Civiconumero 13 - SCRITTURA ARTE LIBRI autunno - CivicoNumero13
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in copertina foto di Sara Cartelli CN13 CULTURA CivicoNumero13 è un la nostra squadra magazine nato su Instagram dall’ unione di donne il cui obiettivo è condividere saperi, talento e generose porzioni di vera Sandra Milillo Bellezza, quella che Sabrina Bassi alberga nelle menti e nei Ester de Petris cuori di chi Elisa Macchinelli “SA GUARDARE “ Rachele Pavone cn13
Aurora Chiechi rory_trullo Articoli di Alessia Reinero alessia.reinero Rossana Orsi rossana_orsi Sofia del Borrello nuvole_di_parole Francesca Zanette francesca_zanette_ Ramona Lucarelli the_eat_culture Barbara Villa equalcosarimane Nicole Ferrero socialmediadeipiccolibrand
JESSICA MANZONI Raccogliere AURORA CHIECHI È autunno. Cadono le foglie. La caduta è da sempre parte della storia dell'umanità, sono caduti muri, grandi imperi, anche quella di Lucifero è una storia di caduta: da angelo a demone negli abissi dell’ inferno. E poi,cadute dalle scale, dalle nuvole, e ancora la più romantica delle cadute, quella nell’ amore, e qui gli amici anglicani ci hanno visto lungo con - fall in love - Teneri. Anche l'uomo è colpito dalla caduta. L’ uomo perde i capelli sì, e questa perdita si concretizza a vista d’ occhio. Anzi, spesso, l’occhio nemmeno li vede sti capelli, perché è in notturna che l’uomo moderno ha perdita dal cuoio capelluto. Il maschio nella notte ci apppare dormiente care signore, ma é posseduto da agitazioni, da angherie, da vessazioni che dal giorno si trascinano alla notte. Non sono i peperoni ripieni che gli sono rimasti sullo stomaco. Sono piuttosto delle vere e proprie preoccupazioni: il sostentamento della famiglia, l’economato quotidiano, la collega che si nega, e quindi, pensa che ti ripensa, sfrega che ti risfrega, il capello ti abbandona e ti frega
La capoccia, poggiata sul guanciale, con il continuo strofinio va a generare dell' energia elettrostatica e dunque, corrente positiva (del guanciale), corrente negativa (dei pensieri), mi si crea quella corrente uguale e contraria per la quale la capoccia respinge, il guanciale attrae, e... la caduta divien certezza. Si crea così l’ alopecia areata, ovvero quella che si sviluppa in più parti e che è scientificamente definita come perdita dei capelli alla cacchio di cane. Se invece, bada ben... la maggioranza dei capelli rimane attratta dal cuscino, è quest'ultima a dire ai superstiti sulla capoccia - “Ma a questo punto venite con noi, no?! Che fate lì, che siete 4 peli ormai?!” - E lì il problema alopecia va a divenirsi ingravescente e a trasformarsi in calvizie. Di ibrida definizione resta tutt' oggi la perdita di capelli a parvenza circolare e circoscritta alla parte centrale della capoccia. Come si chiama dalle vostre parti? Non è calvizie, non è caduta alla cacchio di cane, ma è... ?!
Raccogliere Alessia Reinero Se dovessi descrivere l'autunno con una parola non avrei dubbi: sarebbe raccogliere. Perché l'autunno ha per me il sapore dei nuovi inizi, una sorta di capodanno anticipato, in cui si mettono insieme i progetti, tra il profumo del tè bollente e dei biscotti appena sfornati. È la stagione in cui si raccoglie ciò di cui ci si è presi cura con l'amore riservato alle cose belle. Le uve coccolate dal sole diventano vino e le zucche, con la loro corazza contro il freddo, si preparano a diventare zuppe, oppure carrozze. Le mele scendono sulle nostre tavole, arrossendo di timidezza davanti ai nostri complimenti e abbracciando la cannella nel caldo del forno. Le pere sono morbide, come le sere che ci aspettano, immersi in una storia al riparo dal mondo e i cachi gustosi, come i sogni che al mattino sono pronti per diventare realtà. Ci hanno insegnato che per raccogliere bisogna seminare, lo abbiamo imparato a nostre spese, sudando fatica e lavorando senza sosta, ma quello che non ci hanno insegnato è che ci sono tesori che la vita ci offre generosamente, frutti spontanei di cui godere. Desideri nascosti da un abbraccio di spine, che cadono su terreni umidi come le castagne ad ottobre, ben coperti per proteggersi dall'inverno imminente. Colorati come le foglie leggere e profumati di bosco, che basta raccoglierli a manciate e lanciarle in cielo per vederli volare
FRANCESCA ZANETTE Rossana Orsi Incoraggiato a poggiare le labbra sulla pelle, come un manto, come se tu fossi un animale boschivo o l’anfratto scolpito sulle pendici di un monte. Come se mi stessi di fronte - io abbandonato sul muschio - e da te bevessi ogni impressione che gocciola via, impercettibile eppure visibile, appena tempo e bassa pressione rientrano nei canoni della norma C 'è stat farm accelerar l puls ion ?
