina di metri, un‘altra guida ci ha spiegato che questa
grotta era stata scoperta nel 1806. Camminando abbiamo visto una coppia di
sentinelle chiamate così per la loro posizione e la torre di Pisa chiamata così
perché era obliqua. Usciti dalle grotte ci hanno proposto di fare un lungo giro in
                                 barca, durante il quale abbiamo visto le grotte
                                 dei pipistrelli e dei piccioni. Per me è stato co-
                                 me se viaggiassi sulla nave del Titanic (come a
                                 dire che mancava solo il sottofondo musicale) mi
                                 sentivo libera, perchè quella era stata la mia
                                 prima volta che viaggiavo per mare. Tutti abbia-
                                 mo guidato come se fosse un gioco, questa era
                                 come dire una giornata da vivere !!!!. Purtroppo
                                 siamo dovuti scendere e riprendere il pullman,
                                 abbiamo accompagnato la guida e Lecce e siamo
                                 ripartiti per Ginosa. Francesca Di Tinco 3^B.

                                                                                  12
La Staccia - I.C. G. Carducci

                  Aria di pioggia…! Sul lago Pertusillo

Finalmente, dopo tanti preparativi di
tipo organizzativi, giovedì 30 Aprile si
parte. Noi ragazzi di classe 4^A della
Scuola Primaria “G. Paolo II” insieme a
tutte le altre scolaresche , abbiamo
avuto l’opportunità di partecipare al
viaggio di istruzione che aveva come
itinerario : “Lago di Pietra del Pertusil-
lo “ -“Grumento Nova“-“ Spinoso”.
Questa esperienza ci ha dato la possi-
bilità di ampliare il più possibile le co-
noscenze relative allo spazio geografico che ci circonda e di arricchire i percor-
si di storia affrontati in ambito didattico. Grazie a questo viaggio abbiamo al-
largato gli orizzonti conoscitivi ed ha favorito scambi culturali diversi dal nostro
territorio. Inoltre, ha suscitato tra noi alunni grande entusiasmo e interesse per
i luoghi, gli ambienti paesaggistici, gli aspetti culturali che il territorio offriva.
La visita al Museo Archeologico Nazionale ha ampliato le nostre conoscenze sulla
città romana , sulla Preistoria , sui resti e reperti che circa 120.000 anni fa han-
no frequentato il territorio di Grumento. Spensieratezza e divertimento sono
stati gli stati d’animo che abbiamo provato durante il viaggio , momento in cui
tra di noi c’è stata grande socializzazione con altri alunni della nostra scuola.
Nota dolente del viaggio è stata la pioggia che ha interrotto e infastidito il no-
stro percorso , costringendoci a rimanere all’interno dell’ autobus. Ma il momen-
to più atteso è stato , quando siamo arrivati nell’area ristoro ubicata in una sug-
gestiva valletta con un parco naturale praticamente incontaminata, ognuno di
noi si è sistemato vicino al gruppo- classe con le proprie insegnanti. E per finire,
risate e giocate sul piccolo prato verdeggiante e arrampicate per poter ammira-
re da vicino il grande Lago del Pertusillo ricco di trote e carpe , infatti costitui-
                                              sce un’attrattiva per i pescatori non
                                              solo locali. Questo viaggio per noi ra-
                                              gazzi è stato davvero divertente , e-
                                              mozionante, istruttivo e interessante
                                              e vorremmo poterci         ritornare il
                                              prossimo anno. Un ringraziamento
                                              speciale è rivolto a tutti gli insegnan-
                                              ti della Scuola Primaria , in particola-
                                              re alle nostre insegnanti            per
                                              l’organizzazione e il buon esito otte-
                                              nuto. Gli alunni di 4^A
                                                                                    13
La Staccia - I.C. G. Carducci

                   Codice della strada? No problem!

E’ stata ingegnosa l’idea
di imparare il codice
della strada con l’aiuto
dei personaggi dei no-
stri cartoons preferiti:
Hantaro , Conan, Spi-
derman…e con la parte-
cipazione strabiliante di
un presentatore che ha animato in modo divertente la lezione di educazione
stradale. Questo è ciò che è stato realizzato dal comando dei vigili urbani del
comune di Ginosa, coordinati dalla dott.ssa Rosa Pizzulli, in collaborazione con la
scuola di formazione per la sicurezza stradale. La rappresentazione sul tema: “
I bambini e la Sicurezza Stradale"era rivolta a tutti gli alunni delle classi 3^,
4^, 5^, di scuola Primaria del comune di Ginosa. Il 20 maggio siamo giunti a tea-
tro numerosissimi, provenienti da tutte le scuole di Ginosa compreso i marine-
si .Noi alunni di classe 4^, con i nostri compagni delle classi 3^ e 5^ dell’I. C. “G.
Carducci” abbiamo ritrovato amici che non vedevamo da tempo e che abbiamo
salutato ben volentieri. Tutti gli argomenti: regole di corretto comportamento

                                                                                    14
La Staccia - I.C. G. Carducci
stradale in qualità di pedoni, ciclisti, passeggeri; la segnaletica stradale; la figu-
ra del vigile urbano erano da noi conosciuti perché già studiati a scuola, così per
ogni domanda posta dal conduttore eravamo pronti per dare la risposta. Tutti i
bambini erano attenti ed interessati e si faceva a gara nel voler intervenire. Da
tutto questo abbiamo imparato che le regole sono molto importanti, che il codice
della strada non è un gioco,che bisogna necessariamente applicare, perché ci po-
trebbe salvare la vita. Ricorderemo sempre che al momento di attraversare la
strada, oltre all’uso delle strisce pedonali, del rispetto del semaforo, vale co-
munque la regola dei 4 sguardi; che mantenere in efficienza la nostra bicicletta
è fondamentale, che il vigile urbano é una figura a cui rivolgersi con fiducia in
caso di bisogno;……..Noi bambini esprimiamo un ringraziamento alla dott.ssa Piz-
zulli Rosa e a tutto il comando dei vigili di Ginosa che da oggi il codice della stra-
da per noi non ha più segreti, un ringraziamento al nostro preside prof. Petro-
nella Vitantonio che ha voluto che noi partecipassimo, alle nostre insegnanti che
ci hanno accompagnati con entusiamo.
Gli alunni della classe 4^ Scuola Primaria

                                                                                    15
La Staccia - I.C. G. Carducci

                             Le sudate carte
Riportiamo di seguito alcuni dei lavori prodotti dai ragazzi durante questo anno
scolastico

Cara mamma, dirti che sei unica è sicu-     Il Superman della mia vita
ramente una frase già sentita, ma dirti
                                            Sono nato, e da piccolo non c’eri tu, pa-
che sei unica per me è la frase che ho
                                            pino. Ti ricordi quando giocavamo al Re
sentito dal mio cuore. Sei la mamma più
                                            Leone, bè, quel-
dolce che c’è; tu mi capisci quando sof-
                                            la era proprio
fro, quando rido e sai cosa voglio inol-
                                            una strana emo-
tre mi sai amare come e solo tu sai fa-
                                            zione! Ti ricor-
re. Il profumo della tua pelle mi ricorda
                                            di, poi quando
la dolcezza di un petalo di rosa ed è
                                            mi lanciavi sul
proprio con quel profumo che ho impa-
                                            letto e a me
rato ad amare. Sei l’unica figura fonda-
                                            sembrava volar
mentale che durante i miei giorni mi ac-
                                            giù da un ca-
compagna in ogni mio piccolo mio gesto.
                                            stello;   poi   ho
Mamma: punto fondamentale nella mia
                                            imparato anche a parlare il dialetto e
vita,a volte ansiosa e rompiscatole,a
                                            tu comunque mi ritenevi ancora un an-
volte amica e complice,a volte tenera e
                                            gioletto. Adesso però sono diventato un
severa,in ogni caso sei unica. Alcune
                                            ragazzo e spero che qualche orgoglio
volte mi capita di guardare il tuo viso
                                            riuscirò a dartelo.Adesso papà insieme
stanco e pensare che l’amore che mi hai
                                            tifiamo per l’ Inter e come lei abbiamo
dato tu non me l’ha mai dato nessuno
                                            vinto molte partite. Ti amo e questo, lo
o,meglio mai così profondo. Come un
                                            sai, e per me la cosa più preziosa per
soffio di vento alcune volte ritornano in
                                            sempre sarai.
me i ricordi di quando ero bimbo e con
                                            Sei il migliore papà. Leonardo Gargano
me giocavi. Sono l’errore più geniale
che tu potessi mai fare. Nessun’altro
pensiero può esprimere l’affetto che
ho per te. Tanti auguri mamma.
Giuseppe Mongelli, IA
                                                                                      16
La Staccia - I.C. G. Carducci