Tu mi incoraggi ancora, e premo l’indice e il medio sui polsi capovolti. Intanto non mi rendo conto che hai sollevato le mani senza tenermi in pugno. Eppure avrei giurato di aver volato. L’avventura, l’adrenalina, il richiamo che rimbomba come tamburi nelle ossa. Il sereno non mi dà questa scossa, il tuono che mi fa drizzare la schiena. Come lo spavento, lo sconcerto che segue l’esibizione di un desiderio. All’erta, sono io l’animale che vaga in questa sterpaglia. Ora, la linfa, l’avverto di tutta la vegetazione. Come se parlasse, come se si confidasse. Noi due - di fronte - non siamo più separati.
Sai, mi hai trapassato come se non ci fossi. Il corpo è qui che vorrebbe domarsi, ma quello che mi provochi va oltre noi. Io, che ho solo un lato adatto al respiro e solo quello mi serve da riposo, da pace, da equilibrio. Io ho scoperto per caso la fibrillazione, per osmosi, per te. E senza di te non saprei raccogliere, saprei solo donare, solo esternare ciò che mi appartiene. Con te, e grazie a te, posso fare tutto ciò di cui non sono capace, ciò che ancora non conosco, che mi è estraneo, difficile, impossibile, invero. Appena le labbra sulla pelle. Intensamente. Un minimo contatto, anche distratto, anche fugace Per avermi reso vivo e vivente, ti sarò infinitamente riconoscente. FRANCESCA ZANETTE
Intènso agg. [dal lat. tardo intensus, propr. «teso», part. pass. di intendĕre «tendere» (per il class. intentus)]. – Intensità: che si manifesta o agisce o è sentito o colpisce i sensi con forza, con energia, in modo acuto, violento (indica in genere, oltre alla forza, la continuità e la concentrazione)
Musica ELISA TERAMO Sofia del Borrello
All'inizio era il vuoto e il vuoto era muto e solo. Divenne ritmo quando il mondo cominciò a pulsare e ad accogliere la luce: piccoli brandelli di bagliori versati dal cosmo, nella fabbrica della creazione. La luce prese possesso della materia e le diede vita vera ed era una vita di mille colori ma un solo suono, quello del vento veloce e forte. Il vento passando tra altopiani e vallate, produsse vibrazioni acute che rimbalzarono sulle nubi scure e pesanti: venne la pioggia sul mare e sulla terra. Lo spirito dell'uomo da poco nato, senti' il battito ancestrale di tutti gli elementi. Si turbò ma non comprese. Fu solo quando avvertì il peso soffocante della solitudine che interrogò lo spirito delle foreste nuove e, tra i rami, il vento gli suggerì una melodia antica che egli subito trasformò in canto. E al canto gioioso della sua voce si unì quello degli uccelli e poi dei delfini e di tutte le altre creature in armonia. Così nacque la musica e nessun essere vivente fu più solo sulla Terra.