Il cubetto di ghiaccio
A questo gioco si può giocare da 2 giocatori in su. Bisogna stare all’aperto, in
spiaggia o in giardino. Occorre: cubetti di ghiaccio; 2 bicchieri colmi d’acqua; se
si vuole guanti di gomma. Ci si tolgono le scarpe e i calzini, ci si assicura che i ve-
stiti non si bagnino. Ci si mette in cerchio, seduti a terra; si sorteggia chi ini-
zierà a giocare con la seguente conta: “cubo cubetto, dimmi chi è che inizierà a
giocare con te?” Il primo sorteggiato inizia: si prende un cubetto e si comincia a
passarlo tra i giocatori. Il giocatore a cui si scioglie il cubetto in mano viene
squalificato, e come penitenza deve tenere in mano un altro cubetto finché non
si scioglie. Man mano che tutti i giocatori vengono squalificati, gli ultimi due de-
vono passarsi il cubetto, però devono tenere un bicchiere pieno d’acqua a testa e
passandosi il cubetto, devono farlo entrare nel bicchiere dell’avversario, senza
farne uscire nemmeno una goccia d’acqua. Chi fa uscire anche solo poche gocce
perde, e come penitenza deve bere l’acqua dei due bicchieri, ghiaccio compreso,
in venti secondi. Questo gioco l’ho letto su un giornalino, l’ho modificato un po’,
però credo che sia altrettanto bello. E’ praticabile in primavera o in estate,
quando fa caldo. Mi piace molto e l’ho scelto perché è tra tutti il più adatto alla
mia stagione preferita, periodo in cui ricade anche il mio compleanno.
Chiara Pizzulli 1^A

Mest Giorg
Mia nonna mi ha raccontato che prima le bacchettavano
le mani con una bacchetta stretta dietro e larga avanti
che chiamavano “Mest Giorg” e dopo aver finito le loro
mani sembravano pagnotte. Quando non facevano i com-
piti e non andavano a scuola, i maestri prendevano un
sacchetto di ceci sui quali ti dovevi inginocchiare e le
ginocchia poi sembravano bucate. Mi ha raccontato anche che se si ribellavano
ne prendevano di più. I suoi genitori erano dalla parte del maestro. Lei portava a
scuola solo un quaderno e il lapis, in dialetto l’”abs,” cioè una matita. Questo
perché le penne prima venivano bagnate nell’inchiostro e i bambini a sei anni non
erano capaci di utilizzarle, quindi in prima elementare portavano solo la matita e
verso la terza elementare incominciavano a portare la penna. Carmen Catucci

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La Staccia - I.C. G. Carducci

                   Recensione del libro di narrativa
                       “Anna dai capelli rossi”

L’autrice del libro “Anna dai capelli rossi” è Lucy Moud Montgomery, autrice e
insegnante canadese (1874-1942) nata e cresciuta nell’Isola Prince Edward. Ini-
zialmente pensato come romanzo per lettori di ogni età, con gli anni è diventato
il classico letterario per ragazzi. Il romanzo è ambientato verso la fine
dell’Ottocento a Green Gables, un paesaggio fiabesco sull’Isola Prince Edward,
al largo della costa orientale del Canada. Si tratta della storia di una ragazzina,
Anna Shirley, orfana di entrambi i genitori in seguito adottata dai fratelli Ma-
rilla e Matthew Cuthbert. Anna frequenterà la scuola ad Avonlea, dove abita, e
all’età di 15 anni riceve una borsa di studio alla Queen’s Academy, per assicurar-
si un futuro da insegnante. Successivamente dovrà abbandonare gli studi per
prendersi cura di Marilla, gravemente malata agli occhi e rimasta sola a causa
della morte di Matthew. Ritornata a Green Gables le offrono un posto da inse-
gnate alla sua vecchia scuola. La protagonista del romanzo, Anna Shirley, è una
ragazzina sognatrice, chiacchierona con un amore intenso per la natura e gioiosa
di vivere ogni giorno della sua vita. Nonostante la sua buona volontà nel fare be-
ne le cose, ne combina di tutti i colori. Gli altri personaggi sono: la rigida Marilla,
il timido Matthew, l’impicciona signora Lynde, la fedele amica Diana, il dispetto-
so Gilbert e la dolce insegnante Stacy. Il messaggio dell’autore è quello di sti-
molare alla riflessione su determinati problemi; informare sugli usi e costumi
dell’Ottocento; far divertire e allo stesso tempo trasmettere dei valori come
l’amicizia, l’onestà, la famiglia e il senso del dovere. Secondo noi il libro è appro-
priato per i ragazzi, perchè insegna valori importanti per la loro formazione; è
un libro avvincente che si legge tutto d’un fiato e fa immergere totalmente nella
vita di Anna. Lo consigliamo a tutti!
Cazzetta Angelica, Cazzetta Domenica, Moro Nicla II A

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La Staccia - I.C. G. Carducci

                                   Le lettere

            Cara scuola Carducci,

       dopo tre anni faticosi vissuti pienamente con te, siamo giunti al termi-
   ne. Manca un solo mese agli esami e tutti noi siamo in ansia per il giudizio fi-
nale. In queste ultime settimane, ci stiamo impegnando molto per arrivare più
preparati possibile all’ esame. Ogni giorno di scuola è un lungo lavoro, che ci co-
sta molta fatica, sia a noi che ai nostri insegnanti. Infatti il programma di terza
media deve essere completato in questi ultimi giorni.
Tutti i ricordi dei tre anni, li porteremo con noi anche al di fuori di questa scuo-
la e rimarranno nei nostri cuori sia i momenti più belli e divertenti, sia i momenti
di paura e tristezza, che poi insieme abbiamo superato.
Cara scuola, siamo cresciuti con te, ci hai aiutato e hai cercato di indirizzarci
verso la “retta via”. Ci hai insegnato cose nuove e ci hai fatto esplorare nuovi
luoghi e il tutto insieme ai nostri compagni di classe e ai nostri insegnanti. Ci hai
fatto vivere esperienze non solo culturali , ma anche sportive e soprattutto mu-
sicali. Il nostro augurio è quello di ritrovare, in futuro, un punto di riferimento
come lo sei stata tu in questi tre anni. Speriamo di ritrovare le opportunità che
tu ci hai offerto e di poterne usufruire. Cara scuola l’ anno prossimo non ci ri-
troveremo più e, concludendo, volevamo ringraziare te, tutti i nostri insegnanti ,
tutto il personale e il nostro Dirigente che ci hanno regalato emozioni e momen-
ti indimenticabili.
   Con affetto
      Acclavio Remo, Ilaria Calabrese, Federica Dragone, Francesco Miccoli,
          Francesca Sannelli III A

                                                                                   19
La Staccia - I.C. G. Carducci

   Lettera alle classi prime (future seconde)

Cari ragazzi di 1° A e 1°B,
a conclusione di quest’anno scolastico, ci sentiamo in dovere di darvi
dei consigli su come affrontare la 2° media. Per prima cosa fate mol-
ta attenzione a quest’anno scolastico, poiché è il più importante nel
ciclo delle scuole medie: “chi studierà quest’anno, studierà per sem-
pre” come ci dice il prof. Lerro. Un altro consiglio che vogliamo darvi
è quello di non avere mai paura, ma di vivere tutti i giorni con entu-
siasmo, poiché ogni giorno porta con sé piaceri e purtroppo dispiace-
ri, come lezioni noiose e brutti voti. Vogliamo darvi un altro consiglio
fondamentale: quello di ubbidire ai professori e rispettarli. Inoltre
vi auguriamo di fare una gita più lunga della nostra (è vero che è du-
rata un giorno ma è stata bellissima e divertente!) Se suonate uno
strumento vi diciamo di impegnarvi a fondo. Le difficoltà rispetto al-
la 1° media sono maggiori, quindi impegnatevi e non vi scoraggiate.
Vi auguriamo una buona estate!

     Pietro Bozza, Domenica Leccese, Francesca Rosato,

        Francesca Spano II A

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La Staccia - I.C. G. Carducci

        Ginosa, 12 maggio 2009

  Mia carissima professoressa Andriulo,
questi tre anni di scuola media sono passati molto velocemente. Sia-
mo giunti alla fine del triennio… ed è tempo di bilanci: il film di que-
sti tre anni si srotola nella mia mente, ricordandomi immagini, situa-
zioni, persone, esperienze che mi hanno aiutato a crescere, a diven-
tare un ragazzo più maturo come oggi mi ritengo di essere. Tutti gli
adulti che mi hanno accompagnato in questo cammino hanno lasciato
un segno dentro di me e anche lei, professoressa, mi ha aiutato a su-
perare gli ostacoli nella matematica, ma anche a superare piccole
grandi difficoltà che un ragazzo della mia età incontra nella vita. In-
fatti con il suo modo di fare mi ha aiutato a comunicare nel miglior
modo con amici e parenti. Il primo giorno di scuola media, quando
hanno fatto l’appello della classe, ricordo che lei mi ha accompagnato
in classe dove mi sono trovato solo, per esser stato chiamato per
primo. Se lo ricorda questo giorno? Lei è stata per me una “maestra
di vita” insegnandomi la semplicità e la sincerità nel dire ciò che si
pensa. Mi mancheranno le sue belle lezioni che rendevano semplici gli
argomenti complessi, verso cui ha saputo suscitare il mio interesse.
Lei rimarrà sempre la mia cara professoressa e spero che la nuova
scuola mi faccia conoscere altri professori che mi trasmettano inse-
gnamenti di vita così come ha fatto lei, poiché nella vita non basta
   conoscere le discipline ma serve anche saper essere. Auguri an-
      che a lei professoressa, e grazie per essere stata un e-
         sempio di serietà e rettitudine.
        Il suo alunno Domenico Catucci 3^ B