GIOVANNA MAZZARO Il piano era far leva sulla loro golosità. Una trappola Francesca Zanette
Presi lo zucchero e segnai una riga bianca che partiva dal battiscopa, correva lungo la parete fino alla porta d’ingresso, proseguiva fuori sopra lo zerbino e da lì, attraverso il cortile, arrivava sopra al tombino. «Le formiche penseranno che ce n’è un mucchio più grande alla fine della strada bianca» sostenevo io con l’aria di chi la sa lunga. Mio nonno rideva. Con le braccia puntate ai fianchi, pensavo “sta a vedere”: un adulto, poverino, non poteva riuscirci, mentre un bambino sì: un bambino capiva il ragionamento delle formiche. E quando, due giorni dopo, fui costretta a dichiarare fallimento, che i puntini neri non andavano dove volevo io, il nonno mi mise a sedere sul banco da lavoro e mi spiegò sorridendo che nella vita le cose non vanno quasi mai dove vogliamo noi, ma che lo stesso bisogna provare
Seppur pubblicato nel 1960, la prima considerazione scaturita dalla lettura di questo libro è di quanto sia attuale in ogni argomento trattato. E di argomenti di cui discutere, Harper Lee ce ne da parecchi. a cura di VALENTINA COSTA in collaborazione con FILOMENA COCCHIA E DANIELA GIARRIZZO
E di argomenti di cui discutere, Harper Lee ce ne da parecchi. Primo tra tutti, il razzismo, l'odio per il diverso (diverso da me), il completo disinteresse per ciò che non fa parte del mio ambiente, del mio mondo, del mio "giro", di ciò che è simile a me e a chi ha a che fare con me. Il secondo argomento che colpisce parecchio è il ruolo del genitore rimasto solo nel difficile compito della crescita dei propri figli. Per non parlare del sacrificio dei genitori che devono seguire la strada dettata dalle proprie convinzioni, quando il mondo cerca di ostacolarli e tutelare allo stesso tempo i propri figli. La figura di Atticus è l'ideale dell' uomo nuovo, quello che, sebbene sa di non poter trionfare, si oppone con tutte le sue forze ad un mondo e ad una mentalità sbagliate trasmettendo questo suo ottimismo a Scout e Jem. Un libro come questo dovrebbe assolutamente essere materia di studio nelle scuole; non fosse altro che per l'esempio concreto di speranza in un mondo migliore che infondono i protagonisti della storia. Bambini e adolescenti che si sforzano di comprendere e cercano di lottare contro un sistema completamente sbagliato. L'alone di serietà che avvolge tutta la storia è in gran parte alleggerito dalla semplicità, nel raccontare i fatti, di una bambina non ancora adolescente. [Cosa che ci fa riflettere su come e quanto sia importante il punto di vista di coloro che potrebbero già essere nelle nuove generazioni. Cosa del tutto sottovalutata, ahimè] di conseguenza, la lettura è alleggerita da uno stile di scrittura abbastanza semplice
Ramona Lucarelli ALDA MERINI La Poesia di Alda Merini è bella da far male. Alda è per tutti quelli che non hanno paura di soffrire amando. Lei che conosce l’amore attraverso il dolore ha lasciato al mondo potenti parole in versi Fiore di poesia comprende liriche scritte tra il 1951 e il 1997 tratte da diverse raccolte. Lo scopo di questa edizione è quello di offrire un percorso letterario nel quale scoprire Alda e la sua poesia.
SARA CARTELLI La prefazione di Maria Corti ci guida tra gli anni dell’adolescente Merini fino alla donna più matura: lapoesia di Alda Merini ripercorre i suoi amori, come quello per Giorgio Manganelli o Michele Pierri,al quale dedica: : ' , , , , ,
Nelle sue poesie ritroviamo anche volti di donne come Saffo, Emily Dickinson o Silvia Plath. , ' è . SARA CARTELLI
Passioni e ossessioni, sogni e incubi, questa edizione Fiore di poesia conserva la voce calda e tormentata della poetessa milanese. Alda Merini è nata “insieme alla primavera” ma la sua poesia non conosce stagionalità. È la poetessa italiana più amata di tutti i tempi: la Merini ci consegna le sue sofferenze e a noi lettori sembra di non poter far a meno di abbracciarle. Costretta in una realtà di cui vive allucinata le pene, Alda trova il modo di vincerla. ' ' ' . .
Alda scrive di getto. A volte è terapia, come suggerito dai medici durante la permanenza in manicomio, più spesso è necessità. La poetessa non può farne a meno. La scrittura le consente di mettere nero su bianco impressioni, suggestioni, emozioni sul mondo, se stessa, sull’amore. Immaginata fragile tra le quattro pareti della sua stanza appare forte nei suoi versi. La sua è una voce “che procede dalle oscurità piuttosto che dalle troppe sapienze della mente”. Personale ma universale, ecco com’è la poesia di Alda Merini
' è . È . È ' . è , . Raccogliete questo fiore, se vi va, leggete la sua poesia.
ROSITA LUSIGNANI G... Come Giocondo "Un c’ho mica scritto ‘Giocondo’ sulla fronte" Nato grazie a Francesco di Bartolomeo del Giocondo. Sì, marito della Gioconda. Pare che Lisa Gherardini, appunto la Gioconda, fosse una donna molto libertina, che gliela facesse quasi sotto al naso e che per questo lui divenne oggetto di derisione da parte dei popolani che coniarono questo detto. Un c’ho mica scritto Giocondo. Per dire "e che sono imbecille?
Barbara Villa Grazie. Gracias. Merci. Thank you. Parola semplice. Dal singolare grazia, gratitudine. Ringraziare. Che poi non tutti lo fanno, ma molti ne ricevono. Come di cosa? Le grazie. Dici che ce l'hanno raccontata sbagliata? Uhm non lo so. MORENA GIOIA Tu non hai mai sentito dire quello è entrato grazie a? E allora vedi?!! Che poi molti ci vanno anche in bicicletta. Come dove? A lavorare, in quel famoso posto grazie a. La graziella ancora gira per le strade di questo paese, così come le raccomandazioni, quelle poi non passano mai di moda. Qualcuno a questo punto risponderebbe "grazie al cazzo, con l'aria che tira" . E allora eccoti di nuovo qui. Le tre grazie. Sì, grazie, graziella e grazie al cazzo. Come dici? Non si può dire? Lo so, molti non sono abituati a ringraziare. Che poi dire grazie non ha mai ucciso nessuno e a pensarci bene nemmeno il. Sulla graziella, invece, qualche dubbio ce l'ho. Io, ad esempio, mi ci sono fracassata un sacco di volte le ginocchia, cadendo. Cazzo!
Le parole "colpo di fulmine"descrivono il primo incontro tra Claude Monet e Camille-Léonie Doncieux in una libreria di Parigi nella primavera del 1865. Monet viene travolto da quella bellissima ragazza bruna che per lui fugge da un destino già scritto, lasciando il facoltoso fidanzato al quale era promessa. Camille sceglie di essere per Monet compagna, musa, moglie. I due condividono la vita e l'arte, i sacrifici e le piccole gioie quotidiane, la precarietà e l'attrazione reciproca. Camille diventa così la sua unica modella, tanto da essere nota come la Monette. Ritratta infinite volte, Camille è qui impressa sulla tela – La Passeggiata - insieme al figlio Jean nella calda estate del 1875 ad Argenteuil. La luce e il vento la avvolgono donando a chi guarda un'immagine di serenità familiare. Nel suo sguardo quasi profetico sembra scorgersi un velo di tristezza: Camille muore di cancro all'utero pochi mesi dopo aver dato alla luce il secondogenito Michel all'età di soli 32 anni. Monet continua a dipingerla anche dopo essersi risposato con Alice Hoschedè, per la quale si legge avesse già iniziato a nutrire un sentimento speciale da qualche tempo. Straziata della gelosia, Alice cerca di cancellare ogni traccia di Camille non potendo nulla però contro l'arte di Monet nella quale il suo ricordo ancora vive. Ramona Lucarelli
L'arte racconta l'Amore Monet
IL CAMBIO DI STAGIONE DIVENTA SOCIAL, CON CONSAPEVOLEZZA E LISTE (TANTE LISTE). OVVERO: COME AFFRONTARE IL RESTYLING DEL TUO BRAND PER L'AUTUNNO E RIPARTIRE CON PIÙ GRINTA. NICOLE FERRERO L’autunno è una stagione strana. L’aria frizzante del mattino, le giornate che piano piano si accorciano e quella sensazione di attesa, che ci dimora nella pancia.