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La Staccia - I.C. G. Carducci

                  I fatti di cronaca visti dai ragazzi

     Discriminazione e diritti umani          d’azione ma, durante la pubblicità, fa-
La dichiarazione Universale dei Diritti       cendo zapping, mi sono soffermato su
Umani è in vigore da 60 anni, precisa-        Rai 3 (dove trasmettevano Annozero),
mente dal 1948, cioè all’indomani della       nel momento in cui parlava un ragazzo
                              seconda         di colore. Incuriosito mi sono soffer-
                              guerra          mato: il ragazzo stava raccontando che
                              mondiale,       aveva 25 anni ed era arrivato in Italia
                              quando era      all’ età di due anni, quindi viveva in Ita-
                              forte      il   lia da 23 anni, perciò era Italiano. Il
                              desiderio       ragazzo      si lamentava, giustamente,
                              che non si      perché lavorava in campagna insieme ad
                              ripetesse-      un italiano, ma mentre l’Italiano
                              ro più le       “bianco” guadagnava 70euro al giorno,
                              violazioni      lui di pelle nera guadagnava 30euro.
                              alla libertà    Questa dichiarazione mi colpì molto e
della persona umana. Leggere la               non riuscii a staccarmi dalla trasmis-
D.U.D.U. mi ha fatto capire come in           sione, imponendola anche a mio padre,
molte parti del mondo, la pace non re-        che voleva continuare a guardare il
gna, a causa del mancato rispetto dei         film. Quella sera Annozero mi ha fatto
diritti umani. L’articolo numero sei del-     capire cose che non conoscevo a pieno,
la D.U.D.U. dice: “ognuno mantiene i          perché nel mio paese non vi sono molti
propri diritti ovunque vada”. Io penso        extracomunitari. Ho capito che, anche
che questo articolo spesso non venga          in questo paese libero e democratico
rispettato in Italia come è dato osser-       come l’Italia, il rispetto dei Diritti U-
vare. L’altro giorno ho visto un pro-         mani non è sempre attuato, e questo
gramma che si chiama “ Annozero “ de-         oltre ad essere un fatto di articoli non
dicato al tema del “Razzismo”. Tutti          rispettati, è anche una questione di
dichiarano di non essere razzisti però        razzismo. A me dispiace molto, perché
dobbiamo constatare che in molte si-          ho provato a mettermi nei panni di quel
tuazioni ci comportiamo estremamente          ragazzo ed ho percepito una sensazione
da razzisti. Per la prima volta sono sta-     dolorosa: è brutto essere escluso per il
to attratto da una di quelle trasmissio-      colore della pelle. Ed ho percepito an-
ni evitate da noi ragazzi, perché si par-     che rancore e penso che in questa si-
la molto di politica e perché in genere       tuazione non può esserci solidarietà e,
questi programmi sono noiosi per noi.         quindi PACE.
Quella sera stavo guardando un film           Pietro Pardo classe: 3^B

                                                                                       22
La Staccia - I.C. G. Carducci

                             Il sisma in Abruzzo

Qualche settimana fa, nella regione dell’Abruzzo si è verificato un forte terre-
moto in cui, case, scuole , ospedali sono stati distrutti. Mi è venuto un colpo al
cuore quando hanno tirato fuori dalle macerie una bambina di 7 mesi, e poi
quando hanno salvato una mamma, un papà e una figlia di 4 anni. Poverini! Adesso
le persone che sono sopravvissute, come faranno a vivere dentro le tende? In
questi giorni ho sentito al telegiornale che sta facendo molto freddo e loro vivo-
no in condizioni precarie, io vorrei volentieri aiutarli, ma come posso fare?
Il giorno dei funerali mi sono messa a piangere perché mi sono detta “Che hanno
fatto di male quelle persone e bambini?” Con il prof. Lerro stiamo studiando i
fenomeni sismici, e stiamo parlando di quello che è accaduto in Abruzzo. Penso
a quei bambini che piangono perché sono rimasti orfani ed a quelli che vorrebbe-
ro giocare con i loro giochi. Penso che può bastare quello che ho raccontato per
farci rivivere quella sofferenza e spero che con l’aiuto di tutti gli italiani, quelle
persone possano in tempi brevi ritornare ad una vita normale nelle loro nuove
abitazioni, e questa volta più sicure. Nicoletta Pistoia 1^ A