Attesa di cosa? Attesa di vedere gli alberi tingersi di rosso, arancione e giallo. Attesa che il tempo trascorra e le foglie comincino a vacillare, poi a cadere, formando un magico tappeto colorato per le strade. E poi? Poi attesa dell’inverno, della cioccolata calda, dell’odore di neve SABRINA BASSI
L’attesa autunnale però, non va mai vista come un momento di sfiorata tristezza. L’attesa autunnale va invece vista con occhi consapevoli. La consapevolezza che abbiamo ci aiuta infatti ad analizzarci, a capire come migliorare, a immaginare e realizzare nuovi progetti per il futuro, nella vita, così come nel lavoro. Questo è il mio momento preferito: quello delle liste lunghe, delle nuove idee, del “bilancio” prima dell’anno nuovo (si, perché quando torni in città, ancora profumata di acqua di mare, prima di ripartire c’è bisogno di un respiro e di pensare all’autunno come un nuovo inizio) FEDERICA DAVOLI
Veniamo a noi: cosa Ebbene sì, per lavorare facciamo io e la mia socia coi social è fondamentale per ripartire dopo le imparare a gestire il vacanze? ferocissimo caos generato da notifiche, commenti, programmazione dei post, Innanzitutto, essendo creazione dei contenuti, entrambe imprenditrici telefonate, mail, avvisi, vita freelance e lavorando tutti i privata e impegni. giorni su molti account Facebook e Instagram, ci L’ordine è un grande dedichiamo alla To Do List: alleato, ci aiuta a non la temutissima lista delle impazzire il primo giorno cose da fare. Solo avendo le (mese!) di “ri-accensione idee chiare, con tutti i nostri del pc”. compiti, consegne, appuntamenti e chiamate ai Avere un sistema di clienti, riusciamo ad avere la “mappe mentali” e liste mente sgombra e “ordinata”. però, non è sufficiente a darci la giusta carica per Una volta realizzata la To ripartire in grande: allora, Do List la dividiamo per come affrontiamo la nuova priorità, impegno e tempo stagione con grinta? da dedicare alle diverse attività, poi suddividiamo ulteriormente tutti i punti per date e scadenze, così anche rientrare al lavoro Con un’altra lista, non è uno stress, ma un questa volta delle piacere. “cose belle”.
Ogni anno, infatti, in autunno facciamo un elenco delle nuove idee da tenere nel cassetto dei progetti: input per i nostri workshop, spunti per i corsi di scrittura creativa, “genialate” (tutte da vagliare, ma siamo inguaribili ottimiste!) per rinnovare il nostro brand e molto altro, purché siano cose relative alla nostra attività, ai nostri canali di comunicazione. Automaticamente, proprio come quando fai il “cambio di stagione” nell’armadio, ti viene da mettere nel tuo progetto tante cose nuove, ma non pensi mai di “togliere”. Anche qui l’ordine ci viene in aiuto e allora, come delle piccole Marie Kondo (ma meno, molto meno capaci di buttare via il superfluo), cominciamo a pensare a cosa “eliminare dal nostro brand”, per far spazio alle nuove proposte. ANAGRAMMABLOG
Questo trucchetto del “cambio di stagione”, va effettuato su ogni canale di comunicazione che utilizziamo: Facebook, Instagram, Sito Web, etc. Togliere per pulire, aggiungere per migliorare: un mantra. Ma come decidere cosa eliminare e scegliere il nuovo “look” della nostra attività? Con il processo di Restyling / Re- branding. Restyling: rinnovare, modificare, cambiare qualche piccolo dettaglio. Per diventare più grandi, per farci capire meglio dagli utenti, per entrare in sintonia con i nostri amici, follower, ma anche potenziali nuovi clienti. Ecco un aiutino, per chi vuole iniziare “il nuovo anno lavorativo” apportando piccoli cambiamenti alla propria attività, ma anche al proprio profilo Fb o Ig. Rispondi a queste domande: - A cosa serve il mio account? - Cosa vorrei ottenere da questo social network/blog/sito web? - Mi piace il modo in cui emerge il mio brand? - I miei follower apprezzano i miei contenuti? - Quando pubblico un post quali reazioni ottengo? Le ottengo? - Posso rendere la mia immagine più accattivante per il mio target? - Dovrei aggiungere nuovi servizi/prodotti?
Questa mini analisi ci aiuta ad avere le idee più chiare sulla possibilità di fare un restyling. Senza necessariamente stravolgere tutto, ma apportando al nostro brand qualche piccola modifica. Un piccolo cambiamento è spesso l’inizio di qualcosa di grande. Un trucco in più per lavorare alla vostra rinascita online, potrebbe essere quello di studiare un pò. Prendete ispirazione dai vostri competitor, replicate (con un po' della vostra creatività però eh?) quello che vi entusiasma sul feed, imparate cose nuove, guardate cosa piace al vostro target. Innamoratevi di nuovo del vostro lavoro, delle vostre idee. Contenuti freschi e genuini attraggono molto di più, anche se pubblicati meno di frequente, rispetto a contenuti “stantii” (e che magari sanno anche un po’ di muffa, perché gia letti/visti).
cn13 siete voi
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