              Racconto verisimile: violenza allo stadio

La pace indica uno stato di quiete o tranquillità
dell’animo percepita come assenza di disturbo o
agitazione. Indica l’assenza di violenza tra indivi-
dui o organizzazioni collettive. C’è un articolo di
legge nella Dichiarazione sul diritto dei popoli alla
Pace che dice: “Per garantire l’esercizio del diritto
dei popoli alla pace, è indispensabile che la politica
degli Stati tenda all’eliminazione delle minacce di
guerra, soprattutto di quella nucleare, all’abbandono del ricorso alla forza nelle
relazioni internazionali sulla basa dello statuto delle nazioni unite”. Nel mondo,
purtroppo, la pace è sottomessa alla violenza e all’odio! E’ la lotta eterna tra il
bene e il male. Però, nel nostro piccolo, possiamo costruire la pace giorno per
giorno con la solidarietà e l’amore. Ma nel mondo, non c’è solo povertà ma anche
violenza, razzismo ed egoismo. Riconoscerli è il primo passo per combatterli an-
che nella quotidianità delle nostre vite. Era lunedì 7 settembre, allo stadio di

                                                                                    23
La Staccia - I.C. G. Carducci
                                                  Castellaneta, assistiamo al match
                                                  tra il Laterza e il Castellaneta. E-
                                                  rano le otto e un quarto e il campo
                                                  di Castellaneta era pieno, ma le
                                                  squadre non erano ancora entrate,
                                                  le tribune erano imbandierate da
                                                  striscioni provocatori verso en-
                                                  trambe le squadre. Insieme a Ma-
                                                  rio e a Marco avevamo fatto uno
                                                  striscione con su scritto: “Vinca il
                                                  migliore!! Perché in fin dei conti
                                                  siamo stratifosi ginosini!!!” Le
squadre entrarono dopo un quarto d’ora e i tifosi esultavano facendo tanto
“casino” con trombette, tamburi, ecc…,insomma, tutto ciò che provocava caos.
Il primo tempo, nonostante i tentativi di entrambe le squadre, finì 0-0. Io e
Francesca, non molto interessate al calcio, ci allontanammo dalle gradinate, ma
sentendo urlare Mario e Marco ci riavvicinammo: stavano commentando il goal
avvenuto proprio mentre stavamo andando via, nel secondo tempo, con una rove-
sciata a favore del Castellaneta che, dopo qualche minuto, si trasformò in un pa-
reggio. Ma, subito dopo, il fallo a favore del Laterza e di conseguenza il cartelli-
no rosso per il Castellaneta, iniziò una terribile protesta contro l’arbitro a
“colpi” di parolacce, urli, gestacci e cori di tifosi del Castellaneta. Essi intonaro-
no un coro contro l’arbitro: “O-LE’- LE’! O-LA’-LA’! APPENA FINIRA’! NOI TI
UCCIDEREM!! O-LE’-LE’! O-LA’-LA’! CASTELLANETA ALE’!!!” Dopo le proteste
contro l’arbitro venne assegnata la punizione a favore del Laterza, battuta dal
rumeno Marius, con una splendida azione e così ci fu il 2-1. Ma dalla tifoseria del
Castellaneta si levarono cori: “SPORCO RUMENO TORNA IN ROMANIA
PERCHE’ QUA NON TI VOGLIAMO!! SCIO’ SCIO’ BRUTTA MOSCA VOLA VI-
A!!!”. Marius, il nostro compagno di scuola che avevamo imparato a conoscere e
apprezzare, in un anno condiviso tra gli stessi banchi di un’ aula! Come era possi-
bile che un ragazzo come noi potesse diventare oggetto di umiliazione e violenza
verbale? Noi non siamo accanita tifose e ci sentiamo a disagio, ma i nostri amici
non rilevarono l’episodio, continuarono invece a commentare l’azione: “E’ proprio
un cretino quell’arbitro –dice Mario- ma d’ altra parte il Laterza merita la vitto-
ria, è un ottima squadra!!” Dopo la punizione nacquero altri insulti, fischi, cori e
grosse parole contro l’arbitro e il Laterza. A qualche minuto prima della fine
della partita, i tifosi scatenarono la loro furia e violenza interiore picchiandosi a
vicenda, facendosi male.Questa è la fine della prima di Campionato. Negli stadi,
dove la gente dovrebbe divertirsi e rilassarsi, c’è violenza, e anche razzismo,
come verso il rumeno Marius, il nostro amico. VIOLENZA E RAZZISMO SONO
NEMICI DELLA PACE.                          Russo Francesca & Radicchio Marica

                                                                                    24
La Staccia - I.C. G. Carducci

                 Dalla D.U.D.U. alle morti bianche
La D.U.D.U. è il documento più famoso sui diritti umani, è stata adottata dalle
Nazioni Unite il 10 dicembre 1948. Purtroppo ancora oggi troppo spesso i princi-
pi contenuti nella D.U.D.U. non vengono rispettati dai governi. La Dichiarazione
si compone di 30 articoli che sanciscono i diversi diritti di ogni persona. Sebbe-
ne la D.U.D.U. sia il documento che ha ispirato la maggior parte della legislazione
internazionale, non è un documento legalmente vincolante. La lettura della
D.U.D.U. ci ha fatto riflettere e capire quanto è importante che tutti gli esseri
umani vengano rispettati e trattati tutti allo stesso modo. Hanno tutti ragione e
coscienza e devono comportarsi amichevolmente gli uni con gli altri. Le notizie di
cronaca quotidiane che ci informano di morti sul lavoro, ci hanno turbato portan-
doci ad approfondire l’argomento partendo dal vicino a noi cioè dalle morti bian-
che che accadono nel nostro territorio e in particolare a Taranto nell’ Ilva. Alcu-
ni esempi di morti bianche:
William Cometa, muore sul lavoro a 27 anni, nel cantiere edile di Crispiano, in cui
giovedì 5 marzo 2009 si è verificato il tragico infortunio, alla guida di un esca-
vatore, è rimasto schiacciato fra il mezzo e un pilastro.
Paolo Franco quella mattina del 12 giugno 2003 era morto per sostituire un col-
lega, nessuno però, si è reso conto che quella struttura non era sicura. Nono-
stante anni prima fosse accaduto un incidente simile, senza conseguenze. Lui la-
vorava all’Ilva di Taranto e di solito si alzava contento di andare a lavorare, si
preparava il suo zainetto e cercava di non dare fastidio a nessuno. Paolo era un
ragazzo generoso, preciso sul lavoro come a casa, non faceva altro che control-
lare se il gas e l’acqua erano chiusi. Un “maniaco” della sicurezza. Anche nella sua
mansione lui era sempre cauto, non si era mai fatto un graffio. Dopo due anni di
contratto di formazione e lavoro aveva festeggiato il passaggio a contratto a
tempo indeterminato. Aveva comprato l’auto, era felice di quei 900 euro. Era u-
no sportivo, da piccolino faceva gare di ballo insieme a sua sorella. Era amico di
tutti nonostante la sua gracilità. Ancora oggi gli amici vanno sulla sua tomba a
parlare con lui.
Antonio Avagni, era dipendente di una ditta subappaltatrice di Casoria, era alla
guida di un automezzo per la movimentazione, su un piazzale dell’Acciaieria 1,
quando è stato schiacciato dal «bozzello», improvvisamente sganciatosi da un
braccio meccanico. L’operaio, immediatamente soccorso dai compagni di lavoro, è
morto sul colpo. Subito dopo l’incidente, i colleghi della vittima hanno proclamato
uno sciopero, mentre a partire dal turno delle 23 hanno incrociato le braccia in
tutto lo stabilimento per 24 ore.
Queste che abbiamo appena letto sono alcune delle tante storie particolari, ac-
cadute sul posto di lavoro e che ci sembrano in contrasto con quanto affermano
gli articoli dal 22 al 27 che comprendono i diritti: alla sicurezza sociale; al lavo-
                                                                                   25
La Staccia - I.C. G. Carducci
ro; al riposo e allo svago; all’educazione; a un soddisfacente tenore di vita; al ci-
bo; a un’ abitazione; alla salute.Tutti questi articoli si realizzano se l’uomo ha un
lavoro, ed il lavoro è un mezzo che l’uomo ha per portare avanti la famiglia, e
quindi se il posto di lavoro non è sicuro neanche l’uomo ha protezione. Molti degli
incidenti sul lavoro accadono, molto spesso, a causa di mancanza di sistemi
di sicurezza!

Per difendere il diritto al lavoro sicuro, a Taranto, i parenti dei lavoratori morti,
hanno fondato l’ associazione 12 Giugno, e per noi sono “I Supereroi di oggi”.
Leggiamo nel sito che: L'associazione 12 giugno familiari delle vittime del lavoro,
si chiama 12 giugno perché nel 12 giugno del 2003 per il crollo di una gru nell'Il-
va morirono due giovani operai, Paolo Franco e Pasquale D'Ettorre, che sono sta-
ti i primi morti della grande ondata di giovani entrati all' Ilva negli ultimi anni.
L'associazione é stata proposta dallo Slai Cobas Taranto e ha subito raccolto
l'adesione del padre di uno dei due giovani morti sulla gru PaoloFranco - Angelo
Franco e poi di mogli, figli di altri operai morti. Il presidente é un ex-operaio
dell'ilva oggi in pensione Cosimo Semeraro. Facciamo del 12 giugno una giornata
della memoria, dedicata agli operai morti sul lavoro all’ Ilva, reagendo con moda-
lità collettive al dolore inestinguibile della perdita dei propri cari e tentando di
contribuire agli sforzi affinché non ci siano più morti sul lavoro, affiancando chi
da anni e in primis le OOSS lotta su queste problematiche. Con un primo conve-
gno l’associazione ha sviluppato proposte ai legislatori affinché modifichino e
migliorino le leggi esistenti in materia di prevenzione e repressione, in materia
di rappresentanza dei lavoratori, in materia di accelerazione dei processi, per-
ché ci sia giustizia e sostegno ai familiari. A livello locale ci si rivolge ai lavora-
tori, cittadini, organizzazioni politiche e sociali affinché il 12 giugno sia istituito
come giorno della memoria dedicato alle vittime sul lavoro. Dal lavoro che abbia-
mo compiuto, abbiamo capito soprattutto la responsabilità che abbiamo di ri-
spettare tutti gli esseri umani, per cui ci impegniamo sin da ora ad essere futuri
difensori dei diritti umani!!! De Biasi Leonardo,Dell’orco Emanuele,Loreto I-
van, Pardo Pietro,Pistoia Angelo,Rotunno Angelo, 3^B

                                                                                     26
La Staccia - I.C. G. Carducci

                       Violenze contro le donne!!

                   “Donne picchiate,        anche parenti prossi-
                   donne violentate,        mi,    fratelli,     pa-
                   donne che non han-       dri.Situazioni       che
                   no più lacrime, una      spesso non sono de-
                   pagina di un libro       nunciate per la vergo-
                   che nessuno legge-       gna di cui la donna si sente responsabi-
                   rà mai, schiaffi,        le e per l’incubo economico che teme di
                   lividi,   ma ferite      affrontare, soprattutto se ha figli e
                   sull’anima,   donne      non lavora. Oltre ai danni fisici, la vio-
                   senza diritto di vi-     lenza provoca nella donna ansia, dispe-
vere, donne non libere…” E’ il grido di     razione, vergogna e distrugge la volon-
dolore, che abbiamo letto su un blog        tà di reagire e chiedere aiuto. Noi sia-
frequentato da chi, direttamente o in-      mo ancora piccole e non riusciamo a ca-
direttamente, soffre la violazione della    pire fino in fondo perché avviene tutta
dignità umana che è in ogni donna.Basta     questa violenza, perché un uomo può
leggere la cronaca dei giornali per capi-   diventare come l’orco delle fiabe di cui
re cosa vuol dire essere donna oggi.        ci hanno raccontato da bambine, intan-
Tutti i giorni quando accendiamo la tv,     to abbiamo paura di un pericolo che non
sentiamo sempre che molte donne, di         possiamo controllare. Abbiamo letto e
qualsiasi età, sono state vittime di vio-   commentato gli articoli della Dichiara-
lenze fisiche o sessuali. La violenza non   zione Universale dei Diritti Umani e ab-
ha limiti e si manifesta in tanti modi      biamo capito che in questo genere di
diversi. L’uomo crede, da sempre, di po-    violenza non c’è niente di umano: la don-
ter fare della donna il suo strumento di    na è trattata come “cosa” e l’uomo di-
piacere e di conquista violenta, stu-       venta “animale”. Ci è sembrato che la
prandola e picchiandola solo perché è       violenza sulle donne offende lo spirito
donna. La violenza, diversamente da co-     della Dichiarazione perciò è importante
me possiamo immaginare dalle notizie        che gli Stati facciano leggi severe per
di cronaca, è perpetrata per il 60% da      punire questo crimine ma che, soprat-
fidanzati o mariti o comunque da per-       tutto, cambi la cultura prevaricatrice
sone di famiglia, per il 38% da parte di    nei confronti di tutti i soggetti più de-
sconosciuti e per il 2% da parte di e-                          boli: donne, bambini,
xtracomunitari. La violenza più diffusa,                        migranti, vecchi, ma-
più sconvolgente e umiliante è quella                           lati ecc. Francesca Di
che avviene tra le mura domestiche da                          Tinco,Valentina   Didio
parte di fidanzati o mariti e talvolta                         3^ B

                                                                                    27
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